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biografie dei salesiani defunti - Don Bosco

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<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> - Biografie <strong>dei</strong> Salesiani <strong>defunti</strong> negli anni 1883 e 1884<br />

conoscendo essere volontà di Dio che si rendesse religioso, egli con grande slancio assecondò la<br />

voce del Signore, sia per potere più perfettamente servire a Dio, sia per mettersi di più fuori <strong>dei</strong><br />

pericoli e per avere maggiori mezzi di conservarsi nel bene. Considerato un poco a quale<br />

congregazione religiosa dovesse affigliarsi, riconoscendo che Iddio con averlo fatto venire<br />

nell'Oratorio {72 [80]} aveva già con questo dato un segno che indicava a chiamarlo dai<br />

Salesiani egli fece domanda di essere ascritto a questa Pia Società. Ed in ciò tanto più presto i<br />

Superiori diedero il loro assenso per accettarlo, quanto più conoscevano la sua buona condotta<br />

giacchè in tanti anni di dimora tra noi non aveva mai dato motivo di lagnanze, anzi aveva dato<br />

segno di virtù superiore all'età sua.<br />

Se già fino a questo punto fu buona la condotta del nostro Salvatore, dopo, essa diventò<br />

ottima e proprio esemplare. Da questo momento egli si mise con ogni impegno a perfezionare se<br />

stesso specialmente con l'umiltà e con l'osservanza delle sante regole che aveva abbracciate.<br />

Queste due virtù furono, si può dire, in lui caratteristiche. Non vi era cosa, per minima che fosse,<br />

ch'egli trascurasse o non facesse per ispirito di dovere; ogni suo sforzo poi era diretto a rendersi<br />

degno di diventare effettivo religioso Salesiano. La S. Comunione che già durante il ginnasio era<br />

stata da lui frequentata, qui poco alla volta divenne quotidiana: le visite in chiesa si fecero più<br />

frequenti e fervorose; e tra i proponimenti che fece cominciando l'anno 1883 troviamo che egli le<br />

distribuiva nel seguente modo: subito dopo la colezione, facendo la visita in chiesa, metteva<br />

l'intenzione di onorare specialmente il S. Cuore di Gesù: in quella che faceva dopo pranzo, il SS.<br />

Sacramento: in quella che faceva nella ricreazione della merenda S. Giuseppe, S. Francesco di<br />

Sales, S. Luigi e nell'ultima, che si era proposto di fare dopo cena, Maria SS.<br />

Con gli aiuti abbondanti che vengono dal buon Dio in premiò dell'esercizio di tanta<br />

divozione {73 [81]} egli fece un progresso tale nella virtù che ben presto si potè considerare<br />

provetto nella vita religiosa e fece stupire di sè compagni e Superiori. La carità fraterna fu<br />

esercitata in modo che nessuno ricorda aver ricevuto da lui parola scortese; distaccò il cuor suo<br />

da ogni affetto a cose terrene, tanto che provava fastidiò quando si parlava di interessi materiali e<br />

persin trascurava di scrivere a casa; pel che veniva di tanto in tanto rimproverato da' suoi.<br />

Continuando in questo progresso arrivò al termine del suo anno di prova e potè con<br />

giubilo immenso consacrarsi tutto a Dio ed accrescere con questa nuova grazia i suoi sforzi per<br />

l'avanzamento nella via della perfezione.<br />

Essendosi intanto inoltrato negli anni di filosofia, si trovò in circostanze di esercitare in<br />

sè stesso quella violenza che esigeva il fermo proposito di adempire esattamente il proprio<br />

dovere; poichè avendo come una naturale avversione per certe scienze di calcolo, che pur per<br />

dovere gli conveniva studiare, egli si pose in quelle con ogni impegno e sforzo possibile. Ma ciò<br />

non ostante le cose non riuscendo in modo che il professore avesse a chiamarsi contento di lui,<br />

egli se ne accorava grandemente ma pure continuava e cresceva la violenza che faceva a sè, e<br />

sentendosi necessitoso di qualche sfogo, non che di consiglio, molto con frequenza era dal<br />

direttore a chiamargli che dovesse fare; ed al suo consiglio si atteneva.<br />

È scritto che la vita dell'uomo è una continua battaglia. Ecco che quando le cose degli<br />

studi cominciavano a migliorare, Dio, soddisfatto di questa prova ben superata, glie ne mandò<br />

un'altra {74 [82]} anche più grave. Fa soprappreso da lenta ma persistente malattia che per molti<br />

mesi lo travagliò e finì per condarlo alla tomba. Cominciò circa alla metà dell'anno scolastico a<br />

sentirsi disturbato da un po' di tosse e di male al petto ed anche da grande prostrazione. Passò<br />

qualche tempo nell'infermeria; ma ciò non valendo ed i Superiori vedendolo sempre peggiorare<br />

non lasciarono di prodigargli ogni cura possibile.<br />

Lo mandarono dapprima nel collegio di Lanzo per vedere se a quell'aria di montagna il<br />

suo fisico si rinforzasse; ed in vero dopo un poco parve di vedere in lui miglioramento; ma in<br />

fine ci accorgemmo che quell'aria era già troppo forte per lui. Allora si pensò di mandarlo a<br />

Penango; ma anche colassù dopo d'avere migliorato un poco ricadde in febricciattole che, se non<br />

erano gravi, erano però persistentissime e lo prostravano ogni giorno più. In tutto questo tempo<br />

diede segni di virtù sempre maggiore. Egli, che fino allora aveva goduta discreta sanità,<br />

vedendosi ora in quello stato non mosse un lamento, ma sempre contento si assoggettava al<br />

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