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biografie dei salesiani defunti - Don Bosco

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<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> - Biografie <strong>dei</strong> Salesiani <strong>defunti</strong> negli anni 1883 e 1884<br />

posizione che gli avevo ordinata. Fatto grandicello di sei od otto anni, avendo io <strong>dei</strong> figli più<br />

piccini, nei medesimi giorni festivi me ne partiva tranquilla perchè ero sicura che egli adoperava<br />

tutta la carità che le sue deboli forze potevano somministrargli; quando io tornava mi raccontava<br />

pieno d'ilarità, come se l'era passata. Quindi doveva egli per ascoltare la S. Messa camminare più<br />

di due chilometri, e non badando alla rigida stagione, ed alle intemperie, sebbene così giovane,<br />

partiva senza far motto, e là in quella chiesa egli stava con tal contegno che molte persone si<br />

rallegravano poi meco dell'esemplare suo raccoglimento. » E qui, parlandosi della sua pietà nei<br />

primi anni, convien dire {78 [86]} qualche cosa della sua prima Comunione, della quale ci<br />

rincresce non avere tutti i particolari; ma basta il sapere che la fece con tale fervore, che venne<br />

ammirato da tutti ed il Parroco stesso ebbe a dire alla madre che aveva provato una grande<br />

consolazione al vedere il suo contegno affatto straordinario. Cade qui pure assai in acconcio il<br />

riportare un brano di relazione rilasciatoci dal vice Parroco della parrocchia, che era l'insigne<br />

Collegiata di S. Emiliano in Trevi. Ei dice: « Per circa dieci anni che dimorò in questa parrocchia<br />

di S. Emiliano, ha menato sempre una vita esemplare con i suoi ottimi costumi dando segni non<br />

equivoci di religiosa pietà, con frequenza <strong>dei</strong> SS. Sacramenti, e con affettuosa divozione verso la<br />

religiosa immagine di Maria SS. delle Lagrime, a cui prestava assiduamente la sua servitù nelle<br />

Sacre Funzioni ed in altri religiosi esercizi. »<br />

Il punto sul quale ben di sovente anche i giovani buoni danno fastidii ai loro parenti si è o<br />

per alterchi che van facendo coi fratelli e compagni o per negligenza nei doveri di studio ma<br />

anche in ciò il nostro carissimo Confratello fu sempre esemplare. A questo riguardo sentiamo<br />

ancora la madre: « Col fratello maggiore, d'indole assai vivace, Francesco seppe, colla sua<br />

docilità, mantenere sempre buona e perfetta armonia, ancorchè ricevesse da lui qualche torto.<br />

Dovendo poi frequentare le scuole comunali, dove si spesso succedono fra alunni altercazioni,<br />

egli seppe maestrevolmente evitarle, benchè avesse giusti motivi di risentirsi, e benchè la sua<br />

bontà, servisse di pretesto ad alcuni, per approfittarsene. Il maestro del villagio {79 [87]} era poi<br />

così contento della sua condotta, e dell'esattezza nello studio, che lo mostrava per modello agli<br />

altri. » Era anche dotato di grande ingegno, cosicchè sempre primeggiava fra i compagni,<br />

sebbene la sua umiltà e l'indole sua naturalmente quieta e taciturna lo facesser comparire quasi<br />

zotico a chi non l'osservava attentamente; e tutti gli anni riportò il premio, meno uno, che fu<br />

l'ultimo che passò nelle scuole pubbliche; ma la causa per la quale fu privato di tale onore, assai<br />

più di cento premii fece vedere la sua saviezza e virtù. Frequentava egli le scuole tecniche: era<br />

direttore un uomo che avea rinnegata la sua religione. Fra i libri che questi faceva usare nella<br />

scuola uno ve n'era assolutamente cattivo. Accortasene la vigile madre, a cui giustamente più<br />

stava a cuore la bontà del figlio, che una falsa erudizione, senz'altro glielo stracciò. Ritornato a<br />

scuola e fatto recitare, contro ogni usato, non sapeva la lezione, e richiesto della cagione, colla<br />

solita sua ingenuità, raccontò l'accaduto in casa ed il motivo. Il professore salito su tutte le furie<br />

lo sgridò acremente e giunse a minacciargli l'espulsione dalla scuola. Il sensibilissimo cuore di<br />

Francesco fu talmente colpito dal rimprovero del maestro che giunto a casa pallido e smorto non<br />

potea quasi profferir parola e poco dopo fu preso da una forte febbre che per ben due giorni lo<br />

obbligò a letto. Ma in questa occasione anche meglio si conobbe la squisita bontà di Francesco, il<br />

quale non osò fare il minimo lamento nè verso la madre che era stata la causa, nè verso il<br />

professore che ingiustamente si era sfogato contro di lui. Ad ogni modo però egli fu riammesso,<br />

{80 [88]} poichè l'ispettore scolastico, saputa la cosa, obbligo il professore a ritenerlo; ma in fine<br />

dell'anno i suoi voti si trovarono tutti scadenti assai; della qual cosa Francesco giammai si<br />

querelò benchè ne sentisse vivissimo dispiacere.<br />

Pare che questo avvenimento fosse permesso da Dio anche per far conoscere alla buona<br />

mamma il pericolo che correva il suo Francesco se continuava a frequentare le scuole pubbliche,<br />

ed a lui medesimo quanto sia fallace il mondo e con quante insidie trami a danno della povera<br />

gioventù. La madre adunque, con gran gioia di Francesco, cercò qualche religioso istituto ove<br />

colla pietà si attendesse anche allo studio con più alacrità, che non nelle altre scuole, ed avendo<br />

udito parlare da varii parenti che essa aveva in Lucca dell'Oratorio Salesiano da poco tempo<br />

aperto in quella città, e delle opere straordinarie che si raccontavano di D. <strong>Bosco</strong>, fu lieta di poter<br />

www.donboscosanto.eu 30/48

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