biografie dei salesiani defunti - Don Bosco
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<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> - Biografie <strong>dei</strong> Salesiani <strong>defunti</strong> negli anni 1883 e 1884<br />
animò alla fiducia in Dio, gli disse parole tanto affettuose ed efficaci che lo lasciò<br />
consolatissimo. Avrebbe cantato allora di vero cuore il: Nunc dimittis...<br />
La sera prima di morire dimostrò desiderio di dir ancor una parola ai giovani della sua<br />
camerata, ai quali intendeva di parlare come se fossero presenti tutti gli artigiani. Avutili intorno<br />
al letto, incominciò con dire ch'egli, come vedevano, era in viaggio per l'eternità e che quindi li<br />
lasciava col Signore e colla Madonna Maria Ausiliatrice. Chiedeva loro scusa se in qualche cosa<br />
fosse stato loro causa di dispiacere. Di poi continuò con un breve ma sì commovente parlare, che<br />
mosse tutti alle lagrime. Miei cari artigiani, soggiungeva, siate ubbidienti e rispettosi verso i<br />
vostri Superiori, i quali cercano sempre il vostro bene. Procurate di non mai trascurare le pratiche<br />
di pietà, ed in queste di non mai dimenticarvi di me, e state certi, che io non mi dimenticherò mai<br />
e {64 [72]} poi mai di voi, perchè siete stati e sarete sempre la pupilla degli occhi miei: mettete<br />
in pratica queste poche parole ed il Signore vi benedirà. Vorrei dirvi tante altre cose, ma mi sento<br />
venir meno. Manifestate questi miei pensieri anche ai vostri compagni e siate sempre buoni. »<br />
Fu pregato di non più parlare e salutò per l'ultima volta quei cari giovani che usciron di là<br />
tutti profondamente commossi.<br />
Quell'ultima notte la passò agitata assai. La mattina seguente ricevè per l'ultima volta<br />
quel Gesù in Sacramento che ei tante volte aveva visitato nei tabernacoli e ricevuto in<br />
Comunione con grande fervore durante la vita.<br />
Il male rincrudiva ognor più ed ei nel vaneggiamento, che i dolori gli cagionavano,<br />
recitava ad alta voce il Te Deum, come in ringraziamento della visita che il buon Gesù gli aveva<br />
fatto e della grazia che ora facevagli accelerandogli l'ora del felice transito ai suoi eterni amori.<br />
Entrato finalmente in agonia spirava poco dopo la sua bell'anima in Dio, verso le ore 7 ½ di quel<br />
giorno medesimo, 15 di Febraio dell'anno 1884 nell'età di anni 31.<br />
Fu compianto assai e la memoria di lui vive in benedizione presso quanti lo conobbero.<br />
Il ch. Giovanni Battista Fauda.<br />
L'operare la nostra santificazione sforzandoci di ritrarre in noi il prototipo, l'esemplare<br />
per eccellenza, Gesù Cristo, è per fermo impresa ardua {65 [73]} e scabrosa, molto più se<br />
poniamo a confronto le deboli nostre forze con quel tanto che devesi fare per giungervi. Il<br />
portare con Gesù la Croce del dispregio, dell'umiltà, dell'ubbidienza, della rassegnazione,<br />
dell'abnegazione di noi medesimi e da tutto ciò che sente di carnale e di mondano, quanto non<br />
costa alla nostra natura corrotta ed attaccata alle cose caduche di quaggiù! Non è da porsi in<br />
dubbio: difficile è il cammino che conduce al Paradiso; ma forse che per questo dovremo<br />
disperarne? L'Apostolo ci fa avvertiti che se nulla possiamo per noi medesimi, tutto potremo<br />
coll'aiuto e colla grazia di Dio: omnia possum in eo qui me confortat. Confidati pertanto nella<br />
divina bontà, dobbiamo attendere ad operare la nostra salute, a santificarci, lasciando da parte<br />
ogni cura, ogni pensamento che ce ne possa distogliere.<br />
Compreso di tal verità, il ch. Giovanni Battista Fauda, attese con ogni studio a vincersi,<br />
impegnando, per così dire, una fiera lotta con se stesso: poichè il correggere un carattere<br />
impetuoso come il suo, il vincere una natura proclive al male come la sua, non fu opera d'un<br />
giorno, nè lavoro da prendersi a gabbo. Egli era nato in Casalgrasso, in quel di Saluzzo, a' 21<br />
d'Aprile dell'anno 1864 da Francesco Fauda e da Bernocco Laura. Ancor fanciulletto ebbe la<br />
disgrazia di perdere entrambi i genitori in brevi giorni; mala protezione di Dio sopra di lui non<br />
tardò a manifestarsi in modo peculiare. Suo zio fatto tutore gli tenne le veci di vero padre ed<br />
avvedutosi di non potere da sè accudirlo sufficientemente, causa le sue occupazioni, pensò di<br />
collocarlo in luogo ritirato, dove potesse attendere {66 [74]} di proposito alla educazione della<br />
mente e del cuore, ed elesse all'uopo il collegio di Lanzo, temendo, affidandolo ad altre mani non<br />
religiose, che, più che profitto, non ne avesse a ricever danno.<br />
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