biografie dei salesiani defunti - Don Bosco
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<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> - Biografie <strong>dei</strong> Salesiani <strong>defunti</strong> negli anni 1883 e 1884<br />
avveniva che in tutti i suoi libri e quaderni si trovavano scritte queste stesse aspirazioni. Appena<br />
conobbe la Compagnia dell'Immacolata Concezione vi si fece ascrivere e vi operava da vero<br />
campione: e del giardinetto di Maria poi era così zelante, che giovanetto com' era ne fu eletto<br />
vicepresidente. Ne' suoi studii avea ognora l'immagine della Madonna avanti agli occhi, ed a lei<br />
si rivolgeva ingenuamente nelle sue difficoltà: e diceva trovar in ciò il motivo del profitto che<br />
esso facea nello studio. Al sabbato, oltre alla solita visita in Chiesa, recitava le sette allegrezze<br />
che gode Maria in cielo; e, col permesso del suo direttore, digiunava poi sempre a suo onore e<br />
non desistette più da questa pratica finchè ebbe vita. Questo digiuno non consisteva solo nel<br />
digiuno ecclesiastico, ma di più anche a pranzo non prendeva che pane e minestra. Avrebbe<br />
amato che questa pratica non si avesse a conoscere, e veramente da ben pochi si seppe: tuttavia<br />
non potè, nè a S. Pier d'Arena nè all'Oratorio di Torino tenerla interamente celata.<br />
Un dì, che a tavola, per occasione di certa allegria domestica, il prefetto del collegio avea<br />
{16 [24]} fatto tagliare delle belle fette di cacio più grosse e più buone per distribuirle a<br />
ciascuno, si vide l'allegria in faccia a tutti i discepoli, i quali a gara prendevano la loro porzione e<br />
saporitamente se la mangiavano. Un solo non si vide a porgere la mano: era il nostro Giovanni.<br />
Per quel momento il prefetto non ne fece caso; ma un'altra volta ci badò di più: osservò e<br />
s'accorse che al sabbato non prendeva pietanza alcuna. A Torino il primo ad accorgersene fu il<br />
compagno che più l'avvicinava. Un giorno vedendo che non faceva colezione, gli domandò: «<br />
che è che non mangi? » « È niente, non ho troppo appetito ». Passati parecchi giorni e vedendo<br />
nuovamente che non mangiava gli chiama: « Ma perchè non fai colazione? » « È per meglio<br />
studiar la lezione. » Altra volta rispondeva qualche cosa di simile. Fu solo dopo lunga<br />
osservazione che il compagno s'accorse Arata far questo per mortificazione. Allora pensò sopra,<br />
e s'accorse precisamente essere al sabbato che digiunava sempre in onore della B. Vergine.<br />
Dacchè parliamo di mortificazione, non sarà fuor di proposito far osservare che,<br />
avvenendogli di trovare per terra tozzi di pane caduti forse inavvertitamente ad altri o dimenticati<br />
comechessia, egli sempre li prendeva quantunque spesso molto duri, ed inzaccherati e lordi; se li<br />
poneva in tasca per mangiarseli poi saporitamente a tavola.<br />
Altro fatterello indica quanto fosse generalmente mortificato.<br />
D'inverno era travagliato da' geloni nelle mani, i quali gli si screpolavano arrecandogli<br />
dolore non ordinario. Egli pazientemente se li copriva, {17 [25]} tolleravali, cercava medicarli;<br />
ma non s'udiva mai lamentarsene, anzi a chi glie li avesse tocchi e inasprito il male, era tutto<br />
pronto a dire: Oh! è nulla, è nulla!<br />
La virtù che rifulse specialmente in lui nel tempo che passò all'Oratorio prima d'indossare<br />
l'abito chericale e che, può dirsi, accompagnollo per tutta la vita fu l'inalterabil sua pazienza,<br />
prendendo sempre tutto come disposizione provvidenziale. Infatti non fa mai visto impazientarsi<br />
con nessuno: egli sorrideva con chiunque s'incontrasse, fosse grande o piccolo, fosse grazioso od<br />
aspro. Nel medesimo modo sorrideva quando alcuno lo carezzava, come quando gli faceva<br />
un'ingiuria. Fu osservato una volta, che ad uno che gli calpestò fortemente il piede, sorrideva<br />
come ad un altro che gli offeriva una caramella. Nemanco si lamentava o del troppo freddo<br />
d'inverno o del troppo caldo d'estate: prendeva le cose come accadevano e ne rendeva gloria a<br />
Dio. Questa sua virtù lo fece amare moltissimo dai compagni, i quali da ciò conobbero quanta<br />
santità si racchiudesse in colui che a primo aspetto in nulla da loro si distingueva. L'amore e la<br />
stima che si faceva di lui, lo facevano rispettare. Per certo nessuno in sua presenza osava dir<br />
parola o fare atto che a cristiano giovane disdicesse, poichè si sapeva già che egli non l'avrebbe<br />
tollerato; ed anche il solo timore di dispiacere al compagno sì buono tratteneva qualcuno da<br />
azioni biasimevoli.<br />
Quando un po' d'ira divideva i compagni, fu visto molte volte mettersi paciere in mezzo a<br />
loro: anzi pare proprio che abbia ottenuto grazia speciale su ciò, poichè adoperava pochissime<br />
parole e nullameno si attirava i cuori di {18 [26]} tutti. Qualora gli fosse avvenuto di vedere<br />
qualche disordine a cui non poteva mettere rimedio, specialmente quando si trattava d'impedire<br />
l'offesa di Dio, subito si recava dai Superiori a tenerli avvisati, acciocchè il disordine non avesse<br />
a ripetersi; e questo seppe fare sempre con tal delicatezza, da non compromettere mai alcuno. La<br />
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