biografie dei salesiani defunti - Don Bosco
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<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> - Biografie <strong>dei</strong> Salesiani <strong>defunti</strong> negli anni 1883 e 1884<br />
castità, nell'ubbidienza v'accorgeste voi mai ch'egli abbia mancato in qualche cosa? Ditelo voi<br />
che da due anni continui gli siete stati ai {92 [100]} fianchi! Io non vorrei che questa morte ci<br />
arrecasse spavento, no; ma vorrei che ci arrecasse gran frutto; io desidererei che vi faceste buoni<br />
come lui, e non temerei dire che avreste già fatto molto. Eppure esso si fece tale vivendo qui,<br />
proprio qui, in questa scuola, in questo cortile, in questa cappella, in queste camere. Dunque<br />
incoraggiamoci a far bene; che se così faremo, potremo un dì essergli compagni in cielo a lodare<br />
e benedire il Signore per tutti i secoli.<br />
Non esito nel dire queste parole; poichè son persuaso che sia volato subito in paradiso e<br />
non credo azzardato il dire che se qualcuno di voi abbisogna di qualche grazia si raccomandi<br />
pure a questo compagno; poichè come i santi tutti hanno special cura <strong>dei</strong> loro divoti, così esso<br />
che vede meglio che altri le vostre necessità, le vostre circostanze, per voi specialmente che lo<br />
amaste sempre e gli avete anche resi <strong>dei</strong> servizi non mancherà di ottenerle dal buon Dio ai piedi<br />
del cui trono già sono persuaso che sia prostrato. »<br />
Terminata la seconda filosofia, dopo essersi corroborato e rinfuocato coi ss. Spirituali<br />
Esercizi, partiva per la nuova sua destinazione; poichè essendovi bisogno d'un buon maestro nel<br />
collegio di Alassio si era giudicato di mandar lui. Egli accolse volentieri questo mezzo che i<br />
Superiori gli porgeano di cominciar a lavorare. Tutto contento si dispose alla partenza per recarsi<br />
a fare un po' di bene ed appena giunto al suo destino, con tutto impegno intraprese la scuola<br />
affidatagli e fece conoscere ai suoi nuovi Superiori, che nel caro Francesco avevano acquistato<br />
un angelo ed un forte braccio pel buon andamento di quella parte del collegio {93 [101]} che da<br />
lui dipendeva. Ma qui giova lasciar parlare il direttore di quella casa, il quale, richiesto, diede la<br />
seguente relazione.<br />
« Il Ch. Francesco Zapelli non dimorò in questa Casa che due soli mesi, dall'8 ottobre<br />
all'8 dicembre 1883, ma in questo poco tempo diede a divedere tal virtù, quanto raramente<br />
s'incontra anche nei più provetti nella perfezione religiosa. Esattissimo nei suoi doveri, non fu<br />
mai veduto mancare neppure una volta nè in fatto di puntualità a trovarsi a suo posto, nè per<br />
diligenza nell'adempirli. Fedele alle pratiche di pietà raccomandate dalla Congregazione, non ne<br />
lasciò mai neppur una in tutto il tempo che io l'ho qui conosciuto. Non parlo della sua affabilità,<br />
della sua pazienza e di quella così amabile umiltà che accompagnava ogni sua parola, ogni suo<br />
atto e ornava, direi quasi, tutta quanta la sua persona. Nè tralasciava quei mezzi, che la più<br />
ingegnosa carità suggerisce a chi vuol davvero coll'istruzione della mente provvedere<br />
all'educazione del cuore della gioventù. I suoi allievi di 1 a ginnasiale raccontano ancor ora come<br />
nel correggere i compiti di casa (ciò che egli faceva con la più scrupolosa cura), fosse solito<br />
aggiungere, dopo il giudizio in punti, alcune parole or di conforto, or di schiarimento, or di<br />
ammonizione, sempre però improntate della più squisita carità.<br />
Ma dove appariva sopratutto a qual alto grado di perfezione fosse già arrivato pure in sì<br />
giovane età era in quello spirito di fede e di raccoglimento, che lo guidava ne' suoi esercizii di<br />
pietà e nel candor di purità la più delicata che gli traspariva persin dal volto. Il suo contegno {94<br />
[102]} nella SS. Comunione, che egli non lasciò mai di fare ogni giorno, l'avresti detto piuttosto<br />
d'un serafino che d'un nomo. Come era santamente bello contemplarlo in quell'estatica unione<br />
con Gesù! E ben se lo meritava questo dono ineffabile, ove si consideri quell'angelica purità che<br />
l'accompagnò fino alla tomba o meglio al paradiso. Io non lo conobbi che poco tempo, ma in<br />
questo poco mi parve davvero ammirabile in questa virtù, la cui pratica non costituiva già più per<br />
lui uno sforzo, ma era divenuta una seconda natura. Confesso che io lo guardava con un<br />
sentimento di venerazione e spesso dissi fra me: ecco un chierico modello in cui non si saprebbe<br />
davvero trovar difetto alcuno volontario.<br />
Ma vi son due fatti, l'uno al principio, l'altro al termine della sua dimora in questa casa<br />
che mi hanno particolarmente colpito. Era egli da poco arrivato, quando un giorno mi si avvicina<br />
in giardino e domanda di far il suo rendiconto non già di un mese soltanto, ma di tutta la vita.<br />
Ella è incaricata, mi disse, di dirigermi e di guidarmi nella via che conduce al paradiso; è dunque<br />
necessario che mi conosca pienamente. E tosto si pose a raccontarmi per filo e per segno tutta<br />
quanta la sua vita con tal sincerità e candore, quanto non potrebbe desiderarsi maggiore nel<br />
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