biografie dei salesiani defunti - Don Bosco
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<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> - Biografie <strong>dei</strong> Salesiani <strong>defunti</strong> negli anni 1883 e 1884<br />
ginnasio nella casa salesiana di S. Pier d'Arena. Colà die' prove non dubbie di sincera vocazione<br />
allo stato religioso, mentre pur edificava i compagni colla rara sua modestia, pietà operosa ed<br />
applicazione assidua ai doveri scolastici.<br />
Nel Novembre del 1878 indossò l'abito chericale nell'Oratorio di Torino, e fu annoverato<br />
tra gli Ascritti <strong>salesiani</strong>. Non è a dire con quanto impegno si studiasse allora di ricopiare in sè le<br />
doti del buon religioso. D'indole cheta e ritirata, egli parlava poco ed amava lo stare appartato. Di<br />
sanità sempre cagionevole, non poteva correre e giocare come gli altri; ciò non pertanto allegro e<br />
servizievole s'intratteneva famigliarmente e molte volte facetamente coi compagni che più lo<br />
avvicinavano. I suoi discorsi erano per lo più di cose religiose in cui cercava con ogni {53 [61]}<br />
suo potere di animare anche gli altri, oppure di cose scolastiche. Il suo assistente era solito dire<br />
che se fossero stati tutti pari a lui si sarebbe sentito di assisterne mille dormendo 12 ore al giorno,<br />
o andando a spasso continuamente. Non turbato da dubbi nella vocazione o da preoccupazioni<br />
potò in ciò riuscire più facilmente.<br />
Poco dopo la professione fu mandato nella casa di Nizza al mare in qualità di assistente.<br />
Colà non venne meno nella virtù, e quando, pel naturale che aveva sensibilissimo e pronto,<br />
doveva soffrire alcunchè, all'esterno appariva sempre mansueto e dolce, domando mirabilmente<br />
sè stesso. Continuò, come già da buona pezza faceva, ad accostarsi quotidianamente alla SS.<br />
Comunione, essendo divotissimo di Gesù in Sacramento, e non pago di questo lo andava<br />
frequentemente a visitare, animando a ciò e coll'esempio e colle parole non pochi <strong>dei</strong> giovanetti a<br />
lui affidati.<br />
Nel 1882 cadde infermo di itterizia; tenne il letto per più d'un mese, dopo il quale<br />
migliorò sì, ma non potè rimettersi pienamente in salute. Fu allora richiamato all'Oratorio di<br />
Torino, ove parve in sulle prime stesse meglio, e fu occupato nell'assistenza <strong>dei</strong> giovani artigiani.<br />
Esattissimo nell'ubbidienza, era pronto a qualsiasi ordine gli venisse dato. Nulla chiedeva e nulla<br />
rifiutava. Permettendolo Iddio talvolta i Superiori gli davano incarichi per lui gravosi, come<br />
assistere i giovani nel refettorio, condurli a passeggio... ed egli coglieva quelle occasioni di<br />
merito come mandate dal Signore, ed obbediva senza dir parola. Con molta carità poi<br />
interessavasi d'insegnare il Catechismo, e specialmente le orazioni ai giovinetti artigiani di fresco<br />
venuti {54 [62]} all'Oratorio, e molti ne preparò alla prima Comunione con quella cura che sa<br />
inspirare un cuore educato a molta pietà.<br />
Era esattissimo nell'osservanza delle pratiche di pietà prescritte dalle regole, e, se non<br />
poteva talvolta intervenire a quelle che si facevano in comune, vi suppliva in privato. Per suo<br />
pascolo spirituale aveva raccolti con studio in un quaderno buon numero di detti e di fatti di<br />
santi, che spesso andava rileggendo.<br />
Peggiorava intanto nella salute. Nei mesi estivi del 1883 i Superiori credettero bene<br />
d'inviarlo alla casa di Lanzo, ove il clima è più forte e meno sensibile il caldo. I confratelli di<br />
quella casa lo ebbero presto in ottima stima e ne conservarono dolce memoria.<br />
Spesso lo si vedeva in cappella in orazione avanti a Gesù Sacramentato. Il portamento<br />
aveva sempre umile e modesto; si teneva per l'ultimo della casa; di tutto era contento, anche del<br />
suo male medesimo, che pur non gli dava quasi più speranza di volerlo abbandonare.<br />
E di fatto più non lo abbandonò. Il buon chierico ritornato all'Oratorio di Torino dovette<br />
consegnarsi all'infermeria. Finchè potè reggersi in piedi adoperavasi a consolare gli altri infermi,<br />
trattenendosi or con l'uno, or con l'altro, e a tutti prestava servigi. Costretto finalmente a tenere<br />
regolarmente il letto, non pensò più quasi ad altro che a disporsi santamente alla morte. Riceveva<br />
ogni giorno con ammirabile fervore la SS. Comunione. Quel Gesù ch'egli aveva tante volte<br />
visitato in chiesa, ora restituivagli le visite al letto di morte. Quanto conforto, quale ineffabile<br />
consolazione è questa, specialmente per un {55 [63]} religioso che tanto abbia amato Gesù nel<br />
corso della vita!<br />
Sentendosi intanto venir meno le forze, chiese egli stesso l'Estrema Unzione. La ricevette<br />
in piena cognizione, rispondendo ai versetti ed alle orazioni del Rituale.<br />
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