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biografie dei salesiani defunti - Don Bosco

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<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> - Biografie <strong>dei</strong> Salesiani <strong>defunti</strong> negli anni 1883 e 1884<br />

sua grande carità verso i compagni si facea specialmente vedere quando arrivava un giovane<br />

nuovo nella casa. Egli cercava di avvicinarlo, e quando in ricreazione lo incontrava solo, gli<br />

faceva opportune interrogazioni, gli raccontava qualche fatterello, gli insegnava dove fosse il<br />

refettorio, il dormitorio, lo studio, le scuole; gli faceva conoscere le regole della casa, e poi anche<br />

lo conduceva in chiesa a pregare breve tempo, ed in seguito lo divertiva e lo teneva allegro.<br />

Molti ancora oggidì raccontano il loro incontro con Arata nei primi giorni in cui erano<br />

all'Oratorio, e vanno magnificando il bene che da esso ne ricevettero. Ecco come racconta questo<br />

uno che in seguito lo frequentò poi molto. « Il primo giorno che mi trovava nell'Oratorio di S.<br />

Francesco di Sales stavo tutto solo e malinconico appoggiato ad una trave, che una volta avea<br />

servito per la ginnastica; quando vidi venirmi incontro un giovane poco più alto di me, in abiti<br />

semplici, ma coll'ilarità sul volto. Mi fece varie interrogazioni, ma io lo accolsi con diffidenza e<br />

risposi con poche ed asciutte parole. - Sei venuto da poco tempo all'Oratorio, non è vero? - Sì -<br />

Sei di un paese molto lontano? - Sì - Ti piace star qui? - No - Egli non si scoraggiò per questo<br />

mio modo di fare, ma sorridendo ripigliò: Oh vedi, dicon tutti così il {19 [27]} primo giorno, ma<br />

poi si assuefanno: vengono a conoscere i compagni e i buoni Superiori, e stanno poi molto<br />

volentieri: difatti, osserva che allegria, che vita in questi giovani! Farai così anche tu, vedrai! E<br />

mi parlò della bontà <strong>dei</strong> maestri e degli altri superiori. E poi continuando mi domandò: Che<br />

scuola vuoi fare in quest'anno? La 4 a ginnasiale - Oh! bene, saremo compagni di scuola, saremo<br />

amici, n'è vero? - Voglio essere amico con tutti io. - Così mi piace, amico con tutti ed anche con<br />

me; oh! a proposito, hai già visitata la nostra chiesa di Maria Ausiliatrice? - Non ancora - Allora<br />

bisogna andarla a vedere subito; è tanto bella! vuoi venire? E mi vi condusse. Appena entrato si<br />

pose ginocchioni sul banco più vicino; e si mise a pregare in atto così divoto, che mi sentii<br />

costretto ad imitarlo. Quindi mi fece osservare i varii quadri e gli altari, e mi raccontò quanto<br />

sapeva del mirabile modo in cui questa chiesa fu edificata. Mi interrogava poi se mi piacesse più<br />

che quella del mio paese, ed altre cose simili, che ora non ricordo. Questo so, che riuscì a farmi<br />

parlare e dissipò la mia mestizia ed io conobbi subito che perla d'amico avessi trovato in chi così<br />

bruscamente aveva ricevuto. La mattina del giorno seguente mi salutò amichevolmente e mi<br />

invitò di nuovo a fare una visita in chiesa con lui; il che seguitò per alquanto tempo.<br />

Nella ricreazione del dopo pranzo venne ancora a cercarmi, conversò nuovamente un<br />

tantino con me; poscia mi condusse ad un gruppo di suoi conoscenti, e domandò un posto per me<br />

in un giuoco che stavano per incominciare. Fui accettato; ma egli non volle fermarsi, poichè<br />

eravamo {20 [28]} nel tempo in cui arrivavano molti giovani nuovi, e andò a cercar altri da<br />

consolare. In questo modo Arata mi procurò buoni compagni e mi rese gradita la vita del<br />

collegio, e dispose il mio animo a ben fare. Io benedico sempre quel momento nel quale<br />

m'incontrai con lui. Quello che fece con me, conobbi in appresso che lo faceva anche con quanti<br />

avea occasione di poterlo fare; e molti ora lamentano la perdita di chi fu il primo nell'Oratorio a<br />

metterli sulla buona strada ».<br />

Dal momento che era entrato nelle case della Congregazione, non cercò più di andare a<br />

casa sua, poichè diceva incontrarvi troppi pericoli, mentre esso chiamavasi fortunato di poter star<br />

allegro senza trovarsi nei pericoli del mondo. I Superiori dal canto loro si davano ogni<br />

sollecitudine per provvedere alla sua sanità e lungo le vacanze cercarono sempre di trovar<br />

qualche modo di farlo divertire, affinchè potesse rinforzarsi. Per lo più veniva mandato a<br />

vendemmiare in qualche luogo, oppure a far da sacrestano in quei luoghi di campagna dove si<br />

facesse divota novena in preparazione a qualche gran festa della Madonna.<br />

Anche questo tempo per lui era santificato. Un suo compagno di vendemmia ci racconta<br />

di lui, che, essendo andato a Chieri per vendemmiare, e non essendovi alla cascina alcuna<br />

capella, Arata si era fatto un piccolo altarino, avanti al quale faceva le sue preghiere, cantava lodi<br />

sacre; e quelle volte in cui non vi era molto da fare, cantavano anche il Vespro od il Mattutino<br />

della B. Vergine. Altre volte, soggiunge il medesimo compagno, trovandosi sul lavoro<br />

interrompeva {21 [29]} il silenzio, ed intonava una lode a Maria SS. od invitava i compagni a<br />

recitare con lui il Santo Rosario. Così egli passava le sue vacanze santificandole colla preghiera e<br />

col lavoro, e distaccando insensibilmente il cuore dagli affetti che lo legavano alla sua casa.<br />

www.donboscosanto.eu 9/48

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