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biografie dei salesiani defunti - Don Bosco

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<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> - Biografie <strong>dei</strong> Salesiani <strong>defunti</strong> negli anni 1883 e 1884<br />

compagno tagliuzzare il banco o far altro guasto, subito ne lo ammoniva, o faceva in modo che il<br />

guasto non avvenisse.<br />

Il modo gelosissimo con cui custodiva il bel giglio della purità è degno di ammirazione.<br />

Pur troppo che alcuni giovani non pensano a tempo {27 [35]} alla preziosità di questa virtù e non<br />

ne conoscono il pregio se non quando hanno a piangerne la perdita. Il nostro, fin da fanciullo ne<br />

riconobbe il pregio. Da piccolo stava in casa ritirato presso i genitori, e così sebben nato in paese<br />

di riviera, dove tanti pericoli sono per questa virtù, potè conservare intatto questo fiore così<br />

delicato. La vita sua, si può dire, fu un continuo sforzo per questo. Chi lo vedeva, avrebbe detto<br />

questa virtù essergli naturale, e non avergli costato alcuno sforzo; ma chi il conobbe addentro,<br />

sapeva come per natura propendesse molto al male, e che tutto quanto compariva era tutto sforzo<br />

di virtù. Quanti impegni, quante preghiere gli costò il conservarsi immaculatus ab hoc saeculo!<br />

Oh quante volte, prostrato all'altare della SS. Vergine, a calde lagrime chiamò la grazia di poter<br />

conservarsi puro e casto: quante volte prometteva di voler essere tutto di Maria! quante<br />

promesse, quante assicurazioni, quanti sospiri, quanti gemiti e quante lagrime! Ma vi riuscì. A<br />

questo fine custodiva gelosamente gli occhi, ben sapendo che per lo più il demonio si serve di<br />

queste finestre per entrare nell'animo di molti giovani; moderava e mortificava la sua curiosità;<br />

non volle mai leggere libro senza essere prima dai Superiori assicurato che in esso non v'era<br />

pericolo per l'anima sua. Era sempre non solo parco, ma molto mortificato nei cibi; e tutte le<br />

preghiere, le giaculatorie, gli atti della presenza di Dio, i digiuni, le Comunioni, le visite a Gesù<br />

Sacramentato erano dirette a poter ottenere dal Signore la grazia di conservare questa virtù.<br />

Anche a questo fine rinunziò di recarsi alla casa paterna a passar le vacanze, ma le voleva<br />

passare {28 [36]} nell'orto chiuso, come chiamava i nostri collegi: poichè, diceva, se all'aperto<br />

l'uccello gode maggior liberta, è pur vero che è in maggior pericolo d'essere preda del nibbio o<br />

dello sparviero. Era anche con questo fine che voleva occupar così ad usura il tempo, tanto da<br />

non perderne pur un briciolo; perchè, diceva, basta un momento in cui non lavori io, per dar agio<br />

al demonio di lavorare esso. Quando udì spiegare che il mezzo efficacissimo per conservare<br />

questa virtù era la pratica esatta <strong>dei</strong> consigli del confessore, specialmente per chi già avesse<br />

cattive abitudini, non solamente si pose di tutto cuore ad eseguire detti consigli; ma per<br />

ricordarsene meglio, volta per volta che andava a confessarsi, si scriveva in un librettino<br />

riservato, che non mostrava mai ad alcuno, e che solo gli si trovò dopo morte, i consigli avuti ed<br />

i proponimenti pratici per metterli in esecuzione. La santità, noi diremo con S. Filippo e con S.<br />

Francesco di Sales, non è vero che consista in cose tanto difficili e straordinarie, in modo che<br />

pochi possano trovarsi in circostanze da poter arrivare a questo grado; no: essa consiste nel far<br />

bene tutte le cose che si hanno a fare; ma a chi poi credesse con piccoli sforzi e con momentaneo<br />

proponimento poter pervenire a quella meta, noi lo negheremmo affatto; e basta a provarlo la<br />

costanza straordinaria che ha dovuto avere il nostro Giovanni, della santità così desideroso,<br />

eppure sempre instancabile ne' suoi sforzi. Dacchè io dissi che Arata della santità fu<br />

continuamente desideroso, soggiungerò qui che egli conosceva molto bene consistere questa nel<br />

fare bene anche le piccole cose. Avea bensì gran desiderio di poter essere un dì {29 [37]}<br />

missionario e convertire migliaia d'anime: anzi domandava al Signore di poter soffrire molto pel<br />

suo santo nome, ed oh! soggiungeva, mi fosse dato di morire martire sbranato o divorato dai<br />

selvaggi! Ma egli non si lasciava ingannare da questo desiderio. Egli sapeva troppo bene che la<br />

santità non consiste nei grandi desiderii, e che invano si mira a cose grandi se non si è capaci di<br />

far bene le cose piccole, epperciò a quelle attendeva continuamente. Questo è l'inganno di molti<br />

che non sono capaci a sopportare pazientemente una persona molesta, e si credono poi da tanto<br />

di sopportare qualunque disagio nella via della virtù; sono ora continuamente impazienti, ma<br />

credono che in altre occasioni saprebbero prendere tutto con pazienza: non sono capaci di fare il<br />

loro dovere trattandosi di cose facili, e credono di poterlo fare nelle cose difficili molto: non<br />

sarebbero capaci a far la più piccola mortificazione nel vitto, e si credono disposti a fare<br />

qualunque sacrifizio. È ben vero che il Signore ne' grandi bisogni dà grazie straordinarie: ma è<br />

pur vero che colui il quale non sa mortificarsi nel poco, lo saprà fare tanto meno nel molto.<br />

www.donboscosanto.eu 12/48

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