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biografie dei salesiani defunti - Don Bosco

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<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> - Biografie <strong>dei</strong> Salesiani <strong>defunti</strong> negli anni 1883 e 1884<br />

Vedi bene, rispose, che io giuoco come un disperato; posso quindi tener lontano il freddo; e poi<br />

ho già provato troppe delicatezze quando da bambino aveva ancora la madre: è ben giusto che<br />

almeno adesso impari a soffrire qualche cosa per il Signore che tanto ho io co' miei peccati fatto<br />

soffrire. La sua carità non aveva limiti quando sapeva che taluno era afflitto; a molti fu un vero<br />

angelo consolatore quando o per disgrazie di fortuna o perdita {122 [130]} di parenti avevano<br />

bisogno di consolazione. Per tutte queste sue buone qualità s'acquistò grandissima stima e<br />

venerazione da' suoi compagni; ed uno di questi manifestò al Superiore come durante la malattia<br />

del nostro caro Lorenzo (malattia che il condusse a morte) aveva al Signore offerta la sua vita<br />

perchè volesse conservar quella dell'amato compagno.<br />

Finito l'anno di prova fece la solenne consacrazione di tutto sè stesso a Dio. Di questo<br />

favore non è a dire quanto egli ringraziasse il Signore, giacchè, com' egli manifestò una volta ad<br />

alcuni suoi compagni, pregava costantemente il Signore a volerlo piuttosto far morire anzichè<br />

permettere ch'egli avesse a mancare alle promesse fatte; troppo bene conoscendo che dispiace al<br />

Signore la promessa stolta ed infedele: Displicet enim Deo infidelis et stulta promissio. Di quei<br />

giorni scrisse una bellissima lettera al Direttore dell'Ospizio di S. Pier d'Arena che era stato il<br />

primo Padre dell'anima sua. In essa gli manifestava la sua gioia e lo assicurava che la sua<br />

gratitudine non gli sarebbe mai venuta meno per averlo tanto aiutato a farsi Salesiano.<br />

Sapendo poi che per divenire un perfetto religioso il mezzo più facile e il migliore si è<br />

l'osservanza esatta di tutte le regole (per quanto alcune sembrino di poco momento), applicossi<br />

con tutto l'animo ad osservarle puntualmente, e neanche quando era infermo, si permise alcuna<br />

licenza od arbitrio senza prima intendersela bene col direttore della casa. In quell'anno il suo<br />

amore verso del SS. Sacramento crebbe smisuratamente; non solo faceva la santa Comunione<br />

ogni mattina, non solo prima d'incominciare qualunque {123 [131]} ricreazione andava, come<br />

usano molti buoni giovani nelle nostre case, a fare una visita a Gesù in Sacramento, ed a Maria<br />

SS., ma, o sia per mortificare sempre più nel giuoco la sua volontà, o sia per il grande amore che<br />

aveva acquistato verso Dio, spesse volte avveniva che troncasse la ricreazione per recarsi a<br />

pregare alcun poco in cappella.<br />

Ma era appena incominciato l'anno scolastico 1883-84 quando si manifestò nel nostro<br />

caro Lorenzo una piccola tosse. Egli stimandola un semplice e leggero raffreddore avrebbe<br />

voluto disprezzarla; ma i Superiori ai quali stava troppo a cuore la sua salute lo fecero<br />

attentamente visitare dal medico e sgraziatamente si trovò che era colpito da un principio di<br />

consunzione, malattia della quale erano già morti altri suoi parenti. Senza più si cerca di usargli<br />

ogni cura; lo si dispensa dalla scuola, gli si procura vitto confacente; gli si fanno provare varii<br />

rimedi; lo si manda a cambiar aria; ma ogni sforzo fu inutile; chè il Signore voleva con questa<br />

lenta e penosa malattia purificare sempre più l'anima del caro chierico per trapiantare più bello<br />

questo fiore in paradiso.<br />

Nei nove mesi e più che fu travagliato dal morbo fatale non diede mai il minimo segno<br />

d'impazienza o di malcontento per il male da cui era tormentato. Non potendo più esercitar<br />

l'ubbidienza coll'assistere alla classe ed attendere ai doveri scolastici, prese ad ubbidire<br />

all'infermiere come un bambino alla madre sua; ed in questo tempo era divenuto così delicato di<br />

coscienza che, anche in quei giorni in cui era già molto spossato ed a stento poteva camminare<br />

da solo, non lo si {124 [132]} poteva capacitare a fermarsi in cortile quando i suoi compagni<br />

erano dai loro doveri chiamati altrove, temendo d'esser loro di cattivo esempio; e tutto carità<br />

verso degli altri diceva: I miei compagni poveretti sono sempre occupati ed io che faccio più<br />

nulla fermarmi ancora in ricreazione in tempo di ritiro!... mi pare che non vada bene. Un'altra<br />

volta ebbe a manifestare ad un suo Superiore che il Signore in quell'anno gli aveva fatto un bel<br />

regalo, che fin dal giorno della prima Comunione ogni giorno avevagli chiesto: ed interrogato<br />

quale fosse questo dono, disse con tutta ingenuità che in tutto l'anno non aveva più mai sentita<br />

alcuna tentazione contro la bella virtù.<br />

Nel febbraio, per consiglio del medico, fu mandato nel nostro collegio di Alassio. L'aria<br />

di mare sembrò in principio che gli giovasse molto; ma dopo circa due mesi accorgendosi che le<br />

forze gli si diminuivano e prevedendo prossima la sua fine chiamò di ritornare a S. Benigno,<br />

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