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biografie dei salesiani defunti - Don Bosco

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<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> - Biografie <strong>dei</strong> Salesiani <strong>defunti</strong> negli anni 1883 e 1884<br />

verso di lui. Non passava dì che in tempo di ricreazione non andasse a fare divota visita a Gesù<br />

Sacramentato; e gli scolaretti vedendo lui, sebbene spinti non da altro che dal buon esempio, vi<br />

andavano anche essi e facevano bella corona al maestro. Come il Signore avrà guardato con<br />

occhio di compiacenza quella eletta schiera di giovanetti che tutti i giorni venivano a visitarlo!<br />

Quante speciali benedizioni non avrà fatto discendere su loro e su colui che tanto bene li<br />

incamminava per la via della virtù!<br />

I più de' suoi scolari non avevano per anco fatta la prima comunione. Egli seppe mettere<br />

in loro così grande desiderio d'accostarsi alla Sacra Mensa, che tutti si posero a studiar bene<br />

l'intiero catechismo, per poter poi nella notte del Santo Natale fruire di una grazia così insigne.<br />

Quando le cose parvero abbastanza preparate, ei ne fece parola col superiore il quale fu<br />

maravigliato al vedere che erano tutti portati al punto di essere ammessi. Povero Arata! Tanto era<br />

il desiderio di vedere quei ragazzi a cibarsi delle divine carni di G. C, che s'affaticò tanto<br />

straordinariamente da ritrarne fiera malattia: ed in quel di in cui i suoi scolari, mediante le sue<br />

sollecitudini, facevano santamente la loro prima comunione, egli trovavasi in letto colpito da<br />

grave polmonite.<br />

Il Direttore accortosi che al male già grave della testa e della febbre era unito un forte<br />

dolore al petto, mandò tostamente pel medico; il quale, ordinatogli di mettersi a letto, scorse il<br />

bisogno di cavargli sangue; lo che ripetè per quattro volte. Come si sparse la notizia della sua<br />

malattia si vide la mestizia sul volto di tutti, {42 [50]} che tutti amavanlo e desideravano<br />

vederlo. Grato e soave spettacolo era il vedere quei giovanetti chiedere il permesso di andare a<br />

trovare il loro maestro. Per un poco si concesse, ma aumentando il male si pensò impedire questo<br />

comechè dolce disturbo al virtuoso maestro. Tolta ogni occasione di visitarlo personalmente, i<br />

giovanetti facevano ressa attorno ai Superiori per saperne novelle, rallegrandosi o dolendosi<br />

secondo chè buone o cattive erano le nuove. Arata poi a tutti coloro che il domandavano di sua<br />

salute, quantunque sofferentissimo rispondea: Adosso comincio a stare meglio. Poverino! andava<br />

verso il Paradiso, quindi con ragione diceva di star meglio.<br />

E davvero si avvicinava il giorno in cui egli si doveva presentare al Divin Giudice. Il dì<br />

innanzi alla sua morte domandò di confessarsi e di ricevere il Viatico. Solito come era a<br />

confessarsi dal suo Direttore accuratamente ogni settimana, non ci volle molto a prepararvisi.<br />

Domandò altresì perdono di tutti i peccati della vita anteriore, e ai circostanti dello scandalo loro<br />

dato. Indicibile la fede con cui ricevè per l'ultima volta il pane degli Angioli! Avrebbe voluto<br />

stare inginocchiato sul letto per ricevere il suo Signore, ma il male che lo opprimeva, glie lo<br />

impedì. Fatta la sua Comunione lo si lasciò per un momento solo, avendo con un cenno<br />

dimostrato questo suo desiderio. Quel giorno fu un continuo andirivieni alla Chiesa pregandosi<br />

da tutti per la sua sanità. Dopo, sembrando egli un po' sollevato, si permise ad alcuni di visitarlo.<br />

Egli, comechè stentatamente, rispondea a tutte le domande e continuava ad assicurare « che egli<br />

trovavasi abbastanza bene. » Mai più si sarebbe detto quello essere l'ultimo {43 [51]} giorno di<br />

sua vita! Erano le due pomeridiane quando si vide imminente il pericolo di morte. Si pensò<br />

subito a dargli l'Estrema Unzione e la Benedizione Papale. Egli con un sospiro dimostrò il<br />

desiderio ardentissimo che aveva di ricevere questi ultimi conforti. Si sforzò per fare il segno<br />

della S. Croce, ma non vi riuscì che con grande stento. Di quando in quando pronunziava il nome<br />

di Gesù e di Maria. Sapendosi la sua gran divozione alla Beata Vergine, gli si die' più volte a<br />

baciare la sua immagine; e ciò faceva con tanta divozione, che era una vera consolazione a<br />

vederlo. La tranquilità dell'anima, la serenità del volto, il continuo sorridere anche in mezzo ai<br />

dolori erano cose che strappavano le lagrime agli astanti e facevano esclamare: com'è bella la<br />

morte del giusto! oh sì, è proprio vero che pretiosa in conspectu Domini mors sanctorum ejus.<br />

Appena amministrata l'Estrema Unzione entrò subito in agonia. Erano circa le ore tre e mezzo<br />

pomeridiane, tempo in cui i giovani erano in chiesa per cantare il vespro. Data ai ragazzi la triste<br />

novella, si recitarono le litanie <strong>dei</strong> moribondi. Alcuni non poterono frenare le lacrime: sul volto<br />

de' suoi scolari era dipinta una tristezza che mai la maggiore. Verso le cinque era agli estremi;<br />

perduta la parola, dava segno di vita solo quando era chiamato ad alta voce. Molti vennero ad<br />

attorniare il suo letto; e mentre inginocchiati pregavano per lui, egli d'improvviso apre gli occhi,<br />

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