biografie dei salesiani defunti - Don Bosco
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<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> - Biografie <strong>dei</strong> Salesiani <strong>defunti</strong> negli anni 1883 e 1884<br />
ecco il motivo per cui la nobile Signora Ghiglini, insigne benefattrice dell'Ospizio di San Pier<br />
d'Arena e nostra Cooperatrice, lo raccomandò a quel collegio con tali e tanti elogi, che vi fu<br />
accettato gratuitamente. Faceva il suo ingresso in quell'Ospizio il 16 Dicembre 1872, avendo<br />
compiuto i 14 anni, nè più se ne mosse se non per venire all'Oratorio l'8 di Luglio del 1874. {4<br />
[12]}<br />
Ecco in che modo il direttore che allora reggeva quel collegio, testifica sulla condotta<br />
colà tenuta dal nostro Arata. - A S. Pier d'Arena fu sempre tenuto pel migliore degli allievi. Fin<br />
da principio imparò sì bene a servire in chiesa, che molte volte fece da cerimoniere alla Messa<br />
Solenne. Servendo appunto una volta da cerimoniere avvenne, che, per non so qual incidente<br />
inaspettato, tutti si misero a ridere, anche alcuni <strong>dei</strong> ministri. Arata solo tenne un contegno serio<br />
e dignitoso. Già fin d'allora avea molta cura di far buon viso ed incoraggiare i nuovi arrivati, di<br />
condurre i compagni alla Visita del SS. Sacramento ed animarli al bene raccontando fatterelli<br />
edificanti. Volle essere ascritto a tutte le Compagnie, anzi fu il primo a cui si propose di entrare<br />
in quella dell'Immacolata Concezione, della quale può essere considerato come fondatore in San<br />
Pier d'Arena.<br />
Fu visto al tempo dell'Elevazione divenir rosso, pregar forte e, qualche volta, prostrarsi<br />
colla faccia a terra restandovi finchè andasse a far la Comunione. Avvisato da un compagno che<br />
ciò dava nell'occhio, nol fece più. Dopo la Comunione rimaneva senza muovere palpebra fino al<br />
tempo di uscire. Disse a qualche compagno che avanti al SS. Sacramento avrebbe passato i<br />
giorni intieri; e passava la notte intera dal Giovedì Santo al Venerdì in ginocchio presso al Santo<br />
Sepolcro e sarebbe stato pronto a passarne ben altre, se ciò gli fosse stato concesso. Spesse volte,<br />
troppo occupato in servizi di casa e di chiesa, non poteva compiere i suoi doveri di scuola:<br />
rimproverato di ciò taceva, mentre bastava una sola parola per giustificarsi. {5 [13]}<br />
Quando veniva sua madre a visitarlo in San Pier d'Arena, sempre le raccomandava d'aver<br />
molta cura <strong>dei</strong> suoi fratelli e sorelle, perchè crescessero nel timor di Dio, e non avessero la<br />
disgrazia di perder l'innocenza trattando con cattivi compagni. Seppe anche ribattere assai bene<br />
le difficoltà che moveangli i suoi parenti riguardo all'abbandonare la famiglia e farsi religioso.<br />
Fu sempre molto riconoscente ai superiori, ed ogni volta che scriveva al Direttore di S.<br />
Pier d'Arena lo ringraziava d'averlo accettato nell'Ospizio di S. Vincenzo, ove, egli diceva, potè<br />
incominciare a servir meglio Iddio lontano da tutti i pericoli, e dove gli si presentò l'occasione di<br />
conoscere ed entrare poi nella Congregazione Salesiana. In segno di riconoscenza volle, col<br />
permesso <strong>dei</strong> Superiori, donare all'Ospizio la piccola biblioteca che la zia gli avea lasciata.<br />
Pensava alla messa, che sperava di poter un giorno celebrare, con vero entusiasmo, e tutto<br />
s'infiammava di desiderio di prepararvisi bene. - Fin qui l'antico suo direttore.<br />
La virtù caratteristica esercitata da lui in S. Pier d'Arena, e che lo accompagnò fino<br />
all'ultimo de' suoi dì, dopo l'amor di Dio, fu l'amor del prossimo. Avrebbe voluto fin da quell'età<br />
fare grandi cose per salvare delle anime; ma mentre preparavasi a far ciò su d'una scala più vasta<br />
colla predicazione e colle missioni, cominciò a mostrare quella carità, che in petto nutriva,<br />
adoperandosi con tutto il suo potere a far del bene ai compagni. Lo si vide molte volte ad<br />
interporsi tra i giovani dell'Ospizio per comporne i dissensi: ogni favore che altri domandasse, {6<br />
[14]} e che fosse in suo potere lo faceva molto volentieri; se poteva prestarsi in loro servizio o in<br />
dormitorio, o in ricreazione, od altrove non lasciava mai passare occasione senza farlo: dava<br />
buoni consigli quando giudicava che ciò potesse tornare opportuno a qualche compagno, nè mai<br />
in ciò si lasciava vincere dal rispetto umano. Scorgendo qualche grave mancanza, si struggeva<br />
dal dispiacere, e prima che si propagasse, si adoperava per distruggerne, se era possibile, i cattivi<br />
effetti; e più d'una volta lo si vide accusato innocentemente senza che si prendesse il pensiero di<br />
scolparsi, contento di risparmiare una sgridata al compagno colpevole.<br />
Due piccoli episodii, che soli qui ci limiteremo a raccontare, dimostrano a<br />
maraviglia di qual tempra fosse la sua carità verso i compagni. Il direttore dell'Ospizio di S.<br />
Vincenzo, continuando le antiche abitudini dell'Oratorio, disponeva che in certe occasioni<br />
speciali si facessero delle passeggiate da tutti i giovani insieme. Specialmente questo si faceva in<br />
occasione dell'esercizio di buona morte. Meta delle passeggiate erano i vicini santuarii, ne' quali<br />
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