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da La rappresentazione dello spazio - Artleo.it

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Luciano Bellosi <strong>La</strong> <strong>rappresentazione</strong> <strong>dello</strong> <strong>spazio</strong><br />

compiuto <strong>da</strong>ll’Angelico e in un momento assai precoce.<br />

Non c’è forse nella storia dell’arte occidentale un altro<br />

caso in cui cosí evidentemente traspaia <strong>da</strong>lle opere esegu<strong>it</strong>e<br />

la condizione di religioso di chi le eseguí. Eppure,<br />

proprio il primo artista che crea un’arte «devota» e che<br />

quindi fa risaltare, per contrapposto, la connotazione<br />

laica dell’arte di Masaccio, è anche il primo a dialogare<br />

con il grande novatore: «pochi dipinti mostrano al pari<br />

[dell’Imposizione del nome al Battista nel Museo di San<br />

Marco] l’intuizione geniale <strong>da</strong> parte dell’Angelico del<br />

momento piú sottilmente prospettico di Masaccio, come<br />

si legge nel desco <strong>da</strong> parto di Berlino» 15 . E cosa dire dell’Annunciazione<br />

di Cortona, delle Storie di san Francesco<br />

negli Staatliche Museen di Berlino o dell’Incoronazione<br />

della Vergine del Louvre? In quest’ultimo dipinto, la<br />

«storia» è collocata in un ambiente che sarà di certo una<br />

sala del Paradiso, ma non molto diversa <strong>da</strong> un vano<br />

chiesastico di questo mondo, sul cui pavimento, realizzato<br />

secondo i principi di un impressionante illusionismo<br />

prospettico, i santi stanno inginocchiati scandendo mirabilmente<br />

lo <strong>spazio</strong>. Bisogna riconoscere che, in confronto<br />

a questi risultati, il successivo altare dei Linaioli<br />

(1433) segna una sorta di regresso.<br />

Nello stesso decennio, nemmeno l’esordio di Filippo<br />

Lippi porta dei contributi pos<strong>it</strong>ivi: intorno alla sua<br />

Madonna di Tarquinia del 1437 cresce uno <strong>spazio</strong> di<br />

nuovo quasi rampante.<br />

Ancora una volta, le voci piú seriamente interessate<br />

alla ricostruzione prospettica della realtà fanno capo a<br />

Filippo Brunelleschi. È in nome suo che l’Alberti pubblica,<br />

nel 1436, il trattato Della P<strong>it</strong>tura, in cui sembra<br />

che il mondo visibile non sia altro che un insieme di<br />

quant<strong>it</strong>à sistemate in uno <strong>spazio</strong>: «vedendo qualcosa,<br />

diciamo questo essere cosa quale occupa uno luogo» 16 .<br />

È nella brunelleschiana Sagrestia Vecchia di San Lorenzo<br />

che Donatello sperimenta il primo sottinsú della sto-<br />

Storia dell’arte Einaudi 11

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