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biografie dei salesiani defunti - Don Bosco

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<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> - Biografie <strong>dei</strong> Salesiani <strong>defunti</strong> negli anni 1883 e 1884<br />

di Agosto; e questo fece in tutti gli anni consecutivi, sebbene i calori fossero grandi e sua<br />

mamma insistesse per averlo presto a casa.<br />

Che se noi dalla pietà passiamo allo studio troviamo in lui non minore impegno. Fornito<br />

di buon ingegno e memoria, e grandemente amante del sapere, occupava talmente il tempo che<br />

sempre primeggiò fra i numerosissimi compagni. Giammai alcun maestro dovette in lui<br />

lamentare alcuna mancanza o negligenza, ed i suoi sforzi finivano sempre coll'avere la meritata<br />

corona quando all'esame finale otteneva il primo premio con un attestato a pieni voti.<br />

Con riuscita non meno buona della pietà e dello studio procedevano in lui le virtù; ma per<br />

non andare a lungo nel loro racconto credo solo di far notare l'amorevolezza e carità che usò<br />

sempre coi compagni. Con tutti era carissimo amico ed affabile coi più cattivi come coi più<br />

buoni, coi più avanti nello studio come coi più {84 [92]} indietro; questi poi con ogni<br />

sollecitudine cercava di aiutare, ed egli stesso ogni qualvolta poteva si esibiva; ma con sì bel<br />

modo che pareva non lui insegnasse, bensì volesse egli medesimo essere aiutato e soleva dire: in<br />

due ci si vede meglio; ciò che uno non sa o non ricorda, lo sa o lo ricorda l'altro. Intanto però<br />

usava tutta la prudenza necessaria onde altri appoggiato a lui non trascurasse di fare il possibile,<br />

da parte sua, sebbene a vero dire qualcuno poi si abusasse della sua bontà, ed anche gli facesse<br />

avere qualche dispiacere; ma egli tetragono a tutto non si offese mai per gli scherzi <strong>dei</strong><br />

compagni.<br />

Con una condotta così edificante passò e terminò i suoi studii ginnasiali all'Oratorio di<br />

Torino; ma non è a pretermettere il come impiegasse quel po' di tempo che passava in famiglia,<br />

secondo che ci racconta la sua buona mamma: « Le vacanze le passava ritirato in casa, senza<br />

divertimenti e senza compagni, ed i suoi discorsi cadevano sempre in lode <strong>dei</strong> Superiori<br />

dell'Oratorio e della bellissima vita che vi si mena; nè saziavasi di raccontare del bello e del buon<br />

andamento dell'Istituto, della bella chiesa di Maria Ausiliatrice e delle grandiose funzioni che in<br />

essa si fanno, delle mirabili opere di D. <strong>Bosco</strong> e di cento altre cose per cui era compreso di<br />

venerazione. Nutriva ardente desiderio di ritornare presto all'amato nido, e cercava sempre di<br />

affrettare la partenza, benchè si trovasse assai contento in famiglia, perchè molto amato; ma<br />

diceva che qui gli pareva di perdere troppo tempo, non potendosi applicare assiduamente allo<br />

studio... {85 [93]} Nelle ultime vacanze e proprio nelle ultime ore, prima che partisse l'ultima<br />

volta per Torino, mi avvenne un fatto che io non saprei come spiegare, ma che ad ogni modo ora<br />

mi accorgo chiaramente che fu provvidenziale. Stando egli adunque a sedere presso il tavolino<br />

ove soleva scrivere, io vedendo vicina la partenza sua, non mi sapeva scostare da lui, e gli<br />

parlava ora dell'una ora dell'altra cosa, e gli davo <strong>dei</strong> ricordi; quando senza avvedermene io mi<br />

trovo in ginocchio presso di lui. È vero che io amava svisceratamente il mio Francesco, ma non<br />

aveva mai pensato di fare un atto simile. Questo inginocchiarmi quasi istintivamente senza il<br />

concorso della mia volontà, mi è stato continuamente nella memoria. Oh sì, Francesco, io allora<br />

non lo sapeva e neppure me lo immaginava: quella fu l'ultima volta che ti vidi; era il Signore che<br />

istintivamente mi fece inginocchiare ai tuoi piedi, per farmi capire sempre più che tu eri un<br />

santo! »<br />

Ritornato pieno di giubilo tra gli antichi, ben amati compagni e tra i venerati Superiori a<br />

Torino, subito riprendeva con tutta alacrità gli interrotti studii e le buone pratiche degli anni<br />

antecedenti.<br />

L'anno di 5 a ginnasiale, sia per l'ingegno già un po' più sviluppato, sia per l'età che va<br />

crescendo, riesce assai volte di dissipazione ai giovani ed a varii anche di indietreggiamento<br />

nella via della pietà e ben anche di rovina; ma non fu così pel nostro Francesco, il quale anzi<br />

andò sempre progredendo e più che mai cercava di dare a questo o a quello <strong>dei</strong> compagni quei<br />

buoni suggerimenti che gli {86 [94]} si porgevano opportuni. Si unì a tal uopo con alcuni <strong>dei</strong><br />

migliori e di più avanzata età e si adoperò a tutt'uomo per far anco del bene nei compagni<br />

sostenendo i deboli ed incoraggiandone altri ad abbracciare la vita religiosa a cui sentivasi esso<br />

inclinazione. Alla fine dell'anno egli pure si presentò alla licenza ginnasiale e ne ebbe una buona<br />

promozione.<br />

www.donboscosanto.eu 32/48

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