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biografie dei salesiani defunti - Don Bosco

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<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> - Biografie <strong>dei</strong> Salesiani <strong>defunti</strong> negli anni 1883 e 1884<br />

compagno. Poi continuava: do malleveria per lui che si emenderà di certo. Lo terrò io<br />

continuamente d'occhio, lo preparerò in bel modo ad accostarsi ai Sacramenti, me lo farò subito<br />

amico. In una parola, tanto disse col Direttore, che il compagno fu interamente perdonato: egli<br />

poi tanto gli s'adoprò attorno, e tanti furono gli artifizi della industriosa sua carità e del suo zelo,<br />

che ottenne in lui un prodigioso miglioramento nella condotta morale, cosicchè da pigro e<br />

neghittoso divenne laborioso e diligente e potè più facilmente imparare la sua arte e mettersi in<br />

grado di guadagnarsi onoratamente il pane della vita. {10 [18]}<br />

Questi ed altri fatti facevano risplendere sempre maggiormente la buona condotta ed<br />

impegno nel bene del nostro Arata e per ciò gli guadagnarono l'intera confidenza <strong>dei</strong> superiori, i<br />

quali di lui si servirono più volte nella delicata assistenza degli altri giovani.<br />

Per queste incombenze trovandosi sempre nell'immediato contatto coi giovanetti, potè<br />

conoscere che non ostante tutta la mitezza <strong>dei</strong> superiori nel correggere le loro mancanze, mai o<br />

quasi mai le correzioni vengono accettate qual medicina ai loro disordini; che anzi il loro amor<br />

proprio offeso li fa mendicare vane scuse per coprire i loro falli. Egli si armò di novello ardore<br />

per andare incontro a quest'inconveniente, e trovò opportuno appigliarsi ad un nuovo genere di<br />

stratagemma che gli riusci più volte a maraviglia. Valendosi egli della stima che aveva tra i<br />

compagni, ed era molta, animatissimo nelle ricreazioni non lasciava di penetrare col suo sguardo<br />

nei crocchi dove era qualche pericolo, e fissato colui che gli pareva principal fonte di male, gli<br />

era tosto ai panni, e senza far parola con altri, dicendo avere bisogno del suo aiuto, lo conduceva<br />

un po' discosto, e quivi gli dava qualche buon avviso o gli diceva qualche infuocata parola, che<br />

gli pareva più opportuna: e poi insieme tornavano al giuoco senza che altri se ne accorgesse.<br />

Diceva poi aver fatto quello per celia. Ma i consigli che dava al compagno e il frutto che ne<br />

traeva indicava qual genere di celie fossero le sue.<br />

Siccome, la sanità nol favoriva molto a S. Pier d'Arena, si pensò di provare se l'aria di<br />

Torino meno soggetta ai venti potesse giovargli, e nell'8 {11 [19]} Luglio del 1874 fece il suo<br />

ingresso nell'Oratorio. Quivi si conosceva da molti per fama, e si stava osservando se avesse<br />

corrisposto alla riputazione che di lui era sparsa. In breve si ebbe a dire da tutti che la realtà<br />

superava veramente quanto di lui ciascun si aspettava. Non è che in lui si scorgesse nulla di<br />

straordinario, no; poichè la virtù sua era di quelle bensì grandi, ma non molto appariscenti; ma<br />

l'esattezza assoluta con cui osservava le regole anche più minute, la frequenza con cui si vedeva<br />

andare in chiesa, il contegno che in essa vi teneva, la costante ilarità del volto, unita ad una<br />

gravità contegnosa che in ogni suo atto appariva, erano cose che lo fecero prendere subito in gran<br />

concetto e dai superiori e dai compagni. Un fatto avvenuto nei primi giorni che frequentava la<br />

scuola servì a far crescere sì nei compagni che nel maestro la stima che già avevano di lui.<br />

Alcuni compagni avendolo visto venire nella scuola con un contegno umile, piuttosto<br />

malvestito, piccolo della persona, indietrone'suoi studi, con un aspetto modesto e non curante,<br />

prendendolo per un milenso cominciarono a berteggiarlo in secreto ed a farsi beffe di lui; nè di<br />

ciò contenti alle volte anche lo punzecchiavano, gli davano spinte ed urtoni e lo deridevano<br />

amaramente. Egli non badava a queste cose, lasciava fare ed attendeva a' casi suoi, speranzoso di<br />

poterli un dì vincere colla sua pazienza e tirarli al Signore. Ma le cose arrivarono a tal punto, che<br />

tutti gli altri compagni, i quali ben presto se ne accorsero, ne restarono sdegnati e ne parlarono<br />

col professore; il quale tostamente fece cessare questo scandalo, e se i colpevoli non ricevettero<br />

altro {12 [20]} castigo fu solo a preghiera del buon Giovanni, che non voleva altri portasse pena<br />

alcuna per conto suo. Tutti rimasero maravigliati del modo con cui si diportò il buon giovane in<br />

quel caso; e varii asserirono aver ricevuto da quello un incitamento incredibile a sopportare<br />

coraggiosamente ogni molestia che loro avvenisse. Gli sprezzatori poi allora furono perdonati;<br />

ma sta scritto che chi deride il buono perchè buono, sarà severamente punito da Dio; e questi<br />

cominciarono ad essere puniti severamente su questa terra; poichè presi più volte in fallo per<br />

altre mancanze, furono cacciati ignominiosamente dal collegio, nè furono più in grado di<br />

proseguire gli studi intrapresi; e certo se al tutto non pensano a convertirsi, saranno ben più<br />

rigorosamente castigati dal Giudice Eterno, che tanto severamente punisce i falli degli uomini<br />

quando essi non vogliono pentirsene ed emendarsene.<br />

www.donboscosanto.eu 6/48

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