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da La rappresentazione dello spazio - Artleo.it

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Luciano Bellosi <strong>La</strong> <strong>rappresentazione</strong> <strong>dello</strong> <strong>spazio</strong><br />

noi. Fatto sta che l’ampio raggio d’azione di Piero della<br />

Francesca, attivo in Toscana, in Emilia, nel ducato di<br />

Urbino e a Roma, fa sí che la figurazione prospettica esca<br />

<strong>da</strong>lle mura di Firenze e diventi <strong>it</strong>aliana.<br />

Per la diffusione della visione prospettica la sua attiv<strong>it</strong>à<br />

fu determinante, cosí come lo fu il soggiorno padovano<br />

di Donatello. I rilievi in bronzo con le Storie di<br />

sant’Antonio per l’altare del santo sono le composizioni<br />

prospetticamente piú impegnate che Donatello ci abbia<br />

lasciato. Questo impegno si traduce, anzi, in una tensione<br />

ossessiva che caratterizzerà l’arte figurativa – e<br />

soprattutto la p<strong>it</strong>tura – dei decenni immediatamente<br />

seguenti alla metà del secolo, tra Veneto, Lombardia ed<br />

Emilia. Mentre perfino artisti di tradizione tardo-gotica,<br />

come Pisanello, Antonio Vivarini o Jacopo Bellini,<br />

si cimentano in eserc<strong>it</strong>azioni prospettiche infiorandole<br />

di c<strong>it</strong>azioni dell’antico, Andrea Mantegna realizzerà<br />

nella Cappella Ovetari agli Erem<strong>it</strong>ani di Padova i primi<br />

affreschi settentrionali organicamente costru<strong>it</strong>i secondo<br />

le regole della prospettiva. Come negli affreschi della<br />

parete di fondo della Cappella Brancacci, anche quelli<br />

Ovetari hanno un punto di fuga in comune al di fuori<br />

della singola «storia» e dànno l’illusione di una spazial<strong>it</strong>à<br />

perfettamente naturale e vera. <strong>La</strong> figurazione del<br />

Mantegna, f<strong>it</strong>ta di riferimenti colti e archeologici – <strong>da</strong><br />

Donatello all’antico – trova nella pala di San Zeno a<br />

Verona il modo di conciliare la struttura del pol<strong>it</strong>tico con<br />

i laterali di tradizione gotica, ancora viva nel Veneto,<br />

con una costruzione rinascimentale in cui gli elementi<br />

della cornice diventano la facciata della struttura arch<strong>it</strong>ettonica<br />

aperta, dipinta illusionisticamente nella tavola<br />

e ab<strong>it</strong>ata <strong>da</strong>lle figure protagoniste. È un’idea nata probabilmente<br />

con l’altare del santo di Donatello e che<br />

avrà una larga fortuna nell’Italia settentrionale, <strong>da</strong>lle<br />

pale di Giovanni Bellini ai pol<strong>it</strong>tici arch<strong>it</strong>ettonici lombardi<br />

della fine del Quattrocento.<br />

Storia dell’arte Einaudi 15

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