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Nuova Serie • Anno X 2004 CAMMINARE INSIEME RIVISTA TRIMESTRALE DELLA DIOCESI DI ALTAMURA • GRAVINA • ACQUAVIVA DELLE FONTI UFFICIALE PER GLI ATTI DEL VESCOVO E DELLA CURIA Nuova Serie • Anno X 2004
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Nuova Serie • Anno X 2004<br />
CAMMINARE INSIEME<br />
RIVISTA TRIMESTRALE DELLA DIOCESI DI ALTAMURA • GRAVINA • ACQUAVIVA DELLE FONTI<br />
UFFICIALE PER GLI ATTI DEL VESCOVO E DELLA CURIA<br />
Nuova Serie • Anno X 2004
RIVISTA TRIMESTRALE DELLA DIOCESI<br />
DI ALTAMURA • GRAVINA<br />
ACQUAVIVA DELLE FONTI<br />
UFFICIALE PER GLI ATTI<br />
DEL VESCOVO E DELLA CURIA<br />
Nuova Serie • Anno X • 2004
CAMMINARE INSIEME<br />
Rivista della <strong>Diocesi</strong><br />
di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
ufficiale per gli atti del Vescovo e della Curia<br />
Nuova Serie - Anno X - 2004<br />
Registrazione Tribunale di Bari n. 1384 del 06.08.1998<br />
Direttore Responsabile: Sac. Luigi Dimarno<br />
Redazione: Segreteria della Curia Diocesana<br />
Ufficio comunicazioni sociali<br />
Amministrazione:<br />
Curia Diocesana di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
Arco Duomo, 1 – 70022 <strong>Altamura</strong> (BA)<br />
Tel. e Fax 080/3117024 – e-mail: curiadiocesana@libero.it<br />
Impianti e Stampa:<br />
Grafiche Grilli srl<br />
Via Manfredonia Km 2.200 – 71100 Foggia<br />
Tel. 0881/568034-568040 – Fax 0881/755525
Santa Sede
Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata principale - campanili.
N. 553.172<br />
Eccellenza Reverendissima,<br />
SEGRETERIA DI STATO<br />
__________<br />
sezione<br />
per gli affari generali<br />
Dal Vaticano, 27 gennaio 2004<br />
è regolarmente pervenuta alla Segreteria di Stato la somma di €<br />
4.800,00, raccolta lo scorso anno nella <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti in occasione della Giornata per la Carità del Papa.<br />
Sua Santità Giovanni Paolo II desidera ringraziare l’Eccellenza<br />
Vostra e gli oblatori per questa generosa partecipazione alle Sue sollecitudini<br />
pastorali, e, mentre volentieri assicura di ricordare al Signore<br />
codesta cara comunità ecclesiale, di cuore a tutti imparte l’Apostolica<br />
Benedizione, pegno di copiosi doni di luce, di gioia e di pace.<br />
Profitto della circostanza per porgerLe un saluto cordiale, confermandomi<br />
con sensi di distinto ossequio<br />
_________________________<br />
A Sua Eccellenza Rev.ma<br />
Mons. Mario PACIELLO<br />
Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
Curia Vescovile<br />
70022 ALTAMURA BA<br />
dell’Eccellenza Vostra Rev.ma<br />
dev.mo nel Signore<br />
✠ A. Card. Sodano<br />
Segretario di Stato
CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO<br />
E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI<br />
Istruzione<br />
Redemptionis sacramentum<br />
su alcune cose che si devono osservare ed evitare<br />
circa la Santissima Eucaristia<br />
Si riporta di seguito il testo della presentazione alla Sala Stampa della<br />
Santa Sede, fatta il 23 aprile 2004 da S.E. il Card. Francis Arinze,<br />
Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,<br />
da S.E. Mons. Angelo Amato, Segretario della Congregazione<br />
per la Dottrina della Fede, e da S.E. Mons. Domenico Sorrentino,<br />
Segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei<br />
Sacramenti.<br />
1. Origine di questa Istruzione<br />
Intervento<br />
del Card. Francis Arinze<br />
È utile ricordare l’origine di questa Istruzione. Il 17 aprile 2003,<br />
Giovedì Santo, nel corso della celebrazione solenne dell’Ultima Cena<br />
nella Basilica di San Pietro, il Santo Padre firmò e diede alla Chiesa la<br />
sua quattordicesima lettera enciclica Ecclesia de Eucharistia.<br />
In questo bel documento, il Papa Giovanni Paolo II dichiara, tra l’altro,<br />
che la Santa Eucaristia “si pone al centro della vita ecclesiale” (n.<br />
3), “essa unisce il cielo e la terra. Comprende e pervade tutto il creato”<br />
(n. 8). “Essa è quanto di più prezioso la Chiesa possa avere nel suo<br />
cammino nella storia” (n. 9).<br />
Fa notare, allo stesso tempo, che dopo il Concilio Vaticano II, degli<br />
elementi positivi e negativi si sono sviluppati nella celebrazione del<br />
culto (n. 10) e che gli abusi sono stati un motivo di sofferenza per molti.<br />
Considera dunque suo dovere lanciare un “caldo appello perché, nella<br />
Celebrazione eucaristica, le norme liturgiche siano osservate con grande<br />
fedeltà” (n. 52). Aggiunge: “Proprio per rafforzare questo senso pro-
fondo <strong>delle</strong> norme liturgiche, ho chiesto ai Dicasteri competenti della<br />
Curia Romana di preparare un documento più specifico, con richiami<br />
anche di carattere giuridico, su questo tema di grande importanza. A<br />
nessuno è concesso di sottovalutare il Mistero affidato alle nostre mani:<br />
esso è troppo grande perché qualcuno possa permettersi di trattarlo<br />
con arbitrio personale, che non rispetterebbe il suo carattere sacro e la<br />
dimensione universale” (n. 52).<br />
Ecco dunque l’origine di questa Istruzione che la Congregazione per<br />
il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti offre adesso alla Chiesa<br />
latina, in stretta collaborazione con la Congregazione per la Dottrina<br />
della Fede.<br />
2. Senso <strong>delle</strong> norme liturgiche<br />
Ci si potrebbe porre la domanda sul senso <strong>delle</strong> norme liturgiche.<br />
La creatività, la spontaneità, la libertà dei figli di Dio, un buon senso<br />
ordinario non è sufficiente? Perché il culto di Dio dovrebbe essere regolamentato<br />
per mezzo di rubriche e norme? Non basta insegnare semplicemente<br />
al popolo la bellezza e la natura elevata della liturgia?<br />
Le norme liturgiche sono necessarie perché “il culto pubblico integrale<br />
viene esercitato dal Corpo Mistico di Gesù Cristo, cioè dal Capo<br />
e dalle sue membra. Di conseguenza, ogni celebrazione liturgica, in<br />
quanto opera di Cristo sacerdote e del suo Corpo che è la Chiesa, è<br />
azione sacra per eccellenza” (Sacrosanctum Concilium, n. 7). L’apice<br />
della liturgia è la celebrazione eucaristica. Nessuno dovrebbe stupirsi<br />
se, nel corso dei tempi, la santa Chiesa la nostra Madre ha sviluppato<br />
<strong>delle</strong> parole, <strong>delle</strong> azioni, e dunque <strong>delle</strong> direttive, rispetto a questo<br />
atto supremo del culto. Le norme eucaristiche sono state elaborate per<br />
esprimere e tutelare il mistero eucaristico e, di più, per manifestare che<br />
è la Chiesa che celebra questo augusto sacrificio e questo sacramento.<br />
Come dice Giovanni Paolo II, le norme liturgiche “sono un’espressione<br />
concreta dell’autentica ecclesialità dell’Eucaristia; questo è il loro<br />
senso più profondo. La liturgia non è mai proprietà privata di qualcuno,<br />
né del celebrante, né della comunità nella quale si celebrano i<br />
Misteri” (Ecclesia de Eucharistia, 52).<br />
Segue che “il sacerdote che celebra fedelmente la Messa secondo le<br />
norme liturgiche e la comunità che a questa si conforma dimostrano, in<br />
un modo silenzioso ma eloquente, il loro amore per la Chiesa” (ibid.).
È evidente che una conformità esterna non basta. La partecipazione<br />
all’eucaristia esige la fede, la speranza e la carità, che si manifestano<br />
anche mediante degli atti di solidarietà con quelli che sono nel bisogno.<br />
Questa dimensione è sottolineata all’articolo 5 dell’Istruzione: Una osservanza<br />
puramente esteriore <strong>delle</strong> norme, come è evidente, contrasterebbe<br />
con l’essenza della sacra Liturgia, nella quale Cristo Signore<br />
vuole radunare la sua Chiesa, perché sia, con Lui, «un solo corpo e un<br />
solo spirito». L’atto esterno deve essere, pertanto, illuminato dalla fede<br />
e dalla carità che ci uniscono a Cristo e gli uni agli altri, e generano l’<br />
“amore per i poveri e gli afflitti”.<br />
3. È importante prestare attenzione agli abusi?<br />
Legata a quanto precede c’è una tentazione alla quale si deve resistere:<br />
cioè, quella di pensare che sia una perdita di tempo prestare attenzione<br />
agli abusi liturgici. Si è scritto che gli abusi sono sempre esistiti<br />
e che esisteranno sempre; dunque, dovremmo piuttosto preoccuparci di<br />
formazione e di celebrazioni liturgiche positive.<br />
Questa obiezione, parzialmente vera, può indurci in errore. Gli abusi<br />
a proposito della Santa Eucaristia non hanno tutti lo stesso peso. Alcuni<br />
minacciano di rendere il sacramento invalido. Altri manifestano una<br />
mancanza di fede eucaristica. Altri contribuiscono ancora a seminare<br />
confusione tra il popolo di Dio e tendono a dissacrare le celebrazioni<br />
eucaristiche. Gli abusi non sono da prendersi alla leggera.<br />
Certamente, tutti i membri della Chiesa hanno bisogno di una formazione<br />
liturgica. Secondo il Concilio Vaticano II è assolutamente necessario<br />
dare il primo posto alla formazione liturgica del clero (Sacrosanctum<br />
Concilium 14). Ma è anche vero che ci sono “nell’uno o nell’altro<br />
contesto ecclesiale, abusi che contribuiscono ad oscurare la retta fede<br />
e la dottrina cattolica su questo mirabile Sacramento (Ecclesia de Eucharistia<br />
10). “Gli abusi non di rado si radicano in un falso concetto di<br />
libertà” (Istruzione 7). “Atti arbitrari, infatti, non giovano a un effettivo<br />
rinnovamento” (Istruzione, 11), sperato dal Concilio Vaticano II. “Tali<br />
abusi non hanno nulla a che vedere con l’autentico spirito del Concilio<br />
e vanno corretti dai Pastori con un atteggiamento di prudente fermezza”<br />
(Giovanni Paolo II, 40° anniversario della Costituzione conciliare<br />
sulla Liturgia - Lettera apostolica Spiritus et sponsa 15).
Come dice l’Istruzione: “A quelli che modificano i testi liturgici di<br />
propria autorità, è importante far notare che la sacra Liturgia, infatti, è<br />
intimamente collegata con i principi della dottrina, e l’uso di testi e riti<br />
non approvati comporta, di conseguenza, che si affievolisca o si perda<br />
il nesso necessario tra la lex orandi e la lex credendi” (Istruzione, 10).<br />
4. Sguardo generale sull’Istruzione<br />
L’Istruzione comporta un’introduzione, otto capitoli ed una conclusione.<br />
Il primo capitolo sulla regolamentazione della sacra Liturgia parla<br />
del ruolo della Sede apostolica, del Vescovo diocesano, della Conferenza<br />
episcopale, dei sacerdoti e dei diaconi. Attiro l’attenzione sul ruolo<br />
del Vescovo diocesano. È il grande sacerdote del suo gregge. Dirige,<br />
incoraggia, promuove ed organizza. Vigila sulla musica e l’arte sacra.<br />
Stabilisce le commissioni necessarie per la liturgia, la musica e l’arte sacra<br />
(cf. Istruzione, 22, 25). Cerca dei rimedi agli abusi: in questo caso, è<br />
a lui o ai suoi collaboratori che bisognerebbe ricorrere in prima istanza,<br />
piuttosto che alla Sede Apostolica (cf. Istruzione 176-182, 184).<br />
I sacerdoti, come i diaconi, hanno promesso solennemente di esercitare<br />
il loro ministero con fedeltà. Si aspetta dunque che la loro vita sia<br />
in accordo con le loro sacre responsabilità.<br />
Il secondo capitolo mette a fuoco la partecipazione dei fedeli laici<br />
alla celebrazione dell’Eucaristia. Il Battesimo è il fondamento del loro<br />
sacerdozio comune (cf. Istruzione 36, 37). Il sacerdote ordinato è sempre<br />
indispensabile ad una comunità cristiana ed i ruoli dei sacerdoti e<br />
dei fedeli laici non dovrebbero essere confusi (cf. Istruzione, 42, 45).<br />
I laici hanno il loro ruolo specifico. Secondo l’Istruzione, ciò non vuol<br />
dire che tutti debbano fare qualche cosa ad ogni momento. Si tratta<br />
piuttosto di lasciarsi coinvolgere pienamente in questo grande privilegio,<br />
dono di Dio che è la chiamata a partecipare alla liturgia, con cuore<br />
e mente e con tutta la vita, e per mezzo di essa di ricevere la grazia di<br />
Dio. È importante comprendere bene ciò e non supporre che l’Istruzione<br />
abbia pregiudizi contro i laici.<br />
I capitoli 3, 4 e 5 provano a rispondere ad alcune domande presentate<br />
ogni tanto. Affrontano alcuni abusi riconosciuti durante la celebrazione<br />
della Messa, il discernimento di chi può e chi non può comunicarsi, la<br />
cura necessaria per ricevere la comunione sotto le due specie, <strong>delle</strong> do-
10<br />
mande concernenti i paramenti ed i vasi sacri, la posizione richiesta per<br />
ricevere la Santa Comunione e altre domande dello stesso genere.<br />
Il capitolo 6 tratta la devozione alla Santa Eucaristia fuori dalla Messa.<br />
Inoltre del rispetto dovuto al tabernacolo e di pratiche come le visite<br />
al Santissimo Sacramento, le cappelle di adorazione perpetua, le<br />
processioni ed i congressi eucaristici (cf. Istruzione 130, 135-136, 140,<br />
142-145).<br />
Il capitolo 7 tratta degli uffici straordinari affidati ai laici, per esempio,<br />
ai ministri straordinari della Santa Comunione, ai responsabili o<br />
animatori di preghiere nell’assenza di un sacerdote (cf. Istruzione 147-<br />
169). Questi ruoli sono da considerarsi distintamente rispetto a ciò che<br />
si dice nel capitolo 2 dell’Istruzione, dove si tratta della partecipazione<br />
ordinaria dei laici alla liturgia ed in particolare all’Eucaristia. Qui si<br />
tratta di ciò che i laici sono chiamati a compiere quando manca un numero<br />
sufficiente di sacerdoti o anche di diaconi. In questi ultimi anni la<br />
Santa Sede ha prestato un’attenzione considerevole a tale questione, e<br />
questa Istruzione si muove nella stessa linea, aggiungendo altre considerazioni<br />
per circostanze particolari.<br />
L’ultimo capitolo tratta di rimedi canonici nei confronti degli abusi<br />
contro la Santa Eucaristia. A lungo termine, il rimedio principale si trova<br />
in una formazione ed un’istruzione adeguata ed in una fede solida.<br />
Ma quando ci sono degli abusi, la Chiesa ha il dovere di affrontarli con<br />
chiarezza e carità.<br />
5. Conclusione<br />
Considerando l’articolo di fede secondo cui la Messa è una ri-presentazione<br />
sacramentale del Sacrificio della Croce (cf. Concilio di Trento:<br />
DS 1710), e che “nel santissimo sacramento dell’Eucaristia è contenuto<br />
veramente, realmente, sostanzialmente il corpo ed il sangue di nostro<br />
Signore Gesù Cristo, con l’anima e la divinità, e, quindi, il Cristo tutto<br />
intero” (Concilio di Trento: DS 1651; cf. CCC 1374), è chiaro che<br />
le norme liturgiche concernenti la Santa Eucaristia meritano la nostra<br />
attenzione. Non si tratta di meticolose rubriche dettate da spiriti legalisti.<br />
“La santa Eucaristia contiene tutto il tesoro spirituale della Chiesa,<br />
cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua e nostro pane vivo” (Presbyterorum<br />
Ordinis, 5). I sacerdoti ed i Vescovi sono ordinati innanzitutto per
celebrare il sacrificio eucaristico e dare il Corpo ed il Sangue di Cristo<br />
ai fedeli. I diaconi, e, al loro modo, gli accoliti, altri ministri, i lettori,<br />
i cori, e i laici avendo ricevuto una missione particolare sono chiamati<br />
tutti ad offrire il loro aiuto per le differenti funzioni ed a riempire i loro<br />
diversi ministeri con fede e devozione.<br />
L’Istruzione dunque si conclude dicendo che la Congregazione per<br />
il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti “si augura che anche<br />
mediante l’attenta applicazione di quanto richiamato alla mente nella<br />
presente Istruzione, l’umana fragilità intralci in misura minore l’azione<br />
del Santissimo Sacramento dell’Eucaristia, e rimossa ogni irregolarità,<br />
bandito ogni uso riprovato, per intercessione della Beata Vergine Maria,<br />
«donna eucaristica», la presenza salvifica di Cristo nel Sacramento<br />
del suo Corpo e del suo Sangue risplenda su tutti gli uomini” (Istruzione<br />
185).<br />
* * *<br />
Intervento<br />
di S.E. Mons. Angelo Amato<br />
1. Armonia tra la lex orandi e la lex credendi<br />
Da un punto di vista dottrinale, l’Istruzione si pone in continuità con<br />
l’enciclica Ecclesia de Eucharistia (RS n. 2) 1 . Nell’enciclica il Santo<br />
Padre, oltre a consegnarci con autorevolezza una lezione di altissimo<br />
magistero sull’Eucaristia, come mistero della fede, che nutre ed edifica<br />
continuamente la Chiesa nella storia, non manca di segnalare più volte<br />
le ombre e gli abusi che oscurano la retta fede e la dottrina cattolica su<br />
questo sacramento (EE n. 10; RS n. 6).<br />
Una attuazione arbitraria della Liturgia non solo deforma la celebrazione,<br />
ma provoca insicurezza dottrinale, perplessità e scandalo nel popolo<br />
di Dio (RS n. 11). In realtà gli abusi, più che espressione di libertà,<br />
manifestano, invece, una conoscenza superficiale o anche ignoranza<br />
della grande tradizione biblica ed ecclesiale relativa all’Eucaristia.<br />
1 Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Ecclesia de Eucharistia, 17 aprile 2003 (sigla: EE);<br />
Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Istruzione<br />
Redemptionis Sacramentum, 25 marzo 2004 (sigla: RS).<br />
11
12<br />
L’Istruzione, invece, intende promuovere la vera libertà, che è quella di<br />
fare ciò che è degno e giusto nella celebrazione di questo Sacramento.<br />
Essendo l’azione liturgica intrinsecamente collegata con la dottrina,<br />
l’uso di testi e riti non approvati comporta inevitabilmente l’affievolimento<br />
e poi la perdita del legame necessario tra la lex orandi e la lex<br />
credendi, secondo l’antica espressione dell’Indiculus: «Legem credendi<br />
lex statuat supplicandi» («La regola del pregare stabilisca la maniera<br />
del credere») 2 .<br />
Per questo intrinseco legame tra professione e celebrazione della<br />
fede, i fedeli hanno il diritto di esigere dai pastori «che si celebri per<br />
essi in modo integro il sacrificio della Santa Messa, in piena conformità<br />
con la dottrina del Magistero della Chiesa» (RS n. 12).<br />
Infine, è forse utile ricordare qui che nel 1996, la Congregazione per<br />
le Chiese Orientali pubblicò una Istruzione simile, molto bene accolta<br />
del resto, sull’applicazione <strong>delle</strong> prescrizioni liturgiche del Codice dei<br />
Canoni <strong>delle</strong> Chiese Orientali, intesa a tutelare il valore inalienabile<br />
del patrimonio proprio della tradizione orientale e l’urgenza di una sua<br />
fioritura 3 .<br />
2. L’autentica ecclesialità dell’Eucaristia<br />
Nell’enciclica Ecclesia de Eucharistia il Santo Padre aveva affermato:<br />
«Sento [...] il dovere di fare un caldo appello perché, nella Celebrazione<br />
eucaristica, le norme liturgiche siano osservate con grande fedeltà.<br />
Esse sono un’espressione concreta dell’autentica ecclesialità dell’Eucaristia;<br />
questo è il loro senso più profondo. La liturgia non è mai<br />
proprietà privata di qualcuno, né del celebrante né della comunità nella<br />
quale si celebrano i Misteri [...]. Anche nei nostri tempi, l’obbedienza<br />
alle norme liturgiche dovrebbe essere riscoperta e valorizzata come riflesso<br />
e testimonianza della Chiesa una e universale, resa presente in<br />
ogni celebrazione dell’Eucaristia. Il sacerdote che celebra fedelmente<br />
la Messa secondo le norme liturgiche e la comunità che a queste si<br />
2 Indiculus, cap. 8: Denz. n. 246 [ex n. 139]. Cf. anche Prospero di Aquitania, De<br />
vocatione omnium gentium, 1, 12: PL 51, 664C.<br />
3 Congregazione per le Chiese Orientali, Istruzione Il Padre incomprensibile<br />
per l’applicazione <strong>delle</strong> prescrizioni liturgiche del Codice dei Canoni <strong>delle</strong> Chiese<br />
Orientali, 6 gennaio 1996.
conforma dimostrano, in un modo silenzioso ma eloquente, il loro amore<br />
per la Chiesa [...]. A nessuno è concesso di sottovalutare il Mistero<br />
affidato alle nostre mani: esso è troppo grande perché qualcuno possa<br />
permettersi di trattarlo con arbitrio personale, che non ne rispetterebbe<br />
il carattere sacro e la dimensione universale» (EE n. 52).<br />
In queste affermazioni è riassunto al meglio il significato dottrinale<br />
della presente Istruzione: le norme liturgiche sono espressione concreta<br />
dell’ecclesialità dell’Eucaristia.<br />
L’unicità e indivisibilità del Corpo eucaristico del Signore implica<br />
l’unicità del suo Corpo mistico, che è la Chiesa una ed indivisibile:<br />
«Dal centro eucaristico sorge la necessaria apertura di ogni comunità<br />
celebrante, di ogni Chiesa particolare: dal lasciarsi attirare nelle braccia<br />
aperte del Signore consegue l’inserimento nel suo Corpo, unico ed indiviso.<br />
Anche per questo, l’esistenza del ministero Petrino, fondamento<br />
dell’unità dell’Episcopato e della Chiesa universale, è in corrispondenza<br />
profonda con l’indole eucaristica della Chiesa» 4 .<br />
L’ecclesialità dell’Eucaristia non è qualcosa che esiste solo a livello<br />
ideale, essa richiede anche un’espressione concreta nella vita di ogni<br />
comunità orante. È proprio questa “corrispondenza” fra il ministero Petrino<br />
e l’indole eucaristica della Chiesa che esige la sollecitudine del<br />
Santo Padre nei confronti sia della dottrina sia del modo concreto con<br />
cui questo mistero è celebrato nella Chiesa.<br />
Così come esiste reciprocità fra l’autentica ecclesialità dell’Eucaristia<br />
e le norme liturgiche, così c’è reciprocità fra idee erronee sull’Eucaristia<br />
e disobbedienza alle norme liturgiche. Per fare solo un esempio:<br />
in alcune nazioni del mondo si è verificato l’abuso secondo il quale<br />
il sacerdote celebrante (o i sacerdoti concelebranti) distribuiscono la<br />
Santa Comunione ai fedeli prima di comunicarsi. Come giustificazione<br />
di questa prassi (che viene vietata nel numero 97 dell’Istruzione) si è<br />
offerta la spiegazione che quando uno invita gli ospiti a casa sua, gli<br />
ospiti devono mangiare prima del padrone di casa! Ma è proprio vero<br />
che la Chiesa è la casa solo del sacerdote e che i fedeli laici siano sono<br />
degli ospiti?<br />
4 Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera Communionis Notio su<br />
alcuni aspetti della Chiesa come comunione, 28 maggio 1992, n. 11.<br />
13
14<br />
3. La recezione dell’Istruzione come evento ecclesiale<br />
Una conseguenza concreta dell’ecclesialità dell’Eucaristia è anche la<br />
recezione di questa Istruzione. In genere, tre sembrano essere le difficoltà<br />
maggiori per una corretta accoglienza dei documenti e per la loro<br />
carente assimilazione: il loro numero, la loro ampiezza, il problema<br />
della comunicazione massmediale.<br />
Per quanto riguarda il numero esso risponde ai molti eventi e alle innumerevoli<br />
domande di luce avanzate al magistero da parte del popolo<br />
di Dio. Inoltre, il numero può rivelarsi anche occasione e strumento di<br />
formazione permanente sia del clero sia dei fedeli laici.<br />
Per quanto riguarda l’ampiezza – e in concreto l’ampiezza della presente<br />
Istruzione – essa è abbastanza estesa, perché in realtà le norme da<br />
ribadire e gli abusi da evitare sono numerosissimi.<br />
Per quanto riguarda la comunicazione, il Santo Padre alla plenaria<br />
della Congregazione per la Dottrina della fede nel febbraio scorso ha<br />
offerto <strong>delle</strong> importanti indicazioni al riguardo: «Un tema già altre volte<br />
richiamato è quello della recezione dei documenti magisteriali da parte<br />
dei fedeli cattolici, spesso disorientati più che informati dalle immediate<br />
reazioni e interpretazioni dei mezzi di comunicazione sociale. In<br />
realtà, la recezione di un documento, più che un fatto mediatico, deve<br />
essere visto soprattutto come un evento ecclesiale di accoglienza del<br />
magistero nella comunione e nella condivisione più cordiale della dottrina<br />
della Chiesa. Si tratta, infatti, di una parola autorevole che fa luce<br />
su una verità di fede o su alcuni aspetti della dottrina cattolica contestati<br />
o travisati da particolari correnti di pensiero e di azione. Ed è proprio in<br />
questa sua valenza dottrinale che risiede il carattere altamente pastorale<br />
del documento, la cui accoglienza diventa quindi occasione propizia di<br />
formazione, di catechesi e di evangelizzazione» 5 .<br />
L’accoglienza quindi dell’Istruzione non deve fermarsi quindi alla<br />
notizia immediata che comunica e informa, ma deve diventare evento<br />
ecclesiale di comunione e di formazione.<br />
I Vescovi, i sacerdoti, i fedeli laici non dovrebbero quindi soffermarsi<br />
su opinioni immediate “in prima battuta”. Dovrebbero avere la<br />
5 Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti alla Sessione Plenaria della Congregazione<br />
per la Dottrina della Fede, 6 febbraio 2004, n. 4.
pazienza e il tempo di leggere, di assimilare e di vivere in profondità i<br />
contenuti dell’Istruzione.<br />
L’Istruzione, insomma, dovrebbe suscitare nella Chiesa sana curiosità<br />
e generosa accoglienza, per contemplare con rinnovato stupore<br />
questo grande mistero della nostra fede e incentivare comportamenti e<br />
atteggiamenti eucaristici appropriati.<br />
* * *<br />
Intervento<br />
di S.E. Mons. Domenico Sorrentino<br />
Desidero offrire alcune chiavi di lettura dell’Istruzione Redemptionis<br />
Sacramentum perché se ne possa cogliere soprattutto l’afflato spirituale<br />
che la anima.<br />
L’Istruzione, come essa stessa ricorda al n. 2, dipende dall’Enciclica<br />
Ecclesia de Eucharistia e ne porta l’ispirazione di fondo. Il fatto che<br />
abbia lo stile proprio di un discorso a valenza anche disciplinare, non<br />
toglie che il suo cuore pulsante sia un cuore “contemplativo”. È un<br />
Documento che, a modo suo, risponde all’urgenza additata dal Papa<br />
nella Lettera Apostolica Spiritus et Sponsa, ossia l’esigenza di una “spiritualità<br />
liturgica” (Spiritus et Sponsa n. 16). È significativo leggere la<br />
presente Istruzione anche alla luce di questo recente pronunciamento<br />
papale, che ripropone con forza l’attualità della Sacrosanctum Concilium,<br />
la Costituzione Conciliare sulla Sacra Liturgia, di cui abbiamo<br />
appena celebrato il XL anniversario.<br />
Sotto il profilo contenutistico, l’Istruzione non fa che ribadire la normativa<br />
liturgica vigente. Ma non lo fa in maniera arida. Sia nel proemio<br />
che lungo il percorso, pur in modo stringato, richiama le motivazioni<br />
che danno senso alla normativa. Ne emerge un’immagine della liturgia<br />
eucaristica, e della corrispondente normativa, che si può sintetizzare in<br />
queste tre prospettive:<br />
a. espressione di fede;<br />
b. esperienza del mistero;<br />
c. vissuto di comunione.<br />
1
1<br />
a. Espressione di fede<br />
La liturgia, e in modo speciale l’Eucaristia, è il luogo privilegiato<br />
in cui la Chiesa confessa la sua fede. La confessa nel modo più alto,<br />
cioè nel dialogo di amore con il suo Signore. Dialogo che, nella sua<br />
espressione liturgica, si caratterizza per il fatto che non è in gioco un<br />
solo credente o un gruppo di credenti, ma la Chiesa stessa. Si tratta della<br />
preghiera “pubblica”, che proprio per questo suo carattere, supera la<br />
portata <strong>delle</strong> altre preghiere, ed anzi, al dire del Concilio, “nessun’altra<br />
azione della Chiesa ne uguaglia l’efficacia allo stesso titolo e allo stesso<br />
grado” (cf. Sacrosanctum Concilium 7). Preghiera intrinsecamente determinata<br />
dalla professione di fede, ed al tempo stesso capace di proiettare<br />
sempre nuova luce sui contenuti della fede, in un rapporto circolare<br />
tra la lex orandi e la lex credendi, principio fondamentale a cui anche il<br />
Documento si richiama, quando afferma: “La sacra Liturgia, infatti, è<br />
intimamente collegata con i principi della dottrina e l’uso di testi e riti<br />
non approvati comporta, di conseguenza, che si affievolisca o si perda il<br />
nesso necessario tra la lex orandi e la lex credendi” (n. 10). È almeno un<br />
rischio che si corre, e che spiega perché nella liturgia nulla possa essere<br />
lasciato all’arbitrio: la posta in gioco è troppo grande! Al n. 9 l’Istruzione<br />
ricorda che attraverso i riti e le preghiere della liturgia passa l’intero<br />
flusso della fede e della tradizione. Gli abusi rivelano talvolta ignoranza<br />
del significato stesso <strong>delle</strong> norme, per mancanza di conoscenza<br />
del loro senso profondo e della loro antichità. Considerazione, questa,<br />
che richiama l’esigenza di una più approfondita e sistematica opera di<br />
formazione liturgica del popolo di Dio, alla quale il Santo Padre ci ha<br />
anche recentemente richiamati: “Rimane più che mai necessario incrementare<br />
la vita liturgica all’interno <strong>delle</strong> nostre comunità, attraverso<br />
una formazione adeguata dei ministri e di tutti i fedeli, in vista di quella<br />
piena, consapevole e attiva partecipazione alle celebrazioni liturgiche<br />
che è auspicata dal Concilio” (Spiritus et Sponsa, 7).<br />
b. Esperienza del mistero<br />
Il documento ricorda, al n. 5, che le norme liturgiche, al di là del loro<br />
carattere funzionale, hanno un’anima, ossia un senso profondo, spirituale,<br />
che fa appello a una osservanza non solo esteriore, ma interiore.<br />
Questa interiorità, in ultima analisi, è il rapporto con Cristo, che nella
liturgia esercita il suo sacerdozio associando a sé la Chiesa. Le norme,<br />
in quanto espressione della coscienza ecclesiale orientata dallo Spirito<br />
di Dio soprattutto attraverso il discernimento e la guida dei Pastori,<br />
garantiscono la validità e la dignità dell’azione liturgica, e con essa anche<br />
il “rendersi presente” di Cristo. Una presenza non astratta o semplicemente<br />
simbolica, ma tanto viva da consentire che Cristo giunga<br />
alla nostra portata, come avviene in massimo grado nella celebrazione<br />
eucaristica. Se l’Eucaristia è ben celebrata, i tratti del volto di Cristo<br />
delineati nel Vangelo divengono, in qualche modo, percepibili al cuore<br />
credente, come avvenne per i discepoli di Emmaus che “lo riconobbero<br />
nello spezzare il pane” (Lc 24, 31). Non a caso il documento al n. 6<br />
ricorda questo significativo episodio pasquale. La liturgia appare così<br />
come via al mistero, e la normativa come segnaletica che consente di<br />
percorrerla con sicurezza. Dice a tal proposito l’Istruzione che le parole<br />
e i riti della Liturgia, “espressione fedele maturata nei secoli dei sentimenti<br />
di Cristo”, “ci insegnano a sentire come lui”(n. 5). È additato<br />
anzi in questo il fine ultimo che il Documento persegue: “…condurre a<br />
tale conformità dei sentimenti nostri con quelli di Cristo, espressi nelle<br />
parole e nei riti della Liturgia” (ivi).<br />
c. Vissuto di comunione<br />
Un’altra cifra dell’Istruzione è la logica di comunione che essa intende<br />
promuovere. L’immagine di Chiesa che emerge dal Documento è<br />
quella di una comunità gerarchicamente ordinata, in cui l’uguaglianza<br />
fondamentale di ogni battezzato si coniuga con la diversità dei carismi<br />
e dei ministeri. La liturgia, e in particolare l’eucaristia, è epifania della<br />
Chiesa, nella sua unità e nella sua varietà.<br />
Questo è sottolineato innanzitutto dall’insistenza sulla legittima autorità<br />
deputata a regolamentare l’ambito liturgico. In conformità con il<br />
dettato del Vaticano II, è posto in chiara luce il ruolo del Vescovo, coordinato<br />
e subordinato a quello del Successore di Pietro. Si precisano, in<br />
ambito celebrativo, i ruoli dei presbiteri, dei diaconi, dei laici. L’enfasi<br />
del Documento sulla distinzione tra sacerdoti e laici va letta in questa<br />
chiave di rispetto dei doni propri di ciascuno. Sarebbe perciò fuorviante<br />
valutare tale distinzione con logiche proprie della società civile. La<br />
comunità liturgica ha l’identità della “ecclesìa”, parola che – si ricorda<br />
al n. 42 – dal greco “klesis”, “chiamata”, indica l’essere convocati<br />
1
1<br />
dall’alto, come popolo in cui Dio si rende presente e in cui Cristo agisce<br />
nello Spirito, attraverso le vocazioni ministeriali che sovranamente<br />
stabilisce. L’esigenza di un sacerdote ordinato, che celebri l’Eucaristia<br />
“in persona Christi”, sta dentro questa logica. E questa certo non oscura<br />
la partecipazione liturgica viva e operosa che, regolata da adeguate<br />
norme, spetta a tutti i battezzati. Infine, ancora nella prospettiva della<br />
comunione, è da intendere l’affermazione del “diritto” dei fedeli ad una<br />
celebrazione degna, e pertanto anche del loro diritto ad esigerla, quando<br />
si verificassero inadempienze ed abusi, ricorrendo alla legittima autorità,<br />
purché tutto avvenga coniugando verità e carità (cf n. 184). La<br />
liturgia non può diventare un “campo di battaglia”.<br />
Una domanda potrebbe sorgere a questo punto: certo, espressione<br />
di fede, esperienza del mistero, servizio di comunione, questo è la liturgia<br />
e la normativa che la regola! Ma non è troppo dire tutto questo<br />
a proposito di una serie di norme di diverso tenore, senza distinguere<br />
tra ciò che è essenziale e immutabile e ciò che invece è di sua natura<br />
riformabile? Non c’è il rischio così di irrigidire la normativa, “blindandola”,<br />
escludendo per principio possibili miglioramenti o adattamenti?<br />
Non ci sono, nella liturgia, norme che di loro natura sono soggette al<br />
cambiamento, come dimostra la storia di duemila anni, fino alla riforma<br />
liturgica voluta dal Concilio Vaticano II?<br />
Chi legge attentamente l’Istruzione vi troverà la risposta. Se essa,<br />
infatti, raccoglie e ribadisce tante norme, non tralascia di distinguere<br />
il loro peso. Al n. 7, ad esempio, distingue tra i precetti derivati direttamente<br />
da Dio e le leggi promulgate dalla Chiesa, invitando a “considerare<br />
convenientemente l’indole di ciascuna norma”. Al n. 13 sono<br />
richiamati i vari “gradi” con cui le singole norme si raccordano con la<br />
legge suprema della salvezza <strong>delle</strong> anime. Nell’ultimo capitolo vengono<br />
distinti gli abusi in rapporto alla loro gravità, non senza tuttavia<br />
ricordare che anche i meno gravi non vanno trattati con leggerezza.<br />
Ma pur facendo doverose distinzioni, va detto che sempre, nell’osservanza<br />
di tutte le norme, quelle di maggiore e quelle di minor rilievo,<br />
si esplicita l’autentico senso ecclesiale. Né si potrebbero motivare gli<br />
abusi in nome dell’adattamento pastorale, tacciando l’attuale normativa<br />
di rigidità. Per dirla con le parole del Papa, “il rinnovamento liturgico<br />
realizzato in questi decenni ha dimostrato come sia possibile coniugare<br />
una normativa che assicuri alla Liturgia la sua identità e il suo decoro,<br />
con spazi di creatività e di adattamento che la rendano vicina alle
esigenze espressive <strong>delle</strong> varie regioni, situazioni e culture” (Spiritus<br />
et Sponsa n. 15). Si potrebbe aggiungere che la richiesta di osservanza,<br />
che dà il tono a questo documento, non comporta alcun divieto di<br />
approfondire e proporre, come accadde nella storia del “movimento<br />
liturgico” e anche oggi normalmente avviene nell’ambito degli studi<br />
teologici, liturgici e pastorali. Quello che è assolutamente escluso è fare<br />
della liturgia una zona franca di sperimentazioni e di arbitri personali,<br />
non giustificati da nessuna buona intenzione.<br />
In conclusione, fornendo questo strumento di indirizzo – teologico-pastorale<br />
e giuridico <strong>insieme</strong> –, la Santa Sede si pone sulla linea di<br />
quell’opera di discernimento che la Chiesa ha sempre operato nel corso<br />
dei secoli. Significativamente, più di una volta, in linea con l’Enciclica<br />
Ecclesia de Eucharistia, si ricorda la pagina di 1Cor 11, quella in cui<br />
Paolo riprende aspramente i Corinzi per una celebrazione eucaristica<br />
fatta in spregio della carità verso i poveri: il primo documento “contro<br />
gli abusi”. L’odierna Istruzione è tutt’altro che una novità.<br />
Ma ritengo importante che se ne colga, al di là del senso correttivo,<br />
l’intimo senso promozionale. Pur in filigrana, traspaiono le linee<br />
di una spiritualità liturgica e di una pastorale liturgica. È qui indubbiamente<br />
l’antidoto radicale agli abusi. Letta così, l’Istruzione elaborata<br />
dalla Congregazione del Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,<br />
d’intesa con la Congregazione per la Dottrina della fede, mi pare possa<br />
essere accolta come uno strumento utile, e spero efficace, perché, a<br />
quarant’anni dalla Sacrosanctum Concilium, e mentre ci si avvia a un<br />
altro momento importante come l’annunciato Sinodo sull’Eucaristia,<br />
la liturgia sia sempre meglio vissuta come fonte e culmine della vita<br />
ecclesiale.<br />
1
20<br />
CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO<br />
E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI<br />
Documento<br />
Anno dell’Eucaristia.<br />
Suggerimenti e proposte<br />
INTRODUZIONE<br />
Ad appena un anno dalla conclusione dell’Anno del Rosario, una<br />
nuova iniziativa del Santo Padre: l’Anno dell’Eucaristia (ottobre 2004 -<br />
ottobre 2005). Le due iniziative stanno in continuità. Si pongono infatti<br />
nel quadro dell’indirizzo pastorale che il Papa ha dato a tutta la Chiesa<br />
con la Lettera Apostolica Novo Millennio ineunte, collocando al centro<br />
dell’impegno ecclesiale la contemplazione del volto di Cristo, nel solco<br />
del Concilio Vaticano II e del Grande Giubileo (cf. Mane nobiscum<br />
Domine, cap. I).<br />
In effetti, con la Rosarium Virginis Mariae, il Papa ci ha invitato<br />
a contemplare Cristo con lo sguardo e il cuore di Maria. È venuta poi<br />
l’Enciclica Ecclesia de Eucharistia, che ci ha condotti a ciò che è la<br />
“sorgente” e il “culmine” di tutta la vita cristiana, invitandoci a un rinnovato<br />
fervore nella celebrazione e nell’adorazione dell’Eucaristia. In<br />
connessione con l’Enciclica, l’Istruzione Redemptionis Sacramentum<br />
ha richiamato il dovere di tutti di assicurare una liturgia eucaristica degna<br />
di così grande Mistero.<br />
Ora l’Anno dell’Eucaristia, introdotto e orientato dalla Lettera Apostolica<br />
Mane nobiscum Domine (7 ottobre 2004), ci offre una importante<br />
occasione pastorale perché l’intera comunità cristiana sia ulteriormente<br />
sensibilizzata a fare di questo mirabile Sacrificio e Sacramento il<br />
cuore della sua vita.<br />
Per lo svolgimento di questo Anno, il Santo Padre ha lasciato l’iniziativa<br />
alle Chiese particolari. Ha chiesto tuttavia alla Congregazione<br />
per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti di offrire “suggerimenti<br />
e proposte” (cf. Mane nobiscum Domine, 29), che potessero essere<br />
utili per quanti, Pastori e operatori pastorali ad ogni livello, saranno<br />
chiamati a dare il loro contributo.<br />
Di qui il carattere di questo sussidio. Esso non pretende alcuna esau-
stività, ma si limita a dare, con uno stile essenziale, suggerimenti operativi.<br />
Talvolta sono appena richiamati ambiti e temi da non dimenticare.<br />
Un capitolo di linee di “spiritualità” eucaristica si spera possa essere<br />
utile, almeno come stimolo, nel quadro di iniziative di catechesi e formazione.<br />
È infatti importante che l’Eucaristia sia colta non soltanto negli<br />
aspetti celebrativi, ma anche come progetto di vita, alla base di una<br />
autentica “spiritualità eucaristica”.<br />
Mentre ringraziamo il Santo Padre per questo altro “dono”, affidiamo<br />
la riuscita di questo Anno all’intercessione della Madre di Dio. Alla<br />
sua scuola di “donna eucaristica”, si ridesti lo “stupore” di fronte al<br />
Mistero del Corpo e del Sangue di Cristo, e tutta la Chiesa ne viva con<br />
più grande ardore.<br />
I. QUADRO DI RIFERIMENTO<br />
1. L’orizzonte aperto dall’Anno dell’Eucaristia richiama e promuove<br />
una operosità a largo raggio, che coniuga le varie dimensioni del vivere<br />
in Cristo nella Chiesa. L’Eucaristia infatti non è un “tema” fra gli altri,<br />
ma il cuore stesso della vita cristiana. «La celebrazione della Messa, in<br />
quanto azione di Cristo e del popolo di Dio gerarchicamente ordinato,<br />
costituisce il centro di tutta la vita cristiana per la Chiesa universale, per<br />
quella locale, e per i singoli fedeli. Nella Messa, infatti, si ha il culmine<br />
sia dell’azione con cui Dio santifica il mondo in Cristo, sia del culto che<br />
gli uomini rendono al Padre, adorandolo per mezzo di Cristo Figlio di<br />
Dio nello Spirito Santo. In essa inoltre la Chiesa commemora, nel corso<br />
dell’anno, i misteri della redenzione, in modo da renderli in certo modo<br />
presenti. Tutte le altre azioni sacre e ogni attività della vita cristiana<br />
sono in stretta relazione con la Messa, da essa derivano e ad essa sono<br />
ordinate» (Institutio generalis Missalis Romani = IGMR, 16).<br />
Pertanto l’accento eucaristico che segna questo speciale Anno declina<br />
e innerva attività fondamentali della vita della Chiesa, sia considerata<br />
nel suo <strong>insieme</strong> come nelle singole membra. Il Papa stesso ha<br />
sottolineato questa chiave di lettura, collocando l’iniziativa all’interno<br />
del disegno pastorale complessivo, che è stato proposto alla Chiesa in<br />
termini cristologico-trinitari negli anni di preparazione del Grande Giubileo,<br />
e sta progressivamente “scandendo” gli anni successivi a partire<br />
dalla Lettera Apostolica Novo Millennio ineunte. «L’Anno dell’Eucaristia<br />
si pone dunque su uno sfondo che si è andato di anno in anno arric-<br />
21
22<br />
chendo, pur restando sempre ben incardinato sul tema di Cristo e della<br />
contemplazione del suo Volto. In certo senso, esso si propone come un<br />
anno di sintesi, come una sorta di vertice di tutto il cammino percorso»<br />
(Mane nobiscum Domine, 10).<br />
Su questa base, la programmazione di iniziative durante questo<br />
Anno dovrebbe tener conto dei vari ambiti e offrire stimoli su più<br />
versanti. In questo capitolo ci proponiamo di evocare, in modo molto<br />
sintetico, alcune “prospettive” teologico-pastorali, che disegnano una<br />
sorta di “quadro di riferimento” per i suggerimenti e le proposte che<br />
seguiranno.<br />
La fede nell’Eucaristia<br />
2. “Mistero della fede” (cf. Ecclesia de Eucharistia, cap. I), l’Eucaristia<br />
si comprende alla luce della Rivelazione biblica e della Tradizione<br />
ecclesiale. Al tempo stesso, il riferimento a queste ultime è necessario<br />
perché l’Eucaristia possa sprigionare la sua caratteristica di “mistero di<br />
luce” (cf. Mane nobiscum Domine, cap. II), facendoci in qualche modo<br />
ripercorrere il “cammino di fede” descritto nel racconto evangelico dei<br />
due “discepoli di Emmaus”, che il Santo Padre ha scelto come “icona”<br />
per l’Anno dell’Eucaristia. In effetti l’Eucaristia è mistero di luce sia in<br />
quanto suppone e implica la luce della Parola di Dio, sia perché la stessa<br />
“frazione del pane” proietta luce sul mistero di Dio-Trinità: proprio<br />
nell’evento pasquale della morte e risurrezione di Cristo, e conseguentemente<br />
nel suo “memoriale” eucaristico, Dio si rivela in sommo grado<br />
come Dio-Amore.<br />
L’Anno dell’Eucaristia pertanto si propone innanzitutto come un periodo<br />
di più intensa catechesi attorno all’Eucaristia creduta dalla Chiesa.<br />
Tale catechesi terrà presente:<br />
• la Sacra Scrittura, dai testi concernenti la “preparazione” del Mistero<br />
nell’Antico Testamento ai testi del Nuovo Testamento che riguardano<br />
sia l’istituzione dell’Eucaristia che le sue diverse dimensioni (cf.<br />
ad esempio i testi indicati nel Lezionario per la messa votiva della<br />
Santissima Eucaristia);<br />
• la Tradizione: dai Padri della Chiesa al successivo sviluppo teologico-magisteriale,<br />
con particolare attenzione al Concilio di Trento,<br />
al Concilio Vaticano II, ai recenti documenti del Magistero. Gli itinerari<br />
catechistici elaborati dalle Chiese particolari troveranno, per
tutto questo, un punto di riferimento autorevole e illuminante nel<br />
Catechismo della Chiesa Cattolica;<br />
• la mistagogìa, ossia l’introduzione approfondita al mistero celebrato<br />
attraverso la spiegazione dei riti e <strong>delle</strong> preghiere dell’Ordo Missae<br />
e del De sacra communione et de cultu mysterii eucharistici extra<br />
Missam;<br />
• le ricchezze offerte dalla storia della spiritualità, evidenziando in particolare<br />
come l’Eucaristia creduta e celebrata abbia trovato espressione<br />
nella vita dei Santi (cf. Ecclesia de Eucharistia, 62);<br />
• l’arte sacra come testimonianza di fede nel Mistero eucaristico.<br />
La celebrazione dell’Eucaristia e il culto eucaristico fuori della<br />
Messa<br />
3. Ricevuta da Cristo, che l’ha istituita, l’Eucaristia è celebrata dalla<br />
Chiesa nella forma da essa stabilita (cf. IGMR e Praenotanda all’Ordo<br />
Lectionum Missae). Il culto eucaristico fuori della Messa è intimamente<br />
legato alla celebrazione eucaristica e ad essa ordinato.<br />
«Un impegno concreto di questo Anno dell’Eucaristia potrebbe essere<br />
quello di studiare a fondo, in ogni comunità parrocchiale, l’Ordinamento<br />
generale del Messale Romano. La via privilegiata per essere<br />
introdotti nel mistero della salvezza attuata nei santi “segni” resta poi<br />
quella di seguire con fedeltà lo svolgersi dell’Anno liturgico» (Mane<br />
nobiscum Domine, 17).<br />
A titolo di semplice indicazione “tematica” per gli operatori pastorali,<br />
vengono qui di seguito segnalati gli aspetti intorno ai quali si è invitati<br />
quest’Anno a “interrogarsi” in modo speciale, ai fini di una degna<br />
celebrazione e una più fervida adorazione del Mistero eucaristico. Con<br />
i Documenti fondamentali su menzionati, non mancherà di essere di<br />
aiuto la recente Istruzione Redemptionis Sacramentum. Sono da tener<br />
presenti:<br />
• i luoghi della celebrazione: chiesa, altare, ambone, sede…;<br />
• l’assemblea liturgica: senso e modalità della sua partecipazione “piena,<br />
cosciente, attiva” (cf. SC, 14);<br />
• i diversi ruoli: il sacerdote che opera in persona Christi, i diaconi, gli<br />
altri ministeri e servizi;<br />
• la dinamica celebrativa: dal pane della Parola al pane dell’Eucaristia<br />
(cf. Ordo Lectionum Missae, 10);<br />
23
24<br />
• i tempi della celebrazione eucaristica: domenica, giorni feriali, anno<br />
liturgico;<br />
• il rapporto dell’Eucaristia con i vari sacramenti, sacramentali, esequie…<br />
• la partecipazione interiore ed esteriore: in particolare il rispetto dei<br />
“momenti” di silenzio;<br />
• il canto e la musica;<br />
• l’osservanza <strong>delle</strong> norme liturgiche;<br />
• la comunione ai malati e il Viatico (cf. De sacra communione);<br />
• l’adorazione del Santissimo Sacramento, la preghiera personale;<br />
• le processioni eucaristiche.<br />
Una verifica su questi punti sarebbe particolarmente desiderabile<br />
nell’Anno dell’Eucaristia. Certamente, nella vita pastorale <strong>delle</strong> singole<br />
comunità ai traguardi più alti non si può arrivare con facilità, ma bisogna<br />
tendervi. «Se il frutto di questo Anno fosse anche soltanto quello<br />
di ravvivare in tutte le comunità cristiane la celebrazione della Messa<br />
domenicale e di incrementare l’adorazione eucaristica fuori della Messa,<br />
questo Anno di grazia avrebbe conseguito un risultato significativo.<br />
Buona cosa tuttavia è mirare in alto, non accontentandoci di misure<br />
mediocri, perché sappiamo di poter contare sempre sull’aiuto di Dio»<br />
(Mane nobiscum Domine, 29).<br />
La spiritualità eucaristica<br />
4. Nella Lettera Apostolica Spiritus et Sponsa per il XL anniversario<br />
della Costituzione sulla Sacra Liturgia, il Papa si è augurato che si<br />
sviluppi nella Chiesa una “spiritualità liturgica”. È la prospettiva di una<br />
liturgia che nutre e orienta l’esistenza, plasmando il vissuto del credente<br />
come autentico “culto spirituale” (cf. Rm 12, 1). Senza la coltivazione<br />
di una “spiritualità liturgica”, la pratica liturgica facilmente si riduce a<br />
“ritualismo” e vanifica la grazia che sgorga dalla celebrazione.<br />
Ciò vale in modo speciale per l’Eucaristia: «La Chiesa vive dell’Eucaristia».<br />
In verità, la celebrazione eucaristica è in funzione del vivere<br />
in Cristo, nella Chiesa, per la potenza dello Spirito Santo. Occorre pertanto<br />
curare il movimento che va dall’Eucaristia celebrata all’Eucaristia<br />
vissuta: dal mistero creduto alla vita rinnovata. Per questo il presente<br />
sussidio offre anche un capitolo di linee di spiritualità eucaristica. In
questo iniziale quadro di riferimento sarà utile additare alcuni punti particolarmente<br />
significativi:<br />
• l’Eucaristia è culmen et fons della vita spirituale in quanto tale, al di<br />
là <strong>delle</strong> molteplici vie della spiritualità;<br />
• il regolare alimento eucaristico sostiene la corrispondenza alla grazia<br />
di singole vocazioni e stati di vita (ministri ordinati; sposi e genitori;<br />
persone consacrate…) e rischiara le diverse situazioni dell’esistenza<br />
(gioie e dolori, problemi e progetti, malattie e prove …);<br />
• la carità, la concordia, l’amore fraterno sono frutto dell’Eucaristia<br />
e rendono visibile l’unione con Cristo realizzata nel sacramento; al<br />
tempo stesso l’esercizio della carità nello stato di grazia è condizione<br />
perché si possa celebrare in pienezza l’Eucaristia: essa è “sorgente”,<br />
ma anche “epifania” della comunione (cf. Mane nobiscum Domine,<br />
cap. III);<br />
• la compagnia di Cristo in noi e tra noi suscita la testimonianza nel vissuto<br />
quotidiano, lievita la costruzione della città terrena: l’Eucaristia<br />
è principio e progetto di missione (cf. Mane nobiscum Domine, cap.<br />
IV).<br />
Maria: icona della Chiesa “Eucaristica”<br />
5. «Se vogliamo riscoprire in tutta la sua ricchezza il rapporto intimo<br />
che lega Chiesa ed Eucaristia, non possiamo dimenticare Maria,<br />
Madre e modello della Chiesa». Così esordisce il cap. VI della Lettera<br />
Enciclica Ecclesia de Eucharistia, in cui Giovanni Paolo II richiama la<br />
profonda relazione che Maria intrattiene con l’Eucaristia e con la Chiesa<br />
che vive del Sacramento dell’altare. L’incontro con il “Dio con noi e<br />
per noi” include la Vergine Maria.<br />
L’Anno dell’Eucaristia costituisce una occasione propizia anche per<br />
approfondire questo aspetto del Mistero. Per vivere profondamente il<br />
senso della celebrazione eucaristica, e fare in modo che essa lasci un<br />
segno nella nostra vita, non c’è di meglio che lasciarsi “educare” da<br />
Maria, “donna eucaristica”.<br />
Importante, a tal proposito, ricordare quanto il Papa ha detto nella<br />
Rosarium Virginis Mariae n. 15, a proposito della “conformazione a<br />
Cristo con Maria”: ella «ci immette in modo naturale nella vita di Cristo<br />
e ci fa come “respirare” i suoi sentimenti». D’altra parte – scrive ancora<br />
il Papa in Ecclesia de Eucharistia – nella celebrazione eucaristica,<br />
2
2<br />
in certo modo, noi riceviamo sempre, con il memoriale della morte di<br />
Cristo, anche il dono di Maria, che ci è stato fatto dal Crocifisso nella<br />
persona di Giovanni (Ecco tua Madre: Gv 19, 27): «Vivere nell’Eucaristia<br />
il memoriale della morte di Cristo implica anche ricevere continuamente<br />
questo dono. Significa prendere con noi – sull’esempio di<br />
Giovanni – colei che ogni volta ci viene donata come Madre. Significa<br />
assumere al tempo stesso l’impegno di conformarci a Cristo, mettendoci<br />
alla scuola della Madre e lasciandoci accompagnare da lei. Maria<br />
è presente, con la Chiesa e come Madre della Chiesa, in ciascuna <strong>delle</strong><br />
nostre Celebrazioni eucaristiche» (Ecclesia de Eucharistia, 57).<br />
Sono temi che meritano, quest’Anno, di essere fatti oggetto di speciale<br />
meditazione (cf. Mane nobiscum Domine, 31).<br />
Sulla celebrazione dell’Eucaristia in comunione con Maria, prolungandone<br />
gli atteggiamenti cultuali che rifulgono esemplari in lei, si veda<br />
Collectio Missarum de Beata Maria Virgine, Praenotanda, 12-18.<br />
I Santi testimoni di vita eucaristica<br />
6. Nella Novo Millennio ineunte, n. 30, il Papa invita a porre tutto il<br />
cammino pastorale della Chiesa nella prospettiva della “santità”. Questo<br />
non può non valere in modo particolare per un Anno tutto imperniato<br />
sulla spiritualità eucaristica. L’Eucaristia ci fa santi, e non può esserci<br />
santità non incardinata sulla vita eucaristica. «Colui che mangia di me<br />
vivrà per me» (Gv 6, 57).<br />
Questa verità è testimoniata dal “sensus fidei” di tutto il popolo di<br />
Dio. Ma ne sono in modo speciale testimoni i Santi, nei quali risplende<br />
il mistero pasquale di Cristo. Ha scritto Giovanni Paolo II in Ecclesia<br />
de Eucharistia, n. 62: «Mettiamoci, miei carissimi fratelli e sorelle, alla<br />
scuola dei Santi, grandi interpreti della vera pietà eucaristica. In loro la<br />
teologia dell’Eucaristia acquista tutto lo splendore del vissuto, ci “contagia”<br />
e, per così dire, ci “riscalda”». È cosa che vale per tutti i Santi.<br />
Alcuni tra di essi hanno vissuto questa dimensione con particolare<br />
intensità e con speciali doni dello Spirito, infervorando i fratelli del<br />
loro stesso amore per l’Eucaristia (cf. Mane nobiscum Domine, 31). Gli<br />
esempi potrebbero essere innumerevoli: da sant’Ignazio di Antiochia<br />
a sant’Ambrogio, da san Bernardo a san Tommaso d’Aquino, da san<br />
Pasquale Baylón a sant’Alfonso Maria dei Liguori, da santa Caterina da<br />
Siena a santa Teresa d’Avila, da san Pietro Giuliani Eymard a san Pio da
Pietrelcina, fino ai “martiri dell’Eucaristia”, antichi e moderni, da san<br />
Tarcisio a san Nicola Pieck e compagni, a san Pietro Maldonado.<br />
L’Anno dell’Eucaristia offrirà un’occasione per riscoprire questi “testimoni”,<br />
sia tra quelli più noti a livello della Chiesa universale, sia<br />
tra quelli che sono più ricordati nelle Chiese particolari. È desiderabile<br />
che la stessa ricerca teologica si interessi ad essi, giacché il vissuto dei<br />
Santi è un significativo “locus theologicus”: nei Santi «Dio ci parla»<br />
(cf. Lumen Gentium, 50) e la loro esperienza spirituale (cf. Dei Verbum,<br />
8), garantita dal discernimento ecclesiale, getta luce sul Mistero. Camminando<br />
alla loro luce e sulle loro orme sarà più facile assicurare che<br />
questo Anno di grazia sia veramente fecondo.<br />
II. CONTESTI CULTUALI<br />
7. Stando al cuore dell’economia sacramentale, come vertice dell’iniziazione<br />
cristiana, l’Eucaristia illumina gli altri sacramenti ed è il<br />
loro punto di convergenza. La stessa forma rituale prevede o prescrive<br />
– eccetto per la Penitenza – che i sacramenti siano o possano essere<br />
inseriti nella celebrazione dell’Eucaristia (cf. Praenotanda dei vari Ordines;<br />
Redemptionis Sacramentum, 75-76).<br />
La Liturgia <strong>delle</strong> Ore può essere armonizzata con la celebrazione<br />
eucaristica (cf. IGLH, 93-97).<br />
Anche i sacramentali, come la benedizione abbaziale, la professione<br />
religiosa, la consacrazione <strong>delle</strong> vergini, il conferimento dei ministeri<br />
istituiti o straordinari, le esequie, trovano il loro normale contesto durante<br />
la Messa. La dedicazione della chiesa e dell’altare avvengono con<br />
la celebrazione dell’Eucaristia.<br />
Vi sono pure altre benedizioni che si possono fare durante la Messa<br />
(cf. Ordo coronandi imaginem B.M. Virginis; De Benedictionibus, 28).<br />
Se è vero che altre benedizioni, atti di culto, pratiche di devozione,<br />
non sono da inserire nella Messa (cf. De Benedictionibus, 28; De sacra<br />
communione, 83; Redemptionis Sacramentum, 75-79; Direttorio pietà<br />
popolare, 13, 204), è vero altresì che non esiste preghiera cristiana<br />
senza riferimento all’Eucaristia, massima preghiera della Chiesa, indispensabile<br />
per i cristiani. Le molteplici forme di orazione privata come<br />
le varie espressioni di pietà popolare realizzano, infatti, il loro senso<br />
genuino nel disporre alla celebrazione dell’Eucaristia o nel prolungarne<br />
gli effetti nella vita.<br />
2
2<br />
A titolo indicativo si ricordano alcuni giorni, tempi e modi di preghiera<br />
con riferimento eucaristico.<br />
Domenica<br />
8. La domenica è «il giorno di festa primordiale», «fondamento e<br />
nucleo di tutto l’anno liturgico» (SC, 106). «Colta nella totalità dei suoi<br />
significati e <strong>delle</strong> sue implicazioni, essa è, in qualche modo, sintesi della<br />
vita cristiana e condizione per viverla bene» (Dies Domini, 81).<br />
È in effetti il giorno di Cristo risorto, e porta dunque con sé la memoria<br />
di ciò che è il fondamento stesso della fede cristiana (cf. 1Cor 15,<br />
14-19). «Se la domenica è il giorno della risurrezione, essa non è solo<br />
la memoria di un evento passato: è celebrazione della viva presenza del<br />
Risorto in mezzo ai suoi. Perché tale presenza sia annunciata e vissuta<br />
in modo adeguato, non basta che i discepoli di Cristo preghino individualmente<br />
e ricordino interiormente, nel segreto del cuore, la morte e<br />
la risurrezione di Cristo. (…) È importante perciò che si radunino, per<br />
esprimere pienamente l’identità stessa della Chiesa, la ekklesía, l’assemblea<br />
convocata dal Signore risorto» (Dies Domini, 31). La celebrazione<br />
eucaristica è infatti il cuore della domenica.<br />
Il nesso tra la manifestazione del Risorto e l’Eucaristia è particolarmente<br />
adombrato nel racconto dei discepoli di Emmaus (cf. Lc<br />
24, 13-35), guidati da Cristo stesso a entrare intimamente nel suo<br />
mistero attraverso l’ascolto della sua Parola e la comunione al “Pane<br />
spezzato” (cf. Mane nobiscum Domine). I gesti compiuti da Gesù:<br />
«egli prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro»<br />
(Lc 24, 30), sono i medesimi che Egli compì nell’Ultima Cena e che<br />
incessantemente Egli compie, tramite il sacerdote, nelle nostre Eucaristie.<br />
Il carattere proprio della Messa domenicale e l’importanza che questa<br />
riveste per la vita cristiana esigono che sia preparata con speciale<br />
cura, in modo che sia sentita come una epifania della Chiesa (cf. Dies<br />
Domini, 34-36; Ecclesia de Eucharistia, 41, Novo Millennio ineunte,<br />
36) e si distingua quale celebrazione gioiosa e canora, coinvolgente e<br />
partecipata (cf. Dies Domini, 50-51).<br />
Ravvivare in tutte le comunità la celebrazione dell’Eucaristia domenicale<br />
dovrebbe essere il primo impegno di questo Anno speciale.<br />
Se si farà almeno questo, <strong>insieme</strong> con l’incremento dell’adorazione eu-
caristica fuori della Messa, l’Anno dell’Eucaristia avrà ottenuto già un<br />
importante risultato (cf. Mane nobiscum Domine, 23 e 29).<br />
Veglia pasquale e comunione pasquale<br />
9. La Veglia pasquale è il cuore dell’anno liturgico. In essa, la celebrazione<br />
dell’Eucaristia è «il culmine, essendo in modo pieno il sacramento<br />
della Pasqua, cioè memoriale del sacrificio della croce e presenza<br />
del Cristo risorto, completamento dell’iniziazione cristiana, pregustazione<br />
della pasqua eterna» (Lettera feste pasquali, 90).<br />
Nel raccomandare di non celebrare in fretta la liturgia eucaristica<br />
nella Veglia pasquale, ma di aver cura che tutti i riti e le parole raggiungano<br />
la massima forza di espressione, specialmente la comunione<br />
eucaristica, momento di piena partecipazione al mistero celebrato in<br />
questa notte santa, è auspicabile – rimettendo agli Ordinari dei luoghi<br />
la valutazione sull’opportunità e le circostanze, nel pieno rispetto<br />
<strong>delle</strong> norme liturgiche: cf. Redemptionis Sacramentum, 100-107 – che<br />
sia raggiunta la pienezza del segno eucaristico con la comunione della<br />
veglia pasquale ricevuta sotto le specie del pane e del vino (cf. Lettera<br />
feste pasquali, 91 e 92).<br />
L’ottava pasquale come le Messe domenicali del tempo pasquale<br />
sono particolarmente significative per i neofiti (cf. Ordo initiationis<br />
christianae adultorum, 37-40 e 235-239). È consuetudine che i fanciulli<br />
facciano la loro Prima Comunione in queste domeniche (cf. Lettera<br />
feste pasquali, 103). Si raccomanda che, soprattutto nell’ottava di<br />
Pasqua, la santa Comunione venga portata agli infermi (Lettera feste<br />
pasquali, 104).<br />
Durante il tempo pasquale i pastori ricordino il significato del precetto<br />
della Chiesa di ricevere in questo tempo la santa Comunione (cf.<br />
CIC can. 920), facendo in modo che tale precetto non venga percepito<br />
in modo minimalistico, ma come il punto fermo e imprescindibile di<br />
una partecipazione eucaristica che deve interessare tutta la vita ed esprimersi<br />
regolarmente almeno in tutte le domeniche.<br />
Giovedì Santo<br />
10. È noto il valore della Messa crismale, che secondo la tradizione<br />
si celebra il Giovedì della Settimana Santa (per motivi pastorali può<br />
2
30<br />
anticiparsi in altro giorno, purché vicino alla Pasqua: cf. Caeremoniale<br />
Episcoporum, 275). Oltre a chiamare i presbiteri <strong>delle</strong> diverse parti<br />
della diocesi a concelebrare con il Vescovo, si invitino con insistenza<br />
anche i fedeli a partecipare a questa Messa e a ricevere il sacramento<br />
dell’Eucaristia durante la sua celebrazione (cf. Lettera feste pasquali,<br />
35).<br />
Per ricordare, soprattutto ai sacerdoti, il Mistero eucaristico del Giovedì<br />
Santo, fin dall’inizio del suo pontificato, il Santo Padre Giovanni<br />
Paolo II ha inviato una Lettera ai sacerdoti (nel 2003 la Lettera Enciclica<br />
Ecclesia de Eucharistia).<br />
Per il significato speciale che questo giorno riveste (cf. Caeremoniale<br />
Epicoporum, 97), tutta l’attenzione deve rivolgersi ai misteri soprattutto<br />
commemorati nella Messa “nella cena del Signore”: l’istituzione<br />
dell’Eucaristia, l’istituzione del sacerdozio ministeriale e il comando<br />
del Signore sulla carità fraterna.<br />
Opportune indicazioni celebrative e pastorali circa la Messa vespertina<br />
del Giovedì Santo, la processione eucaristica al termine di essa<br />
e l’adorazione del Santissimo Sacramento sono rinvenibili nella citata<br />
Lettera circolare sulla preparazione e celebrazione <strong>delle</strong> feste pasquali,<br />
44-57 e nel Direttorio su pietà popolare e liturgia, 141.<br />
Solennità del SS.mo Corpo e Sangue di Cristo<br />
11. Questa festa, «estesa nel 1264 da papa Urbano IV a tutta la Chiesa<br />
latina, da una parte costituì una risposta di fede e di culto a dottrine<br />
ereticali sul mistero della presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, dall’altra<br />
fu il coronamento di un movimento di ardente devozione verso<br />
l’augusto Sacramento dell’altare» (Direttorio pietà popolare, 160).<br />
La festa del Corpus Domini ispirò nuove forme di pietà eucaristica<br />
nel popolo di Dio, giunte fino a noi (cf. Direttorio pietà popolare,<br />
160-163). Tra esse la processione, che rappresenta la forma tipo <strong>delle</strong><br />
processioni eucaristiche: prolunga la celebrazione dell’Eucaristia in<br />
modo che il popolo cristiano «renda pubblica testimonianza di fede e di<br />
venerazione verso il Santissimo Sacramento» (De sacra communione,<br />
101; cf. CIC, can. 944). Pertanto «si viva, quest’anno, con particolare<br />
fervore la solennità del Corpus Domini con la tradizionale processione.<br />
La fede nel Dio che, incarnandosi, si è fatto nostro compagno di viaggio<br />
sia proclamata dovunque e particolarmente per le nostre strade e fra le
nostre case, quale espressione del nostro grato amore e fonte di inesauribile<br />
benedizione» (Mane nobiscum Domine, 18).<br />
Un accento spiccatamente eucaristico potrà opportunamente assumere<br />
anche la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù.<br />
Celebrazione eucaristica e Liturgia <strong>delle</strong> Ore<br />
12. «La Liturgia <strong>delle</strong> Ore estende alle diverse ore del giorno le prerogative<br />
del mistero eucaristico, “centro e culmine di tutta la vita della<br />
comunità cristiana”: la lode e il rendimento di grazie, la memoria dei<br />
misteri della salvezza, le suppliche e la pregustazione della gloria celeste.<br />
La celebrazione dell’Eucaristia viene anche preparata ottimamente<br />
mediante la Liturgia <strong>delle</strong> Ore, in quanto per suo mezzo vengono suscitate<br />
e accresciute le disposizioni necessarie alla fruttuosa celebrazione<br />
dell’Eucaristia, quali sono la fede, la speranza, la carità, la devozione e<br />
il desiderio dell’abnegazione di sé» (IGLH, 12).<br />
Nella celebrazione comune, quando le circostanze lo suggeriscono,<br />
si può fare una unione più stretta tra la Messa e una Ora dell’Ufficio<br />
– Lodi mattutine, Ora Media, Vespri –, secondo le indicazioni e la normativa<br />
vigente (cf. IGLH, 93-97).<br />
Adorazione eucaristica<br />
13. La riserva del Corpo di Cristo per la comunione agli infermi<br />
portò i fedeli alla lodevole consuetudine di raccogliersi in preghiera per<br />
adorare Cristo realmente presente nel Sacramento conservato nel tabernacolo.<br />
Raccomandata dalla Chiesa a Pastori e fedeli, l’adorazione del<br />
Santissimo è altamente espressiva del legame esistente tra la celebrazione<br />
del Sacrificio del Signore e la sua presenza permanente nell’Ostia<br />
consacrata (cf. De sacra communione, 79-100; Ecclesia de Eucharistia,<br />
25; Mysterium fidei; Redemptionis Sacramentum, 129-141).<br />
Il trattenersi in preghiera presso il Signore Gesù, vivo e vero nel<br />
Santo Sacramento, matura l’unione con lui: dispone alla fruttuosa celebrazione<br />
dell’Eucaristia e prolunga gli atteggiamenti cultuali ed esistenziali<br />
da essa suscitati.<br />
Si esprime, secondo la tradizione della Chiesa, in diverse modalità:<br />
– la semplice visita al Santissimo Sacramento riposto nel tabernacolo:<br />
31
32<br />
breve incontro con Cristo suggerito dalla fede nella sua presenza e<br />
caratterizzato dall’orazione silenziosa;<br />
– l’adorazione dinanzi al Santissimo Sacramento esposto, secondo le<br />
norme liturgiche, nell’ostensorio o nella pisside, in forma prolungata<br />
o breve;<br />
– l’adorazione perpetua, quella <strong>delle</strong> Quaranta Ore o in altre forme,<br />
che investono un’intera comunità religiosa, o un’associazione eucaristica,<br />
o una comunità parrocchiale, e forniscono l’occasione per<br />
numerose espressioni di pietà eucaristica (cf. Direttorio pietà popolare,<br />
165).<br />
14. Adorazione e sacra Scrittura. «Durante l’esposizione, orazioni,<br />
canti e letture, si devono disporre in modo che i fedeli in preghiera<br />
orientino e incentrino la loro pietà sul Cristo Signore. Per favorire l’intimità<br />
della preghiera, si predispongano letture della sacra Scrittura con<br />
omelia o brevi esortazioni, che portino i fedeli a un riverente approfondimento<br />
del mistero eucaristico. È bene che alla parola di Dio i fedeli<br />
rispondano col canto e che in momenti opportuni si osservi il sacro<br />
silenzio» (De sacra communione, 95).<br />
15. Adorazione e Liturgia <strong>delle</strong> Ore. «Dinanzi al Santissimo Sacramento<br />
esposto per un tempo prolungato, si può anche celebrare qualche<br />
parte della Liturgia <strong>delle</strong> Ore, specialmente se si tratta <strong>delle</strong> Ore principali.<br />
Con tale celebrazione infatti si estende alle varie ore della giornata<br />
la lode e il rendimento di grazie della celebrazione eucaristica e la<br />
Chiesa rivolge a Cristo, e per mezzo suo al Padre, preghiere e suppliche<br />
a nome del mondo intero» (De sacra communione, 96).<br />
16. Adorazione e Rosario. La lettera apostolica Rosarium Virginis<br />
Mariae ci ha ulteriormente aiutato ad oltrepassare una visione del Rosario<br />
come preghiera semplicemente mariana, invitando a valorizzare<br />
l’impronta eminentemente cristologica di esso: contemplare i misteri di<br />
Cristo con gli occhi e il cuore di Maria, in comunione con lei e sul suo<br />
esempio.<br />
Se rimane vero che durante l’esposizione del Santissimo Sacramento<br />
non si devono compiere altre pratiche devozionali in onore della Vergine<br />
Maria e dei Santi (cf. Direttorio pietà popolare, 165), si comprende<br />
però perché il Magistero non escluda il Rosario: è appunto in forza di
questo suo carattere che va sottolineato e sviluppato. Proprio in vista<br />
dell’Anno dell’Eucaristia il Papa ha scritto: «Lo stesso Rosario, compreso<br />
nel suo senso profondo, biblico e cristocentrico, che ho raccomandato<br />
nella Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae, potrà essere<br />
una via particolarmente adatta alla contemplazione eucaristica, attuata<br />
in compagnia e alla scuola di Maria» (Mane nobiscum Domine 18; cf.<br />
Redemptionis Sacramentum, 137; Direttorio pietà popolare, 165). Pertanto<br />
vanno riscoperti e promossi nella pratica pastorale gli elementi<br />
offerti nella Rosarium Virginis Mariae cap. III. L’ascolto di un testo<br />
biblico, il silenzio meditativo, la clausola cristologica dopo il nome di<br />
Gesù al centro dell’Ave Maria, il Gloria cantato, una adatta preghiera<br />
conclusiva rivolta a Cristo, anche in forma litanica, favoriscono l’indole<br />
contemplativa che qualifica la preghiera davanti al Santissimo custodito<br />
nel tabernacolo o esposto. Recitare il Rosario di fretta, l’assenza di spazio<br />
meditativo, l’insufficiente orientamento cristologico non aiutano a<br />
lasciarsi incontrare da Cristo presente nel Sacramento dell’altare.<br />
Quanto alle litanie della Vergine, che sono un atto cultuale a sé stante<br />
non necessariamente legato al Rosario (cf. Direttorio pietà popolare,<br />
203), esse possono più opportunamente essere sostituite da litanie rivolte<br />
direttamente a Cristo (ad es. le litanie del Cuore di Gesù, del Sangue<br />
di Cristo).<br />
17. Benedizione eucaristica. Processioni e adorazioni eucaristiche<br />
si concludono ordinariamente, quando c’è il sacerdote o il diacono, con<br />
la benedizione con il Santissimo. Gli altri ministri o persone incaricate<br />
dell’esposizione, a conclusione di essa ripongono il Sacramento nel tabernacolo<br />
(cf. De sacra communione, 91).<br />
Poiché la benedizione con il Santissimo Sacramento non è una forma<br />
di pietà eucaristica a sé stante, deve essere preceduta da una breve esposizione,<br />
con un tempo conveniente di preghiera e silenzio. «È vietata<br />
l’esposizione fatta unicamente per impartire la benedizione» (De sacra<br />
communione, 89).<br />
Processioni eucaristiche<br />
18. La processione eucaristica per le vie della città terrena aiuta i<br />
fedeli a sentirsi popolo di Dio che cammina con il suo Signore, proclamando<br />
la fede nel “Dio con noi e per noi” (cf. Redemptionis Sacramen-<br />
33
34<br />
tum, 142-144; Direttorio pietà popolare, 162-163). Ciò vale soprattutto<br />
per la processione eucaristica per eccellenza, quella del Corpus Domini.<br />
È necessario che nelle processioni si osservino le norme che garantiscono<br />
la dignità e la riverenza verso il Santissimo e ne regolano lo svolgimento,<br />
in modo che l’addobbo <strong>delle</strong> vie, l’omaggio dei fiori, i canti e<br />
le preghiere siano una manifestazione di fede nel Signore e di lode a lui<br />
(cf. De sacra communione, 101-108).<br />
Congressi eucaristici<br />
19. Segno di fede e di carità, manifestazione tutta particolare del<br />
culto eucaristico, i congressi eucaristici «si devono considerare come<br />
una “statio” cioè una sosta d’impegno e di preghiera, a cui una comunità<br />
invita la Chiesa universale, o una Chiesa locale le altre Chiese<br />
della medesima regione o della stessa nazione o del mondo intero, per<br />
approfondire <strong>insieme</strong> qualche aspetto del mistero eucaristico e prestare<br />
ad esso un omaggio di pubblica venerazione, nel vincolo della carità e<br />
dell’unità» (De sacra communione, 109).<br />
Per la fruttuosa riuscita del congresso si considerino le indicazioni<br />
date per la sua preparazione e svolgimento in De sacra communione,<br />
110-112.<br />
III. LINEE DI SPIRITUALITÀ EUCARISTICA<br />
20. Un discorso di spiritualità eucaristica esigerebbe molto più di<br />
quanto ci si propone di offrire in queste pagine. In effetti ci limitiamo ad<br />
alcuni “spunti”, nella fiducia che siano le Chiese particolari a riprendere<br />
il discorso, fornendo stimoli e più ampi contenuti per specifiche iniziative<br />
di catechesi e formazione. È importante infatti che l’Eucaristia sia<br />
colta non soltanto negli aspetti celebrativi, ma anche come progetto di<br />
vita e stia alla base di una autentica “spiritualità eucaristica”.<br />
L’Anno dell’Eucaristia è tempo propizio per dilatare lo sguardo oltre<br />
gli aspetti tipicamente celebrativi. Proprio perché è il cuore della<br />
vita cristiana, l’Eucaristia non si conclude tra le pareti della chiesa, ma<br />
esige di trasfondersi nel vissuto di chi vi partecipa. Il sacramento del<br />
Corpo di Cristo è elargito in vista dell’edificazione del Corpo di Cristo<br />
che è la Chiesa. Gli atteggiamenti eucaristici cui siamo educati dalla
celebrazione sono da coltivare nella vita spirituale, tenendo conto della<br />
vocazione e dello stato di vita di ciascuno. L’Eucaristia in verità è alimento<br />
essenziale per tutti i credenti in Cristo, senza distinzione di età e<br />
condizione.<br />
Le considerazioni che qui offriamo disegnano alcune piste di riflessione,<br />
a partire da qualche espressione della stessa liturgia, ripresa dal testo<br />
latino del Messale. Si intende così sottolineare come la spiritualità liturgica<br />
si caratterizzi per il suo ancoraggio ai segni, ai riti, alle parole della<br />
celebrazione e possa trovare in essi sicuro e abbondante nutrimento.<br />
21. Ascolto della Parola<br />
Verbum Domini.<br />
A conclusione <strong>delle</strong> letture della sacra Scrittura, l’espressione Verbum<br />
Domini – Parola di Dio! – ci richiama l’importanza di ciò che esce<br />
dalla bocca di Dio, e ce lo fa sentire non come un testo “lontano”, per<br />
quanto ispirato, ma come parola viva con la quale Dio ci interpella:<br />
siamo nel contesto di un vero «dialogo di Dio col suo popolo, dialogo<br />
in cui vengono proclamate le meraviglie della salvezza e continuamente<br />
riproposte le esigenze dell’Alleanza» (Dies Domini, 41).<br />
La liturgia della Parola è una parte costitutiva dell’Eucaristia (cf.<br />
SC, 56; Dies Domini, 39-41). Ci raccogliamo in assemblea liturgica per<br />
ascoltare ciò che il Signore ha da dirci: a tutti e a ciascuno. Egli parla<br />
ora e qui, a noi che lo ascoltiamo con fede, credendo che Egli solo ha<br />
parole di vita eterna, che la sua parola è lampada ai nostri passi.<br />
Partecipare all’Eucaristia vuol dire ascoltare il Signore al fine di mettere<br />
in pratica quanto ci manifesta, ci chiede, desidera dalla nostra vita.<br />
Il frutto dell’ascolto di Dio che ci parla quando nella chiesa si leggono<br />
le sacre Scritture (cf. SC, 7) matura nel vissuto quotidiano (cf. Mane<br />
nobiscum Domine, 13).<br />
L’atteggiamento dell’ascolto sta al principio della vita spirituale.<br />
Credere in Cristo è ascoltare la sua parola e metterla in pratica. È docilità<br />
alla voce dello Spirito, il Maestro interiore che ci guida alla verità<br />
tutta intera, non soltanto alla verità da conoscere ma anche alla verità<br />
da praticare.<br />
Per ascoltare davvero il Signore nella liturgia della Parola, occorre<br />
essere affinati nell’udito del cuore. A ciò prepara la lettura personale<br />
<strong>delle</strong> sacre Scritture, in tempi e occasioni programmate e non lasciate<br />
ad eventuali ritagli di tempo. E perché quanto ascoltato nella celebra-<br />
3
3<br />
zione eucaristica non sparisca dalla mente e dal cuore con l’uscita di<br />
chiesa, occorre trovare modi per prolungare l’ascolto di Dio, il quale<br />
ci fa giungere la sua voce in mille modi, attraverso le circostanze della<br />
vita quotidiana.<br />
22. Conversione<br />
Agnoscamus peccata nostra ut apti simus ad sacra mysteria celebranda.<br />
Kyrie eleison, Christe eleison<br />
Domine Deus, Agnus Dei, Filius Patris, qui tollis peccata mundi,<br />
miserere nobis<br />
Agnus Dei qui tollis peccata mundi: miserere nobis<br />
Domine non sum dignus ut intres…<br />
Come si vede dai testi citati, la dimensione penitenziale è ben presente<br />
nella celebrazione eucaristica. Essa emerge non solo all’inizio<br />
nell’atto penitenziale, con le sue varie formule di invocazione della misericordia,<br />
ma anche nella supplica a Cristo nel canto del Gloria, nel<br />
canto dell’Agnus Dei durante la frazione del Pane, nella preghiera che<br />
rivolgiamo al Signore prima di partecipare al convito eucaristico.<br />
L’Eucaristia stimola alla conversione e purifica il cuore penitente,<br />
cosciente <strong>delle</strong> proprie miserie e desideroso del perdono di Dio, pur non<br />
sostituendosi alla confessione sacramentale, unico modo ordinario, per<br />
i peccati gravi, per ricevere la riconciliazione con Dio e con la Chiesa.<br />
Tale atteggiamento dello spirito deve prolungarsi nelle nostre giornate,<br />
sostenuto dall’esame di coscienza, ossia il confrontare pensieri,<br />
parole, opere, omissioni, con il Vangelo di Gesù.<br />
Vedere con trasparenza le nostre miserie ci libera dall’autocompiacimento,<br />
ci mantiene nella verità davanti a Dio, ci porta a confessare<br />
la misericordia del Padre che sta nei cieli, ci mostra il cammino che<br />
ci attende, ci conduce al sacramento della Penitenza. Ci apre poi alla<br />
lode e al rendimento di grazie. Ci aiuta infine ad essere benevoli verso<br />
il prossimo, a compatirlo nelle sue fragilità e a perdonarlo. Il monito di<br />
Gesù a riconciliarci con il fratello, prima di portare l’offerta all’altare<br />
(cf. Mt 5, 23-24), e l’appello di Paolo a verificare la nostra coscienza<br />
prima della partecipazione all’Eucaristia (ciascuno esamini se stesso e<br />
poi mangi il pane e beva al calice: 1Cor 11, 28), vanno presi sul serio.<br />
Senza la coltivazione di questi atteggiamenti, l’Eucaristia viene disattesa<br />
in una sua dimensione profonda.
23. Memoria<br />
Memores igitur, Domine, eiusdem Filii tui salutiferae passionis necnon<br />
mirabilis resurrectionis et ascensionis in caelum (Preghiera eucaristica<br />
III)<br />
«Se i cristiani celebrano l’Eucaristia fin dalle origini e in una forma<br />
che, sostanzialmente, non è cambiata attraverso la grande diversità dei<br />
tempi e <strong>delle</strong> liturgie, è perché ci sappiamo vincolati dal comando del<br />
Signore, dato la vigilia della sua Passione: “Fate questo in memoria di<br />
me” (1Cor 11, 24-25)» (CCC, 1356).<br />
L’Eucaristia è, in senso specifico, “memoriale” della morte e risurrezione<br />
del Signore. Celebrando l’Eucaristia la Chiesa fa memoria di<br />
Cristo, di quanto ha fatto e ha detto, della sua incarnazione, morte, risurrezione,<br />
ascensione al cielo. In lui fa memoria dell’intera storia della<br />
salvezza, prefigurata nell’antica alleanza.<br />
Fa memoria di ciò che Dio – Padre, Figlio e Spirito Santo – ha fatto<br />
e fa per l’umanità intera, dalla creazione alla “ricreazione” in Cristo,<br />
nell’attesa del suo ritorno alla fine dei tempi per ricapitolare in sé tutte<br />
le cose.<br />
Il “memoriale” eucaristico, passando dalla celebrazione nei nostri<br />
atteggiamenti vitali, ci spinge a fare memoria grata di tutti i doni ricevuti<br />
da Dio in Cristo. Ne scaturisce una vita segnata dalla “gratitudine”,<br />
dal senso di “gratuità” e <strong>insieme</strong> dal senso di “responsabilità”.<br />
In effetti, ricordare ciò che Dio ha fatto e fa per noi nutre il cammino<br />
spirituale. La preghiera del Padre nostro ci ricorda che siamo figli del<br />
Padre che sta nei cieli, fratelli di Gesù, segnati dallo Spirito Santo che è<br />
stato effuso nei nostri cuori.<br />
Ricordare i doni di natura (la vita, la salute, la famiglia…) tiene vivo<br />
il ringraziamento e l’impegno a valorizzarli.<br />
Ricordare i doni di grazia (il battesimo e gli altri sacramenti; le virtù<br />
cristiane…) tiene vivo, <strong>insieme</strong> al ringraziamento, l’impegno a non vanificare<br />
questi “talenti” e piuttosto a farli fruttificare.<br />
24. Sacrificio<br />
Hoc est Corpus meum. Hic est calix Sanguinis mei novi et aeterni<br />
testamenti<br />
Te igitur, clementissime Pater, per Iesum Christum, Filium tuum,<br />
Dominum nostrum, supplices rogamus ac petimus, uti accepta habeas<br />
et benedicas haec dona, haec munera, haec sancta sacrificia illibata.<br />
3
3<br />
Memento, Domine, …omnium circustantium, quorum tibi fides cognita<br />
est et nota devotio, pro quibus tibi offerimus: vel qui tibi offerunt<br />
hoc sacrificium laudis.<br />
Hanc igitur oblationem servitutis nostrae, sed et cunctae familiae<br />
tuae (Preghiera eucaristica I)<br />
Offerimus tibi, gratias referentes, hoc sacrificium vivum et sanctum<br />
(Preghiera eucaristica III)<br />
L’Eucaristia è sacramento del sacrificio pasquale di Cristo. Dall’incarnazione<br />
nel grembo della Vergine fino all’ultimo respiro sulla croce,<br />
la vita di Gesù è un olocausto incessante, un perseverante consegnarsi<br />
ai disegni del Padre. Il culmine è il sacrificio di Cristo sul Calvario:<br />
«ogni volta che il sacrificio della croce, “col quale Cristo, nostro agnello<br />
pasquale, è stato immolato” (1Cor 5, 7), viene celebrato sull’altare,<br />
si effettua l’opera della nostra redenzione» (Lumen Gentium, 3; CCC,<br />
1364).<br />
Questo unico ed eterno sacrificio viene reso realmente presente nel<br />
sacramento dell’altare. In verità, «il sacrificio di Cristo e il sacrificio<br />
dell’Eucaristia sono un unico sacrificio» (CCC, 1367).<br />
Ad esso la Chiesa associa il suo sacrificio, per divenire un solo corpo<br />
e un solo spirito in Cristo, di cui è segno la comunione sacramentale (cf.<br />
Ecclesia de Eucharistia, 11-16). Partecipare all’Eucaristia, obbedire al<br />
Vangelo che ascoltiamo, mangiare il Corpo e bere il Sangue del Signore<br />
vuol dire fare della nostra vita un sacrificio a Dio gradito: per Cristo,<br />
con Cristo e in Cristo.<br />
Come l’azione rituale dell’Eucaristia è fondata sul sacrificio offerto<br />
da Cristo una volta per tutte nei giorni della sua esistenza terrena (cf. Eb<br />
5, 7-9) e lo ripresenta sacramentalmente, così la nostra partecipazione<br />
alla celebrazione deve portare con sé l’offerta della nostra esistenza.<br />
Nell’Eucaristia la Chiesa offre il sacrificio di Cristo offrendosi con lui<br />
(cf. SC, 48; IGMR, 79, f; Ecclesia de Eucharistia, 13).<br />
La dimensione sacrificale dell’Eucaristia impegna dunque la vita.<br />
Da qui la spiritualità del sacrificio, del dono di sé, della gratuità, dell’oblatività<br />
richiesta dal vivere cristianamente.<br />
Nel pane e nel vino che portiamo all’altare è significata la nostra<br />
esistenza: la sofferenza e l’impegno di vivere come Cristo e secondo il<br />
comandamento dato ai suoi discepoli.<br />
Nella comunione al Corpo e al Sangue di Cristo è significato il nostro<br />
“eccomi” a lasciare pensare, parlare, operare lui in noi.
La spiritualità eucaristica del sacrificio dovrebbe permeare le nostre<br />
giornate: il lavoro, le relazioni, le mille cose che facciamo; l’impegno<br />
nel praticare la vocazione di sposi, genitori, figli; la dedizione al ministero<br />
per chi è vescovo, presbitero, diacono; la testimonianza <strong>delle</strong><br />
persone consacrate; il senso “cristiano” del dolore fisico e della sofferenza<br />
morale; la responsabilità di edificare la città terrena, nelle varie<br />
dimensioni che comporta, alla luce dei valori evangelici.<br />
25. Ringraziamento<br />
Vere dignum et iustum est, aequum et salutare, nos semper et ubique<br />
gratias agere<br />
La vigilia della sua passione, la sera in cui istituì il sacramento del<br />
suo sacrificio pasquale, Gesù prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo<br />
diede ai discepoli… Il rendimento di grazie di Gesù ri-vive in ogni nostra<br />
celebrazione eucaristica.<br />
Il termine “eucaristia”, dalla lingua greca, significa infatti ringraziamento<br />
(cf. CCC, 1328). È una dimensione che emerge a chiare lettere<br />
nel dialogo che introduce la Preghiera eucaristica: all’invito del sacerdote<br />
«Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio», i fedeli rispondono: «È<br />
cosa buona e giusta». L’esordio della Preghiera eucaristica è sempre caratterizzato<br />
da una formula che dice il senso della riunione di preghiera:<br />
«È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza,<br />
rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo…».<br />
Queste formule codificate, mentre dicono ciò che compiamo nella<br />
celebrazione, esprimono un atteggiamento che non dovrebbe venir<br />
meno nello spirito dei rigenerati in Cristo: ringraziare è proprio di chi<br />
si sente gratuitamente amato, rinnovato, perdonato. È giusto e doveroso<br />
ringraziare Dio sempre (tempo) e in ogni luogo (spazio).<br />
Da qui si irradia la spiritualità del ringraziamento per i doni ricevuti<br />
da Dio (la vita, la salute, la famiglia, la vocazione, il battesimo ecc.).<br />
Ringraziare Dio non solo nelle grandi occasioni, ma “sempre”: i Santi<br />
hanno ringraziato il Signore nella prova, nell’ora del martirio (san Cipriano<br />
diede ordine ai suoi di dare 25 monete d’oro al suo carnefice: Atti del<br />
martirio, 3-6, Ufficio <strong>delle</strong> letture del 16 settembre), per la grazia della<br />
croce… Per chi vive lo spirito eucaristico ogni circostanza della vita è occasione<br />
appropriata per ringraziare Dio (cf. Mane nobiscum Domine, 26).<br />
Ringraziare sempre e “in ogni luogo”: negli ambiti del vivere quotidiano,<br />
la casa, i posti di lavoro, gli ospedali, le scuole…<br />
3
40<br />
L’Eucaristia ci educa anche ad unirci al ringraziamento che sale dai<br />
credenti in Cristo sparsi su tutta la terra, unendo il nostro grazie a quello<br />
di Cristo stesso.<br />
26. Presenza di Cristo<br />
Domine vobiscum<br />
Gloria tibi, Domine<br />
Laus, tibi Christe<br />
Mortem tuam annuntiamus, Domine, et tuam resurrectionem confitemur,<br />
donec venias<br />
Ecce Agnus Dei... Domine, non sum dignus...<br />
«Nella celebrazione della Messa sono gradualmente messi in evidenza<br />
i modi principali della presenza di Cristo nella Chiesa. È presente<br />
in primo luogo nell’assemblea stessa dei fedeli riuniti nel suo nome; è<br />
presente nella sua parola, allorché si legge in chiesa la Scrittura e se ne<br />
fa il commento; è presente nella persona del ministro; è presente infine<br />
e soprattutto sotto le specie eucaristiche: una presenza, questa, assolutamente<br />
unica, perché nel sacramento dell’Eucaristia vi è il Cristo tutto<br />
e intero, Dio e uomo, sostanzialmente e ininterrottamente. Proprio per<br />
questo la presenza di Cristo sotto le specie consacrate vien chiamata<br />
reale: “reale non per esclusione, come se le altre non fossero tali, ma per<br />
antonomasia” (Mysterium fidei, 39» (De sacra communione, 6).<br />
«Occorre, in particolare, coltivare, sia nella celebrazione della Messa<br />
che nel culto eucaristico fuori della Messa, la viva consapevolezza<br />
della presenza reale di Cristo, avendo cura di testimoniarla con il tono<br />
della voce, con i gesti, con i movimenti, con tutto l’<strong>insieme</strong> del comportamento»<br />
(Mane nobiscum Domine, 18).<br />
Segno visibile di realtà invisibili, il sacramento contiene ciò che significa.<br />
L’Eucaristia è anzitutto opus Dei: il Signore parla e opera, ora,<br />
qui, per noi, in virtù della potenza dello Spirito (cf. CCC, 1373). La fede<br />
nella sua presenza reale la esprimiamo, ad esempio, nei dialoghi diretti<br />
che rivolgiamo al Signore dopo averne ascoltato la Parola: Lode a te, o<br />
Cristo, e prima di comunicare al suo Corpo e Sangue: O Signore, non<br />
sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e<br />
io sarò salvato.<br />
La celebrazione dell’Eucaristia dovrebbe portarci ad esclamare,<br />
come gli Apostoli dopo aver incontrato il Risorto: «Abbiamo visto il<br />
Signore!» (Gv 20, 25). La comunione con il Corpo e il Sangue di Cristo
è comunione con il Risorto, farmaco di immortalità, pegno della gloria<br />
futura.<br />
La presenza, il calore, la luce del Dio con noi devono rimanere in noi<br />
e trasparire in tutta la nostra vita. Fare comunione con Cristo ci aiuta a<br />
“vedere” i segni della divina presenza nel mondo e a “manifestarli” a<br />
quanti incontriamo.<br />
27. Comunione e carità<br />
Una voce dicentes<br />
Concede, ut, qui Corpore et Sanguine Filii tui reficimur, Spiritu eius<br />
Sancto repleti, unum corpus et unus spiritus inveniamur in Christo<br />
(Preghiera eucaristica III)<br />
“Populo congregato”: con queste parole inizia l’Ordo Missae. Il segno<br />
della croce al principio della Messa manifesta che la Chiesa è il<br />
popolo radunato nel nome della Trinità.<br />
Il convenire tutti, nello stesso luogo, per celebrare i santi misteri è<br />
rispondere al Padre celeste che chiama i suoi figli, per stringerli a sé per<br />
Cristo, nell’amore dello Spirito Santo.<br />
L’Eucaristia non è azione privata, ma azione di Cristo che associa<br />
sempre a sé la Chiesa con vincolo sponsale indissolubile (cf. Mane nobiscum<br />
Domine, cap. III).<br />
Nella liturgia della Parola ascoltiamo la medesima Parola divina,<br />
sorgente di comunione tra tutti coloro che la mettono in pratica.<br />
Nella liturgia eucaristica presentiamo, nel pane e nel vino, l’offerta<br />
della nostra vita: è la “comune” offerta della Chiesa che, nei santi misteri,<br />
si dispone a far comunione con Cristo.<br />
In virtù dell’azione dello Spirito Santo, nell’offerta della Chiesa si<br />
rende presente il sacrificio di Cristo («Guarda con amore e riconosci<br />
nell’offerta della tua Chiesa, la vittima immolata per la nostra redenzione»):<br />
una sola offerta spirituale gradita al Padre, per Cristo, con Cristo,<br />
in Cristo. Il frutto di questa associazione al “sacrificio vivo e santo” è<br />
rappresentato dalla comunione sacramentale: «e a noi, che ci nutriamo<br />
del corpo e sangue del tuo Figlio, dona la pienezza dello Spirito Santo<br />
perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito» (Preghiera<br />
eucaristica III).<br />
Ecco la sorgente incessante della comunione ecclesiale, illustrata da<br />
san Giovanni con la similitudine della vite e dei tralci e da san Paolo<br />
con quella del corpo. L’Eucaristia fa la Chiesa (cf. Ecclesia de Euchari-<br />
41
42<br />
stia), colmandola della carità di Dio e spronandola alla carità. Il presentare,<br />
<strong>insieme</strong> al pane e al vino, anche offerte in denaro o altri doni per<br />
i poveri ricorda che l’Eucaristia è impegno alla solidarietà e alla condivisione.<br />
A tal proposito il Santo Padre ha fatto un appello accorato:<br />
«Perché dunque non fare di questo Anno dell’Eucaristia un periodo in<br />
cui le comunità diocesane e parrocchiali si impegnano in modo speciale<br />
ad andare incontro con fraterna operosità a qualcuna <strong>delle</strong> tante povertà<br />
del nostro mondo?» (Mane nobiscum Domine, 28).<br />
La preghiera liturgica, pur coinvolgendo i singoli partecipanti, è<br />
sempre formulata al “noi”: è la voce della Sposa che loda e supplica,<br />
una voce dicentes.<br />
Gli stessi atteggiamenti assunti dai partecipanti manifestano la comunione<br />
tra membra dell’unico organismo. «L’atteggiamento comune<br />
del corpo, da osservarsi da tutti i partecipanti, è segno dell’unità dei<br />
membri della comunità cristiana riuniti per la sacra Liturgia: manifesta<br />
infatti e favorisce l’intenzione e i sentimenti dell’animo di coloro che<br />
partecipano» (IGMR, 42).<br />
Lo scambio della pace prima della Comunione (o prima di presentare<br />
i doni all’altare, come nel rito ambrosiano) è espressivo della “comunione<br />
ecclesiale” necessaria per fare comunione sacramentale con<br />
Cristo. Il frutto della Comunione è l’edificazione della Chiesa, riflesso<br />
visibile della comunione trinitaria (cf. Ecclesia de Eucharistia, 34).<br />
Da qui la spiritualità di comunione (cf. Novo Millennio ineunte, 43-<br />
45): richiesta dall’Eucaristia e suscitata dalla celebrazione eucaristica<br />
(cf. Mane nobiscum Domine, 20-21).<br />
La comunione tra gli sposi è modellata, purificata, nutrita dalla partecipazione<br />
all’Eucaristia.<br />
Il ministero dei pastori della Chiesa e la docilità dei fedeli al loro<br />
magistero è tonificato dall’Eucaristia.<br />
La comunione alle sofferenze di Cristo è sigillata per i fedeli malati<br />
dalla partecipazione all’Eucaristia.<br />
La riconciliazione sacramentale, dopo i nostri “smarrimenti”, è coronata<br />
dalla comunione eucaristica.<br />
La comunione tra molteplici carismi, funzioni, servizi, gruppi, movimenti<br />
all’interno della Chiesa è assicurata dal santo mistero dell’Eucaristia.<br />
La comunione tra persone impegnate in varie attività, servizi, associazioni<br />
di una parrocchia, è manifestata dalla partecipazione alla medesima<br />
Eucaristia.
La tessitura di rapporti di pace, intesa, concordia, nella città terrena<br />
è sostenuta dal sacramento del Dio con noi e per noi.<br />
28. Silenzio<br />
Quiesce in Domino et exspecta eum (Ps 37, 7)<br />
Nel ritmo celebrativo, il silenzio è necessario per il raccoglimento,<br />
l’interiorizzazione, la preghiera interiore (cf. Mane nobiscum Domine,<br />
18). Non è vuoto, assenza, bensì presenza, ricettività, reazione davanti<br />
a Dio che parla a noi, qui e ora, ed opera per noi, qui e ora. «Sta in silenzio<br />
davanti al Signore», ricorda il Sal 37(36), 7.<br />
In verità la preghiera, con le sue diverse sfumature – lode, supplica,<br />
invocazione, grido, lamento, ringraziamento – prende corpo a partire<br />
dal silenzio.<br />
Tra gli altri momenti, nella celebrazione dell’Eucaristia ha particolare<br />
rilievo il silenzio dopo l’ascolto della Parola di Dio (cf. Ordo Lectionum<br />
Missae, 28; IGMR, 128, 130, 136) e soprattutto dopo la comunione<br />
al Corpo e al Sangue del Signore (cf. IGMR,164).<br />
Questi tempi di silenzio sono in certo senso prolungati, al di fuori<br />
della celebrazione, nel raccolto sostare in adorazione, preghiera, contemplazione<br />
davanti al Santissimo Sacramento.<br />
Lo stesso silenzio della tradizione monastica, quello dei tempi di<br />
esercizi spirituali, di giornate di ritiro, non sono forse il prolungare quei<br />
momenti di silenzio caratteristici della celebrazione eucaristica affinché<br />
possa radicarsi e portare frutto in noi la presenza del Signore?<br />
Occorre passare dall’esperienza liturgica del silenzio (cf. Lettera<br />
apostolica Spiritus et Sponsa, 13) alla “spiritualità” del silenzio, alla<br />
dimensione contemplativa della vita. Se non è ancorata al silenzio, la<br />
parola può deperire, trasformarsi in rumore, addirittura in stordimento.<br />
29. Adorazione<br />
Procidebant ante sedentem in trono et adorabant viventem in saecula<br />
saeculorum (Ap 4, 10)<br />
La posizione che assumiamo durante la celebrazione dell’Eucaristia<br />
– in piedi, seduti, in ginocchio – rinvia ad atteggiamenti del cuore. È<br />
una gamma di vibrazioni quella della comunità orante.<br />
Se lo stare in piedi confessa la libertà filiale donataci dal Cristo pasquale,<br />
il quale ci ha rialzati dalla schiavitù del peccato; lo stare seduti<br />
esprime la ricettività cordiale di Maria, che sedutasi a piedi di Gesù ne<br />
43
44<br />
ascoltava la parola; lo stare in ginocchio o profondamente inchinati dice<br />
il farci piccoli davanti all’Altissimo, davanti al Signore (cf. Fil 2, 10).<br />
Il genuflettere davanti all’Eucaristia, come fanno il sacerdote e i fedeli<br />
(cf. IGMR, 43), esprime la fede nella presenza reale del Signore<br />
Gesù nel Sacramento dell’altare (cf. CCC, 1387).<br />
Riflettendo quaggiù, nei santi segni, la liturgia celebrata nel santuario<br />
del cielo, imitiamo i vegliardi: «si prostravano davanti a Colui che<br />
siede sul trono e adoravano Colui che vive nei secoli dei secoli» (Ap 4,<br />
10).<br />
Se nella celebrazione dell’Eucaristia adoriamo il Dio con noi e per<br />
noi, tale sentire dello spirito deve prolungarsi e riconoscersi anche in<br />
tutto ciò che facciamo, pensiamo, operiamo. La tentazione, sempre insidiosa<br />
nel curare gli affari di questo mondo, è quella di piegare le nostre<br />
ginocchia davanti a degli idoli e non più a Dio solo.<br />
Le parole con cui Gesù contraddice le suggestioni idolatriche del<br />
diavolo, nel deserto, devono trovare riscontro nel nostro parlare, pensare,<br />
agire quotidiano: «Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto»<br />
(Mt 4, 10).<br />
Il piegare il ginocchio davanti all’Eucaristia, adorando l’Agnello che<br />
ci concede di fare Pasqua con lui, ci educa a non prostrarci a idoli costruiti<br />
dalle mani dell’uomo e ci sostiene nell’obbedire con fedeltà, docilità,<br />
venerazione, a colui che riconosciamo unico Signore della Chiesa<br />
e del mondo.<br />
30. Gioia<br />
Et ideo, choris angelicis sociati, te laudamus in gaudio confitentes:<br />
Sanctus<br />
Propter quod caelestia tibi atque terrestria canticum novum concinunt<br />
adorando… (prefazio II della SS.ma Eucaristia)<br />
«Per essenza, la gioia cristiana è partecipazione alla gioia insondabile,<br />
<strong>insieme</strong> divina e umana, che è nel cuore di Gesù Cristo glorificato»<br />
(Gaudete in Domino, II), e questa partecipazione alla gioia del Signore<br />
«non si può dissociare dalla celebrazione del mistero eucaristico» (ivi,<br />
IV), in modo particolare dall’Eucaristia celebrata nel “dies Domini”.<br />
«Il carattere festoso dell’Eucaristia domenicale esprime la gioia che<br />
Cristo trasmette alla sua Chiesa attraverso il dono dello Spirito. La gioia<br />
è appunto uno dei frutti dello Spirito Santo (cf. Rm 14, 17; Gal 5, 22)»<br />
(Dies Domini, 56).
Diversi sono gli elementi che nella Messa sottolineano la gioia dell’incontro<br />
con Cristo e con i fratelli, sia nelle parole (si pensi al Gloria,<br />
al prefazio) che nei gesti e nel clima festivo (l’accoglienza, gli ornamenti<br />
floreali e l’uso di adeguato accompagnamento musicale, secondo<br />
quanto è consentito dai tempi liturgici).<br />
Una espressione della gioia del cuore è il canto, il quale non è abbellimento<br />
esteriore della celebrazione eucaristica (cf. IGMR, 39; Dies<br />
Domini, 50; Chirografo per il centenario del Motu Proprio “Tra le sollecitudini”<br />
sulla musica sacra).<br />
L’assemblea celeste, a cui quella eucaristica si unisce celebrando i<br />
santi misteri, canta con gioia le lodi dell’Agnello immolato e vivente in<br />
eterno, perché con lui non c’è più lutto, né pianto, né lamento.<br />
Il “cantare la Messa” e non semplicemente durante la Messa, ci permette<br />
di sperimentare che il Signore Gesù viene a far comunione con<br />
noi «perché la sua gioia sia in noi e la nostra gioia sia piena» (cf. Gv 15,<br />
11; 16, 24; 17, 13). Ci colmerai di gioia, Signore, con la tua presenza!<br />
La gioia della celebrazione eucaristica si riverbera nella domenica,<br />
insegnandoci a rallegrarci nel Signore, sempre. A gustare la gioia dell’incontro<br />
fraterno e dell’amicizia. A condividere la gioia ricevuta in<br />
dono (cf. Dies Domini, 55-58).<br />
Sarebbe un controsenso per chi partecipa all’Eucaristia lasciarsi dominare<br />
dalla tristezza. La letizia cristiana non nega la sofferenza, la<br />
preoccupazione, il dolore; sarebbe una risibile ingenuità. Nel pianto<br />
della semina insegna a scorgere la gioia del raccolto. Nella sofferenza<br />
del venerdì santo fa attendere il gaudio del mattino di Pasqua.<br />
L’Eucaristia educa a gioire <strong>insieme</strong> agli altri, senza trattenere soltanto<br />
per sé la gioia ricevuta in dono. Il Dio con noi e per noi pone il<br />
sigillo della sua presenza nelle nostre tristezze, tra i nostri dolori, in noi<br />
sofferenti. Chiamandoci a far comunione con sé, Egli ci consola in ogni<br />
nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si<br />
trovano in qualsiasi genere di afflizione (cf. 2Cor 1, 4).<br />
31. Missione<br />
Oratio universalis<br />
«Vere Sanctus es, Domine, …quia per Filium tuum,… Spiritus Sancti<br />
operante virtute, …populum tibi congregare non desinis, ut a solis<br />
ortu usque ad occasum oblatio munda offeratur nomini tuo (Preghiera<br />
eucaristica IIII)<br />
4
4<br />
Benedicat vos omnipotens Deus… Ite, missa est<br />
Costituita da credenti di ogni lingua, popolo e nazione, la Chiesa è<br />
frutto della missione che Gesù ha affidato agli Apostoli ed è incessantemente<br />
investita del mandato missionario (cf. Mt 28, 16-20). «Dalla<br />
perpetuazione nell’Eucaristia del sacrificio della Croce e dalla comunione<br />
col Corpo e Sangue di Cristo la Chiesa trae la necessaria forza<br />
spirituale per compiere la sua missione. Così l’Eucaristia si pone come<br />
fonte e <strong>insieme</strong> come culmine di tutta l’evangelizzazione, poiché il suo<br />
fine è la comunione degli uomini con Cristo e in Lui col Padre e con lo<br />
Spirito Santo» (Ecclesia de Eucharistia, 22).<br />
Nella preghiera universale, nella Preghiera eucaristica, nelle orazioni<br />
di messe per varie necessità, l’intercessione della Chiesa celebrante<br />
i santi misteri abbraccia l’orizzonte del mondo, le gioie e le tristezze<br />
dell’umanità, le sofferenze e il grido dei poveri, l’anelito di giustizia e<br />
di pace che attraversa la terra (cf. Mane nobiscum Domine, 27-28).<br />
Il congedo con cui si conclude la celebrazione eucaristica non è semplicemente<br />
la comunicazione del termine dell’azione liturgica: la benedizione,<br />
specialmente con le formule solenni, che precede la dimissione,<br />
ci ricorda che usciamo di chiesa con il mandato di testimoniare al<br />
mondo che siamo “cristiani”. Lo ricorda Giovanni Paolo: «Il congedo<br />
alla fine di ogni Messa costituisce una consegna, che spinge il cristiano<br />
all’impegno per la propagazione del Vangelo e la animazione cristiana<br />
della società» (Mane nobiscum Domine, 24). Il cap. IV della Lettera<br />
Apostolica Mane nobiscum Domine tratta appunto dell’Eucaristia presentata<br />
come principio e progetto di missione.<br />
L’incontro con Cristo non è un talento da seppellire, ma da far fruttificare<br />
in opere e parole. L’evangelizzazione e la testimonianza missionaria<br />
si dipartono dunque come forze centrifughe dal convito eucaristico<br />
(cf. Dies Domini, 45). La missione è portare Cristo, in modo credibile,<br />
negli ambienti di vita, di lavoro, di fatica, di sofferenza, facendo<br />
in modo che lo spirito del Vangelo sia lievito della storia e “progetto”<br />
di relazioni umane improntate alla solidarietà e alla pace. «Potrebbe la<br />
Chiesa realizzare la propria vocazione senza coltivare una costante relazione<br />
con l’Eucaristia, senza nutrirsi di questo cibo che santifica, senza<br />
poggiare su questo sostegno indispensabile alla sua azione missionaria?<br />
Per evangelizzare il mondo c’è bisogno di apostoli “esperti” nella<br />
celebrazione, adorazione e contemplazione dell’Eucaristia» (Giovanni<br />
Paolo II, Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2004, 3).
Come annunciare Cristo senza ritornare, regolarmente a conoscerlo<br />
nei santi misteri?<br />
Come testimoniarlo senza alimentarsi alla sorgente della comunione<br />
eucaristica con lui?<br />
Come partecipare alla missione della Chiesa, superando il rischio<br />
dell’individualismo, senza coltivare il vincolo eucaristico che ci stringe<br />
ad ogni fratello di fede, anzi ad ogni uomo?<br />
Giustamente, l’Eucaristia può essere chiamata anche il Pane della<br />
missione: una bella “figura” in questo senso è il cibo che venne dato<br />
ad Elia, perché continuasse a svolgere la sua missione, senza cedere di<br />
fronte alle difficoltà del cammino: «con la forza datagli da quel cibo,<br />
camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio,<br />
l’Oreb» (1Re 19, 8).<br />
IV. INIZIATIVE E IMPEGNI PASTORALI<br />
32. C’è da pensare che i singoli Vescovi, le Conferenze dei Vescovi, i<br />
Superiori religiosi, non mancheranno di dare indicazioni per il fruttuoso<br />
svolgersi dell’Anno dell’Eucaristia (cf. Mane nobiscum Domine, 5 e<br />
29).<br />
A scopo orientativo si segnalano suggerimenti e proposte.<br />
33. Conferenze dei Vescovi<br />
– Preparare opportuni sussidi – specie dove le <strong>Diocesi</strong> non potranno<br />
farlo – che diano risalto all’Anno dell’Eucaristia, favoriscano la riflessione<br />
di sacerdoti e fedeli, affrontando problematiche dottrinali e<br />
anche quelle pastorali maggiormente sentite nei loro paesi (mancanza<br />
di preti, affievolimento in alcuni sacerdoti dell’importanza della<br />
Messa quotidiana, disaffezione alla Messa domenicale, abbandono<br />
del culto eucaristico…).<br />
– Considerare il tipo e la qualità <strong>delle</strong> trasmissioni televisive e radiofoniche<br />
della celebrazione eucaristica (cf. Dies Domini, 54), utili<br />
specialmente per chi è impossibilitato a partecipare alla Messa (correttezza<br />
<strong>delle</strong> riprese, bontà del commento, bellezza e dignità della<br />
celebrazione per non diffondere prassi discutibili, eccessivo risalto<br />
alla spettacolarità ecc.). Prestare attenzione anche ad altre forme di<br />
preghiera radio-teletrasmesse (favorire adorazioni in chiesa, evitando<br />
che i fedeli si accontentino di seguire l’adorazione tele-trasmessa).<br />
4
4<br />
– Proporre iniziative per l’apertura e la chiusura dell’Anno dell’Eucaristia<br />
nelle singole <strong>Diocesi</strong>.<br />
– Invitare ad approfondimenti Università, Facoltà, Istituti di studio,<br />
Seminari.<br />
– Promuovere congressi eucaristici nazionali.<br />
– Interessare e coinvolgere soprattutto i sacerdoti con iniziative anche<br />
a livello nazionale.<br />
34. <strong>Diocesi</strong><br />
– Curare l’apertura solenne e la chiusura ufficiale dell’Anno dell’Eucaristia,<br />
entro i termini stabiliti per la Chiesa universale, in data utile nelle<br />
singole <strong>Diocesi</strong>: si consiglia una celebrazione “stazionale” in cattedrale<br />
– o luogo adatto – presieduta dal Vescovo; se si crede opportuno,<br />
la celebrazione può cominciare in una chiesa o posto vicino al luogo<br />
della celebrazione, al quale ci si reca in processione al canto <strong>delle</strong> litanie<br />
dei Santi (cf. ad esempio Caeremoniale Episcoporum, 261).<br />
– Valorizzare, in dati giorni e circostanze dell’anno liturgico, la “Messa<br />
stazionale” presieduta dal Vescovo, quale segno di comunione eucaristica<br />
della Chiesa particolare (cf. Mane nobiscum Domine, 22).<br />
– Invitare gli uffici e le commissioni diocesane di settori pastorali (catechetico,<br />
liturgico, arte, musica liturgica, scuola, malati, questioni<br />
sociali, famiglia, clero, vita consacrata, giovani, movimenti…) a<br />
promuovere almeno una iniziativa specifica nel corso dell’anno.<br />
– Promuovere congressi eucaristici (tempi di riflessione e di preghiera).<br />
– Valorizzare gli incontri del clero (partecipazione alla Messa crismale,<br />
ritiri mensili, incontri diocesani o vicariali, esercizi spirituali<br />
annuali, formazione permanente) per approfondire temi eucaristici,<br />
anche a livello pastorale e spirituale.<br />
– Dare un accento eucaristico alla Giornata mondiale di preghiera per<br />
la santificazione dei sacerdoti nella solennità del Sacratissimo Cuore<br />
di Gesù.<br />
– Promuovere la conoscenza di Santi e Sante, specie se con particolare<br />
relazione alla <strong>Diocesi</strong>, che si sono distinti per l’amore all’Eucaristia,<br />
ne hanno predicato il Mistero, hanno scritto su di esso.<br />
– Conoscere il patrimonio di arte diocesana con riferimento eucaristico<br />
– dipinti, sculture, iconografia, altari, tabernacoli, vasi sacri….<br />
–, custodito nelle varie chiese e nei musei diocesani; curare mostre,<br />
letture guidate, pubblicazioni.
– Incrementare l’adorazione perpetua del Santissimo Sacramento individuando<br />
a tale scopo chiese e cappelle adatte, ricordarne l’esistenza<br />
dove già ci sono, procurando che siano aperte soprattutto durante gli<br />
orari congeniali alla gente (cf. Mane nobiscum Domine, 18).<br />
– I giovani siano in particolare sollecitati a porre il tema della XX Giornata<br />
Mondiale della Gioventù “Siamo venuti per adorarlo” (Mt 2, 2), in<br />
rapporto con l’Anno dell’Eucaristia (cf. Mane nobiscum Domine, 30).<br />
Sarebbe significativo un incontro di adorazione eucaristica per giovani<br />
a livello diocesano in prossimità della Domenica <strong>delle</strong> Palme.<br />
– Aprire rubriche di interesse eucaristico su settimanali, riviste diocesane,<br />
siti internet, emittenti radio-televisive locali.<br />
35. Parrocchie<br />
Accogliere l’invito del Santo Padre è fare il possibile, durante questo<br />
Anno, per dare all’Eucaristia domenicale il posto centrale che le compete<br />
nella parrocchia, a giusto titolo chiamata «comunità eucaristica»<br />
(cf. SC, 42; Mane nobiscum Domine, 23; Dies Domini, 35-36; Eucharisticum<br />
mysterium, 26).<br />
In questa luce, si suggeriscono alcune piste:<br />
– Dove c’è bisogno, riordinare o dare un assetto stabile ai luoghi della<br />
celebrazione (altare, ambone, presbiterio) e alla riserva dell’Eucaristia<br />
(tabernacolo, cappella dell’adorazione); dotarsi dei libri liturgici;<br />
curare la verità e bellezza dei segni (vesti, vasi sacri, arredo).<br />
– Incremento o costituzione del gruppo liturgico parrocchiale. Cura<br />
dei ministri istituiti e dei ministri straordinari della Santa Comunione,<br />
dei ministranti, della schola cantorum ecc.<br />
– Dedicare particolare attenzione al canto liturgico, tenendo conto <strong>delle</strong><br />
indicazioni offerte nel recente Chirografo di Giovanni Paolo II<br />
sulla musica sacra.<br />
– Programmare in periodi dell’anno – tempo pasquale, quaresima – incontri<br />
formativi specifici sull’Eucaristia nella vita della Chiesa e del<br />
cristiano; occasione particolarmente propizia, per adulti e ragazzi, è<br />
il tempo di preparazione alla Prima Comunione.<br />
– Riprendere in mano e far conoscere l’Institutio generalis Missalis<br />
Romani (cf. Mane nobiscum Domine, 17) e i Praenotanda dell’Ordo<br />
Lectionum Missae; il De sacra communione et de cultu mysterii eucharistici<br />
extra Missam; la recente Enciclica Ecclesia de Eucharistia<br />
e l’Istruzione che l’ha seguita Redemptionis Sacramentum.<br />
4
0<br />
– Educare allo “stare in chiesa”: cosa fare quando si entra in chiesa; genuflessione<br />
o inchino profondo al Santissimo Sacramento; clima di raccoglimento;<br />
indicazioni per aiutare la partecipazione interiore durante<br />
la Messa, specie in certi momenti (tempi di silenzio, preghiera personale<br />
dopo la comunione) e per educare alla partecipazione esteriore<br />
(modo di acclamare o pronunciare coralmente le parti comuni). Per la<br />
comunione sotto le due Specie ci si attenga alle disposizioni vigenti (cf.<br />
SC, 55; IGMR, 281-287; Redemptionis Sacramentum, 100-107).<br />
– Celebrare convenientemente l’anniversario della dedicazione della<br />
propria chiesa.<br />
– Riscoprire la “propria” chiesa parrocchiale, conoscendo il senso di<br />
quanto abitualmente si vede in essa: lettura guidata dell’altare, ambone,<br />
tabernacolo, iconografia, vetrate, portale, ecc. Il visibile della<br />
chiesa favorisce la contemplazione dell’Invisibile.<br />
– Promuovere – anche indicando modalità pratiche – il culto eucaristico<br />
e la preghiera personale e comunitaria davanti al Santissimo<br />
(cf. Mane nobiscum Domine, 18): visita, adorazione del Santissimo<br />
e benedizione eucaristica, Quaranta Ore, processioni eucaristiche.<br />
Valorizzare in modo conveniente, dopo la Messa nella Cena del Signore<br />
il Giovedì Santo, il prolungarsi dell’adorazione eucaristica (cf.<br />
Direttorio pietà popolare, 141).<br />
– Proporre in particolari circostanze iniziative specifiche (adorazioni<br />
notturne).<br />
– Verificare la regolarità e la dignità nel portare la comunione ai malati.<br />
– Far conoscere l’insegnamento della Chiesa circa il Viatico.<br />
– Accompagnare la vita spirituale di chi, trovandosi in situazioni irregolari<br />
e partecipando alla santa Messa, non può ricevere la comunione<br />
eucaristica.<br />
36. Santuari<br />
L’Anno dell’Eucaristia interpella direttamente anche i santuari, luoghi<br />
già di per sé chiamati ad offrire abbondantemente ai fedeli i mezzi<br />
della salvezza, annunciando con zelo la Parola di Dio, favorendo convenientemente<br />
la vita liturgica, in specie con l’Eucaristia e la celebrazione<br />
della Penitenza, nonché coltivando forme approvate di pietà popolare<br />
(cf. C.I.C. can. 1234, § 1; Direttorio pietà popolare, 261-278).<br />
Speciale interesse di fedeli e pellegrini riguarderà quest’Anno i santuari<br />
eretti a motivo di prodigi eucaristici e di pietà eucaristica.
– Essendo la celebrazione eucaristica il fulcro della molteplice azione<br />
dei santuari (evangelizzazione, carità, cultura), sarà fruttuoso:<br />
• condurre i pellegrini – partendo dalla devozione peculiare del<br />
santuario – a un profondo incontro con Cristo;<br />
• curare l’esemplare svolgimento della celebrazione eucaristica;<br />
• favorire la partecipazione dei vari gruppi alla medesima celebrazione<br />
eucaristica, debitamente articolata e attenta – se è il caso<br />
– alla diversità <strong>delle</strong> lingue, valorizzando anche il canto gregoriano,<br />
almeno nelle melodie più facili, soprattutto per l’Ordinario<br />
della Messa, specie il simbolo di fede e la preghiera del Signore<br />
(cf. Direttorio pietà popolare, 268).<br />
– Assicurare la possibilità della preghiera davanti al Santissimo Sacramento,<br />
curando il raccoglimento e animando momenti di adorazione<br />
comunitaria. Facilitare con una adeguata segnalazione l’individuazione<br />
del luogo del Tabernacolo (cf. IGMR, 314-317; Redemptionis<br />
Sacramentum, 130).<br />
– Incoraggiare la pratica del sacramento della Penitenza, assicurando,<br />
secondo le possibilità, la disponibilità di confessori in orari utili per<br />
le gente (cf. Direttorio pietà popolare, 267).<br />
37. Monasteri, Comunità religiose e Istituti<br />
Dato lo stretto vincolo tra Eucaristia e vita consacrata (cf. Vita consecrata,<br />
95; Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le società<br />
di vita apostolica, Ripartire da Cristo, 26), l’anno dell’Eucaristia deve<br />
risultare uno stimolo in più ad ancorarsi al cuore della propria vocazione<br />
e missione, personalmente e comunitariamente.<br />
In tutte le Regole e Costituzioni è prescritta o raccomandata la Messa<br />
quotidiana e la devozione eucaristica.<br />
– L’anno dell’Eucaristia è un’opportunità per programmare tempi di<br />
riflessione e di verifica:<br />
• sulla qualità della celebrazione eucaristica in comunità;<br />
• sulla fedeltà alle norme liturgiche;<br />
• sull’eredità eucaristica della tradizione del proprio Istituto come<br />
anche sulla situazione presente;<br />
• sulla personale devozione eucaristica.<br />
– Riscoprire nella vita e negli scritti dei propri fondatori - fondatrici la<br />
pietà eucaristica da essi praticata e insegnata.<br />
– Interrogarsi: quale testimonianza di vita eucaristica offrono le per-<br />
1
2<br />
sone di vita consacrata operanti in parrocchie, ospedali, case di cura,<br />
istituzioni educative e scolastiche, penitenziari, centri si spiritualità,<br />
case di accoglienza, santuari, monasteri?<br />
– Verificare se si segue l’orientamento più volte dato dal Magistero<br />
(cf. Dies Domini, 36) di partecipare alla Messa domenicale in parrocchia<br />
e di ben sintonizzarsi con la pastorale della Chiesa diocesana<br />
in cui vivono.<br />
– Incrementare Ore di adorazione del Santissimo Sacramento (cf.<br />
Mane nobiscum Domine, 18).<br />
38. Seminari e case di formazione<br />
Lo speciale Anno dell’Eucaristia interpella le comunità e case di formazione<br />
in cui si preparano i futuri sacerdoti diocesani e religiosi, nonché<br />
i diaconi (cf. Mane nobiscum Domine, 30).<br />
La partecipazione alla mensa della Parola e dell’Eucaristia matura<br />
la risposta vocazionale e la apre alla missione specifica che Dio affida<br />
a quanti Egli stesso sceglie come pastori del suo popolo (cf. Congregazione<br />
per l’Educazione Cattolica, Istruzione sulla formazione liturgica<br />
nei Seminari, 8-27 e Appendice 30-41).<br />
Mentre sostiene il quotidiano cammino di formazione, l’Eucaristia<br />
manifesta ai seminaristi qual è il cuore del loro futuro ministero.<br />
Attenzioni da considerare:<br />
– Coltivare il raccordo tra formazione teologica ed esperienza spirituale<br />
del Mistero eucaristico per una sua più profonda interiorizzazione.<br />
– Cura della partecipazione interiore ed esteriore alla celebrazione della<br />
Messa.<br />
– Conoscenza della teologia liturgica risaltante dai riti e dai testi della<br />
celebrazione eucaristica.<br />
– Conoscenza anche pratica di quanto concerne il rito della Messa e<br />
soprattutto il modo adeguato di celebrarla: funzione dello spazio<br />
celebrativo; il genere dei diversi testi e il modo di pronunciarli, le<br />
sequenze rituali, le parti del Messale, la normativa che regola la celebrazione<br />
eucaristica nei giorni dell’anno, le legittime possibilità di<br />
scelta di formule e formulari.<br />
– Utilità di una certa dimestichezza con la lingua latina e il canto gregoriano,<br />
in modo da poter pregare e cantare in latino quando serve,<br />
radicandosi nella tradizione della Chiesa orante.<br />
– Incremento dell’adorazione eucaristica, sia personale che comuni-
taria, nelle sue varie forme, compresa l’esposizione del Santissimo<br />
Sacramento.<br />
– Conveniente collocazione del Tabernacolo in modo da favorire la<br />
preghiera privata.<br />
39. Associazioni, Movimenti, Confraternite<br />
Lo spirito di comunione, fraternità, condivisione che motiva l’iscrizione<br />
a un’associazione è naturalmente legato al mistero eucaristico.<br />
Esistono confraternite e associazioni esplicitamente intitolate all’Eucaristia,<br />
al Santissimo Sacramento, alla devozione eucaristica.<br />
L’inserimento di associazioni, gruppi e movimenti nella Chiesa, alla<br />
cui edificazione e vitalità contribuiscono, secondo i loro carismi, si manifesta<br />
con il normale ritrovarsi nelle Messe domenicali della parrocchia<br />
(cf. Mane nobiscum Domine, 23; Dies Domini, 36).<br />
L’Anno dell’Eucaristia:<br />
– È un appello a riflettere, verificare, interiorizzare, aggiornare eventualmente<br />
gli Statuti tradizionali.<br />
– È un’occasione per un approfondimento catechetico-mistagogico<br />
dell’Eucaristia.<br />
– È uno stimolo a dedicare più tempo all’adorazione eucaristica, coinvolgendo<br />
anche altre persone in una sorta di “apostolato” eucaristico.<br />
– È un invito a coniugare preghiera e impegno di carità.<br />
V. PERCORSI CULTURALI<br />
40. Questo capitolo è volutamente schematico, ma non per questo di<br />
scarso significato. Il motivo dell’essenzialità è soprattutto il fatto che,<br />
spostandoci sul piano della cultura, ci incontriamo inevitabilmente con<br />
le variegate situazioni <strong>delle</strong> tante Chiese particolari sparse nel mondo,<br />
ciascuna <strong>delle</strong> quali inserita in un determinato contesto, con le sue ricchezze,<br />
le sue peculiarità, la sua storia. Spetta alle Chiese particolari<br />
dare corpo a quanto qui viene ricordato con semplici menzioni tematiche.<br />
Ma non è difficile comprendere quanto sia importante che l’occasione<br />
di questo Anno dell’Eucaristia venga colta anche come stimolo a<br />
scoprire quanto l’Eucaristia sia stata capace, e resti capace, di incidere<br />
fortemente nella cultura umana.<br />
3
4<br />
41. Ricerca storica<br />
Spazi di ricerca si aprono per le Facoltà Teologiche, per le Università<br />
Cattoliche e gli Istituti di studi superiori. Alle Facoltà Teologiche<br />
in particolare si suggerisce come pista significativa di coniugare l’approfondimento<br />
dei fondamenti biblici e dottrinali dell’Eucaristia con<br />
l’approfondimento del vissuto cristiano, specie il vissuto dei Santi.<br />
42. Edifici, monumenti, biblioteche<br />
Cattedrali, monasteri, santuari e non poche chiese rappresentano già<br />
di per sé “un bene culturale” e spesso si qualificano anche come centri<br />
di irradiazione di cultura. In questa prospettiva, l’Anno dell’Eucaristia<br />
può offrire uno stimolo a mettere in luce la tematica eucaristica risaltante<br />
dal patrimonio culturale e artistico, a riflettere su di essa, a promuoverne<br />
la conoscenza.<br />
Mostre, convegni e pubblicazioni di vario tipo possono farsi avvalendosi<br />
anche della collaborazione di istituzioni ed enti ecclesiastici e<br />
non (Università, Facoltà, Centri di studio, Circoli culturali, Editoria).<br />
43. Arte, musica sacra, letteratura<br />
Se da una parte l’arte sacra con tematica eucaristica è testimonianza<br />
della fede creduta, dall’altra è trasmissione di essa al popolo di Dio. Gli<br />
esempi potrebbero essere moltissimi, dai ben noti dipinti che si trovano<br />
nelle catacombe romane alle numerose realizzazioni su questo tema,<br />
compiute sia in Oriente che in Occidente nel corso dei secoli.<br />
La conoscenza della tradizione permette di rendersi conto degli accenti<br />
“eucaristici” che hanno ispirato la produzione artistica nelle epoche<br />
che ci hanno preceduto e di instaurare confronti con la produzione<br />
contemporanea.<br />
Ci limitiamo ad evocare alcuni ambiti tematici:<br />
Quanto all’arte sacra:<br />
– altari, tabernacoli, cappelle<br />
– affreschi, mosaici, miniature, pitture, sculture, arazzi, intarsi<br />
– vasi sacri: calici, pissidi, patene, ostensori<br />
– paramenti: vesti liturgiche, paliotti d’altare, baldacchini, stendardi<br />
– manifatture e carri per le processioni eucaristiche<br />
– arredi peculiari per la reposizione del Santissimo Sacramento il Giovedì<br />
Santo<br />
Per la musica sacra:
– messe<br />
– inni<br />
– sequenze<br />
– mottetti<br />
Per la letteratura, il teatro, la filmografia:<br />
– poesia<br />
– racconti<br />
– romanzi<br />
– rappresentazioni<br />
– film<br />
– documentari<br />
44. Per tutti questi ambiti, i competenti sapranno trovare facilmente<br />
i percorsi giusti, e sarebbe un grande esito dell’Anno dell’Eucaristia<br />
se le ricerche compiute portassero a una maggiore conoscenza e a una<br />
maggiore condivisione di tesori che appartengono alla comune eredità<br />
del cristianesimo nei diversi continenti.<br />
Va in questo senso ciò che il Papa dice nella Mane nobiscum Domine<br />
riferendosi all’Eucaristia anche nei termini di un più forte impegno<br />
a testimoniare «la presenza di Dio nel mondo». Di fronte a orientamenti<br />
culturali che tendono a marginalizzare il contributo cristiano, e<br />
persino a cancellare dalla memoria il suo contributo storico nelle terre<br />
tradizionalmente cristiane, il Papa ha scritto: «Non abbiamo paura di<br />
parlare di Dio e di portare a fronte alta i segni della fede. La “cultura<br />
dell’Eucaristia” promuove una cultura del dialogo, che trova in essa<br />
forza e alimento. Ci si sbaglia a ritenere che il riferimento pubblico alla<br />
fede possa intaccare la giusta autonomia dello Stato e <strong>delle</strong> istituzioni<br />
civili, o che addirittura possa incoraggiare atteggiamenti di intolleranza.<br />
Se storicamente non sono mancati errori in questa materia anche<br />
nei credenti, come ebbi a riconoscere in occasione del Giubileo, ciò va<br />
addebitato non alle “radici cristiane”, ma all’incoerenza dei cristiani nei<br />
confronti <strong>delle</strong> loro radici» (Mane nobiscum Domine, 26).<br />
CONCLUSIONE<br />
Un anno di grazia, di fervore, di mistagogia<br />
45. A conclusione di queste pagine, dopo tanti suggerimenti e proposte,<br />
conviene ritornare a ciò che è più essenziale, ricordando che il
Santo Padre, nella Lettera Apostolica Mane nobiscum Domine, ha parlato<br />
di un “Anno di grazia”. In effetti, tutte le cose che potremo fare<br />
avranno un senso se poste dentro l’ottica del dono di Dio. Le iniziative<br />
non dovranno essere che sentieri aperti, perché la grazia, sempre offerta<br />
dallo Spirito di Dio, scorra con abbondanza, accolta dai singoli e dalle<br />
comunità. L’eccomi della Vergine Santa dovrà ancora una volta dare il<br />
tono all’eccomi di tutta la Chiesa, che continuamente, con il corpo e il<br />
sangue di Cristo, riceve anche il dono della maternità di Maria: “Ecco<br />
tua Madre!” (cf . Ecclesia de Eucharistia, 57).<br />
La riuscita di quest’Anno dipenderà indubbiamente dalla profondità<br />
della preghiera. Siamo invitati a celebrare l’Eucaristia, a riceverla, ad<br />
adorarla, con la fede dei Santi. Come dimenticare, in questa giornata in<br />
cui la liturgia fa memoria di Santa Teresa d’Avila, il fervore della grande<br />
mistica spagnola, dottore della Chiesa? A proposito della comunione<br />
eucaristica, ella scrive: «Non c’è d’andar molto lontano per cercare il<br />
Signore. Fino a quando il calore naturale non ha consumato gli accidenti<br />
del pane, il buon Gesù è in noi: avviciniamoci a Lui!» (Cammino di<br />
perfezione, 8).<br />
Questo Anno speciale dovrà appunto aiutarci a incontrare Gesù nell’Eucaristia<br />
e a vivere di lui. A questo dovrà tendere anche la catechesi<br />
“mistagogica”, che il Papa chiede ai Pastori come impegno speciale<br />
(cf. Mane nobiscum Domine, 17). Facendo eco al suo appello, ci piace<br />
concludere con un tipico brano della mistagogia in Occidente, tratto dal<br />
De Mysteriis (n. 54) di Sant’Ambrogio:<br />
Lo stesso Signore Gesù proclama: “Questo è il mio corpo”. Prima<br />
della benedizione <strong>delle</strong> parole celesti la parola indica un particolare<br />
elemento. Dopo la consacrazione ormai designa il corpo e il sangue di<br />
Cristo. Egli stesso lo chiama suo sangue. Prima della consacrazione lo<br />
si chiama con altro nome. Dopo la consacrazione è detto sangue. E tu<br />
dici: “Amen”, cioè, “È così”. Ciò che pronunzia la bocca, lo affermi lo<br />
spirito. Ciò che enunzia la parola, lo senta il cuore.<br />
Dalla sede della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei<br />
Sacramenti, 15 ottobre 2004, memoria di Santa Teresa di Gesù, vergine<br />
e dottore della Chiesa.<br />
Francis Card. Arinze ✠ Domenico Sorrentino<br />
Prefetto Arcivescovo Segretario
PENITENZIERIA APOSTOLICA<br />
Decreto<br />
circa le Indulgenze<br />
concesse durante l’Anno dell’Eucaristia<br />
Il più grande dei miracoli (Cf. Solennità del SS.mo Corpo e Sangue<br />
di Cristo, Ufficio <strong>delle</strong> Letture, seconda lettura) e supremo memoriale<br />
della Redenzione operata da N. S. Gesù Cristo mediante il suo sangue,<br />
l’Eucaristia, in quanto sacrificio e in quanto sacramento, produce in modo<br />
indefettibile l’unità della Chiesa, la sostiene con la forza della grazia<br />
soprannaturale, la inonda di gioia ineffabile, ed è un aiuto soprannaturale<br />
per nutrire la pietà dei fedeli e spingerli verso l’aumento, anzi verso la<br />
perfezione, della loro vita cristiana.<br />
In considerazione di ciò, mosso dalla sollecitudine verso la Chiesa,<br />
il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, al fine di promuovere il culto e<br />
pubblico e privato verso il Santissimo Sacramento, con la Lettera Apostolica<br />
Mane nobiscum, Domine del 7 ottobre 2004, ha stabilito che fosse<br />
celebrato in tutta la Chiesa un anno apposito, chiamato “Anno dell’Eucaristia”.<br />
Al fine, poi, di esortare i fedeli, nel corso di questo anno, ad una più<br />
profonda conoscenza e ad un più intenso amore verso l’ineffabile “Mistero<br />
della fede”, e affinché ne ricavino sempre più abbondanti frutti<br />
spirituali, il medesimo Beatissimo Padre, nell’Udienza concessa ai sottoscritti<br />
Moderatori della Penitenzieria Apostolica il 17 dicembre c.a.,<br />
ha voluto arricchire di Indulgenze alcuni determinati atti di culto e di<br />
devozione verso il SS.mo Sacramento, qui sotto indicati.<br />
1. Viene concessa l’Indulgenza Plenaria a tutti e ai singoli fedeli, alle<br />
solite condizioni (Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e<br />
preghiera secondo l’intenzione del Sommo Pontefice, con l’animo totalmente<br />
distaccato dall’affetto verso qualunque peccato), ogniqualvolta<br />
partecipino con attenzione e pietà a una sacra funzione o ad un pio<br />
esercizio svolti in onore del SS.mo Sacramento, solennemente esposto o<br />
conservato nel Tabernacolo.
2. È concessa inoltre, alle condizioni sopra ricordate, l’Indulgenza<br />
Plenaria al Clero, ai membri degli Istituti di Vita Consacrata e <strong>delle</strong> Società<br />
di Vita Apostolica e agli altri fedeli tenuti per legge alla recita della<br />
Liturgia <strong>delle</strong> Ore, nonché a quelli che sono soliti dire l’Ufficio Divino<br />
per pura devozione, ogniqualvolta, a conclusione della giornata, recitino<br />
davanti al Signore presente nel tabernacolo, o in comune o privatamente,<br />
il Vespro e la Compieta.<br />
I fedeli, che, impediti per malattia o altre giuste cause di poter visitare<br />
il SS.mo Sacramento dell’Eucaristia in una chiesa o oratorio, potranno<br />
conseguire l’Indulgenza Plenaria in casa propria o dovunque si<br />
trovino a motivo dell’impedimento se, con totale riprovazione d’ogni<br />
peccato, come è stato detto sopra, e con l’intenzione di osservare, non<br />
appena sarà possibile, le tre consuete condizioni, compiranno spiritualmente<br />
con il desiderio del cuore la visita, in spirito di fede nella<br />
reale presenza di Gesù Cristo nel Sacramento dell’Altare, e reciteranno<br />
il Padre Nostro e il Credo, aggiungendo una pia invocazione a Gesù<br />
Sacramentato (p.e. “Sia lodato e ringraziato ogni momento il SS.mo<br />
Sacramento”).<br />
Se non potessero fare neppure questo, otterranno l’Indulgenza Plenaria,<br />
se si uniranno con desiderio interiore a coloro che praticano nel<br />
modo ordinario l’opera prescritta per l’Indulgenza e offriranno a Dio<br />
Misericordioso le infermità e i disagi della loro vita, avendo anch’essi il<br />
proposito di adempiere non appena possibile le tre solite condizioni.<br />
I sacerdoti che svolgono ministero pastorale, soprattutto i parroci, tenendo<br />
presenti i “Suggerimenti e proposte” indicati il 15 ottobre 2004<br />
dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,<br />
informino nel modo più conveniente i loro fedeli di questa salutare<br />
disposizione della Chiesa, si prestino con animo pronto e generoso ad<br />
ascoltare le loro confessioni, e, nei giorni da determinarsi per l’utilità<br />
dei fedeli, guidino in modo solenne pubbliche recite di preghiere a Gesù<br />
Sacramentato.<br />
Infine, nell’impartire la catechesi esortino i fedeli a dare spesso aperte<br />
testimonianze di fede e di venerazione verso il SS.mo Sacramento,<br />
come è proposto nella Concessione generale IV dell’“Enchiridion Indulgentiarium”,<br />
tenendo presenti anche le altre concessioni dello stesso<br />
Enchiridion: n. 7: Adorazione e processione eucaristica, n. 8: Comunione<br />
eucaristica e spirituale, n. 27: Prima Messa dei neosacerdoti e celebrazioni<br />
giubilari di Ordinazione sacerdotale ed episcopale.
Il presente Decreto ha vigore durante l’Anno Eucaristico, a partire<br />
dal giorno stesso della sua pubblicazione su “L’Osservatore Romano”.<br />
Nonostante qualunque contraria disposizione.<br />
Roma, dalla sede della Penitenzieria Apostolica, il 25 dicembre 2004,<br />
nella solennità del Natale del Signore Nostro Gesù Cristo.<br />
✠ James Francis Card. Stafford<br />
Penitenziere Maggiore<br />
Gianfranco Girotti, O.F.M.Conv.<br />
Reggente
0<br />
SUPREMO TRIBUNALE<br />
DELLA SEGNATURA APOSTOLICA<br />
Decreto di costituzione<br />
del Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese<br />
a Tribunale di seconda istanza<br />
per il Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano<br />
di Scutari (Albania)<br />
Prot. n. 4007/2004 SAT.<br />
Viso ac mature perpenso decreto diei 11 Maii 2003, quod huc pervenit<br />
die 6 Novembris 2003, quo, ad normam cann. 1423 et 1439 § 2<br />
Codicis Iuris Canonici et cann. 1067-1086 Codicis Canonum Ecclesiarum<br />
Orientalium, Exc.mus D.nus Angelus Massafra, Praeses Conferentiae<br />
Episcoporum Albaniae atque Archiepiscopus Scodrensis et Exc.<br />
mus Archiepiscopus Dyrracenus-Tiranensis ac Rev.mi Administratores<br />
Apostolici Alexiensis, Pulatensis, Rrësheniensis, Sappensis et Exc.mus<br />
Administrator Apostolicus Albaniae Meridionalis, cum antea seu die 18<br />
Martii 2003 nihil obstare Haec Signatura Apostolica declarasset, erexerunt<br />
in civitate Scodrensi Tribunal Interdioecesanum primae instantiae<br />
pro eadem Archidioecesi Scodrensi ac pro Archidioecesi Dyrracena-Tiranensi<br />
et pro dioecesibus Alexiensi, Pulatensi, Rrësheniensi, Sappensi<br />
et Administratione Apostolica Albaniae Meridionalis, ad cognoscendas<br />
ac definiendas omnes causas iudiciales a iure expresse non exceptas, scilicet<br />
causas nullitatis matrimonii, sive per processum ordinarium sive ad<br />
normam cann. 1686-1688 pertractandas, causas separationis coniugum<br />
aliasque causas contentiosas, necnon causas poenales;<br />
Attento quod, integro partium iure provocandi in altera instantia ad<br />
Rotam Romanam (Const. Ap. Pastor bonus, art. 128, n. 1; cfr. can. 1444,<br />
§ 1, n. 1), a causis pertractatis in primo iurisdictionis gradu apud Tribunal<br />
Interdioecesanum Scodrense fit appellatio, consentiente Eius Moderatore,<br />
ad Forum Interdioecesanum Apulum;
VI art. 124, n. 4 Const. Ap. “Pastor bonus” (cfr. etiam can. 1445, § 3,<br />
n. 3 Codicis Iuris Canonici);<br />
Prae oculis habito quod aequitas canonica animarumque salus in Ecclesia<br />
suprema semper lex esse debent (cfr. can. 1752 Codicis Iuris Canonici),<br />
supremum signaturae apostolicae tribunal<br />
decrevit:<br />
1 - petitam probationem concedi;<br />
2 - probari pariter designationem Fori Interdioecesani Apuli tamquam<br />
Tribunalis secundae instantiae a causis pertractatis in primo iurisdictionis<br />
gradu apud Tribunal Interdioecesanum Scodrense, incolumi semper<br />
manente facultate provocandi pro secunda instantia ad Tribunal Rotae<br />
Romanae iuxta legis praescripta;<br />
atque mandavit:<br />
insuper ut Exc.mus Moderator Fori Interdioecesani Scodrensis necnon<br />
ceteri Exc.mi Episcopi interesse habentes statuant de tempore ex<br />
quo novum Tribunal Interdioecesanum primae instantiae vigere incipiat<br />
et de regimine causarum, nunc pendentium, in prima instantia apud Fora<br />
dioecesana vel Administrationem Apostolicam Albaniae Meridionalis,<br />
ad normam art. 22 “Normarum pro Tribunalibus Interdioecesanis, vel<br />
Regionalibus aut Interregionalibus” ab Hac Signatura Apostolica editarum<br />
die 28 Decembris 1970 (in AAS 63, 1971, pp. 486-492).<br />
Quod notificetur iis quorum interest ad omnes iuris effectus.<br />
Datum Romae e Sede Supremi Signaturae Apostolicae, die 23 Ianuarii<br />
2004.<br />
Marius Franciscus Card. Pompedda<br />
Praefectus<br />
Franciscus Daneels, O. Praem., P.I.<br />
vices Exc.mi Secretarii agens<br />
1
2<br />
* * *<br />
Visto che con decreto dell’11 maggio 2003, qui pervenuto il 6 novembre<br />
2003, a norma dei cann. 1423 e 1439 § 2 CJC e dei cann. 1067-<br />
1086 CCEO, l’Ecc.mo Mons. Angelo Massafra, Presidente della Conferenza<br />
Episcopale di Albania e Arcivescovo di Scutari, l’Ecc.mo Arcivescovo<br />
di Durazzo-Tirana, i Rev.mi Amministratori Apostolici di Lesh,<br />
Pult, Rrëshen, Sapë e l’Ecc.mo Amministratore Apostolico dell’Albania<br />
Meridionale, hanno eretto in Scutari, con nulla osta di questa Segnatura<br />
Apostolica in data 18 marzo 2003, un Tribunale Interdiocesano di prima<br />
istanza per le Arcidiocesi di Scutari e di Durazzo-Tirana, per le diocesi<br />
di Lesh, Pult, Rrëshen, Sapë e per l’Amministrazione Apostolica dell’Albania<br />
Meridionale, per istruire e definire tutte le cause giudiziali non<br />
espressamente riservate dal diritto, come le cause di nullità matrimoniale,<br />
sia con procedimento ordinario, sia che con procedimento speciale a<br />
norma dei cann. 1686-1688, le cause di separazione dei coniugi e le altre<br />
cause contenziose e penali;<br />
visto che, fatto salvo il diritto di appellare ogni causa direttamente<br />
alla Rota Romana (cfr. Cost. Ap. Pastor bonus, art. 128, n. 1; cfr. can.<br />
1444, § 1, n. 1), per le cause trattate in primo grado di giurisdizione presso<br />
il Tribunale Interdiocesano di Scutari ci si appellerà, con il consenso<br />
del suo Moderatore, al Tribunale Regionale Pugliese;<br />
in forza dell’art. 124, n. 4 della Cost. Ap. Pastor bonus (cfr. anche il<br />
can. 1445, § 3, n. 3 CJC);<br />
ben consapevole che l’equità canonica e la salvezza <strong>delle</strong> anime devono<br />
essere sempre la suprema legge della Chiesa (cfr. can. 1752 CJC),<br />
il<br />
supremo tribunale della segnatura apostolica<br />
decreta:<br />
– di concedere la richiesta approvazione;<br />
– di approvare parimenti la designazione del Tribunale Regionale Pugliese<br />
quale Tribunale di seconda istanza per le cause trattate in primo<br />
grado di giurisdizione presso il Tribunale Interdiocesano di Scutari,
estando sempre la facoltà di appellare, secondo la prescrizione di<br />
legge, al Tribunale della Rota Romana;<br />
dà inoltre mandato:<br />
all’Ecc.mo Moderatore del Tribunale Interdiocesano di Scutari e agli<br />
altri Ecc.mi Vescovi interessati di stabilire la data di inizio <strong>delle</strong> attività<br />
del suddetto nuovo Tribunale Interdiocesano di prima istanza e il regime<br />
da seguire per le cause attualmente pendenti in prima istanza presso i<br />
rispettivi Tribunali diocesani e l’Amministrazione Apostolica della Albania<br />
Meridionale, a norma dell’art. 22 <strong>delle</strong> “Norme per i Tribunali Interdiocesani,<br />
Regionali o Interregionali”, emanate da questa Segnatura<br />
Apostolica il 28 dicembre 1970 (in AAS 63, 1971, pp. 486-492).<br />
Il presente decreto sia notificato a tutti coloro che ne sono interessati,<br />
per gli effetti del diritto.<br />
Dato a Roma, dalla sede della Suprema Segnatura Apostolica, il 23 gennaio<br />
2004<br />
Mario Francesco Card. Pompedda<br />
Prefetto<br />
Frans Daneels, O. Praem., P.I.<br />
Vice Segretario<br />
3
4<br />
DOCUMENTI DELLA SANTA SEDE<br />
ANNO 2004<br />
Giovanni Paolo II<br />
• Lettera Apostolica Mane nobiscum Domine per l’Anno dell’Eucaristia:<br />
Ottobre 2004 - Ottobre 2005 (7 ottobre 2004)<br />
Congregazione per la Dottrina della Fede<br />
• Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla collaborazione dell’uomo<br />
e della donna nella Chiesa e nel mondo (31 luglio 2004)<br />
• Notificazione sul libro “Jesus Symbol of God” di Padre Roger Haight,<br />
S.J. (13 dicembre 2004)<br />
Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti<br />
• Istruzione Redemptionis Sacramentum su alcune cose che si devono<br />
osservare ed evitare circa la Santissima Eucaristia (23 aprile 2004)<br />
• Anno dell’Eucaristia: suggerimenti e proposte (14 ottobre 2004)<br />
Congregazione per i Vescovi<br />
• Direttorio per il ministero pastorale dei vescovi Apostolorum Successores<br />
(22 febbraio 2004)
Conferenza<br />
Episcopale<br />
Italiana
Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata principale - particolari decori.
Comunicazione e missione.<br />
Direttorio sulle comunicazioni sociali<br />
nella missione della Chiesa<br />
Nel mese di settembre 2004 è stato pubblicato il documento Comunicazione<br />
e missione. Direttorio sulle comunicazioni sociali nella missione<br />
della Chiesa, frutto di un lungo e articolato lavoro portato avanti<br />
dalla Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali,<br />
che si è fatta interprete di un’esigenza diffusa e di un’urgenza pastorale<br />
evidenziata da molti operatori. Il testo, elaborato da esperti nominati<br />
dalla Segreteria Generale della CEI e coordinati dall’Ufficio Nazionale<br />
per le comunicazioni sociali, è stato sottoposto alla consultazione dei<br />
Vescovi italiani al fine di raccogliere pareri per arricchire e integrare il<br />
testo, rendendolo in tal modo più aderente alle esigenze della comunità<br />
ecclesiale. Il testo è stato approvato dalla 53 a Assemblea Generale della<br />
Conferenza Episcopale Italiana (Roma, 17-21 maggio 2004).<br />
Il Direttorio si presenta come una specifica attuazione pastorale, con<br />
indicazioni anche di carattere operativo, <strong>delle</strong> linee generali tracciate<br />
dagli orientamenti pastorali e <strong>delle</strong> prospettive aperte dal Progetto culturale.<br />
Si articola in due parti nelle quali sono esposti i fondamenti e le<br />
indicazioni operative per una svolta nella mentalità e nell’impegno di<br />
tutti i cristiani, ciascuno secondo i propri doni e le specifiche responsabilità,<br />
affinché l’inculturazione del Vangelo dentro i linguaggi mediatici<br />
renda i media stessi sempre più capaci di trasmettere e di lasciar trasparire<br />
il messaggio evangelico.<br />
Il documento si colloca nel solco dei quarant’anni del decreto conciliare<br />
Inter mirifica (4 dicembre 1963), e a circa vent’anni dalla nota<br />
della Commissione Episcopale per le comunicazioni sociali Il dovere<br />
pastorale <strong>delle</strong> comunicazioni sociali (15 maggio 1985).<br />
Il volume è corredato da un ampio indice <strong>delle</strong> fonti e da un dettagliato<br />
indice analitico per consentirne un più agile ed efficace utilizzo.<br />
Per la prima volta, infine, un documento dell’Episcopato italiano è<br />
corredato da un cd rom, che offre una sussidiazione multimediale del<br />
Direttorio allo scopo, tra l’altro, di esemplificare un uso appropriato ed<br />
efficace dei media stessi.<br />
Per opportuna documentazione vengono di seguito riportati il decreto<br />
di pubblicazione del Direttorio e la presentazione del Card. Camillo<br />
Ruini, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Prot. n. 514/04<br />
Conferenza Episcopale Italiana<br />
DECRETO<br />
La 53 a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana,<br />
svoltasi in Roma dal 17 al 21 maggio 2004, ha esaminato e approvato<br />
con la prescritta maggioranza il documento Comunicazione e missione.<br />
Direttorio sulle comunicazioni sociali nella missione della Chiesa.<br />
Tale documento intende offrire indicazioni, anche di carattere operativo,<br />
per l’attuazione <strong>delle</strong> linee contenute negli orientamenti pastorali<br />
Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia e <strong>delle</strong> prospettive aperte<br />
dal Progetto culturale. Esso mira a orientare l’azione di rinnovamento<br />
pastorale nel settore della comunicazione sociale, in un quadro culturale<br />
profondamente mutato, nel contesto della pastorale ordinaria con particolare<br />
riguardo alla realtà parrocchiale. Inoltre esso si pone come presupposto<br />
indispensabile e come strumento significativo dell’impegno<br />
della Chiesa italiana nella promozione e nel sostegno dei media nazionali<br />
e locali.<br />
Pertanto con il presente decreto, per mandato della 53 a Assemblea<br />
Generale, a norma dell’art. 28, lett. a) dello statuto, dispongo che venga<br />
pubblicato il documento Comunicazione e missione. Direttorio sulle<br />
comunicazioni sociali nella missione della Chiesa, come di seguito riportato.<br />
A questi orientamenti «ogni Vescovo si atterrà in vista dell’unità e<br />
del bene comune, a meno che ragioni di speciale rilievo ne dissuadano, a<br />
suo giudizio, l’adozione nella propria diocesi» (statuto, art. 18).<br />
Roma, 18 giugno 2004<br />
Camillo Card. Ruini<br />
Presidente
Comunicare il Verbo della vita<br />
Presentazione<br />
Ciò che era fin da principio,<br />
ciò che noi abbiamo udito,<br />
ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi,<br />
ciò che noi abbiamo contemplato<br />
e ciò che le nostre mani hanno toccato,<br />
ossia il Verbo della vita […]<br />
noi lo annunziamo anche a voi,<br />
perché anche voi siate in comunione con noi.<br />
La nostra comunione<br />
è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo.<br />
Queste cose vi scriviamo,<br />
perché la nostra gioia sia perfetta<br />
(1Gv 1, 1-4)<br />
La comunicazione del Vangelo oggi, per una Chiesa chiamata a configurarsi<br />
alla Trinità seguendo il Verbo incarnato, comunicatore e rivelatore<br />
del Padre, richiede una particolare attenzione ai cambiamenti generati<br />
dai meravigliosi strumenti della comunicazione sociale. Per evangelizzare<br />
ed esercitare il suo ruolo profetico la comunità ecclesiale deve<br />
comprendere e dialogare con la nuova cultura generata dalla crescente<br />
diffusione dei media. È un dovere e un’opportunità per la Chiesa saper<br />
rispondere con coraggio alle nuove istanze culturali lasciandosi interpellare<br />
dai cambianti e nello stesso tempo offrendo il suo contributo per<br />
il bene e la salvezza dell’umanità. In ogni circostanza e in ogni tempo la<br />
Chiesa non è mai venuta meno alla sua missione: comunicare il Verbo<br />
della vita, ascoltato, contemplato, toccato e annunciato. La Chiesa, testimone<br />
sin dalle origini <strong>delle</strong> parole e dei gesti con cui Gesù ha redento<br />
l’umanità, esiste per comunicare agli uomini di ogni tempo questa buona<br />
notizia. Se non si impegnasse con tutte le sue forze nel comunicare ciò<br />
che il Signore le ha affidato verrebbe meno alla sua missione. Il mandato<br />
di comunicare il Vangelo scaturisce dalla sua identità e oggi è reso ancora<br />
più urgente dal nuovo contesto mediatico che caratterizza il nostro<br />
tempo.
0<br />
Nel cammino della Chiesa in Italia<br />
La Chiesa in Italia negli ultimi anni ha posto una rinnovata attenzione<br />
al ruolo che la comunicazione sociale gioca nella cultura, nella vita sociale<br />
del Paese e nella sua stessa missione. Il mondo dei media è divenuto<br />
un ambiente in cui l’uomo d’oggi vive, interagisce, è presente come un<br />
“nuovo areopago” dove si esprimono pubblicamente i pensieri, dove si<br />
scambiano le idee, vengono fatte circolare le notizie e le informazioni<br />
d’ogni genere. Ci troviamo di fronte a una nuova grande sfida culturale<br />
con cui deve misurarsi il genio missionario della Chiesa (cfr Redemptoris<br />
missio, n. 37). Facendoci interpreti di un’esigenza diffusa e di una urgenza<br />
pastorale, noi Vescovi italiani poniamo nelle mani <strong>delle</strong> nostre comunità<br />
il Direttorio sulle comunicazioni sociali nella missione della Chiesa<br />
in Italia. Comunicazione e missione è un documento che nell’ottica del<br />
Progetto culturale cristianamente ispirato, riprende le numerose indicazioni<br />
emerse in questi anni, a partire dal Convegno Ecclesiale di Palermo<br />
(1995), e poi nella 42 a Assemblea Generale di Collevalenza (novembre<br />
1996), ribadite e approfondite in più occasioni, nel corso di questi anni,<br />
fino agli orientamenti pastorali per il decennio 2001-2010 che hanno posto<br />
a tema Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia.<br />
Come attuazione degli orientamenti pastorali per il decennio<br />
Il Direttorio rappresenta una concreta e specifica attuazione di quanto<br />
auspicato negli orientamenti pastorali che richiamano e ribadiscono<br />
l’importanza di innestare la comunicazione sociale nell’azione missionaria<br />
della Chiesa e di dare piena attuazione agli impegni assunti fino<br />
a oggi: “La comunione ecclesiale e la missione evangelizzatrice della<br />
Chiesa trovano inoltre nei media un campo privilegiato di espressione.<br />
Dal Concilio a oggi, la Chiesa ha preso ancor più coscienza di quanto<br />
sia importante coniugare tutti gli ambiti della vita ecclesiale con questa<br />
nuova realtà culturale e sociale. Le iniziative avviate in questi anni<br />
dalla Chiesa in Italia per raccordare e promuovere la comunicazione in<br />
campo ecclesiale e per rendere più incisiva la presenza della Chiesa nei<br />
media dovranno trovare in questo decennio un’ulteriore realizzazione<br />
nel quadro di un’organica pastorale <strong>delle</strong> comunicazioni sociali e nella<br />
prospettiva del progetto culturale” (Comunicare il Vangelo in un mondo<br />
che cambia, n. 39).
Per una pastorale organica e integrata<br />
Con il Direttorio si intende proporre alla comunità ecclesiale italiana<br />
un quadro strutturato dei contenuti e <strong>delle</strong> prospettive da cui partire per<br />
realizzare una pastorale che consideri le comunicazioni sociali non come<br />
un suo settore, ma come una sua dimensione essenziale.<br />
L’attuazione di una pastorale organica e integrata che assuma pienamente<br />
le opportunità e le sfide della comunicazione sociale, esige un<br />
forte impegno educativo e una coerente azione pastorale supportata da<br />
competenze e da strumenti adeguati. Le due parti del Direttorio offrono<br />
sia i fondamenti sia le indicazioni operative per una svolta nella mentalità<br />
e nell’impegno di tutti i cristiani, ciascuno secondo i propri doni e le<br />
specifiche responsabilità, affinché l’inculturazione del Vangelo dentro i<br />
linguaggi mediatici renda i media stessi sempre più capaci di trasmettere<br />
e di lasciar trasparire il messaggio evangelico.<br />
Destinatari e obiettivi<br />
Destinatari del documento sono tutti i membri della comunità ecclesiale,<br />
i responsabili della pastorale, gli operatori in genere e in particolare<br />
quelli per le comunicazioni sociali e la cultura; chi gestisce i vari media<br />
cattolici e opera in essi; i professionisti del settore; tutti coloro che<br />
sono responsabili della formazione perché collochino la loro missione<br />
educativa nella nuova prospettiva culturale generata dai media.<br />
Il Direttorio intende aiutare le comunità ecclesiali a prendere coscienza<br />
del ruolo dei media nella nostra società; far maturare una competenza<br />
relativa alla conoscenza, al giudizio, alla utilizzazione dei media per la<br />
missione della Chiesa; sviluppare alcune idee circa i punti nevralgici<br />
della pastorale <strong>delle</strong> comunicazioni sociali (comprensione dei media come<br />
cultura e non solo come mezzi, ecc.); offrire una piattaforma comune<br />
per i piani pastorali che ciascuna diocesi è chiamata a realizzare.<br />
Una bussola per i media e gli operatori pastorali<br />
Il Direttorio intende costituire anche una piattaforma unitaria per i<br />
media ecclesiali, gli organismi e le iniziative nel campo <strong>delle</strong> comunicazioni<br />
sociali, per i professionisti cattolici che operano nelle strutture<br />
pubbliche e private della comunicazione sociale. Questo strumento po-<br />
1
2<br />
trà risultare quanto mai utile, quindi, sia per favorire un maggiore raccordo<br />
tra i media sia per sviluppare una pastorale organica ben supportata<br />
da organismi e strutture come gli uffici diocesani e regionali <strong>delle</strong><br />
comunicazioni sociali, le associazioni del settore e i centri formativi, in<br />
modo particolare i seminari e le facoltà teologiche. Seguendo le indicazioni<br />
del documento si coltiveranno, quali imprescindibili impegni della<br />
comunità ecclesiale, la formazione e la promozione di nuove figure di<br />
animatori nel campo della comunicazione e della cultura.<br />
Roma, 18 giugno 2004<br />
Camillo Card. Ruini<br />
Presidente<br />
della Conferenza Episcopale Italiana
Rendiconto,<br />
previsto dall’art. 44 della legge n. 222/1985,<br />
circa l’utilizzo <strong>delle</strong> somme IRPEF<br />
pervenute all’I.C.S.C. e alla C.E.I.<br />
nell’anno 2003<br />
L’articolo 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222, dispone che la<br />
Conferenza Episcopale Italiana trasmetta annualmente all’autorità statale<br />
competente il rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione <strong>delle</strong><br />
somme di cui agli articoli 46, 47 e 50, terzo comma, della stessa legge<br />
e lo pubblichi sul «Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana»,<br />
organo ufficiale della stessa Conferenza.<br />
In adempimento a tale disposizione, si pubblica il rendiconto relativo<br />
all’anno 2003, con allegate alcune annotazioni illustrative, inviato dal<br />
Presidente della CEI, Card. Camillo Ruini, al Ministro dell’Interno, On.<br />
Giuseppe Pisanu, con lettera in data 8 luglio 2004, prot. n. 518/04.<br />
Nell’indicare i singoli dati si segue l’ordine <strong>delle</strong> lettere del comma<br />
secondo dell’art. 44:<br />
Lettera a) - Numero dei sacerdoti a favore dei quali si è provveduto nell’anno<br />
2003:<br />
– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore <strong>delle</strong><br />
diocesi: n. 36.041<br />
– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore <strong>delle</strong><br />
diocesi: n. 3.223<br />
Lettera b) - Somma stabilita dalla Conferenza Episcopale Italiana per il<br />
dignitoso sostentamento dei sacerdoti (al netto dei contributi<br />
previdenziali dovuti al Fondo Clero dell’INPS e al lordo<br />
<strong>delle</strong> ritenute fiscali):<br />
– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno:<br />
da un minimo di € 10.272,00 (€ 856,00 mensili per 12 mensilità)<br />
ad un massimo di € 19.131,60 (€ 1.594,30 mensili per 12 mensilità)<br />
– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno:<br />
sacerdoti: € 13.867,20 (€ 1.155,60 mensili per 12 mensilità)<br />
vescovi emeriti: € 16.820,40 (€ 1.401,70 mensili per 12 mensilità)<br />
3
4<br />
Lettera c) - Ammontare complessivo <strong>delle</strong> somme di cui agli artt. 46 e<br />
47 destinate al sostentamento del clero:<br />
– erogazioni liberali pervenute all’Istituto Centrale per il sostentamento<br />
del clero e deducibili a termini dell’art. 46: € 19.036.118,00<br />
– importo destinato dalla CEI a valere sull’anticipo dell’otto per mille<br />
IRPEF: € 329.500.000,00<br />
Lettera d) - Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata l’intera remunerazione:<br />
n. 123<br />
Lettera e) - Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata un’integrazione:<br />
n. 35.315<br />
Lettera f) - Ammontare <strong>delle</strong> ritenute fiscali e dei contributi previdenziali<br />
operati ai sensi dell’art. 25:<br />
– ritenute fiscali: € 57.134.434,00<br />
– contributi previdenziali: € 26.928.977,00<br />
Lettera g) - Interventi finanziari dell’Istituto Centrale a favore dei singoli<br />
Istituti per il sostentamento del clero: € 306.007.723,00<br />
Lettera h) - Interventi operati per le altre finalità previste dall’art. 48:<br />
1. Esigenze di culto della popolazione<br />
La somma destinata a questa finalità è stata pari a €<br />
452.000.000,00.<br />
In particolare, essa è stata così ripartita:<br />
– per la costruzione di nuovi edifici di culto e centri parrocchiali: € 130<br />
milioni;<br />
– alle diocesi, per il sostegno <strong>delle</strong> attività di culto e pastorale: € 150<br />
milioni;<br />
– per interventi di rilievo nazionale definiti dalla CEI: € 36,5 milioni;<br />
– per la salvaguardia dei beni culturali ecclesiastici: € 50 milioni;<br />
– per il “fondo speciale” finalizzato alla promozione della catechesi e<br />
dell’educazione cristiana: € 50 milioni;<br />
– per l’attività dei Tribunali ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali:<br />
€ 6 milioni;<br />
– per il “fondo di riserva” costituito presso la Conferenza Episcopale<br />
Italiana: € 29,5 milioni.
2. Interventi caritativi in Italia e nei paesi del Terzo mondo<br />
La somma destinata a questa finalità è stata pari a € 185 milioni.<br />
In particolare, essa è stata così ripartita:<br />
– alle diocesi, per interventi caritativi a favore della collettività nazionale:<br />
€ 75 milioni;<br />
– per interventi caritativi di rilievo nazionale definiti dalla CEI: € 30<br />
milioni;<br />
– per interventi caritativi a favore di paesi del Terzo mondo: € 80 milioni.<br />
3. Accantonamento a futura destinazione per le esigenze di culto<br />
e pastorale e per gli interventi caritativi: € 49.903.209,87.<br />
ANNOTAZIONI<br />
L’art. 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222 dispone che “la<br />
Conferenza Episcopale Italiana trasmette annualmente all’autorità statale<br />
competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione <strong>delle</strong><br />
somme di cui agli articoli 46, 47 [e 50, terzo comma]”, e indica gli elementi<br />
che “tale rendiconto deve comunque precisare”.<br />
sostentamento del clero cattolico<br />
1. Quanto al dato di cui alla lett. a) dell’art. 44, comma secondo<br />
Il numero di 39.264 (36.041 + 3.223) individua i sacerdoti inseriti<br />
nel sistema di sostentamento nel corso del 2003, compresi coloro che<br />
tra il 2 gennaio e il 31 dicembre dello stesso anno sono deceduti.<br />
I primi (36.041) sono coloro che hanno avuto titolo ad una remunerazione<br />
per il ministero svolto a tempo pieno in servizio <strong>delle</strong> diocesi<br />
(cf. art. 24); i secondi (3.223) sono coloro a cui si è provveduto a titolo<br />
di previdenza integrativa (cf. art. 27, comma primo), non essendo essi<br />
più in grado di svolgere un servizio a tempo pieno.<br />
2. Quanto ai dati di cui alla lettera b)<br />
L’esistenza di un importo minimo e di un importo massimo di remunerazione<br />
assicurato ai sacerdoti deriva dalle scelte operate nella definizione<br />
del sistema remunerativo.
A ciascun sacerdote spetta un numero X di punti; ogni anno la CEI<br />
determina il valore monetario del singolo punto (per il 2003: € 10,70);<br />
la remunerazione assicurata corrisponde al prodotto del numero dei<br />
punti per il valore del punto.<br />
Il numero dei punti varia in concreto per ciascun sacerdote, perché a<br />
partire da un numero-base uguale per tutti (nel 2003: 80 punti mensili)<br />
sono attribuiti punti ulteriori (che, a partire dal 1998, possono raggiungere<br />
un massimo di 149 punti mensili) al verificarsi di circostanze previste<br />
dalla normativa data dalla CEI ai sensi dell’art. 75 della legge n.<br />
222/1985 e secondo gli indirizzi del can. 281 del codice di diritto canonico<br />
(oneri particolari connessi con l’esercizio di taluni uffici; anzianità<br />
nell’esercizio del ministero sacerdotale; spese per alloggio in mancanza<br />
di casa canonica; condizioni di speciale difficoltà).<br />
3. Quanto ai dati di cui alla lettera c)<br />
Le offerte deducibili previste dall’art. 46, destinate al sostentamento<br />
del clero cattolico nel 2003, sono state pari a € 19.036.118,00.<br />
Si tratta dell’importo complessivo <strong>delle</strong> erogazioni liberali versate<br />
nel corso del 2002 dai donanti sui conti correnti postale e bancari dell’Istituto<br />
Centrale oppure presso gli Istituti diocesani per il sostentamento<br />
del clero all’uopo delegati, del quale l’Istituto Centrale ha avuto<br />
conoscenza esauriente soltanto dopo la chiusura dell’esercizio 2002,<br />
al ricevimento <strong>delle</strong> rendicontazioni degli enti collettori; conseguentemente<br />
detto importo è stato destinato al sostentamento del clero nell’esercizio<br />
successivo (2003).<br />
La somma di € 329.500.000,00 corrisponde all’importo trasmesso<br />
dalla CEI all’Istituto Centrale prelevandolo dal versamento complessivo<br />
di € 1.016.403.209,87 effettuato dallo Stato nell’anno 2003 ai sensi<br />
dell’ultimo comma dell’art. 47.<br />
4. Quanto ai dati di cui alle lettere d) ed e)<br />
Come è noto, il sistema di sostentamento del clero cattolico è impostato<br />
secondo i seguenti criteri:<br />
A. I sacerdoti che svolgono servizio in favore della diocesi “comunicano<br />
annualmente all’Istituto diocesano per il sostentamento del clero:<br />
a) la remunerazione che, secondo le norme stabilite dal vescovo dio-
cesano, sentito il consiglio presbiterale, ricevono dagli enti ecclesiastici<br />
presso i quali esercitano il ministero;<br />
b) gli stipendi eventualmente ad essi corrisposti da altri soggetti”<br />
(art. 33).<br />
B. “L’Istituto verifica, per ciascun sacerdote, i dati ricevuti a norma dell’art.<br />
33. Qualora la somma dei proventi di cui al medesimo articolo<br />
non raggiunga la misura determinata dalla Conferenza Episcopale<br />
Italiana a norma dell’articolo 24, primo comma, l’Istituto stabilisce<br />
l’integrazione spettante, dandone comunicazione all’interessato”<br />
(art. 34, comma primo).<br />
C. “Gli Istituti diocesani per il sostentamento del clero provvedono<br />
all’integrazione di cui all’art. 34 con i redditi del loro patrimonio.<br />
Qualora tali redditi risultino insufficienti, gli Istituti richiedono all’Istituto<br />
Centrale la somma residua necessaria ad assicurare ad ogni<br />
sacerdote la remunerazione nella misura stabilita” (art. 35, commi<br />
primo e secondo).<br />
In pratica possono dunque verificarsi tre situazioni:<br />
– Taluni sacerdoti non ricevono alcuna remunerazione dall’ente ecclesiastico,<br />
perché questo è impossibilitato a intervenire in loro favore<br />
per mancanza totale di mezzi; se il sacerdote non ha altre entrate<br />
computabili, gli si deve l’intera remunerazione.<br />
I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 123.<br />
– Altri sacerdoti ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici o<br />
godono di altre entrate computabili; se con queste risorse non raggiungono<br />
la misura di remunerazione loro attribuita (cfr quanto annotato<br />
più sopra alla lettera B) hanno diritto di ricevere una integrazione<br />
fino alla concorrenza di tale misura.<br />
I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 35.315.<br />
– Altri sacerdoti, infine, che ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici<br />
o godono di altre entrate computabili, raggiungono con questi<br />
apporti, o addirittura superano, la misura di remunerazione loro attribuita;<br />
in questo caso non è dovuta loro alcuna integrazione.<br />
I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 3.826.
5. Quanto al dato di cui alla lettera f)<br />
A proposito <strong>delle</strong> ritenute fiscali è opportuno ricordare che si tratta di<br />
quelle operate dall’Istituto Centrale su due possibili componenti della<br />
remunerazione dei sacerdoti:<br />
– la remunerazione ricevuta da enti ecclesiastici;<br />
– la remunerazione totale o l’integrazione ricevuta dagli Istituti per il<br />
sostentamento del clero.<br />
È da sottolineare, peraltro, che il carico fiscale complessivo che è<br />
gravato sui sacerdoti nel 2003 è maggiore dell’importo indicato: quando,<br />
per esempio, a comporre la remunerazione attribuita al sacerdote<br />
concorre uno stipendio (insegnamento della religione cattolica nelle<br />
scuole, assistenza spirituale negli ospedali o nelle carceri, ecc.) le ritenute<br />
sul medesimo sono operate direttamente dallo Stato. È noto inoltre<br />
che lo Stato effettua le ritenute sulle pensioni di cui eventualmente i<br />
sacerdoti godono.<br />
A proposito dei contributi previdenziali si precisa che si tratta di<br />
quelli dovuti, ai sensi della legge 22 dicembre 1973, n. 903, per il fondo<br />
speciale clero costituito presso l’INPS, l’iscrizione al quale è obbligatoria<br />
per ogni sacerdote secolare avente cittadinanza italiana e per ogni<br />
sacerdote non avente cittadinanza italiana, ma presente sul territorio<br />
italiano al servizio di diocesi italiane.<br />
6. Quanto alla lettera g)<br />
Se si confrontano i dati relativi al primo e terzo comma del precedente<br />
punto 3 <strong>delle</strong> presenti Annotazioni (€ 348.536.118,00) e la<br />
somma erogata dall’Istituto Centrale ai singoli Istituti diocesani per il<br />
sostentamento del clero (€ 306.007.723,00) – utilizzata per la corresponsione<br />
ai sacerdoti <strong>delle</strong> integrazioni e degli assegni di previdenza,<br />
per il versamento dei contributi previdenziali al Fondo Clero dell’INPS,<br />
per il pagamento del premio di una polizza sanitaria integrativa in favore<br />
del Clero – si constata la differenza positiva di € 42.528.395,00.<br />
Tale somma sarà utilizzata per le esigenze del sostentamento del clero<br />
dell’anno successivo.
7. Quanto alla lettera h)<br />
1. esigenze di culto della popolazione<br />
A) Una quota di € 130 milioni è stata destinata per la costruzione di edifici<br />
di culto cattolico e <strong>delle</strong> pertinenti opere parrocchiali. Gli interventi<br />
sono finalizzati all’esigenza di rispondere in maniera adeguata<br />
alla mobilità della popolazione sul territorio nazionale, con particolare<br />
riferimento agli insediamenti abitativi nelle periferie urbane, e<br />
di dotare le comunità parrocchiali di adeguate infrastrutture (per es.<br />
case canoniche, locali per la catechesi e la pastorale giovanile).<br />
B) Una quota di € 150 milioni è stata destinata alle 227 diocesi italiane<br />
per il sostegno <strong>delle</strong> attività di culto e di pastorale.<br />
La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i seguenti<br />
criteri: una quota base (€ 338.346,16) eguale per ciascuna<br />
diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti:<br />
€ 112.782,05), una quota variabile a seconda del numero degli<br />
abitanti (€ 1,2717 per abitante).<br />
L’individuazione <strong>delle</strong> finalità di culto e di pastorale alle quali destinare<br />
la somma ricevuta è stata fatta in un’apposita circolare inviata<br />
dalla CEI ai vescovi diocesani, tenendo come punto di riferimento<br />
la descrizione <strong>delle</strong> attività di religione e di culto contenuta nell’art.<br />
16, lett. a) della legge 222/1985: attività dirette all’esercizio del culto<br />
e alla cura <strong>delle</strong> anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a<br />
scopi missionari, alla catechesi, all’educazione cristiana.<br />
Agli stessi criteri ci si è attenuti nel fornire ai vescovi gli schemi per<br />
il rendiconto annuale.<br />
C) Una quota di € 36,5 milioni è stata destinata a sostegno di attività<br />
di culto e pastorale a rilievo nazionale, individuate in concreto dalla<br />
Presidenza della CEI, sentito il Consiglio Episcopale Permanente. A<br />
titolo esemplificativo si segnalano, tra gli altri, contributi: a monasteri<br />
di clausura femminili che versano in condizioni di particolare<br />
necessità; alle Facoltà teologiche affidate alla diretta responsabilità<br />
dei vescovi italiani; a enti e associazioni operanti nell’ambito della<br />
catechesi, dell’educazione cristiana e per scopi missionari.
0<br />
D) Una quota di € 50 milioni è stata destinata per la salvaguardia dei<br />
beni culturali ecclesiastici. Gli interventi programmati sono finalizzati<br />
primariamente al restauro e al consolidamento statico di edifici<br />
di culto di interesse storico-artistico e loro pertinenze, alla conservazione<br />
e consultazione di archivi e biblioteche diocesani e alla promozione<br />
di musei diocesani o di interesse diocesano, all’inventariazione<br />
informatizzata dei beni artistici e storici di proprietà di enti ecclesiastici,<br />
all’installazione di impianti di sicurezza per gli edifici di culto e<br />
le loro dotazioni storico-artistiche, al restauro di organi a canne.<br />
E) Una quota di € 50 milioni è stata destinata per il “fondo speciale”,<br />
costituito presso la CEI, finalizzato alla promozione della catechesi e<br />
dell’educazione cristiana.<br />
F) Una quota di € 6 milioni è stata destinata per l’attività dei Tribunali<br />
ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali.<br />
G) Una quota di € 29,5 milioni è stata destinata per il “fondo di riserva”,<br />
costituito presso la Conferenza Episcopale Italiana e descritto al n. 7,<br />
lett. I <strong>delle</strong> Annotazioni allegate al rendiconto presentato nel 2000 e<br />
relativo all’anno 1999.<br />
2.1. interventi caritativi<br />
a favore della collettività nazionale<br />
A) Una quota di € 75 milioni è stata destinata alle 227 diocesi italiane<br />
per interventi caritativi a favore della collettività nazionale.<br />
La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i seguenti<br />
criteri: una quota base (€ 169.567,62) uguale per ciascuna<br />
diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti:<br />
€ 56.522,54), una quota variabile a seconda del numero degli<br />
abitanti (€ 0,6366 per abitante).<br />
B) Una quota di € 30 milioni è stata destinata per interventi caritativi<br />
in Italia aventi rilievo nazionale, individuati in concreto dalla<br />
Presidenza della CEI, sentito il Consiglio Episcopale Permanente.<br />
A titolo esemplificativo si segnalano, tra gli altri: il sostegno alle<br />
diocesi del Molise vittime del terremoto del 2002; vari contributi
alla Caritas Italiana che coordina interventi sul territorio riguardanti<br />
i seguenti ambiti: il sostegno alle famiglie particolarmente disagiate,<br />
l’accoglienza dei rifugiati, il recupero <strong>delle</strong> vittime della tratta di esseri<br />
umani, iniziative orientate a favorire il reinserimento lavorativo,<br />
sociale e comunitario di detenuti; il sostegno a dodici diocesi del<br />
nord Italia vittime dell’alluvione del 2003; contributi a fondazioni<br />
ed enti senza scopo di lucro che operano per l’assistenza ai poveri<br />
e agli emarginati, per il reinserimento sociale di disoccupati ed ex<br />
tossicodipendenti, per il sostegno di soggetti disabili.<br />
2.2. interventi caritativi<br />
a favore di paesi del terzo mondo<br />
Nell’anno 2003 una quota di € 80 milioni è stata destinata agli interventi<br />
caritativi a favore del Terzo mondo.<br />
Le assegnazioni vengono definite da un apposito Comitato.<br />
Relativamente ai fondi dell’anno 2003 sono pervenuti n. 785 progetti,<br />
di cui quelli finora approvati sono stati 256. Molti progetti sono stati<br />
respinti perché non rientravano negli ambiti previsti dalla legge n.<br />
222/85, oppure perché la loro realizzazione è stata giudicata meno urgente<br />
o non in linea con il Regolamento indicante il quadro dei criteri<br />
generali di intervento e le priorità contenutistiche e geografiche.<br />
I progetti finanziati promuovono la formazione in molteplici ambiti:<br />
dall’alfabetizzazione alla formazione professionale in campo sanitario,<br />
agricolo-ambientale, economico, cooperativo e <strong>delle</strong> comunicazioni sociali;<br />
non si trascura il sostegno alle associazioni locali per l’acquisizione<br />
di competenze gestionali, né si tengono in minor considerazione la<br />
formazione universitaria e la promozione della donna. Oltre al sostegno<br />
offerto a questa tipologia di progetti prioritari, si segnalano anche taluni<br />
interventi consistenti per emergenze che ricorrentemente insorgono<br />
nelle aree interessate all’azione del Comitato: l’entità degli stanziamenti<br />
varia nel caso di gravi calamità nazionali rispetto a interventi più<br />
mirati per emergenze locali.<br />
Ecco di seguito alcuni tra i progetti maggiormente significativi ai<br />
quali sono stati concessi contributi:<br />
In ambito scolastico:<br />
educazione e formazione di rifugiati sudanesi; formazione di insegnanti<br />
1
2<br />
in Uganda, Salvador, Macedonia, India (diocesi di Nellore); scuole di<br />
formazione professionale in Guatemala, Cile, Angola, Madagascar.<br />
In ambito sanitario:<br />
formazione di personale sanitario in Uganda, Tanzania, Sudan e Repubblica<br />
Democratica del Congo; sostegno alla sanità di base in Bangladesh<br />
per il controllo della lebbra e della tubercolosi; riqualificazione del personale<br />
sanitario e acquisto di equipaggiamenti ospedalieri in Malawi e<br />
India.<br />
Nel settore della promozione umana:<br />
formazione di educatori comunitari in Uruguay e Camerun; recupero di<br />
ragazzi a rischio emarginazione in Venezuela; “scuola in strada” nelle<br />
Filippine e “speranza, cultura, lavoro, vita” in Brasile, Guatemala, Perù,<br />
Repubblica Democratica del Congo per favorire il reinserimento sociale<br />
dei minori; promozione di uno sviluppo orientato al consolidamento del<br />
processo di pace in Myanmar; formazione degli operatori per una migliore<br />
gestione degli impianti idrici in Tanzania; formazione di animatori<br />
nelle zone rurali della Colombia.<br />
Tra le emergenze alle quali è stato possibile dar risposta nel 2003 si<br />
segnala:<br />
Iran (terremoto) € 2.000.000,00;<br />
Iraq (guerra) € 1.500.000,00;<br />
Algeria (terremoto) € 500.000,00;<br />
Sri Lanka (inondazione) € 150.000,00;<br />
Corea del Nord (carestia) € 100.000,00;<br />
Angola (scuola) € 100.000,00;<br />
Rwanda (carceri) € 100.000,00;<br />
Etiopia (carestia e siccità) € 100.000,00;<br />
Zambia (carestia) € 100.000,00;<br />
Argentina (carestia) € 100.000,00.<br />
L’intera somma destinata agli interventi caritativi verrà comunque<br />
erogata per i progetti approvati. Si segnala, inoltre, che la somma di<br />
€ 70 milioni destinata nell’anno 2002 è stata interamente erogata per<br />
finanziare 527 dei 1.490 progetti presentati.
3. accantonamento a futura destinazione<br />
per le esigenze di culto e pastorale<br />
e per gli interventi caritativi<br />
Tenuto presente l’incremento <strong>delle</strong> somme pervenute alla CEI nell’anno<br />
2003 in forza degli artt. 46 e 47 della legge 222/1985 e considerata<br />
l’eventualità che nei prossimi anni possa ridursi l’entità dei conguagli<br />
<strong>delle</strong> somme al predetto titolo corrisposte, la Conferenza Episcopale<br />
Italiana ha stabilito di costituire un accantonamento di € 49.903.209,87<br />
che verrà destinato per le finalità di culto e pastorale e per gli interventi<br />
caritativi negli anni successivi.<br />
3
4<br />
Ripartizione <strong>delle</strong> somme<br />
derivanti dall’otto per mille IRPEF<br />
per l’anno 2004<br />
determinazione<br />
La 53 a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana<br />
– preso atto che, sulla base <strong>delle</strong> informazioni ricevute il 28 gennaio<br />
2004 dal Ministero dell’Economia e <strong>delle</strong> Finanze, la somma<br />
relativa all’otto per mille dell’IRPEF che lo Stato è tenuto a versare<br />
alla CEI nel corso dell’anno 2004 risulta pari a € 936.527.892,91<br />
(€ 153.827.820,46 a titolo di conguaglio per l’anno 2001 e €<br />
782.700.072,45 a titolo di anticipo dell’anno 2004);<br />
– viste le Determinazioni circa la ripartizione <strong>delle</strong> somme derivanti<br />
dall’otto per mille dell’IRPEF per l’anno 2003, approvate dalla 51 a<br />
Assemblea Generale, in particolare il n. 1, lettera d), nel quale si dispone<br />
la costituzione di un “accantonamento a futura destinazione<br />
per le esigenze di culto e pastorale e per gli interventi caritativi”;<br />
– considerate le proposte di ripartizione e assegnazione presentate<br />
dalla Presidenza della CEI;<br />
– visti i paragrafi 1 e 5 della delibera CEI n. 57,<br />
approva<br />
la seguente determinazione<br />
1. La somma di € 936.527.892,91, di cui in premessa, è così ripartita<br />
e assegnata:<br />
a) all’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero:<br />
€ 319.500.000,00;<br />
b) per le esigenze di culto e pastorale:<br />
€ 437.027.892,91, di cui:<br />
– alle diocesi: € 150.000.000,00;<br />
– per la nuova edilizia di culto: € 130.000.000,00 (di cui 10 milioni<br />
destinati alla costruzione di case canoniche nel Sud d’Italia);
– per i beni culturali ecclesiastici: € 70.000.000,00;<br />
– al Fondo per la catechesi e l’educazione cristiana:<br />
€ 50.000.000,00;<br />
– ai Tribunali Ecclesiastici Regionali: € 6.000.000,00;<br />
– per esigenze di culto e pastorale di rilievo nazionale:<br />
€ 31.027.892,91;<br />
c) per gli interventi caritativi: € 180.000.000,00, di cui:<br />
– alle diocesi: € 80.000.000,00;<br />
– per interventi nei Paesi del terzo mondo: € 80.000.000,00;<br />
– per esigenze caritative di rilievo nazionale: € 20.000.000,00;<br />
2. Alle voci “esigenze di culto e pastorale di rilievo nazionale” ed<br />
“esigenze caritative di rilievo nazionale” è ulteriormente destinata la<br />
somma di € 14.972.107,09, prelevandola dall’“accantonamento” disposto<br />
dalla 51 a Assemblea Generale, che è così ripartita:<br />
– per esigenze di culto e pastorale di rilievo nazionale:<br />
€ 4.972.107,09;<br />
– per esigenze caritative di rilievo nazionale:<br />
€ 10.000.000,00.<br />
3. Eventuali variazioni in positivo o in negativo della somma di cui in<br />
premessa derivanti dalle comunicazioni definitive dell’Amministrazione<br />
statale competente saranno imputate al “fondo di riserva” costituito<br />
presso la CEI.
Rito del Matrimonio<br />
Il 28 novembre 2004, prima domenica di Avvento, è entrato in vigore<br />
il Rito del Matrimonio, versione italiana dell’editio typica altera dell’Ordo<br />
celebrandi Matrimonium.<br />
Questa versione italiana è il frutto di due distinte Assemblee Generali<br />
dei Vescovi italiani: la 48 a Assemblea (Roma, 14-18 maggio 2001) aveva<br />
approvato quasi all’unanimità gli adattamenti all’Ordo, con l’eccezione<br />
del cap. IV a motivo di talune difficoltà interpretative, successivamente<br />
risolte dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti;<br />
la 50 a Assemblea Generale aveva completato il lavoro approvando<br />
il capitolo mancante e concernente la celebrazione del matrimonio<br />
tra una parte cattolica e una parte catecumena o non cristiana.<br />
Il testo, ottenuta la prescritta recognitio della Santa Sede in data 29<br />
aprile 2004, è stato pubblicato con decreto del Card. Camillo Ruini, Presidente<br />
della Conferenza Episcopale Italiana, in data 4 ottobre 2004.<br />
Per opportuna documentazione vengono di seguito riportati il decreto<br />
di recognitio della Congregazione per il culto divino e la disciplina<br />
dei sacramenti, il decreto di pubblicazione del Rito del matrimonio e la<br />
presentazione del Cardinale Presidente della CEI.<br />
Prot. N. 874/02/L<br />
Congregatio de Cultu Divino<br />
et Disciplina Sacramentorum<br />
I T A L I Æ<br />
Instante Eminentissimo Domino Camillo Card. Ruini, pro Alma Urbe<br />
Vicario Generali Suæ Sanctitatis et Præside Conferentiæ Episcoporum<br />
Italiæ, litteris die 26 mensis septembris 2002 datis, vigore facultatum<br />
huic Congregationi a Summo Pontifice IOANNE PAULO II tributarum,<br />
interpretationem italicam editionis typicæ alteræ ordinis celebrandi Matrimonium,<br />
prout in adiecto exstat exemplari, perlibenter probamus seu<br />
confirmamus.<br />
In textu imprimendo mentio fiat de approbatione seu confirmatione<br />
ab Apostolica Sede concessa.
Eiusdem insuper textus impressi duo exemplaria ad hanc Congregationem<br />
transmittantur.<br />
Contrariis quibuslibet minime obstantibus.<br />
Ex ædibus Congregationis de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum,<br />
die 29 aprilis 2004, in memoria S. Catharinæ Senensis, virginis et<br />
Ecclesiæ doctoris, Italiæ patronæ.<br />
Prot. N. 750/04<br />
Conferenza Episcopale Italiana<br />
Franciscus Card. Arinze<br />
Præfectus<br />
✠ Dominicus Sorrentino<br />
Archiepiscopus a Secretis<br />
Questa versione italiana dell’editio typica altera dell’Ordo celebrandi<br />
Matrimonium è stata approvata secondo le delibere dell’Episcopato<br />
e ha ricevuto la conferma della Congregazione per il Culto Divino e<br />
la Disciplina dei Sacramenti, con decreto Prot. N. 874/02/L del 29 aprile<br />
2004.<br />
La presente edizione deve essere considerata “tipica” per la lingua<br />
italiana, ufficiale per l’uso liturgico.<br />
Questi nuovi testi del Rito del Matrimonio si potranno adoperare<br />
appena pubblicati; diventeranno obbligatori dal 28 novembre 2004, prima<br />
domenica di Avvento.<br />
Roma, 4 ottobre 2004, Festa di S. Francesco d’Assisi<br />
Camillo Card. Ruini<br />
Vicario Generale di Sua Santità<br />
per la diocesi di Roma<br />
Presidente della Conferenza Episcopale Italiana
Riferimenti<br />
PRESENTAZIONE<br />
1. Con la celebrazione del sacramento del Matrimonio gli sposi cristiani<br />
partecipano all’alleanza sponsale di Cristo con la Chiesa e ricevono<br />
la grazia di viverla e manifestarla nel loro rapporto di coppia e<br />
nella vita familiare. Si tratta di una celebrazione in cui si attua un evento<br />
salvifico. Per questo la Chiesa ha rivolto al sacramento del Matrimonio<br />
un’attenzione costante e premurosa.<br />
Di tale attenzione è espressione l’adattamento per la Chiesa italiana<br />
dell’Ordo celebrandi Matrimonium, promulgato nella seconda edizione<br />
tipica il 19 marzo 1990.<br />
2. Nell’adattamento sono stati tenuti presenti i principi della riforma<br />
liturgica del Concilio Vaticano II (Sacrosanctum Concilium, nn. 37-40),<br />
il capitolo “De aptationibus” (nn. 39-44) dell’Ordo celebrandi Matrimonium<br />
(1990), e la quarta Istruzione per una corretta applicazione della<br />
Costituzione conciliare sulla Sacra Liturgia La Liturgia romana e l’inculturazione<br />
(1994).<br />
Sono state rispettate le caratteristiche del Rito dell’edizione tipica del<br />
1990, che è pensata e strutturata con contenuti e sequenze rituali essenziali<br />
proprio perché le Chiese particolari procedano a una loro inculturazione.<br />
Si è voluto, però, anche rispondere a una rinnovata coscienza ecclesiale<br />
del Matrimonio, di cui fanno fede, tra gli altri documenti, l’Esortazione<br />
apostolica Familiaris consortio di Giovanni Paolo II (1981) e il<br />
Direttorio di pastorale familiare per la Chiesa in Italia (1993).<br />
Sono state prese in considerazione inoltre le riflessioni e le osservazioni<br />
degli organismi competenti e dei fedeli, che è stato possibile raccogliere<br />
in circa trent’anni di esperienza celebrativa del sacramento del<br />
Matrimonio seguendo la traduzione della prima edizione dell’Ordo celebrandi<br />
Matrimonium (1969).<br />
La caratterizzazione di alcuni testi eucologici e di alcune sequenze<br />
rituali, e l’arricchimento del Lezionario tengono conto sia di istanze di<br />
natura teologica sia di necessità di ordine pastorale, fatta comunque salva<br />
la sostanziale unità del rito romano, nel rispetto della sua nobile semplicità,<br />
chiarezza, brevità.<br />
La ricchezza dei testi biblici ed eucologici e la varietà <strong>delle</strong> forme
viene già incontro alle diversità <strong>delle</strong> situazioni e <strong>delle</strong> esigenze degli<br />
sposi, ed esclude pertanto il ricorso ad altri testi ed espressioni.<br />
3. Il testo italiano non comprende al momento l’adattamento del capitolo<br />
terzo dell’edizione tipica latina del 1990 sul “Rito del Matrimonio<br />
con l’assistenza di un laico”.<br />
Criteri ispiratori dell’adattamento rituale<br />
4. Il significato specificamente cristiano del Matrimonio. L’unione<br />
coniugale è un valore universale dell’umanità, costituisce il fondamento<br />
della famiglia, cellula originaria della società, e si collega intimamente<br />
al mistero stesso della vita. Deriva dalla volontà di Dio Creatore e da lui<br />
riceve benedizione e santità.<br />
Gesù Cristo da parte sua ha elevato il Matrimonio a sacramento; ne<br />
ha fatto il simbolo reale che contiene e manifesta la sua unione con la<br />
Chiesa, la nuova alleanza. Il Signore crocifisso e risorto, dopo aver inserito<br />
i credenti nel corpo ecclesiale con il Battesimo, li santifica anche<br />
come coppia; comunica agli sposi lo Spirito Santo per renderli capaci<br />
di amarsi l’un l’altro con amore di donazione che sia un riflesso del suo<br />
sacrificio pasquale e della comunione trinitaria.<br />
Nell’adattamento del Rito la peculiarità del Matrimonio cristiano è<br />
stata messa in risalto offrendo una scelta più ampia di testi e dando indicazioni<br />
perché l’inserimento nella Celebrazione eucaristica faccia risplendere<br />
nella pienezza del suo significato la dimensione pasquale del<br />
“mistero grande” (Ef 5, 25).<br />
5. La dimensione ecclesiale del sacramento del Matrimonio. La coppia<br />
e la famiglia, in virtù del sacramento, diventano immagine viva del<br />
mistero stesso della Chiesa e partecipano della sua fecondità. Attraverso<br />
la testimonianza di un amore oblativo, fedele, indissolubile e fecondo,<br />
accolgono e trasmettono in modo peculiare e insostituibile il dono della<br />
salvezza che viene da Cristo.<br />
La natura ecclesiale della celebrazione del Matrimonio risulta evidente<br />
soprattutto in alcuni momenti dell’azione rituale. Nei Riti d’ingresso<br />
è la Chiesa raccolta nel Signore che accoglie gli sposi: il saluto<br />
di colui che presiede e la monizione aiutano fin dall’inizio a evitare che
0<br />
la celebrazione assuma un carattere privato. Il Matrimonio infatti non<br />
riguarda soltanto gli sposi, i parenti e gli amici, ma richiede la partecipazione<br />
di tutta la Chiesa.<br />
La memoria del Battesimo, collocata subito dopo il saluto, evidenzia<br />
il fondamento teologico dell’atto del consenso, elemento costitutivo del<br />
sacramento. In forza del sacerdozio battesimale gli sposi partecipano al<br />
mistero dell’alleanza pasquale e compiono un atto propriamente ecclesiale.<br />
Il consenso degli sposi è la risposta a una parola di amore che, in<br />
quanto proveniente da Dio, li precede.<br />
6. La presenza dello Spirito nel Matrimonio cristiano. Come ogni celebrazione<br />
liturgica anche la celebrazione del Matrimonio è attuata “nello<br />
Spirito Santo”. Nei testi eucologici del Rito del Matrimonio è costante<br />
il riferimento al dono dello Spirito e alla sua grazia.<br />
Anche alcune scelte rituali, in particolare la possibilità di collocare<br />
la benedizione nuziale dopo il consenso, rivelano l’opera dello Spirito<br />
Santo nel Sacramento. La benedizione è infatti atto di riconoscenza<br />
al Dio della creazione e dell’alleanza, è memoria dell’opera di Cristosposo,<br />
è invocazione fiduciosa dello Spirito, nella cui forza soltanto il<br />
mistero si realizza nell’oggi celebrativo. L’epiclesi della preghiera eucaristica<br />
attua in pienezza l’appartenenza della nuova coppia all’unico<br />
corpo di Cristo. La possibilità di stendere il velo sugli sposi prima della<br />
benedizione nuziale, nei luoghi dove già esiste la consuetudine o altrove<br />
con il permesso dell’Ordinario, richiama, a sua volta, la presenza dello<br />
Spirito che, avvolgendo gli sposi con la sua ombra, dona loro una nuova<br />
comunione di vita.<br />
7. La gradualità nel cammino di fede e nell’esperienza di Chiesa.<br />
Nell’esperienza pastorale italiana si verifica sempre di più il caso di coppie<br />
che, pur non avendo maturato un chiaro orientamento cristiano e non<br />
vivendo una piena appartenenza alla Chiesa, desiderano la celebrazione<br />
religiosa del Matrimonio essendo battezzati e non rifiutando esplicitamente<br />
la fede.<br />
Sembra opportuno in tali situazioni prevedere, come suggerisce<br />
l’edizione latina del 1990, la possibilità di celebrare il sacramento del<br />
Matrimonio “extra Missam” (Prænotanda, n. 29). Tuttavia, perché il<br />
Rito proposto per tali situazioni non venga percepito come una forma<br />
diminuita e debole, si è preferito dare al secondo capitolo, che nell’edi-
zione tipica latina è denominato “Ordo celebrandi Matrimonium sine<br />
Missa”, il titolo positivo di “Celebrazione del Matrimonio nella liturgia<br />
della Parola”.<br />
Questo capitolo è articolato in una sequenza rituale più semplice e<br />
utilizza un linguaggio più immediato. Non si sono voluti però tralasciare<br />
gesti e testi significativi quali la memoria del Battesimo, lo scambio<br />
della pace e la consegna della Bibbia. Tali elementi rituali intendono<br />
orientare verso l’Eucaristia che rimane sempre fonte e culmine della celebrazione<br />
della Parola, del consenso dei coniugi e della benedizione<br />
degli sposi.<br />
8. La ministerialità degli sposi nella celebrazione. Gli sposi, nell’esprimere<br />
il loro consenso, sono ministri della grazia di Cristo. Essi vivono<br />
compiutamente la loro ministerialità partecipando in modo attivo<br />
ai diversi momenti della celebrazione.<br />
Nell’adattamento sono state messe in evidenza le diverse possibilità<br />
con cui gli sposi sono coinvolti in prima persona nell’azione rituale.<br />
In particolare ciò si attua con la loro partecipazione alla processione al<br />
fonte per la memoria del Battesimo, con la venerazione del Vangelo, con<br />
la scelta di formule diverse per esprimere il consenso e per invocare la<br />
benedizione e con la presentazione <strong>delle</strong> offerte all’altare.<br />
Dalla celebrazione del sacramento alla vita di coppia e di famiglia<br />
9. Se il Matrimonio costituisce un momento propizio per riscoprire e<br />
sviluppare la vocazione battesimale, non si deve pensare che questo si<br />
esaurisca con la celebrazione. Esso investe tutta l’esistenza degli sposi,<br />
che sono chiamati, giorno dopo giorno, ad accogliere e valorizzare la<br />
grazia che scaturisce dal sacramento, traducendo nei gesti e nelle parole<br />
della vita quotidiana ciò che essi sono diventati in forza dell’intervento<br />
dello Spirito.<br />
La benedizione nuziale, vera epiclesi sugli sposi, li inserisce per tutta<br />
la vita nel circuito dell’amore trinitario. Prendere coscienza di questa<br />
partecipazione, esserne grati al Signore, esprimerla nella fedeltà quotidiana<br />
dell’amore, è il cammino mistagogico che caratterizza tutta la loro<br />
vita. Il Direttorio di pastorale familiare per la Chiesa in Italia raccomanda<br />
che gli itinerari di fede per le giovani coppie “siano il più possibile<br />
impostati come riflessione mistagogica, cioè come proposta in grado<br />
1
2<br />
di aiutare i giovani sposi a fare memoria del dono e della grazia ricevuti<br />
nel giorno del Matrimonio” (n. 103).<br />
L’accompagnamento mistagogico risulta dunque necessario per rafforzare<br />
la capacità di dialogo tra gli sposi, offrire occasioni di confronto<br />
e sostegno tra coppie di sposi, rendere gli sposi coscienti e responsabili<br />
del proprio ruolo nella Chiesa e aiutarli a vivere il loro ministero in armonica<br />
collaborazione con tutti gli altri ministeri.<br />
Lo strumento più adeguato per poter compiere un itinerario mistagogico,<br />
oltre ai testi eucologici e alle sequenze rituali del Rito del Matrimonio,<br />
risulta essere il Lezionario, arricchito di nuove pericopi sia<br />
dell’Antico che del Nuovo Testamento.<br />
10. La Chiesa italiana, nel riconoscere la missione affidatale dal suo<br />
Sposo e Signore, illuminata, guidata e sostenuta dallo Spirito Santo,<br />
in gioiosa fedeltà al mandato ricevuto, avverte con freschezza sempre<br />
rinnovata la responsabilità di annunciare nella celebrazione l’autentico<br />
“Vangelo del matrimonio e della famiglia”, per porre gli sposi in un costante<br />
stato di vita al servizio della comunità ecclesiale e sociale.<br />
Roma, 26 luglio 2002<br />
Memoria dei santi Gioacchino e Anna<br />
Camillo Card. Ruini<br />
Vicario Generale di Sua Santità<br />
per la diocesi di Roma<br />
Presidente della Conferenza Episcopale Italiana
Lettera<br />
del Consiglio Episcopale Permanente<br />
in preparazione al 24° Congresso Eucaristico Nazionale<br />
Bari, 21-29 maggio 2005<br />
La Lettera è stata approvata dal Consiglio Episcopale Permanente<br />
nella sessione del 20-23 settembre 2004 e ha tenuto presente la lettera<br />
apostolica Mane nobiscum Domine. Essa intende accompagnare il<br />
cammino di preparazione al Congresso Eucaristico Nazionale (Bari,<br />
21-29 maggio 2005) nell’Anno Eucaristico indetto dal Santo Padre.<br />
È un documento che vuole stimolare iniziative di riflessione, di preghiera<br />
e di carità per dare ospitalità piena all’Eucaristia nel cuore dei<br />
cristiani e nella vita <strong>delle</strong> comunità cristiane.<br />
Dopo aver presentato il tema del Congresso: “Senza la domenica non<br />
possiamo vivere”, la Lettera precisa che la domenica è la Pasqua settimanale;<br />
è il giorno del Risorto; è il giorno in cui Gesù, come accadde in<br />
quel primo giorno dopo il sabato, si manifesta ai discepoli attorno alla<br />
mensa della Parola, del Pane e del Vino dell’Amore. La Domenica è, in<br />
questa prospettiva, giorno della Chiesa e giorno dell’uomo.<br />
Di conseguenza la domenica va preparata: è necessaria una pastorale<br />
settimanale dinamica e articolata che sappia convergere verso la<br />
domenica e ripartire da essa per trasformare i cristiani in epifania del<br />
Cristo Risorto attraverso la vita nuova della carità.<br />
“Senza la domenica non possiamo vivere”<br />
1. «Coroni l’anno con i tuoi benefici, al tuo passaggio stilla l’abbondanza»<br />
(Sal 65, 12). Il Signore anche in questo nuovo anno liturgico<br />
continuerà a visitarci e ricolmarci con l’abbondanza dei suoi doni. Sarà,<br />
anzi, un anno particolarmente ricco di grazia. Il cammino di preparazione<br />
al Congresso Eucaristico Nazionale, che si svolgerà a Bari dal 21 al<br />
29 maggio del 2005, ci aiuterà a vivere meglio questo “Anno dell’Eucaristia”,<br />
indetto dal Santo Padre Giovanni Paolo II perché ci lasciamo<br />
illuminare dal «Mistero che costituisce la radice e il segreto della vita<br />
3
4<br />
spirituale dei fedeli come anche di ogni iniziativa della Chiesa locale» 1 .<br />
La preparazione al Congresso Eucaristico costituirà per le Chiese particolari<br />
in Italia il modo più concreto con cui rispondere all’invito del<br />
Papa.<br />
Il tema del Congresso – “Senza la domenica non possiamo vivere” –<br />
lo pone inoltre all’interno del cammino previsto per questo decennio dagli<br />
orientamenti pastorali e ne diventa una tappa fondamentale: mentre<br />
riprende e rilancia la riflessione sulla parrocchia 2 , ci prepara al Convegno<br />
ecclesiale del 2006 a Verona. Le nostre parrocchie, infatti, potranno<br />
essere autentiche comunità di servi del Signore, solo se riscopriranno e<br />
custodiranno la centralità della domenica, e se la celebrazione eucaristica,<br />
cuore della domenica, sarà per loro il luogo specifico dell’educazione<br />
missionaria: annunziare Gesù Risorto, speranza del mondo 3 . Anche<br />
il Papa ci chiede che «in questo anno si ponga un impegno speciale nel<br />
riscoprire e vivere pienamente la domenica come giorno del Signore e<br />
giorno della Chiesa» 4 .<br />
2. Senza la domenica non possiamo vivere. Non è uno slogan ad effetto<br />
né l’esclamazione di chi, dopo una settimana di duro lavoro, può<br />
finalmente riposarsi. È, al contrario, la testimonianza di fedeltà alla domenica<br />
dei 49 martiri di Abitène – una località nell’attuale Tunisia – che<br />
nel 304 hanno preferito, contravvenendo ai divieti dell’imperatore Diocleziano,<br />
andare incontro alla morte, piuttosto che rinunciare a celebrare<br />
il giorno del Signore. Erano consapevoli che la loro identità e la loro<br />
stessa vita cristiana si basava sul ritrovarsi in assemblea per celebrare<br />
l’Eucaristia nel giorno memoriale della Risurrezione.<br />
È quanto ci testimonia il redattore degli Atti del martirio, commentando<br />
la domanda posta dal proconsole Anulino al martire Felice: «O<br />
stolta e ridicola richiesta del giudice! Gli ha detto: “Non dire se sei cristiano”,<br />
e poi ha aggiunto: “Dimmi invece se hai partecipato all’assem-<br />
1 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Mane nobiscum Domine (7 ottobre 2004), n. 5.<br />
2 Cfr Conferenza Episcopale Italiana, Il volto missionario <strong>delle</strong> parrocchie in un<br />
mondo che cambia. Nota pastorale dell’Episcopato italiano (30 maggio 2004).<br />
3 Cfr Conferenza Episcopale Italiana, Comunicare il Vangelo in un mondo che<br />
cambia. Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il primo decennio del<br />
2000 (29 giugno 2001), n. 47.<br />
4 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Mane nobiscum Domine, n. 23.
lea”. Come se vi possa essere un cristiano senza il giorno domenicale,<br />
o si potesse celebrare il giorno domenicale senza il cristiano! Non lo sai,<br />
Satana, che è il giorno domenicale a fare il cristiano e che è il cristiano a<br />
fare il giorno domenicale, sicché l’uno non può sussistere senza l’altro,<br />
e viceversa? Quando senti dire “cristiano”, sappi che vi è un’assemblea<br />
che celebra il Signore; e quando senti dire “assemblea”, sappi che lì c’è<br />
il cristiano».<br />
Questa “piccola parrocchia” di Abitène si è conservata fedele al suo<br />
Signore, pur in mezzo alle persecuzioni, grazie alla celebrazione eucaristica<br />
domenicale. Si comprende, allora, perché Emerito, al proconsole<br />
che gli rimproverava di aver ospitato nella sua casa i cristiani per l’Eucaristia<br />
domenicale, non esitò a rispondere: «Senza la domenica non<br />
possiamo vivere». La testimonianza dei martiri di Abitène ci sollecita<br />
in questo anno di preparazione «a riscoprire con nuovo vigore il senso<br />
della domenica: il suo “mistero”, il valore della sua celebrazione, il suo<br />
significato per l’esistenza umana e cristiana» 5 .<br />
Quali sono i tratti caratteristici che fanno della domenica l’elemento<br />
qualificante dell’identità e della vita dei cristiani?<br />
3. La domenica “Pasqua settimanale”. Non comprenderemmo l’importanza<br />
e il valore della domenica se non facessimo innanzitutto riferimento<br />
a Cristo e alla sua morte e risurrezione. La domenica, infatti, ci<br />
riporta a quel «primo giorno dopo il sabato», quando Cristo, risorto dai<br />
morti, è apparso ai suoi discepoli. Da quel primo mattino, ogni settimana<br />
il Risorto convoca i cristiani attorno alla sua mensa «nel giorno in cui<br />
ha vinto la morte e ci ha resi partecipi della sua vita immortale» 6 . Non<br />
è stata la Chiesa a scegliere questo giorno, ma il Risorto. Essa non può<br />
né manipolarlo né modificarlo; solo accoglierlo con gratitudine, facendo<br />
della domenica il segno della sua fedeltà al Signore. Sì, «questo è il<br />
giorno che ha fatto il Signore, rallegriamoci ed esultiamo in esso» (Sal<br />
118, 24).<br />
Se Egli non fosse risorto, la nostra fede sarebbe senza fondamento<br />
e noi resteremmo ancora nei nostri peccati 7 . Per questo, fin dall’inizio,<br />
quell’anonimo “primo giorno dopo il sabato” è diventato per i cristiani<br />
5 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Dies Domini (31 maggio 1998), n. 3.<br />
6 Messale Romano, Embolismo domenicale della prece eucaristica.<br />
7 Cfr 1Cor 15, 17.
il «giorno del Signore», come attesta l’Apocalisse (Ap 1, 10). La Chiesa,<br />
ogni domenica, è ricondotta all’essenzialità della sua vita e della<br />
sua missione: «La missionarietà, infatti, deriva dallo sguardo rivolto al<br />
centro della fede, cioè all’evento di Gesù Cristo, il Salvatore di tutti,<br />
e abbraccia l’intera esistenza cristiana. Dalla liturgia alla carità, dalla<br />
catechesi alla testimonianza della vita, tutto nella Chiesa deve rendere<br />
visibile e riconoscibile Cristo Signore» 8 . Lo splendore della luce della<br />
Risurrezione, che illumina la Liturgia <strong>delle</strong> Ore della domenica, dovrebbe<br />
attraversare l’intera giornata.<br />
La domenica è anche il giorno in cui facciamo memoria del Battesimo,<br />
evento che, unendoci alla morte e alla risurrezione di Cristo, è per<br />
noi fonte di vita nuova. Per Tertulliano la domenica è «il giorno della risurrezione<br />
salvifica di Cristo»; con essa «noi celebriamo ogni settimana<br />
la festa della nostra Pasqua» 9 . La Chiesa nella celebrazione eucaristica<br />
domenicale esprime la sua gratitudine con la preghiera liturgica: «Mirabile<br />
è l’opera da lui compiuta nel mistero pasquale; egli ci ha fatti passare<br />
dalla schiavitù del peccato e della morte alla gloria di proclamarci<br />
stirpe eletta, regale sacerdozio, gente santa, popolo di sua conquista per<br />
annunziare al mondo la tua potenza, o Padre, che dalle tenebre ci hai<br />
chiamato alla splendore della tua luce» 10 .<br />
Perché non riscoprire e valorizzare meglio la possibilità, che la liturgia<br />
ci offre, di ricordare e rinnovare la grazia del nostro Battesimo,<br />
attraverso l’aspersione dell’assemblea all’inizio della celebrazione domenicale?<br />
4. La celebrazione eucaristica, cuore della domenica. Nel suo giorno<br />
il Risorto si rende presente nella celebrazione eucaristica e si dona a noi<br />
nella Parola, nel Pane e nel dinamismo del suo amore, permettendoci di<br />
vivere la sua stessa vita. L’Eucaristia domenicale ravviva, così, nei credenti<br />
la consapevolezza che la Chiesa non si “autogenera”, ma è “dono”<br />
che viene dall’Alto. Ogni domenica, la comunità cristiana mentre è riconfermata<br />
nella sua vocazione, è edificata e vivificata dallo Spirito del<br />
8 Conferenza Episcopale Italiana, Il volto missionario <strong>delle</strong> parrocchie in un<br />
mondo che cambia, n. 1.<br />
9 Tertulliano, De sollemnitate paschali, n. 7.<br />
10 Messale Romano, Prefazio I <strong>delle</strong> domeniche del tempo ordinario.
Risorto, perché si presenti al mondo quale «segno e strumento dell’intima<br />
unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano» 11 .<br />
Per questo il giorno del Signore è anche il giorno della Chiesa, che<br />
ricorda a ogni cristiano che non è possibile vivere individualisticamente<br />
la fede. «Quanti, infatti, hanno ricevuto la grazia del Battesimo, non<br />
sono stati salvati solo a titolo individuale, ma come membra del Corpo<br />
mistico, entrati a far parte del Popolo di Dio. È importante perciò che<br />
si radunino, per esprimere pienamente l’identità stessa della Chiesa, la<br />
ekklesía, l’assemblea convocata dal Signore risorto, il quale ha offerto<br />
la sua vita “per riunire <strong>insieme</strong> i figli di Dio che erano dispersi” (Gv 11,<br />
52)» 12 . Questo richiede che «i sacerdoti nel loro impegno pastorale prestino,<br />
durante questo anno di grazia, un’attenzione ancor più grande alla<br />
Messa domenicale, come celebrazione in cui la comunità parrocchiale si<br />
ritrova in maniera corale, vedendo ordinariamente partecipi anche i vari<br />
gruppi, movimenti, associazioni in essa presenti» 13 .<br />
Disertare l’Eucaristia domenicale porta a impoverirsi, a vedere la<br />
propria fede e l’appartenenza alla Chiesa indebolirsi giorno dopo giorno<br />
e a constatare la propria incapacità di fare della domenica un giorno di<br />
festa. Mentre l’industria del divertimento diventa sempre più prolifica e<br />
le occasioni per far festa si moltiplicano, l’uomo sembra aver smarrito<br />
“il perché” e il “per chi” festeggiare. «Purtroppo quando la domenica<br />
perde il significato originario e si riduce a puro “fine settimana”, può capitare<br />
che l’uomo rimanga chiuso in un orizzonte tanto ristretto che non<br />
gli consente più di vedere il “cielo”. Allora, per quanto vestito a festa,<br />
diventa intimamente incapace di “far festa”» 14 .<br />
La domenica ritorna ogni settimana per ricordare a tutti che Cristo<br />
è la nostra festa! La partecipazione all’Eucaristia domenicale più che<br />
un obbligo dovrebbe essere un bisogno! «Come potremmo vivere senza<br />
di Lui?» 15 . Come abbiamo scritto recentemente, «si tratta di offrire occasioni<br />
di esperienza comunitaria e di espressione di festa, per liberare<br />
l’uomo da una duplice schiavitù: l’assolutizzazione del lavoro e del profitto<br />
e la riduzione della festa a puro divertimento. La parrocchia, che<br />
11 Concilio Ecumenico Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 1.<br />
12 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Dies Domini, n. 31.<br />
13 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Mane nobiscum Domine, n. 23.<br />
14 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Dies Domini, n. 4.<br />
15 Sant’Ignazio di Antiochia, Ai Magnesi, 9, 2.
condivide la vita quotidiana della gente, deve immettervi il senso vero<br />
della festa che apre alla trascendenza. Un aiuto particolare va dato alle<br />
famiglie, affinché il giorno della festa possa rinsaldarne l’unità, mediante<br />
relazioni più intense tra i suoi membri; la domenica infatti è anche<br />
giorno della famiglia» 16 .<br />
5. La celebrazione eucaristica domenicale, sorgente della missione.<br />
«La partecipazione al corpo e al sangue di Cristo – afferma san Leone<br />
Magno – non è ordinata ad altro che a trasformarci in ciò che assumiamo.<br />
E colui nel quale siamo morti, sepolti e risuscitati, è lui che diffondiamo,<br />
mediante ogni cosa, nello spirito e nella corporeità» 17 . Per questo,<br />
la celebrazione eucaristica domenicale non può esaurirsi dentro le nostre<br />
chiese, ma esige di trasformarsi in servizio di carità. È la preghiera che<br />
la liturgia pone sulle nostre labbra, perché diventi impegno di vita: «O<br />
Padre, che nella Pasqua domenicale ci chiami a condividere il pane vivo<br />
disceso dal cielo, aiutaci a spezzare nella carità di Cristo anche il pane<br />
terreno» 18 .<br />
La celebrazione eucaristica domenicale genera un’onda di carità, destinata<br />
a espandersi in tutta la vita dei fedeli, trasformando il modo stesso<br />
di vivere il resto della domenica. Così è descritto da Giustino, in modo<br />
incisivo e coinvolgente, il dinamismo della carità che dalla celebrazione<br />
eucaristica si diffondeva nelle case raggiungendo tutte le persone: «Si fa<br />
quindi la spartizione e la distribuzione a ciascuno degli alimenti consacrati,<br />
e attraverso i diaconi se ne manda agli assenti. I facoltosi, e quelli<br />
che lo desiderano, danno liberamente ciascuno quello che vuole, e ciò<br />
che si raccoglie viene depositato presso il preposto. Questi soccorre gli<br />
orfani, le vedove, e chi è indigente per malattia o per qualche altra causa,<br />
e i carcerati e gli stranieri che si trovano presso di noi: insomma, si prende<br />
cura di chiunque sia nel bisogno» 19 .<br />
La celebrazione eucaristica domenicale diviene, così, per tutti noi<br />
una preziosa occasione per verificare la nostra conformazione a Cristo<br />
e il nostro impegno di imitarlo nel dono generoso della nostra vita. Essa<br />
16 Conferenza Episcopale Italiana, Il volto missionario <strong>delle</strong> parrocchie in un<br />
mondo che cambia, n. 8.<br />
17 San Leone Magno, Trattato, 63, 7.<br />
18 Messale Romano, Colletta per l’anno B della XVII domenica del tempo ordinario.<br />
19 San Giustino, I Apologia, 67, 3.
non permette né fughe all’indietro, né sogni evasivi, ma il “rimanere”<br />
in lui e con lui fedeli alla storia, così che la speranza generi le opere<br />
«dell’ottavo giorno» 20 . Si tratta di gesti profondamente umani e semplici<br />
che esprimono e realizzano la solidarietà, la condivisione, la speranza<br />
di un futuro migliore, la liberazione integrale dell’uomo. A volte sarà il<br />
dono di una parola, di una visita, di un sorriso a far sperimentare a chi è<br />
solo che anche per lui è domenica. La domenica è, dunque, anche giorno<br />
dell’uomo. Perché questo non resti solo un pio desiderio ma si trasformi<br />
in realtà, è necessario che le nostre comunità siano capaci di ascoltare<br />
e accogliere gli «interrogativi che toccano le strutture portanti dell’esistenza:<br />
gli affetti, il lavoro, il riposo» 21 .<br />
6. La celebrazione eucaristica domenicale va preparata. Come aiutare<br />
i battezzati a riscoprire tutta la ricchezza custodita e donata dalla<br />
domenica? Perché ci sia un vero coinvolgimento e una reale e profonda<br />
partecipazione, perché il clima festoso sostenuto dai canti e dai gesti sia<br />
autentico, è necessario arrivare alla celebrazione preparati e motivati.<br />
L’improvvisazione e la superficialità, personale o comunitaria, non possono<br />
che produrre indifferenza, senso di disagio, o addirittura noia. Molto<br />
difficilmente si potrà recuperare la centralità della domenica nella vita<br />
della parrocchia, se non si avranno dei momenti in cui giovani, adulti e<br />
anziani si ritrovino non solo per prepararsi alla celebrazione eucaristica<br />
domenicale ma anche per essere da questa “provocati”, così che tutta<br />
la vita e l’agire pastorale della comunità siano da essa interpellati, illuminati<br />
e sostenuti. Non possiamo disattendere quanto il Papa ci chiede:<br />
«I Pastori si impegnino in quella catechesi “mistagogica”, tanto cara ai<br />
Padri della Chiesa, che aiuta a scoprire le valenze dei gesti e <strong>delle</strong> parole<br />
della liturgia, aiutando i fedeli a passare dai segni al mistero e a coinvolgere<br />
in esso l’intera loro esistenza» 22 . A tale scopo, potranno essere di<br />
grande aiuto i sussidi che gli uffici e gli organismi della CEI prepareranno<br />
per l’Avvento-Natale e per la Quaresima-Pasqua. Possano le donne e<br />
gli uomini del nostro tempo «incontrando la Chiesa che ogni domenica<br />
20 Cfr Conferenza Episcopale Italiana, Il giorno del Signore. Nota pastorale dell’Episcopato<br />
italiano (15 luglio 1984), nn. 37-38.<br />
21 Conferenza Episcopale Italiana, Il volto missionario <strong>delle</strong> parrocchie in un<br />
mondo che cambia, n. 9.<br />
22 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Mane nobiscum Domine, n. 17.
100<br />
celebra con gioia il mistero da cui attinge tutta la sua vita, incontrare lo<br />
stesso Cristo» 23 .<br />
7. La preghiera liturgica, così, sintetizza in modo mirabile la ricchezza<br />
della domenica: «Nel giorno del Signore tu riunisci i credenti a celebrare<br />
per la loro salvezza il mistero pasquale. Così ci illumini con la<br />
parola di vita e, radunati in una sola famiglia, ci fai commensali alla cena<br />
di Cristo. Per questo dono di grazia e di gioia noi rinasciamo a più viva<br />
speranza e, nell’attesa del ritorno del Salvatore, siamo stimolati ad aprirci<br />
ai nostri fratelli con amore operoso» 24 .<br />
Questa comprensione della domenica e in essa della celebrazione eucaristica<br />
apre la mente e il cuore dei fedeli a considerare l’Eucaristia<br />
come centro della loro vita. Essa è «mistero di presenza», che prolunga<br />
nella ferialità quotidiana il dono di grazia del Risorto, compagno di viaggio<br />
del discepolo 25 ; è «polo di attrazione» per le comunità parrocchiali<br />
e religiose e per i singoli fedeli che in religioso ascolto e in adorante<br />
silenzio riparano «con fede e amore le trascuratezze, le dimenticanze e<br />
persino gli oltraggi che il nostro Salvatore deve subire in tante parti del<br />
mondo» 26 ; è «centro della vita cristiana» e «spinge il cristiano all’impegno<br />
per la propagazione del Vangelo e l’animazione cristiana della<br />
società» 27 . Sono convinzioni e atteggiamenti che trovano ulteriore nutrimento<br />
in quella adorazione del mistero eucaristico a cui ci richiama il<br />
Santo Padre in questo “Anno dell’Eucaristia”.<br />
Mentre affidiamo il cammino di preparazione e la celebrazione del<br />
Congresso Eucaristico Nazionale alla protezione della Vergine Maria,<br />
donna “eucaristica” con l’intera sua vita, ci auguriamo che si possa dire<br />
di ciascuno di noi quanto Gregorio di Nazianzo affermava di sua madre:<br />
«Fondamento di tutte le tue parole e di tutte le tue azioni era il giorno del<br />
Signore. Ogni sofferenza, o madre mia, tu l’onoravi con le tue lacrime.<br />
Solo nei giorni di festa tu cessavi. Della tua gioia come del tuo pianto<br />
avevi quale testimone il tempio del Signore» 28 .<br />
23 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Dies Domini, n. 87.<br />
24 Liturgia ambrosiana, Prefazio <strong>delle</strong> domeniche del tempo ordinario.<br />
25 Cfr Lc 24, 15. 28-29.<br />
26 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Mane nobiscum Domine, n. 18.<br />
27 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Mane nobiscum Domine, n. 24.<br />
28 San Gregorio di Nazianzo, Epitaffio, in ricordo della madre.
Siamo profondamente convinti che se custodiremo la domenica, «la<br />
domenica “custodirà” noi e le nostre parrocchie, orientandone il cammino,<br />
nutrendone la vita» 29 .<br />
Roma, 1 novembre 2004<br />
Solennità di tutti i Santi<br />
Il Consiglio Permanente<br />
della Conferenza Episcopale Italiana<br />
29 Conferenza Episcopale Italiana, Il volto missionario <strong>delle</strong> parrocchie in un<br />
mondo che cambia, n. 8.<br />
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DOCUMENTI DELLA CONFERENZA<br />
EPISCOPALE ITALIANA<br />
ANNO 2004<br />
Assemblea Generale della CEI<br />
• Nota Pastorale Il volto missionario <strong>delle</strong> Parrocchie in un mondo<br />
che cambia (7 giugno 2004)<br />
• Rito del Matrimonio (28 novembre 2004)<br />
Presidenza della CEI<br />
• Intesa tra Ministero dell’Istruzione e Conferenza Episcopale Italiana<br />
circa gli Obiettivi specifici di apprendimento dell’IRC (26<br />
maggio 2004)<br />
• Comunicazione e Missione. Direttorio sulle Comunicazioni Sociali<br />
nella Missione della Chiesa (18 giugno 2004)<br />
Consiglio Episcopale Permanente<br />
• Lettera in preparazione al 24° Congresso Eucaristico Nazionale<br />
- Bari, 21-29 maggio 2005: “Senza la domenica non possiamo vivere”<br />
(1 novembre 2004)<br />
• Lettera alle comunità cristiane su migrazioni e pastorale d’<strong>insieme</strong><br />
(21 novembre 2004)
Conferenza<br />
Episcopale<br />
Pugliese
Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata principale - particolare Madonna<br />
dell’Assunta.
Verbale<br />
della riunione ordinaria<br />
27-29 gennaio 2004<br />
Centro di Accoglienza “S. Maria <strong>delle</strong> Grazie” - San Giovanni Rotondo<br />
Ospiti di S.E. Mons. Domenico D’Ambrosio, i Vescovi pugliesi si<br />
sono ritrovati a San Giovanni Rotondo, nel Centro di Accoglienza S.<br />
Maria <strong>delle</strong> Grazie, per la riunione ordinaria invernale nei giorni 27-29<br />
gennaio 2004. I lavori sono cominciati martedì 27 alle ore 11, sotto la<br />
presidenza di S.E. Mons. Cosmo Francesco Ruppi, Arcivescovo Metropolita<br />
di Lecce.<br />
La riunione è stata convocata con lettera del 15 gennaio 2004, prot. n.<br />
08/04 [Allegato 1].<br />
Sono presenti gli Arcivescovi e Vescovi della Regione: Mons. Cosmo<br />
Francesco Ruppi, Presidente; Mons. Pietro Maria Fragnelli, Segretario;<br />
Mons. Raffaele Calabro, Mons. Domenico Caliandro, Mons. Domenico<br />
D’Ambrosio, Mons. Vito De Grisantis, Mons. Felice Di Molfetta, Mons.<br />
Luigi Martella, Mons. Donato Negro, Mons. Mario Paciello, Mons. Domenico<br />
Padovano, Mons. Giovanni Battista Pichierri, Mons. Riccardo<br />
Ruotolo, Mons. Marcello Semeraro, Mons. Rocco Talucci, Mons. Francesco<br />
Pio Tamburrino, Mons. Francesco Zerrillo. E altresì presente l’Arcivescovo<br />
emerito Mons. Settimio Todisco.<br />
Sono assenti per motivi di salute Mons. Francesco Cacucci e Mons.<br />
Benigno Luigi Papa; Mons. Michele Seccia per un viaggio già programmato<br />
in Benin allo scopo di incontrare i sacerdoti fidei donum.<br />
Dopo la recita dell’ora media, il Presidente saluta tutti i Confratelli<br />
presenti e fornisce alcune informazioni in merito ai Confratelli assenti.<br />
In particolare in merito a Mons. Francesco Minerva, giunto al felice traguardo<br />
dei 100 anni, Mons. Guglielmo Motolese, Mons. Martino Scarafile,<br />
Mons. Vincenzo Franco, Mons. Carmelo Cassati.<br />
10
10<br />
1. Comunicazioni del Presidente<br />
Il Presidente Mons. Ruppi, dopo aver ringraziato Mons. D’Ambrosio<br />
per la squisita ospitalità, apre i lavori riferendo sul recente Consiglio<br />
episcopale permanente della CEI tenutosi in gennaio. In particolare accenna<br />
ai seguenti argomenti:<br />
1. concorso per gli insegnanti di religione che sarà approfondito con<br />
la partecipazione di Mons. Giosuè Tosoni e don Vincenzo Annichiarico<br />
nel pomeriggio del 28 gennaio;<br />
2. nuove tabelle CEI per l’edilizia di culto: è previsto un aumento del<br />
3% rispetto ai vecchi parametri in base alla natura sismica del territorio<br />
ordinata su di una scala di 4 livelli;<br />
3. IV Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona 2006. Il Comitato<br />
preparatorio sarà presieduto dal Card. Dionigi Tettamanzi; il Sud sarà<br />
rappresentato come vice-presidente da Mons. Cataldo Naro, Arcivescovo<br />
di Acireale;<br />
4. relazione sulla solidarietà della CEI per il debito estero: con la<br />
Guinea Conakri è stata raggiunta una buona collaborazione, mentre<br />
con lo Zambia le trattative sono in corso; la <strong>Diocesi</strong> italiana più attiva<br />
è stata quella di Conversano-Monopoli. Per questo problema è stata<br />
costituita una fondazione;<br />
5. approfondimento del programma per la 53 a Assemblea generale<br />
della CEI (maggio 2004): l’argomento dovrebbe ruotare attorno a<br />
“Parrocchia, associazioni e movimenti ecclesiali”;<br />
6. nuova mappa <strong>delle</strong> facoltà di teologia in Italia: oltre che a Milano,<br />
Firenze, Napoli e Palermo dovrebbero sorgere altre tre facoltà teologiche<br />
a Bologna (già molto avanti, tra Seminario e Domenicani),<br />
Venezia e Bari. Mons. Ruppi, Mons. Cacucci e Mons. Papa hanno<br />
già avviato proficui colloqui con la Congregazione per l’Educazione<br />
Cattolica, il Card. Ruini (CEI) e il Card. Giordano (PFTIM) per spianare<br />
la strada alla facoltà di teologia in Puglia. Resta da verificare la<br />
posizione dell’Ordine dei Domenicani, inizialmente restii, ma poi più<br />
disponibili (considerata la carenza di iscrizioni). Tale facoltà sarebbe<br />
il polo per gli Istituti di Scienze Religiose di Bari, Foggia e Lecce, per<br />
i due Istituti distaccati di Oria e San Severo (distaccati dall’Ateneo<br />
S. Croce di Roma) e di Brindisi (distaccato dal Regina Apostolorum<br />
di Roma). Viene auspicata una commissione di studio, con incontri a
tempi brevi tra le autorità accademiche dell’Istituto teologico ecumenico<br />
di Bari, di Santa Fara e del Vescovo delegato dalla CEP per gli<br />
studi per avviare l’analisi attenta dei problemi e l’elaborazione di una<br />
bozza di statuto in modo da presentare già entro marzo al Consiglio<br />
permanente della CEI una bozza di intesa. La facoltà avrebbe due sezioni:<br />
a) Molfetta, b) San Nicola di Bari. Il governo potrebbe seguire<br />
il modulo bolognese. A livello nazionale le sette facoltà teologiche<br />
risultanti dovrebbero elaborare un piano nazionale <strong>delle</strong> specializzazioni.<br />
I Vescovi hanno accolto con interesse l’idea ed i passi fatti per<br />
la facoltà pugliese.<br />
7. La vita del Clero: Mons. Ruppi, nel quadro dell’attenzione generale<br />
alla qualità della vita sacerdotale, presenta un testo riservato ai Vescovi<br />
con situazioni sacerdotali particolarmente problematiche.<br />
8. Direttorio <strong>delle</strong> Comunicazioni Sociali: l’ultima revisione in corso<br />
sta definendo la bozza che avrà un’ultima approvazione nel Consiglio<br />
permanente di marzo per essere presentata nell’Assemblea di<br />
maggio. Il documento esplicita i criteri circa l’intervento di chierici<br />
e religiosi nei mass media. Si evidenzia la necessità dell’autorizzazione<br />
per quanti parlano in nome della Chiesa, al fine di evitare la<br />
presenza in spettacoli di puro intrattenimento e di dibattito politico.<br />
Bisogna muoversi evitando ogni sorta di ingenuità e di dilettantismo.<br />
Mons. Todisco, affermando il diritto di parola, sostiene la necessità<br />
di distinguere gli interventi in cui ci si espone ex auctoritate e quando<br />
a livello personale. Mons. Calabro chiede che l’autorità centrale<br />
intervenga indicando un responsabile <strong>delle</strong> Comunicazioni Sociali.<br />
Mons. Paciello invita i Confratelli ad incoraggiare la diffusione della<br />
stampa cattolica (Avvenire) e di Sat 2000.<br />
9. I Convegni annuali degli Uffici Pastorali Nazionali del 2004:<br />
Mons. D’Ambrosio parla della Settimana liturgica su “Liturgia e<br />
santità” che si svolgerà a San Giovanni Rotondo dal 23 al 27 agosto<br />
2004;<br />
Mons. Talucci presenta il Convegno nazionale per la pastorale del<br />
turismo, del tempo libero e dello sport, i cui temi sono stati già definiti.<br />
Si terrà a Brindisi dal 5 al 7 Novembre 2004. La prima giornata<br />
è rivolta soprattutto alle autorità civili per dare risonanza all’evento.<br />
Mons. Ruppi partecipa alcune notizie circa il convegno che si terrà a<br />
Lecce nei giorni 14-17 giugno 2004 e che vedrà convocati i responsabili<br />
degli Uffici catechistici, liturgici e della Caritas. Si prevedono<br />
10
10<br />
un migliaio di partecipanti. Il tema del convegno recita “La parrocchia<br />
vive la domenica”. La preparazione del convegno è avviata: tra<br />
i relatori figurano i Vescovi Lambiasi e Betori. Il Presidente auspica<br />
la presenza dei Vescovi di Puglia. Circa la data, è stato osservato che,<br />
per quanto riguarda le elezioni europee, è confermata la data del 13<br />
giugno; per le elezioni provinciali non si sa se possa essere utilizzata<br />
la stessa data.<br />
10. I problemi regionali<br />
Sanità: per quanto riguarda la sostituzione dei cappellani ospedalieri<br />
non c’è bisogno di delibera regionale in quanto sono in organico; ciò<br />
vale anche per i nuovi nominati; si ricorda ai presenti che l’Intesa<br />
stipulata dalla Regione Puglia va oltre il concetto di “convenzione”<br />
comunemente inteso.<br />
Mons. Ruotolo spiega che vi sono due tipi di convenzione:<br />
– ad ore: è definita come consulenza;<br />
– dipendenza: si ha con la firma del contratto e dà diritto al versamento<br />
dei contributi per la pensione.<br />
Famiglia: sono stati presentati 3 diversi disegni di legge in Commissione:<br />
una dalla Giunta, un’altra da Alleanza Nazionale, l’ultima dall’opposizione.<br />
Si sta cercando una mediazione: allo stato attuale c’è<br />
convergenza su 10 dei 18 articoli.<br />
L’articolo 12 parla dei consultori.<br />
11. Beni culturali: sul modello di quella campana, si intende stendere<br />
un’Intesa con la Regione per la tutela dei beni culturali. L’iter sarebbe<br />
quello di concordare con la Regione un testo per un accordo previo si<br />
da poterlo firmare dopo l’invio alla Santa Sede per la revisione.<br />
Seminario regionale e Istituto Teologico Pugliese<br />
27 gennaio 2004, ore 16<br />
Intervengono Mons. Giovanni Ricchiuti, Rettore del Seminario Regionale<br />
di Molfetta, e Mons. Salvatore Palese, Direttore dell’Istituto<br />
Teologico Pugliese.<br />
Mons. Ricchiuti porge il saluto degli educatori e dei seminaristi. Nella<br />
data odierna ricorre il 10° anniversario della sua nomina a Rettore. Presenta<br />
la relazione inviata alla Congregazione per l’Educazione Cattolica
circa l’anno 2002-2003 [Allegato 2], eco e riscontro alla relazione del<br />
Visitatore Mons. Gualtiero Bassetti.<br />
Il clima in Seminario è sereno e di impegno.<br />
La traccia formativa segue due documenti (Pastores dabo vobis e Linee<br />
comuni per i nostri seminari) con particolare attenzione all’integrazione<br />
tra formazione filosofica, biblica e spirituale.<br />
A proposito della visita di Mons. Bassetti, afferma che è stata un’esperienza<br />
di arricchimento e ringrazia per la risposta della Congregazione<br />
per l’Educazione Cattolica, con le osservazioni in esame.<br />
Il Rettore inoltre precisa circa l’età degli educatori e il valore dei padri<br />
spirituali mettendo in evidenza la decisa attenzione da parte di tutti<br />
alle verifiche dei singoli. Riferisce sull’accompagnamento psicologico,<br />
mantenuto nell’ambito dei suoi confini, sul propedeutico, che è residenziale<br />
e sulla situazione economica definita tranquilla.<br />
Dall’Annuario 2003-2004 emerge che grazie all’avvio dell’anno propedeutico<br />
i numeri restano stabili: 188 alunni, di cui 28 al propedeutico.<br />
L’enfasi dell’anno è concentrata sulla formazione teologica nella maturazione<br />
integrale. “Cercatori e testimoni della verità”: per il tema, molto<br />
gradito ai giovani, è stato preso spunto da La sorgente della speranza.<br />
Lo studio come atto di speranza di T. Radcliffe, già Maestro dell’Ordine<br />
dei Predicatori. Gli approfondimenti: biblico con E. Manicardi, filosofici<br />
e pedagogici con M. <strong>Acquaviva</strong>, S. Palese, A. Panzetta. Si è letta in<br />
comunità la lettera di San Tommaso d’Aquino al fratello sul modo di<br />
studiare.<br />
Conclude confermando il clima sereno e non nascondendo imperfezioni.<br />
Mons. Palese esprime la gratitudine sua personale e dei docenti.<br />
Consegna il testo della relazione [Allegato 3] e ringrazia i Vescovi<br />
per il contributo annuale e per quello eccezionale.<br />
Il presente anno è anno di passaggio.<br />
Circa i docenti sottolinea che c’è necessità di docenti stabili (sono<br />
appena 6 su 12) e che vanno sostenuti i giovani per la docenza.<br />
L’Istituto permette di conseguire la Licenza in Teologia con specializzazione<br />
in Antropologia teologica.<br />
Il Consiglio d’Istituto sta elaborando una proposta per coloro che dopo<br />
il ciclo istituzionale non proseguono gli studi.<br />
Propone di chiedere il riconoscimento giuridico allo Stato per l’Istituto<br />
Teologico ed elenca le iniziative dell’Istituto: Convegno giuridico;<br />
10
110<br />
Cristianesimo popolare oggi; 2 quaderni dell’Istituto; la pubblicazione<br />
della Rivista di Scienze Religiose; la settimana di aggiornamento biblico;<br />
l’incontro per docenti di studi patristici.<br />
Seguono gli interventi dei Confratelli Vescovi.<br />
Mons. Fragnelli chiede qualche parola in più sull’anno propedeutico.<br />
Risponde Mons. Ricchiuti: l’ingresso in seminario avviene dopo il<br />
discernimento fatto in <strong>Diocesi</strong>; non dovrebbe accadere che i referenti<br />
diocesani decidano una settimana prima dell’ingresso, a settembre. Offre<br />
un’accresciuta preparazione allo studio della filosofia e teologia; il<br />
cammino formativo dell’anno propedeutico prevede incontri tematici<br />
(più che storici), lezioni di latino (23 su 29 non lo conoscono), greco e<br />
tedesco; l’attuale primo corso testimonia della positività di questo cammino.<br />
Circa i tempi di permanenza in seminario: a tre periodi di 10 giorni<br />
ciascuno intervallati da pause di una settimana circa, seguono tre periodi<br />
di un mese fino a maggio.<br />
Mons. Padovano afferma che l’esperienza dell’anno propedeutico<br />
non esaurisce l’attenzione ai “nuovi” ed invita don Caliandro, responsabile<br />
dell’anno propedeutico, a visitare le diocesi per l’incontro con i<br />
giovani candidati al propedeutico. Anche Mons. Semeraro incoraggia.<br />
Per il Rettore non ci sono preclusioni per il propedeutico, anche se per i<br />
candidati con 40 anni di età bisogna fare un altro discorso.<br />
Mons. Palese testimonia della bontà del propedeutico per le positive<br />
motivazioni riscontrate negli studenti del primo anno.<br />
Mons. D’Ambrosio chiede quale sia la difficoltà più emergente nel<br />
rapporto tra Seminario e <strong>Diocesi</strong>.<br />
Mons. Ricchiuti risponde che la dimensione diocesana è stimolata e<br />
curata: i seminaristi invitano i sacerdoti della <strong>Diocesi</strong> di provenienza; i<br />
superiori non condividono l’eccessiva sottolineatura della dimensione<br />
diocesana in quanto indebolisce le dinamiche interne (corso, gruppo, comunità).<br />
I ministeri è bene che si celebrino in seminario perché i giovani<br />
non pensino di poter condurre la loro vita come “trattativa privata” con<br />
il proprio Ordinario; per questo è necessario un costante collegamento<br />
diretto tra il Vescovo ed il Rettore.<br />
Per Mons. Talucci i docenti devono essere anche educatori ed il Rettore<br />
deve essere voce unitaria degli educatori.<br />
Mons. Caliandro invita a prendere coscienza del fatto che molti giovani<br />
arrivino al termine del cammino formativo senza aver risolto alcuni<br />
problemi.
Mons. D’Ambrosio ricorda la particolarità dei giovani di oggi. Il Rettore<br />
evidenzia la necessità di aiuto da parte dei parroci. Mons. Fragnelli,<br />
incoraggiando ciò invita anche a chiedere sostegno all’azione dello psicologo<br />
(Mons. Semeraro propone Sovernigo).<br />
Il Rettore pone la questione degli educatori nell’anno formativo<br />
2004-2005: servono due educatori (uno dall’Archidiocesi di Otranto,<br />
l’altro è da definire) per il primo anno perché rientra in <strong>Diocesi</strong> don Enzo<br />
De Ceglie (Trani-Barletta-Bisceglie); probabilmente rientra in <strong>Diocesi</strong><br />
don Mimmo Cornacchia (<strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti).<br />
Dopo il trasferimento di S.E.R. Mons. D’Addario ad altra sede, la<br />
fondazione Regina Apuliae non ha il Presidente. La prossima assemblea<br />
si terrà il 31 marzo ‘04 e in quella sessione si provvederà.<br />
Alla ripresa dei lavori Mons. D’Ambrosio relaziona a nome della<br />
Commissione episcopale sul Seminario. Si sono tenuti tre incontri con<br />
l’équipe formativa del seminario regionale sui seguenti temi:<br />
• <strong>Diocesi</strong> - Seminario - Frizioni su ministeri, estate, tirocinio pastorale.<br />
Il Seminario Regionale è una scelta per la formazione dei nostri sacerdoti,<br />
ma non basta. Il nodo con la <strong>Diocesi</strong> non è sciolto: va approfondito.<br />
• L’anno propedeutico: non è un anno di orientamento vocazionale, ma<br />
è già formazione al sacerdozio. Ci vuole il percorso previo in diocesi.<br />
• Il sesto anno non funziona. Su 22 alunni solo 7 + 2 lo frequentano.<br />
Sarebbe il caso di vedere come si può corrispondere nello studio alla<br />
frequenza dell’anno pastorale.<br />
A questa relazione seguono le riflessioni dei Confratelli.<br />
Mons. Pichierri: il clima è buono, Don De Ceglie dovrà rientrare in<br />
<strong>Diocesi</strong>.<br />
Non è bene che i giovani presentino la domanda di ammissione agli<br />
Ordini; si deve insistere sul ruolo dei parroci, che devono scrivere al<br />
Vescovo; anche il rapporto con le famiglie deve essere intensificato. A<br />
proposito <strong>delle</strong> celebrazioni in <strong>Diocesi</strong>, esse sono feconde di nuove vocazioni.<br />
Secondo Mons. Negro il problema di fondo si ravvisa nell’individuare<br />
il tipo di formazione oggi in Seminario. È più di testa, non scende<br />
nelle emozioni: l’affettività non viene “educata”. È difficoltà dell’oggi.<br />
111
112<br />
Per questo occorre interrogarsi: quali educatori? Gli attuali vanno incoraggiati.<br />
Mons. Fragnelli propone di inviare dalla Regione 5/6 preti a studiare/<br />
formarsi per la formazione dei preti.<br />
Mons. Talucci invita tutti a prendere <strong>delle</strong> decisioni.<br />
Mons. Calabro esprime apprezzamento sul Rettore e chiede di curare<br />
la scelta degli educatori e <strong>delle</strong> guide spirituali.<br />
Mons. De Grisantis richiede un aiuto psicologico per tutti, non solo<br />
in chiave “negativa”, la frequenza del sesto anno non favorisce la conoscenza<br />
dei futuri presbiteri (la <strong>Diocesi</strong> è molto lontana da Molfetta);<br />
Mons. Paciello propone che il 6° anno sia lasciato ai singoli Vescovi perché<br />
possano meglio guidare i giovani prossimi all’Ordinazione. Si impone<br />
chiarezza sul 6° anno che può essere pensato come il propedeutico<br />
per quanto riguarda la sospensione dello studio (Mons. Di Molfetta).<br />
Mons. Caliandro riferisce <strong>delle</strong> sorprese negative quando il giudizio<br />
dell’équipe formativa non risulta essere verace; insiste sulla cura nella<br />
scelta degli educatori e dei padri spirituali.<br />
Sulla stessa lunghezza d’onda il parere di Mons. Semeraro e Mons.<br />
Martella, i quali sottolineano le difficoltà oggettive del seminario.<br />
Mons. Zerrillo avanza l’ipotesi della presenza di un vice-rettore a<br />
Molfetta.<br />
Mons. Talucci fa riferimento al biennio “di discernimento” affermando<br />
che non può restare tale; gli animatori si limitano a registrare il vissuto<br />
senza interagire; la presenza degli animatori deve essere fonte per<br />
un cammino verso la consacrazione e non solo l’abilitazione per andare<br />
avanti. Mons. Negro evidenzia come per la formazione debbano innescarsi<br />
<strong>delle</strong> dinamiche “formative” e non si devono solo approntare iniziative.<br />
Mons. D’Ambrosio, Presidente della Commissione sul Seminario, offrirà<br />
all’èquipe formativa del Seminario Regionale una sintesi ordinata<br />
degli interventi.<br />
Mons. Ruppi sintetizza i punti su cui la Commissione sul Seminario<br />
dovrà riflettere e avanzare <strong>delle</strong> proposte:<br />
• il 6° anno<br />
• l’esperienza pastorale<br />
• le persone incaricate della formazione.
Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese<br />
Mercoledì 28 gennaio ore 9.00<br />
Mons. Murolo, nella qualità di Vicario Giudiziale, dà lettura della relazione<br />
[Allegato 4].<br />
Tutti i giudici in servizio sono stati confermati fino al 31/12/2008; lo<br />
stesso per il difensore del Vincolo. In particolare, a fronte dell’elevato<br />
numero di cause, si chiede che possa aumentare anche il numero dei<br />
giudici a tempo pieno.<br />
Istituto Pastorale Pugliese<br />
Don Cosimo Damasi dà lettura della relazione circa l’attività svolta<br />
dall’Istituto [Allegato 5].<br />
Seguono gli interventi dei Confratelli: Mons. Semeraro informa che<br />
l’Istituto si avvale della collaborazione di D. Amato, S. Ramirez, M. Lobascio,<br />
D. Cornacchia, G. Copertino (segretario), P. Zuppa, S. Calabrese,<br />
A. Sabatelli.<br />
Circa l’Annuario si pensa di farne, oltre la versione cartacea, anche<br />
una su CD; Mons. Negro chiede che si snellisca la versione cartacea anche<br />
perché di poca utilità. Mons. Semeraro propone di mettere solo gli<br />
aspetti istituzionali (per es. indirizzi, strutture…); Mons. Paciello propone<br />
due strumenti: per le strutture e per le persone.<br />
Chiede all’Istituto Pastorale di elaborare un percorso di formazione<br />
permanente per presbiteri e laici e quindi di costituire un gruppo stabile<br />
alla guida dell’IPP. Si potrebbe elaborare anche un percorso per i presbiteri<br />
dei primi 5 anni di ordinazione.<br />
Mons. Ruppi riferisce del progetto del WEBRegione che sarà ultimato<br />
con la redazione dell’Annuario.<br />
Mons. Padovano rende noto che nei giorni 17-18 aprile p.v. si terrà a<br />
Conversano l’incontro regionale <strong>delle</strong> Confraternite il cui tema è “Confraternite<br />
e parrocchia in una pastorale integrata”.<br />
Insegnamento della Religione Cattolica<br />
Sono presenti don Giosuè Tosoni e don Vincenzo Annichiarico.<br />
Don Tosoni, Direttore del Servizio Nazionale CEI per l’IRC, spiega<br />
113
114<br />
le modalità di partecipazione al concorso sintetizzando i contenuti della<br />
lettera ai responsabili degli Uffici Scuola Diocesani [Allegato 6]:<br />
• è disponibile il 70% dei posti per il quale è richiesta l’idoneità ecclesiale<br />
e il superamento del concorso speciale per conseguire l’immissione<br />
in ruolo;<br />
• sottolinea l’urgenza di un’attenzione privilegiata alla pastorale scolastica<br />
legata all’Ufficio Scuola e non all’Ufficio Catechistico.<br />
Gli interventi dei Vescovi della Regione:<br />
Il Presidente invita tutti a verificare quanto prima il numero <strong>delle</strong> cattedre<br />
disponibili per le scuole medie inferiori e superiori, consapevoli<br />
che il 25% dei vincitori di concorso può chiedere l’utilizzo part-time<br />
(non meno di 9 ore) e che ciò consentirebbe di inserire supplenti.<br />
Mons. Padovano chiede che sia redatta una lettera per gli insegnanti<br />
prendendo a modello quella inviata ai responsabili diocesani.<br />
Per quanto riguarda il 30% gestito dai Vescovi Mons. Caliandro invita<br />
a curare l’accesso dei sacerdoti e dei religiosi all’IRC.<br />
Mons. Zerrillo evidenzia la situazione della sua diocesi ove per raggiungere<br />
le 18 ore è necessario spostarsi in diverse località. A tal proposito<br />
don Tosoni invita a fare una simulazione per vedere come valorizzare<br />
il 30% per gli “spezzoni” e dove creare cattedre “a scavalco”.<br />
Si deve attestare l’idoneità di tutti? Si può rifiutare a chi proviene da<br />
altra diocesi o almeno invitare ad attendere.<br />
Come assegnare le cattedre del 70%? Don Annichiarico risponde che<br />
bisogna individuare un criterio elastico che non sia né per anzianità né<br />
per la situazione contingente.<br />
Per quanto riguarda la partecipazione dei sacerdoti e dei religiosi,<br />
Mons. Ruppi chiede che si cerchi un criterio comune. Il Direttore del Servizio<br />
nazionale IRC invita all’incontro con i singoli sacerdoti anche per<br />
verificare la ricaduta economica della partecipazione o meno al concorso.<br />
Introduzione del processo sulle virtù del Sac. Antonio Spalatro<br />
Mons. D’Ambrosio propone l’introduzione del processo sulle virtù<br />
del Sac. Antonio Spalatro di Vieste [Allegato 7] e presenta i tratti principali<br />
della figura di questo sacerdote morto a soli 28 anni.<br />
Mons. Zerrillo, che lo conobbe personalmente, testimonia della sua<br />
fragranza / arrendevolezza / ingenuità. Organista, sempre umile anche
di fronte alle intemperanze del maestro di cappella. Ci sono <strong>delle</strong> testimonianze<br />
interessanti come quella della donna che ne ha composto la<br />
salma: era stata aiutata da lui nei momenti di fame e povertà.<br />
P. Jesus Castellano leggerà il diario. La sua parrocchia vive di questa<br />
eredità.<br />
Secondo la normativa canonica, Mons. D’Ambrosio chiede il parere<br />
della Conferenza Episcopale regionale. La Conferenza esprime parere<br />
favorevole all’unanimità.<br />
Incontro con la Presidenza Regionale della CISM<br />
Sono accolti i Rev.di Ministri Provinciali della Provincia foggiana<br />
dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, <strong>delle</strong> province salentina e barese<br />
dell’Ordine dei Frati Minori, dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali,<br />
della Congregazione dei Rogazionisti e dell’Ordine dei Carmelitani.<br />
L’incontro è legato a tre comunicazioni:<br />
1. i Padri Cappellani Ospedalieri<br />
2. la tutela e la valorizzazione dei beni culturali<br />
3. la pianificazione degli studi teologici in Italia.<br />
Mons. Ruppi informa sui punti sottolineando quanto già riferito in<br />
altra parte del presente verbale: ribadisce che per le sostituzioni dei Cappellani<br />
ospedalieri non c’è bisogno di delibera regionale in quanto essi<br />
sono inseriti nel personale in organico; per la tutela e la valorizzazione<br />
dei beni culturali sono disponibili dei contributi per Archivi, Musei e Biblioteche,<br />
come per le diocesi. In particolare si sofferma sulla progettata<br />
facoltà teologica pugliese presentando l’esigenza che i religiosi contribuiscano<br />
con i docenti; pertanto ne incoraggia la formazione. Infine il<br />
Presidente chiede un religioso esperto in Diritto Canonico per il Tribunale<br />
Ecclesiastico Regionale Pugliese.<br />
Fra Donato Sardella ofm, Presidente CISM/Puglia dà lettura della<br />
relazione [Allegato 8] al termine della quale si dà a tutti i presenti la<br />
possibilità di intervenire.<br />
Mons. Ruppi propone di confrontarsi su temi quali le parrocchie, i<br />
beni culturali e la formazione.<br />
P. Diego chiede ai Vescovi se sono soddisfatti dell’operato dei religiosi,<br />
se sono presenti remore nell’affidare parrocchie a loro, come sono<br />
inseriti nei piani pastorali diocesani.<br />
11
11<br />
Mons. Ruppi si fa portavoce dell’apprezzamento da parte di tutti i<br />
Vescovi di Puglia, i quali chiedono una maggiore presenza in mezzo ai<br />
confratelli del clero diocesano per offrire la testimonianza del proprio<br />
carisma.<br />
I diversi interventi dei Confratelli evidenziano la necessità del dialogo<br />
e della stima reciproca, perché i Vescovi possano anch’essi sostenere<br />
il cammino dei Religiosi presenti in diocesi.<br />
Mons. D’Ambrosio evidenzia la necessità di collaborazione anche<br />
per quanto riguarda la chiusura di comunità, non desiderando trovarsi di<br />
fronte a decisione già prese. Vari altri interventi riferiscono della presenza<br />
dei religiosi nel territorio diocesano.<br />
P. Buccoliero manifesta la difficoltà di unire parrocchia e convento;<br />
propone la soluzione di fraternità a sostegno della pastorale parrocchiale.<br />
Il carisma esige la creazione di nuove fraternità chiudendone alcune,<br />
possibilmente senza sacrificare “conventi senza parrocchia”.<br />
Il Ministro Provinciale dei Frati minori Conventuali, P. Piemontese,<br />
informa circa la peregrinatio del corpo di S. Giuseppe da Copertino che<br />
farà tappa a Bari e a Copertino; sarebbe felice se i Vescovi partecipassero<br />
agli incontri.<br />
Il Ministro Provinciale dei Frati minori Cappuccini sottolinea il carisma<br />
dell’Ordine e dice che i frati non sono formati in vista della parrocchia.<br />
Chiede possibilità di dialogo e familiarità superando i confini<br />
dell’istituzionale.<br />
P. Alfarano chiede la visita agli studentati perché l’incontro con il<br />
Vescovo aiuta i fomandi.<br />
Il Presidente CISM propone di creare un piccolo nucleo per ritornare<br />
sui temi emersi nell’incontro.<br />
Completati i punti all’Ordine del giorno, il Presidente chiude la sessione<br />
invernale della Conferenza.<br />
Il Segretario<br />
✠ Pietro Maria Fragnelli<br />
Vescovo di Castellaneta
Verbale<br />
della riunione ordinaria<br />
31 marzo 2004<br />
Seminario Regionale - Molfetta<br />
Mercoledì 31 marzo 2004 alle ore 9.15, nel Pontificio Seminario<br />
Regionale di Molfetta, ha inizio la riunione ordinaria della Conferenza<br />
Episcopale Pugliese. Presiede l’Arcivescovo Metropolita di Lecce<br />
Mons. Cosmo Francesco Ruppi, Presidente della C.E.P.<br />
Sono presenti gli Arcivescovi e Vescovi della Regione: Mons. Cosmo<br />
Francesco Ruppi, Presidente; Mons. Francesco Cacucci, Vice presidente;<br />
Mons. Michele Seccia, Segretario; Mons. Raffaele Calabro, Mons.<br />
Domenico Caliandro, Mons. Vito De Grisantis, Mons. Felice Di Molfetta,<br />
Mons. Pietro Maria Fragnelli, Mons. Luigi Martella, Mons. Donato<br />
Negro, Mons. Mario Paciello, Mons. Domenico Padovano, Mons. Benigno<br />
Papa, Mons. Giovanni Battista Pichierri, Mons. Marcello Semeraro,<br />
Mons. Rocco Talucci, Mons. Francesco Pio Tamburrino e Mons. Francesco<br />
Zerrillo.<br />
Sono altresì presenti gli Arcivescovi emeriti: Mons. Vincenzo Franco,<br />
Mons. Settimio Todisco, Mons. Martino Scarafile e Mons. Riccardo<br />
Ruotolo.<br />
È assente Mons. Domenico D’Ambrosio, impegnato a San Giovanni<br />
Rotondo.<br />
Questo l’ordine del giorno dei lavori comunicato agli Ecc.mi Arcivescovi<br />
e Vescovi con lettera di convocazione del 22 marzo 2004 (Prot. n.<br />
13/04) [Allegato 1]:<br />
1. Comunicazioni del Presidente<br />
2. Seminario Regionale: Sesto Anno, Esperienze pastorali, Quadro del<br />
personale<br />
3. Preparazione Convegni Nazionali<br />
4. Facoltà Teologica Pugliese<br />
5. Varie ed eventuali.<br />
I lavori della Conferenza iniziano in anticipo per la presenza del Presidente<br />
della Giunta Regionale, Raffaele Fitto, accompagnato dal Dott.<br />
De Donatis e dal Dott. Virgilio.<br />
11
11<br />
Il Presidente della CEP, Mons. Ruppi, introduce i lavori salutando il<br />
Presidente Fitto a nome dei Vescovi e ringrazia per il servizio reso alla<br />
comunità regionale e l’attenzione riservata ai problemi di particolare<br />
utilità per tutta la società, come la legge sulla famiglia, appena approvata<br />
e che tutela e promuove i valori che fanno parte della nostra tradizione e<br />
cultura. Frutto della positiva collaborazione tra le Istituzioni di governo<br />
della Regione e la Conferenza dei Vescovi sui problemi di comune interesse<br />
è anche l’intesa per i beni culturali, per la quale è stata comunicata<br />
la recognitio canonica della Santa Sede. Mons. Ruppi ringrazia altresì il<br />
Dott. De Donatis, capo gabinetto del Presidente Fitto, e il Dott. Virgilio,<br />
responsabile regionale del settore dei beni culturali.<br />
L’on. Fitto saluta i Vescovi, lieto di poter annunciare l’approvazione<br />
definitiva della Legge Regionale per la famiglia, un passo importante<br />
che si aggiunge al Nuovo Statuto regionale, al piano sanitario, ecc. La sinergia<br />
che l’intesa sui Beni Culturali ecclesiastici può attivare nei prossimi<br />
mesi, rappresenta la volontà della Regione di proseguire nell’attuazione<br />
del programma stabilito per le diverse problematiche. Il prossimo<br />
impegno in calendario è il primo piano sociale regionale integrativo della<br />
LR 17 per affrontare le crescenti emergenze sociali in dialogo con il<br />
piano sanitario regionale. A questo faranno seguito gli strumenti operativi<br />
e concreti necessari per la piena attuazione della legge per la famiglia,<br />
approvata poche ore fa dal Consiglio Regionale.<br />
Prima di procedere alla firma dell’Intesa, Mons. Ruppi dà lettura della<br />
recognitio canonica da parte della Congregazione per i Vescovi [Allegato<br />
2] e dà lettura del testo della intesa programmatica tra la<br />
regione puglia e la conferenza episcopale pugliese per la tutela<br />
e la valorizzazione di beni culturali appartenenti ad enti<br />
ed istituzioni ecclesiastiche [Allegato 3].<br />
Viene richiamata una particolare attenzione all’Art. 5 per la costituzione<br />
di una Commissione paritetica per una concreta e rapida applicazione<br />
dell’Intesa.<br />
Firmata l’Intesa, il Presidente Fitto si congeda dai Vescovi che riprendono<br />
i lavori con la recita dell’Ora Media.<br />
L’Arcivescovo Metropolita di Lecce, Mons. Ruppi, introduce i lavori<br />
porgendo un fraterno saluto ai Vescovi presenti e in particolare agli<br />
Emeriti; informa sulle condizioni di salute dei Confratelli impossibilitati<br />
ad intervenire (Mons. Motolese, Mons. Cassati e Mons. Accogli) e per i
quali invita a pregare. Comunica inoltre che Mons. D’Ambrosio, assente<br />
per urgenti impegni a San Giovanni Rotondo, fa sapere che il 1° luglio<br />
p.v. avrà luogo la dedicazione della nuova chiesa.<br />
1. Comunicazioni del Presidente<br />
Mons. Ruppi riferisce su quanto emerso nell’ultimo Consiglio Permanente<br />
della CEI e da sottoporre all’attenzione della Conferenza, rinviando<br />
al Comunicato finale pubblicato su Avvenire il 30 marzo.<br />
• La C.E.P. deve segnalare alla Segreteria della CEI un Vescovo per le<br />
votazioni che si svolgeranno durante la prossima assemblea CEI, per<br />
l’elezione del presidente della Commissione Episcopale per l’Ecumenismo<br />
e il Dialogo, in sostituzione di Mons. Chiaretti (eletto Presidente<br />
della Conferenza Episcopale Umbra). I Vescovi indicano, all’unanimità,<br />
Mons. Marcello Semeraro.<br />
• Nel Consiglio Permanente si è auspicato il superamento della situazione<br />
di stallo e di polemica tra i poli che sta segnando la vita della<br />
Nazione. Si è richiamato l’art. 29 della Costituzione per ribadire l’importanza<br />
della famiglia, fondata sul matrimonio. Mons. Ruppi ricorda<br />
che la legge approvata dalla Regione Puglia, non ha fatto riferimento<br />
alle coppie di fatto.<br />
• Nell’ambito della riforma scolastica in atto e dell’adeguamento dei<br />
programmi per l’insegnamento della religione cattolica, il Consiglio<br />
Permanente ha approvato gli orientamenti specifici di apprendimento<br />
per la prima e seconda media.<br />
• Sono state approfondite <strong>delle</strong> linee di collaborazione tra Vescovi Europei<br />
e Africani.<br />
• Per quanto concerne la somma pervenuta dall’otto per mille IRPEF,<br />
mentre è stata approvata la ripartizione dei fondi per le finalità specifiche,<br />
è stato evidenziato come le offerte deducibili siano ancora in leggera<br />
flessione e le firme si attestano ad una percentuale dell’87,25%.<br />
A tale proposito è importante attivare i responsabili del servizio del<br />
Sovvenire e quanti sono impegnati nei consigli degli affari economici<br />
perché anche coloro che non sarebbero tenuti a presentare la dichiarazione<br />
dei redditi (pensionati e reddito fisso) esprimano con la firma<br />
la scelta di destinazione dell’otto per mille.<br />
• Durante i lavori assembleari di maggio si dovrà approvare il valore del<br />
punto e l’assegnazione di alcuni punti ai sacerdoti docenti di religione.<br />
11
120<br />
• Si svolgerà a Bologna, dal 7 al 10 ottobre prossimo, la Settimana Sociale.<br />
• Tribunali Ecclesiastici Regionali. Nel contesto nazionale è emerso<br />
che quello della Puglia detiene un primato negativo per le cause arretrate<br />
e pendenti (al 21 dicembre 2003, erano 774). Nel corso del 2003<br />
sono state introdotte 271 nuove istanze e ne sono state decise 231. La<br />
tendenza attuale è di diminuzione al Nord ed aumento al Sud per l’introduzione<br />
di nuovi libelli, ma ciò è dovuto anche alla diminuzione<br />
dei matrimoni concordatari al Nord.<br />
Interviene l’Arcivescovo di Bari, Mons. Cacucci che, nella qualità di<br />
Moderatore del TERP, comunica ai Confratelli che la Segnatura Apostolica<br />
nell’approvare la costituzione del Tribunale di prima istanza<br />
di Scutari, ha stabilito Bari come sede per la seconda istanza. Confermando<br />
la necessità di altri giudici per far fronte alle esigenze del<br />
TERP, Mons. Cacucci comunica che è stato indicato un frate minore<br />
che potrebbe collaborare, ma al momento è impegnato al Tribunale di<br />
Campobasso come difensore del vincolo.<br />
• Per quanto concerne, infine, l’elaborazione di un documento pastorale<br />
sul volto missionario della Parrocchia, il testo richiede ulteriori<br />
approfondimenti.<br />
• Il Presidente, Mons. Ruppi, conferma quanto già anticipato per lettera<br />
ai Confratelli circa il parere favorevole espresso dal Consiglio<br />
Permanente circa l’istituzione di una Facoltà Teologica nella Regione<br />
ecclesiastica della Puglia e chiede di anticipare il 4° punto dell’O.<br />
d.G. per l’importanza che riveste e la necessità di un adeguato approfondimento.<br />
2. Facoltà Teologica Pugliese<br />
Dopo la Conferenza di gennaio, dice il Presidente Mons. Ruppi, è stato<br />
approfondito il dialogo con i Domenicani e la Facoltà di Napoli. Si è<br />
così giunti alla nomina di un docente dell’Angelicum nella commissione<br />
per lo Statuto. Anche il Preside di Napoli dovrà provvedere ad indicare<br />
un nominativo per tale commissione.<br />
Il Comitato per gli studi di teologia e di religione cattolica è stato<br />
prorogato sino al 2005 ed avrà le seguenti competenze: stabilire il livello<br />
degli studi; fissare i criteri per la pianificazione degli Istituti Teologici e<br />
Facoltà in Italia; verificare il funzionamento degli Istituti e <strong>delle</strong> Facol-
tà; esaminare le richieste per le nuove istituzioni; promuovere iniziative<br />
culturali; svolgere tutti i compiti su mandato della Presidenza CEI.<br />
Le Conferenze Episcopali della Puglia e del Triveneto sono state autorizzate<br />
ad avviare l’iter per la formazione <strong>delle</strong> Facoltà Teologiche nelle<br />
rispettive Regioni. Pertanto sarà responsabilità della CEP approntare un<br />
dossier da presentare alla Congregazione per l’Educazione Cattolica.<br />
Mons. Ruppi ripercorre la memoria storica degli istituti teologici in<br />
Puglia, avendo egli stesso vissuto gli eventi in prima persona.<br />
Il 1° ottobre 1968 avvenne l’erezione dell’Istituto Superiore di Teologia<br />
Ecumenica a Bari e la <strong>Diocesi</strong> provvede con una fondazione.<br />
Il 10 maggio 1971 la Santa Sede approva la sezione di studi Ecumenici<br />
e Patristici greco-bizantini, che viene incorporata dall’Angelicum.<br />
Il 9 luglio 1991 la Santa Sede approva l’incorporazione all’Angelicum.<br />
Nel 1992 ha luogo l’aggregazione dell’Istituto Teologico Pugliese di<br />
Molfetta alla Facoltà Teologica per l’Italia Meridionale di Napoli.<br />
Nel 1978 a Santa Fara (Bari) nasce lo S.T.I.P. (Studio Teologico interprovinciale)<br />
incorporato all’Antoniano di Roma.<br />
Il 29 gennaio 2004 i Vescovi della CEP hanno deliberato all’unanimità<br />
di avviare la nascita di una Facoltà Teologica Pugliese, che unifichi<br />
le realtà accademiche esistenti e dia la possibilità alla nostra Regione di<br />
avere una Facoltà Teologica vera e propria.<br />
La Facoltà Teologica Pugliese nascerà con l’unificazione <strong>delle</strong> tre<br />
realtà (le due di Bari e quella di Molfetta), ma c’è bisogno di molta pazienza<br />
e attenzione alle attese di tutti. Saranno coinvolti i tre Direttori<br />
e si indica Mons. Semeraro quale Presidente dell’Istituto Pastorale Pugliese<br />
come esperto nella Commissione per lo Statuto.<br />
Per perseguire questi obiettivi si pongono due adempimenti da assolvere<br />
e predisporre con cura: uno Statuto e una solida base di finanziamento.<br />
Per quanto concerne lo Statuto, un’apposita Commissione è già al<br />
lavoro con il coinvolgimento di tutte le componenti interessate.<br />
Sul problema economico-finanziario, Mons. Ruppi presenta una ipotesi<br />
di lavoro: costituire una Fondazione con un importo globale di 10<br />
miliardi di vecchie lire, che sarebbero così reperiti. La <strong>Diocesi</strong> di Bari<br />
metterebbe a disposizione due miliardi, oltre ai tre già esistenti nella<br />
fondazione fatta a suo tempo per l’Istituto Ecumenico. I Vescovi della<br />
Regione assicurerebbero altri cinque miliardi (due ripartiti tra le diverse<br />
121
122<br />
diocesi più tre dal Fondo attualmente a disposizione della stessa Conferenza).<br />
Circa la destinazione di quest’ultima somma, tocca ai Vescovi<br />
decidere, dal momento che la Facoltà è anche aperta all’Oriente e all’Ecumenismo.<br />
Infine, Mons. Ruppi, ricorda che la Santa Sede è entrata nella “Carta<br />
di Bologna”, cioè un’intesa nel contesto europeo e a cui aderiscono già<br />
40 Paesi che stanno omologando la struttura degli studi superiori universitari,<br />
secondo il modulo 3+2 (laurea breve). Tutte le Facoltà europee<br />
devono adeguarsi allo standard europeo entro il 2006.<br />
Concluse queste informazioni importanti e preliminari, il Presidente,<br />
Mons. Ruppi, apre la discussione invitando i Confratelli ad intervenire.<br />
Mons. Cacucci nell’esprimere l’adesione al progetto e alla proposta<br />
finanziaria da parte della <strong>Diocesi</strong> di Bari, ritiene opportuno andare avanti<br />
sulla strada intrapresa anche per il riconoscimento dei titoli di studio a<br />
livello europeo.<br />
Mons. Ruppi pone ai presenti due questioni sintetiche e precise sulle<br />
quali i Vescovi devono esprimersi: si condivide il cammino sinora realizzato?<br />
Si è d’accordo nel confluire nella Fondazione già esistente?<br />
In modo unanime i Vescovi aderiscono a quanto illustrato dal Presidente<br />
ed invitano ad andare avanti. Iniziano gli interventi dei singoli<br />
Ordinari sulla questione.<br />
Mons. Papa si dice convinto e felice di aderire alla proposta: il futuro<br />
teologico della Puglia dipende solo da noi! È un segno di fiducia che la<br />
Santa Sede e la CEI pongono in noi ed è anche la via per il riconoscimento<br />
degli studi teologici in virtù della carta di Bologna. Secondo l’Arcivescovo<br />
di Taranto siamo in linea con la memoria storica. I problemi economici<br />
sono legati ai problemi statutari, perciò è importante il coinvolgimento<br />
della CEP che significa coinvolgimento <strong>delle</strong> Chiese particolari.<br />
Che non si verifichi l’evoluzione conosciuta per l’istituto Ecumenico di<br />
Bari (l’istituisce la CEP e non deve finire per essere interesse della sola<br />
<strong>Diocesi</strong> di Bari). La Conferenza deve diventare il soggetto promotore e<br />
sostenitore della Facoltà, insiste Mons. Papa, che sollecita i Confratelli a<br />
coinvolgere le <strong>Diocesi</strong>, i Consigli Presbiterali, Pastorali, Episcopali…<br />
Mons. Negro chiede un supplemento di riflessione per l’importanza<br />
e le ripercussioni che comporterà questa impostazione. Non è il problema<br />
amministrativo che fa paura. Si fa necessaria una riflessione previa<br />
su che cosa cambierà. Per i nostri seminaristi quale prospettiva si apre?<br />
Importante il coinvolgimento <strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong>.
Mons. Semeraro riferisce della riunione svoltasi a Bari con la partecipazione<br />
di Mons. Ruppi, Mons. Cacucci, P. Sardella per il CISM e P. Carucci<br />
per lo STIP. Le istanze presentate devono fare da sfondo a tutto il<br />
lavoro da svolgere e questo deve essere precisato a livello di linguaggio,<br />
perché non ci si riduca a fare un “cappello” per la situazione esistente.<br />
Perciò è importante una impostazione nuova e specifica che prenda in<br />
seria considerazione, per esempio, la questione dei docenti stabili. La<br />
commissione, continua Mons. Semeraro, dovrebbe essere formata da 2-<br />
3 persone capaci ed esperte che ci aiutino in questo percorso che stiamo<br />
seguendo.<br />
Mons. Cacucci precisa che non si tratta della preminenza dell’uno<br />
sull’altro Istituto, bensì di una razionalizzazione e pianificazione degli<br />
studi teologici nella Regione.<br />
Secondo Mons. Ruppi, il coinvolgimento <strong>delle</strong> Chiese particolari deve<br />
essere perseguito in modo accorto e convinto. Va anche ripensata la<br />
tipologia <strong>delle</strong> licenze e specializzazioni secondo le esigenze culturali e<br />
pastorali <strong>delle</strong> Chiese particolari.<br />
Mons. Todisco esprime il timore che le difficoltà si proiettino nel futuro,<br />
perciò pone la questione in modo diretto: cosa vogliamo fare noi<br />
Vescovi per la Puglia? Prima degli strumenti e strutture vengono le relazioni<br />
comunionali e l’impegno a superare le forze divergenti esistenti.<br />
Per Mons. Fragnelli la Conferenza Episcopale regionale vive un momento<br />
storico non solo per l’importanza della questione, ma anche per la<br />
soggettività con cui la stessa Conferenza si pone.<br />
Mons. Calabro evidenzia il maggior dialogo in atto anche con le diverse<br />
Istituzioni ecclesiali, culturali, civili.<br />
Anche gli altri Vescovi presenti si dicono d’accordo nel proseguire<br />
con determinazione il cammino avviato (Mons. De Grisantis) per una<br />
riforma globale degli studi teologici nella Regione, compresi gli Istituti<br />
Superiori di scienze religiose (Mons. Seccia) e cominciando a pensare<br />
nelle <strong>Diocesi</strong> per essere pronti al momento opportuno (Mons. Paciello).<br />
Mons. Ruppi ringrazia tutti i Confratelli per l’utilissima discussione<br />
che arricchisce ed incoraggia il lavoro avviato. A proposito dello Statuto<br />
chiede ai presenti di confermare la commissione che oltre a Mons. Ruppi,<br />
Mons. Cacucci, Mons. Papa, Mons. Semeraro includa anche, per una<br />
maggiore comunione di intenti lo STIP e l’Angelicum. La Commissione<br />
della CEP continuerà a lavorare e riflettere <strong>insieme</strong> ai designati dall’Ordine<br />
Domenicano e dalla CISM per elaborare una prima bozza di Statuto<br />
123
124<br />
che abbia presente lo studio della teologia e la realtà pastorale. Rimandando<br />
in futuro il discorso finanziario, il Presidente chiede ai presenti<br />
di portare per la prossima Conferenza (il 3 giugno p.v.) altre indicazioni<br />
per lo Statuto, le specializzazioni e il quadro docenti.<br />
Mons. Semeraro osserva che sarebbe opportuno il coinvolgimento<br />
dell’Istituto Pastorale Pugliese.<br />
Dopo una breve interruzione, i lavori riprendono con il successivo<br />
punto all’ordine del giorno.<br />
3. Preparazione Convegni Nazionali<br />
Il Presidente, Mons. Ruppi, invita i Vescovi interessati a relazionare<br />
brevemente sulla preparazione dei Convegni Nazionali che si stanno programmando<br />
nella Regione in vista del Congresso Eucaristico Nazionale.<br />
A Lecce, per il Convegno che avrà inizio il 14 giugno p.v., si stanno<br />
già definendo i programmi e la sistemazione logistica. Non essendoci<br />
molte novità rispetto a quanto già comunicato nella precedente riunione,<br />
si passa al successivo punto all’ordine del giorno.<br />
4. Seminario Regionale: Sesto Anno, Esperienze pastorali, Quadro<br />
del personale<br />
Viene chiamato il Rettore, Mons. Ricchiuti per riferire ai Vescovi sulle<br />
problematiche indicate.<br />
Quadro del personale. Il Rettore inizia dal quadro dell’equipe formativa<br />
come si annuncia per il prossimo anno formativo. Per quanto<br />
concerne i Padri Spirituali, se si conferma il rientro in diocesi di don<br />
Domenico Cornacchia, si dovrà provvedere alla sostituzione. Circa gli<br />
animatori dei corsi, si pone il problema per il primo Anno che dovrebbe<br />
avere almeno 40 seminaristi, in quanto 25 dovrebbero rimanere dopo<br />
l’anno propedeutico e una quindicina verrebbero dai seminari minori<br />
<strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong>. Poiché don Enzo De Ceglie dovrebbe rientrare in <strong>Diocesi</strong>,<br />
sarà necessario prevedere la designazione di due animatori per il primo<br />
anno.<br />
I Vescovi discutono sulle indicazioni offerte dal Rettore e il Presidente,<br />
Mons. Ruppi, invita i Vescovi di <strong>Altamura</strong> e di Trani a soprassedere,<br />
per questo anno, a richiamare in diocesi i propri sacerdoti. Mons. Paciello<br />
aderisce alla richiesta, lasciando don Cornacchia per un altro anno co-
me Padre Spirituale, Mons. Pichierri conferma la necessità che don De<br />
Ceglie rientri in diocesi. Per gli altri animatori se ne riparlerà a giugno.<br />
Sesto Anno. Mons. Ricchiuti introduce l’argomento ricordando che<br />
si devono contemperare le due esigenze del necessario inserimento pastorale<br />
ed ambientale nella propria <strong>Diocesi</strong> ed alcuni periodi di formazione<br />
in Seminario. Dopo le esperienze fatte in passato, sta emergendo<br />
la proposta di prevedere dei periodi da trascorrere in Seminario per formazione,<br />
per esempio di due-tre settimane a novembre, gennaio e maggio.<br />
Ma per l’attuazione della proposta è necessario acquisire il parere<br />
dei Vescovi.<br />
Mons. Papa chiede che il periodo trascorso in Seminario sia educativo<br />
e culturale, per la formazione del futuro presbitero.<br />
Mons. Semeraro si dice d’accordo con la proposta fatta dal Rettore e<br />
ritiene utile un periodo di “descolarizzazione”.<br />
Mons. Martella ritiene che, inteso come anno di pastorale, il sesto anno<br />
è fallito. Non potendo avvalerci di altre esperienze, si può verificare<br />
la proposta avanzata dal Rettore.<br />
Si avverte l’esigenza di un ulteriore periodo di formazione, sostiene<br />
Mons. Seccia, per offrire ai giovani più tempo per la maturazione e<br />
l’approfondimento, magari con qualche esperienza pastorale forte (missione…)<br />
e sempre in riferimento al proprio Vescovo e agli educatori del<br />
Seminario. Questo sarebbe possibile con la proposta della periodica presenza<br />
in seminario, fatta dal Rettore.<br />
Un mese in seminario, ma per fare cosa? Si chiede Mons. De Grisantis,<br />
che sostiene la necessità di organizzare qualcosa di ben definito da<br />
proporre ai giovani.<br />
Secondo Mons. Negro ci sono ancora molte difficoltà nel definire il<br />
sesto anno. È bene che i Vescovi ne parlino. Per il momento si conservi<br />
la prassi in atto.<br />
Mons. Ruppi conclude la discussione invitando i Vescovi a presentare<br />
una proposta definitiva nella prossima Conferenza.<br />
5. Varie<br />
- documento Caritas Nazionale e Regionale per lo stato sociale<br />
Mons. Paciello invita i Vescovi a leggere con attenzione il documento<br />
inviato per fare il punto sulle molteplici problematiche connesse alla<br />
12
12<br />
legge finanziaria 2004 e le politiche sociali con preoccupanti conseguenze<br />
sulla situazione economica, finanziaria, sociale, nazionale<br />
e regionale. Una realtà che dovrebbe essere osservata e seguita con<br />
attenzione dalle Caritas diocesane per i problemi del territorio, specie<br />
in ordine all’attuazione di alcune leggi [Allegato 4].<br />
- documento Missionari Comboniani di Bari [Allegato 5]<br />
I vescovi prendono atto del documento fatto pervenire dai Comboniani<br />
per attirare l’attenzione sulle situazioni di conflitto esistenti nel mondo.<br />
- nomina dell’assistente unitario di ACI<br />
Terminato il mandato quinquennale di don Franco Fanizza, esaminata la<br />
terna proposta dalla Delegazione Regionale di A.C., sentito il parere<br />
dell’Arcivescovo di Bari, il sacerdote don Nicola LARICCHIA viene<br />
nominato Assistente regionale unitario di ACI per il quinquennio<br />
2004-2008.<br />
- nomina del Delegato regionale per la FACI<br />
Visti i risultati emersi dall’elezione svoltasi a Bari il 12 marzo u.s. tra i<br />
Presidenti Incaricati Diocesani della FACI, sentito il parere dell’Arcivescovo<br />
di Foggia, il sacerdote don Michele DI NUNZIO viene nominato<br />
Delegato Regionale FACI per il triennio 2004-2006.<br />
Mons. Caliandro comunica che il sacerdote incaricato nella Commissione<br />
regionale della famiglia è don Angelo PANZETTA, della <strong>Diocesi</strong><br />
di Taranto.<br />
Esaurito l’ordine del giorno e completata la discussione sui diversi argomenti,<br />
alle ore 13.30 il Presidente, con la recita dell’Angelus, dichiara<br />
conclusa la Conferenza e anticipa ai Confratelli gli auguri pasquali.<br />
✠ Michele Seccia<br />
Segretario C.E.P.
Verbale<br />
della riunione ordinaria<br />
3 giugno 2004<br />
Seminario Regionale - Molfetta<br />
Giovedì 3 giugno 2004 alle ore 9.30, nel Pontificio Seminario Regionale<br />
di Molfetta, ha avuto inizio la riunione ordinaria della Conferenza<br />
Episcopale Pugliese. Presiede l’Arcivescovo Metropolita di Lecce<br />
Mons. Cosmo Francesco Ruppi, Presidente della C.E.P.<br />
Questo l’ordine del giorno dei lavori comunicato agli Ecc.mi Arcivescovi<br />
e Vescovi con lettera di convocazione del 22 maggio 2004 [Prot.<br />
n. 23/04]:<br />
1. Comunicazioni del Presidente;<br />
2. Verso la Facoltà Teologica Pugliese;<br />
3. Seminario Regionale: Animatori;<br />
4. Convegni Nazionali: preparazione e programmi;<br />
5. Statuto e regolamento C.E.P.;<br />
6. Varie: - incaricato regionale pastorale vocazionale<br />
- altre nomine.<br />
Sono presenti gli Arcivescovi e Vescovi della Regione: Mons. Cosmo<br />
Francesco Ruppi, Presidente; Mons. Francesco Cacucci, Vice presidente;<br />
Mons. Michele Seccia, Segretario; Mons. Raffaele Calabro, Mons.<br />
Domenico Caliandro, Mons. Domenico D’Ambrosio, Mons. Vito De<br />
Grisantis, Mons. Felice Di Molfetta, Mons. Pietro M. Fragnelli, Mons.<br />
Luigi Martella, Mons. Donato Negro, Mons. Mario Paciello, Mons. Domenico<br />
Padovano, Mons. Benigno Papa, Mons. Giovanni Battista Pichierri,<br />
Mons. Marcello Semeraro, Mons. Rocco Talucci, Mons. Francesco<br />
Pio Tamburrino.<br />
Sono altresì presenti gli Arcivescovi emeriti: Mons. Settimio Todisco<br />
e Mons. Ruotolo.<br />
È assente Mons. Francesco Zerrillo, impossibilitato ad intervenire<br />
per impegni pastorali.<br />
12
12<br />
Dopo la recita dell’Ora media, il Presidente saluta i presenti, in particolare<br />
i Vescovi emeriti, e rivolge un pensiero augurale ai Vescovi per<br />
l’onomastico o l’anniversario di ordinazione. Prima di passare alle comunicazioni,<br />
Mons. Ruppi ricorda Mons. Mariano Magrassi O.S.B., Arcivescovo<br />
emerito di Bari-Bitonto e già presidente della CEP, tornato<br />
alla casa del Padre il 14 aprile u.s. Mons. Cacucci, ringrazia i numerosi<br />
Confratelli che sono intervenuti per la celebrazione esequiale del suo<br />
amato predecessore e consegna ai Vescovi copia del testamento spirituale<br />
del compianto Presule.<br />
1. Comunicazioni del Presidente<br />
Il Presidente introduce i lavori riferendo ai Vescovi sulle recenti attività<br />
legislative della Regione Puglia.<br />
Legge sulla Famiglia: dopo l’approvazione della Legge che si ispira<br />
ai principi e valori propri della famiglia meridionale, si è ora in attesa del<br />
regolamento applicativo, per il quale si auspica una particolare attenzione<br />
ai consultori e al sostegno per le famiglie in difficoltà.<br />
Legge sugli oratori. A fronte <strong>delle</strong> diverse richieste provenienti da<br />
operatori pastorali impegnati negli oratori, Mons. Ruppi ricorda che<br />
mentre esiste da circa un anno una normativa generale e nazionale, la<br />
Regione Puglia non ha ancora affrontato il problema.<br />
Beni culturali: Musei - Archivi - Biblioteche. Si è in attesa di provvedimenti<br />
per misure di sostegno, stando a quanto stabilito nell’accordo di<br />
programma. Una certa difficoltà si riscontra per i musei diocesani, che<br />
presentano una tipologia molto variegata.<br />
Mons. Padovano, delegato per i beni culturali, interviene per chiedere<br />
di stabilire una griglia di condizioni comuni e verificabili che faciliterebbe<br />
l’intesa con le autorità regionali. Ad esempio: tempi di apertura,<br />
fruibilità (per il turismo), la consistenza (grandezza e tipologia).<br />
I Vescovi esprimono brevemente la situazione <strong>delle</strong> diocesi circa i<br />
musei diocesani e da un rapido confronto emerge, oltre alla diversità di<br />
situazioni tra Musei aperti e gestiti direttamente o da cooperative (Lecce,<br />
Nardò-Gallipoli, Trani, Bari, Bitonto, Otranto, Andria, San Severo...);<br />
musei in allestimento (Foggia...); ed emerge anche il non facile<br />
rapporto con la/le Soprintendenza/e per il potere decisionale esercitato<br />
dai funzionari.
Mons. Padovano ripropone la necessità di trovare dei criteri comuni,<br />
verificabili e concreti, nonostante la difficoltà perché sarebbe un punto<br />
di partenza per l’intesa con la Regione.<br />
Mons. Ruppi ricorda che è in atto il riordino <strong>delle</strong> Soprintendenze e<br />
accenna alla possibilità di una intesa tra la CEI e il Ministero per i Beni<br />
Culturali.<br />
Mons. Cacucci fa notare la difficoltà nel non avere un unico referente<br />
a livello di Soprintendenza. Mons. Negro chiede che il Consiglio Permanente<br />
della CEI insista perché nella terza intesa venga incluso il ruolo<br />
<strong>delle</strong> Conferenze episcopali regionali.<br />
Mons. Ruppi si impegna a promuovere un incontro tra la CEP e il Direttore<br />
generale dei Beni Culturali.<br />
Ponendo fine ad una discussione che si è prolungata abbastanza, i<br />
Vescovi concordano sul fatto che, pur in presenza di risultati positivi da<br />
registrare in campo nazionale e regionale quanto ad alcune disposizioni<br />
normative, è percepibile una crescente difficoltà sociale dovuta sia alla<br />
situazione mondiale, sia alla tensione politica tra i poli. In tale contesto<br />
è avvertita l’esigenza di una Chiesa più profetica che si esprime anche<br />
attraverso la voce dei Pastori.<br />
Prima di passare al successivo punto dell’OdG, il Presidente conferma<br />
e ricorda i prossimi appuntamenti per i Vescovi:<br />
– Esercizi spirituali dal 18 al 22 ottobre a Cassano: saranno predicati<br />
da S.E. Mons. Angelo COMASTRI, potranno partecipare anche i sacerdoti;<br />
– Convegno nazionale unitario Direttori Uffici Catechistico, Liturgico<br />
e Caritas a Lecce, dal 14 al 17 giugno: si prevedono circa 800 partecipanti<br />
e una ventina di Vescovi. Tema: La Parrocchia vive la Domenica;<br />
– Dedicazione della nuova Chiesa di San Pio a San Giovanni Rotondo<br />
il 1° luglio. Mons. D’Ambrosio invita i Vescovi ad intervenire;<br />
– Pellegrinaggio regionale in Terra Santa, dal 15 al 19 novembre<br />
promosso dall’Opera Romana Pellegrinaggi [Allegato 1].<br />
2. Verso la Facoltà Teologica Pugliese<br />
Mons. Ruppi informa i Confratelli sull’iter che si sta compiendo per<br />
arrivare al riconoscimento della Facoltà Teologica Pugliese. L’Emilia<br />
Romagna ha già ottenuto il riconoscimento e dal prossimo anno accade-<br />
12
130<br />
mico 2004-2005 comincerà a funzionare la Facoltà Teologica. Quanto<br />
alla nostra Regione, si sta approntando il “dossier” richiesto per la nuova<br />
facoltà e che dovrà essere inoltrato alla Congregazione competente attraverso<br />
la CEI.<br />
Mons. Ruppi fa riferimento alla documentazione informativa inviata<br />
ai singoli Vescovi, per permettere a tutti di seguire l’evoluzione della<br />
problematica inerente l’importante obiettivo da perseguire per la nostra<br />
Regione. Nel primo testo inviato è presentata “la responsabilità e i<br />
compiti della CEI e <strong>delle</strong> Conferenze episcopali regionali, <strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong><br />
e <strong>delle</strong> Facoltà teologiche nei confronti della formazione teologica in<br />
Italia” [Allegato 2]. Oltre a presentare le disposizioni vigenti, sono<br />
indicati tutti gli incontri avuti con diverse autorità ecclesiastiche, accademiche<br />
e religiose (domenicani, cappuccini e minori).<br />
Il 19 maggio u.s. c’è stato l’ultimo contatto con l’Antonianum ed è<br />
stato designato P. Cornelio del Zotto che ha assicurato piena collaborazione.<br />
Attualmente si sta ancora lavorando per completare e definire lo Statuto<br />
su cui i singoli Vescovi si dovranno pronunciare. Per la Puglia sarà<br />
necessario, per la costituzione di un’unica Facoltà Teologica, far confluire<br />
nella stessa anche gli Istituti Superiori di Scienze Religiose presenti<br />
nella Regione.<br />
Date queste informazioni di carattere generale, Mons. Ruppi invita i<br />
Vescovi ad esaminare la “prima bozza di statuto” già fatta pervenire a<br />
domicilio nei giorni scorsi [Allegato 3]. Durante la lettura dei primi<br />
articoli seguono diversi interventi dei Vescovi, per qualche precisazione,<br />
integrazione o elisione di termini. In particolare all’art. 5, i Vescovi concordano<br />
che si indichi Bari quale sede della Facoltà e precisando le due<br />
sezioni “San Nicola di Bari e Santa Fara” di Bari e “Regina Apuliae” di<br />
Molfetta. Nel Titolo II, i Vescovi chiedono che si parli di “Rapporti con le<br />
Chiese particolari di Puglia” e di “Commissione Episcopale di alto patronato”,<br />
della quale dovrebbero far parte 3 Vescovi eletti dalla C.E.P.<br />
Il lavoro di completamento e revisione dello Statuto viene demandato<br />
alla Commissione che ne ha già curato la prima formulazione per<br />
facilitare una stesura unitaria e completa nel linguaggio.<br />
Altro punto fondamentale riguarda la base economico-finanziaria<br />
su cui dovrà fondarsi la nuova facoltà teologica. Mons. Ruppi informa<br />
i Confratelli vescovi che, oltre al fondo già disponibile, è necessario<br />
reperire una somma pari a circa due miliardi (di vecchie lire = €
1.033.000,00). Tale somma, espressione del diretto coinvolgimento di<br />
tutte le Chiese particolari della Regione, sarà ripartita a carico <strong>delle</strong> singole<br />
<strong>Diocesi</strong>, con il criterio seguito dalla CEI, secondo un prospetto già<br />
preparato da Mons. Ruppi [Allegato 4].<br />
I Vescovi approvano all’unanimità la ripartizione della somma a carico<br />
<strong>delle</strong> singole <strong>Diocesi</strong>.<br />
3. Seminario Regionale: Animatori<br />
Il Presidente, Mons. Ruppi, invita Mons. D’Ambrosio a presentare<br />
le indicazioni per il prossimo anno formativo e fa chiamare il Rettore,<br />
Mons. Ricchiuti.<br />
Mons. D’Ambrosio ricorda ai presenti che, mentre si è trovata una<br />
soluzione per i Padri Spirituali con la permanenza per un altro anno di<br />
don Mimmo Cornacchia della diocesi di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong> grazie alla<br />
disponibilità di Mons. Paciello, si dovrà provvedere ancora a due nuovi<br />
animatori per il prossimo primo anno. Infatti, per il rientro in diocesi di<br />
don Enzo De Ceglie (Trani) e la previsione di un primo anno numeroso<br />
esigono la formazione di due gruppi e, di conseguenza, due animatori.<br />
Mons. D’Ambrosio accenna alle indicazioni emerse dalle indagini<br />
fatte nelle settimane passate ed i Vescovi concordano che vengano chiamati<br />
come animatori i due sacerdoti don Donato Allegretti (<strong>Diocesi</strong> di<br />
Cerignola) e don Davide Longo (<strong>Diocesi</strong> di Manfredonia).<br />
Mons. Paciello chiede il rientro in diocesi di don Nunzio, che ha svolto<br />
la funzione di segretario dell’Istituto Teologico Pugliese.<br />
Oltre quanto comunicato dall’Arcivescovo di Lecce, non vi sono ulteriori<br />
informazioni sui Convegni Nazionali che si svolgeranno in Regione<br />
entro la fine del corrente anno.<br />
4. Statuto e regolamento C.E.P.<br />
Mons. Seccia, in qualità di segretario, ricorda che il 7 giugno p.v. ha<br />
termine il quinquennio dell’attuale Presidenza della C.E.P. (eletta l’8<br />
giugno 1999) e che a norma dello Statuto e del Regolamento si dovrebbe<br />
procedere al rinnovo mediante votazione.<br />
I Vescovi, tenendo presente il delicato ed importante lavoro in atto<br />
per la realizzazione della Facoltà Teologica Pugliese, chiedono all’una-<br />
131
132<br />
nimità che la Presidenza continui nelle sue funzioni per il tempo necessario,<br />
onde evitare ritardi in questa fase importante e delicata.<br />
Dovendo tuttavia adeguare lo Statuto e il Regolamento della CEP per<br />
quanto concerne i rapporti con la Regione (Accordi, Intese, ecc. che sono<br />
soggette alla recognitio da parte della Santa Sede), i Vescovi chiedono<br />
che il Segretario invii copia dello Statuto e del Regolamento della<br />
CEP per poter predisporre eventuali integrazioni o modifiche.<br />
5. Varie<br />
Mons. Calabro presenta ai Vescovi copia del regolamento per il Consiglio<br />
degli Affari Economici del Seminario Regionale di Molfetta per<br />
l’approvazione. Ma data l’ora tarda l’approvazione si rimanda alla prossima<br />
conferenza [Allegato 5].<br />
Mons. Ruppi informa i Vescovi che il giorno 8 settembre avrà luogo a<br />
Lecce una riunione di pastorale universitaria promossa da Mons. Leuzzi<br />
del Vicariato di Roma.<br />
Mons. Ruppi ricorda che si deve provvedere alla nomina di un Vescovo<br />
delegato regionale dell’otto per mille. I Vescovi indicano Mons.<br />
Padovano.<br />
Don Gianni Caliandro è nominato Incaricato Regionale per la pastorale<br />
vocazionale, in sostituzione di don Mimmo Cornacchia, il cui<br />
mandato è scaduto dal febbraio scorso.<br />
P. Massimiliano Carucci o.f.m.capp. è nominato assistente regionale<br />
dell’U.C.I.I.M.<br />
Alle ore 13.30 esauriti i punti all’OdG con la recita della preghiera il<br />
Presidente dichiara chiusa la riunione.<br />
Il Segretario CEP<br />
✠ Michele Seccia
Verbale<br />
della riunione ordinaria<br />
22 ottobre 2004<br />
Oasi “Santa Maria” - Cassano Murge<br />
Giovedì sera 21 ottobre e Venerdì 22 ottobre 2004 alle ore 9.30,<br />
gli Arcivescovi e Vescovi <strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong> di Puglia, al termine del corso di<br />
esercizi spirituali predicati da S. Ecc. Mons. Angelo COMASTRI, Arcivescovo<br />
Prelato di Loreto, si sono riuniti nella stessa Oasi “Santa Maria”<br />
di Cassano Murge, per la riunione ordinaria annuale della Conferenza<br />
Episcopale Pugliese. Ha presieduto l’incontro l’Arcivescovo Metropolita<br />
di Lecce Mons. Cosmo Francesco Ruppi, Presidente della C.E.P.<br />
Questo l’ordine del giorno dei lavori comunicato agli Ecc.mi Arcivescovi<br />
e Vescovi con lettera di convocazione dell’ ottobre 2004:<br />
1. Comunicazioni del Presidente;<br />
2. La Facoltà Teologica Pugliese: iter e prospettive amministrative (S.E.<br />
Mons. RUPPI);<br />
3. Preparazione del Congresso Eucaristico Nazionale di Bari (S. Ecc.<br />
Mons. CACUCCI);<br />
4. Il nuovo Rito del Matrimonio (S.E. Mons. di MOLFETTA);<br />
5. Varie ed eventuali.<br />
Sono presenti gli Arcivescovi e Vescovi della Regione: Mons. Cosmo<br />
Francesco Ruppi, Presidente; Mons. Francesco Cacucci, Vice Presidente;<br />
Mons. Michele Seccia, Segretario, Mons. Raffaele Calabro, Mons.<br />
Domenico Caliandro, Mons. Domenico D’Ambrosio, Mons. Vito De<br />
Grisantis, Mons. Felice Di Molfetta, Mons. Pietro M. Fragnelli, Mons.<br />
Luigi Martella, Mons. Donato Negro, Mons. Mario Paciello, Mons. Domenico<br />
Padovano, Mons. Benigno Papa, Mons. Giovanni Battista Pichierri,<br />
Mons. Marcello Semeraro, Mons. Rocco Talucci e Mons. Francesco<br />
Zerrillo.<br />
Sono altresì presenti gli Arcivescovi emeriti: Mons. Martino Scarafile<br />
e Mons. Settimio Todisco.<br />
Assente: Mons. Francesco Pio Tamburrino.<br />
133
134<br />
Data la molteplicità degli argomenti e la necessità di approfondire<br />
il problema della istituenda Facoltà teologica, i Vescovi concordano di<br />
anticipare l’inizio dei lavori in serata del giovedì dalle ore 20.30 alle ore<br />
22.00, per riprendere l’indomani mattina dalle ore 9.00 alle ore 12.30. Il<br />
verbale si attiene all’ordine del giorno.<br />
1. Comunicazioni del Presidente<br />
Mons. Ruppi, Arcivescovo Metropolita di Lecce, introduce i lavori<br />
dando lettura di una lettera di Mons. Tamburrino con la quale l’Arcivescovo<br />
di Foggia motiva la forzata assenza e si associa alle decisioni<br />
dei Vescovi, in particolare per quanto concerne la volontà di istituire la<br />
Facoltà Teologica Pugliese.<br />
Il Presidente saluta Mons. Semeraro per la recente nomina a Vescovo<br />
di Albano, lo ringrazia per il lavoro svolto nella Regione ecclesiastica, prima<br />
come docente di teologia a Molfetta, poi, come Vescovo nella Conferenza<br />
e nell’Istituto Pastorale: una proficua collaborazione che continuerà<br />
per i prossimi mesi essendo Mons. Semeraro Amministratore di Oria.<br />
Anche a Mons. Cacucci il Presidente rivolge un grazie particolare sia<br />
per l’accoglienza, sia per il considerevole lavoro fatto per la preparazione<br />
del Congresso Eucaristico nazionale.<br />
Il Presidente riferisce ai Vescovi sui lavori del Consiglio Permanente.<br />
C’è preoccupazione per la situazione politica nazionale segnata da<br />
una conflittualità che lascia prevedere difficili prospettive.<br />
A proposito del complesso problema sociale costituito dallo smaltimento<br />
dei rifiuti, che in Sicilia e Campania hanno avuto molto risalto<br />
nella cronaca, sono stati presentati due documenti riservati sui termovalorizzatori,<br />
che sarà opportuno conoscere per evitare prese di posizioni<br />
radicali.<br />
È stata preparata una nuova Ratio sulla formazione dei futuri presbiteri,<br />
ma il Consiglio Permanente ha sollecitato un’ampia consultazione<br />
dell’Episcopato prima della pubblicazione. Inoltre la Congregazione<br />
per l’Educazione Cattolica ha chiesto di mettere mano ad uno Statuto<br />
per tutti i Seminari Regionali.<br />
Il documento riservato sul matrimonio, consegnato ai singoli Vescovi<br />
[Allegato 1], sarà discusso nella prossima riunione del 9 dicembre.<br />
È in corso di approvazione una nuova intesa tra la CEI e il Ministero<br />
dei BB.CC., se ne prevede la pubblicazione verso dicembre.
A proposito del recente concorso riservato ai docenti di religione, è<br />
confermato che saranno immessi in ruolo il 60% dei vincitori nel corso di<br />
questo anno. Mentre la qualifica giuridica partirà dal l° settembre 2004, la<br />
sistemazione amministrativa decorrerà con il prossimo anno scolastico.<br />
Passando ad uno sguardo sulla Regione, il Presidente riferisce che<br />
l’intesa con l’Istituto bancario Monte Paschi di Siena sta funzionando:<br />
già molte le richieste di mutui agevolati per favorire i lavori di restauro<br />
<strong>delle</strong> Cattedrali o di strutture storico-artistiche monumentali di proprietà<br />
ecclesiastica. Il fondo messo a disposizione non è ancora esaurito.<br />
Infine, il Presidente legge ai Vescovi la proposta avanzata dal Provinciale<br />
dei Redentoristi [Allegato 2]: che la Conferenza dei Vescovi Pugliesi<br />
faccia la richiesta che San Gerardo Maiella venga indicato come<br />
protettore, in Puglia, <strong>delle</strong> gestanti e dei bambini. I presenti condividono<br />
e approvano la proposta.<br />
2. La Facoltà Teologica Pugliese: iter e prospettive amministrative<br />
Il Presidente, Mons. Ruppi, introduce il successivo punto dell’ordine<br />
del giorno concernente l’iter per la istituzione della Facoltà Teologica<br />
Pugliese. A tutti i presenti viene consegnata copia della bozza dello Statuto<br />
come elaborato dalla Commissione [Allegato 3].<br />
Come premessa, ricorda tutto il cammino fatto nei mesi precedenti,<br />
in particolare nelle prime tre riunioni della CEP del corrente anno 2004<br />
(27-29 gennaio; 31 marzo e 3 giugno), da quando i Vescovi hanno cominciato<br />
a discutere sui molteplici aspetti concernenti l’erezione di una<br />
Facoltà Teologica in Puglia, con l’intento di razionalizzare gli istituti<br />
teologici nella regione.<br />
Mons. Ruppi accenna anche al non facile lavoro svolto dalla commissione<br />
(Mons. Ruppi, Mons. Cacucci, Mons. Papa, Mons. Semeraro,<br />
Presidi degli Istituti Teologici, Responsabile dell’USMI) per la redazione<br />
dello Statuto. Si sofferma sugli incontri con i Padri Domenicani P.<br />
Mongillo e il Delegato del P. Generale. L’obiettivo fondamentale che si<br />
è cercato di perseguire è stato di evitare una semplice sommatoria <strong>delle</strong><br />
realtà già esistenti per cercare una reale convergenza nell’unità. In tal<br />
senso è stato colto il segnale di disponibilità della Congregazione per<br />
l’Educazione Cattolica nell’istituire facoltà teologiche in Triveneto e in<br />
Puglia. Per il momento si è preferito rinviare la discussione sugli II.SS.<br />
RR. (che rimarrebbero scuole teologiche) e gli II.SS.SS.RR. (che diven-<br />
13
13<br />
terebbero Istituti Superiori di religione cattolica). Mons. Ruppi conclude<br />
questa rapida introduzione ricordando che per l’erezione della Facoltà<br />
dovrà essere richiesto il parere <strong>delle</strong> Facoltà viciniori.<br />
Alla luce del lavoro già fatto, continua il Presidente, ora la Conferenza<br />
è chiamata ad adottare lo Statuto, mentre l’approvazione dello stesso<br />
spetta alla Congregazione vaticana. Pertanto si dovrà leggere lo Statuto<br />
perché i Vescovi che lo desiderano possano fare le osservazioni che ritengono<br />
necessarie.<br />
Lo stesso Mons. Ruppi legge lo Statuto articolo per articolo. Salvo<br />
qualche piccolo intervento di modifica o di integrazione, <strong>delle</strong> quali il<br />
Presidente prende nota, la bozza elaborata dalla Commissione viene fatta<br />
propria dall’intera Conferenza Episcopale.<br />
Per quanto concerne la parte amministrativa, il Presidente ricorda che<br />
esistono già due Fondazioni quella di San Nicola (voluta da Mons. Nicodemo,<br />
già Arcivescovo di Bari, con un patrimonio di 7,5 miliardi); e<br />
quella della Regina Apuliae (del 29.03.1993), nella quale sono già interessate<br />
tutte le <strong>Diocesi</strong> attraverso i Vescovi ed alcuni rappresentanti laici.<br />
Considerato che per un adeguato funzionamento della Facoltà si dovrebbe<br />
prevedere un fabbisogno annuo di circa un miliardo di vecchie lire,<br />
i Vescovi concordano di raccordare la Facoltà alla Fondazione Regina<br />
Apuliae, rivedendo e integrando in qualche parte lo statuto [Allegato<br />
4]. Il piano finanziario previsto sarà assicurato per metà dalla <strong>Diocesi</strong> di<br />
Bari, da una somma già disponibile che sarebbe accreditata alla stessa<br />
Fondazione e dalle integrazioni da parte <strong>delle</strong> singole <strong>Diocesi</strong> (per un totale<br />
di € 1.032.999,91) secondo il prospetto già consegnato nella precedente<br />
riunione della CEP e riproposto ancora ai Vescovi [Allegato 5].<br />
Questo garantirebbe una base economica sicura per l’erigenda Facoltà.<br />
I Vescovi approvano tutto ciò che è stato discusso, concordato e alla<br />
richiesta del Presidente, decidono di sottoscrivere la domanda formale<br />
all’Em.mo Presidente della C.E.I. allegando alla richiesta per l’istituzione<br />
della Facoltà Teologica, tutta la documentazione richiesta per questo<br />
livello dell’iter burocratico, perché lo stesso Presidente C.E.I. completi<br />
l’indagine ed inoltri l’istanza all’Autorità Superiore (Congregazione per<br />
l’educazione cattolica) [Allegato 6].<br />
Prima di concludere su questo punto, Mons. Negro richiama l’attenzione<br />
dei Vescovi perché si tenga presente il quadro dei docenti stabili,<br />
chiarendo che hanno tale qualifica solo coloro che sono in possesso del<br />
Decreto della Santa Sede.
Inoltre, continua Mons. Negro, si dovrebbe perseguire un’intesa con<br />
gli Istituti religiosi per regolare meglio la distribuzione dei fondi.<br />
Il Presidente, conclude la discussione su questo importante punto,<br />
ribadendo che l’intento dell’Episcopato della Regione ecclesiastica Pugliese<br />
resta quello di dare vita, con il sostegno della CEI e l’approvazione<br />
della Santa Sede, ad una Facoltà Teologica, che valorizzi la storia<br />
passata e la proietti verso un futuro unitario, capace di incidere profondamente<br />
nel tessuto ecclesiale e civile della Regione e si apra al dialogo<br />
con le altre Facoltà Teologiche e le molteplici realtà accademiche civili<br />
che operano in Puglia.<br />
3. Preparazione del Congresso Eucaristico Nazionale di Bari<br />
Prende la parola l’Arcivescovo di Bari, Mons. Cacucci che, anzitutto<br />
esprime gratitudine ai confratelli Vescovi per la collaborazione e l’adesione<br />
ai diversi Convegni nazionali (Monopoli, Lecce, Brindisi, Massafra...).<br />
Presenta il documento <strong>delle</strong> linee teologico-pastorali in preparazione<br />
del Congresso Eucaristico Nazionale, pubblicato dalle EDB. Nell’invitare<br />
tutti i Vescovi a sensibilizzare le Chiese particolari sull’evento<br />
del CEN, Mons. Cacucci dichiara la disponibilità di qualche membro<br />
del Comitato preparatorio di Bari ad andare nelle singole diocesi. Per<br />
le giornate conclusive del CEN (sabato e domenica) è prevista la partecipazione<br />
del Papa. Infine, Mons. Cacucci annunzia che il 18 gennaio<br />
2005 sarà riaperta la Cattedrale di Bari, dopo i recenti lavori di restauro.<br />
4. Il nuovo Rito del Matrimonio<br />
Mons. di Molfetta, Vescovo di Cerignola-Ascoli S., consegna ai Vescovi<br />
una nota con degli appunti sul nuovo Rito del matrimonio [Allegato<br />
7] e spiega nelle linee essenziali in che senso e con quali particolari il Rito<br />
del Matrimonio è stato adattato alla situazione italiana. Evidenzia la necessità<br />
di tenere presenti sia la Nota pubblicata dalla CEP nel 1994 e sia<br />
l’editio typica per l’Italia del Rito del Matrimonio approvata dalla Congregazione<br />
per il Culto divino, il 24 aprile 2004. Firmato dal Card. Ruini<br />
il 4 ottobre 2004 per la pubblicazione, il rito entrerà in vigore dalla prima<br />
domenica di Avvento. I Vescovi sono invitati ad esprimersi se ritengono<br />
opportuno o meno pubblicare una notificazione collegiale della Conferenza<br />
per una disciplina liturgica comune a tutte le Chiese di Puglia.<br />
13
13<br />
Si apre un’ampia ed articolata discussione che tocca diversi aspetti<br />
del nuovo rito e problemi concernenti la celebrazione stessa del matrimonio.<br />
Alla fine prevale l’orientamento di attendere per una eventuale<br />
nota collegiale e di lasciare ai singoli Vescovi la responsabilità di seguire<br />
l’applicazione del nuovo rito nelle rispettive diocesi.<br />
5. Varie<br />
Responsabile Regionale Caritas. Mons. Paciello comunica ai presenti<br />
che nel corso dell’ultimo incontro della Delegazione Regionale<br />
della Caritas, a seguito del termine del mandato di don Dorino Angelillo,<br />
quale Delegato regionale, i Direttori diocesani hanno formalizzato la<br />
terna dalla quale la Conferenza deve nominare il nuovo Delegato regionale<br />
della Caritas. All’unanimità viene designato don Raffaele SARNO<br />
della <strong>Diocesi</strong> di Trani-Barletta-Bisceglie.<br />
Istituto pastorale Pugliese. Mons. Semeraro riferisce ai Vescovi dell’attività<br />
dell’Istituto pastorale e consegna una relazione scritta [Allegato<br />
8]. Attualmente si sta preparando il testo base da utilizzare negli<br />
incontri periodici concordati per il piano di formazione elaborato e<br />
portato avanti dall’Istituto. Sempre a proposito dell’attività dell’Istituto,<br />
Mons. Semeraro comunica che verso il periodo natalizio sarà pubblicato<br />
il nuovo Annuario <strong>delle</strong> Chiese di Puglia.<br />
A seguito della recente nomina a vescovo di Albano, Mons. Semeraro,<br />
comunica ai Confratelli che inizierà il ministero pastorale in quella<br />
diocesi il 27 novembre p.v., e continuerà a lavorare nella Conferenza<br />
sino alla nomina del nuovo Vescovo di Oria, avendo ancora la responsabilità<br />
di Amministratore Diocesano.<br />
Il Presidente ringrazia Mons. Semeraro del prezioso lavoro svolto<br />
nella Regione e nella Conferenza.<br />
Tribunale Ecclesiastico Regionale. Mons. Cacucci, nella qualità di<br />
Moderatore del T.E.R.P., su segnalazione del Vicario Giudiziale, propone<br />
ai Vescovi la nomina del secondo Giudice laico nella persona del<br />
Dott. Antonio Lia, dell’Archidiocesi di Bari, il quale per più di tre anni<br />
ha esercitato l’ufficio di Difensore del vincolo e dal 1988 l’incarico di<br />
Patrono stabile; e la nomina a Patrono stabile della dott.ssa Franca Maria
Lorusso, della diocesi di Molfetta, la quale dal 2000 ha esercitato l’ufficio<br />
di Difensore del vincolo.<br />
I Vescovi approvano le due nomine all’unanimità.<br />
Parere della Conferenza. Il Vescovo di San Severo, Mons. Seccia,<br />
chiede ai presenti il parere per l’introduzione del processo di canonizzazione<br />
del Servo di Dio P. Matteo di Agnone, sacerdote cappuccino morto<br />
a Serracapriola il 1616, del quale è stato inviato ai singoli Vescovi una<br />
scheda biografica [Allegato 9]. I Vescovi acconsentono all’unanimità.<br />
Calendario. Il Presidente ricorda che la prossima riunione della Conferenza<br />
avrà luogo a Molfetta, nel Seminario Regionale, il 9 dicembre.<br />
Per quanto concerne la data della sessione invernale di più giorni, i Vescovi<br />
concordano di ritrovarsi a San Giovanni Rotondo dal 25 al 27 gennaio<br />
2005.<br />
Esauriti tutti i punti dell’ordine del giorno, il Presidente ringrazia i<br />
presenti per la grande disponibilità mostrata nel lavoro e con la recita<br />
dell’Angelus conclude la Conferenza.<br />
13
140<br />
Verbale<br />
della riunione ordinaria<br />
9 dicembre 2004<br />
Seminario Regionale - Molfetta<br />
Giovedì 9 dicembre 2004 alle ore 9.30, gli Arcivescovi e Vescovi<br />
<strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong> di Puglia, si ritrovano nel Pontificio Seminario Regionale<br />
di Molfetta per la riunione ordinaria della Conferenza Episcopale<br />
Pugliese. Presiede l’Arcivescovo Metropolita di Lecce Mons. Cosmo<br />
Francesco Ruppi, Presidente della C.E.P.<br />
Questo l’ordine del giorno dei lavori comunicato agli Ecc.mi Arcivescovi<br />
e Vescovi con lettera di convocazione del 29 Novembre 2004<br />
(Prot. N. 40/04):<br />
1. Comunicazioni del Presidente<br />
2. Adempimenti Notarili per la Fondazione<br />
3. Documento sul matrimonio (Mons. D. Mogavero, Sottosegretario CEI)<br />
4. Varie.<br />
Sono presenti gli Arcivescovi e Vescovi della Regione: Mons. Cosmo<br />
Francesco Ruppi, Presidente; Mons. Francesco Cacucci, Vice Presidente;<br />
Mons. Michele Seccia, Segretario; Mons. Raffaele Calabro, Mons.<br />
Domenico Caliandro, Mons. Domenico D’Ambrosio, Mons. Felice Di<br />
Molfetta, Mons. Pietro M. Fragnelli, Mons. Luigi Martella, Mons. Donato<br />
Negro, Mons. Mario Paciello, Mons. Domenico Padovano, Mons.<br />
Benigno Papa, Mons. Giovanni Battista Pichierri, Mons. Marcello Semeraro,<br />
Mons. Rocco Talucci, Mons. Francesco Pio Tamburrino e Mons.<br />
Francesco Zerrillo.<br />
Sono altresì presenti gli Arcivescovi emeriti: Mons. Giuseppe Casale,<br />
Mons. Vincenzo Franco e Mons. Settimio Todisco.<br />
Assente: Mons. Vito De Grisantis, impegnato nella visita pastorale.<br />
1. Fondazione Regina Apuliae - Adempimenti Notarili<br />
Data la convocazione dell’assemblea dei soci della Fondazione “Regina<br />
Apuliae”, gli Arcivescovi e i Vescovi si incontrano nella sala indi-
cata con diversi sacerdoti e laici membri della Fondazione, alla presenza<br />
del Notaio per alcuni adempimenti urgenti e necessari: presa d’atto <strong>delle</strong><br />
dimissioni di alcuni soci fondatori Vescovi, sacerdoti o laici, presenti nel<br />
1992 (Bonicelli, Cassati, Casale, D’Addario,...) ed ora trasferiti altrove<br />
o già emeriti o defunti; elezione dei membri del nuovo Consiglio di<br />
amministrazione e dei revisori dei conti; ratifica di alcune modifiche ed<br />
integrazioni allo Statuto della Fondazione.<br />
Mons. Padovano, nella qualità di vice-presidente dopo il trasferimento<br />
di Mons. D’Addario a Teramo-Atri, presiede la riunione. Il Notaio<br />
verificata, per appello nominale, la presenza di un numero congruo di<br />
soci fondatori, dichiara la validità dell’incontro e, quindi, la legittimità<br />
di assumere decisioni. Su proposta di Mons. Padovano l’elezione del<br />
nuovo Consiglio di Amministrazione avviene per acclamazione. Vengono<br />
eletti: Mons. Ruppi, Presidente; Mons. Cacucci, Vice-presidente;<br />
Mons. Padovano e Mons. Ricchiuti (rettore pro tempore del Seminario<br />
Regionale), Dott. Pantaleo Di Pinto (economo pro tempore del Seminario<br />
Regionale), consiglieri. Come Revisori dei conti vengono indicati<br />
Mons. Negro, don Enzo Pisanello e il Dott. Stefano Gallo.<br />
Dopo questa prima parte, Mons. Ruppi, assunta la presidenza, propone<br />
la modifica e l’integrazione di alcuni articoli dello Statuto della Fondazione<br />
per renderla più funzionale alle necessità dell’erigenda Facoltà<br />
Teologica (soci sostenitori,...).<br />
Completati tutti gli adempimenti, gli Arcivescovi e i Vescovi, si recano<br />
nella sede della CEP per continuare i lavori della Conferenza con i<br />
punti previsti all’ordine del giorno.<br />
2. Comunicazioni del Presidente<br />
Recitata l’ora media, l’Arcivescovo Metropolita di Lecce, Mons.<br />
Ruppi, saluta i Vescovi emeriti presenti e ringrazia tutti per la partecipazione<br />
all’assemblea della Fondazione Regina Apuliae. Un particolare saluto<br />
rivolge a Mons. Mogavero, sottosegretario CEI, venuto per illustrare<br />
la bozza del documento su “Matrimoni tra cattolici e musulmani”.<br />
Il Presidente riferisce ai Vescovi presenti alcune informazioni di comune<br />
interesse.<br />
• Facoltà Teologica. Mons. Ruppi comunica che, <strong>insieme</strong> a Mons. Cacucci,<br />
Mons. Papa, Mons. Semeraro e Mons. Martella, è stata accolta<br />
141
142<br />
la commissione inviata dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica<br />
(CEC) e formata da P. Franco IMODA s.j. (già Rettore della Pont.<br />
Università Gregoriana) e Mons. Matteo FERRARI (Officiale della<br />
stessa CEC), venuta per visitare le strutture che dovranno costituire<br />
la Facoltà Teologica Pugliese. I Visitatori sono stati positivamente<br />
colpiti sia dagli immobili, sia dalle Biblioteche che, <strong>insieme</strong>, offrono<br />
un patrimonio librario di oltre 125.000 volumi, distribuiti tra Molfetta<br />
(circa 50.000 volumi), Bari San Nicola (circa 15.000) e Bari Santa<br />
Fara (60.000 volumi). Un fondo consistente che dovrà essere messo<br />
in rete per una migliore fruibilità da parte degli studiosi. È stata anche<br />
letta la bozza dello Statuto, per il quale i Visitatori hanno dato dei<br />
consigli che sono stati recepiti. Positivo anche il giudizio quanto al<br />
numero e alla qualità degli alunni presenti nel Seminario Regionale<br />
di Molfetta. Infine, la commissione ha apprezzato l’impegno economico<br />
assunto dai Vescovi Pugliesi e dalla <strong>Diocesi</strong> di Bari.<br />
Mons. Ruppi informa i presenti circa la trasmissione della domanda<br />
per l’istituenda Facoltà Teologica alla CEI che, a sua volta, dovrà<br />
inoltrarla alla Congregazione per l’Educazione Cattolica. Intanto si è<br />
provveduto ad integrare la documentazione con le schede personali<br />
dei singoli docenti e della loro attività (pubblicazioni, insegnamenti,<br />
ricerche,...). Questa impegnativa iniziativa della Conferenza Episcopale<br />
Pugliese ha trovato condivisione e sostegno da parte della CEI e<br />
del Consiglio Permanente. Anche a livello regionale si è riscontrata<br />
la disponibilità di alcuni soci sostenitori.<br />
Mons. Ruppi conclude su questo argomento ricordando che si è tenuto<br />
presente anche il “processo di Bologna”, con il quale gli studi universitari<br />
(titoli, durata,...) si rivedono ed unificano a livello europeo.<br />
Questo coinvolge anche lo studio della teologia e se ne dovrà tenere<br />
conto anche per il riordino degli II.SS.RR. e degli II.SS.SS.RR.<br />
3. Documento sul matrimonio tra cattolici e musulmani<br />
Il Presidente ringrazia Mons. Mogavero per la sua presenza e lo invita<br />
a relazionare ai Vescovi sul documento in questione.<br />
Mons. Mogavero ringrazia i Vescovi per l’invito e inizia il suo intervento<br />
con una breve premessa sull’origine del documento. Nel 2002<br />
la Commissione episcopale Ecumenismo e Dialogo riceve mandato<br />
per raccogliere documentazione in merito ai matrimoni tra battezzati e
musulmani. A gennaio 2003 i documenti sono presentati al Consiglio<br />
Permanente e ordinati sistematicamente in criteri di comportamento e<br />
normative specifiche. Ovviamente la casistica rientra nella fattispecie<br />
di matrimonio tra battezzato e non battezzato, ma l’esperienza ha manifestato<br />
la delicatezza del problema. Il Consiglio Permanente prende<br />
posizione perché sia evitata ogni facilitazione e siano bene informati i<br />
fedeli per i problemi che potrebbero verificarsi. Si confrontano due linee:<br />
divieto e non concessione di licenza da una parte; più possibilista,<br />
dall’altra.<br />
Nel marzo del 2004 la Presidenza ridiscute il problema.<br />
Il 3 maggio 2004 nel documento Erga migrantes Caritas Christi, al n.<br />
63 è detto che si dovrà sconsigliare il matrimonio tra cattolici e migranti<br />
non cristiani, alla luce di tante amare esperienze.<br />
Anche se l’orientamento appare chiaro, restano aperti diversi quesiti:<br />
se preparare o meno un apposito documento; se questo deve essere un testo<br />
ufficiale pubblico o restare riservato. Il Consiglio Permanente ha approvato<br />
il testo che è stato affidato alle Conferenze regionali per un’ampia<br />
e approfondita consultazione. Infatti ci si trova davanti ad un serio<br />
problema pastorale, un nodo insoluto; inoltre va riconosciuta una diffusa<br />
ignoranza del diritto islamico. Una pubblicazione di indicazioni comuni<br />
potrebbe evitare frammentarietà e confusioni; si offrirebbero anche degli<br />
orientamenti ai fedeli. È molto importante che i Vescovi si esprimano, sulla<br />
pubblicazione ufficiale o meno del documento, per non restare bloccati<br />
nell’indecisione e lasciare la problematica ad interventi personalizzati.<br />
Mons. Mogavero, fatta questa necessaria premessa, passa ad illustrare<br />
la struttura del documento, che risente di una impostazione canonistica.<br />
Dopo la premessa, si presenta il contesto pastorale, evidenziando la<br />
complessità del problema e l’indicazione a non incoraggiare. Si presenta<br />
poi la visione cristiana del matrimonio fondato sul sacramento. Seguono<br />
due excursus: I. approfondimento giuridico -pastorale sull’impedimento<br />
di disparitas cultus; II. sulla professione di fede islamica (richiesta<br />
ai cristiani che volessero sposare una ragazza islamica): chi l’ha fatta<br />
deve seguire tutta la prassi per ritornare alla fede cristiana. Infine, Mons.<br />
Mogavero si sofferma sull’itinerario di verifica e di preparazione per<br />
un matrimonio del genere. Il sacerdote deve essere subito coinvolto; la<br />
parte cattolica deve prepararsi adeguatamente alla celebrazione, con un<br />
accompagnamento specifico e personalizzato per una seria verifica della<br />
decisione da assumere e <strong>delle</strong> possibili conseguenze da conoscere e pre-<br />
143
144<br />
vedere. Quanto alla celebrazione potrà avvenire o secondo la formula<br />
canonica ordinaria al di fuori della celebrazione eucaristica o con la dispensa<br />
dalla forma canonica. Infine, non deve essere trascurato l’accompagnamento<br />
<strong>delle</strong> giovani coppie. La bozza del documento esaminato<br />
comprende anche la modulistica e due appendici che potrebbero essere<br />
eliminate in caso di pubblicazione della Nota (elementi di conoscenza<br />
del matrimonio nell’Islam; alcuni dati statistici).<br />
Conclusa la presentazione da parte di Mons. Mogavero, il Presidente<br />
ringrazia il relatore ed invita i presenti ad esprimersi sia sulla necessità o<br />
meno di avere degli orientamenti comuni, sia circa l’alternativa se pubblicare<br />
una Nota apposita o trasmettere un documento riservato.<br />
Si apre un ampio ed articolato dibattito tra i Vescovi ed emerge con<br />
chiarezza che la maggioranza condivide sia la necessità di Orientamenti<br />
comuni, sia la pubblicazione di una Nota.<br />
In particolare i Vescovi emeriti Mons. Casale e Todisco si dicono<br />
d’accordo sulla pubblicazione ed invitano a non avere paura, anche se<br />
il problema resta molto serio. Mons. Fragnelli sostiene che sia opportuno<br />
e doveroso intervenire davanti alla confusione o i fraintendimenti<br />
che non educano i fedeli alla testimonianza coerente. Secondo Mons.<br />
D’Ambrosio si sta arrivando con un po’ di ritardo ad un intervento in<br />
questo settore. Mons. Talucci si dice d’accordo con la chiarezza, non<br />
solo giuridica ma anche pastorale. Secondo Mons. Cacucci il problema<br />
va inquadrato nel contesto istituzionale ed è necessario illuminare i cattolici<br />
su questioni importanti come quella del matrimonio. Mons. Ruppi<br />
considera il fenomeno come parte di una precisa strategia ed evidenzia<br />
l’importanza di guardare con prudenza e fiducia per meglio comprenderne<br />
problemi e mentalità. Mons. Calabro ricorda che sono in aumento<br />
i casi di matrimonio canonico dopo il civile e si dice convinto della necessità<br />
di pubblicare una istruzione. Secondo Mons. Padovano, trattandosi<br />
di una problematica molto accesa, è importante essere più freddi ed<br />
affrontare la situazione meno emotivamente. Per Mons. Negro questa è<br />
la sfida del momento. Mons. Tamburrino chiede come si sono regolate<br />
le altre Conferenze dei Paesi europei.<br />
Mons. Mogavero, nel raccogliere le diverse osservazioni fatte dai<br />
presenti, conferma che il documento avrà un taglio pastorale e culturale<br />
di alto profilo. Non si intende rispondere ad una emergenza, ma di<br />
offrire uno strumento che orienti i Pastori. Si impone la necessità della<br />
conoscenza della cultura giuridica islamica.
Va ricordato anche che la dispensa è un atto discrezionale dell’ordinario,<br />
e quando è data senza ragioni valide, la stessa dispensa è nulla.<br />
Ricorda, infine, che è importante fare attenzione alla provenienza geografica.<br />
Per poter dialogare ci si dovrà porre su un livello di pari dignità.<br />
4. Varie<br />
• Convegno Ecclesiale di Verona 2006. In vista del prossimo Convegno<br />
Ecclesiale i Vescovi sono chiamati a designare una delegazione<br />
regionale che dovrà seguire i lavori di preparazione e sensibilizzare<br />
le <strong>Diocesi</strong>. Dopo breve consultazione i presenti concordano unanimemente<br />
la formazione della delegazione. Vescovo: Mons. Fragnelli;<br />
Sacerdote: don Giovanni Ancona; Laico: Fernando Pellegrino<br />
(Otranto); Laica: Maria Teresa Resta (Bari).<br />
• Commissione Regionale per la Cooperazione Missionaria. Mons.<br />
Zerrillo, Vescovo delegato, comunica che don Alessandro Greco ha<br />
ultimato il quinquennio. Sentito il parere dell’Arcivescovo di Taranto,<br />
i Vescovi concordano che don Greco sia confermato per un secondo<br />
quinquennio.<br />
• Tribunale Ecclesiastico Regionale. Mons. Cacucci, comunica che a<br />
seguito del rientro in <strong>Diocesi</strong> del sacerdote don Giampetruzzi, questi<br />
potrà essere designato Giudice del TERP, avendone titolo e capacità.<br />
I Vescovi approvano. Il Segretario, Mons. Seccia, ricorda che è necessario<br />
provvedere in tempo alla regolarizzazione <strong>delle</strong> nomine che<br />
stanno per scadere con la fine del corrente anno 2004. D’intesa con<br />
l’Arcivescovo di Bari, Moderatore del TERP, e del Vicario giudiziale,<br />
si propone la conferma, per altri quattro anni, di tutte le nomine (giudici,<br />
difensore del vincolo e promotore di giustizia, patroni stabili)<br />
unificandone la scadenza al 31 dicembre 2008. I Vescovi approvano<br />
all’unanimità.<br />
Mons. Ruppi, vista l’ora, ringrazia tutti gli intervenuti e mentre ricorda<br />
che la prossima Sessione invernale dei lavori della Conferenza avrà<br />
luogo a San Giovanni Rotondo dal 25 al 27 gennaio 2005, formula gli<br />
auguri per le imminenti festività natalizie.<br />
Con la recita dell’Angelus i lavori hanno termine alle ore 13.15.<br />
14
14<br />
Intesa<br />
tra la Regione Puglia e la Conferenza Episcopale Pugliese<br />
per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali<br />
appartenenti ad enti ed istituzioni ecclesiastiche<br />
Prot. N. 258/04<br />
Congregatio pro Episcopis<br />
C O N F E R E N T I Æ E P I S C O P O R U M A P U L I Æ<br />
de conventionis cum regione civili apuliæ<br />
recognitione<br />
decretum<br />
Exc.mus P.D. Cosmus Franciscus Ruppi, Conferentiae Episcoporum<br />
Apuliae Praeses, ipsius Conferentiae nomine, ab Apostolica Sede postulavit<br />
ut Conventio inter Regionem Ecclesiasticam Apuliae et Regionem<br />
Civilem Apuliae circa tutelam bonorum culturalium ad entia et instituta<br />
ecclesiastica pertinentium, a conventu plenario ipsius Conferentiae approbata,<br />
rite recognosceretur.<br />
Congregatio pro Episcopis, vi facultatum sibi tributarum, auditis Secretaria<br />
Status, normas praedictae conventionis, prout in adnexo exemplari<br />
continentur, iuri canonico universali accommodatas repperit et ratas<br />
habuit.<br />
Quapropter, eaedem normae, modis ac temporibus a memorata Conferentia<br />
determinatis, promulgari poterunt.<br />
Contrariis quibusvis minime obstantibus.<br />
Datum Romae ex Aedibus Congregationis pro Episcopis die 23 mensis<br />
Martii anno 2004.<br />
✠ Joannes Baptista Card. Re<br />
Praefectus<br />
✠ Franciscus Monterisi<br />
a Secretis
* * *<br />
L’anno duemilaquattro, il giorno 31 del mese di marzo, nella Sede della<br />
Conferenza Episcopale Pugliese, tra la Regione Puglia, rappresentata<br />
dal Presidente della Giunta Regionale On.le Raffaele FITTO, e la Conferenza<br />
Episcopale Pugliese, rappresentata da S.E. Mons. Cosmo Francesco<br />
RUPPI, in conformità alla autorizzazione, espressa all’unanimità<br />
nella sessione del 28 gennaio 2004 da parte della Conferenza Episcopale<br />
Pugliese, costituita dagli Ordinari Diocesani di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti, Andria, Bari-Bitonto, Brindisi-Ostuni, Castellaneta,<br />
Cerignola-Ascoli Satriano, Conversano-Monopoli, Foggia-Bovino, Lecce,<br />
Lucera-Troia, Manfredonia-Vieste-S. Giovanni Rotondo, Molfetta-<br />
Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, Nardò-Gallipoli, Oria, Otranto, San Severo,<br />
Taranto, Trani-Barletta-Bisceglie, Ugento-S. Maria di Leuca, al fine di<br />
sottoscrivere il presente Protocollo di Intesa e di assumere espressamente<br />
l’impegno di adempiere a quanto di sua competenza;<br />
premesso<br />
– che tra i fini istituzionali della Regione Puglia è prevista la tutela, la conservazione<br />
e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale;<br />
– che il patrimonio culturale di proprietà degli Enti ecclesiastici civilmente<br />
riconosciuti e operanti nel territorio regionale pugliese riveste<br />
un considerevole interesse nell’ambito dell’esercizio <strong>delle</strong> citate<br />
competenze regionali statutarie;<br />
– che la Conferenza Episcopale Pugliese è l’organo di governo della<br />
Regione Ecclesiastica pugliese, Ente civilmente riconosciuto, cui<br />
compete mantenere i rapporti con le Istituzioni politiche della regione<br />
in rappresentanza degli interessi religiosi cattolici;<br />
– che la Conferenza Episcopale Pugliese assicura, attraverso gli Enti<br />
ecclesiastici proprietari dei beni di interesse culturale presenti sul territorio<br />
regionale, l’impegno alla conservazione e valorizzazione degli<br />
stessi, che costituiscono testimonianza della storia, della cultura e<br />
della tradizione della popolazione pugliese;<br />
– che le disposizioni dell’art. 12 dell’accordo sottoscritto in data 18<br />
febbraio 1984 tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede, comportante<br />
modifiche al Concordato Lateranense dell’11febbraio 1929, ratificato<br />
e portato ad esecuzione con la Legge 25 marzo 1985, n. 121,<br />
14
14<br />
prevedono rapporti di reciproca collaborazione fra la Pubblica Amministrazione<br />
e l’Autorità Ecclesiastica per la tutela e la valorizzazione<br />
dei beni culturali di interesse religioso appartenenti ad enti ed<br />
istituzioni ecclesiastiche;<br />
– che il disposto dell’art. 8 del D.P.R. n. 571 del 26/9/1996 relativo all’Intesa<br />
tra il Ministro per i Beni e le Attività Culturali e il Presidente<br />
della Conferenza Episcopale Italiana prevede che le disposizioni in<br />
essa contenute “possono costituire base di riferimento per le eventuali<br />
intese stipulate nell’esercizio <strong>delle</strong> rispettive competenze tra le<br />
Regioni e gli Enti autonomi territoriali ecclesiastici”;<br />
– che in analogia con quanto stabilito a livello statale e in altre regioni<br />
italiane, per quanto riguarda gli interventi relativi ai beni culturali di<br />
proprietà ecclesiastica, è opportuno stabilire una forma di consultazione<br />
regolata con protocollo d’intesa tra la Regione Puglia e la Conferenza<br />
Episcopale Pugliese;<br />
visto<br />
– la L. 25 marzo 1985, n. 121 (Modificazioni al Concordato Lateranense<br />
dell’11 febbraio 1929) ed in particolare l’art. 12 n. 1;<br />
– il D.P.R. 26 settembre 1996, n. 571 (Intesa fra il Ministero per i Beni e<br />
le Attività Culturali ed il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana,<br />
sottoscritta in data 13 settembre 1996, relativa ai Beni Culturali<br />
Ecclesiastici);<br />
preso atto<br />
del documento della Conferenza Episcopale Italiana “I beni culturali<br />
della Chiesa in Italia. Orientamenti”, approvato dalla XXXVI Assemblea<br />
Generale dei Vescovi italiani (26-29 ottobre 1992) ed in conformità<br />
agli indirizzi dell’Autorità Ecclesiastica;<br />
tutto ciò premesso<br />
considerato che le Parti, come sopra costituite, convengono sulla opportunità<br />
di definire un accordo atto a coordinare gli interventi rientranti<br />
nelle rispettive competenze e tesi alla salvaguardia e valorizzazione dei<br />
beni culturali di proprietà ecclesiastica, al fine di ottimizzare il perseguimento<br />
di comuni obiettivi.
Tale accordo viene definito sulla base dei principi dell’Intesa sottoscritta<br />
tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il Presidente<br />
della Conferenza Episcopale Italiana in data 13.09.1996 e portata ad<br />
esecuzione con D.P.R. 26.09.1996, n. 571, per le finalità di cui all’art.<br />
12, n. 1, co. 1 dell’Accordo di revisione del Concordato Lateranense.<br />
Quanto sopra costituisce parte integrante della presente Intesa.<br />
si conviene quanto segue<br />
Art. 1<br />
Finalità<br />
Scopo della presente Intesa è l’attivazione di reciproche forme di collaborazione<br />
permanente fra la Regione Puglia e la Conferenza Episcopale<br />
Pugliese, al fine di concordare opportune disposizioni per armonizzare<br />
ed ottimizzare gli interventi sul patrimonio storico, artistico e<br />
culturale appartenente ad Enti ed Istituzioni ecclesiastiche.<br />
Art. 2<br />
Soggetti sottoscrittori<br />
Sono competenti, per l’attuazione <strong>delle</strong> presenti disposizioni:<br />
a) il Presidente della Giunta Regionale della Puglia o persona da lui delegata;<br />
b) il Presidente della Conferenza Episcopale Pugliese o persona da lui<br />
delegata.<br />
Gli Ordinari diocesani, territorialmente competenti, ciascuno nell’ambito<br />
della propria giurisdizione ecclesiastica e secondo le disposizioni<br />
emanate dalla Santa Sede, fungono da tramite tra il Presidente della Conferenza<br />
Episcopale Pugliese o persona da lui delegata, e gli Istituti di vita<br />
consacrata, le Società di vita apostolica e le loro articolazioni, che siano<br />
civilmente riconosciute.<br />
Art. 3<br />
Accordi<br />
Per il raggiungimento degli obiettivi comuni di cui all’art. 1, la Regione<br />
Puglia e la Conferenza Episcopale Pugliese promuovono, altresì,<br />
accordi e programmi congiunti anche con Comuni e Province.<br />
14
1 0<br />
Detti accordi potranno definire anche la realizzazione di interventi ed<br />
iniziative che richiedono una partecipazione organizzativa e finanziaria<br />
congiunta, individuando le forme, i modi, i tempi e le risorse finanziarie<br />
attivabili da ciascuna <strong>delle</strong> Parti interessate.<br />
Art. 4<br />
Reciprocità di informazione<br />
Le Parti si impegnano reciprocamente ad assicurare ogni utile scambio<br />
di informazioni per il perseguimento dei compiti prioritari di cui all’art 1.<br />
In particolare, fra i soggetti competenti ai sensi dell’art. 2, è assicurata<br />
la più ampia informazione in ordine alla pianificazione annuale e<br />
pluriennale, ai piani di spesa e alle determinazioni finali, nonché allo<br />
svolgimento e alla conclusione degli interventi e <strong>delle</strong> iniziative di cui<br />
agli artt. 1 e 3.<br />
Art. 5<br />
Commissione paritetica per i Beni Culturali Ecclesiastici<br />
Al fine di favorire lo scambio di informazioni, di suggerire orientamenti<br />
per sviluppare forme di collaborazione, di esaminare problematiche<br />
di comune interesse, di verificare con continuità l’attuazione <strong>delle</strong><br />
presenti disposizioni e di contribuire in tal modo alla concreta attuazione<br />
del presente accordo, le parti si impegnano a costituire, entro trenta<br />
giorni dalla data di pubblicazione della presente Intesa, una Commissione<br />
paritetica per i Beni Culturali Ecclesiastici.<br />
Attraverso tale organismo, la Regione e la Conferenza Episcopale<br />
Pugliese oltre a scambiarsi reciproche informazioni in ordine ai piani e<br />
programmi disciplinati dalla normativa vigente e/o a quelli predisposti<br />
dall’autorità ecclesiastica, a iniziative sostenute mediante l’erogazione<br />
di contributi europei, nazionali, regionali o della Conferenza Episcopale<br />
Italiana, provvederanno a relazionare, con cadenza almeno semestrale,<br />
sul loro stato di attuazione.<br />
La Commissione è composta:<br />
per la Regione Puglia, dal Capo di Gabinetto del Presidente pro tempore<br />
della Giunta Regionale, dall’Assessore ai Beni Culturali, dal Dirigente<br />
del Settore Beni Culturali;<br />
per la Conferenza Episcopale Pugliese, dal Vescovo delegato, dall’Incaricato<br />
per i Beni Culturali e da un Componente dalla stessa designato.
Art. 6<br />
Procedure<br />
Ciascun Soggetto sottoscrittore, nello svolgimento <strong>delle</strong> attività di<br />
propria competenza, si impegna ad utilizzare tutti gli strumenti di semplificazione<br />
e di snellimento dell’attività amministrativa prevista dalla<br />
vigente normativa e ad utilizzare appieno e in tempi rapidi tutte le risorse<br />
finanziarie destinate agli interventi connessi al presente Protocollo.<br />
Le Parti concordano, altresì, che i piani relativi ad interventi e/o iniziative<br />
di interesse regionale afferenti i beni culturali saranno presentati<br />
alla Regione Puglia per il tramite del Presidente della Conferenza Episcopale<br />
Pugliese o persona da lui incaricata.<br />
Art. 7<br />
Interventi di manutenzione straordinaria e di restauro<br />
Relativamente agli interventi di manutenzione straordinaria e di restauro<br />
di beni culturali nella disponibilità di Enti ed Istituzioni, soggetti<br />
alla loro giurisdizione, compresi quelli di cui all’art. 2 comma 2, gli Ordinari<br />
diocesani territorialmente competenti presenteranno un piano annuale,<br />
evidenziando le priorità e l’eventuale partecipazione finanziaria<br />
all’intervento di altri Enti pubblici e/o privati. Tali priorità saranno oggetto<br />
di valutazione da parte della Giunta Regionale, per l’inserimento<br />
nei propri programmi di finanziamento.<br />
Art. 8<br />
Archivi, Musei, Biblioteche<br />
La Regione Puglia concorrerà al sostegno economico per la fruizione<br />
degli Archivi, Musei e Biblioteche diocesane nel rispetto della normativa<br />
regionale vigente in materia e <strong>delle</strong> procedure previste per la concessione<br />
dei relativi contributi.<br />
Art. 9<br />
Fruizione e accessibilità al pubblico.<br />
Recupero funzionale di immobili in disuso<br />
La Regione Puglia e la Conferenza Episcopale Pugliese si impegnano<br />
ad individuare, di comune accordo, modalità ed ambiti operativi al<br />
1 1
1 2<br />
fine di assicurare le più idonee condizioni di fruizione pubblica e valorizzazione<br />
dei beni culturali di proprietà ecclesiastica, nel rispetto <strong>delle</strong><br />
esigenze di culto.<br />
La Conferenza Episcopale Pugliese si impegna a favorire la stipula<br />
di convenzioni con gli Enti proprietari per l’utilizzo di beni immobili<br />
ecclesiastici attualmente in disuso.<br />
Per il recupero funzionale degli edifici di culto in disuso che rivestono<br />
carattere di riconosciuta importanza storico-artistica, la loro ristrutturazione<br />
dovrà corrispondere al titolo della dignità originaria, conformemente<br />
al can. 1212 del CIC e all’art. 831, comma 2 del Codice Civile.<br />
Art. 10<br />
Modalità di attuazione<br />
L’attuazione della presente Intesa, nel rispetto degli indirizzi e dei<br />
suggerimenti che saranno forniti dalla Commissione paritetica di cui al<br />
precedente art. 5, è rispettivamente demandata alle strutture e organi regionali<br />
e agli organismi ecclesiastici competenti per la materia e potrà<br />
essere, di volta in volta, regolamentata da apposite Convenzioni.<br />
Art. 11<br />
Decorrenza<br />
La presente Intesa entrerà in vigore dalla data di pubblicazione ed<br />
avrà durata di cinque anni, rinnovabile tacitamente, salvo diverso intendimento<br />
di una <strong>delle</strong> parti, espresso con formale comunicazione.<br />
La presente Intesa potrà comunque essere oggetto di verifica e modificata<br />
di comune accordo.<br />
Regione Puglia Conferenza Episcopale Pugliese<br />
On.le Dott. Raffaele Fitto S.E. Mons. Cosmo Francesco Ruppi
Tribunale<br />
Ecclesiastico<br />
Regionale<br />
Pugliese
Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata principale - particolari decori.
Relazione per l’anno 2003<br />
agli Eccellentissimi Vescovi<br />
della Regione Puglia<br />
28 gennaio 2004<br />
Eccellenze Reverendissime,<br />
porgo i più vivi ringraziamenti anche a nome dei Vicari Giudiziali Aggiunti,<br />
Mons. Antonio Caricato e don Pasquale Larocca per la fiducia che<br />
avete riposto in noi riconfermando l’incarico per il prossimo quinquennio.<br />
Assicuriamo impegno e fedeltà nel compimento di questo servizio.<br />
Presento a Voi la relazione della attività del nostro Tribunale<br />
Regionale durante l’anno 2003. È una informazione doverosa perché<br />
non soltanto siate resi partecipi del lavoro svolto da coloro che voi avete<br />
deputato all’ufficio di giudici e da tutti i loro collaboratori: Difensori<br />
del Vincolo, cancelliere, notai, patroni, ma anche perché sia data a voi<br />
la possibilità di osservare un aspetto della situazione che interessa la<br />
pastorale della famiglia nella nostra regione.<br />
1. Le cause (cfr. Allegato n. 2)<br />
A) Nel 2003 sono stati introdotti 275 nuovi libelli (nel 1998: 300; nel<br />
1999: 267; nel 2000: 284; nel 2001: 311; nel 2002: 266);<br />
sono state decise 205 cause;<br />
ne sono state archiviate 26;<br />
al 31 Dicembre 2003 risultano pendenti 774 cause.<br />
Al 31 Dicembre del 2002 risultavano pendenti 730 cause.<br />
Delle cause decise<br />
139 si sono concluse affermativamente, cioè con la dichiarazione<br />
di nullità del matrimonio;<br />
66 si sono concluse negativamente, cioè con il riconoscimento della<br />
validità del matrimonio.<br />
B Le motivazioni principali:<br />
Matrimoni dichiarati nulli:<br />
• 49 per esclusione della indissolubilità,<br />
• 33 per esclusione della prole,<br />
1
1<br />
• 27 per simulazione totale del consenso,<br />
• 23 per difetto di discrezione di giudizio e per incapacità ad<br />
assumere gli obblighi coniugali, iuxta can. 1095, n. 2 e n. 3,<br />
• 22 per timore,<br />
• 9 per esclusione della fedeltà,<br />
• 1 per difetto di forma canonica.<br />
C) Durata della convivenza dopo la celebrazione: dai 275 libelli presentati<br />
nel 2003 risulta che 206 unioni matrimoniali sono durate tra<br />
i 10 giorni e i 5 anni (cfr. Allegato n. 5).<br />
* Considerando il numero crescente di nuovi libelli introdotti, la breve<br />
durata <strong>delle</strong> convivenze matrimoniali e il numero dei matrimoni dichiarati<br />
nulli per simulazione, totale e parziale (esclusione della indissolubilità,<br />
della prole e della fedeltà) e per la incapacità psicologica, si constata,<br />
che da parte dei fedeli che hanno errato, c’è fiducia nella Chiesa a<br />
cui si ricorre per ottenere una parola di verità, di giustizia in ordine alla<br />
pacificazione della coscienza e alla regolarizzazione del loro rapporto<br />
con Dio e con la comunità ecclesiale. Ma si constata anche che le comunità<br />
cristiane hanno ancora molto da impegnarsi perché gli sposi siano<br />
aiutati ad accostarsi al sacramento del matrimonio con convinzione, con<br />
sincera fede e con maggiore consapevolezza e capacità psicologica.<br />
Forse non è superfluo ripetere quanto detto negli anni scorsi circa<br />
la necessità della preparazione remota dei nubendi e della preparazione<br />
prossima da realizzare mediante un percorso che abbia la caratteristica<br />
di un catecumenato.<br />
Ma è anche necessario ribadire che ai parroci e agli operatori di pastorale<br />
familiare tocca essere più attenti nel rendersi conto <strong>delle</strong> reali<br />
intenzioni con cui e per cui gli sposi chiedono il sacramento.<br />
Infatti incombe sui parroci il dovere morale di valorizzare quell’adempimento,<br />
con significato pastorale, dell’esame dei nubendi (cd.<br />
“processetto matrimoniale”).<br />
Esso deve essere finalizzato a verificare la libertà, l’integrità del consenso,<br />
la volontà di sposarsi secondo la natura, i fini e le proprietà essenziali<br />
del matrimonio, l’autenticità della domanda religiosa del matrimonio<br />
e la maturazione avvenuta soprattutto in ordine alla volontà di<br />
celebrare un patto coniugale come lo intende la Chiesa (cfr. can. 1063 e<br />
Direttorio di Pastorale familiare, p. 73, n. 66).
Bisognerebbe essere più coraggiosi nel mettere in pratica quanto è<br />
indicato nella Familiaris Consortio: “quando …nonostante ogni tentativo<br />
fatto, i nubendi mostrano di rifiutare in modo esplicito e formale<br />
ciò che la Chiesa intende compiere quando si celebra il matrimonio dei<br />
battezzati, il pastore d’anime non può ammetterli alla celebrazione…”<br />
(F.C. n. 68,e).<br />
* A proposito dei “processetti matrimoniali” c’è da dire che spesso è<br />
capitato di esaminarne alcuni con risposte monosillabiche e standard e<br />
che risultavano redatti da persone diverse dal parroco il quale vi aveva<br />
apposto solo la firma.<br />
* Inoltre mi permetto suggerire che si raccomandi ai parroci di porre<br />
particolare attenzione anche in ciò che è necessario all’adempimento di<br />
una celebrazione valida, come l’osservanza della forma canonica (quando<br />
naturalmente non c’è stata la concessione della dispensa).<br />
È stato dichiarato nullo un matrimonio, che si è svolto con processo<br />
documentale, perché nell’“atto di matrimonio” non erano stati indicati i<br />
testimoni, richiesti dalla forma canonica (iuxta can. 1108 § 1), né di essi<br />
erano riportate le firme.<br />
È opportuno ricordare ai parroci, o a chi ne fa le veci, che, secondo il<br />
can. 1121 § 1, è loro compito redigere l’atto di matrimonio (e non di un<br />
collaboratore laico occasionale, come è capitato nel caso esaminato dal<br />
Tribunale), specialmente quando si conferisce la delega ad un altro sacerdote<br />
(per giunta straniero senza la residenza in Italia). Nel caso a cui<br />
si fa riferimento fu data la delega ad un sacerdote anziano che scambiò il<br />
matrimonio, solo canonico, di due vedovi, avanti negli anni, per una celebrazione<br />
di 50° e perciò firmò e fece firmare gli sposi, ma senza che ci<br />
fossero i testimoni e senza neppure richiedere lo scambio del consenso,<br />
né tanto meno leggere gli articoli del Codice Civile (cfr. CEI, Decreto<br />
Generale sul matrimonio canonico, n. 42).<br />
2. I Giudici (cfr. Allegato n. 1)<br />
* Durante l’anno 2003 i giudici che sono stati impegnati nelle istruttorie<br />
e nelle ponenze sono stati 19, e di essi: 4 a tempo pieno (20 ore settimanali):<br />
Murolo, Caricato, Larocca, Magnocavallo; 6 a tempo parziale<br />
(12 ore settimanali) : Cota, De Punzio, Di Nunzio, Montanaro, Pica, Sal-<br />
1
1<br />
vo; 9 con impegno “occasionale”: Aquino, Di Leo, Di Vittorio, Dotti, P.<br />
Lorusso, P. Neri, Oliva, Palmiotti, Sozzo.<br />
I Giudici che hanno fatto parte solo dei collegi, ma senza fare istruttorie<br />
e ponenze, con impegno “occasionale”, sono stati 2: Stangarone e Fusillo.<br />
Un nuovo “uditore” che quest’anno ha collaborato per le istruttorie<br />
<strong>delle</strong> cause è stato il dott. Giuseppe Nuzzi, della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<br />
<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong>.<br />
Nell’ anno 2004 entra a far parte del collegio dei Giudici Mons. Leonardo<br />
Erriquenz della <strong>Diocesi</strong> di Conversano-Monopoli che questa Conferenza<br />
Episcopale ha nominato nella precedente sessione di Dicembre<br />
2003. Sono certo del valido contributo che Mons. Erriquenz darà al nostro<br />
Tribunale.<br />
* Una nota positiva che voglio evidenziare è la seguente: in alcuni<br />
casi, durante l’istruttoria, proprio per l’attenzione pastorale del giudice,<br />
le parti si sono riappacificate e hanno ripreso a convivere. Il Tribunale ha<br />
interessato i relativi parroci per la continuazione del cammino.<br />
* Nel 2003 sono state decise 205 cause, pertanto con soddisfazione si<br />
può prendere atto che i giudici e gli “uditori” si sono impegnati facendo<br />
del loro meglio, ognuno secondo le proprie possibilità e disponibilità,<br />
nonostante i condizionamenti di tempo e di spazio.<br />
Intanto il numero <strong>delle</strong> cause in pendenza al 31 Dicembre 2003 è<br />
molto alto: 774.<br />
È noto quanto stia a cuore a ognuno di Voi il nostro lavoro e tutti noi,<br />
Giudici, Uditori, Difensori del Vincolo, Cancelliere e Notai siamo orgogliosi<br />
di rendere questo delicato servizio.<br />
È noto anche quanto Voi siate preoccupati perché le cause si definiscano<br />
entro tempi più brevi con la stessa obiettività e serietà.<br />
Ora, più che chiedere altri giudici, oso chiedere che quelli già impegnati<br />
possano ottimizzare la loro disponibilità. Cioè che possa aumentare<br />
il numero dei giudici a tempo pieno, altrimenti difficilmente si potrà<br />
sbloccare la situazione <strong>delle</strong> tante cause da completare.<br />
Inoltre, in prospettiva bisognerebbe pensare a preparare giovani sacerdoti<br />
che, interessati alle problematiche pastorali familiari, conseguendo<br />
il titolo accademico in Diritto canonico, possano, in un prossimo<br />
futuro, con competenza e disponibilità ricoprire incarichi nei vari uffici<br />
del Tribunale.
3. I Difensori del Vincolo e Promotore di Giustizia (cfr. Allegato n. 1)<br />
Il Titolare dell’ufficio di Difensore del Vincolo è stato Mons. Felice<br />
Posa. Con lui hanno collaborato egregiamente come sostituti tre sacerdoti<br />
e cinque laici. Nel 2004 ha iniziato a collaborare anche il sac. Luigi<br />
Lazzari della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong>.<br />
L’opera del Difensore del Vincolo è importante perché deve svolgere<br />
il suo compito di proporre ed esporre tutto quello che ragionevolmente<br />
può addursi contro la nullità del matrimonio, specialmente nella fase dibattimentale.<br />
Per il nostro organico, essendo alto il numero <strong>delle</strong> cause, è necessaria<br />
qualche unità in più perché molte volte i Difensori del vincolo in<br />
carica (titolare e sostituti) non sempre riescono ad essere tempestivi nel<br />
presentare le “Animadversiones pro vinculo”.<br />
Mons. Felice Posa durante l’anno 2003 ha ricoperto l’incarico di<br />
Promotore di Giustizia, ma quando ciò è risultato incompatibile, perché<br />
impegnato come “difensore del vincolo”, l’incarico di Promotore di<br />
Giustizia Aggiunto è stato svolto da don Ignazio Pansini.<br />
4. I Patroni Stabili (cfr. Allegato n. 6)<br />
Affinché, specialmente a livello periferico, si possano avere notizie<br />
chiare sul prezioso servizio reso dai patroni stabili a vantaggio dei fedeli<br />
che ne abbiano bisogno, mi permetto ricordare chi è il patrono stabile.<br />
Ecco come si esprime il can. 1490: “In ciascun tribunale si costituiscano,<br />
per quanto è possibile, patroni stabili, stipendiati dallo stesso<br />
tribunale, che esercitino l’incarico di avvocati o procuratori nelle cause<br />
soprattutto matrimoniali per le parti che di preferenza desiderino sceglierli”.<br />
Le Norme della CEI del 18/3/1 997 danno queste indicazioni:<br />
Art. 6, § 2: “A tali patroni stabili i fedeli possono rivolgersi per ottenere<br />
consulenza canonica circa la loro situazione matrimoniale e<br />
per avvalersi del loro patrocinio avanti il Tribunale regionale presso il<br />
quale prestano il loro servizio… Per potersi avvalere del patrocinio di<br />
un patrono stabile, la parte che ne abbia interesse deve farne richiesta<br />
scritta e motivata al Preside del Collegio giudicante. Questi accoglie la<br />
richiesta tenuto conto <strong>delle</strong> ragioni addotte e <strong>delle</strong> effettive disponibilità<br />
di servizio”.<br />
1
1 0<br />
§ 3: “Il patrono stabile non riceve alcun compenso dai fedeli, né per<br />
la consulenza, né per il patrocinio o la rappresentanza in giudizio”.<br />
Nel nostro Tribunale hanno l’incarico di Patroni stabili l’avv. Antonio<br />
Lia e l’avv. Paolo Stefanì.<br />
Essi, secondo quanto stabilito dal Regolamento del nostro Tribunale,<br />
hanno assicurato la presenza, almeno una volta al mese nelle sedi <strong>delle</strong><br />
<strong>Diocesi</strong> dei capoluoghi di provincia in un apposito ufficio <strong>delle</strong> rispettive<br />
Curie.<br />
In particolare l’avv. Lia: il terzo mercoledì del mese presso la Curia<br />
di Taranto e il quarto mercoledì del mese presso la Curia di Lecce;<br />
l’avv. Stefanì: il primo mercoledì del mese presso la Curia di Foggia<br />
e il secondo mercoledì del mese presso la Curia di Brindisi.<br />
Negli altri giorni, durante le ore d’ufficio, sono a disposizione presso<br />
la sede del Tribunale in Bari.<br />
Oltre a quanto è indicato nel prospetto (Allegato n. 6) circa il numero<br />
<strong>delle</strong> cause introdotte dai patroni stabili durante il 2003, rendo noto che<br />
essi hanno svolto consulenze:<br />
n. 110 a Bari, n. 38 a Foggia, n. 14 a Brindisi, n. 31 a Taranto, n. 48<br />
a Lecce.<br />
Posso attestare che l’avv. Lia e l’avv. Stefanì hanno svolto il loro lavoro<br />
con competenza e passione pastorale.<br />
Dato il numero alto di richieste, molto probabilmente si prevede, per<br />
il nostro Tribunale, d’intesa con gli organi della C.E.I., la possibilità di<br />
un terzo patrono stabile.<br />
5. I patroni di fiducia<br />
Negli Allegati n. 7 e n. 8 sono elencati gli avvocati iscritti all’albo del<br />
nostro Tribunale, ammessi dall’Ecc.mo Moderatore e quante cause ogni<br />
avvocato ha introdotto nel 2003.<br />
Oltre a coloro che hanno conseguito il diploma di avvocati rotali sono<br />
elencati quelli che hanno la Laurea in Diritto Canonico e quelli che hanno<br />
conseguito il titolo accademico di Licenza in Diritto Canonico. Questi<br />
ultimi sono stati ammessi “ad biennium” per dar loro la possibilità di<br />
conseguire anche il dottorato.<br />
Per opportuna retta informazione mi permetto ricordare che la misura<br />
degli onorari dovuti dalle parti ai patroni di fiducia è determinata
dal Preside del Collegio giudicante in riferimento alla tabella stabilita, e<br />
anche quest’anno confermata, dal Consiglio Episcopale Permanente: da<br />
un minimo di €. 1.330,00 ad un massimo di €. 2.660,00 (escluso IVA e<br />
ulteriori oneri sostenuti dal patrono e che non possono essere compresi<br />
in tali onorari).<br />
Sia i patroni stabili sia i patroni di fiducia sono disponibili a turno<br />
per assumere le cause di gratuito patrocinio dei fedeli in serie difficoltà<br />
economiche.<br />
6. La Cancelleria e la sede del Tribunale<br />
Il Cancelliere don Vito Spinelli, un “addetto alla Cancelleria” e sei<br />
notai-attuari che assistono i giudici durante le istruttorie, hanno fatto tutto<br />
il possibile per seguire le tantissime pratiche. Il loro numero si è rivelato<br />
inadeguato alla mole di lavoro.<br />
Si prevede che nel prossimo mese di aprile il Tribunale potrà trasferire<br />
la sua sede in ambienti più ampi messi a disposizione dall’Arcivescovo<br />
di Bari. Attualmente sono in corso i lavori di adattamento per i<br />
quali la C.E.I. ha erogato un contributo di €. 109.421,00.<br />
7. L’Amministrazione<br />
I costi di gestione del nostro Tribunale possono essere rilevati dalla<br />
relazione finanziaria allegata.<br />
Dal 1 Luglio 2003 l’Amministrazione è gestita dal dott. Benedetto<br />
Morea con la collaborazione del dott. Carlo Cassano. Questi era uno dei<br />
notai-attuari che è stato distaccato per seguire la contabilità.<br />
Anche quest’anno voglio ricordare che il concorso <strong>delle</strong> parti ai costi<br />
<strong>delle</strong> cause, così come stabilito dal Consiglio Permanente Episcopale, è<br />
il seguente:<br />
la parte attrice, che invoca il ministero del Tribunale, è tenuta a versare<br />
al momento della presentazione del libello €. 414,00;<br />
la parte convenuta non è tenuta ad alcuna contribuzione, ove partecipi<br />
all’istruttoria senza patrocinio. Nel caso in cui nomini un patrono di<br />
fiducia o ottenga di fruire dell’assistenza di un patrono stabile, è tenuta a<br />
versare €. 207,00.<br />
1 1
1 2<br />
8. Conclusione<br />
Concludo la presente relazione rinnovando la gratitudine per la<br />
vostra fiducia e assicurando a nome di tutti gli operatori del Tribunale<br />
un servizio in piena fedeltà e collaborazione con Voi.<br />
Sac. Luca Murolo<br />
Vicario Giudiziale
Organico del Tribunale<br />
nell’anno 2004<br />
Allegato n. 1<br />
Moderatore S.E. Mons. Francesco Cacucci Arcivescovo<br />
di Bari-Bitonto<br />
Vicario<br />
Mons. Luca Murolo (Molfetta-Ruvo<br />
Giudiziale<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Vicario<br />
Giudiziale emerito<br />
Mons. Luigi Stangarone (Bari-Bitonto)<br />
Vicario<br />
Giudiziale agg.<br />
Mons. Antonio Caricato (Lecce)<br />
Vicario<br />
Giudiziale agg.<br />
Sac. Pasquale Larocca (Bari-Bitonto)<br />
Giudici Sac. Gianfranco Aquino (Oria)<br />
Sac. Mario Cota (San Severo)<br />
Sac. Pietro De Punzio (Brindisi-Ostuni)<br />
Sac. Nicola Dileo (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />
Sac. Michele Di Nunzio (Foggia-Bovino)<br />
Sac. Agostino Divittorio (Cerignola<br />
Ascoli Satriano)<br />
Sor. Federica Dotti (Comunità Loyola<br />
Molfetta)<br />
Mons. Leonardo Erriquenz (Conversano-Monopoli)<br />
Mons. Domenico Fusillo (Conversano-Monopoli)<br />
P. Lorenzo Lorusso, OP (PP. Domenicani<br />
S. Nicola - Bari)<br />
Sac. Antonio Magnocavallo (Bari-Bitonto)<br />
Mons. Giuseppe Montanaro (Taranto)<br />
P. Antonio Neri (Ist. Betania - Terlizzi)<br />
Mons. Paolo Oliva (Taranto)<br />
Sac. Nunzio Palmiotti (Molfetta-Ruvo<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Sac. Giuseppe Pica (Nardò-Gallipoli)<br />
1 3
1 4<br />
Sac. Filippo Salvo (Trani-Barletta-Bisceglie)<br />
Sac. Antonio Sozzo (Lecce)<br />
Difensori del Vincolo<br />
Titolare Mons. Felice Posa (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />
Sostituti Sac. Ignazio Pansini (Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Sac. Giuseppe Romagno (Conversano-Monopoli)<br />
Sac. Giuseppe Laterza (Conversano-Monopoli)<br />
Sac. Luigi Lazzari (<strong>Altamura</strong>-Gravin<br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />
Dott. Vito Giannelli (Bari-Bitonto)<br />
Dott.ssa Valentina Bovio (Bari-Bitonto)<br />
Dott. Fabio Alberto Russo (Bari-Bitonto)<br />
Dott.ssa F.sca Maria Lorusso (Molfetta-Ruv<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Dott.ssa Vitalba Simone (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />
Promotore di Giustizia<br />
Titolare Mons. Felice Posa (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />
Aggiunto Sac. Ignazio Pansini (Molfetta-Ruvo<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Uditori Sac. Michele Barbaro (Trani-Barletta-Bisceglie)<br />
Sac. Giovanni Pinto (Lucera-Troia)<br />
Dott.ssa Maria Colaluce (Molfetta-Ruvo<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Dott. Giuseppe Nuzzi (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />
Dott. Vittorio Palumbieri (Trani-Barletta-Bisceglie)<br />
Uditori supplenti Dott. Antonio Capoccia (Lecce)<br />
Dott. Mario Macrì (Ugento-Santa Maria<br />
di Leuca)<br />
Ins. Giulia Villani (Ugento-Santa Maria<br />
di Leuca)
Patroni stabili Avv. Dott. Antonio Lia (Bari-Bitonto)<br />
Avv. Dott. Paolo Stefanì (Bari-Bitonto)<br />
Cancelleria<br />
Cancelliere -<br />
Notaio<br />
Addetto<br />
alla Cancelleria<br />
Sac. Vito Spinelli (Bari-Bitonto)<br />
Rag. Alfonso De Leo (Molfetta-Ruvo<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Amministrazione Prof. Benedetto Morea (Bari-Bitonto)<br />
Dott. Carlo Cassano (Bari-Bitonto)<br />
Attuari - Notai<br />
Sostituti Rag. Leonardo Amato (Bari-Bitonto)<br />
Rag. M. Antonietta Baronchelli (Molfetta-Ruvo<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Rag. Antonio Iurilli (Molfetta-Ruvo<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Rag. Angela Sette (Bari-Bitonto)<br />
Dott. Liborio Tridente (Trani-Barletta-Bisceglie)<br />
Rag. Rosa Zaffanella (Bari-Bitonto)<br />
Deputati Rag. Palma <strong>Acquaviva</strong> (Taranto)<br />
Rag. Graziano Facecchia (Brindisi-Ostuni)<br />
Rag. Gianni Giannone (Lecce)<br />
Rag. Maurizio Margheriti (Oria)<br />
Rag. Francesco Mosè Radi (Cerignola<br />
Ascoli Satriano)<br />
1
1<br />
Relazione anno 2003<br />
Cause introdotte 275<br />
Cause archiviate 26<br />
Cause decise 205<br />
Decise<br />
Affermative 139<br />
Negative 66<br />
Totale 205<br />
Capi di nullità<br />
Allegato n. 2<br />
Esclusione dell’indissolubilità 49 affermative<br />
52 negative<br />
Esclusione della prole 33 affermative<br />
34 negative<br />
Timore 22 affermative<br />
18 negative<br />
Defectus discretionis iudicii 3 affermative<br />
3 negative<br />
Incapacità ad assumere gli obblighi coniugali 20 affermative<br />
14 negative<br />
Simulazione totale del consenso 27 affermative<br />
25 negative<br />
Errore di persona 0 affermative<br />
1 negative
Errore di qualità 6 affermative<br />
16 negative<br />
Esclusione della fedeltà 9 affermative<br />
6 negative<br />
Dolo 6 affermative<br />
6 negative<br />
Impotenza 3 affermative<br />
2 negative<br />
Condizione 5 affermative<br />
4 negative<br />
Esclusione del bonum coniugum 3 affermative<br />
10 negative<br />
Difetto di forma canonica 1 affermative<br />
0 negative<br />
Esclusione della sacramentalità 0 affermative<br />
2 negative<br />
La somma dei capi ammessi o respinti non corrisponde al numero <strong>delle</strong><br />
sentenze affermative o negative in quanto alcune volte nella stessa sentenza<br />
il Tribunale si è pronunziato su più capi, alcuni dei quali vengono<br />
ammessi e altri respinti.<br />
1
1<br />
<strong>Diocesi</strong> di provenienza<br />
<strong>delle</strong> 275 cause introdotte nell’anno 2003<br />
<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> 8<br />
Andria 5<br />
Bari-Bitonto 58<br />
Brindisi-Ostuni 23<br />
Castellaneta 8<br />
Cerignola-Ascoli Satriano 2<br />
Conversano-Monopoli 24<br />
Foggia-Bovino 17<br />
Lecce 21<br />
Lucera-Troia 1<br />
Manfredonia-Vieste 9<br />
Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi 9<br />
Nardò-Gallipoli 14<br />
Oria 10<br />
Otranto 10<br />
San Severo 13<br />
Taranto 17<br />
Trani-Barletta-Bisceglie 21<br />
Ugento-S. Maria di Leuca 5<br />
Totale 275<br />
Allegato n. 3
Professioni<br />
Allegato n. 4<br />
Attori Attrici Convenuti Convenute<br />
Agricoltore 4 3 8 1<br />
Artigiano 13 8 8 6<br />
Casalinga 0 14 0 32<br />
Commerciante 10 2 8 1<br />
Disoccupato 5 7 7 16<br />
Impiegato 25 12 20 22<br />
Imprenditore 3 0 1 0<br />
Infermiere 1 6 2 3<br />
Insegnante 5 18 2 9<br />
Libero Profess. 40 17 29 19<br />
Militari 11 0 15 1<br />
Operaio 22 18 19 13<br />
Pensionato 2 0 0 2<br />
Studente 5 19 5 21<br />
Non dichiarati 2 3 3 2<br />
Totale 148 127 127 148<br />
Attori 148<br />
Attrici 127<br />
Totale parte attrice 275<br />
Convenuti 127<br />
Convenute 148<br />
Totale parte convenuta 275<br />
1
1 0<br />
Durata della convivenza matrimoniale<br />
<strong>delle</strong> coppie che hanno introdotto il libello<br />
nell’anno 2003<br />
10 giorni 1<br />
14 giorni 1<br />
15 giorni 1<br />
20 giorni 2<br />
1 mese 1<br />
2 mesi 10<br />
3 mesi 6<br />
4 mesi 2<br />
5 mesi 4<br />
6 mesi 10<br />
7 mesi 1<br />
8 mesi 7<br />
9 mesi 1<br />
10 mesi 6<br />
1 anno 32<br />
15 mesi 1<br />
18 mesi 7<br />
19 mesi 1<br />
2 anni 48<br />
3 anni 26<br />
4 anni 16<br />
5 anni 21<br />
6 anni 7<br />
7 anni 13<br />
8 anni 12<br />
9 anni 5<br />
10 anni 4<br />
11 anni 5<br />
12 anni 1<br />
13 anni 1<br />
14 anni 1<br />
Allegato n. 5
16 anni 1<br />
18 anni 4<br />
19 anni 1<br />
20 anni 2<br />
26 anni 1<br />
29 anni 1<br />
Coppie non dichiarate 10<br />
Totale 275<br />
1 1
1 2<br />
Statistiche sull’attività del Tribunale<br />
in particolare per la diocesi di<br />
<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
Anno 2003<br />
Allegato n. 6<br />
totale cause decise<br />
Totale cause decise nella<br />
<strong>Diocesi</strong><br />
aff. neg.<br />
205 6 4 2<br />
Capi di nullità Totale Aff. Neg. Arch.<br />
Esclusione della indissolubilità 5 5<br />
Esclusione della prole 3 2 1<br />
Timore 0<br />
Defectus discretionis iudicii 0<br />
Incapacità ad assumere<br />
0<br />
gli obblighi coniugali<br />
Simulazione totale del consenso 1 1<br />
Errore di persona 0<br />
Errore di qualità 0<br />
Esclusione della fedeltà 1 1<br />
Dolo 0<br />
Impotenza 0<br />
Condizione 1 1<br />
Esclusione del bonum coniugum 2 2<br />
Ratto 0<br />
Esclusione della sacramentalità 0<br />
La somma dei capi ammessi o respinti non corrisponde al numero <strong>delle</strong><br />
sentenze affermative o negative in quanto alcune volte nella stessa sentenza<br />
il Tribunale si è pronunziato su più capi, alcuni dei quali vengono<br />
ammessi e altri respinti.
Vita<br />
Diocesana
Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata principale - particolari decori.
Il Vescovo Mario e i Presbiteri della <strong>Diocesi</strong><br />
con vivo dolore comunicano al Popolo di Dio<br />
che il 2 maggio 2004, in Sassari, è piamente deceduto<br />
S.E. Rev.ma Mons. Salvatore Isgrò<br />
Arcivescovo di Sassari<br />
già Vescovo di <strong>Gravina</strong> e Prelato di <strong>Altamura</strong><br />
e <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti.<br />
Memori e grati per la guida, gli insegnamenti e l’amore ricevuti da un<br />
Pastore attento, zelante e instancabile, in attesa di una Celebrazione unitaria,<br />
in tutte le Parrocchie e le Chiese della <strong>Diocesi</strong> offriamo suffragi<br />
e preghiere perché Cristo Buon Pastore accolga nel suo Regno il servo<br />
fedele Salvatore, Vescovo.<br />
<strong>Altamura</strong>, 3 maggio 2004<br />
REV. MO<br />
MONS. SALVATORE FERRANDU<br />
CURIA ARCIVESCOVILE<br />
VIA ARCIVESCOVADO N. 19<br />
07100 SASSARI<br />
✠ Mario, Vescovo<br />
APPRESA TRISTE NOTIZIA DIPARTITA MONS. SALVATORE<br />
ISGRÒ INTERA COMUNITÀ DIOCESANA ALTAMURA-GRA-<br />
VINA-ACQUAVIVA DELLE FONTI PARTECIPA VIVO DOLORE<br />
CHIESA TURRITANA MEMORE ET GRATA PER LA GUIDA GLI<br />
INSEGNAMENTI E L’AMORE RICEVUTI DA UN PASTORE AT-<br />
TENTO ZELANTE E INSTANCABILE ET ELEVA SUFFRAGI E<br />
PREGHIERE AFFINCHÉ CRISTO BUON PASTORE LO ACCOLGA<br />
NEL SUO REGNO.<br />
✠ MARIO PACIELLO<br />
VESCOVO<br />
1
1<br />
* * *<br />
Testamento Spirituale<br />
«Ascolta, Signore, la mia voce.<br />
Io grido: abbi pietà di me. Rispondimi!<br />
Il tuo volto, Signore, io cerco;<br />
accoglimi, Dio della mia salvezza» (Ps 26, 7-9).<br />
«Ecco il mio cuore ti ascolta, Signore;<br />
rendilo disponibile e dimmi: sono io la tua salvezza (Ps 34, 3).<br />
Inseguirò il suono di questa tua parola<br />
e ti raggiungerò. Non nascondermi il<br />
tuo volto: che io muoia per non più<br />
morire, per vedere il tuo volto».<br />
(S. Agostino, Confessioni I, 5, 3)<br />
Professo con umile riconoscente certezza la fede del popolo cristiano<br />
in Dio Uno e Trino nella quale sono stato rigenerato con il lavacro del<br />
Battesimo, confermato con il sigillo e che alimentata dalla Parola e dalla<br />
Eucaristia ha sempre orientato la mia esistenza.<br />
Adoro, lodo e ringrazio il Padre <strong>delle</strong> Misericordie che dopo avermi<br />
fatto nascere in una famiglia cristiana mi ha scelto come ministro di<br />
Gesù, Maestro, Sacerdote e Pastore con la grazia dell’Ordine Sacro sino<br />
all’episcopato.<br />
Amo con profondo e tenero amore la Santa Madre Chiesa, universale<br />
e particolare, nella quale ho sentito la presenza dolce e forte della B.V.<br />
Maria, come il fondamento visibile e solido di Pietro.<br />
Ricordo con speciale riconoscenza la Chiesa Arborense della mia<br />
formazione, quella di <strong>Gravina</strong>, <strong>Altamura</strong> e <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti nella<br />
quale ho esercitato con giovanile dedizione il mio ministero di Vescovo<br />
e maggiormente la Chiesa Turritana al cui servizio di edificazione mi<br />
sono dedicato più a lungo, amandola più di me stesso.
Un particolare pensiero di stima e gratitudine rivolgo ai Confratelli<br />
con i quali ho condiviso onere e gioia della responsabilità pastorale nell’attesa<br />
di incontrarli alla Cena dell’Agnello <strong>insieme</strong> ai Santi pontefici<br />
romani di questa formidabile stagione che ha celebrato e tradotto nel<br />
rinnovamento della Chiesa il Concilio Vaticano II.<br />
Oltre ai presbiteri, fraterni e necessari collaboratori dell’Ordine episcopale,<br />
un grazie sentito esprimo ai Consacrati e alle Consacrate incontrati<br />
con edificazione nel mio lungo servizio. Non posso dimenticare<br />
le Congregazioni <strong>delle</strong> Figlie di S. Giuseppe di Genoni, le Missionarie<br />
del S. Costato e le Suore del Getsemani che mi sono state vicine nelle<br />
successive tappe del mio ministero. Auspico che vengano riconosciuti<br />
come modelli di Santità i loro fondatori.<br />
Ai numerosi laici, soprattutto associati, lascio la mia affettuosa amicizia<br />
e fiducia, convinto del loro ruolo insostituibile per la piena missione<br />
della Chiesa nel mondo, a partire dalla famiglia e dalla gioventù,<br />
evangelizzando il vasto campo della cultura e della società che cambia<br />
per la costruzione della civiltà dell’amore.<br />
Mi affido infine con filiale fiducia al Padre misericordioso perché<br />
con l’intercessione della B.V. Maria, Madre del Redentore mi accolga<br />
benigno nel Suo Regno di luce e di Pace.<br />
Chiedo inoltre a quanti in morte o dopo morte si ricorderanno di me,<br />
soprattutto i presbiteri da me ordinati, la carità della preghiera di suffragio.<br />
A Dio ogni onore e gloria! Amen.<br />
Sassari, 21 ottobre 2003<br />
* * *<br />
✠ Salvatore Isgrò<br />
1
BIANCA
Atti<br />
del Vescovo
Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata principale - particolare Agnello Pasquale.
Cammino Pastorale Diocesano e Parrocchiale<br />
Verifica e sviluppo<br />
del Programma Pastorale 2003-2005<br />
INTRODUZIONE<br />
È la quinta volta che la <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />
Fonti si raccoglie, in larghissima rappresentanza ai piedi di Maria con<br />
le stesse finalità, gli stessi sentimenti degli anni precedenti.<br />
Per il gregge e per i Pastori è di grande conforto e stimolo una Giornata<br />
Mariana di preghiera, di purificazione interiore, di riflessione sulla<br />
vita della <strong>Diocesi</strong>, di esperienza di unità di fede e di comunione fraterna,<br />
prima di porre mano agli aratri per programmare e avviare il nuovo anno<br />
pastorale nelle parrocchie.<br />
PREMESSA<br />
Lo scorso anno abbiamo tracciato una tappa di Cammino Pastorale<br />
della durata di due anni 2003-2005.<br />
Questa Assemblea si inserisce a metà percorso:<br />
a) per stimolare una verifica degli impegni assunti lo scorso anno, di<br />
quanto e come li abbiamo rispettati;<br />
b) per volgere lo sguardo verso eventuali, nuove indicazioni magisteriali<br />
e della Chiesa Italiana, da cui attingere suggerimenti e proposte per<br />
la seconda tappa del cammino.<br />
VERIFICA<br />
La verifica degli impegni e <strong>delle</strong> attività programmate lo scorso anno<br />
sarebbe auspicabile che non si facesse soltanto qui, ma soprattutto in<br />
ogni parrocchia:<br />
a) per prendere meglio conoscenza e coscienza del cammino della <strong>Diocesi</strong>,<br />
b) per far pervenire alla Curia osservazioni e suggerimenti preziosi.<br />
1 1
1 2<br />
1. Il Catecumenato<br />
Chi, meglio dei singoli Consigli Pastorali Parrocchiali e degli Operatori<br />
Pastorali di ogni Comunità, può dire:<br />
– come si sviluppano il pre-catecumenato e il catecumenato nella propria<br />
parrocchia e nel rapporto con la <strong>Diocesi</strong>? Solo dalle parrocchie è<br />
possibile sapere se e come sono seguiti i neofiti nel cammino mistagogico<br />
e di crescita cristiana; quale sostegno, padrini, garanti, catechisti<br />
ricevono dalla programmazione parrocchiale e dalla Comunità.<br />
2. Le Scuole di Formazione<br />
La Scuola di Formazione Teologico-Pastorale e la Scuola di Formazione<br />
per Catechisti, si sono puntualmente svolte: ma quale attenzione e<br />
valorizzazione hanno riscosso nelle singole parrocchie?<br />
A me sembra che la “formazione” dei Laici non è ancora ritenuta come<br />
esigenza primaria ed indispensabile da parte di tutti e di tutte le parrocchie.<br />
Per il 2004-2005, l’Ufficio Catechistico Diocesano, al fine di rendere<br />
più ampia ed agevole la partecipazione ai momenti formativi ha unificato<br />
le due Scuole e le ha dislocate in cinque centri: <strong>Altamura</strong>, <strong>Gravina</strong>,<br />
<strong>Acquaviva</strong>, Santeramo, Spinazzola. Non basta, però, un grande impiego<br />
di persone, di risorse e di forze: occorre da parte di tutti la consapevolezza<br />
che della formazione non si può fare a meno.<br />
3. Le Scuole di Preghiera<br />
Verifichi ogni parrocchia quanto i propri giovani e gli adulti sono<br />
sensibilizzati e informati circa la “Scuola di Preghiera dei Giovani” e il<br />
“Pozzo di Giacobbe”. L’esperienza e le valutazioni di quanti hanno vissuto<br />
questi momenti può aiutarci a migliorare questo prezioso servizio<br />
alla Comunità.<br />
4. Le Aggregazioni Laicali<br />
Un passo in avanti si è fatto nel non facile impegno di mettere in dialogo<br />
tra loro e con la <strong>Diocesi</strong>, le Associazioni, i Gruppi, i Movimenti e le<br />
Confraternite, per mezzo del ritiro quaresimale e la consegna dello Sta-
tuto della Consulta Diocesana <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali (C.D.A.L.).<br />
Ora bisogna impegnarsi per rendere operativo e fruttuoso questo dialogo.<br />
L’obiettivo di ogni aggregazione deve essere “respirare la Chiesa”.<br />
5. Il Giornale Avvenire<br />
Il progetto “Avvenire”, con abbonamento annuale solo per il sabato, è<br />
riuscito al 50%, creando non pochi risvolti negativi.<br />
La risposta poteva essere piena e si poteva evitare di penalizzare<br />
quelle 250 persone che, avendo risposto all’iniziativa, avevano diritto a<br />
ricevere non solo settimanalmente il giornale, ma anche la pagina diocesana<br />
settimanale.<br />
6. Incontri: Vescovo-Sacerdoti-Consigli<br />
Gli incontri del Vescovo con i Sacerdoti dei singoli Paesi, e gli incontri<br />
interparrocchiali con i Consigli Pastorali si sono realizzati.<br />
Alcuni di questi incontri sono stati chiari, liberi, fraterni; altri hanno<br />
viaggiato sul filo della formalità; ci si è preoccupati di esporre le cose<br />
che si fanno più che di chiedersi come porsi davanti ai gravi e nuovi problemi<br />
pastorali.<br />
Se continuiamo a fare sommari superficiali, affrettati, triti e retorici<br />
della complessa realtà parrocchiale, scaviamo la tomba alle Comunità<br />
con le nostre mani.<br />
7. Esercizi Spirituali: Presbiteri e Laici<br />
Gli Esercizi Spirituali Presbiteri-Laici a Cassano hanno visto la partecipazione<br />
di una ventina di preti e diaconi e di un centinaio di laici.<br />
La risposta, anche se discreta, poteva essere più ampia. Dopo tre anni<br />
consecutivi si avverte da parte dei sacerdoti il bisogno di fare gli esercizi<br />
spirituali diocesani ad anni alterni: un anno i Presbiteri, un anno i laici:<br />
naturalmente con tempi e modalità diverse.<br />
8. Corpus Domini Diocesano<br />
Il Corpus Domini Diocesano, che quest’anno ha avuto una nutritissima<br />
partecipazione numerica e spirituale a <strong>Gravina</strong>, nel 2005, cede il<br />
1 3
1 4<br />
passo alle Celebrazioni del Congresso Eucaristico Nazionale di Bari,<br />
al quale ogni Comunità parrocchiale e Associazione sentirà il dovere di<br />
partecipare.<br />
9. Il Pellegrinaggio Diocesano<br />
L’idea di un Pellegrinaggio Diocesano a Lourdes, formato da pellegrini<br />
di diverse parrocchie che avrebbero dovuto convergere a Lourdes<br />
nella stessa settimana, ha dato un risultato soddisfacente. Anche questo<br />
è un segno che è possibile e bello vivere esperienze di fede in un contesto<br />
di incontro, di comunione e di unità. Per amore di verità, però, non<br />
si possono non evidenziare due cose: il disagio che abbiamo creato all’Opera<br />
Romana Pellegrinaggi, e il desiderio di tanti pellegrini arrivati<br />
con i pullman, di fare un’unica organizzazione del Pellegrinaggio Diocesano.<br />
10. Impegni degli Uffici<br />
Su tanti altri aspetti e punti essenziali del programma 2003-2005, che<br />
riguardano soprattutto gli impegni assunti dagli Uffici Pastorali della<br />
<strong>Diocesi</strong>, si stanno interrogando i Direttori dei singoli settori pastorali in<br />
incontri di Curia, nel tentativo e col desiderio di servire meglio la Comunità<br />
Diocesana e contribuire a tessere la comunione pastorale.<br />
11. Giorno del Signore<br />
Una verifica molto attenta chiedo che si faccia in ogni parrocchia sulla<br />
scelta prioritaria che, come <strong>Diocesi</strong>, abbiamo fatto col Programma<br />
Pastorale 2003-2005, cioè:<br />
a) sul Giorno del Signore, come è visto, vissuto e inculcato nelle famiglie<br />
cristiane;<br />
b) sulla capacità della parrocchia di far sentire l’importanza, la centralità,<br />
la solennità della Celebrazione Eucaristica nel Giorno del Signore;<br />
c) sulle iniziative e sugli sforzi fatti dalla parrocchia per istruire ed educare<br />
la comunità a vivere il Giorno del Signore.
12. Indagine e Convegno sul Giorno del Signore<br />
La scheda per l’indagine sul modo di pensare e vivere la domenica,<br />
elaborata nei mesi passati e impostata scientificamente per una lettura<br />
ottica <strong>delle</strong> risposte, viene messa in circolazione a partire da oggi. I risultati<br />
e le diverse letture trasversali che si vorranno fare, saranno messe<br />
a disposizione <strong>delle</strong> Comunità, perché ne facciano tesoro.<br />
In febbraio 2005, dopo aver raccolto i risultati dell’indagine, celebreremo<br />
il grande Convegno, già in programma, sul Giorno del Signore.<br />
13. Uno sguardo ad altri impegni assunti in programma<br />
a) Nel 2005 saranno conclusi i lavori di restauro della Chiesa di San Michele,<br />
per l’Adorazione Eucaristica nel cuore di <strong>Altamura</strong>.<br />
Dobbiamo cominciare a tessere una rete di appuntamenti di Parrocchie,<br />
Associazioni e Istituti perché San Michele diventi un centro vivo<br />
del culto eucaristico e un punto di riferimento per chiunque cerca<br />
l’incontro personale con il Signore.<br />
b) Sono stati portati a termine nel 2004 altri due impegni:<br />
¸ l’apertura della Casa di Accoglienza San Lorenzo in <strong>Altamura</strong>, affidata<br />
alle Missionarie del Samaritano;<br />
¸ il completamento di due case canoniche per permettere ai Sacerdoti<br />
di vivere in parrocchia: Santa Maria Maggiore in <strong>Acquaviva</strong>;<br />
Madonna del Rosario in <strong>Altamura</strong>. Intanto sono in corso altre tre<br />
pratiche già approvate dalla C.E.I., per acquisto e ristrutturazione<br />
di case canoniche: Cattedrale e Sant’Eustachio di <strong>Acquaviva</strong>;<br />
Consolazione in <strong>Altamura</strong>.<br />
c) Sta rispettando la complessa e difficile tabella di marcia la costruzione<br />
del grande ospedale “Miulli”, che, a luglio 2005, sarà completato,<br />
e nel Natale 2005, dovrà essere pienamente funzionante in tutti i reparti.<br />
Stiamo cominciando a prepararci all’evento: l’approssimarsi dell’apertura<br />
ci chiama a programmare iniziative di riflessione sul senso che<br />
ha per la Chiesa guidare e servire una struttura sanitaria.<br />
d) Si è completato il secondo Progetto Incubaritas, organizzato da Caritas,<br />
Pastorale Giovanile e Pastorale del Lavoro per la formazione<br />
dei giovani all’imprenditoria, ed è nata in <strong>Gravina</strong> una nuova realtà<br />
commerciale giovanile.<br />
1
1<br />
14. Avvenimenti di rilievo accaduti in questo anno<br />
Ho cercato finora di gettare uno sguardo panoramico su ciò che<br />
avevamo previsto nel programma 2003-2005. Ma un anno è pieno di<br />
novità e imprevisti, di tante sorprese e iniziative non programmate o almeno<br />
che non era possibile datare a distanza.<br />
a. In questo anno pastorale sono stati ordinati diaconi don Massimiliano<br />
Santoro e don Giuseppe Cifarelli. È stato ordinato sacerdote e nominato<br />
Vicario Parrocchiale di Santa Maria Maggiore in <strong>Acquaviva</strong> don<br />
Nunzio Falcicchio.<br />
b. Sono tornati alla Casa del Padre don Domenico Farella di <strong>Gravina</strong>,<br />
don Giacinto Ventura di <strong>Acquaviva</strong> e Sua Eccellenza Mons. Salvatore<br />
Isgrò già Vescovo della nostra <strong>Diocesi</strong>.<br />
c. Abbiamo ricordato e celebrato in <strong>Gravina</strong> il decimo anniversario della<br />
morte di Sua Eccellenza Mons. Tarcisio Pisani.<br />
d. La Vergine Santissima, nell’immagine della Madonna di Loreto e<br />
della Madonna di Lourdes ha visitato alcuni centri della <strong>Diocesi</strong>, richiamando<br />
maree di fedeli.<br />
e. La pubblicazione di un libro su Papa Benedetto XIII e la nascita di<br />
un Centro Studi ha dato occasione ad alcune manifestazioni culturali<br />
sulla figura di Papa Orsini, nato a <strong>Gravina</strong>.<br />
f. Il 13 maggio 2004 il Vescovo e una Delegazione della Comunità di<br />
Gesù sono andati a Bucarest per fare una visita ufficiale al Patriarca<br />
della Chiesa Ortodossa di Romania Sua Beatitudine Teoktist e all’Arcivescovo<br />
Metropolita Cattolico di Bucarest Mons. Joan Robu.<br />
g. La nostra <strong>Diocesi</strong>, nella persona del Vescovo, è stata chiamata ad<br />
animare una giornata dei due Congressi Eucaristici celebrativi nella<br />
<strong>Diocesi</strong> di Lucera-Troia e di San Severo.<br />
h. Da alcuni mesi la nostra <strong>Diocesi</strong> fa giungere la sua voce a due milioni<br />
di ascoltatori nella trasmissione “Giovedì Sacerdotale” di Radio Maria.<br />
i. Una soddisfacente riuscita ha avuto il Convegno Ecumenico sulla<br />
“Giustificazione” secondo la visione Luterana e quella Cattolica.<br />
l. L’Azione Cattolica della <strong>Diocesi</strong> è stata presente alla grande Assemblea<br />
Nazionale a Loreto. La partecipazione è stata entusiastica; ma<br />
nella fase di preparazione in <strong>Diocesi</strong> si è evidenziata qualche scollatura<br />
da verificare, perché l’esperienza di Loreto possa produrre frutti<br />
nelle Associazioni parrocchiali.
m. L’entusiastica tenacia di un giovane di <strong>Gravina</strong> ha organizzato, nonostante<br />
sordità e diffidenze, una “Giornata del Ministrante”, che potrebbe<br />
diventare, con la partecipazione di tutte le parrocchie, “Giornata<br />
Diocesana del Ministrante”.<br />
QUALE PARROCCHIA PER IL NOSTRO TEMPO<br />
Il delicato e pur necessario lavoro di verifica e l’attenzione ai nuovi<br />
impegni da assumere per l’anno pastorale che questa Assemblea inaugura,<br />
non devono far passare inosservata la Nota Pastorale dei Vescovi Italiani:<br />
“Il volto missionario della parrocchia in un mondo che cambia”.<br />
Soprattutto non possiamo non accogliere e valorizzare l’invito che<br />
il Papa e i Vescovi fanno, di riscoprire la parrocchia, di chiederci quale<br />
volto essa deve avere in un mondo in rapida evoluzione, quale metodologia<br />
pastorale deve adottare, perché la parrocchia entri in dialogo col<br />
territorio.<br />
Dobbiamo riconoscere che della parrocchia abbiamo idee inesatte,<br />
sbagliate, approssimative e incomplete, frutto non di studio ma di impressioni,<br />
di esperienze negative, di mentalità corrente o di metodi pastorali<br />
di questa o quella figura di parroco.<br />
Una scelta saggia e quanto mai opportuna sarebbe, per questo nuovo<br />
anno pastorale, studiare, approfondire, discutere il Documento dei<br />
Vescovi con un corso di formazione per giovani, gruppi famiglie, laici<br />
impegnati, o nella catechesi degli adulti.<br />
Se non si conosce l’identità, la missione, la funzione della parrocchia<br />
non si può nemmeno renderla presenza di Chiesa nel territorio.<br />
1. La Parrocchia: Chiesa vicina alla vita<br />
Dice il Papa nella Esortazione Apostolica Christifideles Laici (n. 26)<br />
che la parrocchia “è l’ultima localizzazione della Chiesa; è in un certo<br />
senso la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e <strong>delle</strong> sue<br />
figlie”. La Parrocchia è la “figura della Chiesa incarnata in un luogo”; è<br />
la “figura della Chiesa vicina alla vita” (Doc. C.E.I., 4). La Parrocchia<br />
“non ha la medesima identità teologica” della <strong>Diocesi</strong>, ma è solo per<br />
mezzo di essa che la <strong>Diocesi</strong> realizza il legame col territorio. La parrocchia<br />
è come la risultante di due coordinate: vita cristiana e territorio.<br />
1
1<br />
2. Parrocchia e Territorio<br />
La parrocchia, nel IV-V secolo è nata per evangelizzare le campagne,<br />
il territorio fuori le mura.<br />
Oggi, nonostante la grande facilità di movimento e la molteplicità di incontri<br />
e di relazioni, le persone sono ancora molto legate al territorio dove<br />
abitano e per tutte le loro necessità fanno riferimento alla propria parrocchia.<br />
Uno dei punti controversi nella diversa concezione della parrocchia,<br />
specialmente tra i sacerdoti, è la questione dei confini territoriali, che,<br />
pur avendo una necessità pratica dal punto di vista giuridico e pastorale,<br />
non può non tener conto della facile mobilità <strong>delle</strong> persone.<br />
3. Occorre una pastorale integrata<br />
Una pastorale integrata contribuisce molto a superare una visione rigida<br />
dei confini. Dobbiamo valutare con realismo i cambiamenti culturali<br />
in corso, per discernere le strade da percorrere, perché ogni persona<br />
e ogni famiglia possa incontrare Cristo.<br />
È impensabile oggi scegliere di restare prigionieri di una concezione<br />
chiusa di parrocchia amministratrice di sacramenti.<br />
Se si prende coscienza che la parrocchia è sempre meno in grado di<br />
dare risposte autosufficienti, si scopre la necessità di aprirsi, di attuare<br />
una conversione missionaria della pastorale, di “tessere rapporti diretti<br />
con tutti i suoi abitanti, cristiani e non cristiani, partecipi della vita della<br />
Comunità o ai suoi margini” (Doc. C.E.I., 10).<br />
Conversione pastorale significa che non bisogna incappare né in Scilla,<br />
né in Cariddi, cioè chiudersi in una mortale autosufficienza pastorale,<br />
oppure rassegnarsi a essere “centro di servizi”.<br />
Il duplice scoglio si supera con l’integrazione pastorale, cioè intensificando<br />
la collaborazione con le parrocchie vicine, per programmare<br />
<strong>insieme</strong> le attività che superano le possibilità della singola parrocchia.<br />
4. La fonte e i canali di una pastorale integrata<br />
Una pastorale integrata è postulata non solo, né principalmente dai<br />
cambiamenti sociologici, ma dal mistero stesso della Chiesa che è Comunione.<br />
La comunionalità della Chiesa sgorga dalla Trinità e sfocia<br />
nella missionarietà.
a) Fondamentali, per l’unità e l’integrazione pastorale sono gli Orientamenti<br />
Pastorali dati dal Vescovo e l’impegno degli Uffici Pastorali<br />
della Curia. Tuttavia, una ecclesiologia di comunione non germoglia<br />
ugualmente senza una convinta disponibilità e una vera obbedienza<br />
da parte dei sacerdoti e dei fedeli laici.<br />
b) Ecco la necessità che, prima sacerdoti e seminaristi, e fedeli laici poi,<br />
si convertano allo Spirito di comunione e a una fede missionaria, che<br />
non rinuncia al confronto con mentalità e culture estranee e contrarie<br />
al Vangelo.<br />
c) Conversione a una pastorale integrata non è sinonimo di moltiplicazione<br />
di attività. Tutt’altro! Bisogna cominciare col valorizzare ciò<br />
che esiste pastoralmente e che ci fa avvicinare tante persone precariamente<br />
legate alla Chiesa.<br />
d) La svolta missionaria non è né aggiunta, né alternativa alla pastorale<br />
ordinaria; ma rivoluzione copernicana di mentalità e di rapporti con<br />
la <strong>Diocesi</strong> e con le altre parrocchie.<br />
e) Resta primaria la cura pastorale degli adulti, cioè <strong>delle</strong> famiglie e degli<br />
ambienti di lavoro, cominciando a rimescolare tutte le ore e le date<br />
degli incontri, secondo i ritmi di vita <strong>delle</strong> famiglie. Anche per raggiungere<br />
i giovani non si può fare a meno della collaborazione <strong>delle</strong><br />
famiglie.<br />
f) Come si può parlare di parrocchia e non parlare del parroco? Nel Decreto<br />
Conciliare Christus Dominus (30) si legge: “collaboratori del<br />
Vescovo sono i parroci, ai quali, come a pastori propri, è affidata la<br />
cura <strong>delle</strong> anime, in una determinata parte della <strong>Diocesi</strong>, sotto l’autorità<br />
dello stesso Vescovo”.<br />
La pastorale integrata, o rinnovamento pastorale, non mette in discussione<br />
il ruolo e la responsabilità del parroco, ma lo aiuta ad esercitare<br />
l’ufficio nel modo più autentico e non da protagonista unico <strong>delle</strong><br />
sorti della parrocchia.<br />
g) Il servizio pastorale non è una condanna ad esaurirsi, ma responsabilità:<br />
ÿ di coinvolgere e formare i laici alla corresponsabilità;<br />
ÿ attenzione a non fare della parrocchia una bacca chiusa in se stessa,<br />
ma ad inserirla nella comunione ecclesiale e missionaria e nel<br />
dialogo interparrocchiale.<br />
h) Integrazione pastorale significa anche invito, apertura e accoglienza<br />
verso i Religiosi e le Associazioni e Movimenti presenti in Parroc-<br />
1
1 0<br />
chia, perché entrino in modo stabile nella vita e nelle attività della<br />
parrocchia, pur nel rispetto del loro carisma.<br />
i) Chi ha la grazia di avere il Vicario parrocchiale o un diacono, o chi ne<br />
svolge il compito, non sottovaluti l’importanza di tale presenza.<br />
Il vice-parroco fa una preziosa esperienza in vista di altre responsabilità;<br />
il parroco ha interlocutori preziosi per il dialogo, il confronto, la<br />
pastorale giovanile, la vita comune.<br />
l) Queste riflessioni sulla parrocchia sono incomplete e sintetiche; tuttavia<br />
non è possibile concluderle senza accennare:<br />
ÿ alla necessità di puntare a ciò che è primario ed essenziale nella<br />
pastorale: l’annuncio del Regno di Dio;<br />
ÿ alla assoluta necessità di costituire in ogni Parrocchia Consigli Pastorali<br />
formati, responsabilizzati, ascoltati e valorizzati.<br />
Non posso nascondere che nel giro, fatto quest’anno, tra i Consigli<br />
Pastorali <strong>delle</strong> Parrocchie, ho incontrato Consigli molto ricettivi, passivi,<br />
muti, senza segni di sollecitudine missionaria con molti membri<br />
in atteggiamento di ospiti, di uditori, di invitati.<br />
Con Consigli così fatti, la Parrocchia può solo dormire un sonno comatoso<br />
col rischio di non svegliarsi più.<br />
m) “La parrocchia da sola non basta - dice il Documento C.E.I. al n. 9;<br />
ci vogliono competenze che possono essere assicurate solo da livelli<br />
più integrati, diocesani o almeno zonali, e da dedizioni più specifiche,<br />
come quelle associative”. Se non basta da sola la parrocchia, a<br />
maggior ragione non basta da solo il parroco.<br />
«La proposta di una pastorale integrata mette in luce che la parrocchia<br />
di oggi e di domani non dovrà più concepirsi a porte sbarrate,<br />
ma all’interno di un tessuto di relazioni stabili» (Doc. C.E.I., 11).<br />
Mi auguro che queste semplici provocazioni facciano sentire a tutti il<br />
bisogno di approfondire il problema grave e urgente della conversione<br />
pastorale e di chiedersi, cosa occorre fare sul piano parrocchiale e<br />
diocesano.<br />
n) Il Programma e il calendario <strong>delle</strong> attività che oggi consegno ai Presbiteri,<br />
ai Responsabili di Associazioni, Gruppi, Movimenti e ai Segretari<br />
dei Consigli Pastorali, non sono definitivi: sono solo una bozza<br />
offerta alle vostre riflessioni.<br />
La Curia e il Vescovo restano in attesa fino alla fine di settembre per<br />
raccogliere osservazioni, suggerimenti, correzioni, aggiunte.
Entro la prima settimana di ottobre vi sarà consegnato il testo ufficiale<br />
e definitivo.<br />
La Vergine Maria benedica il nostro cammino e il nostro impegno.<br />
Foggia, Santuario di Maria SS. Incoronata, 11 settembre 2004<br />
Ritiri del Clero 2004-2005<br />
15 ottobre 2004<br />
16 novembre 2004<br />
17 dicembre 2004<br />
21 gennaio 2005<br />
18 febbraio 2005<br />
15 aprile 2005<br />
20 maggio 2005<br />
CALENDARIO<br />
Aggiornamenti del Clero nel 2004-2005<br />
22 ottobre 2004<br />
26 novembre 2004<br />
28 gennaio 2005<br />
25 febbraio 2005<br />
Pozzo di Giacobbe<br />
8 novembre 2004<br />
13 dicembre 2004<br />
10 gennaio 2005<br />
14 febbraio 2005<br />
14 marzo 2005<br />
11 aprile 2005<br />
9 maggio 2005<br />
Riunioni Uffici di Curia<br />
25 ottobre 2004<br />
22 novembre 2004<br />
24 gennaio 2005<br />
✠ Mario, Vescovo<br />
1 1
1 2<br />
28 febbraio 2005<br />
18 aprile 2005<br />
23 maggio 2005<br />
Messa Crismale<br />
23 marzo 2005 (Concattedrale - <strong>Acquaviva</strong>)<br />
Incontri Nazionali<br />
Congresso Eucaristico Nazionale 21-29 maggio 2005<br />
Incontro Preti-Seminaristi (sem-pre)<br />
27 giugno /1 luglio 2005<br />
VI Assemblea Pastorale Diocesana (Incoronata)<br />
10 settembre 2005
“Pozzo di Giacobbe”, intuizione felice<br />
Articoli<br />
Il 10 maggio 2004 si completa il secondo “Pozzo di Giacobbe”, una<br />
Lectio Divina per laici, tenuta dal Vescovo, che da novembre a maggio,<br />
ogni secondo lunedì del mese, raccoglie da tutta la <strong>Diocesi</strong>, presso il<br />
Centro Giovanile “Benedetto xiii” di <strong>Gravina</strong>, circa cinquecento persone.<br />
L’esperienza è partita nel novembre 2003, come momento centrale e<br />
qualificante del programma di formazione racchiuso nel Progetto Pastorale<br />
Diocesano del “Seminario per Laici”.<br />
I sette incontri di Lectio Divina del primo anno si sono svolti intorno<br />
al dialogo di Gesù con la Samaritana (Gv 4, 1-42). In questo secondo<br />
anno ci si è messi in cammino con Gesù nel suo viaggio verso Gerusalemme<br />
(Lc 9, 51). In sette tappe si è giunti al capitolo 11, 26; è nel desiderio<br />
di tutti, nel prossimo autunno, rimettersi in cammino per seguire il<br />
Maestro su questa strada.<br />
Molti sono stati gli spunti di formazione teologica, morale, sacramentale,<br />
pastorale, ascetica offerti dalla Parola di Dio, grazie al contributo<br />
<strong>delle</strong> riflessioni puntuali e profonde dei Padri della Chiesa.<br />
Un sussidio di preghiere, canti, letture patristiche, distribuiti di volta<br />
in volta a tutti i presenti, ha permesso non solo di partecipare al canto e<br />
alla preghiera, ma anche di rileggere a casa gli scritti dei Padri.<br />
Facendo l’esperienza del “Pozzo di Giacobbe” sorge spontanea una<br />
domanda: è proprio vero che l’uomo di oggi non ha bisogno né voglia di<br />
ascoltare?... soprattutto di ascoltare la Parola di Verità? Questa apparente<br />
sazietà, questo aprioristico rifiuto che sembra caratterizzare anche i<br />
cristiani, a che cosa è dovuto? Probabilmente ad ignoranza di quale tesoro<br />
di verità e di grazia racchiudono le Scritture! Quel vecchietto gravemente<br />
malato che, dopo aver sorseggiato per la prima volta un bicchiere<br />
di buon vino, si pentì di essere stato così stolto da non averne mai voluto<br />
bere in tutta la sua vita, è una icona emblematica della gran moltitudine<br />
di cristiani che non accostano le labbra del cuore al nettare <strong>delle</strong> divine<br />
Scritture, perché hanno altro da fare, temono di perdere tempo, considerano<br />
la cosa buona per bambini, e non si rendono conto di quanti doni<br />
divini si privano.<br />
1 3
1 4<br />
Il cristiano del ventunesimo secolo, frastornato dal secolarismo e dal<br />
pragmatismo, è come un fanciullo che ha imparato a parlare ascoltando<br />
soltanto dialetti; non conosce il suono genuino della lingua madre, la sua<br />
grammatica, i suoi accenti, la corretta dizione; e quando scopre luoghi<br />
dove potersi fermare per imparare a pensare evangelicamente, a parlare<br />
come Cristo, a obbedire allo Spirito, ne resta preso e, come la Samaritana,<br />
chiama gli altri.<br />
Il “Pozzo di Giacobbe” dà un’acqua che scava nel cuore di chi beve<br />
con semplicità e disponibilità. Nel silenzio le divine armonie della Parola<br />
del Cristo, arrivano più facilmente nelle pieghe intime dell’anima;<br />
e quando il cuore è aperto e disponibile, la Parola, anche se è forte ed<br />
esigente, scende in profondità, si aggrappa alle pareti dell’anima e converte.<br />
Il “Pozzo di Giacobbe”: un’intuizione felice, un incontro vero con<br />
Cristo presso la sorgente inesauribile della Sua parola, un appuntamento<br />
mensile al quale non si vuole porre più fine.<br />
Il “Pozzo di Giacobbe” è la gioia di ritrovarsi intorno all’Eucaristia,<br />
anche con la tuta che odora di officina, appena usciti dall’ufficio o dalla<br />
scuola; è una riserva di energie spirituali attinte alla fonte <strong>delle</strong> Scritture<br />
e dei Padri della Chiesa.<br />
Il “Pozzo di Giacobbe”: una Chiesa Locale: Vescovo, Presbiteri, Diaconi,<br />
Religiosi, ma soprattutto Laici, radunati, non per una solenne liturgia,<br />
né per un congresso diocesano, ma per due ore di silenzio, di<br />
contemplazione, di preghiera.<br />
Il “Pozzo di Giacobbe”: un piccolo grappolo di sette incontri, in<br />
ognuno dei quali si rivive la pagina evangelica di Andrea che, dopo essere<br />
stato un giorno con Gesù, dice al fratello Simone “Abbiamo trovato<br />
il Messia” e lo conduce da lui. Così è andato man mano crescendo il numero<br />
dei partecipanti al “Pozzo”: sono loro, infatti, che fanno sentire ad<br />
altri il desiderio di farne esperienza.<br />
La rapidità con cui si riempie la sala; il godimento spirituale e la soddisfazione<br />
con cui si torna a casa; il bisogno di raccontare l’esperienza,<br />
di invitare amici e persone care a condividerla; la partecipazione profonda,<br />
sono solo alcuni segni visibili di ciò che Cristo Eucaristia e la Sua<br />
parola operano nelle coscienze, e che solo Lui conosce.<br />
Una testimonianza per tutte: un signore forte e robusto, al termine di<br />
una lectio, ha detto: “non riesco a stare in Chiesa molto tempo. Qui sto
due ore e mi sembrano cinque minuti. Se questo è un miracolo: è avvenuto!”.<br />
(Pubblicato in Avvenire - 1 maggio 2004)<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
1
1<br />
Messaggio augurale<br />
in occasione della Santa Pasqua<br />
…verso il Congresso Eucaristico Nazionale<br />
Messaggi<br />
“Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte…” (Lc 11, 5).<br />
Amico che dormi,<br />
nel silenzio della tua notte<br />
busso alla tua porta<br />
per chiederti il pane<br />
per l’ospite importuno.<br />
Svegliati, Amico,<br />
dammi il pane<br />
nella cena spezzato,<br />
sul legno consacrato,<br />
nel sepolcro profumato<br />
di divina fragranza.<br />
Esci, Amico risorto,<br />
offrimi il pane<br />
che con te mi risuscita<br />
perché vada felice<br />
ad accogliere il fratello.<br />
Apri la porta, Amico fedele,<br />
e allo spezzar del pane<br />
sarà subito giorno,<br />
giorno primo ed ultimo,<br />
annuncio del giorno eterno.<br />
Sorgi, Amico divino,<br />
sveglia i tuoi figli,<br />
imbandisci per loro<br />
l’essenziale mensa<br />
della gloria futura.
Quando tutti con Te<br />
siederemo uniti,<br />
splendore di verità<br />
e bellezza di grazia<br />
rinnoveranno il mondo.<br />
✠ Mario, Vescovo<br />
Gesù nel sepolcro<br />
– è l’Amico che si è addormentato dopo aver spezzato e offerto se stesso<br />
nel cenacolo e sulla croce.<br />
L’Amico importuno<br />
– è l’uomo che non può né vivere, né amare senza l’Eucaristia.<br />
Il Pane<br />
– è l’Eucaristia con la quale Cristo risorto dà vita anche a me e mi rende<br />
capace di farmi dono e di accogliere l’altro;<br />
– è la Mensa di festa della Domenica, Giorno del Signore, Pasqua settimanale;<br />
– è fonte di Verità e di Grazia, per cancellare terrore e odio, violenza e<br />
morte, e per rinnovare il mondo nell’unità e nell’amore.<br />
* * *<br />
Messaggio di saluto<br />
in occasione della celebrazione di commiato<br />
della Congregazione del Preziosissimo Sangue<br />
dalla Comunità del Sacro Cuore in Santeramo in Colle<br />
Reverendissimo P. Provinciale,<br />
Carissimo Don Michele,<br />
Amati Parrocchiani del Sacro Cuore,<br />
un imprevisto, non programmato da me, e sopraggiunto dopo<br />
aver preso l’impegno di essere con voi in questa celebrazione di commiato<br />
della Congregazione del Preziosissimo Sangue da Santeramo e<br />
1
1<br />
di conclusione della cura pastorale della Comunità del S. Cuore, non mi<br />
permette, con mio grande e sincero rammarico, di essere presente.<br />
Ma non vorrei che l’impossibilità di essere fisicamente partecipe<br />
alla celebrazione avesse il sapore della distanza da parte mia, o della<br />
mancanza di attenzione verso l’Istituto del Preziosissimo Sangue e verso<br />
tutti i Religiosi che, negli anni che hanno avuto in cura la parrocchia,<br />
hanno dato con gioia il meglio <strong>delle</strong> loro energie.<br />
Pur rappresentato degnissimamente dal mio Vicario Generale,<br />
Don Vito Colonna, sento il bisogno di farvi giungere per iscritto un segno<br />
della mia presenza spirituale.<br />
Umanamente non gioisco della conclusione di questo rapporto<br />
della Congregazione con la nostra <strong>Diocesi</strong>; ma mi rendo conto <strong>delle</strong> gravi<br />
difficoltà in cui si vengono a trovare oggi tanti Istituti che non sono<br />
più in grado di tenere in vita opere e servizi moltiplicatisi nel tempo, e rispetto<br />
le decisioni dei Superiori che tentano di riordinare le loro attività.<br />
Ringrazio il Padre Provinciale per aver concesso a Don Michele<br />
Masi di rimanere a servizio della <strong>Diocesi</strong> a titolo personale pur restando<br />
membro dell’Istituto del Preziosissimo Sangue.<br />
Ringrazio tutta la Congregazione e tutti i Religiosi vivi e defunti<br />
mandati a Santeramo per tutto il bene, l’apostolato, le fatiche, il servizio,<br />
i sacrifici che hanno fatto nella Comunità del Sacro Cuore.<br />
Chiedo alla Comunità parrocchiale di unirsi nella preghiera e<br />
nella riconoscenza al ringraziamento del Vescovo e di intensificare la<br />
supplica e l’animazione vocazionale perché il Signore mandi santi e numerosi<br />
operai alla nostra Chiesa. Il Cuore di Cristo ci racchiuda tutti nel<br />
Suo amore.<br />
Vi benedico.<br />
<strong>Gravina</strong> in Puglia, 14 giugno 2004<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo
* * *<br />
Messaggio<br />
ai fedeli di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
sulla Festa Patronale<br />
Dopo tutto quello che si è detto, gridato, rivendicato e minacciato<br />
circa le feste patronali, è giusto e doveroso ascoltare direttamente dal<br />
Vescovo una parola di verità che dia serenità alle persone di buona volontà.<br />
<strong>Acquaviva</strong>, città degna di rispetto<br />
Innanzitutto sento il bisogno e il dovere di prendere le difese di un’intera<br />
Città e <strong>delle</strong> Comunità parrocchiali di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, che<br />
non meritano di essere presentate alla pubblica opinione come ribelli e<br />
rudi nella fede, da un gruppetto di contestatori.<br />
In <strong>Acquaviva</strong> vi sono professionisti seri, uomini e donne di cultura,<br />
cristiani impegnati, famiglie educate nella fede, comunità parrocchiali in<br />
piena sintonia col cammino pastorale della <strong>Diocesi</strong>, Associazioni e singoli<br />
cittadini, anche di pensiero laico, che non si sentono e non vogliono<br />
essere rappresentati da quel gruppo che sta avendo un comportamento<br />
civilmente e cristianamente riprovevole, poiché contorce volutamente e<br />
strumentalizza la verità dei fatti.<br />
Sono sicuro che il silenzio della Città, <strong>delle</strong> Comunità parrocchiali<br />
e dei cristiani adulti nella fede è una risposta eloquente e dignitosa a<br />
questa agitazione anti-ecclesiale assolutamente ingiustificata, costruita<br />
sulla falsità e sul rifiuto di capire e di accettare le ragioni di un cambiamento.<br />
Alziamo lo sguardo<br />
Fare strepito, cortei, manifestazioni di protesta, raccolta di firme,<br />
per contestare l’ora di una processione, nel terzo millennio, dopo quarant’anni<br />
dal rinnovamento promosso dal Concilio Vaticano II, in un<br />
tempo in cui la Chiesa sta facendo passi da gigante per ricucire l’unità di<br />
tutte le Chiese Cristiane e per mettere in dialogo tutte le Religioni, è segno<br />
di un provincialismo di infimo livello culturale che offende tutta la<br />
1
200<br />
<strong>Diocesi</strong> che con fatica e tanta buona volontà sta cercando di <strong>camminare</strong><br />
nella fedeltà al Concilio, al Magistero di Giovanni Paolo II e agli Orientamenti<br />
Pastorali della Chiesa Italiana.<br />
Basterebbe un minimo di attenzione al momento altamente drammatico<br />
che il mondo sta vivendo a causa del terrorismo feroce e disumano<br />
che tiene sotto scacco tutte le Nazioni, o all’impegno della Chiesa per<br />
farsi messaggera di pace dove c’è odio e guerra, o alla sua grande preoccupazione<br />
per individuare vie nuove di evangelizzazione <strong>delle</strong> nuove<br />
generazioni, per rendersi conto di quanto sia sproporzionato, fuori luogo,<br />
estemporaneo, senza senso, l’inutile chiasso di alcuni e il loro gratuito<br />
e offensivo attacco al Vescovo.<br />
Il Vescovo, segno di Cristo-Pastore<br />
Come uomo e cristiano posso pure permettere che mi si offenda; ma<br />
non posso tacere se si offende il Vescovo, come figura istituzionale, come<br />
segno della presenza di Cristo Pastore nella <strong>Diocesi</strong>, come garante<br />
dell’unità della Chiesa Locale e della comunione col Papa e con la Chiesa<br />
Universale, come Maestro e Guida della Fede e della Vita Cristiana<br />
del Popolo a lui affidato.<br />
Chi rinnega il Vescovo e si ribella alla sua autorità nelle cose che riguardano<br />
la fede, la morale, la vita cristiana, si ribella a Cristo, rinnega<br />
Cristo, si mette contro la Chiesa. E quando a comportarsi così sono i<br />
membri di un’Associazione o Confraternita, il Vescovo dovrebbe immediatamente<br />
scioglierla.<br />
Come si può pensare di onorare e venerare la Vergine offendendo Gesù<br />
Cristo e ribellandosi alla Chiesa? Una devozione a Maria che non<br />
porta ad essere cristiani fino in fondo, è molto discutibile.<br />
Forse è necessario ricordare che la vita della Chiesa non si regola<br />
con rivendicazioni sindacali, occupazioni di ambienti, manifestazioni<br />
di piazza, come si usa fare per contestare decreti legislativi o scelte di<br />
governo. Il servizio pastorale del Vescovo non deve rendere conto a nessuna<br />
ideologia o ingerenza di partito.<br />
Ragioni di un cambiamento<br />
Premesso questo, entro nel vivo del problema, non per fare polemica<br />
con quelli che hanno denigrato l’operato del Vescovo, ma per dare
chiarezza e dire la verità a quanti sono stati turbati e disorientati da personaggi<br />
che, pur di essere “contro” la Chiesa, strumentalizzano anche le<br />
devozioni e l’emotività del popolo.<br />
Il Vescovo è stato accusato da alcuni di distruggere le tradizioni e la<br />
fede di una comunità semplicemente perché ha sentito, come Vescovo,<br />
la responsabilità di dare dignità alla festa, di migliorarne la celebrazione,<br />
di fare essere presente l’immagine della Vergine in tutte le parrocchie e<br />
nelle zone nuove della città.<br />
<strong>Acquaviva</strong> non è più soltanto il centro storico, come 30-40 anni fa: è<br />
cresciuta, sono sorti nuovi quartieri e nuove parrocchie. Per questo motivo<br />
ho voluto che nella novena, ogni comunità parrocchiale accogliesse<br />
per un giorno la statua della Madonna. La partecipazione in massa che<br />
si registra ogni giorno e in ogni parrocchia è segno dell’alto gradimento,<br />
da parte del popolo, di questa innovazione.<br />
I parroci del centro storico possono decidere il percorso da seguire<br />
nel passaggio da una parrocchia all’altra. La processione del giorno della<br />
festa è indifferente che si faccia di mattina o di sera: importa che se<br />
ne faccia una sola e che percorra le strade principali della città e non<br />
soltanto le stradine del borgo antico. La processione fatta nelle ore serali<br />
permette una più larga e facile partecipazione <strong>delle</strong> famiglie.<br />
I fedeli che, durante la novena, si preparano alla festa partecipando<br />
all’incontro della Madonna nelle parrocchie; che, nel giorno della festa,<br />
partecipano alla Messa, si confessano e fanno la Comunione, certamente<br />
non danno nessuna importanza alla questione dell’ora della processione<br />
e soprattutto non osano sfidare il Vescovo contestandogli il diritto di regolare<br />
la vita liturgica dei cristiani affidati al suo ministero pastorale.<br />
Il Vescovo, custode della pietà popolare<br />
È vero che la pietà popolare è un valore da salvare: ma non è il Vescovo<br />
il primo responsabile e la persona competente per aggiornare,<br />
adeguare ai bisogni dei tempi, correggere, migliorare le manifestazioni<br />
della vita cristiana?<br />
Quelli che dicono di voler difendere la tradizione forse hanno un concetto<br />
non esatto di tradizione.<br />
La tradizione non è la recita che si ripete sempre con lo stesso copione<br />
del passato. La tradizione è la trasmissione di un valore vivo; è vivere oggi,<br />
con le esigenze di oggi, nelle condizioni di oggi, i valori del passato.<br />
201
202<br />
Oggi non si celebra la Messa come quarant’anni fa: nessuno afferma<br />
che è stata abolita la Messa! Si celebra anche di sera: prima non era così.<br />
Prima si celebrava la prima Messa alle cinque del mattino, ora non è<br />
così. Questo è soltanto un piccolo esempio di quanto la Chiesa sia attenta<br />
a rispondere nel migliore dei modi ai bisogni e alle condizioni di vita<br />
dei nuovi tempi.<br />
I contestatori hanno detto che la decisione è piovuta dall’alto senza<br />
preparare la comunità: non è vero! Forse questa impressione è di chi non<br />
frequenta la Messa, la Parrocchia, la vita della Chiesa, le indicazioni<br />
pastorali del Vescovo.<br />
“A Cesare ciò che è di Cesare, a Dio ciò che è di Dio”<br />
A quanti hanno scritto e criticato, accusato e disapprovato, ai partiti<br />
che si sono appellati al Sindaco, è mio dovere fare <strong>delle</strong> precisazioni:<br />
– come il Vescovo rispetta l’autorità, i ruoli, l’attività, le delibere della<br />
Giunta e del Consiglio Comunale e non interferisce in questioni amministrative:<br />
così chiede di essere riconosciuto e rispettato nel suo<br />
compito di Maestro della Fede, di Guida e moderatore della vita cristiana<br />
e <strong>delle</strong> manifestazioni di fede.<br />
– Credo che quando in Consiglio Comunale si fanno interpellanze sulla<br />
vita liturgica della comunità cristiana, basterebbe rispondere che la<br />
questione è di competenza del Vescovo.<br />
– Penso che tutti siano d’accordo con me che né io personalmente né la<br />
Chiesa Locale possiamo prendere ordini da un partito.<br />
“Beati voi, quando diranno ogni sorta di male contro di voi”<br />
Da qualche parte si paventano minacce e reazioni, se il Vescovo non<br />
cambia decisioni: se per paura abbandonassi il gregge o facessi marcia<br />
indietro, sarei un mercenario, non un Pastore, e creerei il primo caso in<br />
Italia di un Vescovo che prende ordini dai comunisti italiani, e di una<br />
Chiesa soggetta a ingerenze partitiche.<br />
Una processione religiosa non è una violenta manifestazione no-global,<br />
ma un momento pubblico di fede: se qualcuno vuole onorare la Vergine<br />
offendendo o disturbando la processione, non ne sono responsabile.<br />
Sono Padre nella Fede del popolo affidatomi; devo fare ciò che è meglio<br />
per la crescita cristiana <strong>delle</strong> comunità: non posso prendere “lezioni
e ordini” da chi è poco o per nulla preparato nella fede o lontano dalla<br />
Chiesa. A tal proposito, non posso non disapprovare l’interferenza con<br />
una presenza ufficiosa e dichiarazioni alla stampa del Sindaco di Bari e<br />
del Presidente della Provincia.<br />
Il Vescovo non va in cerca di popolarità, né ha bisogno di consensi<br />
popolari. Contestazioni, incomprensioni, esperienze di solitudine, giudizi<br />
pesanti e cattivi sono un pane quotidiano che il Vescovo deve mangiare<br />
con amore se vuole essere fedele al suo ministero.<br />
Contestatori, osservate la vera devozione mariana degli Acquavivesi<br />
Sono certo che la risposta definitiva e incontestabile ai contestatori non<br />
la daranno le mie parole, ma la partecipazione plenaria, devota, di tutti gli<br />
Acquavivesi sia al pellegrinaggio di Maria di Costantinopoli nelle parrocchie,<br />
sia alle Messe e alla grande processione del giorno della festa.<br />
Ai contestatori dico che li amo ugualmente come figli e fratelli, che<br />
perdono le loro intemperanze, che prego per loro perché la Madonna<br />
illumini la loro mente e tocchi il loro cuore, perché si mettano nel giusto<br />
atteggiamento di fede e di obbedienza.<br />
Santa Maria di Costantinopoli, patrona di <strong>Acquaviva</strong>, ne sarebbe immensamente<br />
felice.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 2 settembre 2004<br />
Carissimi,<br />
* * *<br />
Messaggio<br />
ai Sacerdoti e ai fedeli di <strong>Altamura</strong><br />
in occasione della morte di<br />
Massimiliano Santoro<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
il tragico evento che il 14 ottobre 2004 ha stroncato la giovane esistenza<br />
di Massimiliano, ha gettato nella più profonda costernazione la<br />
famiglia, la Comunità Ecclesiale, il Seminario, i Giovani.<br />
203
204<br />
Nulla, assolutamente nulla, faceva prevedere il drammatico epilogo<br />
pensato e attuato nel vortice di una manciata di minuti.<br />
Davanti a questi cicloni improvvisi in serene giornate primaverili tutti<br />
si chiedono: “Perché?”. Domanda destinata a restare senza risposta,<br />
non perché chi dovrebbe darla non c’è più; ma perché questi gesti sono<br />
fuori di ogni logica e sfuggono a ogni capacità di resistenza.<br />
Sono attimi di inspiegabile irresponsabilità che nessuno psicologo<br />
potrà mai analizzare.<br />
Per questi motivi e per la speranza che ci viene dal Sangue di Cristo<br />
versato per noi e per la nostra salvezza, noi ci mettiamo con fiducia in<br />
preghiera per affidare Massimiliano alla Bontà misericordiosa del Padre<br />
Celeste e per chiedere forza e conforto per i suoi familiari e per tutti noi.<br />
Il Signore accolga il nostro dolore, le nostre lacrime e la nostra preghiera<br />
in suffragio di Massimiliano, dia a lui la pace dei giusti e a noi,<br />
l’obbedienza della fede e l’umiltà di accettare.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 15 ottobre 2004<br />
Carissimi giovani,<br />
* * *<br />
Lettera-Messaggio ai Giovani<br />
per la Giornata del Seminario<br />
8 dicembre 2004<br />
Solennità dell’Immacolata<br />
✠ Mario, Vescovo<br />
la Solennità dell’Immacolata mi fa sentire un fortissimo bisogno di<br />
scrivervi perché<br />
• è una festa “giovane”: la protagonista, infatti, è una ragazza eccezionale,<br />
che profuma di purezza, splende di candore interiore, e che, nonostante<br />
la sua piccolezza, ha contribuito a capovolgere le sorti della<br />
storia.<br />
• In questo giorno la nostra <strong>Diocesi</strong> (cioè tutte le parrocchie di Alta-
mura, <strong>Gravina</strong>, <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, Santeramo, Spinazzola e Poggiorsini)<br />
celebra la “Giornata del Seminario”: una giornata che invita<br />
tutti a volgere lo sguardo verso quei giovani che si incamminano<br />
sulle orme di Maria di Nazareth, per seguire Cristo e mettersi al Suo<br />
servizio nel ministero sacerdotale.<br />
“Chi salirà il monte del Signore?” (Sal 23)<br />
Sapete cos’è e dov’è il Seminario? Conoscete qualcuno dei seminaristi<br />
dei nostri paesi?<br />
In questi due mesi tutti, ne sono certo, avete sentito parlare di Massimiliano,<br />
un giovane ormai alle soglie del sacerdozio.<br />
Tutti siamo stati coinvolti nel dolorosissimo mistero della sua morte.<br />
Massimiliano era un giovane che desiderava ardentemente essere sacerdote;<br />
ma era segretamente tormentato dallo sconforto di sentirsi non<br />
adeguato a portarne il peso.<br />
Certo, nessuna creatura umana è degna di essere investita dalla grazia<br />
di partecipare al sacerdozio ministeriale di Cristo.<br />
Chi non tiene quotidianamente presente questa verità, corre il rischio<br />
di vivere superficialmente e in modo ambiguo le grandi responsabilità<br />
che il sacerdozio comporta.<br />
Quando si prende coscienza non solo della propria inadeguatezza, ma<br />
anche della incapacità a viverne gli impegni, è saggio e lodevole incamminarsi<br />
verso altri sentieri, lungo i quali si può e si deve ugualmente<br />
annunziare Cristo e testimoniare il Suo amore.<br />
Ora Massimiliano vede con chiarezza queste verità: preghiamo molto<br />
per lui, perché sono certo che il Signore ha letto nel suo cuore una<br />
sincera ricerca di luce, mentre la sua mente era nel buio.<br />
Foto di famiglia<br />
Credo che vi faccia piacere conoscere anche gli altri seminaristi, sapere<br />
quanti ne sono, a che punto sono del loro cammino. Uno di essi,<br />
Giuseppe Cifarelli, il cinque febbraio 2005, sarà ordinato sacerdote.<br />
Due, terminati gli studi, stanno trascorrendo un anno di esperienze pastorali,<br />
di perfezionamento e di preparazione spirituale agli Ordini Sacri.<br />
Sei di essi stanno formandosi e studiando teologia nel Pontificio Seminario<br />
Regionale di Molfetta.<br />
20
20<br />
Ventidue giovanissimi, mentre frequentano le scuole statali, vivono<br />
in comunità nel Seminario Diocesano di <strong>Gravina</strong>. Ad essi si aggiungono<br />
dodici ragazzi, il “Gruppo Samuel”, che frequentano settimanalmente<br />
il Seminario e vivono i momenti e le esperienze più importanti <strong>insieme</strong><br />
con la comunità interna.<br />
Ci sono anche giovani e ragazze desiderosi di fare chiarezza dentro di sé,<br />
di scoprire il senso della loro vita e il progetto di Dio su di loro, che si incontrano<br />
periodicamente con i Sacerdoti del Seminario: è il “Gruppo Se Vuoi”.<br />
Giovani come voi<br />
Questi giovani, vostri coetanei, lottano contro la superficialità e la<br />
tentazione di vivere da parassiti; hanno lo sguardo rivolto intorno, per<br />
sapere cosa fare per andare incontro ai bisogni degli altri.<br />
Hanno un cuore, come tutti voi, ma cercano di riempirlo ogni giorno<br />
di un amore grande per Cristo.<br />
Hanno un’anima e un corpo, come voi; ma la loro unica passione è<br />
poter dare a tutti i doni ricevuti da Dio.<br />
Anch’essi hanno bisogno di amici, ma vanno incontro agli altri, per<br />
<strong>camminare</strong> accanto a loro.<br />
Soffrono le vostre stesse inquietudini, desiderano, come voi, essere<br />
amati, e trovano la pienezza dell’amore e la quiete interiore nell’incontro<br />
con Cristo, nell’ascolto della Sua Voce, e in un serio impegno a servizio<br />
del prossimo.<br />
Se li cercate all’inizio e al termine di ogni giornata, li troverete in colloquio<br />
personale e comunitario col Signore.<br />
Dal giorno in cui hanno percepito che “Qualcuno” diceva loro “Vieni e<br />
seguimi”, si sono messi in cammino per conoscere sempre più chiaramente<br />
il progetto di Dio e stringere un’amicizia vera, profonda, leale con Cristo.<br />
La loro giornata, la settimana, i mesi sono scanditi da orari e calendari<br />
di impegni, ma non mancano loro il tempo libero, lo sport, le relazioni,<br />
gli interessi per l’arte, la cultura, il volontariato, il servizio, l’esercizio<br />
fisico, il riposo, gli affetti familiari.<br />
Giovani per voi<br />
Sono giovani come voi, ma consapevoli di essere stati chiamati, sin<br />
dal grembo materno, ad esistere per gli altri, ad appartenere agli altri, a
spendere l’esistenza per accogliere, per ascoltare e confortare, per consigliare,<br />
per formare i giovani, per prendersi cura <strong>delle</strong> famiglie, per interessarsi<br />
dei problemi sociali e morali del loro tempo, per annunciare<br />
a ogni uomo l’amore di Cristo Crocifisso, per aiutare ogni persona a<br />
raggiungere la salvezza.<br />
Non è meraviglioso tutto questo? Non trovate che è il modo più bello<br />
di spendere una vita, l’unica che abbiamo?<br />
Un modo diverso di essere giovani<br />
Carissimi giovani, non vi ho descritto personaggi di romanzi cavallereschi,<br />
né ho disegnato cartoni animati per nuovi super-men. Vi ho presentato<br />
dei giovani veri.<br />
Vi ho delineato un modo diverso di essere giovani, per farvi una<br />
proposta, per far nascere in voi degli interrogativi, per farvi sentire<br />
il bisogno di mettervi allo specchio, non per acconciarvi i capelli, ma<br />
per guardarvi dentro.<br />
Non meravigliatevi se in occasione della “Giornata del Seminario”<br />
mi sono rivolto particolarmente a voi.<br />
La “Giornata del Seminario” non serve solo e innanzitutto per chiedere<br />
qualche euro in più ai vostri genitori per le grandi necessità del<br />
Seminario.<br />
La “Giornata del Seminario” è una annuale “uscita” di Cristo per le<br />
strade <strong>delle</strong> nostre città, come faceva nei villaggi di Galilea, per dire,<br />
dovunque ci sono giovani, senza eufemismi e con autorevolezza: “seguitemi,<br />
vi farò pescatori di uomini” (Mt 4, 18).<br />
I Vangeli raccontano che Simon Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni,<br />
Matteo e tutti gli altri “all’istante, abbandonate le reti lo seguirono<br />
(Mt 4, 18); “Quello (Matteo), alzatosi, si mise a seguirlo” (Mt 9, 9).<br />
Qualcuno, incontrato per strada, pur essendo un “gran bravo ragazzo”,<br />
davanti alla proposta di Gesù che gli disse, dopo averlo fissato negli<br />
occhi: “ti manca una sola cosa. Và, vendi tutto ciò che hai, dallo ai poveri<br />
avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi” (Mc 10, 17), non ebbe<br />
il coraggio di rischiare: si allontanò per inabissarsi nella tristezza del rifiuto<br />
della proposta e nelle scorie <strong>delle</strong> molte ricchezze che possedeva.<br />
Credo che questo bravo giovane, desideroso di bene, ma indeciso e<br />
adagiato mollemente nel suo benessere, abbia molti seguaci anche ai<br />
giorni nostri: non vorrei che voi siate tra quelli sui quali nessuno può<br />
20
20<br />
contare o che passano nella storia lasciando solo lo sporco <strong>delle</strong> loro<br />
pedate, per poi perdersi nell’anonimato di quanti non hanno saputo dare<br />
un senso alla loro vita.<br />
Se questo discorso vi interessa e pensate che sarebbe da approfondire,<br />
parlatene con il sacerdote che conoscete, con gli educatori<br />
del Seminario, con i giovani seminaristi, col Vescovo stesso: da<br />
apparenti, banali circostanze si sono verificate decisive svolte nella<br />
vita dei “Grandi” e nella storia dell’umanità.<br />
Chissà se questa lettera era un appuntamento fissato dall’eternità da<br />
parte di Colui che vi ama e vuole che tutti gli uomini siano salvi!<br />
Io ve lo auguro con tutto il cuore e intanto vi invito a pregare ogni<br />
giorno così:<br />
Gesù, sacerdote, re e profeta,<br />
come un giorno passasti<br />
sulle rive del mar di Galilea,<br />
per chiamare i primi evangelizzatori<br />
del Regno, così passa oggi<br />
nei giardini e nei deserti<br />
<strong>delle</strong> nuove generazioni.<br />
Risveglia nei giovani<br />
la consapevolezza di dover<br />
preparare la nuova primavera della Chiesa.<br />
Il soffio vivificante del Tuo Spirito<br />
ravvivi in loro e porti a compimento<br />
aspirazioni e speranze,<br />
susciti vocazioni,<br />
metta in luce carismi,<br />
dia la forza di fare scelte<br />
coraggiose e definitive.<br />
Maria, madre del Sommo Sacerdote,<br />
Tabernacolo e sposa dello Spirito Santo,<br />
trascina col tuo esempio<br />
i giovani e le ragazze<br />
che il Padre chiama
a dire con gioia e generosità<br />
il loro “Eccomi” al Signore. Amen.<br />
Vi abbraccio con affetto di Padre.<br />
* * *<br />
Natale è…<br />
Messaggio di Natale<br />
alle Famiglie della <strong>Diocesi</strong><br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
È giusto chiedersi, dopo due millenni, cos’è Natale? Si!, perché è un<br />
mistero troppo grande da comprendere e da accogliere; e troppi sono,<br />
in ogni secolo, i segni che per il Bimbo di Betlemme c’è sempre meno<br />
posto nel mondo.<br />
Natale è la scoperta di sentirsi amati immensamente e incondizionatamente<br />
da Dio.<br />
È Dio che viene a “intrigarsi” di noi; che si riveste dei panni laceri<br />
della nostra umanità, perché noi, barboni dell’anima, potessimo non<br />
trovarci a disagio alla Sua presenza; perché non ci sentissimo umiliati,<br />
vedendolo seduto accanto a noi, sulla coperta di cartoni <strong>delle</strong> nostre miserie<br />
morali.<br />
…è Dio che si dona<br />
Colui che viene, non entra dal camino, cadendo su un “morbido” panettone,<br />
per portarci un regalo e scomparire: viene per farsi vedere e per<br />
restare con noi.<br />
Non porta doni, ma dona se stesso, perché è Lui il Dono del quale<br />
ogni uomo e donna di ogni tempo e latitudine hanno bisogno, per essere<br />
se stessi, per riallacciare i rapporti con Dio, per costruire una umanità<br />
non più deturpata dal sigillo del male.<br />
Questa è la sconcertante e inaudita verità del Natale: Dio che si fa<br />
uomo per dare all’uomo la dignità di essere e comportarsi come Dio.<br />
20
210<br />
Poiché questa Verità è uno dei due pilastri principali di tutta la fede cristiana,<br />
è giusto fare festa, essere nel gaudio, promuovere la gioia, abbellire<br />
case e città, riempire di luci variopinte il buio della notte, esprimere<br />
con i canti e con la gioia di stare <strong>insieme</strong>, l’eccezionale e immeritata<br />
grandezza del mistero che celebriamo.<br />
…è gioia o angoscia?<br />
Ma qui sorge spontanea e inevitabile una raffica di interrogativi: se<br />
questo è il senso e il contenuto del Natale, dov’è il festeggiato? Quali<br />
sono i segni della Sua venuta? Che significa fargli festa? È vera gioia<br />
quella che si vede in giro o che cerchiamo di creare con le nostre trovate<br />
consumistiche?<br />
Esistono davvero quelle famiglie scintillanti, dorate, felici, propinate<br />
dalla pubblicità, che sembrano uscite dalla bacchetta magica di una fatina,<br />
solo perché hanno mangiato una fetta di panettone o stappato una<br />
bottiglia di champagne? Forse dobbiamo chiederci se non abbiamo tramutato<br />
le feste di Natale in tempo di angoscia.<br />
È angoscioso l’acquisto dei regali, per il timore di non scegliere quelli<br />
giusti o di dimenticare qualcuno. È un’angoscia la spesa e la preparazione<br />
di pranzi e cenoni.<br />
È un’angoscia l’ansia dei commercianti che temono affari magri e<br />
merce in giacenza.<br />
È un’angoscia il rammarico di catechisti, preti ed educatori, che non<br />
riescono più a far capire che Natale non è il vecchietto vestito di rosso,<br />
ma il Figlio di Dio che si fa uomo, e che Gesù Bambino non è un cartone<br />
animato, né un personaggio di un fantasioso scrittore di favole.<br />
Natale è l’angoscia dei figli contesi in famiglie esplose e frantumate,<br />
ai quali non è concesso di partecipare alla Messa e di sedersi a tavola,<br />
avendo accanto papà e mamma <strong>insieme</strong>.<br />
…è il Bambino diventato un miliardo di bambini<br />
Allora, perché siamo felici e a chi facciamo festa?<br />
Noi cristiani stiamo svuotando il Natale; stiamo assistendo passivamente<br />
alla rapina dell’anima cristiana della Natività, riuscendo perfino<br />
ad essere egoisticamente e stranamente felici, mentre mali gravissimi<br />
affliggono il mondo.
Il Bimbo nella mangiatoia, oggi, è un terzo dell’intera umanità, che<br />
difficilmente supera l’età dell’infanzia, perché non ha alloggi, acqua,<br />
igiene, cure mediche, istruzione, cibo; è schiavo del lavoro forzato e del<br />
traffico di minori per l’industria del sesso, della vendita di organi, della<br />
guerriglia. È vittima della guerra e dell’AIDS.<br />
Quel bambino, oggi, è esposto come merce per l’erotismo informatico;<br />
subisce violenze oscene, è costretto a compiere, come documenta<br />
l’Unicef, atti agghiaccianti, da brivido.<br />
L’attacco alla scuola di Beslam è solo l’ultimo esempio tragico di<br />
come quel Bambino sia bersaglio facile del più spietato terrorismo; e il<br />
turismo sessuale è una <strong>delle</strong> moderne e diaboliche invenzioni di uomini<br />
senza scrupoli e organizzazioni malavitose, per rapire l’innocenza ai<br />
bambini e al mondo la speranza in un domani migliore.<br />
“Tutto ciò che avete fatto al più piccolo di questi miei fratelli, l’avrete<br />
fatto a me”, dice Gesù (Mt 25, 45).<br />
Se qualcuno pensa che questi crimini non ci toccano, non ci appartengono<br />
o non possiamo fare nulla per impedirli, è in errore.<br />
…è umanità libera<br />
In casa nostra le cose non vanno meglio.<br />
A questo Bambino in embrione vogliamo togliere il diritto di essere<br />
“persona”. Se non ha compiuto 24 settimane lo possiamo anche eliminare.<br />
Ora ci stiamo adoperando per manipolarlo a nostro piacimento o<br />
per servirci <strong>delle</strong> sue cellule per i pezzi di ricambio di chi ha la fortuna di<br />
essere uscito prima dal grembo materno.<br />
E mentre in Iraq e in altri Paesi dove non c’è libertà religiosa, le chiese<br />
e i cristiani subiscono attentati terroristici e umilianti discriminazioni,<br />
da noi c’è chi, mosso da discutibili motivazioni culturali, o per un’incomprensibile<br />
rispetto della diversità, ma molto più probabilmente per<br />
ignoranza religiosa o per pregiudizi ideologici, vuole eliminare il presepe,<br />
i segni cristiani, e il nome stesso di Gesù.<br />
…è il mio incontro con Gesù<br />
Queste fitte e gelide nebbie, tuttavia, non devono farci dimenticare<br />
che sotto la fosca coltre di tanti mali, sull’arido tronco di Iesse germoglia<br />
ancora tutto il bene che, sempre, ma particolarmente nei giorni di<br />
211
212<br />
Natale, fiorisce. C’è un’assetata, forse inconscia, ricerca di Dio. Nel più<br />
profondo del cuore di ogni uomo e di ogni credo religioso c’è una inconfessata<br />
attesa di salvezza, l’inquietudine per una liberazione che tarda a<br />
venire, la speranza in un non meglio identificato nuovo ordine di cose,<br />
un bisogno segreto di aiuto dall’alto, l’aspirazione verso un mondo di<br />
giustizia e di pace. Tutti, anche quelli che non lo sanno o che vivono<br />
male e fanno il male, attendono uno sconosciuto salvatore. I cristiani<br />
che sentono il bisogno di prepararsi spiritualmente a celebrare con il più<br />
pieno coinvolgimento il grandioso mistero dell’Incarnazione del Figlio<br />
di Dio, devono suscitare nei cuori una struggente nostalgia di Dio.<br />
Egli vuole che tutti gli uomini lo conoscano e nessuno resti fuori dalla<br />
salvezza a causa del peccato: per questo Egli si è fatto crocifiggere, è<br />
risorto, ha mandato il Suo Spirito, ha fondato la Chiesa.<br />
L’impresa è ardua, ma non impossibile: basta che ognuno dica a se<br />
stesso: comincio io. Natale è il mio personale incontro con Gesù, che,<br />
unito a quello degli altri, diventa luce del mondo.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 19 dicembre 2004, IV Domenica di Avvento<br />
Messaggio augurale<br />
in occasione del Santo Natale 2004<br />
Anno Eucaristico<br />
“Andiamo fino a Betlemme<br />
a vedere quello che è accaduto<br />
e che il Signore ci ha fatto sapere”<br />
(Lc 2, 15).<br />
In Betlemme, “Casa del Pane”,<br />
Tu, Verbo Eterno, hai preso Carne;<br />
sul Sion, Tuo “Santo Monte”,<br />
hai fatto del pane la Tua Carne,<br />
perché, nel tempo,<br />
i Tabernacoli fossero “Betlemme”,<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo
ogni Altare, il “Banchetto” promesso,<br />
ogni Mensa, “culla” e “sepolcro”<br />
di Amore senza fine.<br />
Nella Grotta e sulla Mensa<br />
sei presente, ma non ti vedo,<br />
perché l’universo immenso<br />
non ti può abbracciare.<br />
Parli, ma non sento la Tua Voce,<br />
perché nessun suono può tradurre<br />
la Tua ineffabile Sapienza.<br />
Mi guardi, ma non mi mostri il Tuo Volto,<br />
perché non v’è bellezza<br />
che possa esprimerti.<br />
Ti comunichi a me,<br />
ma la Tua Divina Carezza<br />
non sfiora il mio viso,<br />
perché non muoia di felicità.<br />
Unito al Tuo Sacrificio,<br />
ti sento nel silenzio,<br />
ti incontro nell’assenza,<br />
ti vedo nei Segni,<br />
mi sei accanto nella solitudine,<br />
mi rendi fratello universale.<br />
Ricevendoti,<br />
sei con me sulla Croce,<br />
sei mia forza nelle prove,<br />
sei mia luce nel buio,<br />
sei mia pace nel pianto del cuore,<br />
sei mio compagno nel cammino,<br />
sei mia sazietà nel deserto vuoto,<br />
sei mio Dio e mia Salvezza<br />
nel tempo e nell’eternità.<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
213
214<br />
Omelia<br />
per la Messa Crismale<br />
Cattedrale di <strong>Altamura</strong><br />
7 aprile 2004<br />
Fratelli carissimi,<br />
Sacerdoti, Diaconi, Ministri Istituiti,<br />
Popolo di Dio qui radunato,<br />
Omelie<br />
Is 61, 1-3.6.8-9<br />
Sal 88<br />
Ap 1, 5-8<br />
Lc 4, 16-21<br />
la Messa del Crisma ci immerge nel mistero grande rivelato e celebrato<br />
da Cristo quando partecipò il proprio sacerdozio unico ed universale<br />
agli Apostoli, per renderli, a loro volta, dispensatori dei divini misteri,<br />
per affidare loro il ministero della riconciliazione e mandarli come suoi<br />
ambasciatori.<br />
Il dono<br />
Il dono del carattere e della missione sacerdotale trovò i Dodici impreparati<br />
a comprendere il mistero, ignari dell’ora che stavano vivendo,<br />
distratti da interessi antagonistici, divisi tra loro da sospetti e rivalità.<br />
Cristo non si lasciò condizionare da tanta grettezza: spezzò se stesso<br />
nel segno del pane e del vino, pregò intensamente per loro, si inginocchiò<br />
davanti a ciascuno, Egli il maestro e il Signore, aprì il proprio cuore<br />
in un lungo testamento di amore.<br />
In ognuno di questi gesti c’era un bisogno primordiale: fondere i Dodici<br />
nell’unità; far nascere il loro sacerdozio nell’unità del sacramento<br />
dell’Ordine e dell’Eucaristia, nell’unità del mandato dell’amore e del<br />
servizio. Purtroppo, usciti dal cenacolo, essi si dispersero: avevano ricevuto<br />
il dono, ma non ne avevano ancora preso coscienza.
Il memoriale<br />
Non condanniamo Pietro, Tommaso, Filippo che non capirono, né il<br />
gruppo che si dileguò. Chiediamoci, piuttosto, se per caso noi restiamo<br />
freddi ed insensibili celebrando oggi il memoriale di quei gesti e di quelle<br />
parole di Gesù.<br />
Riconosciamo umilmente, davanti al Signore e alla Chiesa, di avere<br />
bisogno di comprendere il mistero dell’unità, di convertirci all’unità;<br />
rinnoviamo, con ferma e convinta volontà, alla presenza di questa raccolta<br />
assemblea, l’impegno di essere ricercatori e costruttori di unità.<br />
È questione di coerenza di fede. La nostra esigenza di unità, infatti,<br />
affonda le radici nell’unità <strong>delle</strong> tre Persone Divine.<br />
L’unità della Trinità<br />
Il Padre che ci ha creati, il Figlio che ci ha redenti respirano unità nella<br />
comunione dello Spirito che ci santifica: “Io e il Padre siamo una cosa<br />
sola” (Gv 8, 14); “Il Padre è in me, e io nel Padre” (Gv 10, 38); “Chi<br />
vede me, vede colui che mi ha mandato” (Gv 12, 45).<br />
Dalla perfetta unità <strong>delle</strong> tre Persone Divine scaturisce la perfetta comunione<br />
di volontà del Cristo col Padre: “Io non posso far nulla da me<br />
stesso… perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi<br />
ha mandato” (Gv 5, 30); “Io non sono venuto da me… vengo da lui ed<br />
egli mi ha mandato” (Gv 7, 28-29).<br />
Nati nell’unità della Trinità<br />
In questo abisso infinito ed eterno di unità siamo nati come figli di Dio,<br />
come Diaconi, Presbiteri, Vescovi; da questa fonte inesauribile e sempre<br />
nuova di unità è scaturita la Chiesa. A queste acque, come alberi piantati<br />
lungo il fiume, siamo chiamati a dissetarci per dare frutti di unità.<br />
È questo il disegno del Padre; è questa la volontà del Cristo: “Io sono<br />
nel Padre e voi in me e io in voi” (Gv 14, 20); “Chi rimane in me e io in<br />
lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla” (Gv 15, 5);<br />
“Siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti<br />
nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato” (Gv 18, 22-23).<br />
A Pentecoste, il dono dello Spirito Santo ha costituito la Chiesa, sin<br />
dal suo nascere, nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; per<br />
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21<br />
questo Paolo può dire ai Corinzi: “Ora voi siete corpo di Cristo e sue<br />
membra, ciascuno in particolare” (1Cor 12, 27), e ai Galati: “Tutti voi<br />
siete una sola persona in Cristo Gesù”.<br />
Unità come impegno<br />
L’unità, non è solo dono; è anche responsabilità e impegno. La Chiesa,<br />
sin dalle origini, ha cercato, non senza momenti di infedeltà, di non perdere<br />
la prima <strong>delle</strong> sue quattro note che la caratterizzano: l’unità, perché<br />
senza di essa non potrebbe essere nemmeno santa, cattolica, apostolica.<br />
Lo stesso Paolo è costretto a richiamare i Corinzi: “Ora vi esorto, o<br />
fratelli, per il nome del Signore Nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi<br />
nel parlare, che non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetto<br />
accordo nella mente e nel pensiero” (1Cor 1, 10); e ai Cristiani di Efeso:<br />
“Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo; un solo Dio e Padre<br />
di tutti, che è sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti e dimora in tutti” (Ef<br />
4, 5-6).<br />
Il segno dell’unità<br />
L’unità della Chiesa Universale è radice e frutto della comunione <strong>delle</strong><br />
Chiese Particolari; e queste, per essere unite nel loro interno, non possono<br />
fare a meno dell’unità dei Presbiteri col Vescovo e tra di loro.<br />
Il Direttorio per il ministero dei Vescovi (pubblicato dopo l’esortazione<br />
apostolica “Pastores gregis”), al n. 8 dice: “Il Vescovo, visibile principio<br />
di unità nella sua Chiesa, è chiamato a edificare incessantemente<br />
la Chiesa Particolare nella comunione di tutti i suoi membri”.<br />
L’esortazione apostolica “Pastores gregis” ribadisce quanto il Concilio<br />
e il Magistero pontificio hanno insegnato circa il dovere del Vescovo<br />
di promuovere l’unità e di stare vicino a tutti i sacerdoti, specialmente ai<br />
giovani, ai sacerdoti che iniziano un nuovo ministero e ai sacerdoti che<br />
lasciano uffici per motivi di età.<br />
Compito delicato e arduo che non può ricadere solo sulle spalle del<br />
Vescovo. Egli, infatti, non è un dio sceso dall’Olimpo, ma un fratello<br />
che, per quanto animato da sentimenti di paternità e di tenerezza, è pur<br />
sempre un uomo rivestito di debolezza; una debolezza tanto più evidente<br />
quanto più gravi sono i pesi <strong>delle</strong> sue responsabilità e numerosi i doveri<br />
che deve compiere.
Rendersi disponibili a ogni spinta verso la comunione e l’incontro è<br />
dovere di tutti, che scaturisce dalla grazia dell’ordinazione e dalla grave<br />
responsabilità, che come pastori abbiamo, di dare testimonianza costante,<br />
fattiva, credibile di unità.<br />
Lasciare solo al Vescovo il compito di farsi prossimo e di andare incontro,<br />
è uno sforzo inutile quando dall’altra parte si ha interesse a mantenersi<br />
a distanza.<br />
Il nostro Presbiterio, in genere, mostra buona disponibilità e fattiva<br />
sensibilità quando è chiamato a dare segni di comunione pastorale e di<br />
unità di intenti. Ma non possiamo non confessare la tentazione alla quale<br />
spesso, purtroppo, si cede di attribuire al Vescovo o ai Confratelli la colpa<br />
<strong>delle</strong> divisioni, <strong>delle</strong> distanze, <strong>delle</strong> conseguenze degli scollamenti,<br />
anche quando la coscienza ci dice che siamo anche noi a non volere essere<br />
scomodati dalle posizioni acquisite.<br />
Tirare i remi in barca, è contro l’unità; ritirarsi a vita privata, è contro<br />
l’unità; non partecipare alla vita diocesana, è contro l’unità; mettersi in atteggiamento<br />
critico, per giustificare il proprio assenteismo, è contro l’unità.<br />
Nessuno si dispiaccia se il Vescovo fa queste considerazioni alla presenza<br />
del popolo di Dio, perché, se si prendono questi atteggiamenti, i<br />
fedeli ne sono i primi testimoni, perché ne subiscono le conseguenze.<br />
Credere nell’unità<br />
Chi non crede nell’unità, non crede in Cristo; chi pensa che è impossibile<br />
<strong>camminare</strong> verso l’unità, non ha speranza in Cristo e nelle sue<br />
promesse.<br />
Non credere nell’unità è mancanza di fede, come non credere nella<br />
presenza reale del Cristo nelle specie Eucaristiche; ostacolare o non favorire<br />
l’unità è profanazione del Corpo di Cristo che è la Chiesa; infatti<br />
l’apostolo ricorda ai cristiani di Corinto che, se infrangono l’unità e si<br />
accostano all’Eucaristia, si comunicano indegnamente e mangiano la<br />
propria condanna.<br />
Per essere divisi non è necessario provare rancore o odiarsi o vendicarsi:<br />
basta ignorare, disistimare il fratello e comportarsi come se egli<br />
non esistesse; si è divisi anche andandosene per vie proprie, senza lasciarsi<br />
guidare dal Progetto Pastorale Diocesano. Purtroppo, dopo 20<br />
anni dal nuovo Codice, la parrocchia, pur essendo, anche nel XXI secolo,<br />
la forma più valida di organizzazione della vita ecclesiale, fa fatica a<br />
21
21<br />
svestirsi dell’abito che la identificava come “beneficio”, per indossare<br />
la veste della missionarietà e del servizio, l’apertura della interparrocchialità.<br />
Credo che sia questo uno dei più grossi ostacoli che il cammino<br />
verso l’unità pastorale incontra in tutte le <strong>Diocesi</strong>: la parrocchia vista come<br />
proprietà del parroco, e non come stazione missionaria in cui opera<br />
per qualche tempo, in comunione con gli altri Presbiteri, un inviato del<br />
Vescovo Diocesano.<br />
Pastori per l’unità<br />
Come inviati da Cristo a condurre il Popolo alla salvezza, non possiamo<br />
non essere assertori e costruttori di unità.<br />
A condurre il gregge non da mercenari, ma con animo di pastori, siamo<br />
chiamati tutti, ma uno solo è il Pastore Grande <strong>delle</strong> pecore.<br />
I luoghi dove il gregge è guidato al pascolo sono le singole comunità<br />
parrocchiali; ma uno solo è l’Ovile, una sola la Voce, una sola la Porta:<br />
Cristo nel segno visibile del Vescovo.<br />
Una Chiesa Locale unita, un Presbiterio in piena comunione pastorale<br />
riescono a sentire meglio gli appelli che vengono dal popolo, riescono a<br />
dare risposte concrete ed efficaci ai grandi mali che affliggono la società:<br />
l’ateismo pratico, lo smarrimento etico, la frantumazione della famiglia, lo<br />
sbandamento giovanile, l’immigrazione , la disoccupazione, la povertà.<br />
Davanti a problemi di fede, di morale, di situazioni sociali così gravi;<br />
quando è in gioco il Regno di Dio e la salvezza <strong>delle</strong> anime, non c’è posto<br />
per individualismi, pregiudizi, riserve, chiusure, isolamenti; è un grave<br />
peccato non mettere <strong>insieme</strong> tutte le forze per rendere efficace, incisiva,<br />
unitaria e organica l’azione pastorale di tutta la Chiesa Locale; è urgente<br />
e primario formare i laici, specialmente quelli che chiamiamo alla partecipazione<br />
responsabile all’apostolato, perché acquisiscano un forte senso<br />
di comunione, si sentano apostoli di una Chiesa che parla tutte le lingue,<br />
che ha piantato i pioli della sua tenda ai confini del mondo. Che senso ha<br />
fare gemellaggi e non dialogare con la parrocchia accanto?<br />
Unità e diversità<br />
Chi ha paura dell’unità, ne ha un concetto sbagliato. L’unità non è<br />
negazione <strong>delle</strong> singole identità, non è rifiuto della diversità, non è privazione<br />
di libertà o di iniziativa.
Al contrario: non c’è unità senza diversità. Senza l’unità armonica e<br />
ordinata di tutto ciò che ha una sua specifica identità, non emerge la diversità<br />
<strong>delle</strong> singole parti. La diversità è la ricchezza dell’unità.<br />
La bellezza di una Cattedrale è data dall’unità e dalla diversità di tutti<br />
gli elementi architettonici che la compongono. Un capitello, per quanto<br />
artistico, se resta solo, è buono soltanto per un museo o per un deposito.<br />
Il privilegio dell’unità<br />
A che cosa paragoneremo l’unità? A un <strong>insieme</strong> di fili che, diventati<br />
cavo, permettono l’attracco della nave in porto, sostengono le cabine di<br />
una funivia, danno alle gru la capacità di sollevare tonnellate.<br />
Insieme si acquistano forze e si raggiungono risultati che da soli è impossibile<br />
ottenere. Questa forza di coesione è frutto di un’Eucaristia ricevuta<br />
e assimilata. Quando l’incontro con Cristo Eucaristia è autentico,<br />
il cuore e le mani del pastore si riempiono di frutti di unità, di comunione<br />
fraterna, di carità in tutte le stagioni della vita.<br />
Che cos’è l’unità<br />
Lo spirito di unità del presbitero non è un semplice “essere d’accordo”<br />
su qualche iniziativa; ma ricerca di comunione di fede e di amore<br />
a Cristo, zelo condiviso per la salvezza <strong>delle</strong> anime, testimonianza comunitaria<br />
di essere un solo cuore e una sola anima, partecipazione all’ansia<br />
del Cristo per la sua “ora”: l’ora della gloria del Padre, l’ora del<br />
dono di sé, l’ora della salvezza, della riunione nell’unico ovile di tutto<br />
il gregge.<br />
Unità: dall’io al noi<br />
L’unità è il passaggio dall’“io” al “noi”. L’“io” è pienamente se stesso<br />
quando si apre incondizionatamente al “noi”. Chi non sa parlare al plurale,<br />
non conosce il linguaggio del Vangelo e della Chiesa; è una persona<br />
senza rapporti sociali, un cristiano senza parrocchia, un religioso senza<br />
comunità, un presbitero senza Chiesa Locale; un membro senza corpo,<br />
un ramo senza albero.<br />
Il linguaggio del “noi” è difficile da imparare, ma indispensabile per<br />
comunicare come uomini, come figli di Dio e, ancor più, come pastori.<br />
21
220<br />
Presbiterio e unità<br />
L’unità è l’altra faccia dell’universalità. Senza unità non ci può essere<br />
nemmeno universalità, perché prima di andare “verso”, bisogna essere<br />
“uni”. Non c’è movimento di missione, se non c’è cammino di comunione.<br />
Senza unità interna, l’ecumenismo non ha senso, non ha forza, né<br />
slancio; non ha fondamento il dialogo con le religioni, non si ha nulla da<br />
annunciare al mondo, perché l’evangelizzazione, senza la testimonianza<br />
dell’unità, è propaganda e ritualismo.<br />
In un discorso ai Vescovi eletti di recente, Giovanni Paolo II ha detto:<br />
“Il gesto del sacerdote che pone le proprie mani nelle mani del Vescovo,<br />
nel giorno dell’ordinazione presbiterale, professandogli filiale rispetto<br />
e obbedienza, a prima vista può sembrare un gesto a senso unico. Il gesto<br />
in realtà impegna entrambi: il Sacerdote e il Vescovo. Il giovane Presbitero<br />
sceglie di affidarsi al Vescovo e, da parte sua, il Vescovo s’impegna<br />
a custodire queste mani”. (Giovanni Paolo II, Ai Vescovi eletti di<br />
recente, 23.09.2002).<br />
Cari fratelli nel sacerdozio, bisogna che quelle mani si ritrovino ogni<br />
giorno e si stringano sempre più, anche quando per l’avanzata età si lascia<br />
l’effettiva guida pastorale di una comunità o un incarico di diretta<br />
responsabilità (cfr. Pastores gregis n. 47).<br />
Ce lo chiede Cristo, che ci ha costituito nell’unità; ne hanno bisogno<br />
gli Operatori Pastorali, che non devono sentirsi contesi da una parte ed<br />
estranei all’altra; ne ha diritto il Popolo di Dio di ogni comunità, che<br />
vuol sentirsi parte viva della Chiesa Locale e in dialogo con le altre parrocchie;<br />
lo chiedono le Associazioni, i Gruppi, i Movimenti, per essere<br />
aiutati a respirare ecclesialità e comunione diocesana; è un dovere che<br />
abbiamo verso chi non si riconosce nella Chiesa e ha bisogno di segni<br />
per credere.<br />
Nella benedizione dell’olio per il Crisma, chiederemo al Signore che<br />
si compia in noi il disegno del Suo amore e la nostra vita integra e pura<br />
sia in tutto conforme alla grande dignità che ci riveste come re, sacerdoti<br />
e profeti.<br />
La Vergine Santissima, Madre della Chiesa e Regina degli Apostoli,<br />
ci aiuti a vivere particolarmente in questo senso la rinnovazione <strong>delle</strong><br />
promesse sacerdotali e a dare questo segno alla nostra personale partecipazione<br />
alla Pasqua che stiamo per celebrare.
* * *<br />
Omelia<br />
per la Celebrazione diocesana<br />
del Corpus Domini<br />
<strong>Gravina</strong> in Puglia<br />
10 giugno 2004<br />
Gn 14, 18-20<br />
Sal 109<br />
1Cor 11, 23-26<br />
Lc 9, 11-17<br />
“Egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li<br />
benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero alla<br />
folla. Tutti mangiarono e si saziarono e <strong>delle</strong> parti avanzate furono portate<br />
via dodici ceste” (Lc 9, 16-17).<br />
Gesù benedisse i pani, li spezzò, li consegnò ai discepoli.<br />
Tutti ne mangiarono, si saziarono: ne avanzarono 12 ceste.<br />
Nessuno comprese il valore simbolico del gesto, né il messaggio in<br />
esso contenuto; infatti, Gesù osserverà con rammarico che, invece di<br />
capire il segno, volevano farlo re perché lui li aveva sfamati.<br />
Quando nel cenacolo il gesto di benedire e dello spezzare il pane, non<br />
avrà più valore di simbolo, ma sarà vero e reale dono del Suo Corpo e del<br />
Suo Sangue, la comprensione dei discepoli distratti e litigiosi non sarà<br />
migliore di quella della folla.<br />
Anche nella Comunità cristiana di Corinto, dove era abituale la celebrazione<br />
della Frazione del Pane, si verificavano inconvenienti e abusi<br />
che denotavano mancanza di rispetto verso il Corpo e il Sangue del Signore,<br />
ed erano segno di una fede eucaristica talmente fragile, da non<br />
incidere sul comportamento dei singoli e della Comunità.<br />
Paolo, responsabile dell’ortodossia e della fedeltà dei Corinzi, sente<br />
il bisogno di fare, riguardo all’Eucaristia, quelle puntualizzazioni che<br />
abbiamo ascoltate nella seconda lettura.<br />
Oggi, non meno di ieri, la Chiesa guarda con attenzione al mistero<br />
che Cristo ha messo nelle sue mani e, poiché i fedeli hanno il diritto di<br />
221
222<br />
esigere “che si celebri per essi in modo integro il sacrificio della Santa<br />
Messa, in piena conformità con la Dottrina del Magistero” (RS, 12),<br />
essa è sollecita a correggere attuazioni arbitrarie della liturgia che deformano<br />
le celebrazioni e provocano insicurezza dottrinale.<br />
Il Santo Padre Giovanni Paolo II, dopo averci dato una lezione di<br />
altissimo magistero sull’Eucaristia con una Enciclica, ha voluto che la<br />
Curia Romana, con una Istruzione, ribadisse punti da osservare e abusi<br />
da evitare nei confronti della SS. Eucaristia.<br />
Non è questo il momento di approfondire l’Istruzione, ma non posso<br />
non fare eco all’appello del Santo Padre, per chiedere che se ne faccia<br />
oggetto di attento studio da parte dei sacerdoti, e di catechesi ed evangelizzazione<br />
per i fedeli laici.<br />
In questa celebrazione voglio condividere con voi alcune riflessioni<br />
sulla seconda lettura, stimolate dall’Enciclica e dall’Istruzione sull’Eucaristia.<br />
1. L’Eucaristia non è proprietà privata (EE, 52)<br />
L’Apostolo Paolo, parlando dell’Eucaristia ai Cristiani di Corinto,<br />
può dire: “Io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso”.<br />
¸ Cioè: vi ho dato fedelmente quello che mi è stato consegnato; non ho<br />
tolto né aggiunto nulla; non ho manipolato la grandezza, la profondità<br />
del gesto eucaristico fatto da Gesù.<br />
¸ Ma vi ho dato anche quello che io ricevo celebrando l’Eucaristia: il<br />
mio spezzarmi, il mio donarmi, il mio farmi tutto a tutti, la mia sollecitudine<br />
per tutte le Chiese è frutto dell’Eucaristia che celebro.<br />
Sacerdoti, diaconi, catechisti, ministri istituiti, ministranti, coristi,<br />
tutti dobbiamo poter dire con Paolo: “nella fedeltà e in modo vivo vi trasmetto<br />
ciò che ho ricevuto”.<br />
“La liturgia, scrive il Papa nell’Enciclica, non è mai proprietà privata<br />
di qualcuno, né del celebrante né della comunità nella quale si celebrano<br />
i misteri”. “Le norme liturgiche siano osservate con grande fedeltà”,<br />
perché “sono un’espressione concreta dell’autentica ecclesialità<br />
dell’Eucaristia” (EE, 52).<br />
La celebrazione eucaristica è il momento privilegiato in cui la Chiesa<br />
confessa la sua fede; è il centro della vita ecclesiale, “è quanto di più<br />
prezioso la Chiesa possa avere nel suo cammino nella storia” (EE, 9);
“unisce il cielo e la terra, comprende e pervade tutto il creato” (EE, 8)<br />
…non la si può manipolare, né maltrattare.<br />
Se l’Eucaristia è celebrata bene, i credenti che vi partecipano fanno<br />
l’esperienza dei discepoli di Emmaus: riconoscono il Risorto presente<br />
nello spezzare il pane.<br />
La fedeltà alle norme, quindi, non è un’arida osservanza di rubriche:<br />
“Il sacerdote che celebra fedelmente la Messa secondo le norme liturgiche<br />
e la comunità che a questa si conforma dimostrano, in modo silenzioso<br />
ma eloquente, il loro amore per la Chiesa” (EE, 52).<br />
Purtroppo, abusi se ne commettono molti nei confronti della liturgia.<br />
“La causa di questi abusi, ha scritto Rinaldo Falsini, deriva dalla mancata<br />
formazione liturgica dei sacerdoti e dall’ignoranza della stessa introduzione<br />
generale del messale” (Vita Pastorale, n. 6/2004).<br />
2. I tradimenti nelle celebrazioni liturgiche<br />
“Il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese il pane”.<br />
Paolo, con questa annotazione temporale, vuol mettere in maggiore<br />
risalto l’assoluta gratuità del dono e la sproporzione dell’amore di Cristo<br />
a confronto con la meschinità dei discepoli.<br />
Purtroppo, quel contesto di tradimento fatto di venalità, di viltà, di<br />
paura, di rinnegamento, di fuga, di abbandono dei discepoli, oggi sembra<br />
che lo abbiamo istituzionalizzato, come se non potessimo celebrare<br />
l’Eucaristia senza tradirla.<br />
a) C’è il tradimento di quanti si comunicano stando abitualmente in peccato<br />
e rifiutando di riconciliarsi con Dio per mezzo del sacramento<br />
della penitenza;<br />
b) c’è il tradimento di quanti sono assidui frequentatori dell’altare e della<br />
mensa eucaristica e altrettanto seminatori di divisione, assertori di<br />
antiecclesialità, sordi verso ogni proposta di comunione e di unità;<br />
c) c’è il tradimento di tutti gli abusi, spesso fatti in buona fede e con pie<br />
intenzioni.<br />
Nell’Istruzione della Congregazione per il Culto Divino si afferma che:<br />
ƒ un modo arbitrario di celebrare rivela conoscenza superficiale o ignoranza<br />
<strong>delle</strong> norme e disorienta dottrinalmente il popolo di Dio.<br />
ƒ Il mistero che ci è stato affidato è troppo grande per permetterci di<br />
manipolarlo.<br />
223
224<br />
ƒ Non si possono motivare gli abusi in nome dell’adattamento pastorale,<br />
perché si ritiene rigida la norma.<br />
ƒ Non è possibile fare della liturgia il luogo neutro di sperimentazioni e<br />
scelte personali.<br />
ƒ Gli abusi, che “non di rado si radicano in un falso concetto di libertà”<br />
(n. 7):<br />
F alcuni minacciano di rendere il sacramento invalido;<br />
F altri sono segno di mancanza di fede nell’Eucaristia;<br />
F altri tendono a dissacrare l’Eucaristia.<br />
ƒ Per porre un argine, è “necessario incrementare la vita liturgica all’interno<br />
<strong>delle</strong> nostre comunità, attraverso una formazione adeguata<br />
dei ministri e di tutti i fedeli, in vista di quella piena, consapevole e<br />
attiva partecipazione alle celebrazioni liturgiche che è auspicata dal<br />
Concilio” (Spiritus et Sponsa, 7).<br />
Per rimettere al centro della vita della Chiesa l’Eucaristia, e farla<br />
essere sorgente di comunione e fermento di missione, dobbiamo impegnarci<br />
su diversi fronti:<br />
A) Riportare la famiglia a vivere il Giorno del Signore, aiutandola, con<br />
celebrazioni vive, a scoprire tutta l’importanza, la bellezza e la necessità<br />
della partecipazione comunitaria alla Messa.<br />
B) Non stancarci mai di fare catechesi e istruzioni continue e concrete<br />
sul significato dei simboli e dei riti e sul modo come essere attivamente<br />
presenti e partecipi ai vari momenti della celebrazione eucaristica.<br />
C) Rivedere con occhi nuovi il modo come si celebra, l’ambiente in cui<br />
si celebra, la suppellettile di cui ci si serve: dal calice alle pissidi,<br />
dalle ampolline ai turiboli, dalle tovaglie di altare ai lini sacri, dai<br />
paramenti ai messali, dai lezionari ai candelieri; dall’amplificazione<br />
alla illuminazione, dai canti alle letture, dai comportamenti e dagli<br />
abiti dei ministranti al coinvolgimento dell’assemblea nell’ascolto,<br />
nel canto, nella preghiera; dalla preghiera dei fedeli a tutte le aggiunte<br />
estemporanee e improvvisate di preghiere, parole, commenti;<br />
dall’approssimazione di riti alla superficialità distratta con cui ci<br />
si muove durante le celebrazioni.
3. Diventare Eucaristia con Cristo<br />
“E disse: questo è il mio corpo, che è per voi, questo calice è la nuova<br />
alleanza nel mio sangue: fate questo in memoria di me”.<br />
Dandoci il suo corpo e il suo sangue, Cristo ci ha dato il segno vivo,<br />
reale, vero, presente del suo amore verso il Padre, della sua obbedienza,<br />
della sua offerta, della sua volontà di salvare ogni uomo nel suo sangue,<br />
della sua disponibilità a spezzarsi e donarsi per fare di noi una cosa sola,<br />
per farci crescere nella carità.<br />
“Fate questo in memoria di me” significa: assumete i miei sentimenti,<br />
il mio atteggiamento interiore; partecipate a quello che io faccio di me<br />
nel segno del pane spezzato.<br />
Come è possibile far emergere da tante nostre celebrazioni il senso<br />
pieno dell’Eucaristia? Come renderle memoria viva dell’amore, dell’obbedienza,<br />
dell’offerta del Cristo? Come renderle fonte e culmine<br />
della vita <strong>delle</strong> nostre comunità?<br />
Dobbiamo ridurre coraggiosamente il numero <strong>delle</strong> Messe elevandone<br />
al massimo la dignità, la solennità e la cura.<br />
Troppe Messe senza necessità e senza la dovuta dignità si celebrano:<br />
¸ Messe ad ogni ora del giorno,<br />
¸ Messe per qualsiasi richiesta,<br />
¸ Messe su privata ordinazione,<br />
¸ Messe binate senza giusta ragione pastorale,<br />
¸ Messe monologo, in cui il celebrante è anche lettore, ministrante e<br />
assemblea,<br />
¸ Messe abusive, celebrate in luoghi e ore non ammessi,<br />
¸ Messe secondo il comodo del celebrante o di qualche fedele.<br />
Quale partecipazione all’amorosa obbedienza del Cristo ci può essere,<br />
se non si accetta nemmeno di obbedire alle norme liturgiche e alle<br />
disposizioni diocesane?<br />
Se è lecito usare <strong>delle</strong> immagini, direi che Cristo, dandoci il sacrificio<br />
del Suo Corpo e del Suo Sangue:<br />
ƒ ci ha imbandito un pranzo di festa da consumare <strong>insieme</strong>: forse ne<br />
abbiamo fatto un veloce spuntino.<br />
ƒ Ci ha dato un prezioso abito da cerimonia: forse lo abbiamo ridotto a<br />
un indumento feriale.<br />
ƒ Ci ha preparato una scuola che insegna a essere uomini e donne,<br />
22
22<br />
educatori, professionisti, operai, imprenditori, politici, cittadini, una<br />
scuola che forma persone aperte e responsabili verso i grandi problemi<br />
della società e del mondo: probabilmente ne abbiamo fatto soltanto<br />
un modo come dare suffragio ai defunti.<br />
ƒ Ci ha dato una rappresentazione viva, presente del Suo amore, del<br />
Suo sacrificio: sembra che ne abbiamo fatto una cornice adattabile a<br />
tutte le circostanze.<br />
4. Eucaristia: annuncio del Risorto nella storia<br />
“Ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice,<br />
voi annunziate la morte del Signore finché Egli venga”.<br />
Ogni Messa:<br />
¸ è e deve essere un grande momento di evangelizzazione della morte e<br />
resurrezione del Signore;<br />
¸ è una pietra miliare lungo la strada dei secoli che conduce dal cenacolo<br />
al ritorno glorioso di Cristo;<br />
¸ è una fiamma che tiene viva la fede e rende perseverante nel tempo<br />
l’annuncio del Cristo risorto fino alla sua venuta;<br />
¸ è liturgia della terra e del cielo che inneggia al Cristo risorto, Re dell’universo<br />
e Signore della storia;<br />
¸ è la Chiesa che trasmette agli uomini di ogni tempo i doni di salvezza<br />
che ha ricevuto dal suo Signore.<br />
Se tale è il Dono, quale non deve essere lo stupore sempre nuovo,<br />
il rispetto devoto, il timore santo, la gioia filiale, il silenzio mistico, il<br />
canto riverente, l’orizzonte vasto, la partecipazione intensa <strong>delle</strong> nostre<br />
celebrazioni liturgiche?<br />
Lo Spirito Santo, che guida e santifica la Chiesa, che, con la Sua potenza,<br />
ha tessuto il Cristo nel grembo di Maria e Lo rende presente nel<br />
Pane e nel Vino, trasformi le nostre menti e i nostri cuori, ravvivi la nostra<br />
fede, perché possiamo diventare Eucaristia con Cristo e annunziare<br />
la Sua morte e risurrezione finché Egli venga.<br />
(Pubblicata in Avvenire - 12 giugno 2004)
Omelia<br />
per la S. Messa trasmessa su rai uno<br />
Concattedrale di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
17 ottobre 2004<br />
XXIX Domenica del Tempo Ordinario - C<br />
Es 17, 8-13<br />
Sal 120<br />
2Tm 3, 14 – 4, 2<br />
Lc 18, 1-8<br />
“Il Figlio dell’uomo, quando verrà troverà la fede sulla terra?” (Lc<br />
18, 8).<br />
Questa domanda improvvisa, a conclusione di una parabola dall’esito<br />
felice, da 20 secoli attraversa la storia, interpella i credenti di tutti i<br />
tempi e da tutti attende risposta.<br />
Gli uomini del terzo millennio e tutti coloro che li rappresentano, hanno<br />
fede? Sono convinti che le grandi battaglie per la giustizia, la pace,<br />
la libertà, il riconoscimento dei diritti, la salvaguardia dei valori fondamentali<br />
dell’ordine naturale, si vincono non solo lottando come Giosuè<br />
e i suoi uomini, ma innanzitutto salendo sulla cima del monte, come Mosè,<br />
per pregare? “Quando Mosè alzava le mani, dice il libro dell’Esodo,<br />
Israele era il più forte”. (Es 17, 10).<br />
“Se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori”,<br />
dice il Salmo 127.<br />
Ed è proprio della necessità di pregare che oggi parla il Signore: una<br />
necessità non astratta, impersonale, per destinatari anonimi o per categorie<br />
scelte; ma un bisogno primario di tutti. Come è necessario respirare<br />
per vivere, così è indispensabile pregare perché sia viva la fede.<br />
Chi dice di credere e non dialoga con Dio, non ha vera fede.<br />
Perché la preghiera sia vera, efficace, alimenti la fede e trasformi la<br />
vita dei credenti, è necessario che sia perseverante, cioè costante, fedele,<br />
continua.<br />
Bisogna pregare “sempre, senza stancarsi” dice Gesù, anche nel silenzio<br />
di Dio, nell’oscurità della sofferenza, nell’aridità spirituale.<br />
La preghiera deve essere fiduciosa: pregare è fidarsi di Dio che è padre;<br />
è essere certi di essere ascoltati.<br />
22
22<br />
Il Padre celeste, dice Gesù, “farà giustizia prontamente ai suoi eletti<br />
che gridano a lui”.<br />
Pregare è chiedere a Dio di volere anche noi ciò che Egli chiede a noi:<br />
è ascoltare ciò che Egli dice a noi.<br />
La Scrittura, scrive Paolo a Timoteo, è ispirata da Dio, e perciò può<br />
istruire per la salvezza, convincere, correggere, condurre alla virtù, formare<br />
personalità complete e preparate.<br />
Ecco perché l’apostolo scongiura in nome di Dio il suo discepolo e<br />
collaboratore di annunziare il Vangelo anche in luoghi e momenti ritenuti<br />
non opportuni, senza aver timore di rimproverare, ammonire ed esortare,<br />
perché tutti giungano alla conoscenza del Cristo e della sua verità.<br />
Tutti abbiamo bisogno di instaurare un giusto rapporto con Dio nella<br />
preghiera.<br />
Devono pregare:<br />
– gli operai, perché non diventino anch’essi pezzi di ingranaggio <strong>delle</strong><br />
macchine con le quali lavorano;<br />
– i liberi professionisti, per non essere fagocitati da un’insaziabile sete<br />
di guadagno;<br />
– i poveri, perché si sentano amati da Dio, per mezzo della solidarietà<br />
dei fratelli.<br />
Devono pregare i politici: il Papa, nel Messaggio per la 44ª settimana<br />
sociale, ha detto: “Se l’azione politica non si confronta con una superiore<br />
istanza etica, illuminata a sua volta da una visione integrale dell’uomo e<br />
della società, finisce per essere asservita a fini inadeguati, se non illeciti”.<br />
È necessario riscoprire la centralità della preghiera in famiglia. La<br />
preghiera in casa è elemento costitutivo della vita e della crescita della<br />
famiglia. Il dialogo con Dio è linfa salutare per la vitalità della famiglia<br />
cristiana.<br />
Nella preghiera si rinverdiscono gli affetti, ci si scambia il perdono, si<br />
ricambia l’aria, si risale in quota.<br />
La famiglia ha bisogno di pregare e di confrontarsi quotidianamente<br />
col vangelo, perché è esposta alla dispersione del mondo che la circonda.<br />
Bisogna insegnare ai giovani a pregare. Pregare è proprio dei giovani,<br />
perché pregare è amare. Amare e pregare è giovane. I giovani amano<br />
male e non pregano perché non insegniamo a fare l’una e l’altra cosa.<br />
Aiutiamo i giovani ad amare il silenzio, ad entrarvi, nascerà una generazione<br />
primaverile per colorare di speranza i foschi orizzonti di questo<br />
inizio di millennio.
Tenere le braccia alzate in preghiera e per la salvezza dell’umanità<br />
è talmente essenziale che Dio chiama uomini e donne a dedicare la vita<br />
alla preghiera, per entrare nel cuore della storia.<br />
Senza una vita consacrata alla preghiera, dice S. Teresa di Lisieux,<br />
“Gli apostoli non avrebbero più annunziato il vangelo, i martiri non<br />
avrebbero più versato il loro sangue”.<br />
E la storia ci attesta che solo uomini e donne che hanno saputo coniugare<br />
la preghiera di Mosè e l’azione di Giosuè, che si sono mantenuti<br />
saldamente fedeli alla Parola come Paolo e Timoteo, hanno contribuito<br />
alla salvezza della famiglia, al progresso morale e civile dei popoli, alla<br />
promozione della cultura, alla crescita della pace tra le nazioni e alla<br />
santità nella Chiesa.<br />
* * *<br />
Omelia<br />
per la Consacrazione verginale<br />
di Marisa Piazza e Anna Garziano<br />
Basilica Concattedrale di <strong>Gravina</strong><br />
6 novembre 2004<br />
XXXII Domenica del Tempo Ordinario - C<br />
Schema<br />
Mac 7, 1-2.9-14<br />
Sal 16<br />
2Ts 2, 16-3,5<br />
Lc 20, 27-38<br />
La Parola che il Signore ci ha donata, anche se parla di morte e risurrezione,<br />
ci aiuta molto ad entrare nel senso di questa celebrazione… a<br />
comprendere il gesto di Anna e Marisa.<br />
Un bambino, qualche giorno fa, sentendo dagli adulti che oggi si celebrava<br />
uno sposalizio con Gesù, ha esclamato: “Con tanti uomini che<br />
ci sono, proprio Gesù si deve prendere!”.<br />
L’innocenza e la semplicità infantile di questo bimbo non c’erano<br />
nel quesito che i Sadducei pongono a Gesù, alcuni giorni prima della<br />
22
230<br />
sua Passione: “Di chi sarà moglie, nell’altra vita, la donna sposata da<br />
sette fratelli?”.<br />
Coloro che ponevano questa domanda a Gesù erano i Sadducei: un<br />
partito politico-religioso, formato dalla casta sacerdotale più ricca e<br />
dalla nobiltà di Gerusalemme.<br />
I Sadducei non credevano alla risurrezione dei morti. Pensavano che<br />
l’unico modo per sopravvivere dopo la morte era assicurarsi una discendenza.<br />
Per questo, quando un uomo moriva senza figli, il fratello<br />
del defunto doveva sposare la vedova.<br />
Proprio perché negavano la risurrezione, non riconoscevano come<br />
Parola di Dio il racconto dei sette fratelli Maccabei, che noi abbiamo<br />
ascoltato nella Prima lettura.<br />
Ma i Sadducei non erano gli unici che non credevano alla risurrezione<br />
dei corpi.<br />
Anche l’apostolo Paolo nel Foro, nella piazza, di Atene, fu deriso e<br />
lasciato solo dagli uditori, quando cominciò a parlare di risurrezione<br />
dai morti.<br />
Oggi sono tante le correnti di pensiero che non credono nella vita<br />
oltre la morte e sono tanti i cristiani che non credono nella vita eterna.<br />
E, se guardiamo il modo di vivere del mondo, dobbiamo ammettere che<br />
sono molti quelli che “vivono da nemici della croce e hanno per Dio il<br />
loro ventre” (S. Paolo).<br />
In questo contesto, come una meteora in un mare immobile, cade<br />
oggi questa celebrazione con la quale Marisa ed Anna gridano al mondo<br />
ciò che i fratelli Maccabei dicevano al giudice: “Da Dio ho queste<br />
membra… da lui spero riaverle di nuovo… Il Re del mondo ci risusciterà<br />
a vita nuova ed eterna… è bello attendere da Dio di essere da lui<br />
risuscitati”.<br />
In queste espressioni è già contenuta quella verità che Gesù ha affermato<br />
più chiaramente nel Vangelo: “Nella vita eterna non ci si sposa, né<br />
ci si marita, ma tutti saranno come gli angeli”.<br />
Ad alcuni uomini e donne, però, il Signore propone di vivere e di<br />
essere uguali agli angeli già in terra: ecco la vita consacrata. Ecco da<br />
dove nasce la decisione di Anna e Marisa di consacrarsi a Cristo e alla<br />
Chiesa.
San Paolo, nella seconda lettura, sembra che voglia rappresentare<br />
scenicamente ciò che stiamo vivendo.<br />
Il brano proclamato della lettera ai Tessalonicesi sembra una scena<br />
di un grande dramma, in cui i protagonisti sono Marisa e Anna, tutti noi,<br />
l’apostolo Paolo, la Chiesa, nella persona del Vescovo.<br />
Con le parole dell’Apostolo, Anna e Marisa ci rivelano il loro segreto:<br />
siamo qui perché “il Signore nostro Gesù Cristo e Dio Padre nostro<br />
ci ha amate e ci ha dato per sua grazia una consolazione eterna e una<br />
buona speranza”.<br />
Ma, consapevoli della grandezza del dono e della responsabilità, si<br />
rivolgono a tutti noi per una richiesta: “Pregate per noi, perché la Parola<br />
del Signore si diffonda” anche per mezzo del nostro umile e gioioso<br />
dono.<br />
A questo punto interviene l’apostolo Paolo, per dare fiducia a queste<br />
nostre due sorelle, dicendo: “Il Signore è fedele: egli vi confermerà e vi<br />
custodirà dal maligno”.<br />
Infine, la Chiesa, nella persona del Vescovo, accogliendo la petizione<br />
di Anna e Marisa e la carica di fiducia di Paolo, si mette in preghiera:<br />
“Il Signore diriga i vostri cuori nell’amore di Dio e nella pazienza di<br />
Cristo”.<br />
Tutta la Chiesa diocesana oggi prega e dice grazie ad Anna e Marisa<br />
per il loro “sì”, per la loro disponibilità, per la loro testimonianza, per il<br />
dono che fanno di sé alla Chiesa.<br />
La Chiesa, la nostra Chiesa locale, il mondo, i giovani hanno bisogno<br />
di segni che richiamano la vita futura.<br />
Abbiamo bisogno di chi dimostri che Dio ci ama e chiama all’amore;<br />
di chi testimoni che Cristo riempie di senso, di gioia, di amore, la vita di<br />
un giovane o di una ragazza, infinitamente di più di qualunque creatura;<br />
di chi dimostri che la sostanza dell’amore non è nel dialogo sessuale,<br />
ma nel rapporto intimo di comunione di cuori, di vite, di intenti; di chi<br />
si faccia segno visibile ed efficace che esiste una nuzialità vera e reale<br />
con Cristo; di chi vive il presente, guardando il futuro; di chi si impegna<br />
nel tempo alla luce dell’eternità; di chi dimostri, con le scelte di vita, che<br />
“c’è più gioia nel dare, che nel ricevere”; di chi faccia prendere coscienza<br />
a tutti che c’è un progetto di amore su ogni uomo e su ogni donna.<br />
La vita non ci è stata data per farne la fiera della stoltezza, il bazar<br />
del nulla o della affannosa futilità, un ripostiglio disordinato di espe-<br />
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232<br />
rienze deludenti. La vita non è una fatalità, né un cioccolatino da offrire<br />
al primo che capita. La vita di ogni persona, per quanto piccola o breve<br />
sia, fa parte di un grandioso disegno di amore di Dio: ogni persona ha il<br />
dovere di sapere quale è il suo posto e la sua missione.<br />
Marisa e Anna, nel consegnarvi l’anello e la Liturgia <strong>delle</strong> ore, vi<br />
dirò: “Non dimenticate mai che vi siete donate totalmente a Lui e al<br />
suo Corpo che è la Chiesa”; “La preghiera della Chiesa risuoni senza<br />
interruzione nel vostro cuore e sulle vostre labbra, come lode perenne<br />
al Padre e viva intercessione per la salvezza del mondo”.<br />
È questo il nostro augurio, e soprattutto la nostra preghiera.<br />
* * *<br />
Omelia<br />
nella Solenne Concelebrazione<br />
per il Centenario della morte di Melania Calvat<br />
Cattedrale di <strong>Altamura</strong><br />
15 dicembre 2004<br />
Is 45, 6-8.18.21-26<br />
Sal 84<br />
Lc 7, 19-23<br />
“Io sono il Signore e non c’è alcun altro” (Is 45, 6)<br />
“Vieni, Signore, Re di giustizia e di pace” (Rit. al Salmo)<br />
“Sei Tu Colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?” (Lc 7, 20)<br />
La Parola che è stata proclamata richiama e attualizza il messaggio di<br />
N. S. de La Salette a Melania Calvat e a Massimino Giraud.<br />
Lascio agli studiosi intervenuti alle celebrazioni centenarie, il compito<br />
di approfondire gli aspetti storici, teologici, scientifici, ecclesiali,<br />
politici e mistici suscitati da Melania Calvat e da Massimino Giraud e<br />
dalle apparizioni de La Salette.<br />
Io vorrei solo fare un cenno dell’esperienza umana e spirituale di Melania,<br />
senza addentrarmi in questioni di critica storico-filosofica o teologica.
Sia perché siamo in un contesto liturgico, sia perché sono vostro Pastore,<br />
vorrei aiutarvi a guardare più da vicino la testimonianza di Melania,<br />
per confrontarci con essa.<br />
Mi sembra opportuno partire dall’evento centrale che ha fatto entrare<br />
nella storia civile ed ecclesiale il nome di Melania e del suo piccolo amico;<br />
e lo faccio, servendomi di alcuni passi del suo racconto biografico.<br />
“Vidi una bella luce, più brillante di quella del sole ed ebbi appena il<br />
tempo di dire queste parole: - Massimino, vedi laggiù?... Guardavo con<br />
molto coraggio quella luce, che era immobile, e come se si fosse aperta,<br />
scorsi un’altra luce ancora più brillante della prima, che si muoveva, in<br />
quella luce una bellissima Signora, seduta sul nostro Paradiso (piccola<br />
costruzione fatta con pietre dai due fanciulli), con la testa fra le mani”…<br />
“La Madonna… pianse per quasi tutto il tempo in cui ci parlò. Le sue<br />
lacrime scendevano ad una ad una lentamente sino alle sue ginocchia,<br />
poi, come scintille di luce, sparivano. Avrei voluto consolarla, perché<br />
non piangesse più, ma mi sembrava che avesse bisogno di farci vedere<br />
le sue lacrime per meglio mostrare il suo amore dimenticato dagli uomini…<br />
Avrei voluto gettarmi fra le sue braccia e dirle: - Mia buona Mamma,<br />
non piangere! Ti voglio amare per tutti gli uomini della terra!”…<br />
“Era tutta bella, tutta fatta d’amore. Sembrava che la parola ‘amore’<br />
uscisse dalle sue labbra purissime. Il suo sguardo era dolce, penetrante.<br />
L’abito era d’un bianco argentato. Non aveva nulla di materiale ed era<br />
composta di una luce cangiante, scintillante. La corona di rose che aveva<br />
sulla testa era così luminosa che è impossibile formarsene un’idea…”.<br />
“Aveva un grembiule giallo. Ma che dico giallo? Brillava più di diversi<br />
soli messi <strong>insieme</strong>. Non era di stoffa materiale ma un composto di<br />
gloria… d’una bellezza che rapiva. Aveva due catene (al collo), una più<br />
grande e l’altra più piccola. A quest’ultima era appesa una Croce Luminosa.<br />
Il Crocifisso era di color carne naturale”…<br />
“Mi guardava con tenera bontà. Avrei voluto lanciarmi fra le sue<br />
braccia”.<br />
L’incontro di Melania col soprannaturale non si è verificato solo sulle<br />
pendici del monte Planeau, nelle Alpi Occidentali, il 19 settembre 1846.<br />
L’esperienza mistica ha accompagnato tutta la vita di Melania.<br />
Ma, per evitare di far credere che la Santità consista in fenomeni mistici,<br />
in gratuite esperienze straordinarie, è utile dare un’idea di chi è<br />
quella creatura favorita dall’Alto.<br />
233
234<br />
Melania era terza di una famiglia di sette figli; nacque il 7 novembre<br />
1831 nella casa più povera del villaggio di Corps, <strong>Diocesi</strong> di Grenoble,<br />
sulle Alpi Occidentali. Il papà era taglialegna e muratore. Per lavoro<br />
spesso doveva assentarsi da casa. Fu lui ad insegnare a Melania l’amore<br />
al Crocifisso, sin dalla più tenera età.<br />
Scrive Melania nell’autobiografia: “Amavo quel Cristo e Gli parlavo,<br />
ma Lui non mi rispondeva e nella mia ignoranza pensavo che dovessi<br />
imitare il suo silenzio”.<br />
Melania era scontrosa di carattere, taciturna. Aveva una natura che<br />
altri definivano selvatica e ribelle, specie quando era costretta a stare nel<br />
chiasso.<br />
La mamma amava le feste, gli svaghi, i balli, i divertimenti. Un giorno,<br />
picchiò la bambina, la maledisse, deplorò che non fosse morta alla<br />
nascita, la cacciò di casa perché, con il suo pianto inconsolabile, le aveva<br />
rovinato una festa. La stessa scena, con rinnovata cacciata da casa, si<br />
ripeté quando Melania aveva 5 anni. La bimba non ricorderà più quanti<br />
giorni era stata fuori. Al padre che, rientrato in famiglia, era andato a<br />
cercarla e le aveva chiesto cosa avesse mangiato, racconta che un fanciullo<br />
l’aveva nutrita. Papà Calvat pensò che lo stress le aveva confuso<br />
le idee. Amava appartarsi dove nessuno la vedeva, per pregare come il<br />
“Fratellino”, Gesù, le aveva insegnato: prostrata al suolo, oppure ritta<br />
con le braccia aperte.<br />
Durante una “lunga e misteriosa” malattia, per un eccesso di pudore,<br />
non volle essere toccata dal dottore.<br />
Più si inoltrava nel “Divino”, più diventava silenziosa e isolata: con<br />
due soldi presi nella borsa della mamma comprò una bambola per catechizzarla<br />
e insegnarle a pronunciare il nome di Gesù, e si stupiva che la<br />
bambola non dava alcun segno di apprendimento.<br />
La madre, sentendola parlare da sola e saputo che aveva preso i due<br />
soldi nella sua borsa, la coprì di improperi e le diede della ladra.<br />
In un’altra circostanza, poiché Melania, con il suo pianto l’aveva costretta<br />
ad abbandonare lo spettacolo di un prestigiatore, la cacciò di casa.<br />
La piccola, rifugiatasi in chiesa, fu accolta da una zia, finché la mamma,<br />
inviperita, non se la riprese.<br />
A sei anni Melania è già pastorella presso un’anziana donna, per volontà<br />
della madre.<br />
Durante l’inverno, il papà la iscrive a scuola; la maestra, un giorno,
vedendola spettinata e mal ridotta, tenta di ravviarle i capelli, ma trovandoli<br />
incollati da grumi di sangue, glieli lega con un nastro.<br />
A casa, la mamma le dà della “civetta” che vuole attirare l’attenzione<br />
dei ragazzi, e le taglia i capelli qua e là, rendendola ridicola. Il giorno<br />
seguente: risate generali a scuola.<br />
Un giorno, per aver attaccato un bottone alla camicia del padre, fu<br />
aggredita dalla madre come falsa e ipocrita, e accusata di voler sottrarre<br />
l’amore del padre verso la moglie. Sputi, schiaffi e la punizione di dormire<br />
su un giaciglio, per terra, completarono la ricompensa.<br />
Scrive Melania: “Non avendo mai perso la presenza di Dio Benedetto,<br />
baciavo nel mio spirito ad una ad una, ogni parola che la mia cara<br />
madre mi indirizzava” (autobiografia).<br />
A dieci anni, Melania è a servizio in borgata “Le Serre”. Quando non<br />
è al pascolo deve custodire un neonato.<br />
Un giorno mentre è sola in casa, entrano dei malviventi per rubare; Melania<br />
dà loro del lardo affumicato. I ladri, uscendo incendiano la culla.<br />
La pastorella pur avendo spento il fuoco e messo in salvo il bambino,<br />
dovette buscarsi le reazioni della nonna e della mamma del neonato.<br />
Il papà del piccolo, un certo Maurizio, in una <strong>delle</strong> sue visite, tentò di far<br />
sedere Melania sulle proprie ginocchia; ma si buscò un solenne ceffone.<br />
Un grosso schiaffo ricevette Melania dalla propria mamma, che aveva<br />
litigato con il marito e si era allontanata da casa, perché si era preoccupata<br />
di portarle da mangiare.<br />
Così si sentì chiamare pazza e strega dalla mamma, solo perché il papà<br />
le aveva comprato della stoffa per cucirsi <strong>delle</strong> camicie.<br />
Nel 1843-44 Melania è pastorella a Sainte-Luce; nel 1845 è a Saint<br />
Michel presso due giovani sposi che hanno un bimbo e un unico letto.<br />
I padroni vogliono che Melania dorma con loro; la pastorella dorme tre<br />
notti per terra; la quarta notte si rannicchia nel trogolo in cui mangiavano<br />
i maiali.<br />
Un giovane di Corps diffonde la notizia in paese; la mamma, punta<br />
nell’orgoglio, ritira la figlia, ma per affidarla a una famiglia di ladri, i<br />
quali vogliono che dorma con loro.<br />
Uno di essi le sbatte più volte la testa sul pavimento, poi afferra una<br />
scure per staccarle la testa; Melania, la cui ora del martirio è arrivata,<br />
viene rapita in estasi; l’energumeno e gli altri non la vedono più. Quando<br />
riappare al di fuori della casa pensano che sia una strega; ma questo non<br />
impedisce loro di maltrattarla.<br />
23
23<br />
Pietro Calvat la porta via da quell’ambiente, ma la moglie manda<br />
Melania presso i Pra, agli Ablandins, una frazione del comune de La<br />
Salette.<br />
Il 18 settembre 1846, mentre Melania è al pascolo sulle pendici del<br />
monte Planeau, incontra Massimino Giraud, un pastorello di undici anni:<br />
il giorno dopo i due ragazzi si trovano alla presenza della Bella Signora,<br />
per ricevere un messaggio e un segreto che procureranno loro<br />
tante sofferenze, incomprensioni e persecuzioni.<br />
Dopo l’apparizione, Melania è accolta presso le suore della Provvidenza<br />
di Corps.<br />
La sua natura silenziosa, timida, triste, man mano si stempera in una<br />
maggiore socievolezza; le suore notano soprattutto il suo distacco dal<br />
mondo e la sua umiltà, poiché, di propria iniziativa, non parlava mai dell’apparizione<br />
e si nascondeva se si accorgeva di essere notata.<br />
Quando decise di farsi suora e lo comunicò al padre, si salvò miracolosamente<br />
da una fucilata e rimase rinchiusa in cantina per sei giorni,<br />
finché un signore di Parigi, devoto de La Salette, non pagò un grosso<br />
debito di Pietro Calvat, a condizione che liberasse la figlia.<br />
Il giorno dopo Melania partì per Corenc, per entrare nel Noviziato<br />
<strong>delle</strong> Suore della Provvidenza, col nome di suor Maria della Croce.<br />
Il 19 settembre 1851, Mons. De Bruillard, Vescovo di Grenoble, dichiara<br />
l’autenticità dell’apparizione; ma quando Melania giunge alla<br />
professione, è fermata, perché a Grenoble c’è un nuovo vescovo, Mons.<br />
Ginouhilac, il quale vuole conoscere il segreto.<br />
Qui comincia una seconda peregrinazione fisica e spirituale che è impossibile<br />
descrivere nell’ambito di un’Omelia. Dopo un periodo di riposo<br />
a Valenza e a Corps, un prelato inglese lo porta in Inghilterra.<br />
A causa di un malessere si trova ospite del Monastero <strong>delle</strong> Carmelitane<br />
di Darlington e assediata dalle monache perché si facesse Carmelitana,<br />
anche perché c’era la minaccia di scomunica del vescovo di<br />
Grenoble, se fosse rientrata in <strong>Diocesi</strong>. Fa la professione, ma non il voto<br />
di clausura.<br />
Nel 1860 raggiunge la mamma a Marsiglia dove lavora presso il signor<br />
Geille. Qui è accolta come ospite dalle suore della Compassione,<br />
che la mandano in Grecia, a Cefalonia, per mettere ordine e disciplina in<br />
un orfanotrofio.
Al ritorno a Marsiglia, le è permesso di entrare effettivamente nella<br />
Congregazione, purché non si faccia riconoscere. Viene riconosciuta, si<br />
sparge la notizia, ed ella si trova fuori.<br />
Di tutto ciò che è avvenuto dopo: della conoscenza di Mons. Petagna.<br />
Vescovo esule di Castellammare; dei rapporti con Mons. Zola, futuro<br />
Vescovo di Lecce; dell’atteggiamento di alcuni Vescovi francesi; dell’incontro<br />
e della collaborazione con S. Annibale M. di Francia; del suo<br />
arrivo ad <strong>Altamura</strong>, si parlerà diffusamente nelle relazioni del Convegno.<br />
Mi sembra, invece, opportuno accennare alle esperienze mistiche<br />
raccontate da Melania nei suoi scritti, senza pretesa di esprimere giudizi,<br />
ma con la ferma convinzione personale che quando una creatura umana<br />
subisce prove terribili, accettandole e giudicandole in modo evangelicamente<br />
e asceticamente ineccepibile, è segno che è immersa in un rapporto<br />
superiore con la Trinità.<br />
Melania racconta che quando, bambina, era cacciata di casa dalla<br />
mamma, il “Fratellino” col vestito rosa, si prendeva cura di lei. A 5 anni<br />
chiede a Gesù come corrispondere al Suo Amore. “Soffrendo e crocifiggendoti”<br />
le risponde Gesù.<br />
Melania domanda di seguire la via della crocifissione e viene appagata:<br />
vede Gesù portare una grande Croce, e riceve le stigmate nel suo corpicino.<br />
Scrive Paul Gouin: “Da quel momento essa provò grandi dolori<br />
nelle parti del corpo stigmatizzate dove, in certi giorni, specialmente il<br />
Venerdì durante la Quaresima, vi si formavano <strong>delle</strong> piaghe, che, aprendosi,<br />
effondevano sangue”.<br />
Il parroco Rigaux, che ospitò Melania, ormai prossima alla fine, attesta:<br />
“Ho visto scorrere il sangue di questa privilegiata, ho toccato le sue<br />
mani insanguinate; la mia buona domestica ha visto la corona di spine<br />
emettere sangue davanti a lei”.<br />
Non aveva ancora ricevuto la Prima Comunione, Gesù le si fa vedere<br />
visibilmente presente nell’Eucaristia, la comunica togliendo un’Ostia<br />
dal cuore aperto e le dice: “Ricevi, sorella, l’amore eterno del Dio dei<br />
forti”. Al rito è presente Maria.<br />
Quando fu cacciata di casa e si rifugiò in Chiesa pregando davanti<br />
alla statua della Vergine, il Bambino le mostrò uno specchio appannato.<br />
Melania chiede perdono dei suoi peccati e lo specchio si rischiara.<br />
Scrive Melania: “Mi inginocchiai pregando Maria, Vergine e Madre di<br />
23
23<br />
ottenermi per i meriti della passione e della morte di Gesù Cristo, per<br />
i meriti della Sua povertà, il perdono <strong>delle</strong> mie colpe… E pregai il mio<br />
dolce Gesù di darmene l’assoluzione. Lo fece con la mano destra” (Autobiografia).<br />
In una <strong>delle</strong> tante apparizioni, Gesù le si mostra col volto insanguinato.<br />
Melania vuole asciugarlo, ma ne è impedita e comprende che Gesù<br />
vuole espiazione, riparazione, penitenza.<br />
In compagnia dell’Angelo Custode vede il Purgatorio e, dopo averlo<br />
descritto, conclude: “Da quel momento cercavo con ogni mezzo possibile<br />
di sollevare le anime del Purgatorio e di ottenere la loro liberazione…<br />
Mi procurai qualche piccolo oggetto per la penitenza corporale…”: spine<br />
nel letto, rami di rovo, una cintura con chiodi.<br />
Prima dell’apparizione della Vergine a La Salette, mentre i fratelli<br />
giocavano all’aperto, poco distante da Corps, Melania si raccoglie in<br />
preghiera nella Cappella di San Rocco. Le appare Gesù, “il mio desiderato<br />
fratello”, per celebrare con lei, dopo le vittorie riportate, il “fidanzamento<br />
spirituale”.<br />
Il cammino terreno di Melania si è concluso ad <strong>Altamura</strong>; i suoi giorni<br />
si sono spenti tra noi, perché noi raccogliessimo l’eredità di luce che,<br />
col suo ritorno al Padre e il suo incontro “vis à vis” con la Vergine, si è<br />
accesa per tutta la Chiesa.<br />
A 100 anni dalla sua morte, lontani e fuori da tutti i condizionamenti<br />
politici ed ecclesiali in cui Melania è stata chiamata a dare la sua testimonianza<br />
di amore a Cristo, alla Chiesa, all’umanità, credo che siano<br />
maturati i tempi per rileggere la sua vita e riscoprire il senso della sua<br />
missione.<br />
Sono certo che queste celebrazioni centenarie e l’intercessione di<br />
Melania apriranno vie nuove al messaggio che il Signore e la Vergine<br />
le hanno affidato e segneranno l’inizio di un ritorno della Veggente nel<br />
cuore de La Salette e di un cammino verso la sua glorificazione.
Omelia<br />
per la Veglia di preghiera<br />
alla fine dell’anno<br />
Basilica Concattedrale di <strong>Gravina</strong><br />
31 dicembre 2004<br />
Schema<br />
È impossibile vivere questa fine di anno, senza pensare alla catastrofe<br />
mondiale che stiamo vivendo.<br />
In queste ore si cercano i dispersi, si accumulano e seppelliscono<br />
cadaveri, si identificano i morti, si cerca di aiutare i superstiti, si fanno<br />
calcoli di vite umane perdute, di danni provocati dal maremoto; si<br />
elencano le conseguenze sull’ambiente, sui sopravvissuti, sull’economia<br />
dei Paesi colpiti, sulle multinazionali che investano nel Sud-Est<br />
asiatico, sul movimento turistico.<br />
Ci si domanda quanto costerà e durerà la ricostruzione e la ripresa<br />
della vita.<br />
Si è messa in moto la solidarietà di persone, volontari, associazioni,<br />
governi.<br />
C’è chi piange i morti e la perdita di tutto; c’è chi gioisce di essersela<br />
scampata; c’è chi ha negli occhi le immagini allucinanti della fine del<br />
mondo in diretta.<br />
C’è chi si chiede: Dio, se c’è, perché non ha fatto nulla? Perché Dio<br />
ha punito milioni di persone?<br />
Così, tra un atteggiamento blasfemo e preoccupazioni puramente<br />
materiali, fra qualche tempo, <strong>insieme</strong> ai cadaveri, corriamo il rischio di<br />
seppellire anche tutto quello che dobbiamo capire.<br />
Mi sono chiesto in questi giorni: Il popolo biblico, come avrebbe<br />
visto questo immenso disastro?.<br />
Il popolo d’Israele, davanti all’esilio, alle carestie, alla distruzione<br />
di Gerusalemme, con l’aiuto dei Profeti, si faceva l’esame di coscienza,<br />
rientrava in se stesso, prendeva coscienza della preziosità e fragilità<br />
della vita, della brevità dei giorni, della necessità di vivere rettamente,<br />
della facilità con cui ci si può trovare davanti alla morte; sentiva un<br />
23
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rinnovato bisogno di tornare al Signore, di rispettare la legge, di non<br />
vivere da stolto.<br />
Se il maremoto non ci ricorda e non ci insegna tutto questo, i suoi<br />
danni saranno infinitamente superiori, e tante vite umane perdute non<br />
avranno insegnato nulla.<br />
Apriamo il cuore e le mani alla solidarietà verso le popolazioni colpite;<br />
ma apriamoli anche verso Dio.<br />
Un anno solare che finisce è come un’onda che giunge a riva: non ci<br />
uccide, ma ci ricorda che un altro anno della nostra vita è passato.<br />
Il nostro essere qui, in quest’ora, è segno che:<br />
1. guardiamo il tempo con gli occhi della fede: non come semplice succedersi<br />
di giorni lieti e tristi; ma come dono di Dio a noi, per cui<br />
siamo venuti a ringraziarlo per l’anno che ci ha dato;<br />
2. guardiamo il tempo come dono nostro a Dio, per cui siamo venuti a<br />
offrirgli tutto ciò che, col suo aiuto, abbiamo fatto di buono;<br />
3. guardiamo alla fine di un anno, non come insulso momento di sfrenata<br />
allegria, ma come momento di verifica, di esame, di riepilogo:<br />
quanta luce e quanto buio ci sono stati in quest’anno? Quanto amore<br />
e quanta divisione? Quanto cammino e quanto regresso?<br />
4. Guardiamo al nuovo anno come nuovo inizio, per cui ci chiediamo,<br />
sul piano personale, familiare, comunitario, in che cosa dobbiamo<br />
rinnovarci, cambiare?<br />
Il Vangelo che è stato letto, ci ha presentato:<br />
– dei saggi che cercano il re che è nato;<br />
– la città di Gerusalemme addormentata.<br />
Quella città addormentata, oggi, è il mondo; e quella domanda:<br />
“Dov’è il re che è nato?”, gli uomini di oggi non sentono più il bisogno<br />
di porsela.<br />
Chiediamo al Signore, per intercessione di Maria, di farci vivere il<br />
2005, anno dell’Eucaristia, nell’atteggiamento dei Magi:<br />
1. di ricerca di Gesù e di adorazione davanti a lui nell’Eucaristia;<br />
2. di annuncio e di missione verso tute le persone e le famiglie <strong>delle</strong><br />
nostre Comunità.
Ai Rev.diPresbiteri e Diaconi<br />
Diocesani e Religiosi<br />
Lettere<br />
Carissimi,<br />
è ormai imminente l’avvio della serie di incontri del Vescovo con Voi<br />
e con gli Organismi Pastorali Parrocchiali, previsti dal Programma Pastorale<br />
Diocesano 2003-2005.<br />
Abbiamo bisogno di:<br />
1. verificare problematiche sacerdotali e pastorali dei singoli Paesi;<br />
2. ipotizzare nuovi assetti pastorali e parrocchiali;<br />
3. confrontarci con le Linee Programmatiche della <strong>Diocesi</strong> per gli anni<br />
2003-2005;<br />
4. presentare proposte, suggerimenti, problemi, difficoltà, in vista di un<br />
migliore andamento della vita diocesana.<br />
Chiedo umilmente e fraternamente che tutti gli incontri siano caratterizzati<br />
da fraternità, verità, apertura, interesse, dialogo.<br />
Il silenzio o la passività, l’assenza o l’animosità renderebbero inutili<br />
e controproducenti momenti di grazia per la nostra Chiesa Locale.<br />
Colgo l’occasione per convocare ufficialmente l’Assemblea Presbiterale<br />
per l’elezione del nuovo Consiglio Presbiterale, al termine del ritiro<br />
del 13 febbraio 2004 presso il Centro Giovanile “Benedetto XIII”<br />
(art. 6 dello Statuto).<br />
I Presbiteri impediti riceveranno a casa il modulo per l’elezione e lo<br />
faranno pervenire al Vescovo in busta chiusa (art. 11).<br />
Il seggio elettorale sarà così composto:<br />
Presidente: D. Vito Colonna;<br />
Segretario: D. Vincenzo Panaro;<br />
Scrutatori: D. Giovanni Giove - D. Nunzio Falcicchio.<br />
In attesa di vederci e ascoltarci, Vi saluto cordialmente.<br />
<strong>Gravina</strong> in Puglia, 11 gennaio 2004, Festa del Battesimo del Signore<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
241
242<br />
INCONTRI DEL VESCOVO CON I SACERDOTI<br />
<strong>Altamura</strong>:<br />
16 gennaio 2004 ore 10.00-12.30 Curia Diocesana<br />
Allegato A<br />
<strong>Gravina</strong>-Spinazzola-Poggiorsini:<br />
23 gennaio 2004 ore 10.00-12.30 Episcopio <strong>Gravina</strong><br />
<strong>Acquaviva</strong>:<br />
30 gennaio 2004 ore 10.00-12.30 Cattedrale <strong>Acquaviva</strong><br />
Santeramo:<br />
27 febbraio 2004 ore 10.00-12.30 Padri Monfortani<br />
INCONTRI DEL VESCOVO<br />
CON GLI ORGANISMI PASTORALI PARROCCHIALI<br />
<strong>Altamura</strong>: ore 19.30<br />
<strong>Altamura</strong> 1:<br />
21 gennaio 2004 Cattedrale - S. Agostino - S. Nicola - SS.<br />
Trinità<br />
<strong>Altamura</strong> 2:<br />
3 febbraio 2004 Carmine - Consolazione - SS. Rosario<br />
<strong>Altamura</strong> 3:<br />
4 febbraio 2004 S. Cuore - S. Michele - S. Teresa<br />
<strong>Altamura</strong> 4:<br />
10 febbraio 2004 S. Anna - S. Giovanni Bosco - S. Sabino<br />
- S. Sepolcro
<strong>Gravina</strong>-Poggiorsini: ore 19.30<br />
<strong>Gravina</strong> 1:<br />
17 febbraio 2004 B. Pastore - S. Domenico - SS. Crocifisso<br />
<strong>Gravina</strong> 2:<br />
18 febbraio 2004 S. Giovanni B.- S. Giovanni Ev. - S. Nicola<br />
- S. Francesco - Maria SS. Addolorata<br />
<strong>Gravina</strong> 3:<br />
24 febbraio 2004 Madonna della Grazia - Spirito Santo - S.<br />
Matteo - SS. Pietro e P.<br />
<strong>Acquaviva</strong>: ore 19.30<br />
<strong>Acquaviva</strong> 1:<br />
3 marzo 2004 S. Eustachio - S. Agostino - S. Lucia - S.<br />
Domenico<br />
<strong>Acquaviva</strong> 2:<br />
4 marzo 2004 S. Francesco - Sacro Cuore - S. Maria<br />
Maggiore<br />
Santeramo: ore 19.30<br />
11 marzo 2004 S. Erasmo - S. Cuore - SS. Crocifisso<br />
Spinazzola: ore 19.30<br />
16 marzo 2004 S. Pietro Ap. - Maria SS. Annunziata<br />
N.B.: I Parroci interessati ai singoli incontri concorderanno tra loro il<br />
luogo più idoneo ad accogliere comodamente tutti i partecipanti.<br />
243
244<br />
TRACCIA PER IL DIALOGO<br />
CON I SACERDOTI E I DIACONI<br />
1. Condizioni di vita, di salute, di lavoro:<br />
• bisogni - difficoltà - attese.<br />
2. Difficoltà e problemi pastorali:<br />
• quale valutazione si dà al lavoro pastorale che si svolge;<br />
• punti deboli e nodi da sciogliere.<br />
3. Rapporti con le altre parrocchie della città:<br />
• collaborazione - isolamento - difformità - indipendenza.<br />
Allegato B<br />
4. Atteggiamenti presbiterali e pastorali:<br />
• vita spirituale e formazione;<br />
• fraternità e dialogo - disistima e diffidenza - collaborazione e confronto<br />
- possibili iniziative.<br />
5. Rapporto con il Vescovo e la <strong>Diocesi</strong>:<br />
• apertura e dialogo - partecipazione e accoglienza - non curanza e<br />
sordità - docilità e obbedienza pastorale - integrazione parrocchie<br />
e comunità religiose.<br />
6. Osservanza norme canoniche e liturgiche:<br />
• obblighi amministrativi e giuridici;<br />
• obblighi di giustizia;<br />
• rapporti con la Curia.<br />
7. Sguardo intorno:<br />
• quale presenza sul territorio;<br />
• quale l’efficacia dell’iniziazione;<br />
• quali frutti dalla liturgia e dall’omiletica;<br />
• quale impegno perché tutto sia vivo;<br />
• fedeltà statica o fedeltà creativa.
8. Sguardo in avanti:<br />
• come si ipotizza il prossimo futuro;<br />
• quale rinnovamento - rivoluzione pastorale;<br />
• quali laici adulti domani dai giovani di oggi;<br />
• la nostra responsabilità;<br />
• quale volontà di progresso.<br />
TRACCIA PER L’INCONTRO<br />
DEGLI OPERATORI PASTORALI COL VESCOVO<br />
Allegato C<br />
1. Partecipazione responsabile dei Laici alla vita della propria<br />
parrocchia:<br />
• elaborazione del Programma Pastorale Parrocchiale;<br />
• incontri periodici del Consiglio Pastorale Parrocchiale;<br />
• valorizzazione del Programma Pastorale Diocesano;<br />
• formazione spirituale e pastorale dei Laici;<br />
• amministrazione della Parrocchia;<br />
• tariffe-comportamento catechetico-liturgico-pastorale.<br />
2. Rapporti tra Parrocchie e con la <strong>Diocesi</strong>:<br />
• collaborazione-aiuto-scambio tra Parrocchie vicine;<br />
• presenza <strong>delle</strong> Parrocchie alle iniziative della <strong>Diocesi</strong>;<br />
• programmazione interparrocchiale di alcuni servizi e attività.<br />
3. Sguardo al territorio:<br />
• problemi-difficoltà-carenze all’interno della Parrocchia;<br />
• problema dell’informazione circa gli appuntamenti e la partecipazione;<br />
• presenze e assenze alla vita della Parrocchia: famiglie e giovani;<br />
• quale annuncio sul territorio;<br />
• Azione Cattolica e Movimenti all’interno della Parrocchia.<br />
4. Catechesi e Sacramenti:<br />
• tempi e modalità dell’iniziazione;<br />
• catechesi per giovani e adulti;<br />
• preparazione ai Sacramenti;<br />
• il Giorno del Signore nella propria Parrocchia.<br />
24
24<br />
5. Proposte - richieste - suggerimenti:<br />
• per superare eventuali situazioni di stallo;<br />
• per un’azione pastorale più efficace;<br />
• per un’azione pastorale che rinnovi costantemente la Parrocchia.<br />
Carissimi,<br />
* * *<br />
Rev.di<br />
Presbiteri e Diaconi<br />
Diocesani e Religiosi<br />
quest’anno ricorre il decimo anniversario della morte di Sua Eccellenza<br />
Mons. Tarcisio Pisani, che per 12 anni è stato padre, maestro e<br />
pastore della nostra <strong>Diocesi</strong>, lasciando ovunque un soave profumo di<br />
umiltà, di carità, di infuocato amore allo Spirito Santo e alle anime.<br />
È dovere e bisogno di tutti ricordarlo con gratitudine nella preghiere<br />
e ravvivarne la testimonianza con celebrazioni degne di una tale figura<br />
di Vescovo.<br />
Mi premuro, pertanto, di comunicarvi alcuni appuntamenti perché<br />
abbiate modo di partecipare alle diverse celebrazioni anniversarie.<br />
12 marzo 2004 ore 11.00: Solenne Concelebrazione, presieduta da<br />
S. Ecc.za Mons. Cosmo Francesco Ruppi, nella Cappella del Centro<br />
Giovanile “Benedetto XIII”, in occasione del ritiro dei presbiteri e dei<br />
diaconi.<br />
13 marzo 2004 ore 19.00: Solenne Concelebrazione nella Cattedrale<br />
di <strong>Gravina</strong>, presieduta da P. Gregorio Colatorti, Provinciale dei Padri<br />
Minimi di Paola.<br />
20 marzo 2004 ore 17.00: Convegno, presso il Centro Giovanile, su<br />
S. Ecc.za Mons. Tarcisio Pisani: “Dal carisma di Francesco da Paola al<br />
servizio della carità nell’umiltà”. Relatori:<br />
• P. Giuseppe Fiorini Morosini, Superiore Generale o.m.;<br />
• S. Ecc.za Mons. Agostino Superbo, Arcivescovo di Potenza;<br />
• Prof. Giacomo Martielli, già Presidente di A.C. Diocesana;<br />
• Prof. Matteo Calisi, Presidente Comunità di Gesù.
In autunno sono previsti:<br />
¸ la presentazione di una raccolta di Scritti di Mons. Pisani;<br />
¸ una manifestazione artistica con la partecipazione di S. Ecc.za<br />
Mons. Cerasoli, Vescovo della <strong>Diocesi</strong> di Awasa, con la quale Pisani<br />
unì in gemellaggio la nostra <strong>Diocesi</strong>.<br />
Con la certezza che il ricordo, l’affetto e la gratitudine verso Mons.<br />
Pisani ci faranno incontrare, fraternamente Vi saluto.<br />
<strong>Gravina</strong> in Puglia, 13 febbraio 2004<br />
Carissimi,<br />
* * *<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
Ai Rev.di<br />
Presbiteri e Diaconi<br />
Diocesani e Religiosi<br />
la solenne celebrazione della Messa del Crisma è la madre di tutte le<br />
concelebrazioni della <strong>Diocesi</strong>, perché, nel giorno in cui si fa memoria<br />
dell’istituzione del sacerdozio ministeriale, tutto il Presbiterio si raduna<br />
nell’unità intorno al Vescovo.<br />
La Messa Crismale raccoglie in suggestiva e orante assemblea tutte<br />
le componenti del Popolo di Dio; offre l’opportunità di rinnovare, alla<br />
presenza dei fedeli, gli impegni assunti nella nostra ordinazione; è momento<br />
di grazia per dare nuovo inizio a rapporti di fraterna amicizia e<br />
di fattiva collaborazione; è occasione provvidenziale per scambiare un<br />
segno di sincera pace e di leale fraternità con tutti i Confratelli; è offerta<br />
di un nuovo appello, da parte di Cristo, di conversione all’unità.<br />
Credo che sia molto importante per ognuno di noi giungere alla Messa<br />
Crismale con le migliori disposizioni interiori all’ascolto, alla conversione<br />
e all’accoglienza; disposizioni che è facile acquisire o migliorare<br />
con una salutare Confessione sacramentale. Vincoli più stretti di grazia<br />
ci fanno gustare meglio le verità della comunione dei Santi e la gioia del-<br />
24
24<br />
la genuina fraternità sacerdotale. Tutti <strong>insieme</strong> intorno alla stessa Mensa<br />
sentiremo presenti anche i Confratelli impediti: don Michele Colangelo,<br />
don Giacinto Ventura, don Giacomino Lorusso, don Francesco Simone,<br />
e i tre Confratelli che sono tornati alla Casa del Padre: don Nicola Loiudice,<br />
don Michele Mastrogiacomo e don Domenico Farella.<br />
Il Popolo di Dio ci ama più di quanto meritiamo e prega per noi più<br />
di quanto non immaginiamo, perché vuole vederci impegnati a dare<br />
l’esempio in tutto quello di cui ci facciamo maestri e censori.<br />
La rinnovazione <strong>delle</strong> promesse dell’ordinazione sia per tutti noi<br />
espressione di decisa volontà di dare nuovo slancio alla nostra vita spirituale,<br />
alla comunione pastorale, alla ricerca dell’unità.<br />
Rinnovandovi la preghiera di invitare alla Messa Crismale i vostri<br />
Familiari, gli Operatori Pastorali, i Catecumeni, i Cresimandi, vi saluto<br />
cordialmente e vi benedico.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 31 marzo 2004<br />
Carissimi,<br />
* * *<br />
✠ Mario, Vescovo<br />
Ai Rev.di<br />
Presbiteri e Diaconi<br />
Diocesani e Religiosi<br />
la Solennità del Corpus Domini del 2004 è un ideale ingresso della<br />
Chiesa che è in Italia nell’anno del Congresso Eucaristico Nazionale.<br />
Il prossimo anno, nella nostra <strong>Diocesi</strong> non ci sarà la celebrazione<br />
“diocesana” del Corpus Domini, perché, come Chiesa locale, saremo<br />
chiamati a vivere una più ampia esperienza di comunione, partecipando<br />
alle celebrazioni conclusive del Congresso Eucaristico a Bari.<br />
Quest’anno, la celebrazione diocesana del Corpus Domini si svolgerà<br />
a <strong>Gravina</strong> il prossimo 10 giugno: sarà un modo come ricordare il<br />
decimo anniversario dell’elevazione della Cattedrale a Basilica.
Con la presente, vorrei far giungere ad ognuno di voi un rinnovato,<br />
fraterno appello, non solo ad essere personalmente presenti, ma soprattutto<br />
a promuovere la partecipazione dei fedeli laici, in particolare le famiglie<br />
che hanno vissuto l’esperienza della celebrazione dei Sacramenti<br />
dell’Iniziazione cristiana.<br />
Come altre volte ho detto, non sono io che vi chiamo, ma Cristo, che<br />
fa appello alla vostra fede nell’Eucaristia, fonte e segno di comunione.<br />
Ci ritroveremo per la Celebrazione Eucaristica in Corso Vittorio<br />
Emanuele (edificio scolastico “S. Giovanni Bosco”); dopo la Celebrazione,<br />
ci porteremo tutti processionalmente in Piazza Cattedrale per la<br />
Benedizione Eucaristica.<br />
Colgo l’occasione per comunicare a tutta la <strong>Diocesi</strong> che il 7 giugno,<br />
alle ore 19.00, nella Cattedrale di <strong>Altamura</strong>, celebreremo una solenne<br />
liturgia in suffragio di S.E. Mons. Salvatore Isgrò, nel trigesimo della<br />
sua morte.<br />
In attesa di incontrarci, vi saluto cordialmente.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 24 maggio 2004<br />
Carissimi,<br />
* * *<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
Ai Presbiteri<br />
e ai Diaconi<br />
Diocesani e Religiosi<br />
l’11 Settembre sembra una data destinata a imprimere nella storia del<br />
terzo millennio un’impronta di morte e di desolazione.<br />
In questo giorno si sono verificati non soltanto eventi luttuosi e sconvolgenti,<br />
ma sembra che si sia inaugurata un’era di terrore di dimensioni<br />
planetarie. Il fenomeno dei kamikaze, l’atroce e disumana efferatezza<br />
24
2 0<br />
degli attentati; la strategia della distruzione di uomini e cose come fine<br />
a se stessa; l’impossibilità di vivere la normalità quotidiana e i grandi<br />
eventi nella tranquillità dell’ordine; le minacce farneticanti rivolte al<br />
mondo intero; l’insensata e diabolica persecuzione di cristiani inermi e<br />
innocenti, non sono e non devono essere l’ultima parola di questo inizio<br />
di secolo.<br />
Nemmeno coloro che ci rappresentano al Parlamento Europeo, e che<br />
hanno tentato di strappare sulla carta la radice profonda del secolare albero<br />
della civiltà europea, riusciranno a intaccare la cultura e l’anima e<br />
la grande storia cristiana dell’Europa.<br />
Tuttavia non possiamo chiudere gli occhi davanti a un liberalismo<br />
imperante, impegnato ad abolire di fatto e di diritto ogni principio etico<br />
e morale.<br />
Anche se il contesto socio-culturale e gli instabili equilibri mondiali<br />
non scuotono la speranza di quanti credono in Cristo, è pur vero che l’ora<br />
presente ci chiama a un impegno di annunzio e ad una testimonianza di<br />
unità e di comunione pari alle attese di salvezza dell’umanità.<br />
Con questa consapevolezza, ci accingiamo a dare inizio a un nuovo<br />
anno di cammino pastorale.<br />
l’11 Settembre 2004,<br />
alle ore 10.00,<br />
presso il Santuario della Madre di Dio<br />
Incoronata di Foggia,<br />
tutto il Presbiterio Diocesano, i Diaconi, i Ministri, i Religiosi e le Religiose,<br />
le Associazioni, i Gruppi e i Movimenti, tutto il Popolo di Dio<br />
della <strong>Diocesi</strong>, <strong>insieme</strong> con il Vescovo si recheranno in pellegrinaggio e<br />
si raduneranno in Assemblea Ecclesiale per verificare il lavoro fatto e<br />
assumere nuovi impegni; per mettere tutte le Comunità e i loro Pastori e<br />
Operatori Pastorali nelle mani della Madre di Dio.<br />
Invito, pertanto, i Parroci e tutti i Responsabili <strong>delle</strong> Aggregazioni<br />
Laicali a promuovere la più ampia partecipazione alla Quinta Giornata<br />
Mariana della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti.<br />
Fiducioso, vi benedico e vi aspetto.
Dal Palazzo Vescovile, 15 agosto 2004, Solennità dell’Assunzione della<br />
Beata Vergine Maria<br />
✠ Mario, Vescovo<br />
NOTIZIE UTILI<br />
PER IL PELLEGRINAGGIO ALL’INCORONATA<br />
DELL’11 SETTEMBRE 2004<br />
La giornata si articolerà nel modo seguente:<br />
ore 10.00 Cammino di preghiera intorno al Santuario e saluto alla<br />
Gran Madre di Dio Incoronata, con la recita del Rosario.<br />
ore 11.00 Assemblea Diocesana.<br />
ore 13.00 Pranzo - tempo libero.<br />
ore 15.30 Celebrazione comunitaria del Sacramento della Riconciliazione.<br />
ore 17.00 Solenne Concelebrazione - Preghiera di affidamento a Maria.<br />
ore 19.00 Ritorno a casa.<br />
I Parroci e gli organizzatori di pullman:<br />
1. comunichino a don Luigi Dimarno (Tel. 080/3117024 - 080/3113638)<br />
il numero dei pullman prenotati e richiedano i cartelloni per l’identificazione<br />
degli autobus;<br />
2. comunichino, entro e non oltre il 4 settembre, il numero dei pellegrini<br />
che intendono usufruire del servizio mensa del Santuario (prezzo del<br />
pranzo € 10,00);<br />
3. ritirino dalla Curia i pass per coloro che intendono raggiungere il<br />
Santuario con mezzo proprio.<br />
I Sacerdoti, i Diaconi, i Ministri istituiti, i Seminaristi portino le vesti<br />
liturgiche proprie per la concelebrazione.<br />
2 1
2 2<br />
Carissimi,<br />
* * *<br />
Ai Rev.di<br />
Presbiteri e Diaconi<br />
Diocesani e Religiosi<br />
dire “ottobre” è come parlare di “missione”, di risveglio del cammino<br />
<strong>delle</strong> Comunità.<br />
Con la presente non vorrei soltanto ricordarvi date e luoghi dei primi<br />
appuntamenti, ma esortarvi fraternamente a ripartire con rinnovato zelo<br />
nell’impegno comune di credere nella comunione e di contribuire ad<br />
edificarla.<br />
I fedeli laici hanno bisogno di “vedere” la nostra testimonianza per<br />
aprirsi a una nuova immagine di Chiesa, per collaborare con noi nella<br />
conversione di tutta la pastorale parrocchiale.<br />
Chiedo umilmente e fermamente a ognuno di sentirsi moralmente<br />
obbligato, in forza del sacramento e dell’ufficio, a partecipare a tutti i<br />
momenti di comunione presbiterale, cittadina e diocesana.<br />
Isolarsi e chiudersi, crearsi alternative e alibi per non partecipare, è<br />
portare in un vicolo cieco e mortale se stessi e la comunità di cui si è<br />
eventualmente responsabili.<br />
Non posso, tuttavia, non dare atto della sensibilità, della fedeltà e dell’“obbedienza”<br />
della quasi totalità del Presbiterio, e cogliere questa occasione<br />
per ringraziare ognuno per la sua parte.<br />
Vi ricordo che:<br />
1) il 15 ottobre, terzo venerdì del mese, ci sarà il primo Ritiro del Clero<br />
dell’anno pastorale 2004-2005, animato da don Luigi Renna, Docente<br />
di Teologia morale.<br />
I ritiri si svolgeranno presso l’aula magna del Centro Giovanile “Benedetto<br />
XIII”, di <strong>Gravina</strong> con inizio alle ore 9.30.<br />
2) Il 22 ottobre, alle ore 10.00 nell’Aula Giovanni Paolo II, presso<br />
l’Episcopio di <strong>Gravina</strong> ci sarà il primo aggiornamento su “Il nuovo<br />
rito del matrimonio”.<br />
Relatore sarà don Franco Lanzolla, parroco di Bari.<br />
Vi comunico, inoltre, che:
1) Al termine del ritiro saranno consegnate ai parroci le Schede dell’Indagine<br />
sul Giorno del Signore.<br />
2) Il 17 ottobre RAI Uno trasmetterà la Santa Messa dalla Cattedrale di<br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti.<br />
3) Il 28 ottobre, verso le 22.30, nel corso della trasmissione “Giovedì<br />
Sacerdotale” di Radio Maria, il Vescovo terrà la quinta conversazione<br />
sulla paternità di Dio.<br />
Lo stesso giorno è la “Giornata dell’Animatore di A.C.”: alle ore 19.30,<br />
presso il Centro Giovanile “Benedetto XIII”, si svolgerà un incontro<br />
di don Giorgio Bezze, Assistente Nazionale del Settore Giovani di<br />
A.C., con i Sacerdoti, gli Assistenti, i Presidenti e Consiglieri di A.C.<br />
Oggetto dell’incontro è l’approfondimento del “Progetto Formativo”.<br />
4) L’incontro “Al Pozzo di Giacobbe” in novembre, eccezionalmente, a<br />
causa dell’ottavario dei defunti, si svolgerà il terzo lunedì, quindi il<br />
15 novembre alle ore 19.00.<br />
In attesa di incontrarci Vi saluto cordialmente.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 7 ottobre 2004, Memoria della Beata V. Maria<br />
del Rosario<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
* * *<br />
Carissimi,<br />
Ai Rev.di Presbiteri e Diaconi<br />
della <strong>Diocesi</strong><br />
con la presente vi ricordo innanzitutto ciò che già vi avevo annunciato<br />
nella mia del 7 ottobre u.s., cioè che il Pozzo di Giacobbe, a causa della<br />
conclusione dell’ottavario per i defunti, è stato trasferito al 15 novembre,<br />
quindi a lunedì prossimo, ore 19.00 Centro Giovanile, <strong>Gravina</strong>.<br />
Ma vi scrivo anche per ringraziarvi per l’affettuosa vicinanza spirituale<br />
testimoniatami particolarmente nelle vicende del mese scorso.<br />
Per quanto riguarda la mia salute vi rendo noto che l’applicazione di<br />
un piccolo “stand” ad un’arteria collaterale ha risolto al meglio un possi-<br />
2 3
2 4<br />
bile pericolo di eventuali difficoltà più serie. Ora è tutto perfettamente in<br />
ordine, anche se mi è stato raccomandato di non abusare della pazienza<br />
del Signore con stress senza sosta.<br />
Circa la lettera anonima che tanti di voi hanno ricevuto e che ha fatto<br />
chiedere a tutti chi poteva esserne l’autore, vi confesso che non mi sono<br />
messo alla ricerca di nomi, per non trovare difficoltà a restare in atteggiamento<br />
di accettazione e di perdono verso chiunque, prete o laico,<br />
possa essere stato l’autore.<br />
A prescindere se credete o meno a ciò che è stato scritto, chiedo a<br />
ognuno di voi di aiutarmi a far <strong>camminare</strong> la nostra <strong>Diocesi</strong>, le Comunità<br />
Parrocchiali; a far crescere nella comunione e nella missionarietà il<br />
Presbiterio e il popolo di Dio.<br />
Io non posso nulla senza di voi: voi siete una sola cosa con me. Se la<br />
<strong>Diocesi</strong> è viva, è dono dello Spirito e merito dell’impegno di tutti.<br />
L’anno dell’Eucaristia inviti tutti a ritrovarci quotidianamente davanti<br />
al Tabernacolo per diventare sempre più Presbiterio unito e Chiesa in<br />
cammino.<br />
Con cordiali saluti.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 8 novembre 2004<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo
Decreti<br />
Istituzione<br />
della Consulta Diocesana <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali<br />
Prot. n. 11/2004<br />
Il cammino conciliare della Chiesa in Italia, scandito dalle grandi<br />
scelte dell’evangelizzazione, della comunione e della testimonianza<br />
della carità, ha favorito nelle comunità cristiane la promozione di una<br />
“cultura di comunione”. In questa prospettiva, l’apostolato associato «è<br />
un “segno” che deve manifestarsi nei rapporti di “comunione”, sia all’interno<br />
che all’esterno <strong>delle</strong> varie forme aggregative, nel più ampio<br />
contesto della comunità cristiana» (Christifideles laici, n. 29).<br />
Pertanto, in sintonia con la missione universale della Chiesa e cosciente<br />
dei rapidi cambiamenti della società contemporanea;<br />
volendo promuovere, articolare e coordinare l’azione <strong>delle</strong> Aggregazioni<br />
laicali presenti in <strong>Diocesi</strong>, favorendone una maggiore comunicazione<br />
ed una più efficace collaborazione tra loro e con la stessa <strong>Diocesi</strong>,<br />
in ordine alle linee pastorali che coinvolgono l’apostolato dei laici;<br />
vista la Nota CEI “Le aggregazioni laicali nella Chiesa” (29 aprile<br />
1993); lo Statuto della Consulta Nazionale <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali<br />
(CNAL), approvato dal Consiglio Episcopale Permanente della CEI<br />
nella riunione del 12 maggio 1993; lo Statuto della Consulta Regionale<br />
del Laicato di Puglia, approvato “ad experimentum” e “ad triennium”<br />
dalla Conferenza Episcopale Pugliese nella riunione del 4 giugno 2002;<br />
visto il can. 215 del CJC, con il presente Decreto<br />
istituisco<br />
la Consulta Diocesana <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali<br />
(CDAL)<br />
e<br />
approvo<br />
lo Statuto qui allegato “ad experimentum” per un triennio,<br />
a partire dalla data del presente Decreto.<br />
2
2<br />
Con la mia paterna benedizione.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 22 febbraio 2004, Festa della Cattedra di San<br />
Pietro<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
Il Cancelliere Vescovile<br />
Mons. Diego Carlucci<br />
STATUTO<br />
Premessa<br />
“Per loro vocazione è proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando<br />
le cose temporali e ordinandole secondo Dio” (Lumen gentium, 31).<br />
“Situazioni nuove, sia ecclesiali sia sociali, economiche, politiche e<br />
culturali, reclamano oggi, con una forza del tutto particolare, l’azione<br />
dei fedeli laici” (Christifideles laici, 3).<br />
“Le associazioni non sono fine a se stesse, ma devono servire a compiere<br />
la missione della Chiesa nei riguardi del mondo” (Apostolicam actuositatem,<br />
19).<br />
Titolo primo<br />
IDENTITÀ, NATURA E FINI<br />
Art. 1<br />
Con Decreto Vescovile del 22 febbraio 2004 (Prot. n. 11/2004), è istituita<br />
nella <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti la Consulta<br />
Diocesana <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali (CDAL), al fine di promuovere:<br />
1. una maggiore comunicazione tra le Aggregazioni laicali e la <strong>Diocesi</strong>;<br />
2. una più efficace collaborazione, in ordine alle linee pastorali che<br />
coinvolgono l’apostolato dei laici.<br />
Art. 2<br />
Fanno parte della CDAL: gli Ordini secolari e gli Istituti secolari, le Fraternità<br />
secolari, le Confraternite, le Associazioni, i Gruppi, i Movimenti, gli<br />
Organismi e le Istituzioni ecclesiali di apostolato dei laici che operano in<br />
<strong>Diocesi</strong> e che hanno ottenuto il riconoscimento di ecclesialità da parte della
Sede Apostolica, oppure della C.E.I., oppure della C.E.P., oppure dell’Ordinario<br />
diocesano.<br />
Art. 3<br />
La CDAL, nel rispetto dell’identità e dei compiti <strong>delle</strong> singole Aggregazioni,<br />
si propone di:<br />
1. valorizzare la forma associata e coordinata dell’apostolato dei fedeli<br />
laici;<br />
2. far crescere uno stile ed una prassi di laicato maturo e responsabile,<br />
mediante la reciproca conoscenza e stima, promuovendo la collaborazione<br />
tra le diverse Aggregazioni, in vista degli obiettivi pastorali<br />
della <strong>Diocesi</strong>;<br />
3. collaborare con il Vescovo e con gli Uffici di Curia per l’elaborazione<br />
di proposte in ordine agli orientamenti ed alle linee pastorali della<br />
<strong>Diocesi</strong>;<br />
4. assumere gli orientamenti pastorali della <strong>Diocesi</strong>, sollecitandone e<br />
sostenendone la mediazione nelle singole Aggregazioni.<br />
Art. 4<br />
La CDAL, nella propria attività ed in ordine alle finalità di cui all’art.<br />
3 del presente Statuto:<br />
1. mantiene rapporti stabili con il Vescovo, mediante un sacerdote da lui<br />
delegato, e con la Curia Diocesana;<br />
2. partecipa, mediante 2 rappresentanti eletti dall’Assemblea, alle riunioni<br />
del Consiglio Pastorale Diocesano;<br />
3. cura i rapporti con la Consulta Regionale e con la Consulta Nazionale<br />
<strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali;<br />
4. stabilisce relazioni con le istituzioni culturali e sociali presenti in<br />
<strong>Diocesi</strong>, che operano nell’ambito ecclesiale e nel territorio;<br />
5. interloquisce con le istituzioni, gli enti civili, le espressioni politiche<br />
ed economiche presenti sul territorio diocesano, al fine di dare attuazione<br />
alle deliberazioni dei suoi Organi.<br />
Art. 5<br />
Al finanziamento della Consulta si provvede mediante:<br />
1. una quota annuale, stabilita dall’Assemblea e versata da ciascuna Aggregazione;<br />
2
2<br />
2. contributi volontari da parte della <strong>Diocesi</strong>, di altri organismi o di singoli.<br />
Sono organismi della CDAL:<br />
1. l’Assemblea;<br />
2. il Consiglio di Presidenza;<br />
a) Composizione<br />
Titolo secondo<br />
ORGANISMI<br />
Art. 6<br />
Art. 7<br />
L’Assemblea<br />
L’Assemblea è composta dai Responsabili di ogni singola Aggregazione,<br />
di cui all’art. 2 del presente Statuto, o da un loro delegato; possono<br />
partecipare anche i rispettivi Assistenti Spirituali o Consulenti Ecclesiastici.<br />
b) Compiti<br />
Spetta all’Assemblea:<br />
1. definire gli orientamenti e il programma <strong>delle</strong> attività della CDAL e<br />
verificarne l’esecuzione;<br />
2. fissare le quote annuali di partecipazione;<br />
3. eleggere 5 componenti del Consiglio di Presidenza;<br />
4. eleggere 2 rappresentanti che entrano a far parte del Consiglio Pastorale<br />
Diocesano, curando che vi sia la più ampia rappresentatività<br />
<strong>delle</strong> Aggregazioni;<br />
5. approvare il bilancio preventivo e consuntivo;<br />
6. deliberare le proposte di modifica dello Statuto, da sottoporre all’approvazione<br />
del Vescovo;<br />
7. costituire eventualmente al suo interno Commissioni di studio o di<br />
lavoro (permanenti o straordinarie) per specifiche attività concernenti<br />
la natura e le finalità della CDAL, al fine di sottoporre alla stessa<br />
Assemblea proposte di deliberazione.
c) Riunioni<br />
1. L’Assemblea si riunisce ordinariamente tre volte l’anno, ed è convocata<br />
dal Presidente, con invito scritto contenente l’ordine del giorno,<br />
almeno cinque giorni prima della riunione. Essa può essere convocata<br />
anche su richiesta del Vescovo o della maggioranza dei membri del<br />
Consiglio di Presidenza, o su richiesta di almeno un terzo dei membri<br />
della CDAL;<br />
2. la presidenza dell’Assemblea spetta al Vescovo o al suo Delegato;<br />
3. di ciascuna riunione verrà redatto apposito verbale a cura del Segretario<br />
o, in caso di impedimento, di un altro componente designato<br />
dalla stessa Assemblea.<br />
d) Deliberazioni<br />
1. L’Assemblea, in riferimento ai compiti di cui all’art. 7,b, delibera<br />
a maggioranza semplice dei presenti aventi diritto;<br />
2. per quanto riguarda le proposte di modifica dello Statuto, l’Assemblea<br />
delibera con la maggioranza di almeno due terzi dei membri<br />
presenti e aventi diritto.<br />
a) Composizione<br />
Art. 8<br />
Il Consiglio di Presidenza<br />
1. Il Consiglio di Presidenza è costituito da 7 membri, di cui 2 di diritto<br />
e 5 eletti dall’Assemblea fra i componenti della CDAL, secondo<br />
quanto previsto dall’art. 7,b-3 del presente Statuto;<br />
2. sono membri di diritto del Consiglio di Presidenza il Delegato Vescovile<br />
e il Presidente diocesano di Azione Cattolica;<br />
3. tra i 7 membri, il Vescovo sceglie e nomina il Presidente;<br />
4. tutti i componenti del Consiglio di Presidenza hanno diritto di voto.<br />
b) Durata<br />
1. Il Consiglio di Presidenza dura in carica per un quinquennio, e tutti i<br />
suoi membri possono essere rieletti per un secondo mandato;<br />
2
2 0<br />
2. nel caso in cui uno dei membri viene meno, egli viene sostituito dal<br />
1° dei non eletti.<br />
c) Compiti<br />
Il Consiglio di Presidenza, che si riunisce di norma ogni trimestre e<br />
su richiesta del Vescovo o del Presidente, ha il compito di:<br />
1. nominare il Tesoriere e il Segretario;<br />
2. attuare i programmi definiti dall’Assemblea;<br />
3. curare i rapporti con la <strong>Diocesi</strong> e con le altre realtà di cui all’art. 4 del<br />
presente Statuto;<br />
4. verificare la gestione contabile.<br />
Art. 9<br />
Il Presidente<br />
Spetta al Presidente, nominato dal Vescovo:<br />
1. curare l’esecuzione <strong>delle</strong> delibere del Consiglio di Presidenza e le<br />
relazioni con le Aggregazioni componenti la CDAL;<br />
2. rappresentare la CDAL nei rapporti con la <strong>Diocesi</strong> e con le altre realtà<br />
di cui all’art. 4 del presente Statuto;<br />
3. convocare l’Assemblea, definendo l’ordine del giorno su indicazione<br />
del Consiglio di Presidenza;<br />
4. convocare il Consiglio di Presidenza e definire l’ordine del giorno;<br />
5. coordinare, eventualmente anche tramite un suo delegato scelto tra i<br />
componenti del Consiglio di Presidenza, l’attività <strong>delle</strong> Commissioni<br />
di lavoro.<br />
Art. 10<br />
Il Delegato Vescovile<br />
Il Delegato Vescovile è un Sacerdote che rappresenta il Vescovo all’interno<br />
della CDAL; egli partecipa alle riunioni dell’Assemblea e del<br />
Consiglio di Presidenza con diritto di voto.<br />
Art. 11<br />
Il Tesoriere<br />
Spetta al Tesoriere, eletto dal Consiglio di Presidenza:
1. riscuotere le quote annuali dalle singole Aggregazioni e curare la gestione<br />
amministrativa della CDAL;<br />
2. sottoporre annualmente al Consiglio di Presidenza il bilancio preventivo<br />
e consuntivo e chiedere l’approvazione dell’Assemblea.<br />
Art. 12<br />
Il Segretario<br />
Spetta al Segretario, eletto dal Consiglio di Presidenza:<br />
1. redigere i verbali <strong>delle</strong> riunioni;<br />
2. inviare le comunicazioni e gli avvisi <strong>delle</strong> convocazioni.<br />
Art. 13<br />
Le Commissioni<br />
Per specifici problemi pertinenti la natura e le finalità della CDAL,<br />
l’Assemblea può costituire al suo interno Commissioni di studio o di<br />
lavoro (permanenti o straordinarie). Di esse possono far parte anche<br />
esperti non appartenenti alla CDAL.<br />
Art. 14<br />
L’Assemblea può presentare al Vescovo, per l’approvazione, proposte<br />
di modifica alle norme statutarie. Per quanto non contemplato nel<br />
presente Statuto, si fa riferimento alle norme canoniche.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 22 febbraio 2004, Festa della Cattedra di San<br />
Pietro<br />
Il Cancelliere Vescovile<br />
Mons. Diego Carlucci<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
2 1
2 2<br />
Disposizioni sull’idoneità<br />
all’insegnamento della Religione Cattolica nella Scuola<br />
Prot. n. 12/2004<br />
Con il presente Decreto, in vista di meglio definire la natura, le caratteristiche,<br />
le condizioni e le modalità per il riconoscimento dell’idoneità<br />
all’insegnamento della religione cattolica nella scuola, il sottoscritto<br />
Mons. Mario Paciello,Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />
Fonti,<br />
approva<br />
le seguenti Disposizioni sull’idoneità all’insegnamento della religione<br />
cattolica nella scuola.<br />
1. natura e caratteristiche<br />
L’insegnamento della religione cattolica è una forma di servizio per<br />
una scuola che promuove la formazione integrale della persona nel rispetto<br />
<strong>delle</strong> diverse tradizioni culturali dell’Italia. L’accordo concordatario<br />
tra l’Italia e la Santa Sede del 1984 e le relative Intese applicative<br />
ne indicano le linee essenziali corrispondenti alle finalità educative proprie<br />
della scuola.<br />
Tale insegnamento concorre, <strong>insieme</strong> alle altre discipline scolastiche,<br />
al raggiungimento <strong>delle</strong> finalità educative proprie di ciascun ordine scolastico,<br />
mediante l’uso degli strumenti e dei metodi tipici dell’apprendimento,<br />
facendo propria l’esigenza di una programmazione educativodidattica<br />
attenta ai problemi dei bambini, dei ragazzi, dei giovani e <strong>delle</strong><br />
loro famiglie.<br />
L’insegnamento della religione cattolica, risulta pertanto:<br />
a) assicurato dalla Repubblica e liberamente scelto da famiglie e alunni<br />
(Intesa, 4.1 premessa; Accordi, 9.2; Nota CEI 91, 12);<br />
b) impartito da insegnanti riconosciuti idonei dall’autorità ecclesiastica<br />
(Prot. addiziona/e 5; Intesa, 4.1);<br />
c) svolto nel quadro <strong>delle</strong> finalità della scuola e secondo programmi<br />
ministeriali (Accordi, 9,2; Intesa, 1.1; 4.1;Nota CEI 91, 13);
d) in conformità alla dottrina della Chiesa (Prot. addiziona/e, 5; Intesa,<br />
1.1; 4.1; Nota CEI 91, 13);<br />
e) nel rispetto della libertà di coscienza degli alunni (Prot. addiziona/e,<br />
5; Intesa, 1.1);<br />
f) distinto e complementare rispetto alla catechesi (Nota CEI 84, 13;<br />
Nota CEI 91, 13);<br />
g) offerto a tutti, indipendentemente dall’appartenenza religiosa di ciascuno<br />
(Nota CEI 84, 9; Nota CEI 91, 7);<br />
h) inserito nelle indicazioni nazionali per i piani personalizzati.<br />
2. decreto di idoneità<br />
A. Significato<br />
Il riconoscimento di idoneità, in ottemperanza ai canoni 804 e 805<br />
del CDC, attesta che il docente di religione è in possesso di:<br />
• una conoscenza adeguata dei contenuti della rivelazione cristiana e<br />
della dottrina della Chiesa, in vista dell’insegnamento scolastico;<br />
• una competenza pedagogico-metodologico-didattica adeguata al grado<br />
di scuola per il quale si rilascia l’attestato;<br />
• una testimonianza di vita cristiana coerente con la fede professata e<br />
vissuta nella piena comunione ecclesiale.<br />
B. Condizioni<br />
Oltre che il possesso dei titoli di qualificazione professionale previsti<br />
dalle Intese, per il rilascio dell’attestato di idoneità da parte dell’Ordinario<br />
diocesano, si richiede che i candidati:<br />
a) adempiano ai requisiti stabiliti dal CDC (Canoni 804-805), dalle Deliberazioni<br />
della CEI (Deliberazione CEI approvata dalla XXXIV<br />
Assemblea Generale - Roma 6/10 maggio 1991) e dalla normativa<br />
diocesana;<br />
b) siano responsabilmente partecipi della vita della comunità diocesana,<br />
conoscendo la storia e la cultura locale, con particolare riguardo alla<br />
dimensione religiosa;<br />
c) partecipino ai Corsi di formazione e di aggiornamento promossi o<br />
riconosciuti dall’Ufficio diocesano per l’IRC.<br />
2 3
2 4<br />
C. Modalità<br />
a) L’attestato di idoneità viene rilasciato previa specifica domanda e<br />
sulla base di quanto stabilito dal presente decreto.<br />
b) L’attestato di idoneità viene rilasciato a tutti i docenti di religione,<br />
specialisti e insegnanti titolari di classe o di sezione nella scuola elementare<br />
o materna, che ne abbiano le condizioni.<br />
c) In relazione a quanto previsto dalla Deliberazione CEI approvata<br />
dalla XXXIV Assemblea Generale - Roma, 6-10 maggio 1991, nel<br />
punto 2.2, l’idoneità viene rilasciata di norma in riferimento a uno<br />
specifico ordine di scuola.<br />
d) Per l’eventuale procedimento di revoca dell’idoneità vale quanto disposto<br />
dal Can. 805 del Codice di Diritto Canonico, dalla Delibera<br />
n. 41 della CEI (approvata dalla XXXII Assemblea Generale - Roma,<br />
14-18 maggio 1990), dalla Deliberazione CEI circa il riconoscimento<br />
dell’idoneità all’insegnamento della religione cattolica nelle scuole<br />
pubbliche (approvata dalla XXXIV Assemblea Generale - Roma, 6-<br />
10 maggio 1991) e da quanto specificato da norme diocesane.<br />
3. norma transitoria<br />
A tutti i docenti di religione cattolica titolari di classe e di sezione<br />
nella scuola primaria e dell’infanzia e a tutti gli incaricati di religione<br />
cattolica verrà richiesta la partecipazione a un Corso di aggiornamento<br />
sulla Riforma scolastica in atto e sugli “Obiettivi specifici” relativi all’IRC.<br />
L’eventuale non partecipazione a questo Corso, può comportare<br />
la revoca dell’idoneità.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 23 febbraio 2004<br />
Il Cancelliere Vescovile<br />
Mons. Diego Carlucci<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo
Convenzione<br />
con l’Opera Mariana del Samaritano<br />
per l’affidamento della struttura di S. Lorenzo in <strong>Altamura</strong><br />
Prot. n. 97/2004<br />
tra<br />
la <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti,<br />
Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto,<br />
iscritto nel Registro <strong>delle</strong> Persone Giuridiche<br />
tenuto presso la Prefettura di Bari il 9 giugno 1987 al n. 217,<br />
in persona del Vescovo pro tempore, S.E. Mons. Mario Paciello,<br />
e<br />
l’Opera Mariana del Samaritano,<br />
Associazione privata di fedeli,<br />
riconosciuta con Decreto del Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti<br />
l’8 dicembre 1996,<br />
in persona del Presidente e Legale rappresentante pro tempore,<br />
Giovanni Spano<br />
è stata sottoscritta la seguente<br />
convenzione<br />
Premesso<br />
1. che la predetta <strong>Diocesi</strong> intende avvalersi del complesso immobiliare<br />
ristrutturato adiacente la Rettoria di San Lorenzo, sito in Piazza S.<br />
Lorenzo n. 9 in <strong>Altamura</strong>, allo scopo di realizzare il progetto di accoglienza<br />
residenziale gestito e diretto dal ramo femminile dell’Opera<br />
Mariana del Samaritano, avente tra le principali finalità:<br />
a) l’accoglienza residenziale di ragazze che vivono particolari disagi<br />
(prostituzione, gravidanze indesiderate, conflitti familiari, ecc.);<br />
2
2<br />
b) il sostegno alle famiglie in crisi e aiuto alla vita;<br />
c) la formazione al volontariato cristiano;<br />
2. che detta <strong>Diocesi</strong> intende affidare in comodato la struttura residenziale<br />
di cui al n. 1 all’Opera Mariana del Samaritano, che accetta, per<br />
il conseguimento <strong>delle</strong> proprie specifiche finalità;<br />
tra le parti si conviene quanto segue:<br />
1. La presente convenzione ha durata decennale ed è tacitamente rinnovata<br />
in difetto di disdetta. La disdetta deve essere comunicata all’altra<br />
parte un anno prima della scadenza.<br />
Tuttavia il biennio di avvio dell’iniziativa ha valore di prova, riservandosi<br />
le parti, all’esito della stessa, la decisione di dar seguito alla<br />
presente convenzione sino alla scadenza.<br />
2. La manutenzione ordinaria è affidata all’Opera Mariana del Samaritano.<br />
3. Il progetto trarrà i mezzi economici per la sua realizzazione da:<br />
– un contributo diocesano;<br />
– rette rinvenienti da Enti pubblici che intendano avvalersi della<br />
struttura residenziale;<br />
– offerte e donazioni.<br />
4. La <strong>Diocesi</strong> chiede all’Opera Mariana del Samaritano, che accetta,<br />
che siano adibite all’ospitalità di sacerdoti tre stanze ubicate al primo<br />
piano dell’immobile. Tale ospitalità sarà offerta a fronte della corresponsione<br />
di compensi da parte degli ospiti, che confluiranno nei<br />
mezzi economici di cui al punto 3.<br />
5. La <strong>Diocesi</strong> chiede all’Opera Mariana del Samaritano, che accetta, di<br />
predisporre e gestire il tradizionale pranzo del giovedì per i sacerdoti<br />
aderenti all’iniziativa, con i proventi forniti dagli stessi.<br />
6. La <strong>Diocesi</strong> chiede all’Opera Mariana del Samaritano, che accetta,<br />
di riservare il piccolo appartamento ubicato al primo piano, com-
posto da una stanza più servizi, a dimora della Sig.na Giuseppina<br />
Santacroce, secondo quanto disposto dal Vescovo.<br />
La compresenza con la Sig.na Santacroce non deve condizionare la<br />
vita della Comunità. La linea telefonica privata sarà a carico della<br />
stessa. Alla Sig.na Santacroce verrà chiesto un contributo per le spese<br />
della casa, nella misura stabilita dal Vescovo.<br />
Allegato A: Planimetria dell’immobile<br />
Allegato B: Contratto di comodato<br />
<strong>Altamura</strong>, 28 febbraio 2004<br />
Giovanni Spano ✠ Mario Paciello<br />
Presidente e Legale rappresentante Vescovo<br />
Il Cancelliere Vescovile<br />
Mons. Diego Carlucci<br />
Prot. n. 98/2004<br />
* * *<br />
Costituzione<br />
del Consiglio Presbiterale<br />
– in seguito alla scadenza del mandato del Consiglio Presbiterale,<br />
avvenuta in data 1 ottobre 2003;<br />
– visto lo Statuto del medesimo Consiglio, promulgato con Decreto<br />
del 18 maggio 1998;<br />
– visti i risultati della consultazione elettorale del 13 febbraio 2004,<br />
nel corso della quale il presbiterio ha eletto i membri facenti parte del<br />
medesimo Consiglio;<br />
2
2<br />
– procedendo con questo stesso atto alla scelta dei membri di nomina<br />
vescovile;<br />
– a norma dei cann. 495-501 del CJC,<br />
con il presente Decreto<br />
che risulta così composto:<br />
costituisco<br />
il consiglio presbiterale<br />
a) Membri di diritto<br />
Rev.do Sac. Vito Colonna Vicario Generale<br />
Rev.do Sac. Giuseppe Lofrese Vicario Episcopale<br />
Rev.do P. Pasquale Cenciarelli, cmf Vicario Episcopale<br />
Rev.do Sac. Giuseppe Pietroforte Vicario Episcopale<br />
Rev.do Sac. Luigi Dimarno Vicario Episcopale<br />
Rev.do Sac. Angelantonio Cianciotta Rettore<br />
del Seminario diocesano<br />
b) Membri eletti dal Presbiterio<br />
Rev.do Sac. Giuseppe Creanza<br />
Rev.do Sac. Luigi Lazzari<br />
Rev.do Sac. Saverio Ciaccia<br />
Rev.do Sac. Domenico Natale<br />
Rev.do Mons. Felice Posa<br />
Rev.do Sac. Domenico Giannuzzi<br />
Rev.do P. Matteo Ornelli, ofm<br />
Rev.do P. Giacomo Paris, smm<br />
c) Membri nominati dal Vescovo<br />
Rev.do Sac. Giovanni Bruno<br />
Rev.do Sac. F. Saverio Colonna<br />
Rev.do Sac. Giuseppe Manfredi<br />
Rev.do Sac. Giacomo Lorusso jr.<br />
Rev.do Sac. Saverio Paternoster<br />
Rev.do Sac. Pasquale Settembre
Rev.do Sac. Vincenzo Confetti<br />
Rev.do Sac. Andrea Wisniewski<br />
Rev.do Sac. Giacomo Fiore<br />
Rev.do Sac. Nicola Laterza<br />
Rev.do P. Luigi Colleoni, smm<br />
Rev.do Don Pasquale Martino, sdb<br />
Rev.do P. Giuseppe Rolli, ofm Conv.<br />
A norma del suddetto Statuto, il Consiglio Presbiterale rimane in<br />
carica per cinque anni, a partire dalla data odierna.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 1 marzo 2004<br />
Il Cancelliere Vescovile<br />
Mons. Diego Carlucci<br />
Prot. n. 103/2004<br />
* * *<br />
Costituzione<br />
del Collegio dei Consultori<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
– in seguito alla scadenza del mandato del Collegio dei Consultori,<br />
avvenuta in data 27 marzo 2004;<br />
– visto il mio Decreto in data 1 marzo 2004, con il quale ho costituito il<br />
Consiglio Presbiterale per i prossimi cinque anni;<br />
– visto l’art. 19 dello Statuto del medesimo Consiglio, promulgato con<br />
Decreto del 18 maggio 1998;<br />
– a norma del can. 502 § 1 del CJC,<br />
con il presente Decreto<br />
2
2 0<br />
che risulta così composto:<br />
costituisco<br />
il collegio dei consultori<br />
Rev.do Sac. Vito Colonna<br />
Rev.do Sac. Giovanni Bruno<br />
Rev.do Sac. Saverio Ciaccia<br />
Rev.do Sac. Giuseppe Creanza<br />
Rev.do Sac. Domenico Giannuzzi<br />
Rev.do Mons. Felice Posa<br />
Rev.do P. Matteo Ornelli, ofm<br />
A norma del diritto, il Collegio dei Consultori rimane in carica per<br />
cinque anni.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 1 aprile 2004<br />
Il Cancelliere Vescovile<br />
Mons. Diego Carlucci<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo
Mons. Vescovo ha nominato:<br />
Nomine<br />
1 gennaio 2004 Mons. Felice Posa, Amministratore parrocchiale<br />
della Parrocchia di S. Lucia in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />
Fonti (Prot. n. 01/2004).<br />
il Diac. Giuseppe Cifarelli, Collaboratore presso<br />
la Parrocchia del Sacro Cuore in <strong>Altamura</strong> (Prot.<br />
n. 03/2004).<br />
2 febbraio 2004 il Sac. Rocco Scalera, Assistente Spirituale dell’Associazione<br />
Italiana Guide e Scouts d’Europa<br />
Cattolici, con sede in <strong>Altamura</strong> (Prot. n. 08/2004).<br />
19 febbraio 2004 Mons. Diego Carlucci, Direttore Spirituale del<br />
Gruppo di Preghiera di P. Pio “Maria Immacolata”,<br />
con sede in <strong>Altamura</strong> (Prot. n. 09/2004).<br />
1 marzo 2004 il Sac. Flavian Osuagwu, sdv, Vicario parrocchiale<br />
della Parrocchia di S. Francesco in <strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti (Prot. n. 99/2004).<br />
19 marzo 2004 Mons. Felice Posa, Vicario Giudiziale (Prot. n.<br />
102/2004).<br />
8 aprile 2004 Mons. Felice Posa, Notaio dell’Ufficio di Curia e<br />
Direttore dell’Archivio storico e Capitolare di <strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti (Prot. n. 106/2004).<br />
21 giugno 2004 il Sac. Giuseppe Lofrese, Canonico Cantore del<br />
Capitolo della Basilica Cattedrale di <strong>Gravina</strong><br />
(Prot. n. 108/2004);<br />
il Sac. Saverio Ciaccia, Canonico del Capitolo<br />
della Basilica Cattedrale di <strong>Gravina</strong> (Prot. n.<br />
109/2004).<br />
2 1
2 2<br />
1 luglio 2004 il Sac. Michele Masi, cpps, Parroco della Parrocchia<br />
del Sacro Cuore in Santeramo in Colle, “ad<br />
nutum Episcopi” (Prot. n. 110/2004).<br />
15 agosto 2004 il Sac. Domenico Natale, Parroco di S. Maria<br />
Maggiore in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, per nove anni<br />
(Prot. n. 111/2004).<br />
8 settembre 2004 confermando nel loro incarico coloro che già svolgono<br />
un servizio in Seminario, Mons. Vescovo ha<br />
affidato l’incarico di Formatori del Seminario diocesano,<br />
così come di seguito specificato (Prot. n.<br />
114/2004):<br />
- Sac. Angelantonio Cianciotta Rettore<br />
- Sac. Rocco Scalera Educatore<br />
- Diac. Giuseppe Cifarelli Educatore<br />
- Sac. Giuseppe Creanza Padre Spirituale<br />
per i Seminaristi<br />
di Scuola Superiore<br />
- Sac. Giovanni Giove Padre Spirituale<br />
per i Seminaristi<br />
di Scuola Media<br />
- Avv. Massimo Marvulli Economo<br />
25 settembre 2004 il Sac. Giuseppe Ciccarone, Canonico Penitenziere<br />
della Concattedrale di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
(Prot. n. 115/2004).<br />
1 ottobre 2004 il Sac. Giuseppe Lofrese, Consulente ecclesiastico<br />
dell’Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi<br />
(U.C.I.I.M.) - Sezione di <strong>Gravina</strong> in Puglia (Prot.<br />
n. 116/2004).<br />
4 ottobre 2004 il Rag. Luca Cagnazzi, Direttore dell’Ufficio diocesano<br />
di Pastorale Giovanile (Prot. n. 117/04).
15 ottobre 2004 il Sac. Carlo Carducci, Assistente Spirituale dell’Associazione<br />
Laicale “Sacro Costato”, Sezione<br />
di <strong>Gravina</strong> (Prot. 118/2004).<br />
6 novembre 2004 la Sig.na Marisa Piazza, della “Fraternità Marta e<br />
Maria”, Vice Direttore dell’Ufficio diocesano Comunicazioni<br />
Sociali (Prot. n. 119/2004).<br />
In data 29 settembre 2004, previo consenso di Mons. Vescovo, S.E.<br />
Mons. Jacques Perrier, Vescovo di Tarbes et Lourdes, ha nominato<br />
Mons. Francesco Paolo Colonna Cappellano d’onore della Basilica<br />
di Lourdes.<br />
Incardinazione<br />
In data 8 aprile 2004, previo Decreto di escardinazione a firma di S.E.<br />
Mons. Stanislaw Stefanek, Vescovo di Łomza (Polonia), Mons. Vescovo<br />
ha incardinato nella <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />
Fonti il Sac. Miroslaw Korenkiewicz, del Clero della suddetta circoscrizione<br />
ecclesiastica (Prot. n. 105/2004).<br />
Mons. Vescovo ha confermato:<br />
Conferme<br />
1 gennaio 2004 il Sac. Luigi Dimarno, Presidente del Capitolo<br />
Cattedrale di <strong>Altamura</strong> (Prot. n. 02/2004).<br />
19 gennaio 2004 il Sig. Antonio Lorusso, Priore della Confraternita<br />
di S. Francesco da Paola, con sede in <strong>Altamura</strong><br />
(Prot. n. 06/2004).<br />
30 novembre 2004 il Sig. Michele Casino, Presidente (Priore) dell’Arciconfraternita<br />
di S. Croce, con sede in <strong>Gravina</strong><br />
in Puglia (Prot. n. 122/2004).<br />
2 3
2 4<br />
Mons. Vescovo ha autorizzato:<br />
Autorizzazioni<br />
16 gennaio 2004 il Sac. Michele Paternoster, Parroco della Parrocchia<br />
SS. Nome di Gesù in Borgata Dolcecanto<br />
(<strong>Gravina</strong>), a stipulare l’atto di acquisto a titolo<br />
gratuito da parte della Regione Puglia di alcuni<br />
immobili siti nella Borgata “Dolcecanto” (Prot. n.<br />
04/2004).<br />
29 gennaio 2004 il Sac. Vito Cassese, Parroco della Parrocchia<br />
dei Santi Pietro e Paolo in <strong>Gravina</strong>, a stipulare un<br />
contratto di mutuo della durata di dieci anni, con<br />
cessione di credito e iscrizione di ipoteca (Prot. n.<br />
07/2004).<br />
15 marzo 2004 il Sac. Domenico Giannuzzi, Parroco della Parrocchia<br />
di S. Agostino in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, ad<br />
alienare un immobile di proprietà della Parrocchia,<br />
sito in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, Via F. Campanella<br />
n. 7, al fine di incrementare il patrimonio per la<br />
ristrutturazione <strong>delle</strong> case canoniche di proprietà<br />
<strong>delle</strong> Parrocchie “in solidum” di S. Eustachio<br />
e S. Agostino in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti (Prot. n.<br />
101/2004).<br />
3 aprile 2004 il Sac. Giuseppe Nuzzi, legale rappresentante del<br />
Beneficio Parrocchiale di San Nicola e Santa Cecilia,<br />
a quietanzare l’avvenuto riscatto da parte dei<br />
Sigg. Schinco Michele e Porzia Filomena, ora eredi,<br />
della porzione del lotto n. 6 del Parco S. Eligio,<br />
sito in <strong>Gravina</strong> in Puglia, ed a consentire la relativa<br />
trascrizione (Prot. n. 104/2004).<br />
9 giugno 2004 il Sac. Vito Incampo, Parroco della Parrocchia<br />
S. Maria della Consolazione in <strong>Altamura</strong>, ad acquistare<br />
l’edificio sito in <strong>Altamura</strong>, Via Pola n. 10,
da destinare a casa canonica parrocchiale (Prot. n.<br />
107/2004).<br />
1 settembre 2004 il Sac. Michele Paternoster, Parroco della Parrocchia<br />
Mater Ecclesiae (S. Matteo) in <strong>Gravina</strong>, a<br />
stipulare un contratto di mutuo della durata di cinque<br />
anni (Prot. n. 112/2004).<br />
6 settembre 2004 il Sig. Giglio Michele, Priore della Confraternita<br />
di S. Antonio, con sede in <strong>Gravina</strong> in Puglia presso<br />
la Parrocchia di S. Francesco, a ristrutturare la<br />
facciata esterna del loculario di proprietà della medesima<br />
Confraternita e a realizzazione nuovi ossarietti<br />
(Prot. n. 113/2004).<br />
25 novembre 2004 il Sac. Vito Colonna, Parroco della parrocchia S.<br />
Sepolcro in <strong>Altamura</strong>, a stipulare un contratto di<br />
mutuo, della durata di quindici anni, presso la Banca<br />
Popolare di Milano, Filiale di <strong>Altamura</strong> (Prot. n.<br />
121/2004).<br />
13 dicembre 2004 il Sac. Giacomo Fiore, Parroco della parrocchia<br />
di S. Erasmo in Santeramo in Colle, rinnovando<br />
l’autorizzazione già concessa in data 28.04.1993<br />
da S.E. Mons. Tarcisio Pisani, ad accettare una donazione<br />
in favore della medesima parrocchia da<br />
parte della Signorina Virgintino Elvira, non avendo<br />
espletato a suo tempo tutta la procedura necessaria<br />
(Prot. n. 123/2004).<br />
Mons. Vescovo ha concesso la Licenza:<br />
Licenze<br />
21 febbraio 2004 al Sac. Giuseppe Lofrese, Presidente dell’Istituto<br />
Diocesano per il Sostentamento del Clero, per adire<br />
le vie legali contro il Sig. Ditaranto Francesco<br />
(Prot. n. 10/2004).<br />
2
2<br />
11 marzo 2004 a S.E. Mons. Francesco Pio Tamburrino, Arcivescovo<br />
di Foggia-Bovino, per conferire il Ministero<br />
del Lettorato al Seminarista Giuseppe Loviglio<br />
(Prot. n. 100/2004).<br />
Mons. Vescovo ha riconosciuto:<br />
Riconoscimento<br />
17 gennaio 2004 il Centro Studi “Benedetto XIII”, con sede in<br />
<strong>Gravina</strong> in Puglia, quale Associazione privata di<br />
fedeli, approvandone lo Statuto (Prot. n. 05/2004).<br />
Mons. Vescovo ha approvato:<br />
Approvazione<br />
28 novembre 2004 le modifiche allo Statuto della “Comunità di Gesù”<br />
(Prot. n. 219/04).<br />
Idoneità all’Insegnamento della Religione Cattolica<br />
25 febbraio 2004 Mons. Vescovo ha rilasciato il Decreto di idoneità<br />
all’insegnamento della Religione Cattolica ai seguenti<br />
Docenti (Prot. n. 13-64/2004):<br />
Amatulli Antonio, Attanasio Assunta, Battista<br />
Chiara, Bruno Sac. Giovanni, Cacciapaglia Marianna,<br />
Capodiferro Sac. Michele, Carducci Sac.<br />
Carlo, Carucci Maria, Casiello Domenica, Casiello<br />
Caterina, Cassese Sac. Vito, Chiaromonte Rosa,<br />
Cicala Sac. Francesco, Colacicco Francesco, Colonna<br />
Angela, Cornacchia Giovanni, D’Ambrosio<br />
Michele, De Bellis Porzia, Di Rosa Giovanna, Disanto<br />
Anna, Ferrulli Leonardo, Goffredo Angelo,<br />
Iacobellis Angela, Laera Angela, Langiulli Maria<br />
Raffaella, Laterza Sac. Nicola, Lazzari Sac. Luigi,<br />
Leone Saverio, Lofrese Nicola, Lombardi Maria<br />
Filippa, Lorusso Sac. Nicola, Marroccoli Giacinta,<br />
Martimucci Diego, Monitillo Sac. Giovanni,
Moramarco Giuseppina, Natuzzi Vito Nicola, Nettis<br />
Isabella, Picciallo Maria Vincenza, Pietroforte<br />
Sac. Giuseppe, Pietroforte Angela, Pinto Anna, Pistacchio<br />
Rosaria, Raguso Vito, Savino Vincenzo,<br />
Scarcella Sac. Nicola, Settembre Sac. Pasquale,<br />
Squicciarini Maria, Stano Valeria, Storsillo Antonia,<br />
Vessio Maria Rosaria, Stano Maria, Lombardi<br />
Sac. Michele.<br />
27 febbraio 2004 Mons. Vescovo ha rilasciato il Certificato di idoneità<br />
all’insegnamento della Religione Cattolica<br />
ai seguenti docenti (Prot. n. 65-96/2004):<br />
Amatulli Antonio, Battista Chiara, Carducci Sac.<br />
Carlo, Casiello Domenica, Casiello Caterina, Colacicco<br />
Francesco, Cornacchia Giovanni, D’Ambrosio<br />
Michele, De Bellis Porzia, Di Rosa Giovanna,<br />
Disanto Anna, Ferrulli Leonardo, Iacobellis Angela,<br />
Langiulli M. Raffaella, Leone Saverio, Lofrese<br />
Nicola, Lombardi M. Filippa, Marroccoli Giacinta,<br />
Martimucci Diego, Moramarco Giuseppina, Natuzzi<br />
Vito Nicola, Nettis Isabella, Picciallo Maria<br />
Vincenza, Pietroforte Sac. Giuseppe, Pietroforte<br />
Angela, Pinto Anna, Pistacchio Rosaria, Raguso<br />
Vito, Stano Valeria, Storsillo Antonia, Vessio Maria<br />
Rosaria, Cassese Sac. Vito.<br />
15 dicembre 2004 Mons. Vescovo ha rilasciato il Decreto di idoneità<br />
all’insegnamento della Religione Cattolica nelle<br />
Scuole Primarie Statali ai seguenti Insegnanti<br />
(Prot. n. 124-370/2004):<br />
Abrusci Angela, Abruzzese Pasqua, Albanese Rosa,<br />
Angiulli Stefano, Antonacci Grazia, Ariuolo<br />
Isabella, Attollino Angela Assunta, Barbieri Leonarda<br />
A., Berloco Caterina, Borracino M. Carmela,<br />
Braia Bruna, Bruno Francesca M., Buccino Rosa,<br />
Buonamassa Francesca, Buonamassa Maria Giovanna,<br />
Buongallino Maria Grazia, Cagnazzi Maria<br />
Carmela, Calderoni Lucia, Calia Biagia, Calia<br />
2
2<br />
Rosa, Campanale Rosaria, Cancellara Maria Addolorata,<br />
Cancellara Maria Luisa, Cantore Caterina,<br />
Capolongo Marisa, Capone Maria, Capone<br />
Angela, Caporusso Ada, Capozzo Maria, Capurso<br />
Maria, Capuzzi Genoveffa, Cardinale Anna, Carducci<br />
Luigina, Carlucci Rosa, Carnevale Laura,<br />
Carnevale Anna Maria, Carone Maria, Cassandro<br />
Dora, Castellano Maria, Centonze Vittoria, Ceruzzi<br />
Eufemia Rosa, Stella Cesarea, Chiarulli Rosa<br />
Lucia, Cianciotta Annunziata, Ciccarone Tiziana,<br />
Ciccarone Domenica, Cirrottola Antonia, Colacicco<br />
Rosita, Colacicco Rosella Maria, Colafelice<br />
Anna Maria, Colafiglio M. Filippa, Colamonaco<br />
Giuseppa, Colazzo Giuseppina, Colonna Maria,<br />
Colonna Anna, Consiglio Gina, Console Pentrelli<br />
Maria, Continisio Maria, Corizzo Vincenza, Cornacchia<br />
Annunziata, Cornacchia Grazia, Crapuzzi<br />
Giuseppina, Cristallo Grazia, Cusanno Anna Maria,<br />
D’Agostino Maddalena, D’Agostino Carmela,<br />
D’Ambrosio Margherita, Di Marzio Luciana, De<br />
Vito Diana, Debernardis Rosa Angela, Debernardis<br />
Angela, Delvecchio Caterina, Denora Antonia, Di<br />
Marzio Rosanna Lucia, Di Battista Anna Maria, Di<br />
Chio Maria, Di Lascio Giovanna, Di Noia Felicia,<br />
Di Noia Maria, Di Palo Anna, Di Paola Raffaella,<br />
Difonzo Lucia, Digennaro Rosa Angela, Dimattia<br />
Maria Giuseppe, Dimauro Marianna, Dimola<br />
Maria, Dinapoli Rosa, Dionisio Maria D., Disanto<br />
Antonia, Divincenzo Filomena, Falco Lucrezia,<br />
Fiore Maria, Forte Anna, Forte Angela, Fraccalvieri<br />
Isabella, Fraccalvieri Liliana, Fragnito Antonia,<br />
Fratusco Donata, Garibaldi Domenica, Garziano<br />
Anna, Germano Anna Maria, Giannini Angela<br />
V.M., Giordano Maria Lucia, Giorgio Maria Filippa,<br />
Giorgio Angela, Giove Caterina, Giustino<br />
Maria, Giustino Grazia, Gramegna Maria Carmela,<br />
Grieco Angelina, Grimaldi Maria Giovanna, Guastamacchia<br />
Patrizia, Indrio Maria Grazia, Ippolito
Margherita, La Volpe Grazia, Labarile Giovanna,<br />
Lacapra Anna, Lacarpia Maria Giacinta, Lamparelli<br />
Giovanna, Lanubile Maria Rosaria, Larato Angela,<br />
Larenza Anna Maria, Lasaponara Lucia, Lassandro<br />
Anna, Lassandro Teresa, Latrofa Giovanni,<br />
Lella Beniamina, Leone Angela, Leone Giovanna,<br />
Lerario Martino, Lofiase Caterina, Loiudice Anna<br />
Rosa, Loizzo Paolina, Lombardi Erminia, Longo<br />
Domenica, Lorusso Anna, Lorusso Arcangela, Lorusso<br />
Caterina, Lorusso Eleonora, Lorusso Angelina,<br />
Lorusso Annunziata, Lorusso Maria Giovanna,<br />
Lorusso Antonia, Lorusso Maria Nicola, Lorusso<br />
Giovanna, Lorusso Francesca, Losignore Maria<br />
Antonia, Losito Anna, Maffei Pasqua, Magliocco<br />
Elisabetta, Maino Rosa Maria, Mandolino Dionisia,<br />
Marsico Maria Oronza, Marvulli Maria Caterina,<br />
Maselli Anna Maria, Masiello Giulia, Massaro<br />
Teresa, Massaro Elisabetta, Massaro Carmela,<br />
Masserio Caterina, Mastromarino Lucia, Mastropasqua<br />
Francesca, Mastrorocco Serafina, Mastrorocco<br />
Anna Maria, Mininni Maria, Montrone Margherita,<br />
Moramarco Maria D., Moretti Rosa, Netti<br />
Angela, Ninivaggi Veneranda, Nuzzi Rosa, Nuzzi<br />
Maria, Nuzzolese Rosa, Orlando Monica, Paradiso<br />
Rosa, Paradiso Lucia, Partipilo Grazia, Pastore Isabella,<br />
Paternoster Rosa, Paulucci Angela, Pellegrino<br />
Teresa, Peragina Giacomina, Petronella Chiara,<br />
Picerno Caterina, Piizzi Maria Teresa, Pirrazzo<br />
Stella, Plantamura Chiara, Porfido Erasmo, Porfido<br />
Anna, Porfido Chiara, Porfido Chiara Cristina,<br />
Posa Anna Maria, Proscia Laura, Quatraro Anna<br />
Maria, Radogna Bruna, Raguso Grazia, Rella Maria,<br />
Rinaldi Giovanna, Rinaldi M. Annunziata, Romagno<br />
Maria, Sacco Vincenza, Sampaolo Leone<br />
Isabella, Sampaolo Losito Isabella, Santoro Angela,<br />
Santoro Iolanda, Scalera Letizia, Scivetti Maria<br />
Isabella, De Carlo M. Antonietta, Sergio Antonietta,<br />
Sicolo Maria Vincenza, Soldo Rosa, Sportelli<br />
2
2 0<br />
Rosaria, Stano Pasquina, Stingi Angelica, Taccardi<br />
Maria Pia, Tancorra Dorotea, Tancredi Anna, Tarantino<br />
Maria, Tirelli Paola, Tria Domenica, Tria<br />
Anna, Tritto Anna, Tufarulo Maria Luigia, Turi<br />
Maria Rosaria, Varrese Anna, Varvara Anna Maria,<br />
Varvara Maria Teresa, Vendola Lucia, Vernice Angela,<br />
Vicenti Dorotea, Vitale Domenica, Viti Irene<br />
Anna Maria, Zuccaro Angela, Fraccalvieri Giovanna,<br />
Catena Domenica, Colacicco Rosa, D’Oria<br />
Anna Maria, Diele Maria, Forzati Arcangela, Mannarella<br />
M. Giovanna, Navarra Nunzia, Nuzzi Letizia,<br />
Nuzzi Maria, Palumbo Maria, Pontrandolfo<br />
Raffaella Anna, Scattaglia Teresa, Tripputi Annunziata.
Ordinazione<br />
Il 30 ottobre 2004, nella Cattedrale di <strong>Altamura</strong>, S.E. Mons. Alfred<br />
Maria Oburu Asue, cmf, Vescovo di Ebebiyin (Guinea Equatoriale),<br />
previa licenza di Mons. Vescovo, ha conferito l’Ordine del Presbiterato<br />
al Diacono Vittorio Bruscella, della Congregazione dei Missionari Figli<br />
del Cuore Immacolato di Maria, Missionari Clarettiani, munito <strong>delle</strong><br />
lettere dimissorie del suo legittimo Superiore.<br />
Consacrazione<br />
Il 6 novembre 2004, nella Basilica Concattedrale di <strong>Gravina</strong>, Mons.<br />
Vescovo ha consacrato a Dio le Signorine Anna Garziano e Marisa<br />
Piazza, della Fraternità Marta e Maria.<br />
Ministeri<br />
Il 21 marzo 2004, nella Cappella Maggiore del Pontificio Seminario<br />
Regionale “Pio XI” di Molfetta, S.E. Mons. Francesco Pio Tamburrino,<br />
Arcivescovo di Foggia-Bovino, previe lettere dimissorie del Vescovo<br />
diocesano, ha conferito il Ministero del Lettorato al Seminarista Giuseppe<br />
Loviglio, della Comunità parrocchiale Mater Ecclesiae in <strong>Gravina</strong>.<br />
L’8 aprile 2004, durante la Messa In Coena Domini nella Cattedrale<br />
di <strong>Altamura</strong>, Mons. Vescovo ha istituito Ministri straordinari della<br />
Comunione i Signori:<br />
Condo Ampuero Sr. Erika Ruthmery, <strong>delle</strong> Figlie della Madonna<br />
del Divino Amore<br />
(Parrocchia Sacro Cuore in <strong>Altamura</strong>)<br />
Scarabaggio Rosa<br />
(Parrocchia S. Agostino in <strong>Altamura</strong>)<br />
Havyarimana Sr. Virginie, della Congregazione Bene Tereziya del<br />
Burundi<br />
(Parrocchia S. Maria della Consolazione in <strong>Altamura</strong>)<br />
2 1
2 2<br />
Calia Rosa, Difonzo Giulia<br />
(Parrocchia SS. Rosario di Pompei in <strong>Altamura</strong>)<br />
<strong>Acquaviva</strong> Maria, Dilerma Rosa, Indrio Lucia, Ninivaggi Chiara<br />
(Parrocchia S. Sepolcro in <strong>Altamura</strong>)<br />
Rrutja Pranvera Veronica<br />
(Parrocchia S.S. Pietro e Paolo in <strong>Gravina</strong>)<br />
Botta Luigia, Caponio Elisabetta, De Palma Anna, Plantamura<br />
Francesco<br />
(Parrocchia Sacro Cuore in Santeramo)<br />
Carbone Franca, Cognetti Maria Pia, di Paola Luigi, Rosati Rosa<br />
Anna, Rosato Vincenza<br />
(Parrocchia SS. Annunziata in Spinazzola)<br />
Massini Sr. Anna Rita<br />
(Suore Figlie del Divino Zelo - <strong>Altamura</strong>)<br />
Dentico Sr. Teresa, Quarta Sr. Carla, Ramunno Sr. Lucia, Valvano<br />
Sr. Giovanna<br />
(Suore Adoratrici del Sangue di Cristo - Santeramo)<br />
L’11 settembre 2004, presso il Santuario della Madre di Dio Incoronata<br />
di Foggia, Mons. Vescovo ha conferito il Ministero dell’Accolitato<br />
al Seminarista Vincenzo Lopano, della Comunità parrocchiale della<br />
SS. Trinità in <strong>Altamura</strong>.<br />
Il 18 settembre 2004, nella Parrocchia di S. Francesco in <strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti, Mons. Vescovo ha ammesso tra i candidati agli Ordini<br />
Sacri il Seminarista Nicola Chiarulli, della medesima Comunità parrocchiale.<br />
Il 10 dicembre 2004, nella Parrocchia di S. Teresa in <strong>Altamura</strong>, Mons.<br />
Vescovo ha conferito il Ministero dell’Accolitato al Signor Pietro Dipace,<br />
della Comunità parrocchiale di S. Maria della Consolazaione in<br />
<strong>Altamura</strong>.
Introduzione<br />
Mons. Fortunato Maria Farina,<br />
profeta, testimone, servo della speranza<br />
Conferenza nel 50° Anniversario della morte<br />
del Servo di Dio<br />
Mons. Fortunato Maria Farina<br />
Foggia - Teatro “Giordano”<br />
20 febbraio 2004<br />
Interventi<br />
“Ogni Chiesa Particolare avrà la cura di celebrare i propri santi Vescovi,<br />
ricordando anche i Pastori che per la vita santa e gli insegnamenti<br />
illuminati hanno lasciato nel popolo speciale eredità di ammirazione e di<br />
affetto. Sono essi le spirituali sentinelle che guidano dal cielo il cammino<br />
della Chiesa pellegrina nel tempo” (Pastores Gregis [PG] n. 25).<br />
“…Le Chiese Particolari… si adoperino per farne conoscere ai fedeli<br />
la figura per mezzo di biografie aggiornate e, se è il caso, esaminino<br />
l’opportunità di introdurre le loro cause di canonizzazione” (PG n. 25).<br />
“Il volto di ciascuno di questi santi Vescovi, dagli esordi della vita della<br />
Chiesa sino ai nostri giorni… è quasi una tessera che, collocata in una sorta<br />
di mistico mosaico, compone il volto di Cristo Buon Pastore” (PG n. 5).<br />
È la Voce autorevole del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II a fare<br />
questo appello a tutte le <strong>Diocesi</strong> del mondo, nella Esortazione Apostolica<br />
post-sinodale “Pastores Gregis”, sul Vescovo servitore del Vangelo<br />
di Gesù Cristo per la speranza nel mondo.<br />
La Chiesa che è in Foggia-Bovino, in fraterna comunione con la<br />
Chiesa Particolare di Lucera-Troia, oggi vuole onorare e ricordare colui<br />
che un tempo ne è stato padre e pastore: il servo di Dio Mons. Fortunato<br />
M. Farina.<br />
La stima reverenziale, la venerazione commossa, l’affetto filiale che<br />
hanno promosso tutte le commemorazioni e le celebrazioni anniversarie<br />
di Mons. Farina, negli anni passati, pervadono, con immutata vivezza e<br />
intensità, questa vera assemblea ecclesiale, nel 50° anniversario della<br />
2 3
2 4<br />
morte di una <strong>delle</strong> più luminose figure di Vescovi della prima metà del<br />
secolo scorso.<br />
Se tutti coloro che mi hanno preceduto nel delicato compito di parlare<br />
di Mons. Farina, in vita, in morte e nelle diverse ricorrenze anniversarie,<br />
hanno avvertito tutta la difficoltà di presentare in modo adeguato e<br />
completo la figura di padre, di pastore, di maestro, di Mons. Farina, pur<br />
avendo vissuto, lavorato pregato con lui, potete comprendere quale infinito<br />
disagio provi io, che ho conosciuto il servo di Dio negli ultimi anni<br />
della sua vita, a parlare di lui.<br />
Premessa<br />
Sua Eccellenza Mons. Tamburrino e il Vice Postulatore hanno insistito<br />
perché facessi questa commemorazione del servo di Dio Mons. Farina<br />
nel cinquantesimo anniversario della sua morte. L’onore che mi è stato<br />
dato è pari alla mia inadeguatezza ad assolvere l’incarico. Non aspettatevi,<br />
perciò, una dotta esposizione, né una contestualizzazione socio-politico-culturale,<br />
né una minibiografia del grande maestro di santità che<br />
le <strong>Diocesi</strong> di Troia e di Foggia hanno avuto in dono dal Signore dal 1919<br />
al 1954.<br />
Col mio povero e lacunoso impegno vorrei riuscire a farvi entrare<br />
nell’anima di Mons. Farina, perché ognuno possa trovarsi come davanti<br />
ad uno specchio: non serve conoscere la testimonianza dei santi, se essi<br />
non ci stimolano a imitarne gli esempi e seguirne le orme.<br />
Vorrei che uscissimo tutti da questo teatro portandoci nel cuore non<br />
un gruzzolo di notizie biografiche su Mons. Farina, ma un certo turbamento<br />
interiore, un bisogno di metterci in crisi, una rinnovata nostalgia<br />
di Dio, un giudizio più sincero e severo verso noi stessi, una nuova chiamata<br />
a dare una svolta alla nostra vita.<br />
A me è capitata una cosa bella: studiando l’Esortazione Apostolica<br />
post-sinodale “Pastores Gregis”, e leggendo contemporaneamente, con<br />
interesse, tutto quello che avevo tra le mani di Mons. Farina, ho scoperto<br />
che:<br />
1. gli insegnamenti del Papa, applicati alla testimonianza di Mons. Farina,<br />
diventavano concreti, profondi, veri, praticabili, quasi naturali,<br />
luminosi.<br />
2. La figura di Mons. Farina, alla luce della “Pastores Gregis”, appariva<br />
con lineamenti perfetti, quasi un modello che ha preceduto e incarna-
to in pieno il documento pontificio; l’ideale di Vescovo che la Chiesa<br />
vuole per il Terzo Millennio.<br />
Se il Vescovo ideale è quello disegnato dalla “Pastores Gregis”,<br />
Mons. Farina è di una sorprendente attualità; è un modello intramontabile,<br />
nonostante il grande capovolgimento epocale che si è verificato in<br />
questi cinquant’anni.<br />
E se questa sera, nel tentativo di ravvivare il suo profilo spirituale e<br />
pastorale, mi limitassi a riassumere ciò che altri hanno detto molto meglio<br />
di me, senza illuminare la sua testimonianza con la luce dell’Esortazione<br />
Apostolica, voi ascoltereste con rinnovata emozione gesta ben<br />
note, ma non cogliereste un aspetto importantissimo: la perfetta corrispondenza<br />
della vita e del ministero di Mons. Farina, con la figura ideale<br />
di Vescovo che la Chiesa vuole per gli uomini e i bisogni del nostro tempo:<br />
un uomo di Dio che è padre, pastore, profeta, testimone e servo della<br />
speranza.<br />
Profeta, testimone, servo della speranza<br />
“Compito di ogni Vescovo, scrive il Papa, è annunziare al mondo la<br />
speranza, a partire dalla predicazione del Vangelo di Gesù Cristo. …A<br />
lui, in particolare spetta il compito di essere profeta, testimone e servo<br />
della speranza… soprattutto dove più forte è la pressione di una cultura<br />
immanentistica… dove manca la speranza, la fede stessa è messa in<br />
questione… Il Vescovo è in mezzo alla sua Chiesa sentinella vigile, profeta<br />
coraggioso, testimone credibile e servo fedele di Cristo” (PG n. 3).<br />
E io credo che l’opera <strong>delle</strong> opere di Mons. Farina è stata la speranza<br />
irradiata, annunziata, testimoniata, servita, donata.<br />
È stato profeta della speranza perché ha aperto vie nuove nella Chiesa<br />
per la formazione e l’apostolato dei laici, per la vita consacrata secolare,<br />
per l’impegno sociale e politico di uomini e donne di A.C., per la formazione<br />
del clero.<br />
È stato testimone di speranza, perché dall’adolescenza al tramonto<br />
della sua vita non è mai venuto meno, nonostante le difficoltà e il mutare<br />
<strong>delle</strong> stagioni della sua vita, ai suoi propositi e impegni, alla fedeltà al<br />
progetto di Dio.<br />
È stato servo della speranza, perché ha lottato contro ogni speranza<br />
per far rifiorire tutto ciò che toccava, far rivivere tutto quello a cui rivolgeva<br />
il suo sguardo di pastore.<br />
2
2<br />
Chi era Fortunato M. Farina?<br />
Non parto dal suo ricco casato né dai suoi nobili natali. Non percorro<br />
le tappe della sua formazione, dei suoi studi, del suo ministero sacerdotale<br />
ed episcopale. Non racconterò la sua vita.<br />
Parto dalla sua anima ricca di nobili virtù; percorro, non la sua carriera,<br />
ma il suo cammino ascetico per cercare di capire:<br />
ƒ perché Fortunato Maria parlava col silenzio, comunicava col sorriso<br />
delicato, convinceva con l’esempio;<br />
ƒ dove affondavano le radici l’amabilità, la discrezione, la delicatezza, il<br />
rispetto che, sin da ragazzo, hanno reso esemplare il suo comportamento;<br />
ƒ quale era la sorgente segreta del fascino soprannaturale che traspariva<br />
dalla sua umanità umile e dal suo vestito dimesso.<br />
Un figlio devoto di Maria quale egli è stato sin dalla tenera età, un<br />
ammiratore appassionato di Maria di Nazareth, non poteva non seguire,<br />
nel suo cammino spirituale le orme di colei che considerava sua Madre,<br />
sua consigliera, maestra, confidente, regina, suo modello e rifugio.<br />
Come Maria, la “Piena di Grazia”, ha camminato nella fede con una obbedienza<br />
perfetta, pronta, concreta, umile, fedele, faticosa, così il servo di<br />
Dio, dotato di tanti doni di natura e di grazia, ha risposto all’Amore dal quale<br />
si sentiva amato, con volontà ferrea, con una tenacia al limite <strong>delle</strong> capacità<br />
umane, con una concretezza meticolosa che rasentava il perfezionismo 1 .<br />
Il progetto: essere santo<br />
Il 2 aprile 1898, all’età di 17 anni, Fortunato scrive nel suo diario:<br />
“Mio Dio, voi mi chiamate, eccomi pronto. Non farò resistenza alle<br />
chiamate del Signore”.<br />
Scoprire la vocazione e comprendere la necessità di essere santo, per<br />
il giovanissimo Fortunato fu un tutt’uno.<br />
Lo stesso giorno annota: “La mia vita sarà tutta spesa ad onore della<br />
Madonna e una tale devozione sarà l’arma e il mezzo con cui mi accingerò<br />
a raggiungere i più alti gradi della perfezione e della santità”.<br />
1 “Alla santificazione oggettiva, che per opera di Cristo si ha nel Sacramento con la<br />
comunicazione dello Spirito, deve corrispondere la santità soggettiva, nella quale il<br />
Vescovo, con il sostegno della grazia, sempre più deve progredire attraverso l’esercizio<br />
del ministero” (PG n. 11).
Io lo definirei il santo della volontà: capito quale era il progetto di<br />
Dio, pur trovandosi, per temperamento, in posizione svantaggiata, lo ha<br />
realizzato con ferma tenacia fino alla perfezione.<br />
Il giorno di Natale del 1905, sacerdote da un anno, scrive: “Ho proposto<br />
di nuovo di farmi santo; non mi stancherò mai di fare un tale proposito<br />
nonostante la mia grande miseria” (25.12.1905).<br />
Non si nasconde difetti e infedeltà agli impegni presi; non si stanca di<br />
rinnovare nel tempo, con crescente lucidità e fermezza i propositi; non<br />
lo scoraggia la sproporzione tra il senso della propria inadeguatezza e<br />
l’asperità della strada stretta che conduce alla perfezione. E anche se,<br />
quando giungerà in vetta, prima di addormentarsi nel Signore, sulla soglia<br />
di quel Regno che aveva sempre agognato, e per il quale aveva speso<br />
tutto se stesso, per non entrarvi da solo, sarà ancora convinto di non aver<br />
fatto niente, non si stancherà di riproporsi a più riprese, lungo il cammino<br />
degli anni: “Attenderò con tutto l’ardore a farmi santo” (3.10.1912);<br />
“Il bene è in rapporto diretto con la mia santità; quanto più sarò santo<br />
tanto più saranno feconde le mie opere” (3.10.1912) 2 .<br />
La via stretta<br />
Non basta decidere un viaggio: bisogna incamminarsi; non serve fare<br />
un progetto se non lo si realizza. La volontà di farsi santo porta il giovane,<br />
il sacerdote, il Vescovo Fortunato ad andare, senza tentennamenti<br />
contro se stesso.<br />
Solo alcuni flash, scattati lungo gli anni dei suoi diari: “Sarò energico<br />
nel vincere il mio temperamento amante dell’accidia” (28.10.1905).<br />
• “la lentezza è uno dei miei difetti capitali che devo combattere con<br />
grande energia” (15.12.1908).<br />
• “Insisterò molto sulla santa carità alla quale sinora spesso ho mancato”<br />
(13.10.1912).<br />
• “Venererò nei miei superiori la presenza di Dio e questo sentimento<br />
non mi farà punto fermare sui loro difetti” (9.9.1914).<br />
2 “L’edificazione del gregge di Cristo nella verità e nella santità richiede da parte del<br />
Vescovo…l’esemplarità della vita… la bontà d’animo e la pazienza, la comprensione<br />
e la compassione per le miserie dell’anima e del corpo, l’indulgenza e il perdono. Si<br />
tratta, infatti, di esprimere nel miglior modo possibile il supremo modello, che è Gesù<br />
Buon Pastore” (PG n. 43).<br />
2
2<br />
• “Convincendomi che sono l’ultimo Vescovo della Chiesa… eserciterò<br />
con frequenza, quotidianamente la virtù della speranza, facendo<br />
spesso atti di confidenza” (1.5.1930).<br />
• “… voglio guadagnare il tempo perduto” (18.9.1932).<br />
• “Amerò la santa purità e la custodirò come la pupilla dei miei occhi”<br />
(27.10.1934).<br />
Questi propositi, rinnovati nel tempo e sostenuti da un forte spirito di<br />
mortificazione, da penitenze volontarie e dall’uso del cilicio, nonostante<br />
le continue e progressive sofferenze fisiche, che rendevano insonni le<br />
sue notti e tormentate dalla tosse le sue giornate; questi propositi, sono<br />
segno non solo di perseveranza nell’impegno, ma anche di lucida conoscenza<br />
dei propri lati deboli e dei doni ricevuti.<br />
È consapevole, il giovane Fortunato, della precoce maturità spirituale,<br />
ma anche della sua lentezza; <strong>delle</strong> sue doti intellettuali, del suo amore<br />
alla cultura e della sua noia di studiare; del suo forte senso del valore<br />
del tempo e della vita, e della accidia da tenere sotto controllo; del suo<br />
bisogno innato di perfezione e dell’inclinazione allo scrupolo e alla malinconia:<br />
per questo si aggrappa saldamente alla roccia dell’unione con<br />
Dio, della preghiera, dell’amore a Maria.<br />
L’intimità con Dio, il costante atteggiamento di ascolto e di ricerca<br />
della Sua Volontà, l’abbandono incondizionato a Maria plasmano il cuore<br />
del Pastore sempre sereno, instancabilmente dinamico, forte nei pericoli<br />
e nelle lotte, gioioso e creativo nel servizio, ricco e profondo nel<br />
magistero e nella guida <strong>delle</strong> anime, sensibile particolarmente verso i<br />
poveri, i sofferenti, le vittime <strong>delle</strong> due guerre mondiali; paterno e delicatamente<br />
fermo nel rapporto con tutti 3 .<br />
La signorina Assunta Giancaspero racconta: “In una festa gli mandammo<br />
un po’ di dolci… Dolcemente mi disse: «Sia la prima e l’ultima<br />
volta, per questa volta li accetto, ringrazio e non si ripeta più»” (testimonianza<br />
scritta nel 1991, all’età di 92 anni).<br />
3 “Sul volto del Vescovo, insomma, i fedeli devono potere contemplare le qualità che<br />
sono dono della grazia… quasi l’autoritratto di Cristo: il volto della povertà, della<br />
mitezza e della passione per la giustizia; il volto misericordioso del padre e dell’uomo<br />
pacifico e pacificatore; …il volto di colui che rivive la compassione di Gesù verso gli<br />
afflitti e talvolta… il volto pieno di fortezza e di gioia interiore di chi è perseguitato a<br />
causa della verità del Vangelo” (PG n. 18).
L’intimità con Dio<br />
Mons. Farina era pienamente convinto di quanto afferma il Papa nella<br />
“Pastores Gregis”, che cioè “la testimonianza della vita diventa per<br />
un Vescovo come un nuovo titolo di autorità” (PG n. 31); e condivideva<br />
sin da giovane sacerdote ciò che dice San Gregorio Nazianzeno:<br />
• “prima purificarsi e poi purificare,<br />
• prima lasciarsi istruire dalla sapienza e poi istruire,<br />
• prima diventare luce e poi illuminare,<br />
• prima avvicinarsi a Dio e poi condurvi gli altri,<br />
• prima esser santi e poi santificare” (Orazione II, n. 71).<br />
Essere santi! Come? Con quali modelli? Giovanni Paolo II scrive:<br />
“Nella loro vita e nel loro ministero, nel cammino spirituale e nello sforzo<br />
di adeguare la loro azione apostolica, i Vescovi sono sempre confortati<br />
dall’esempio di Pastori santi” (PG n. 25).<br />
I grandi maestri di Mons. Farina sono stati: San Luigi Gonzaga, San<br />
Giovanni Berchmans, Sant’Ignazio di Loyola, San Francesco di Sales,<br />
San Carlo Borromeo, San Luigi Grignon de Monfort, il Curato d’Ars,<br />
San Filippo Neri. Egli, però, non è stato fotocopia di nessuno di loro; ma<br />
come ape laboriosa ha succhiato da ognuno il nettare degli insegnamenti<br />
e degli esempi per modellarsi su Cristo, Amore Crocifisso, ed essere a<br />
sua volta guida sicura, padre e maestro giusto per il suo tempo e per<br />
la sua Chiesa; in perfetta sintonia, quasi preludio di quanto insegna la<br />
“Pastores Gregis”: “Nessun Vescovo può ignorare che il vertice della<br />
santità rimane Cristo Crocifisso, nella Sua suprema donazione al Padre<br />
e ai fratelli nello Spirito Santo” (PG n. 13).<br />
Mons. Farina respirava Dio, profumava di intimità con Lui, tanto che<br />
perfino gli spiriti più rudi e insensibili ne restavano presi 4 .<br />
Leggendo i suoi diari si ha l’impressione di avere a che fare con un<br />
asceta sepolto nelle penombre profonde di un’austera abbazia; dando uno<br />
sguardo alle sue opere, ai suoi interessi, ai suoi rapporti col mondo della<br />
cultura, della politica, <strong>delle</strong> gravi problematiche sociali del suo tempo,<br />
al suo dinamismo pastorale, alla fermezza con cui affrontava fascisti e<br />
comunisti quando tentavano di fermare la vita della Chiesa e la libertà di<br />
4 “Nella vita del Vescovo deve risplendere la vita di Gesù e quindi la sua obbedienza al<br />
Padre fino alla morte e alla morte di croce (cfr Fil 2, 8), il suo amore casto e verginale,<br />
la sua povertà che è libertà assoluta dinanzi ai beni terreni” (PG n. 18).<br />
2
2 0<br />
aggregazione, se non conoscessimo la testimonianza data con la vita, verrebbe<br />
da chiedersi come facesse a trovare il tempo per il Signore 5 .<br />
Mons. Farina ha saputo essere Mosè e Giosuè <strong>insieme</strong>: ha fatto sintesi<br />
tra la profondità del contemplativo e l’attività del pastore solerte,<br />
vigile e operoso.<br />
Tutto questo era frutto di un lavorio interiore cominciato sin dall’adolescenza.<br />
A sedici anni Fortunato scriveva: “Starò sempre unito a Gesù e<br />
Maria, li amerò con tutto il mio cuore” (28.9.1897). E, andando avanti negli<br />
anni e nell’assunzione di responsabilità pastorali, annota: “Voglio vivere<br />
interiormente sempre più unito a Gesù Cristo, prostrato nel segreto del mio<br />
cuore, quasi in perenne adorazione al suo cospetto” (12.4.1922).<br />
“Il Signore m’invita all’unione intima con Lui… (anche)…durante<br />
la notte, tutte le volte che mi desto… L’unione con Dio è il colmo della<br />
santità e la vera beatitudine dell’anima” (21.10.1924).<br />
Tanta sete da cervo trafelato aveva la sua ispiratrice in Maria e la sua<br />
origine nella preghiera e nell’ascolto.<br />
La Madre di Dio<br />
È impossibile parlare in due o tre minuti del rapporto di Mons. Farina<br />
con la Madre di Dio.<br />
Giovanni Paolo II dice che il Vescovo “Sarà imitatore della Vergine<br />
Maria” (PG n. 3); “Per Maria, il Vescovo nutrirà una devozione autentica<br />
e filiale, sentendosi chiamato a fare “proprio” il suo “Fiat” (PG n. 14).<br />
Mons. Farina, consacrato a Maria sin dall’età di sette anni, nel decimo<br />
anno dell’ordinazione sacerdotale annota nel diario: “La Madonna…<br />
sarà mio modello, mia maestra, mia madre, mio conforto e mio aiuto in<br />
tutto” (21.10.1914); e negli esercizi spirituali per l’ordinazione episcopale<br />
dichiara: “Da vero figlio e schiavo di Maria costituisco sin d’ora la<br />
Santissima Vergine Signora e Padrona della mia <strong>Diocesi</strong>, del seminario<br />
e di tutte le opere cui dovrò mettere mano” (29.7.1919) 6 .<br />
5 “È soprattutto nell’esercizio del proprio ministero… che il Vescovo è chiamato a<br />
santificarsi e a santificare, avendo come principio unificante la contemplazione del<br />
volto di Cristo e l’annunzio del Vangelo della salvezza” (PG n. 11).<br />
6 “Il Vescovo… deve, quindi, coltivare una vita di preghiera e di fede profonda e<br />
riporre in Dio tutta la sua fiducia…riservando una particolare e filiale devozione alla<br />
Vergine Maria, che è perfetta Maestra di vita spirituale” (PG n. 13).
Sapete tutti come legava tutte le date importanti della vita sua e <strong>delle</strong><br />
<strong>Diocesi</strong> alle feste mariane; è superfluo ricordare tutti i segni della sua<br />
devozione filiale, dall’Ave Maria ogni ora, alle giaculatorie, al Rosario,<br />
alle mortificazioni del sabato.<br />
Sono storia, le grandiose celebrazioni per gli anniversari dei prodigi<br />
della Madonna dei Setti Veli e della Madonna Addolorata, per l’Anno<br />
Mariano e per le consacrazioni <strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong> di Troia e di Foggia a Maria.<br />
Richiamo solo due testimonianze, una di Mons. Raffaele Castielli,<br />
l’altra della signorina Assunta Giancaspero, e un ricordo personale.<br />
Mons. Castielli: “A noi giovani sacerdoti diceva: «Mettete la Madonna<br />
in mezzo alle vostre attività apostoliche: Essa vi aiuterà e sarà<br />
garantita la buona riuscita di quanto farete»” (R. Castielli, Il fascino<br />
della santità, 1999, p. 20).<br />
Assunta Giancaspero: “Parlava della Madonna proprio come un figlio<br />
amoroso parla della mamma sua e ripeteva: Andate a Lei in tutte le<br />
circostanze spirituali e temporali e troverete ristoro: fatene la prova”.<br />
Il ricordo personale: “Ero adolescente quando incontravo Mons. Farina.<br />
L’ascoltavo con attenzione quando parlava. Non c’era colloquio o<br />
omelia in cui, senza forzature, in modo naturale, non entrasse il pensiero<br />
o il riferimento a Maria. Nel seminario di Troia la Madonna era una<br />
presenza viva; la consacrazione a Lei era il punto di arrivo dei cinque<br />
anni di formazione; la devozione a Lei, fonte di tanto fervore e di molte<br />
iniziative. Tutto questo era frutto della formazione che Mons. Farina<br />
dava ad educatori e seminaristi”.<br />
Preghiera e ascolto<br />
In una omelia di Origene si legge: “Sono queste le due attività del<br />
Pontefice: o imparare da Dio, leggendo le Scritture divine e meditandole<br />
più volte, o ammaestrare il popolo. Però insegni le cose che Egli<br />
stesso ha imparato da Dio” (Omelie sul Lev., 6).<br />
Sant’Ignazio d’Antiochia diceva si sé: “Mi affido al Vangelo come<br />
alla carne di Cristo” (Ai Filadelfesi, 5).<br />
E Giovanni Paolo II conclude: (il Vescovo) “deve essere come «dentro»<br />
la parola, per lasciarsene custodire e nutrire come da un grembo<br />
materno” (PG n. 15). “Il Vescovo potrà portare tra i suoi fratelli i segni<br />
del suo essere padre, fratello e amico soltanto se sarà entrato nella nube<br />
2 1
2 2<br />
oscura e luminosa del mistero del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”<br />
(PG n. 12).<br />
Nel diario di Mons. Farina molte sono le pagine che testimoniano<br />
l’impegno, che sin da ragazzo ha fedelmente mantenuto, di dedicare un<br />
tempo all’orazione mentale.<br />
Ma qui, più che la rilettura dei suoi propositi, vale la testimonianza di<br />
quanti gli sono stati vicino o lo hanno conosciuto.<br />
Sua Eccellenza Mons. De Santis, sua creatura, suo collaboratore e<br />
suo primo biografo, racconta le lunghe ore in ginocchio, giorno e notte<br />
nella cappella del seminario o dell’episcopio, incurante del freddo e della<br />
tosse, anche durante i bombardamenti su Foggia 7 .<br />
Dal suo fedele e ininterrotto intrattenersi con il Signore fioriva l’unzione<br />
spirituale della sua predicazione.<br />
Le labbra e il cuore di Mons. Farina erano sempre in perfetta armonia:<br />
sulle sue labbra diventavano melodie le vibrazioni della sua anima.<br />
Mai nessuno, ascoltandolo, ha potuto chiedersi “perché tu non fai<br />
quello che insegni?”, perché in lui era la vita che diventava parola;<br />
l’amore diventava infuocata esortazione; l’intima unione con Dio ne<br />
annunciava la presenza; la luce e la chiarezza interiore si traduceva in<br />
discorsi semplici, accessibili, lineari, comprensibili da tutti; era la sua<br />
incessante tensione interiore verso la ricerca della volontà di Dio, che<br />
riusciva a scuotere e convertire i cuori.<br />
Il Pastore<br />
Giovanni Paolo II dice che “il Vescovo governa col cuore del servo<br />
umile e del pastore affettuoso, che guida il suo gregge, cercando la gloria<br />
di Dio e la salvezza <strong>delle</strong> anime. Vissuta così, quella del Vescovo, è<br />
davvero una forma di governo unica al mondo” (PG n. 43).<br />
La gloria di Dio e la salvezza <strong>delle</strong> anime! Ecco l’unica aspirazione<br />
che Mons. Farina ha alimentato con tutte le sue forze, per tutta la sua<br />
vita.<br />
7 “L’amore del Vescovo verso la Santa Eucaristia si esprime pure quando, nel corso<br />
della giornata, dedica parte anche abbastanza prolungata del proprio tempo all’adorazione<br />
davanti al tabernacolo” (PG n. 16). “Il Vescovo, pertanto, riuscirà ad essere per i<br />
fedeli un maestro di preghiera solo se potrà contare sulla propria esperienza personale<br />
di dialogo con Dio” (PG n. 17).
A diciassette anni scriveva: “Studierò, pregherò indefessamente con<br />
perfezione, sempre unito al mio caro Gesù, unicamente a sua maggior<br />
gloria e per la salute <strong>delle</strong> anime” (3.3.1898).<br />
Da giovane sacerdote scriveva: “Io sono tutto di Dio, non devo viver<br />
che per Lui solo, sarò bene attento ad avere unicamente di mira in tutte<br />
le mie azioni la maggior gloria di Dio” (22.1.1991).<br />
E alla vigilia dell’ordinazione episcopale confermava ancora: “Non<br />
avrò altra mira nel mio operare all’infuori della maggior gloria di<br />
Dio. Non piglierò alcuna deliberazione… senza prima aver pregato”<br />
(29.7.1919) 8 .<br />
Da tanta chiarezza interiore non poteva scaturire che un’azione pastorale<br />
limpida, essenziale, mirata, aperta e attenta a tutte le componenti<br />
e a tutti i bisogni del gregge: sacerdoti, seminaristi, laici, consacrate, lavoratori,<br />
poveri, anziani, missioni, vocazioni, promozione della donna,<br />
impegno socio-politico, cultura, ricostruzione post-bellica, associazionismo<br />
cattolico, formazione cristiana, seminario, parrocchie, pietà popolare<br />
9 . Per parlarne diffusamente, bisognerebbe scrivere una biografia;<br />
ma per grazia di Dio, ci ha pensato, non senza fatica, Mons. De Santis.<br />
Vi invito a leggerla perché è una miniera di testimonianze molto utili<br />
particolarmente per i sacerdoti, i laici impegnati e i consacrati del nostro<br />
tempo.<br />
Nella prima Lettera Pastorale, inviata al popolo di Troia, prima del<br />
suo ingresso, scrive: “Vengo in mezzo a voi solo a reclamare che Gesù<br />
Cristo regni in voi e intorno a voi, cioè nelle anime vostre e nelle famiglie,<br />
e che vi adoperiate affinché Egli regni in tutto l’ordinamento<br />
sociale”.<br />
Sembra che Giovanni Paolo II parli proprio di Mons. Farina quando<br />
ricorda Vescovi esemplari che “In tempi difficili hanno risollevato il loro<br />
popolo, hanno ricostruito chiese dopo tempi di persecuzione e di calamità,<br />
hanno edificato ospizi dove accogliere pellegrini e poveri, hanno<br />
8 “Il Vescovo sarà altresì attento a cogliere, nella preghiera e nel discernimento, la<br />
volontà di Dio attraverso quanto lo Spirito dice alla Chiesa” (PG n. 19).<br />
9 “Un Vescovo può ritenersi davvero ministro della comunione e della speranza per il<br />
popolo santo di Dio solo quando cammina alla presenza del Signore. Non è possibile,<br />
infatti, essere al servizio degli uomini senza prima essere “servi di Dio” (PG n. 13).<br />
“Nella contemplazione appassionata del suo volto, nell’imitazione generosa della vita<br />
del buon pastore (è) il fondamento di ogni pastorale” (PG n. 12).<br />
2 3
2 4<br />
aperto ospedali dove curare ammalati e vecchi” (PG n. 25); e quando afferma<br />
che il Vescovo ideale è il “Pastore che, configurato a Cristo nella<br />
santità della vita, si spende generosamente per la Chiesa affidatagli, portando<br />
contemporaneamente nel cuore la sollecitudine per tutte le Chiese<br />
sparse sulla terra” (Omelia del 27.10.2001 al Sinodo dei Vescovi).<br />
Credo che il seminario per le missioni e il seminario diocesano, la<br />
costituzione di 11 parrocchie nuove cittadine e rurali nelle due <strong>Diocesi</strong>;<br />
il Piccolo Seminario M. De Prospero, l’opera Pia M. G. Barone a Foggia<br />
e l’opera Pia <strong>Gravina</strong> a San Marco in Lamis; le case canoniche e gli asili<br />
parrocchiali nei paesi della <strong>Diocesi</strong> di Troia, la casa Divina Provvidenza<br />
a Foggia, il riscatto e il rilancio del Santuario dell’Incoronata, l’accoglienza<br />
in <strong>Diocesi</strong> <strong>delle</strong> Suore Oblate, <strong>delle</strong> Suore di San Giuseppe, di<br />
Sant’Anna, Paoline, dei Padri Giuseppini del Murialdo, e il ritorno <strong>delle</strong><br />
Redentoriste; il risanamento morale di zone in condizioni di degrado e<br />
abbandono, l’opera San Michele, parlino da sé.<br />
Per tutte queste opere “si è votato ad una vita di rinuncia”, “ha ridotto<br />
le sue spese al puro necessario” (P.G. De Giovanni, Omelia I° anniv.<br />
della morte). Viaggiava in terza classe; si serviva della corriera negli<br />
spostamenti tra Troia e Foggia. Si fece povero, si indebitò, perché dava<br />
tutto ciò che riceveva, prima ancora di riceverlo.<br />
Ma le strutture, pur essendo tante e avendo il vantaggio di essere visibili,<br />
non sono l’impegno primario di un pastore, né la parte più impegnativa<br />
del suo lavoro, né ciò che rimane per l’eternità.<br />
Solo nel grande libro di Dio potremo leggere in modo puntuale e<br />
completo, come Mons. Farina ha anticipato e attuato ciò che il Santo<br />
Padre chiede ai Vescovi circa la formazione dei Presbiteri, la massima<br />
cura nella scelta degli educatori dei seminaristi, le visite frequenti<br />
in seminario 10 ; il posto speciale da riservare alla cura della vita contemplativa<br />
11 ; l’accompagnamento particolare dei giovani per la loro<br />
formazione spirituale e per prepararli ad assumersi responsabilità in<br />
10 “La formazione dei presbiteri costituisce per il Vescovo una preoccupazione di primaria<br />
importanza. […] Ogni Vescovo, pertanto, esprimerà la sua premura anzitutto<br />
scegliendo con massima cura gli educatori dei futuri presbiteri… non mancherà di<br />
visitare con frequenza il seminario” (PG n. 48).<br />
11 “Nella sua cura premurosa verso tutte le forme di vita consacrata,… il Vescovo dovrà<br />
riservare un posto speciale per la vita contemplativa” (PG n. 50).
società 12 ; la vicinanza paterna ai sacerdoti, per sostenerli nelle loro difficoltà<br />
ascetiche e spirituali e favorire la fedeltà alla vocazione.<br />
Cura dei sacerdoti<br />
Il giorno della sua ordinazione sacerdotale, il 18 settembre 1904, don<br />
Fortunato M. Farina parlò così al suo Signore: “Io mi offro a voi vittima<br />
volontaria, per la salvezza <strong>delle</strong> anime, per la santificazione del clero;<br />
vittima senza riserva, senza restrizione di sorta; immolatemi e sacrificatemi<br />
tutto come a voi meglio aggrada” (18.9.1904).<br />
Due anni dopo, riconferma la sua offerta, mettendola nelle mani di<br />
Maria: “Con tutto il cuore e con tutte le forze dell’anima mia, o mia<br />
carissima Madre Maria, fermamente propongo ai vostri piedi di consacrarmi<br />
tutto alla santificazione del clero specialmente secolare, di spendere<br />
per questo massimo apostolato tutte le mie energie, di indirizzare<br />
ad esso tutte le mie azioni, di formarne il fine della mia esistenza, sempre<br />
e unicamente per la maggior gloria di Dio e il bene <strong>delle</strong> anime. Ecco a<br />
questo fine io offro, per mezzo vostro, tutto me stesso in olocausto perenne<br />
al Signore” (3.12.1906).<br />
Nella prima Lettera Pastorale, rivolgendosi ai sacerdoti, dice: “Io mi<br />
terrò sempre stretto a voi con la mente e col cuore, e cercherò di rendere<br />
sempre più intimi i nostri rapporti per lavorare concordemente con abnegazione<br />
e con costanza a far regnare Gesù Cristo nelle anime affidate<br />
alle nostre cure, affinché esse poi, strenuamente, <strong>insieme</strong> con noi, cooperino<br />
alla restaurazione cristiana di tutto l’edificio sociale” 13 .<br />
Mons. Castielli attesta che “l’opera primaria a cui consacrò se stesso<br />
fu la cura dei sacerdoti e <strong>delle</strong> vocazioni al sacerdozio” (Il fascino della<br />
santità, p. 23).<br />
E prendendosi cura personalmente di ognuno di loro, aiutando i bisognosi,<br />
mangiando alla mensa del seminario, mettendoli in guardia dal-<br />
12 “Il Vescovo… avrà una cura particolare per… l’accompagnamento spirituale dei<br />
giovani. Un ministero di speranza non può fare a meno di costruire il futuro <strong>insieme</strong><br />
con coloro – i giovani, appunto – ai quali è affidato l’avvenire” (PG n. 53).<br />
13 “I Vescovi nell’esercizio del loro ministero di padre e pastore in mezzo ai loro fedeli<br />
debbono comportarsi come “coloro che servono”, avendo sempre sotto gli occhi<br />
l’esempio del Buon Pastore, che è venuto non per essere servito, ma per servire e dare<br />
la sua vita per le pecore” (PG n. 42).<br />
2
2<br />
l’isolamento pastorale, inculca la vita comunitaria, addita il traguardo<br />
della santità; a Salerno e nelle due <strong>Diocesi</strong> fonda, per il loro cammino di<br />
perfezione, l’Unione Apostolica del Clero; a Troia fa nascere l’Istituto<br />
sacerdotale secolare della “S. Milizia di Gesù”. Era convinto, infatti, che<br />
per cambiare il volto della <strong>Diocesi</strong>, per promuovere un laicato cristiano,<br />
bisognava elevare innanzitutto lo stile di vita dei sacerdoti. E così avvenne!<br />
14 .<br />
Formazione dei Laici<br />
Sin da quando era universitario a Napoli e giovane prete a Salerno,<br />
don Fortunato era convinto, come afferma Giovanni Paolo II nella Pastores<br />
Gregis, che: “Spettano soprattutto ai laici… l’evangelizzazione<br />
<strong>delle</strong> culture, l’inserimento della forza del Vangelo nelle realtà della famiglia,<br />
del lavoro, dei mass-media, dello sport, del tempo libero, l’animazione<br />
cristiana dell’ordine sociale e della vita pubblica nazionale e<br />
internazionale” (PG n. 51).<br />
Per questo si adopera con tutte le forze per sviluppare l’associazionismo<br />
cattolico: il Circolo Universitario a Napoli, il Circolo dei Giovani<br />
a Salerno, il Circolo Manzoni a Foggia, l’Azione Cattolica, la Gioventù<br />
Femminile. Dalle loro file sono germogliate vocazioni al sacerdozio, alla<br />
vita religiosa, alle missioni, all’impegno sociale e politico, alla consacrazione<br />
laicale, al volontariato negli ospedali e tra i carcerati 15 .<br />
Attraverso convegni, settimane della Giovane, settimane Rurali, veglie<br />
notturne per soli uomini nei tempi forti dell’Anno liturgico, corsi di<br />
esercizi, giornate di studio, direzione spirituale e formazione personale,<br />
porta giovani e adulti, uomini e donne a una fede impegnata, sia durante<br />
il ventennio fascista, quando l’Azione Cattolica era considerata un’Associazione<br />
sovversiva e gli iscritti nemici della Patria, sia negli anni altrettanto<br />
difficili del dopoguerra.<br />
14 “Il Vescovo deve essere particolarmente vicino al suo gregge e innanzitutto ai suoi<br />
sacerdoti, paternamente attento alle loro difficoltà ascetiche e spirituali, prestando<br />
loro l’opportuno sostegno per favorirne la fedeltà alla vocazione e alle esigenze di<br />
un’esemplare santità di vita nell’esercizio del ministero” (PG n. 51).<br />
15 “(I fedeli laici) Hanno bisogno del sostegno, dell’incoraggiamento, e dell’aiuto dei<br />
loro Vescovi, che li guidino a sviluppare il loro apostolato secondo la loro propria<br />
indole secolare” (PG n. 51).
Conclusione<br />
Come Mosè, davanti al roveto ardente, segno visibile della Divina<br />
Presenza, si scalza in segno di riverenza, si sente chiamato a dare testimonianza<br />
di quell’incontro e a intraprendere una missione umanamente<br />
impossibile di liberazione e di salvezza, così noi, che siamo stati attratti<br />
e illuminati dalla trasparenza interiore, dal fascino soprannaturale, dallo<br />
splendore della virtù, dal profumo di santità di Mons. Farina; noi, che respiriamo<br />
e ci muoviamo in una società culturalmente smarrita e frantumata,<br />
totalmente disattenta ai valori etici e spirituali, una società che non<br />
teme di negare ufficialmente ogni rapporto con la Trascendenza, tutta<br />
orientata verso una interpretazione edonistica e materialistica della vita;<br />
noi, laici cristiani, consacrati, religiosi, sacerdoti del nuovo millennio,<br />
seguendo la strada aperta da Mons. Farina, dobbiamo riscoprire il bisogno<br />
primordiale e assoluto della ricerca concreta, perseverante, fedele,<br />
incessante di Dio. È di Lui che il mondo ha bisogno; è la Sua presenza<br />
che gli uomini vogliono vedere in noi.<br />
Sono consapevole che, nonostante queste grandinate di accenni fugaci,<br />
non ho detto nulla del Servo di Dio; anzi temo che, avendo dovuto<br />
cogliere fior da fiore nel ricco e variopinto giardino <strong>delle</strong> sue virtù e<br />
<strong>delle</strong> opere, della sua interiorità e dell’azione pastorale, ne ho travisato il<br />
volto e mortificato la testimonianza.<br />
In questo mese, mentre leggevo, ricercavo, riflettevo e scrivevo,<br />
avendo davanti agli occhi la dolcissima foto di Mons. Farina benedicente,<br />
più volte gli ho detto: “Aiutami a capirti, a non deformarti. Fammi<br />
parlare di te come discepolo che ti ha assimilato e non come improvvisato<br />
e frettoloso ricercatore che deve superare un esame su un personaggio<br />
del passato”.<br />
Quello sguardo penetrante e quella mano benedicente sembrava che<br />
mi incoraggiassero ad andare avanti.<br />
Questa sera, guardandolo meglio, mi sembra che mi dica: “Che cosa<br />
mi hai combinato?” Mi affido alla Sua e alla vostra preghiera.<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
2
2<br />
Indirizzo di saluto<br />
a Sua Beatitudine Teoctist<br />
Patriarca della Chiesa Ortodossa di Romania<br />
durante la visita<br />
con una Delegazione della Comunità di Gesù<br />
Beatitudine,<br />
Bucarest, 14 maggio 2004<br />
con sincera e profonda gioia, a nome mio personale, a nome della<br />
<strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, di cui sono umile<br />
e indegno Pastore, e della Comunità di Gesù, qui rappresentata dal<br />
Presidente e da alcuni Consiglieri, esprimo a Sua Beatitudine Teoctist,<br />
Patriarca della Chiesa Ortodossa di Romania il saluto più devoto, affettuoso<br />
e cordiale.<br />
Nella Sua augusta persona saluto i Presbiteri e i fedeli della Chiesa che<br />
si fregia dell’appellativo glorioso di “Giardino della Madre di Dio”.<br />
Nella preghiera, nella docilità allo Spirito e nell’ascolto della Parola<br />
ci siamo preparati a vivere come piccolo evento di salvezza questo incontro,<br />
confortati anche dal consenso e dalla Benedizione del Pontificio<br />
Consiglio per l’Unità dei Cristiani, del Pontificio Consiglio per i Laici,<br />
della Conferenza Episcopale Italiana, della Conferenza Episcopale Latina<br />
della Romania, e della Conferenza Episcopale della Puglia.<br />
La Sua fama di uomo di Dio animato da ardente anelito per l’unità<br />
della Chiesa, il Suo magistero, la Sua azione pastorale, la testimonianza<br />
del Suo impegno per la piena comunione della Chiesa Cattolica e della<br />
Chiesa Ortodossa di Romania hanno portato oggi alla Sua presenza la<br />
Comunità di Gesù, appassionata per l’unità e impegnata sul piano ecumenico<br />
fin dalla sua nascita.<br />
Vostra Beatitudine, conscio <strong>delle</strong> piaghe ancora aperte dalle drastiche<br />
repressioni di vari decenni di totalitarismo ateo, e preoccupato<br />
per l’emergenza di una cultura secolaristica e consumistica che tenta di<br />
emarginare la fede e i valori cristiani dalla vita pubblica, sostiene tenacemente<br />
che, per rendere vivo e operante il Vangelo nel mondo odierno,
è necessaria apertura ecumenica e testimonianza di comunione dei cristiani.<br />
Anche il progressivo allargamento dell’Unione Europea costituisce<br />
un nuovo appello per la Chiesa: più i Cristiani respirano unità, meglio<br />
possono assicurare all’Europa un’anima cristiana.<br />
Vostra Beatitudine, nel discorso che ha tenuto alla presenza di Giovanni<br />
Paolo II nella sua seconda visita in Vaticano, ha affermato: “La<br />
nostra Chiesa è rimasta fedele all’apertura ecumenica e alla collaborazione<br />
tra i Cristiani nell’intento di riscoprire l’unità di tutti i Cristiani<br />
[…] Stanno nascendo vari progetti di collaborazione ecumenica e siamo<br />
determinati ad approfondirli e a far sì che diventino più numerosi nel futuro<br />
[…] La ricerca della piena unità della Chiesa è una vocazione e un<br />
dovere per tutti noi, <strong>insieme</strong>, e per ognuno di noi, individualmente”.<br />
La Chiesa Ortodossa Rumena, sin dal 1989 gode fama di Chiesa<br />
aperta all’ecumenismo: da questa Chiesa, dopo la prima visita di Vostra<br />
Beatitudine al Papa Giovanni Paolo II, è partito il primo invito al Santo<br />
Padre di visitare un Paese Ortodosso.<br />
Mentre Le esprimiamo tutta la nostra gratitudine per una così luminosa<br />
testimonianza, Le confidiamo con gioia che questi sono i sentimenti,<br />
questo è l’impegno che, senza alcuna intenzione di proselitismo, fusione<br />
o assorbimento, animano la Comunità di Gesù.<br />
Nessuno si nasconde le asperità del cammino della Commissione Mista<br />
Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa Cattolica e tutta<br />
la Chiesa Ortodossa; ma non è possibile non rallegrarsi per la comune volontà<br />
di progredire nella speranza verso l’unità, e per la comunione di fede<br />
circa i Sacramenti, l’Eucaristia, il Sacerdozio, il Ministero Episcopale.<br />
Lo Spirito Santo, vincolo di unità, fuoco di carità, illumini le nostre<br />
menti, perché, docili alla Sua Grazia, possano attuare il desiderio più<br />
grande di Cristo: Iνα παντeς eν ωσιν (Gv 17, 21).<br />
di Vostra Beatitudine<br />
umile fratello<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
2
300<br />
Il malato icona dell’Eucaristia<br />
Relazione<br />
tenuta durante il Congresso Eucaristico Diocesano<br />
nella <strong>Diocesi</strong> di San Severo<br />
4 giugno 2004<br />
“Il malato, icona dell’Eucaristia!”.<br />
Per capire il nesso che c’è tra queste tre parole; per scoprire quale<br />
rapporto c’è tra il malato e l’Eucaristia, è necessario fermarsi un momento<br />
a riflettere su:<br />
1. “che cosa è”, o meglio, “chi è l’Eucaristia”;<br />
2. “quando” il malato diventa “icona” dell’Eucaristia;<br />
3. quale è il nostro ruolo vicino a questa icona.<br />
Premetto una testimonianza di Emmanuel Mounier, uno dei grandi testimoni<br />
cristiani del XX secolo. Dopo che la sua piccola Françoise fu colpita<br />
da encefalite che la separò dal colloquio col mondo, scrive a sua moglie:<br />
“20 marzo 1940. Che senso avrebbe tutto questo, se la nostra bambina<br />
fosse solo un pezzetto di carne sciupata non si sa dove, un po’ di vita<br />
accidentata, e non questa piccola ostia bianca, che ci supera tutti, una<br />
infinità di mistero e di amore che ci abbaglierebbe se lo vedessimo faccia<br />
a faccia; se ogni colpo più duro non fosse una nuova elevazione, che ogni<br />
volta, quando il nostro cuore comincia a essere abituato, adattato al colpo<br />
precedente, è una nuova richiesta di amore … Dalla mattina alla sera,<br />
non pensiamo a questo male come a qualcosa che ci viene tolto, ma come<br />
a qualcosa che noi doniamo, per non demeritare questo piccolo Cristo,<br />
che è in mezzo a noi, per non lasciarlo solo a lavorare col Cristo”.<br />
“16 aprile 1940… nulla somiglia al Cristo più dell’innocenza che soffre”.<br />
All’ombra della croce di Cristo e del suo sacrificio eucaristico, tutto<br />
ciò che per lo spirito del mondo è motivo di disperazione e di morte, si<br />
trasforma in luce di speranza. Il cristiano che soffre con fede condivide il<br />
pensiero di Paolo: “Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente<br />
non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata<br />
in noi” (Rom 8, 18).
1. Chi è l’Eucaristia?<br />
L’Eucaristia è non solo:<br />
ƒ l’ostia consacrata;<br />
ƒ il pane e il vino che diventano corpo e sangue di Cristo;<br />
ƒ la comunione.<br />
L’Eucaristia:<br />
a) è Gesù che obbedisce per amore del Padre; che fa la volontà del Padre,<br />
il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati.<br />
In ogni celebrazione eucaristica Cristo presenta al Padre, non i suoi<br />
dolori; ma la sua obbedienza, la sua docilità, la disponibilità interiore<br />
con cui ha accettato, vissuto e offerto la passione.<br />
b) È Gesù che si dona per gli altri, per noi, fino a restare per sempre<br />
con noi;<br />
c) È Gesù che si fa servo dei fratelli.<br />
Con la lavanda dei piedi ai discepoli, Egli ha espresso l’ atteggiamento<br />
di umiltà, di servizio, di nascondimento con cui è nell’Eucaristia.<br />
d) È Gesù che per amore muore per tutti, per dare la vita.<br />
“Questo è il mio corpo dato per voi…questo è il mio sangue versato<br />
per tutti”: Gesù è corpo spezzato e dato, è sangue versato per amore.<br />
Si ama nella misura in cui si è disposti a morire per la persona amata.<br />
Solo morendo, l’amore può dare la vita: “Se il chicco di frumento non<br />
muore, non dà frutto”.<br />
e) È Gesù che si fa fratello universale: si spezza e dà la sua vita,<br />
per essere fratello universale; perché tutti siano uno; per essere contemporaneo<br />
a ogni uomo.<br />
A Nazareth, per le strade di Palestina, nel cenacolo, ogni giorno si<br />
fa a pezzi per tutti, per ognuno, per me. Un modello di vita al quale<br />
ogni cristiano si deve ispirare. Lo comprese bene Albert Schweitzer:<br />
“Quando morirò vorrei che i miei negri mi mangiassero e poi<br />
potessero dire: era buono, buono fino in fondo”.<br />
2. Tutti icone vive dell’Eucaristia<br />
Gesù nel cenacolo, dopo aver detto: “Questo è il mio corpo …questo,<br />
il mio sangue…”, aggiunse: “Fate questo in memoria di me”, cioè:<br />
301
302<br />
• mettetevi nell’atteggiamento mio;<br />
• celebrate e comunicatevi condividendo i miei sentimenti;<br />
• esprimete nella messa quello che sto manifestando io con questo rito;<br />
• quando celebrate, non fatemi offrire da solo; ma io con voi, voi con<br />
me;<br />
• l’Eucaristia non deve essere solo il segno vivo di ciò che sono io; ma<br />
anche di ciò che siete voi. L’ Eucaristia completa siamo io e voi.<br />
Anche voi siete chiamati, come me:<br />
• a fare la volontà del Padre;<br />
• a donarvi agli altri;<br />
• ad amare fino in fondo;<br />
• a dare la vita per gli altri.<br />
Se ogni cristiano è icona dell’Eucaristia, lo è ancora di più, per speciale<br />
vocazione e missione, il malato, il sofferente, il disabile. È impossibile,<br />
e inopportuno in questo contesto, richiamare gli insegnamenti <strong>delle</strong><br />
Scritture e del Magistero. Basta per tutti un pensiero della costituzione<br />
della Chiesa del Concilio Vaticano II: “Mentre seguiamo le sue orme<br />
nella tribolazione e nella persecuzione, come il corpo al capo veniamo<br />
associati alle sue sofferenze e soffriamo con lui per essere con Lui glorificati”<br />
(Lumen Gentium).<br />
Ecco perché Santa Gemma Galgani prega così: “Gesù, contentami,<br />
non è più tempo che tu soffra così… ora ci sono io, tocca a me”.<br />
Giovanni Paolo II, nel suo ultimo libro, parlando <strong>delle</strong> Visite Pastorali<br />
che faceva come Vescovo di Cracovia, riguardo ai malati, scrive:<br />
“Ho sempre avuto chiara consapevolezza del fondamentale apporto che<br />
i sofferenti recano alla vita della Chiesa. Ricordo che, le prime volte,<br />
gli infermi mi intimidivano. C’era bisogno di un bel po’ di coraggio per<br />
presentarsi davanti a un sofferente ed entrare, per così dire, nel suo dolore<br />
fisico e spirituale, senza farsi condizionare dal disagio di riuscire<br />
a mostrargli almeno un po’ di amorevole compassione. Il senso profondo<br />
del mistero della sofferenza umana mi si svelò solo più tardi. Nella<br />
debolezza dei malati vidi sempre più chiaramente emergere la forza, la<br />
forza della misericordia. In un certo qual modo, essi «provocano» la<br />
misericordia. Mediante la loro preghiera e la loro offerta, non soltanto<br />
impetrano misericordia, ma costituiscono lo «spazio della misericordia»<br />
o, meglio, «aprono spazi» alla misericordia. Con la loro infermità
e con la loro sofferenza, infatti, suscitano atti di misericordia e creano la<br />
possibilità di compierli. Ero solito affidare alle preghiere degli ammalati<br />
i problemi della Chiesa, e l’esito era sempre molto positivo” (Alzatevi,<br />
andiamo, p. 61-62).<br />
Non è la malattia che per se stessa rende icona del Cristo Eucaristia.<br />
L’importante non è il soffrire o il non soffrire; ma “come” si soffre. La<br />
sofferenza finisce: il modo come si soffre “resta”. Non la sofferenza salva,<br />
ma l’atteggiamento interiore con cui la si accoglie.<br />
Quando il malato o il disabile si mette nell’atteggiamento di obbedienza,<br />
di offerta, di dono, di Gesù, diventa Eucaristia vivente, sacrificio<br />
perenne, luogo e occasione di salvezza per molti. Scrive Simon Weil 16 :<br />
“Come Dio è presente nella percezione sensibile di un pezzo di pane mediante<br />
la consacrazione eucaristica, è presente anche nel male supremo<br />
mediante il dolore, mediante la croce” (“L’ ombra e la grazia”).<br />
Purtroppo, oggi ci si lascia sedurre e guidare da un nichilismo senza<br />
speranza, senza principi. Spesso si è incapaci di credere nel senso della<br />
vita, nel valore della persona.<br />
Ci siamo assuefatti a notizie e sentimenti di violenza. Cadiamo facilmente<br />
nella depressione psicologica, accarezzando progetti di morte:<br />
suicidio, aborto, eutanasia sono epiloghi che non ci scandalizzano più.<br />
Certo, la sofferenza ripugna perché è più forte di noi. Ma, niente paura:<br />
anche i santi più esperti del soffrire hanno avuto paura della croce.<br />
“Il dolore mi sbalordisce, diceva Santa Gemma Galgani, alla vista della<br />
croce si intimidiscono tutti i miei sensi”.<br />
Solo Cristo insegna e aiuta a portare la croce con dignità e con gioia;<br />
ne danno conferma le numerosissime testimonianze di quanti, segnati<br />
particolarmente dal dolore, hanno incontrato Cristo sulla via del loro<br />
calvario. Una scia luminosa di fede e di pace interiore ha lasciato Benedetta<br />
Bianchi Porro 17 .<br />
A diciassette anni, portata allo scetticismo, avverte pensieri di suicidio;<br />
quando mette in rapporto a Cristo la sua sofferenza scrive cose<br />
stupende: “Da quando so che c’è chi mi guarda lottare, cerco di farmi<br />
16 Scrittrice francese, oppressa dal problema della miseria. Lasciò l’insegnamento per<br />
fare l’operaia. Partecipò alla guerra spagnola. Morì nel 1943.<br />
17 Bella ragazza morta a 28 anni. Resta progressivamente paralizzata, sorda, muta,<br />
cieca, priva dei cinque sensi.<br />
303
304<br />
forte… Io credo all’amore disceso dal cielo; a Gesù Cristo e alla sua<br />
croce gloriosa, si, io credo all’amore”.<br />
“… La vita in sé e per sé mi sembra un miracolo e vorrei poter innalzare<br />
sempre un inno di lode a chi me l’ha data”.<br />
“Più vado avanti, più ho la certezza che grandi cose ha fatto in me<br />
Colui che è potente, e l’anima mia glorifica il Signore”.<br />
Il giorno prima di morire chiede alla mamma di inginocchiarsi accanto<br />
a lei per dirle: “Mamma, ringrazia Dio per me per tutto quello che mi<br />
ha dato”. È morta dicendo “Grazie”.<br />
3. IL nostro ruolo<br />
Vivere così la sofferenza non è facile.<br />
Giovanni Paolo II, nel Messaggio per la Giornata Mondiale del Malato<br />
2003, invita “cappellani, religiosi, e religiose, medici, infermieri<br />
e infermiere, farmacisti, personale tecnico e amministrativo, assistenti<br />
sociali e volontari” ad impegnarsi per “essere sempre più generosi discepoli<br />
di Cristo buon samaritano”. E aggiunge: “Consapevoli della vostra<br />
identità, scorgete nei sofferenti il volto del Signore dolente e glorioso”.<br />
“Nella cura dei malati, più che altrove, si rende credibile l’amore”.<br />
Chi si accosta al letto del malato o del disabile tenga sempre lucidamente<br />
presente che:<br />
➢ il malato non è un semplice oggetto di cure;<br />
➢ il malato non è in condizioni di inferiorità rispetto a chi si prende cura<br />
di lui;<br />
➢ disabilità, anzianità, malattia sono un nuovo titolo di dignità della<br />
persona;<br />
➢ è vero che il malato ha bisogno di tutto sul piano fisico, medico, spirituale,<br />
psicologico, affettivo. Ma è anche vero che egli offre:<br />
• l’opportunità agli altri di farsi dono;<br />
• lezioni di vita sulla sofferenza, sul valore e la fragilità della vita;<br />
• una infinità di atti di amore che germogliano a causa della sua malattia;<br />
• un luogo di incontro e di comunione della famiglia;<br />
• spesso anche occasione di scoperta della propria vocazione.<br />
Giovanni Paolo II, nel suo ultimo libro, scrive: “Un posto particolare<br />
nella mia memoria – e, più ancora, nel mio cuore – ha frate Alberto
(Adam Chmielowski). Combatté durante l’insurrezione di gennaio e in<br />
quell’insurrezione un proiettile gli rovinò la gamba. Da allora rimase<br />
invalido; portava una protesi. Egli era per me una figura mirabile, a cui<br />
ero spiritualmente molto legato. Su di lui scrissi un dramma che intitolai<br />
Fratello del nostro Dio. La sua personalità mi affascinava e vidi in lui<br />
un modello che faceva per me: aveva lasciato l’arte per diventare servo<br />
dei poveri, dei «tumefatti», come venivano chiamati i barboni. La sua<br />
storia mi aiutò molto a prendere la decisione di abbandonare l’arte e il<br />
teatro per entrare in seminario” (Alzatevi, andiamo, p. 147).<br />
Chiunque, a qualunque titolo, serve un malato, non si senta benefattore,<br />
ma beneficato; non creda di dare, ma di ricevere; non si aspetti un<br />
grazie, ma lo dica con la gioia del suo servizio.<br />
E quando la sofferenza lo mette alla prova, faccia tesoro di tutte le<br />
lezioni che ha ricevuto, perché Cristo, col dono di chi soffre e di chi solleva,<br />
possa continuare a rendere visibile e completo il suo sacrificio nel<br />
tempo.<br />
Grazie, Signore,<br />
perché mi hai condotto<br />
sulla strada dei piccoli<br />
e degli ultimi,<br />
per farmi incontrare<br />
i grandi e i primi<br />
del Regno dei Cieli.<br />
Grazie, perché mi hai rivelato<br />
che appartengo a chi soffre<br />
e non posso più<br />
essere felice da solo.<br />
Divino Samaritano,<br />
liberami dalla vanità<br />
di sentirmi benefattore;<br />
fammi comprendere<br />
che Amore è tutto il bene<br />
che ancora non ho fatto,<br />
e tutta la gioia<br />
che ancora non ho dato.<br />
30
30<br />
Gioiscano i poveri,<br />
non del mio donarmi,<br />
ma di leggere sul mio volto<br />
la gratitudine per il bene<br />
che essi mi fanno.<br />
Per mezzo mio,<br />
Tu, o Signore, doni<br />
ai Tuoi fratelli più piccoli<br />
un sorriso, un sollievo,<br />
un sorso d’acqua;<br />
per mezzo loro doni a me<br />
il centuplo e la vita eterna.<br />
Fa’, o Signore,<br />
che io mi renda degno<br />
di tanta grazia,<br />
rispondendo ad ogni chiamata,<br />
come l’umile Ancella<br />
di Nazareth,<br />
“Eccomi! Sono la serva<br />
del Signore”.<br />
Amen.<br />
✠ Mario, Vescovo
Atti<br />
della Curia
Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Prospetto principale - Vista dal Corso Federico<br />
II di Svevia.
Carissimi,<br />
VICARIO GENERALE<br />
Ai Responsabili <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali<br />
e p.c. A S.E. Mons. Mario Paciello<br />
Ai Rev.mi Assistenti Spirituali<br />
Ai Rev.mi Parroci<br />
in data 22 febbraio u.s., il nostro Vescovo ha approvato lo Statuto<br />
della Consulta Diocesana <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali (CDAL), che Vi<br />
invio in allegato.<br />
Ora, in vista del primo incontro della Consulta, è importante che ciascuna<br />
Aggregazione, tramite il proprio Responsabile, chieda ufficialmente<br />
al Vescovo di essere inserita in questo Organismo diocesano, in<br />
sintonia con quanto richiamato dalla Nota pastorale della C.E.I. “Criteri<br />
di ecclesialità dei Gruppi, Movimenti e Associazioni dei fedeli nella<br />
Chiesa” (22 maggio 1981).<br />
Per Vostra conoscenza, Vi invio anche in allegato lo stralcio della<br />
suddetta Nota, in cui sono richiamati i quattro criteri di ecclesialità:<br />
1. fedeltà all’ortodossia;<br />
2. conformità alle finalità della Chiesa;<br />
3. comunione con il Vescovo;<br />
4. riconoscimento della pluralità associativa e disponibilità alla collaborazione.<br />
Vi invio, pertanto, la scheda da compilare e da consegnare domenica<br />
28 marzo p.v., nel corso del Ritiro Spirituale, che il Vescovo terrà per<br />
le Aggregazioni laicali, presso il Centro Giovanile “Benedetto XIII” in<br />
<strong>Gravina</strong>.<br />
Al Ritiro, coordinato dall’Ufficio diocesano Famiglia, sono invitate a<br />
partecipare tutte le Aggregazioni laicali, quale momento forte nel cammino<br />
quaresimale.<br />
Colgo l’occasione per augurarVi una buona Quaresima e salutarVi<br />
fraternamente.<br />
<strong>Altamura</strong>, 9 marzo 2004<br />
Sac. Vito Colonna<br />
Vicario Generale<br />
30
310<br />
* * *<br />
DOMANDA DI AMMISSIONE<br />
alla CONSULTA DIOCESANA<br />
DELLE AGGREGAZIONI LAICALI<br />
Denominazione ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––<br />
Istituita il –––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––<br />
Riconoscimento giuridico il _____________________ n. _________<br />
Statuto approvato il __________________ da __________________<br />
Indirizzo ________________________________________________<br />
Numero complessivo dei componenti (al 31.12.2003) _____________<br />
_________________________ M ______________F ____________<br />
Collegata con il:<br />
□ Centro Provinciale ______________________________________<br />
□ Centro Regionale _______________________________________<br />
□ Centro Nazionale _______________________________________<br />
Responsabile ____________________________________________<br />
Indirizzo _________________________ Tel. __________________<br />
Assistente Spirituale _______________________________________<br />
Io sottoscritto ____________________________________________<br />
in qualità di ______________________________________________
CHIEDO<br />
all’Ordinario Diocesano che la suddetta Aggregazione Laicale sia iscritta<br />
nella Consulta Diocesana <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali.<br />
Data ______________________________<br />
Carissimi,<br />
* * *<br />
Firma<br />
Ai Rev.di Sacerdoti<br />
Religiosi e Diaconi<br />
della <strong>Diocesi</strong><br />
Vi comunico che dalle ore 12.00 di lunedì 21 al pranzo di venerdì<br />
25 giugno p.v., presso l’Oasi “S. Maria” in Cassano Murge, si terranno<br />
per il terzo anno consecutivo gli Esercizi Spirituali, che interessano non<br />
solo i Sacerdoti, i Religiosi e i Diaconi, ma anche i Laici che desiderano<br />
condividere spiritualmente questi giorni di preghiera e di meditazione.<br />
Detterà le meditazioni Mons. Ugo Ughi, Assistente Nazionale di<br />
A.C. - Settore Adulti. L’A.C. diocesana si assume il compito di far partecipare<br />
i suoi aderenti e di informare le Comunità.<br />
La quota di partecipazione è di €. 155,00 (da consegnare a Don Luigi<br />
Dimarno durante gli Esercizi); i laici, che non risiederanno presso l’Oasi,<br />
potranno partecipare senza alcun impegno economico.<br />
Vogliate comunicare la Vostra adesione entro lunedì 31 maggio p.v.,<br />
consegnando in Curia il talloncino sottostante debitamente compilato.<br />
Un saluto cordiale.<br />
<strong>Altamura</strong>, 13 maggio 2004<br />
Sac. Vito Colonna<br />
Vicario Generale<br />
311
312<br />
Carissimi,<br />
* * *<br />
- Ai Rev.di Sacerdoti e Diaconi<br />
Diocesani e Religiosi<br />
- Alle Religiose<br />
- Ai Responsabili degli Ordini<br />
Secolari, <strong>delle</strong> Confraternite,<br />
Associazioni, Gruppi<br />
e Movimenti ecclesiali<br />
l’appuntamento annuale della Solennità del Corpus Domini, che celebreremo<br />
giovedì 10 giugno p.v. a <strong>Gravina</strong>, alle ore 19.00 (ore 18.30:<br />
arrivi ed accoglienza), costituisce un momento importante per la vita<br />
della <strong>Diocesi</strong>, riunita <strong>insieme</strong> al suo Pastore intorno al Sacramento dell’Eucaristia,<br />
la cui dottrina è stata ultimamente esposta con premurosa<br />
sollecitudine e grande autorevolezza dal Papa, nella Lettera Enciclica<br />
Ecclesia de Eucharistia, e dalla Congregazione per il Culto Divino e la<br />
Disciplina dei Sacramenti, nella Istruzione Redemptionis sacramentum.<br />
Con la presente, Vi comunico alcune notizie utili:<br />
– La Celebrazione Eucaristica si svolgerà in Corso Vittorio Emanuele<br />
(Scuola Elementare “San Giovanni Bosco”). Seguirà la Processione,<br />
che si concluderà in Piazza Cattedrale con la Benedizione Eucaristica,<br />
percorrendo Corso Vittorio Emanuele, Piazza Pellicciari,<br />
Via Marconi, Piazza Notar Domenico. Alla Processione prenderanno<br />
parte, <strong>insieme</strong> al Vescovo, ai Sacerdoti, ai Diaconi, ai Ministri istituiti,<br />
ai Seminaristi ed ai Ministranti, anche tutti i fedeli convenuti.<br />
Faranno corona al SS.mo Sacramento le Autorità presenti e i membri<br />
<strong>delle</strong> Confraternite del SS.mo Sacramento presenti in <strong>Diocesi</strong>.<br />
– Per raggiungere il luogo della celebrazione: dirigersi verso Piazza<br />
Scacchi.<br />
– Il parcheggio per i pullman sarà nella zona della Fiera “S. Giorgio”,<br />
presso il Campo sportivo comunale.<br />
– Ai Sacerdoti ricordo di:<br />
1. portare solo il camice per la celebrazione; la Curia provvederà alle<br />
stole e alle casule. I paramenti sacri saranno indossati nella parrocchia<br />
di S. Domenico, in Piazza Cavour;
2. affiggere per tempo nelle parrocchie i manifesti per la celebrazione.<br />
I libretti saranno distribuiti al momento dell’arrivo;<br />
3. invitare i fedeli a confessarsi, per ricevere convenientemente<br />
l’Eucarestia.<br />
– Alla celebrazione potranno partecipare tutti i membri <strong>delle</strong> Confraternite,<br />
<strong>delle</strong> Associazioni, dei Gruppi e dei Movimenti ecclesiali,<br />
portando stendardi e labari propri.<br />
– Per l’UNITALSI, gli ammalati e gli anziani sono riservati posti a<br />
sedere.<br />
– L’animazione dei canti della Celebrazione Eucaristica e della Processione<br />
sarà affidata ai Cori parrocchiali di <strong>Gravina</strong>. A partire dalle ore<br />
18.00, ci saranno le prove dei canti già riportati nel libretto.<br />
Eventuali altre notizie e/o disposizioni saranno date immediatamente<br />
prima della celebrazione.<br />
In attesa di incontrarVi, fraternamente Vi saluto nel Signore.<br />
<strong>Altamura</strong>, 19 maggio 2004<br />
* * *<br />
Sac. Vito Colonna<br />
Vicario Generale<br />
Indirizzo augurale<br />
a S.E. Mons. Vescovo<br />
in occasione della 5 a Assemblea Diocesana<br />
Eccellenza Reverendissima,<br />
Santuario dell’Incoronata - Foggia<br />
11 settembre 2004<br />
come è ormai consuetudine, anche quest’anno ci siamo radunati qui<br />
al Santuario della Madonna Incoronata per invocare la Sua materna protezione<br />
sulla nostra <strong>Diocesi</strong> all’inizio del nuovo anno pastorale.<br />
313
314<br />
Ci eravamo lasciati a <strong>Gravina</strong>, il 10 giugno u.s., celebrazione diocesana<br />
del Corpus Domini, dove Lei nell’omelia aveva sottolineato alcuni<br />
aspetti del sacramento dell’Eucaristia, in particolare la necessità<br />
che ogni cristiano diventi Eucaristia con Cristo e annunci la Sua morte e<br />
risurrezione nella Storia.<br />
Ed è proprio il Congresso Eucaristico Nazionale (Bari, maggio 2005)<br />
l’evento di grazia che in questi ultimi due anni ha polarizzato l’attenzione<br />
e la programmazione pastorale <strong>delle</strong> Chiese di Puglia, contemporaneamente<br />
punto di arrivo e di partenza per consolidare la nostra fede nell’Eucaristia<br />
e per purificarci dai tradimenti nelle celebrazioni liturgiche.<br />
A noi il compito di restituire alle Parrocchie, nuclei fondamentali nella<br />
vita quotidiana della <strong>Diocesi</strong>, quella figura di Chiesa Eucaristica che<br />
ne svela la natura di mistero di comunione e di missione.<br />
La data odierna, 11 settembre, come Lei ha scritto, nei cuori e nelle<br />
menti evoca ricordi dolorosi di desolazione e di distruzione. Da quel<br />
giorno innumerevoli altre immagini di morte provenienti da molte parti<br />
del mondo, come i corpicini oltraggiati dei bambini nella scuota di Beslan<br />
(Ossezia - Russia), sono passate sotto i nostri occhi attoniti e sgomenti.<br />
Carissimo Padre,<br />
dalle continue stragi degli innocenti crediamo che il Signore faccia<br />
germogliare semi di speranza e di pace e anche per noi, stretti intorno al<br />
nostro Pastore come i figli impauriti al padre, sicuri che lui non li abbandonerà<br />
e saprà condividere gioie e dolori offrendo il prezioso incoraggiamento<br />
a ciascuno, ogni avvenimento triste per la memoria collettiva<br />
si trasformi in propositi di dialogo e apertura a cominciare dalle nostre<br />
famiglie, nella Parrocchie e nella <strong>Diocesi</strong>.<br />
Carissimo don Mario,<br />
le prossime ricorrenze del 13° anniversario di ordinazione episcopale,<br />
del 7° anniversario dell’ingresso nella nostra Chiesa locale, del 67°<br />
compleanno, sono per tutti, Presbiteri e Laici, momenti propizi per lodare<br />
e ringraziare il Signore che l’ha inviato in mezzo a noi e per invocare<br />
lo Spirito Santo affinché rinnovi i nostri cuori stanchi e abitudinari, dandoci<br />
nuovo impulso per attuare una “pastorale integrata” attraverso un<br />
annuncio cristiano più convincente e la coerente testimonianza di unità<br />
e comunione.
O Maria Incoronata, veglia su noi che a te ci affidiamo, e aiutaci a diventare<br />
sempre più servitori della missione in una comunità responsabile.<br />
Buon lavoro, Eccellenza, e cordiali auguri.<br />
* * *<br />
Sac. Vito Colonna<br />
Vicario Generale<br />
Indirizzo di saluto<br />
a S.E. Mons. Alfred Maria Oburu Asue, C.M.F.<br />
Vescovo di Ebebiyin (Guinea Equatoriale)<br />
in occasione dell’Ordinazione Presbiterale<br />
di P. Vittorio Bruscella, C.M.F.<br />
Eccellenza Reverendissima,<br />
Cattedrale di <strong>Altamura</strong><br />
30 ottobre 2004<br />
Le porgo il saluto deferente a nome di Mons. Mario Paciello, nostro<br />
Vescovo e Pastore, spiritualmente in comunione con questa assemblea<br />
in festa. Sia il benvenuto in mezzo a noi!<br />
Per Lei che viene dalla Guinea Equatoriale, terra di missione, assumono<br />
un significato pregnante le parole del Santo Padre, in occasione<br />
dell’ultima Giornata Missionaria Mondiale, celebrata domenica scorsa:<br />
«Raccolta intorno all’altare, la Chiesa comprende meglio le sue origini<br />
e il suo mandato missionario. Eucaristia e missione formano un binomio<br />
inscindibile».<br />
Anche P. Vittorio Bruscella, un giovane di questa Chiesa locale, ha<br />
condiviso con Lei l’esperienza della missione: il mondo ha bisogno di<br />
giovani che offrano se stessi, che siano capaci di donarsi agli altri!<br />
Questa sera siamo qui perché abbiamo accolto con gioia l’invito di P.<br />
Vittorio a pregare con lui e per lui.<br />
Sac. Vito Colonna<br />
Vicario Generale<br />
31
31<br />
SEGRETERIA<br />
Verbali <strong>delle</strong> Riunioni<br />
degli Uffici di Curia<br />
Verbale n. 16<br />
Lunedì 26 gennaio 2004, alle ore 16.00, si è svolta presso la Curia<br />
Diocesana la riunione ordinaria mensile degli Uffici di Curia, per una<br />
verifica dei seguenti punti del Programma Pastorale Diocesano:<br />
1. Consulta Diocesana <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali (CDAL);<br />
2. incontri Vescovo-Sacerdoti e Operatori Pastorali;<br />
3. inchiesta sul “Giorno del Signore”;<br />
4. Celebrazione diocesana del Corpus Domini;<br />
5. varie ed eventuali.<br />
Risultano assenti: don G. Lofrese (Vicario Episcopale per l’Evangelizzazione<br />
e la Catechesi), don L. Dimarno (Vicario Episcopale per il<br />
Settore tecnico-amministrativo), don A. Cianciotta (Centro Diocesano<br />
Vocazioni), don S. Ciaccia (Ufficio Formazione Permanente), don G.<br />
Chironna (Ufficio Migranti) e don R. Scalera (Servizio per la promozione<br />
del sostegno economico alla Chiesa).<br />
All’inizio dell’incontro, viene letto e approvato il verbale della riunione<br />
precedente.<br />
Quindi, il Vescovo saluta i presenti, invitandoli ad una verifica di<br />
alcuni punti del Programma Pastorale diocesano 2003-2005.<br />
1. Consulta Diocesana <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali (CDAL): quanto<br />
prima, in vista del primo incontro, sarà pubblicato lo Statuto della<br />
CDAL; intanto, sarà necessario sensibilizzare soprattutto gli Assistenti<br />
<strong>delle</strong> singole Aggregazioni laicali circa la bontà e l’efficacia di questo<br />
Organismo diocesano, per un dialogo fruttuoso ed un cammino veramente<br />
ecclesiale all’interno <strong>delle</strong> Comunità parrocchiali e della Comunità<br />
diocesana.
2. Incontri Vescovo-Sacerdoti e Operatori Pastorali: dagli incontri<br />
già svolti con i Sacerdoti, è emersa l’esigenza di un secondo incontro,<br />
per favorire un dialogo più sereno ed affrontare tutti i punti proposti dal<br />
Vescovo per la riflessione. Il Vescovo, da parte sua, ribadisce questi incontri<br />
come momenti di grazia, di crescita e di Chiesa, assicurando la<br />
sua disponibilità ad un secondo incontro con i Sacerdoti.<br />
Circa gli incontri con gli Operatori Pastorali, si nota nei laici una certa<br />
difficoltà ad instaurare un dialogo efficace; forse, hanno bisogno di<br />
vedere più collaborazione tra i Sacerdoti (don Lazzari). Inoltre, è emersa<br />
la proposta che siano gli stessi laici, piuttosto che i Parroci, a presentare<br />
brevemente i punti per la discussione.<br />
3. Inchiesta sul “Giorno del Signore”: il Vescovo chiede ai presenti a<br />
che punto è il lavoro in vista della elaborazione del questionario. Finora,<br />
l’unico Ufficio che ha presentato una proposta è quello di Pastorale Sociale<br />
e del Lavoro: è necessario, pertanto, darsi <strong>delle</strong> scadenze precise,<br />
se vogliamo arrivare preparati al Convegno del prossimo mese di ottobre.<br />
Alla domanda di alcuni tra i presenti di affidarci a qualche esperto<br />
(don Carducci) o di nominare un gruppo di persone che contattino laici<br />
capaci di condurre l’inchiesta stessa (don M. Lorusso), il Vescovo riafferma<br />
l’importanza che ciascun Ufficio offra una griglia di domande che<br />
riguardano il proprio ambito pastorale, al fine di guardare al Giorno del<br />
Signore nella sua completezza; quello che ci serve non è una statistica<br />
scientificamente esatta, ma provocare la gente su questi temi: si eviti,<br />
pertanto, di complicare troppo il lavoro; al contrario, si favorisca un lavoro<br />
comune.<br />
4. Celebrazione diocesana del Corpus Domini: il Vescovo comunica<br />
ai presenti il no da parte della Soprintendenza al progetto di una nuova<br />
porta per la Cattedrale di <strong>Gravina</strong>. Pertanto, circa la possibilità di celebrare<br />
lì il Corpus Domini a livello diocesano, per ora viene rimandata<br />
ogni decisione definitiva.<br />
5. Il Diac. G. Angelillo illustra ai presenti il progetto della Caritas<br />
diocesana “Ascoltiamo ed osserviamo le nostre povertà in rete”, circa<br />
l’informatizzazione dei Centri di ascolto cittadini, in modo che possano<br />
ricevere dai Centri d’ascolto parrocchiali tutte le notizie e gli ascolti effettuati,<br />
per un esame vero della realtà. Tale progetto, che prevede una<br />
31
31<br />
spesa complessiva di € 20.263,20, sarà finanziato in parte dall’otto per<br />
mille della CEI, in parte dalla <strong>Diocesi</strong>. Il Vescovo, pur apprezzando questo<br />
progetto, invita a non perdere mai di vista il rapporto tra Caritas diocesana<br />
e Caritas parrocchiali, da più parti considerato carente, al fine di<br />
organizzare al meglio la carità. Il Diac. Angelillo ribadisce che la Caritas<br />
diocesana si pone quale supporto alle parrocchie, attraverso l’offerta di<br />
servizi: in questa prospettiva, il Centro d’ascolto cittadino dovrebbe rappresentare<br />
un punto di riferimento imprescindibile e sicuro. In definitiva,<br />
la Caritas diocesana non deve mai sostituirsi alle parrocchie nel loro<br />
impegno di carità (don Giannuzzi).<br />
L’Ufficio Liturgico comunica ai presenti l’incontro per Animatori<br />
parrocchiali di liturgia e musica sacra con Mons. Marco Frisina, il<br />
prossimo 12 febbraio, su “L’animazione liturgico-musicale nel Giorno<br />
del Signore”. Questa iniziativa, non programmata all’inizio dell’Anno<br />
Pastorale, è stata voluta dal Comitato per il Congresso Eucaristico Nazionale<br />
del 2005, quale occasione per preparare i fedeli <strong>delle</strong> singole<br />
<strong>Diocesi</strong> a celebrare quell’evento.<br />
L’Ufficio Famiglia ricorda l’incontro con don Franco Lanzolla, programmato<br />
per il prossimo 10 febbraio.<br />
L’Ufficio Ecumenismo propone di affrontare in un altro momento,<br />
magari in collaborazione con altri Uffici, il tema dell’Eucaristia nel dialogo<br />
ecumenico, proposto per la Giornata del dialogo tra ebrei e cristiani<br />
(17 gennaio u.s.), non più celebrata a causa di alcune difficoltà. Il<br />
Vescovo suggerisce di inserirlo nel prossimo Convegno sul Giorno del<br />
Signore.<br />
L’Ufficio Missionario informa circa alcune iniziative a livello nazionale:<br />
il treno della speranza per i ragazzi (23 maggio) e il Convegno<br />
nazionale a Pescara (27-30 settembre). Si tratta di iniziative la cui partecipazione<br />
è aperta a tutti.<br />
Infine, don Giannuzzi informa i presenti che, per la mancanza del<br />
numero minimo richiesto di abbonamenti, la pagina diocesana di “Avvenire”<br />
non può ancora partire.<br />
L’incontro si conclude con un momento di preghiera alle ore 18.50.<br />
Sac. Vincenzo Panaro<br />
Segretario
* * *<br />
Verbale n. 17<br />
Lunedì 23 febbraio 2004, alle ore 16.00, si è svolta presso la Curia<br />
Diocesana la riunione ordinaria mensile degli Uffici di Curia, per una<br />
verifica dei seguenti punti del Programma Pastorale Diocesano:<br />
1. Celebrazione diocesana del Corpus Domini;<br />
2. Consulta Diocesana <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali (CDAL);<br />
3. “Avvenire”;<br />
4. Pellegrinaggio diocesano a Lourdes;<br />
5. Inchiesta sul “Giorno del Signore”;<br />
6. varie ed eventuali.<br />
Risultano assenti: don D. Giannuzzi (Ufficio Cultura e Comunicazioni<br />
Sociali), don A. Cianciotta (Centro Diocesano Vocazioni), don V.<br />
Incampo (Segretariato per l’Ecumenismo e il Dialogo), don V. Confetti<br />
(Ufficio Pastorale Sanitaria) e don R. Scalera (Servizio per la promozione<br />
del sostegno economico alla Chiesa).<br />
All’inizio dell’incontro, viene letto e approvato il verbale della riunione<br />
precedente.<br />
Quindi, il Vescovo saluta i presenti e, prima di passare a trattare i<br />
vari punti all’ordine del giorno, li invita ad una verifica <strong>delle</strong> iniziative<br />
svolte ultimamente.<br />
Ufficio Liturgico: circa l’incontro per Animatori parrocchiali di liturgia<br />
e musica sacra con Mons. Marco Frisina, svoltosi lo scorso 12<br />
febbraio, è stata soddisfacente la partecipazione da parte dei laici e di<br />
diversi Sacerdoti, anche se si è notata l’assenza di qualche parrocchia.<br />
Ufficio Famiglia: scarsa la partecipazione all’incontro con don Franco<br />
Lanzolla, svoltosi lo scorso 10 febbraio.<br />
Il Vicario Generale ringrazia per la nutrita partecipazione dei Sacerdoti<br />
ai funerali di Mons. Domenico Farella, lo scorso 21 febbraio, sottolineando<br />
che la testimonianza di comunione all’interno del Presbiterio<br />
deve sempre superare i problemi esistenti.<br />
31
320<br />
1. Celebrazione diocesana del Corpus Domini: è emerso da parte dei<br />
presenti l’auspicio che quest’anno possa svolgersi a <strong>Gravina</strong>, per venire<br />
incontro al desiderio di tanti laici gravinesi, sempre presenti alle celebrazioni<br />
svoltesi negli altri paesi della <strong>Diocesi</strong> (don Cassese); forse sarebbe<br />
il caso di riprendere il discorso con il Clero (don G. Lorusso), al<br />
fine di rimuovere alla base le motivazioni di questo rifiuto, superando<br />
eventuali ostacoli contingenti (don Ciaccia). Il Vescovo ribadisce che<br />
è suo desiderio prendere decisioni senza dover imporre alcunché a nessuno;<br />
pertanto, viene chiesto dai presenti a don Saverio Ciaccia di farsi<br />
promotore di un incontro del Clero di <strong>Gravina</strong>, in cui affrontare e definire<br />
la questione.<br />
2. Consulta Diocesana <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali (CDAL): in data<br />
22 febbraio u.s., il Vescovo ne ha approvato lo Statuto; quanto prima,<br />
ogni singola Aggregazione riceverà un’apposita scheda, mediante la<br />
quale potrà chiedere di far parte di questo organismo.<br />
3. “Avvenire”: a tutt’oggi, sono pervenute soltanto 250 richieste di<br />
abbonamento. Accanto alla buona risposta di alcune parrocchie, si registra<br />
l’assenza parziale o addirittura totale di altre, con la conseguenza<br />
che, per la mancanza del numero minimo richiesto di abbonamenti, la<br />
pagina diocesana non è ancora partita. Il Vescovo richiama il dovere che<br />
abbiamo di offrire la pagina diocesana a quanti si sono abbonati; per cui,<br />
i Sacerdoti si sentano responsabili nel sollecitare nuovi abbonamenti,<br />
altrimenti rischiamo di perdere per il futuro anche quegli abbonamenti<br />
che abbiamo.<br />
4. Pellegrinaggio diocesano a Lourdes: non appena si avranno notizie<br />
più dettagliate circa i costi <strong>delle</strong> due opzioni (in pullman e in aereo),<br />
l’Ufficio diocesano Pellegrinaggi provvederà ad informare tutti i Sacerdoti.<br />
Circa il Pellegrinaggio diocesano a Roma per l’Udienza dal Papa,<br />
il Vescovo precisa che è importante, prima di chiedere una data, sapere<br />
chi e quanti siamo.<br />
5. Inchiesta sul “Giorno del Signore”: quasi tutti gli Uffici, individualmente<br />
o per Settore, hanno presentato una griglia di domande in vista<br />
dell’elaborazione del questionario. Viene affidato a F. Colacicco, don<br />
S. Ciaccia e don M. Lorusso, in rappresentanza dei tre Settori Pastorali,
il compito di fare sintesi <strong>delle</strong> domande e dare organicità ed uniformità<br />
al questionario, al fine di evitare ripetizioni; prima di essere ufficializzato<br />
e distribuito per l’inchiesta, il questionario sarà inviato a tutti gli<br />
Uffici di Curia, per eventuali correzioni e/o integrazioni.<br />
6. Ufficio per i Beni culturali: si sta cercando di riavviare, in collaborazione<br />
con gli Uffici Caritas e Pastorale Giovanile, il progetto di inventariazione<br />
dei beni culturali mobili, temporaneamente sospeso a causa di<br />
alcuni problemi sopraggiunti.<br />
Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro: viene sollevato il problema<br />
circa la posizione della nostra Chiesa diocesana di fronte alla situazione<br />
dei dipendenti in cassa integrazione del gruppo industriale “Natuzzi”.<br />
Sarebbe utile, a questo proposito, per evitare di apparire inopportuni o<br />
moralistici, individuare un gruppo di persone, possibilmente imprenditori,<br />
che ci aiutino a valutare l’attuale momento economico, prospettando<br />
alcuni tentativi di risposta a partire dall’esperienza cristiana (don<br />
Cassese). Si tratta di un problema, chiarisce il Vescovo, che merita l’attenzione<br />
non soltanto da parte del Vescovo o di qualche altro Ufficio,<br />
ma da parte di voci più autorevoli in materia, al fine di esprimere una<br />
posizione quanto più possibile unitaria. Il monito, ricorda il Vicario Generale,<br />
fu lanciato già a suo tempo da Mons. Superbo.<br />
L’incontro si conclude con un momento di preghiera alle ore 18.00.<br />
* * *<br />
Verbale n. 18<br />
Sac. Vincenzo Panaro<br />
Segretario<br />
Venerdì 30 aprile 2004, alle ore 10.40, si è svolta presso il Centro<br />
Giovanile “Benedetto XIII” in <strong>Gravina</strong> la riunione degli Uffici di Curia,<br />
convocata con lettera del Vicario Generale in data 24 aprile 2004 (prot.<br />
n. 48/04), per discutere il seguente ordine del giorno:<br />
1. Questionario sul Giorno del Signore;<br />
2. preparazione al Convegno sul Giorno del Signore;<br />
3. varie ed eventuali.<br />
321
322<br />
Risultano assenti: don G. Lofrese (Vicario Episcopale - Ufficio Scuola),<br />
don V. Cassese (Ufficio Catechistico), don D. Giannuzzi (Ufficio<br />
Cultura e Comunicazioni Sociali), don G. Monitillo (Ufficio Confraternite),<br />
don V. Confetti (Ufficio Pastorale Sanitaria) e don R. Scalera<br />
(Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa).<br />
Introduce l’incontro il Vicario Generale, presentando la bozza del<br />
Questionario per l’inchiesta su “Il Giorno del Signore”, elaborata da<br />
don Michele Lorusso e don Saverio Ciaccia e già inviata ai Direttori<br />
degli Uffici di Curia per eventuali osservazioni, correzioni e/o integrazioni,<br />
come da lettera dello stesso Vicario Generale in data 22 marzo<br />
2004 (prot. n. 35/04).<br />
Dopo che il Vescovo ha indicato alcuni criteri uniformi per la formulazione<br />
<strong>delle</strong> domande, sono seguiti gli interventi da parte dei presenti.<br />
Le singole osservazioni sono state opportunamente annotate<br />
dal Segretario ed armonizzate nella stesura definitiva del suddetto<br />
Questionario.<br />
Non essendoci altro tempo a disposizione per trattare gli altri punti<br />
all’ordine del giorno, la riunione si è conclusa con un momento di preghiera<br />
alle ore 13.00.<br />
Sac. Vincenzo Panaro<br />
Segretario<br />
* * *<br />
Verbale n. 19<br />
Lunedì 24 maggio 2004, alle ore 16.30, si è svolta presso la<br />
Curia Diocesana la riunione ordinaria mensile degli Uffici di Curia,<br />
convocata con lettera del Vicario Generale in data 17 maggio 2004<br />
(prot. n. 60/04), per discutere il seguente ordine del giorno:<br />
1. consegna del questionario e criteri per la somministrazione dello stesso;<br />
2. modalità di svolgimento e proposte circa le tematiche e i relatori del<br />
Convegno;<br />
3. varie ed eventuali.
Risultano assenti: don G. Lofrese (Vicario Episcopale - Ufficio Scuola),<br />
don N. Laterza (Ufficio Missionario), don D. Giannuzzi (Ufficio<br />
Cultura e Comunicazioni Sociali), don G. Chironna (Ufficio Migranti)<br />
e don R. Scalera (Servizio per la promozione del sostegno economico<br />
alla Chiesa).<br />
All’inizio dell’incontro, il Vescovo saluta i presenti e, prima di affrontare<br />
i vari punti all’ordine del giorno, li aggiorna circa alcuni argomenti<br />
trattati durante la 53 a Assemblea Generale della CEI, svoltasi a<br />
Roma dal 17 al 21 maggio u.s. In particolare:<br />
– presentazione, discussione e votazione della Nota pastorale Il volto<br />
missionario della parrocchia in un mondo che cambia, rielaborata<br />
dopo l’Assemblea di Assisi (novembre 2003);<br />
– nuove esperienze di iniziazione cristiana in Italia (sarebbe utile leggere<br />
il testo di questa comunicazione in un prossimo incontro degli<br />
Uffici di Curia);<br />
– presentazione, discussione e votazione del Direttorio sulle comunicazioni<br />
sociali nella missione della Chiesa in Italia;<br />
– 44 a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani (Bologna, 7-10 ottobre<br />
2004);<br />
– iniziative in preparazione al Congresso Eucaristico Nazionale di<br />
Bari;<br />
– indicazioni circa l’itinerario diocesano e regionale in vista del 4°<br />
Convegno Ecclesiale Nazionale (Verona, 16-20 ottobre 2006);<br />
– consultazione collegiale sui “Lineamenta” in preparazione alla XI<br />
Assemblea Generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi su L’Eucaristia:<br />
fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa.<br />
1. Viene consegnato ai presenti il testo del questionario sul Giorno<br />
del Signore, così come definito nell’ultimo incontro degli Uffici di<br />
Curia del 30 aprile u.s. (cfr. Verbale n. 18): si concede ancora tempo, in<br />
maniera improrogabile, sino alla fine del mese per le ultime eventuali<br />
osservazioni, correzioni e/o integrazioni.<br />
Quanto alla somministrazione del medesimo questionario, emerge<br />
subito la necessità di affidarci a qualche esperto in materia (don G. Lorusso),<br />
chiedendo eventualmente ad un sociologo che ci aiuti ad individuare<br />
un campione ben preciso di persone (don S. Colonna).<br />
Il Vescovo ribadisce che il nostro obiettivo non è quello di un’inda-<br />
323
324<br />
gine scientificamente esatta, quanto piuttosto quello di cogliere il modo<br />
di sentire comune della gente sulla Domenica, per cui sarebbe sbagliato<br />
ascoltare soltanto coloro che già frequentano la Messa domenicale.<br />
Altro obiettivo dovrebbe essere quello di tipo catechetico, stimolando<br />
la gente a riflettere su questo tema, attraverso una mappa di opinioni<br />
quanto più larga possibile (don Ciaccia); una sorta di indagine “a forbice”,<br />
per un confronto tra quelli che stanno dentro e quelli che stanno<br />
fuori la Comunità (don Cianciotta).<br />
Per raggiungere tutte le fasce sociali in maniera razionale e favorire<br />
l’obiettivo catechetico, sarebbe utile rifarsi ai dati dell’ultimo Censimento<br />
nazionale (don M. Lorusso), oppure distribuire il questionario<br />
alle famiglie che vengono in parrocchia ad iscrivere i propri figli al Catechismo<br />
(don Incampo). Si potrebbe affidare l’incarico all’Azione Cattolica,<br />
chiedendo di somministrare il questionario per metà in ambito<br />
parrocchiale e per metà in ambito extraparrocchiale (Vicario Generale).<br />
Intervenendo, il Vescovo auspica che, al di là <strong>delle</strong> concrete modalità<br />
di attuazione, l’indagine sia condotta in modo tale da consentire in<br />
futuro una lettura trasversale dei dati; per questo, sarebbe necessaria<br />
un’impostazione dello stesso questionario ai fini di una lettura ottica<br />
(don Ciaccia).<br />
Al termine dei diversi interventi, si giunge al seguente orientamento<br />
comune:<br />
a) il questionario deve avere un obiettivo catechetico;<br />
b) deve essere impostato in modo tale da favorire la lettura ottica;<br />
c) deve essere diffuso a largo raggio.<br />
2. Modalità di svolgimento e proposte circa le tematiche e i relatori<br />
del Convegno (febbraio 2005): vista l’esiguità del tempo a disposizione,<br />
si propone un incontro nei prossimi giorni in Curia tra i Direttori<br />
disponibili.<br />
L’incontro si conclude con un momento di preghiera alle ore 18.30.<br />
Sac. Vincenzo Panaro<br />
Segretario
CONSIGLIO PRESBITERALE<br />
Assemblea elettiva<br />
per il rinnovo del Consiglio Presbiterale<br />
Oggi, venerdì 13 febbraio 2004, presso il Centro Giovanile “Benedetto<br />
XIII”, si è riunito il Presbiterio della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti per procedere alla elezione del nuovo Consiglio<br />
Presbiterale per il quinquennio 2004-2009.<br />
L’incontro ha inizio alle ore 9.45 con la preghiera dell’Ora Media, cui<br />
segue la meditazione dettata da Mons. Giovanni Ricchiuti.<br />
Alle ore 11.30 il Vescovo procede all’insediamento del seggio elettorale,<br />
così composto:<br />
Presidente: Sac. Vito Colonna, Vicario Generale<br />
Segretario: Sac. Vincenzo Panaro<br />
Scrutatori: Sac. Giovanni Giove, Sac. Nunzio Falcicchio<br />
Vengono distribuite le schede e si procede alle votazioni.<br />
Il seggio resta aperto dalle ore 11.30 alle ore 12.15.<br />
Chiuso il seggio, si procede allo spoglio <strong>delle</strong> schede:<br />
• votanti: 69 su 101 aventi diritto<br />
• schede valide: 67<br />
• schede bianche: 1<br />
• schede nulle: 1<br />
Esito <strong>delle</strong> votazioni<br />
Lista n. 1: <strong>Altamura</strong><br />
1. Creanza don Giuseppe: voti n. 22<br />
2. Lazzari don Luigi: voti n. 21<br />
3. Incampo don Vito: voti n. 10<br />
4. Bruno don Giovanni: voti n. 9<br />
5. Simone Mons. Oronzo, Cornacchia don Domenico, Panaro don Vincenzo,<br />
Giove don Giovanni: voti n. 7<br />
6. Dileo don Nicola, Manfredi don Giuseppe: voti n. 5<br />
7. Carlucci Mons. Diego, Perrucci don Guerino, Chironna don Giuseppe,<br />
Colonna don F. Saverio: voti n. 3<br />
32
32<br />
8. Lorusso don Michele, Ferrulli don Sante, Korenkiewicz don Mirko,<br />
Monitillo don Giovanni, Scalera don Rocco: voti n. 2<br />
9. Colonna Mons. F. Paolo, Fiore Mons. Antonio, Lorusso Mons. Venturo,<br />
Moramarco Mons. Vincenzo: voti n. 1<br />
Lista n. 2: <strong>Gravina</strong>-Spinazzola-Poggiorsini<br />
1. Ciaccia don Saverio: voti n. 25<br />
2. Natale don Domenico: voti n. 16<br />
3. Lorusso don Giacomo jr.: voti n. 15<br />
4. Cassese don Vito: voti n. 14<br />
5. Lorusso don Nicola: voti n. 11<br />
6. Paternoster don Saverio: voti n. 8<br />
7. Settembre don Pasquale: voti n. 5<br />
8. Cipriani Mons. Giuseppe: voti n. 4<br />
9. Capodiferro don Michele, Mazzotta don Vincenzo, Nuzzi don Giuseppe:<br />
voti n. 3<br />
10. Caputo Mons. Carlo, Carducci don Carlo, Casino don Angelo, Ferrante<br />
don Andrea, Scarcella don Nicola: voti n. 2<br />
11. Colangelo Mons. Michele, Farella Mons. Domenico, Lorusso Mons.<br />
Giacomo sr.: voti n. 1<br />
Lista n. 3: <strong>Acquaviva</strong>-Santeramo<br />
1. Posa Mons. Felice, Giannuzzi don Domenico: voti n. 20<br />
2. Lerario don Tommaso: voti n. 14<br />
3. Fiore don Giacomo: voti n. 13<br />
4. Falcicchio don Nunzio: voti n. 12<br />
5. Nardulli don Nicola, Laterza don Nicola: voti n. 9<br />
6. Lombardi don Michele: voti n. 6<br />
7. Laddaga don Domenico: voti n. 4<br />
8. Confetti don Vincenzo: voti n. 3<br />
9. Nuzzi don Vito, Amapani don Alessandro: voti n. 2<br />
10. Lenoci Mons. Gaetano, Ciccarone don Giuseppe, Colaninno Mons.<br />
Lorenzo, Raimondi don Vito Antonio, Wisniewski don Andrea: voti<br />
n. 1<br />
Lista n. 4: Religiosi<br />
1. Ornelli P. Matteo: voti n. 25<br />
2. Paris P. Giacomo: voti n. 16
3. Rolli P. Giuseppe: voti n. 14<br />
4. Colleoni P. Luigi: voti n. 11<br />
5. Bevilacqua P. Maurizio: voti n. 8<br />
6. Alemanno P. Giuseppe, Losito don Sabino, Masi don Michele: voti<br />
n. 5<br />
7. Paccagnella P. Ugo, Pinnelli P. Leonardo: voti n. 4<br />
8. Martino don Pasquale, Lamanna P. Giuseppe, Pedullà P. Domenico:<br />
voti n. 3<br />
9. Protopapa P. Giovanni, Virgintino don Pasquale: voti n. 2<br />
10. Fenili P. Giuseppe, Integlia don Antonio, Pesenti P. Andrea, Sivieri<br />
P. Dario, Stiano don Giuseppe: voti n. 1<br />
Alle ore 13.00 terminano le operazioni di scrutinio.<br />
* * *<br />
Riunione del 30 aprile 2004<br />
Il Presidente<br />
Don Vito Colonna<br />
Il Segretario<br />
Don Vincenzo Panaro<br />
Gli Scrutatori<br />
Don Giovanni Giove<br />
Don Nunzio Falcicchio<br />
Oggi, 30 aprile 2004, alle ore 9.45, presso il Centro Giovanile “Benedetto<br />
XIII”, a seguito di convocazione con lettera del Vicario Generale<br />
in data 24 aprile 2004 Prot. n. 48/04, si è riunito il nuovo Consiglio Presbiterale,<br />
costituito per il quinquennio 2004-2009 con Decreto di S.E.<br />
Mons. Mario Paciello in data 1 marzo 2004.<br />
Risultano assenti giustificati: don Giuseppe Lofrese, don Domenico<br />
Giannuzzi, don Vincenzo Confetti, don Giacomo Lorusso jr., don Pasquale<br />
Martino, sdb.<br />
32
32<br />
Dopo la preghiera iniziale ed il saluto da parte del Vescovo, viene designato<br />
come Segretario del medesimo Consiglio don Giuseppe Creanza,<br />
il quale accetta l’incarico.<br />
Il Vescovo, quindi, passa ad illustrare le mansioni del Consiglio Presbiterale,<br />
elencando alcune tra le questioni di maggiore importanza per<br />
le quali il Codice di Diritto Canonico ne richiede la consultazione:<br />
• la celebrazione del Sinodo diocesano;<br />
• l’erezione, la modifica dei confini e la soppressione di una parrocchia;<br />
• la destinazione <strong>delle</strong> offerte versate alla cassa parrocchiale;<br />
• l’istituzione dei Consigli Pastorali Parrocchiali;<br />
• la costruzione di nuove chiese;<br />
• la riduzione di una chiesa ad uso profano;<br />
• l’imposizioni di speciali tributi.<br />
Successivamente, lo stesso Vescovo comunica ai presenti alcune<br />
notizie che riguardano la vita diocesana:<br />
– l’incardinazione in <strong>Diocesi</strong> di don Miroslaw Korenkiewicz, proveniente<br />
della <strong>Diocesi</strong> di Łomza in Polonia, a decorrere dall’8 aprile<br />
2004;<br />
– la celebrazione diocesana del Corpus Domini, che quest’anno si svolgerà<br />
a <strong>Gravina</strong> il prossimo 10 giugno;<br />
– la promessa di suoli pubblici da parte del Comune <strong>Altamura</strong> per la costruzione<br />
di due nuove parrocchie, rispettivamente in Via Bari e Via<br />
Selva;<br />
– l’inventariazione della casa di don Michele Mastrogiacomo, deceduto<br />
il 9 giugno 2003, e la sua destinazione alla Fraternità “Marta e<br />
Maria”;<br />
– la convenzione tra la Comunità Montana e la <strong>Diocesi</strong> per il Convento<br />
del SS. Crocifisso in Santeramo;<br />
– il ritiro, da parte della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo<br />
Sangue, dei Sacerdoti in servizio presso la Parrocchia del Sacro<br />
Cuore in Santeramo, previsto per il 30 giugno p.v.<br />
Anche su Spinazzola, già da diverso tempo, si sta cercando di individuare,<br />
in accordo con l’Amministrazione Comunale, un suolo per la costruzione<br />
di una nuova parrocchia, mentre a <strong>Gravina</strong> persistono ancora
<strong>delle</strong> difficoltà per l’individuazione di un suolo da destinare alla costruzione<br />
della nuova chiesa della parrocchia dello Spirito Santo, attualmente<br />
ubicata in un garage alquanto inadatto a tale scopo.<br />
Su invito del Vescovo, don Saverio Paternoster rende noto al Consiglio<br />
che, a partire dal prossimo Anno Scolastico, una parte del Centro<br />
Giovanile “Benedetto XIII” sarà ceduta in fitto all’Istituto Professionale<br />
“G. Galilei” di <strong>Gravina</strong>, per un periodo da sei a dodici anni. Il Seminario<br />
diocesano, attualmente ubicato al piano terra e al primo piano, si sposterà<br />
completamente al primo piano.<br />
Non essendoci altri argomenti all’ordine del giorno, la riunione termina<br />
con un momento di preghiera alle ore 10.30.<br />
Il Segretario<br />
Sac. Giuseppe Creanza<br />
32
330<br />
In pace Domini<br />
Si è spento il 19 febbraio 2004, all’età di 79 anni, Mons. Domenico<br />
Farella, Cappellano di Sua Santità, attualmente Vicario Giudiziale,<br />
Canonico Cantore del Capitolo Concattedrale di <strong>Gravina</strong>, Direttore dell’Archivio<br />
Storico di <strong>Gravina</strong> e Cappellano del Monastero <strong>delle</strong> Suore<br />
Domenicane in <strong>Gravina</strong>.<br />
Nato a <strong>Gravina</strong> il 3 giugno 1925, dopo aver frequentato il Ginnasio<br />
nel Seminario di <strong>Gravina</strong>, passò al Seminario Regionale di Molfetta per<br />
gli studi liceali e teologici.<br />
Ordinato Sacerdote da Mons. Giovanni Maria Sanna nella Cattedrale di<br />
<strong>Gravina</strong> il 29 agosto 1948, fu destinato al Seminario Vescovile come Vice<br />
Rettore (1948-1950) ed Insegnante di Matematica e Francese (1948-1965), e<br />
come Vicario cooperatore della parrocchia di S. Nicola (1948-1956).<br />
Negli anni successivi ha ricoperto incarichi di responsabilità a livello<br />
diocesano: Segretario (1949-1957) e poi Direttore dell’Ufficio Catechistico<br />
(1957-1972), Cerimoniere Vescovile (1952-1999), Segretario del<br />
Consiglio della Cassa Diocesana (1954-1962) e Direttore dell’Ufficio<br />
Amministrativo (1959-1978), Amministratore del Beneficio dei Parroci<br />
(1955-1978), della Cappellania Curata SS. Nome di Gesù - Ente Loglisci<br />
(1955-1963) e del Sacro Monte dei Morti (1955-1962), Presidente del<br />
Comitato diocesano Pellegrinaggi (1956-1976), Responsabile dell’Ufficio<br />
Pastorale (1972-1975) e Incaricato dell’Ufficio Liturgico (1972-<br />
1987). Del Tribunale diocesano è stato Giudice (1972-1976), Difensore<br />
del Vincolo e Promotore di Giustizia (1976-1987), Vicario Giudiziale<br />
(1987-2004).<br />
Delegato Generale per la <strong>Diocesi</strong> di <strong>Gravina</strong> dal 1974 al 1979, è stato<br />
Vicario Generale e Moderatore di Curia dal 1979 al 1987, Convisitatore<br />
durante la Visita Pastorale (1979-1982) e Incaricato F.A.C.I. (1981-<br />
1996). Nel 1987 fu nominato Delegato Diocesano per le Associazioni<br />
Laicali sprovviste di Assistente e per la Consulta dei Laici.<br />
All’interno del Capitolo Cattedrale di <strong>Gravina</strong> è stato Mansionario<br />
(1952-1957), Canonico (1957-1971), Penitenziere (1971-1978), Teologo<br />
(1978-1991), Primicerio (1991-1993) e Cantore (1993-2004), Direttore<br />
dell’Archivio Storico (1998-2004). Già Moderatore del Consiglio<br />
Presbiterale dal 1972 al 1975, è stato Membro del medesimo Consiglio<br />
per diversi mandati (1989-1998).
Insegnante di Religione nelle Scuole Statali Medie e Superiori dal<br />
1956 al 1978, Cappellano dell’Ospedale Civile di <strong>Gravina</strong> (1949-1956),<br />
dell’Ente Riforma Fondiaria (1954-1960), del Monastero <strong>delle</strong> Suore<br />
Domenicane (1959-2004) e <strong>delle</strong> Suore dell’Ospedale (1960-1971),<br />
Rettore della Chiesa Maria SS. del Suffragio, detta del Purgatorio dal<br />
1971, ha esercitato il ministero sacerdotale a favore dell’A.C., come Assistente<br />
diocesano della Gioventù Maschile (1949-1950), Vice Assistente<br />
diocesano della Gioventù Femminile (1958-1961), Vice Assistente<br />
diocesano (1959-1961), Assistente diocesano dell’Associazione Unione<br />
Uomini (1961-1964), Delegato Vescovile e Assistente diocesano<br />
A.I.M.C. (1964-1967); a favore <strong>delle</strong> vocazioni e della vita consacrata,<br />
come Confessore ordinario <strong>delle</strong> Suore del Sacro Costato di Poggiorsini<br />
(1956-1959), Confessore straordinario <strong>delle</strong> Suore del Preziosissimo<br />
Sangue di Irsina (1957-1969), Confessore straordinario <strong>delle</strong> Suore<br />
Ancelle del Santuario presso S. Sebastiano e presso l’Ospedale (1961-<br />
1963), Confessore ordinario del Seminario Vescovile (1961-1969),<br />
Confessore straordinario <strong>delle</strong> Suore del Sacro Costato <strong>delle</strong> 4 case di<br />
<strong>Gravina</strong> (1961-1973), Confessore ordinario <strong>delle</strong> Suore Francescane del<br />
Signore (1970-1981), Confessore straordinario <strong>delle</strong> Suore Domenicane<br />
(1970-2004), Assistente Spirituale dell’Istituto Secolare <strong>delle</strong> Missionarie<br />
della Regalità (1974-1987), Confessore ordinario <strong>delle</strong> Suore<br />
Carmelitane Scalze (dal 1976).<br />
A livello regionale, è stato Membro del Consiglio dell’Istituto Pastorale<br />
Pugliese (1972-1976) e della Commissione Presbiterale Regionale<br />
(1973-1980) e Delegato per la Consulta Regionale dell’Apostolato dei<br />
Laici (dal 1985).<br />
Provato negli ultimi anni di vita da sofferenze fisiche e morali, ha<br />
lasciato in quanti lo hanno conosciuto un ricordo di fedeltà al ministero<br />
sacerdotale e di attaccamento al dovere quotidiano.<br />
* * *<br />
Si è spento il 24 aprile 2004, all’età di 92 anni, Mons. Giacinto<br />
Ventura, Cappellano di Sua Santità, attualmente Canonico Penitenziere<br />
del Capitolo Concattedrale e Vicario cooperatore di S. Domenico in<br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti.<br />
Nato ad <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti il 4 gennaio 1912, dopo aver frequen-<br />
331
332<br />
tato il Ginnasio ed il Liceo nel Seminario Abbaziale di Subiaco, completò<br />
gli studi teologici nel Pontificio Seminario Regionale di Molfetta.<br />
Ordinato Sacerdote da Mons. Domenico Dell’Aquila nella Cattedrale<br />
di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti il 24 luglio 1938, fu Vice Parroco di S. Domenico<br />
fino al 1946. Mansionario del Capitolo Cattedrale di <strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti dal 28 giugno 1942, divenne Canonico il 30 novembre 1946;<br />
il 1 maggio 1954 fu nominato Canonico Penitenziere del medesimo Capitolo.<br />
Cappellano del Ricovero di mendicità nel 1948, dal 1951 al 1963 è<br />
stato Rettore della chiesa di S. Lucia, prima che questa fosse istituita<br />
come Parrocchia.<br />
Direttore dell’Ufficio Amministrativo ed Economo Diocesano, Padre<br />
Spirituale del Terz’Ordine Francescano, Cappellano <strong>delle</strong> Suore “Cirielli”<br />
e Confessore <strong>delle</strong> Suore per molti anni, Cappellano dell’Ospedale<br />
“Miulli” nel plesso di Casamassima, dal 1 settembre 1981 al 1 ottobre<br />
1983 ha svolto l’ufficio di Vicario Economo di S. Domenico. Il 9 maggio<br />
1987 fu nominato Amministratore parrocchiale di S. Lucia: incarico<br />
al quale rinunciò, per motivi di età e di salute, il 9 maggio 1994.<br />
Insegnante di Religione nella Scuola Media e presso l’I.P.S.I.A. “N.<br />
Chiarulli” in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, è stato, inoltre, Incaricato diocesano<br />
F.A.C.I. (1987-1996), Collaboratore prima (dal 1993 al 1996) e Vicario<br />
cooperatore in seguito della Parrocchia di S. Domenico (dal 1996 fino<br />
alla morte).<br />
Sacerdote umile e generoso, il Signore lo ricompensi in eterno per il<br />
bene da lui compiuto nel suo lungo ministero pastorale.<br />
* * *<br />
È venuto tragicamente a mancare il 14 ottobre 2004 il Diac. Massimiliano<br />
Santoro.<br />
Nato ad <strong>Altamura</strong> il 14 giugno1976, dopo aver qui frequentato la<br />
Scuola Elementare e la Scuola Media, entrò nel Seminario dei Missionari<br />
Clarettiani a Roma, frequentando il Liceo Classico “V. Bachelet”;<br />
conseguì la maturità classica nel 1996. Nel settembre dello stesso anno<br />
fece il suo ingresso nel Pontificio Seminario Regionale di Molfetta per<br />
gli studi filosofici e teologici, conclusisi nel 2002.<br />
Ammesso tra i candidati agli Ordini nel 1999; istituito Lettore nel<br />
2000 e Accolito nel 2002, l’11 ottobre 2003 era stato ordinato Diacono
nella Cattedrale di <strong>Altamura</strong> da S.E. Mons. Mario Paciello ed inviato<br />
quale Collaboratore presso la Parrocchia di S. Agostino in <strong>Altamura</strong>.<br />
Ha vissuto il suo impegno pastorale in Parrocchia principalmente<br />
nel campo della liturgia e dell’animazione dei gruppi giovanili, mentre<br />
si preparava a ricevere l’Ordinazione sacerdotale, già fissata per la<br />
fine di dicembre 2004.<br />
* * *<br />
Si è spento il 27 novembre 2004, all’età di 89 anni, Mons. Giacomo<br />
Lorusso, Cappellano di Sua Santità ed Arcidiacono del Capitolo<br />
Concattedrale di <strong>Gravina</strong>.<br />
Nato a <strong>Gravina</strong> il 2 febbraio 1915, dopo aver frequentato il Ginnasio<br />
nel Seminario Vescovile di <strong>Gravina</strong> ed il Liceo nel Pontificio Seminario<br />
Regionale di Molfetta, completò gli studi teologici nel Pontificio Seminario<br />
Regionale di Chieti.<br />
Ordinato Sacerdote da Mons. Giovanni Maria Sanna nella Cattedrale<br />
di <strong>Gravina</strong> il 26 dicembre 1943, ha esercitato il ministero sacerdotale<br />
in <strong>Gravina</strong> come Vice Parroco di S. Giovanni Evangelista (dal 1944 al<br />
1951) e Cappellano della Chiesa di S. Felice (dal 1944 al 1976 e, successivamente,<br />
dal 1989 al 1994).<br />
Nominato Cancelliere della Curia Vescovile di <strong>Gravina</strong> il 1 febbraio<br />
1945, ha ricoperto tale ufficio fino all’8 settembre 1987, quando, in seguito<br />
alla costituzione della nuova <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti, è stato nominato Notaio di Curia nella stessa sede di<br />
<strong>Gravina</strong>, fino al 7 ottobre 1991. Altri incarichi a livello diocesano: Addetto<br />
alla custodia della Cassa Diocesana nel 1954, Notaio del Tribunale<br />
Interdiocesano nel 1972, Membro del Consiglio Diocesano di Amministrazione<br />
dal 1974 al 1978.<br />
Insegnante nel Seminario Vescovile di <strong>Gravina</strong> dal 1944 al 1949 ed<br />
Assistente della Gioventù maschile di A.C. dal 1944 al 1947, Padre Spirituale<br />
della Confraternita “S. Michele Arcangelo” dal 1952, dal 1954<br />
è stato Confessore <strong>delle</strong> Suore del Sacro Costato (Casa “S. Francesco<br />
Saverio), Confessore <strong>delle</strong> Suore Francescane del Signore dal 1957 al<br />
1969, Confessore <strong>delle</strong> Monache Domenicane di S. Maria dal 1966. Dal<br />
1968 è stato anche Insegnante di Religione nella Scuola Media.<br />
Nominato Mansionario del Capitolo Cattedrale di <strong>Gravina</strong> nel 1947,<br />
divenne Canonico nel 1950; successivamente, è stato promosso Cantore<br />
333
334<br />
(dal 1970 al 1991), Arciprete (dal 1991 al 1993) e Arcidiacono (dal 1993<br />
fino alla morte).<br />
Sacerdote umile e silenzioso, ha lasciato in quanti lo hanno conosciuto<br />
una testimonianza di amore a Cristo e al sacerdozio fino alla fine della<br />
vita, soprattutto nel ministero della Riconciliazione e della direzione<br />
spirituale.
Rendiconto<br />
relativo alla assegnazione<br />
<strong>delle</strong> somme derivanti dall’otto per mille dell’IRPEF<br />
per l’esercizio 2004<br />
I. PER ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE<br />
- contributo ricevuto dalla c.e.i. nel 2004 521.596,30<br />
- interessi maturati sui depositi bancari e sugli investimenti:<br />
- fondo diocesano di garanzia relativo agli esercizi<br />
precedenti<br />
- somme impegnate per iniziative pluriennali<br />
esercizi precedenti<br />
- somme assegnate nell’esercizio 2003 e non erogate<br />
al 31.03.2004<br />
A. Esercizio del culto:<br />
a) totale <strong>delle</strong> somme da assegnare<br />
per l’anno 2004<br />
al 30.09.2003 1.707,10<br />
al 31.12.2003 1.718,97<br />
al 31.03.2004 1.325,03<br />
al 30.06.2004 1.104,62<br />
5.855,72<br />
190.248,30<br />
0,00<br />
396.641,74<br />
1.108.486,34<br />
1. Conservazione o restauro edifici di culto già esistenti<br />
o altri beni culturali ecclesiastici 101.853,15<br />
2. Arredi sacri <strong>delle</strong> nuove parrocchie 15.000,00<br />
3. Centro Giovanile 100.000,00<br />
216.853,15<br />
33
33<br />
B. Esercizio e cura <strong>delle</strong> anime:<br />
1. Attività pastorali straordinarie 27.511,12<br />
2. Curia diocesana e centri pastorali diocesani 25.000,00<br />
3. Mezzi di comunicazione sociale a finalità pastorale 43.883,37<br />
4. Istituto di scienze religiose<br />
5. Manutenzione straordinaria di case canoniche e/o locali<br />
11.483,86<br />
di ministero pastorale 34.000,00<br />
6. Consultorio familiare diocesano 2.500,00<br />
7. Parrocchie in condizioni di straordinaria necessità 15.500,00<br />
8. Enti ecclesiastici per il sostentamento dei sacerdoti ad- 4.250,00<br />
detti<br />
9. Clero anziano e malato 3.000,00<br />
10. Istituti di vita consacrata in straordinaria necessità 9.000,00<br />
11. Rimborso spese collaboratori 5.200,00<br />
181.328,35<br />
C. Formazione del clero:<br />
1. Seminario diocesano, interdiocesano, regionale 85.532,72<br />
2. Formazione permanente del clero 11.700,00<br />
3. Restauro Seminario Diocesano 213.367,64<br />
310.600,36<br />
D. Scopi missionari:<br />
1. Centro missionario diocesano e animazione missionaria 5.050,00<br />
3. Cura pastorale degli immigrati presenti in diocesi 5.000,00<br />
10.050,00<br />
E. Catechesi ed educazione cristiana:<br />
1. Associazioni ecclesiali (per la formazione dei membri) 6.000,00<br />
2. Iniziative di cultura religiosa nell’ambito della diocesi 7.800,00<br />
3. Istituti e Centri Religiosi 6.500,00<br />
20.300,00
F. Contributo al servizio diocesano per la promozione<br />
del sostegno economico alla Chiesa 1.200,00<br />
1.200,00<br />
G. Altre assegnazioni:<br />
1. Casa San Lorenzo 16.000,00<br />
2. Fondo Facoltà Teologica Pugliese 50.385,18<br />
3. Fitto Parrocchia Spirito Santo 15.121,00<br />
4. Ricostruzione Parrocchia S. Sabino 30.000,00<br />
5. Spese di manutenzione e tasse per immobili 14.400,00<br />
125.906,18<br />
H. Somme impegnate per iniziative pluriennali:<br />
1. Fondo diocesano di garanzia<br />
(fino al 10% del contributo dell’anno 2004) 52.000,00<br />
2. Fondo diocesano di garanzia relativo agli esercizi pre- 190.248,30<br />
cedenti<br />
242.248,30<br />
b) totale <strong>delle</strong> assegnazioni 1.108.486,34<br />
II. PER INTERVENTI CARITATIVI<br />
- contributo ricevuto dalla c.e.i. nel 2004 278.824,69<br />
- interessi maturati sui depositi bancari e sugli investimenti:<br />
al 30.09.2003 1.123,16<br />
al 31.12.2003 1.114,52<br />
al 31.03.2004 632,40<br />
al 30.06.2004 689,15<br />
3.559,27<br />
33
33<br />
- somme impegnate per iniziative pluriennali esercizi<br />
precedenti<br />
- somme assegnate nell’esercizio 2003 e non erogate<br />
al 31.03.2004<br />
a) totale <strong>delle</strong> somme da assegnare<br />
per l’anno 2004<br />
A. Distribuzione a persone bisognose:<br />
0,00<br />
198.672,08<br />
477.496,77<br />
1. Da parte della diocesi 55.247,27<br />
2. Da parte <strong>delle</strong> parrocchie 40.000,00<br />
3. Da parte di altri Enti Ecclesiastici 30.000,00<br />
125.247,27<br />
B. Opere caritative diocesane:<br />
1. In favore di extracomunitari 13.000,00<br />
2. In favore di anziani 5.500,00<br />
3. In favore di portatori di handicap 7.500,00<br />
4. In favore di altri bisognosi 22.140,00<br />
5. Fondo antiusura Regionale 15.000,00<br />
63.140,00<br />
C. Opere caritative parrocchiali:<br />
1. Caritas parrocchiali 31.861,00<br />
31.861,00<br />
D. Opere caritative di altri enti ecclesiastici:<br />
1. Centro Accoglienza Benedetto XIII 30.430,00<br />
2. Opere caritative religiose 44.160,00<br />
3. Casa di Accoglienza Loglisci 167.658,50<br />
242.248,50
E. Altre assegnazioni:<br />
1. Gemellaggio con <strong>Diocesi</strong> di Awasa (Etiopia) 15.000,00<br />
15.000,00<br />
b) totale <strong>delle</strong> assegnazioni 477.496,77<br />
1. Il parere del Consiglio diocesano per gli affari economici è stato<br />
espresso nella riunione tenutasi in data 6 dicembre 2004 ore 16.30.<br />
2. Il parere del Collegio dei consultori è stato espresso nella riunione<br />
tenutasi in data 6 dicembre 2004 ore 10.30.<br />
3. L’incaricato diocesano per la promozione del sostegno economico<br />
alla Chiesa è stato sentito dal Vescovo in data 4 dicembre 2004.<br />
4. Il direttore della Caritas diocesana è stato sentito dal Vescovo in merito<br />
agli interventi caritativi in data 29 novembre 2004.<br />
<strong>Altamura</strong>, 10 dicembre 2004<br />
il vescovo diocesano<br />
✠ Mario Paciello<br />
33
340<br />
Rendiconto<br />
relativo alla erogazione<br />
<strong>delle</strong> somme derivanti dall’otto per mille dell’IRPEF<br />
per l’esercizio 2003<br />
I. PER ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE<br />
A. Esercizio del culto:<br />
1. Conservazione o restauro edifici di culto già esistenti<br />
o altri beni culturali ecclesiastici 51.146,85<br />
2. Sussidi liturgici 8.642,23<br />
3. Centro Giovanile 75.000,00<br />
134.789,08<br />
B. Esercizio della cura <strong>delle</strong> anime:<br />
1. Attività pastorali straordinarie 1.433,92<br />
2. Curia diocesana e centri pastorali diocesani 20.000,00<br />
3. Mezzi di comunicazione sociale a finalità pastorale 15.145,17<br />
4. Istituto di scienze religiose<br />
5. Manutenzione straordinaria di case canoniche e/o lo-<br />
8.516,14<br />
cali di ministero pastorale 6.208,68<br />
6. Consultorio familiare diocesano 2.500,00<br />
7. Parrocchie in condizioni di straordinaria necessità 1.500,00<br />
8. Enti ecclesiastici per il sostentamento dei sacerdoti 6.950,00<br />
addetti<br />
9. Clero anziano e malato 660,00<br />
10. Rimborso spese collaboratori laici 6.300,00<br />
69.213,91<br />
C. Formazione del clero:<br />
1. Seminario diocesano, interdiocesano, regionale 65.132,52<br />
2. Formazione permanente del clero 4.600,00<br />
3. Restauro Seminario 49.254,34<br />
118.986,86
D. Scopi missionari:<br />
1. Centro missionario diocesano e animazione missio- 1.290,00<br />
naria<br />
2. Cura pastorale degli immigrati presenti in diocesi 10.000,00<br />
11.290,00<br />
E. Catechesi ed educazione cristiana:<br />
1. Iniziative di cultura religiosa nell’ambito della diocesi 5.455,58<br />
2. Istituti e Centri Religiosi 1.500,00<br />
6.955,58<br />
F. Contributo al servizio diocesano per la promozione del<br />
sostegno economico alla Chiesa:<br />
G. Altre erogazioni:<br />
2.400,00<br />
1. Casa S. Lorenzo 14.000,00<br />
2. Parrocchia Sacro Cuore - Santeramo 20.000,00<br />
3. Fitto parrocchia Spirito Santo 11.879,00<br />
4. Spese notarili e tasse per donazioni immobili 850,00<br />
46.729,00<br />
Riepilogo<br />
a) totale <strong>delle</strong> erogazioni effettuate<br />
nel 2003<br />
390.364,43<br />
- totale <strong>delle</strong> somme da erogare per l’anno 977.154,47<br />
2003<br />
- a dedurre totale <strong>delle</strong> erogazioni effettuate<br />
nell’anno 2003 (fino al 31 marzo 2004) 390.364,43<br />
- differenza 586.890,04<br />
L’importo “differenza” è così composto:<br />
341
342<br />
* Fondo diocesano di garanzia<br />
(fino al 10% del contributo dell’anno 2003) 52.000,00<br />
* Fondo diocesano di garanzia relativo agli esercizi precedenti<br />
138.248,30<br />
Totale fondo diocesano di garanzia<br />
(da riportare nel rendiconto assegnazioni 2004) 190.248,30<br />
* Altre somme assegnate nell’esercizio 2003 e non<br />
erogate al 31.03.2004 (da riportare nel rendiconto assegnazioni<br />
2004) 396.641,74<br />
- interessi netti del 30.09.03; 31.12.03 e 31.03.04 4.751,10<br />
- assegni emessi o bonifici effettuati ma non<br />
ancora contabilizzati nell’e/c 15.600,00<br />
saldo conto corrente e/o deposito titoli al 607.241,14<br />
31 marzo 2004<br />
II. PER INTERVENTI CARITATIVI<br />
A. Distribuzione a persone bisognose:<br />
1. Da parte della diocesi 13.525,00<br />
2. Da parte <strong>delle</strong> parrocchie 15.000,00<br />
3. Da parte di altri enti ecclesiastici 30.000,00<br />
B. Opere caritative diocesane:<br />
1. In favore di extracomunitari 7.000,00<br />
2. In favore di anziani 7.500,00<br />
3. In favore di portatori di handicap 500,00<br />
4. In favore di altri bisognosi 11.480,00<br />
5. Fondo antiusura (diocesano o regionale) 15.000,00<br />
C. Opere caritative parrocchiali:<br />
1. Caritas parrocchiale 18.139,00<br />
118.144,00
D. Opere caritative di altri enti ecclesiastici:<br />
1. Centro di accoglienza Benedetto XIII 50.430,00<br />
2. Opere caritative religiose 27.788,16<br />
78.218,16<br />
Riepilogo<br />
b) totale <strong>delle</strong> erogazioni effettuate<br />
nel 2003<br />
196.362,16<br />
- totale <strong>delle</strong> somme da erogare<br />
395.034,24<br />
per l’anno 2003<br />
- a dedurre totale <strong>delle</strong> erogazioni effettuate<br />
nell’anno 2003 (fino al 31 marzo 2004) 196.362,16<br />
- differenza 198.672,08<br />
L’importo “differenza” è così composto:<br />
* Altre somme assegnate nell’esercizio<br />
2003 e non erogate al 31.03.2004 (da riportare<br />
nel rendiconto assegnazioni 2004) 198.672,08<br />
- interessi netti del 30.09.03; 31.12.03 e 31.03.04 2.869,63<br />
- assegni emessi o bonifici effettuati ma non ancora<br />
contabilizzati nell’e/c 3.000,00<br />
saldo conto corrente e/o deposito titoli al 31 204.541,71<br />
marzo 2004<br />
343
344<br />
RENDICONTO DELLE COLLETTE<br />
PER LE GIORNATE OBBLIGATORIE 2004<br />
Maremoto<br />
Sud-Est<br />
Asiatico<br />
Giornata<br />
Migranti<br />
missionaria Seminario<br />
Carità<br />
del Papa<br />
Università<br />
Cattolica<br />
Luoghi<br />
Santi<br />
Infanzia<br />
missionaria Lebbrosi<br />
ALTAMURA<br />
Cattedrale 250,00 250,00 150,00 150,00 200,00 50,00 500,00 500,00 500,00<br />
Sacro Cuore 200,00 150,00 200,00 100,00 100,00 200,00 500,00 800,00 800,00<br />
S. Agostino 100,00 100,00 100,00 100,00 150,00 500,00 500,00 860,00<br />
S. Anna 140,00 50,00 170,00 125,00 55,00 1.050,00 250,00 1.500,00<br />
S. Giovanni Bosco 400,00 110,00 100,00 75,00 165,00 1.200,00 1.200,00 2.700,00<br />
S. Maria Carmine 130,00 50,00 130,00 200,00 800,00 450,00 900,00<br />
S. M. Consolazione 50,00 150,00 120,00 150,00 100,00 1.600,00 500,00 1.300,00<br />
S. Michele A. 160,00 125,00 235,00 150,00 155,00 145,00 450,00 550,00 1.130,00<br />
S. Nicola 410,00 150,00 125,00 115,00 70,00 100,00 525,00 420,00 1.215,00<br />
SS. Rosario 200,00 80,00 50,00 50,00 80,00 365,00 550,00 620,00<br />
S. Sabino 325,00 200,00 100,00 100,00 100,00 150,00 150,00 135,00<br />
S. Sepolcro 250,00 50,00 400,00 50,00 150,00 50,00 100,00 100,00 1.120,00<br />
S. Teresa 600,00 410,00 180,00 245,00 350,00 200,00 564,00 595,00 1.300,00<br />
SS. Trinità 150,00 100,00 150,00 50,00 150,00 200,00 1.750,00 500,00 1.550,00<br />
Ancelle “Volpicelli”<br />
Buoncammino 495,00 50,00 235,00 210,00 212,00 525,00 360,00 1.665,00
Cimitero 130,00 65,00 88,00 55,00 80,00 100,00 550,00<br />
Madonna della Croce 90,00 60,00 30,00 24,00 40,00 65,00 60,00 50,00<br />
Ospedale 70,00 50,00 85,00 50,00 80,00 75,00 110,00 130,00<br />
S. Antonio 35,50 25,00 34,50 62,50 92,50<br />
S. Chiara<br />
S. Domenico 100,00 50,00 25,00 60,00 80,00<br />
S. Francesco di P. 50,00 30,00 59,50 34,00 80,00<br />
S. Lorenzo<br />
S. Lucia 150,00 120,00 110,00 50,00 95,00 110,00 810,00 260,00 500,00<br />
Annunziata<br />
Offerte varie 1.944,79<br />
4.355,50 1.580,00 2.700,00 1.897,50 2.314,00 2.317,00 11.811,00 8.439,00 20.172,29<br />
GRAVINA<br />
Buon Pastore 800,00<br />
Madonna d. Grazia 40,00 40,00 40,00 30,00 226,00 236,00 direttamente<br />
Mater Ecclesiae 600,00 600,00 650,00<br />
S. Domenico 1.400,00 300,00 50,00 400,00 150,00 3.100,00 2.200,00 5.400,00<br />
S. Francesco 170,00 350,00 100,00 100,00 100,00 200,00 315,00 170,00 3.010,00<br />
S. Giovanni Battista 86,00 313,00 375,00 1.075,00 417,00 3.500,00<br />
S. Giovanni Evang. 50,00 30,00 30,00 35,00 30,00 550,00 250,00 350,00<br />
SS. Nicola e Cecilia 300,00 200,00 1.000,00<br />
34
34<br />
SS. Pietro e Paolo 120,00 dirett.<br />
Spirito Santo 185,00 508,00 600,00 905,00<br />
SS. Crocifisso 115,00 185,00 1.800,00 850,00 2.500,00<br />
SS. Nome di Gesù 95,00 50,00<br />
Cattedrale<br />
Ospedale<br />
S.Emidio<br />
S. Felice 57,00<br />
S. Giuseppe<br />
S. Maria<br />
S. Sofia<br />
S. Teresa<br />
Suore S. Cecilia<br />
Suore Sacro Costato 200,00<br />
Confr. S. Antonio 70,00<br />
Terz’Ordine Franc. 500,00<br />
Confr. S. Michele 500,00<br />
Comunità di Gesù 130,00<br />
Giovani N.N. 310,00<br />
Associazione Scout 214,00<br />
1.620,00 350,00 671,00 533,00 1.320,00 410,00 8.569,00 5.820,00 19.969,00
ACQUAVIVA<br />
S. Eustachio 100,00 50,00 25,00 400,00 245,00 1.914,00<br />
S. Agostino 100,00 50,00 25,00 100,00 30,00 208,00<br />
Sacro Cuore 150,00 160,00 150,00 100,00 1.050,00 650,00 1.720,00<br />
S. Domenico 1.000,00 100,00 50,00 50,00 50,00 1.000,00 1.000,00 10.000,00<br />
S. Francesco 50,00 50,00 178,00 95,00 539,28<br />
S. Lucia 93,40 82,20 65,00 150,00 400,00 220,00<br />
S. Maria Maggiore 600,00 160,00 250,00 100,00 200,00 380,00 900,00 1.900,00<br />
Addolorata<br />
Immacolata<br />
Ospedale “Collone”<br />
Ospedale “Miulli” 55,00 120,00<br />
S. Anna<br />
S. Benedetto<br />
S. Chiara<br />
Suore “Cirielli” 100,00 100,00 400,00 200,00 1.000,00<br />
1.600,00 0,00 753,40 792,20 515,00 528,00 3.535,00 3.640,00 17.501,28<br />
SANTERAMO<br />
S. Erasmo 470,00 200,00 150,00 300,00 210,00 220,00 805,00 400,00 1.750,00<br />
Sacro Cuore 200,00 100,00 250,00 650,00 300,00 1.070,00<br />
SS. Crocifisso 1.070,00 500,00 405,00 385,00 405,00 1.150,00 500,00 2.500,00<br />
34
34<br />
Annunziata 30,00 36,50 62,00<br />
Carmine 31,00 60,00 50,00<br />
Monfortani 80,00 50,00 100,00 227,97<br />
Ospedale<br />
Pietà 35,00 105,00 85,00<br />
S. Giuseppe 35,00<br />
S. Lucia 45,00 50,00<br />
Salesiani 100,00 200,00<br />
Confr. Carmine 60,00 50,00<br />
Confr. Annunziata 50,00 75,00<br />
Confr. S. Giuseppe 20,00 47,46<br />
Confr. SS. Sacram. 50,00 40,00<br />
1.575,00 200,00 850,00 885,00 991,00 625,00 3.231,50 1.200,00 6.207,43<br />
SPINAZZOLA<br />
S. Pietro Apostolo 30,00 30,00 40,00 30,00 50,00 30,00 600,00 200,00 1.370,00<br />
SS. Annunziata 50,00 150,00 50,00 250,00 100,00 550,00 200,00 2.000,00<br />
80,00 30,00 190,00 80,00 300,00 130,00 1.150,00 400,00 3.370,00<br />
POGGIORSINI<br />
M. SS. Addolorata 100,00 200,00 500,00<br />
0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 100,00 200,00 0,00 500,00<br />
TOTALE 9.230,50 2.160,00 5.164,40 4.187,70 5.440,00 4.110,00 28.496,50 19.499,00 67.720,00<br />
Aggiornato al 15.03.2006
Diario<br />
del Vescovo
Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata principale - leone con Vangelo S.<br />
Marco.
GENNAIO 2004<br />
1 Celebrazione Eucaristica con insediamento Canonici - Cattedrale-<br />
<strong>Gravina</strong><br />
2 Udienze<br />
Scambio di auguri natalizi e pranzo con i Sacerdoti di <strong>Acquaviva</strong><br />
3 Udienze<br />
4-7 Viaggio a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) per Battesimi in Duomo<br />
8 Udienze<br />
9 Ritiro del Clero - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
10 Udienze<br />
Visita cantiere S. Maria Maggiore - <strong>Acquaviva</strong><br />
Incontro col Ministro Rosy Bindi - Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
11 Celebrazione Eucaristica con Battesimi - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
12 Lectio Divina “Al Pozzo di Giacobbe” - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
13 Incontro con il Presidente Fitto per l’Ospedale “Miulli” - Episcopio<br />
- Bari<br />
Udienze<br />
Visita alla Parrocchia del SS. Crocifisso - Santeramo<br />
Incontro presso la Parrocchia di S. Sepolcro per il progetto di ristrutturazione<br />
14 Udienze<br />
15 Conferenza Stampa su Benedetto XIII - Palazzo della Provincia<br />
- Bari<br />
Udienze<br />
16 Incontro con i Sacerdoti di <strong>Altamura</strong> - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Incontro per la programmazione del Convegno su Mons. Pisani<br />
- Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
17 Udienze<br />
Visita ad un Sacerdote ammalato - <strong>Gravina</strong><br />
Incontro col Comitato “Papa Benedetto XIII” - <strong>Gravina</strong><br />
3 1
3 2<br />
18 Partenza per Roma<br />
19 Commissione C.E.I. per la Pastorale della Sanità e della Salute -<br />
Roma<br />
20 Celebrazione Eucaristica - Festa Patronale S. Sebastiano - Spinazzola<br />
21 Udienze<br />
Incontro con gli Organismi Pastorali di <strong>Altamura</strong> 1 - <strong>Altamura</strong><br />
22 Udienze<br />
23 Udienze<br />
Incontro con i Sacerdoti di <strong>Gravina</strong> e Poggiorsini - Episcopio -<br />
<strong>Gravina</strong><br />
24 Incontro con gli Operatori della Comunicazione Sociale - Curia<br />
- <strong>Altamura</strong><br />
Chiusura Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani - S. Maria<br />
del Carmine - <strong>Altamura</strong><br />
25 Udienze<br />
Partecipazione alla Messa in Rito Bizantino della Comunità di<br />
Pulsano - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
26 Incontro Uffici di Curia - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Consiglio Diocesano di A.C. - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
27-29 C.E.P. - S. Maria <strong>delle</strong> Grazie - S. Giovanni Rotondo<br />
30 Udienze<br />
31 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica - Salesiani - Santeramo<br />
FEBBRAIO 2004<br />
1 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica per la festa della Madonna della Vita -<br />
Gesù Buon Pastore - <strong>Gravina</strong><br />
2 Udienze<br />
Visita alla casa Canonica di S. Eustachio - <strong>Acquaviva</strong>
Celebrazione dei Vespri solenni - Suore “Cirielli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
Celebrazione Eucaristica per la Giornata Mondiale della Vita Consacrata<br />
- Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />
3 Udienze<br />
Incontro con gli Organismi Pastorali di <strong>Altamura</strong> 2 - <strong>Altamura</strong><br />
4 Udienze<br />
S. Messa della Beata Suor Maria De Mattias - Sacro Cuore - Santeramo<br />
Incontro con gli Organismi Pastorali <strong>Altamura</strong> 3 - Sacro Cuore -<br />
<strong>Altamura</strong><br />
5 Incontro in Soprintendenza per il restauro del Palazzo Loglisci di<br />
<strong>Gravina</strong><br />
Incontro con i Seminaristi teologi e pranzo in Seminario<br />
6 Visita ad un Sacerdote ammalato della <strong>Diocesi</strong> - Policlinico - Bari<br />
Udienze<br />
7 Cresime Adolescenti - S. Erasmo - Santeramo<br />
8 Celebrazione Eucaristica per il Serra Club - Suore del Divino Zelo<br />
- <strong>Altamura</strong><br />
9 Lectio Divina “Al Pozzo di Giacobbe” - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
10 Udienze<br />
Incontro con gli Organismi Pastorali di <strong>Altamura</strong> 4 - <strong>Altamura</strong><br />
11 Giornata Mondiale del Malato<br />
Visita alle Clarisse - <strong>Altamura</strong><br />
Visita ad una malata - <strong>Altamura</strong><br />
Udienze<br />
12 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica per XX anniversario della Parrocchia -<br />
Spirito Santo - <strong>Gravina</strong><br />
Udienze<br />
13 Ritiro del Clero - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
Elezione del Consiglio Presbiterale<br />
3 3
3 4<br />
Incontro con il Prof. Vitone per i progetti della chiesa del “Miulli”<br />
- <strong>Acquaviva</strong><br />
14 Cresime Adolescenti - S. Erasmo - Santeramo<br />
Udienze<br />
15 Celebrazione Eucaristica per l’A.C.R. - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica - Chiesa Matrice - Grumo Appula<br />
17 Visita ad un Sacerdote ammalato - <strong>Gravina</strong><br />
Incontro con gli Organismi Pastorali di <strong>Gravina</strong> 1 - S. Domenico<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
Visita a un Sacerdote ammalato - <strong>Gravina</strong><br />
18 Incontro con gli Organismi Pastorali di <strong>Gravina</strong> 2 - Parrocchia S.<br />
Nicola - <strong>Gravina</strong><br />
19 Visita a un Sacerdote moribondo - <strong>Gravina</strong><br />
20 Conferenza per la Commemorazione di Mons. Farina nel 50° della<br />
morte - Teatro Giordano - Foggia<br />
21 Udienze<br />
Esequie di Don Domenico Farella - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica e Convegno per l’80° di presenza degli<br />
Scout a <strong>Gravina</strong><br />
22 Celebrazione Eucaristica per gli Insegnanti di Religione a convegno<br />
Sacro Cuore - <strong>Altamura</strong><br />
Udienze<br />
23 Riunione Uffici di Curia - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Incontro con gli Insegnanti di Religione Cattolica - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
24 Udienze<br />
25 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica per i Seminaristi di Molfetta - Centro<br />
Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica per le Ceneri - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
Udienze
26 Udienze<br />
Incontro con i Volontari del Servizio Civile - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
27 Incontro e pranzo con i Sacerdoti di Santeramo - Monfortani -<br />
Santeramo<br />
28 Udienze<br />
Cammino Penitenziale dei Giovani a Picciano<br />
MARZO 2004<br />
1 Udienze<br />
Incontro con i Sacerdoti di <strong>Acquaviva</strong><br />
Visita a S. Sepolcro di <strong>Altamura</strong> per progetto restauro<br />
2 Celebrazione Eucaristica per la B.V.M. di Costantinopoli - Cattedrale<br />
- <strong>Acquaviva</strong><br />
3 Incontro con gli Organismi Pastorali di <strong>Acquaviva</strong> 1 - <strong>Acquaviva</strong><br />
4 Incontro con gli Educatori del Seminario Diocesano<br />
Incontro con gli Organismi Pastorali di <strong>Acquaviva</strong> 2 - <strong>Acquaviva</strong><br />
6 Udienze<br />
Partecipazione al Concerto di Giosy Cento organizzato dall’Associazione<br />
ANT - <strong>Gravina</strong><br />
7 Celebrazione Eucaristica per l’iscrizione dei Catecumeni - Cattedrale<br />
- <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Cresime - Mater Ecclesiae - <strong>Gravina</strong><br />
8 Lectio Divina “Al Pozzo di Giacobbe” - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
9 Incontro con l’Associazione “Teresa Orsini” - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
Incontro con gli Organismi Pastorali di <strong>Acquaviva</strong> 3 - <strong>Acquaviva</strong><br />
10 Udienze<br />
Incontro con gli Organismi Pastorali di S.S. Pietro e Paolo e Madonna<br />
della Grazia - <strong>Gravina</strong><br />
3
3<br />
11 Udienze<br />
Incontro con gli Organismi Pastorali di Santeramo - Salesiani -<br />
Santeramo<br />
12 Celebrazione Eucaristica - Monastero Domenicane - <strong>Gravina</strong><br />
Ritiro del Clero e Celebrazione Eucaristica nel X anniversario della<br />
morte di Mons. Tarcisio Pisani - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
Benedizione Via Crucis - Sacro Cuore - Santeramo<br />
13 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica nel X anniversario della morte di Mons.<br />
Tarcisio Pisani - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
14 Udienze<br />
Ritiro Regionale O.F.S. e Celebrazione Eucaristica - Centro Giovanile<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
15 Udienze<br />
16 Udienze<br />
Incontro con gli Organismi Pastorali di Spinazzola<br />
17 Udienze<br />
Incontro con gli Organismi Pastorali di Mater Ecclesiae e Spirito<br />
Santo - <strong>Gravina</strong><br />
18 Udienze<br />
Catechesi sul Giorno del Signore - Gesù Buon Pastore - <strong>Gravina</strong><br />
19 Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica con i Genitori dei Seminaristi e del<br />
“Gruppo Samuel” - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />
20 Concelebrazione al Convegno Nazionale di Pastorale Giovanile<br />
- Monopoli<br />
Partecipazione al Convegno su Mons. Tarcisio Pisani - Centro<br />
Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
21 Cresime Adolescenti - S. Sepolcro - <strong>Altamura</strong><br />
Cresime Adolescenti - SS. Crocifisso - Santeramo
22 Predicazione Ritiro alle coppie - Piccolo Seminario - Foggia<br />
23 Udienze<br />
24 Partenza per Roma<br />
25 Commissione C.E.I. per la Pastorale della Carità e della Salute -<br />
Roma<br />
26 Partecipazione alla Via Crucis dei Giovani - <strong>Gravina</strong><br />
27 Partecipazione al Convegno: “La Domenica con i disabili” - Oasi<br />
S. Maria - Cassano<br />
Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica - Maria SS. Addolorata - Poggiorsini<br />
Partecipazione al Recital - Scuola “S. Giovanni Bosco” - <strong>Altamura</strong><br />
28 Ritiro Quaresimale <strong>delle</strong> Associazioni - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
Cresime Adolescenti - SS. Crocifisso - Santeramo<br />
29 Udienze<br />
Visita ad un Sacerdote ammalato - <strong>Acquaviva</strong><br />
30 Predicazione Ritiro alle Suore di Maria Bambina - Noci<br />
31 C.E.P. - Molfetta<br />
Udienze<br />
Consegna della Liturgia <strong>delle</strong> Ore ai Neocatecumenali di S. Agostino<br />
- <strong>Acquaviva</strong><br />
APRILE 2004<br />
1 Catechesi Radiofonica su Radio Maria<br />
2 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica - S. Sepolcro - <strong>Altamura</strong><br />
3 Incontro di preghiera dei Seminaristi con il Vescovo - Cappellina<br />
Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
Quaresima in Azienda: Celebrazione Eucaristica - <strong>Altamura</strong><br />
Chiusura Marcia della Pace A.C.R. - <strong>Altamura</strong><br />
Udienze<br />
3
3<br />
4 Benedizione <strong>delle</strong> Palme e Celebrazione Eucaristica - Cattedrale<br />
<strong>Gravina</strong><br />
Veglia Clariana - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
5 Inaugurazione Museo - Comune di <strong>Acquaviva</strong><br />
6 Celebrazione Penitenziale dei Giovani - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
7 Messa del Crisma - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
8 Messa “In Cœna Domini” - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
9 Azione Liturgica - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />
Processione del Legno Santo - <strong>Gravina</strong><br />
10 Veglia Pasquale - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
11 Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />
12 Celebrazione Eucaristica con Battesimo - Santuario di Picciano<br />
13 Celebrazione Eucaristica - Festa Patronale Madonna del Bosco<br />
- Santuario Madonna del Bosco - Spinazzola<br />
14 Udienze<br />
Incontro con il Consiglio Pastorale Parrocchiale - Sacro Cuore -<br />
Santeramo<br />
15 Visita a un Sacerdote ammalato - <strong>Acquaviva</strong><br />
Udienze<br />
Apertura Fiera “San Giorgio” - <strong>Gravina</strong><br />
Incontro con i Cresimandi, Genitori e Padrini - Sacro Cuore - <strong>Altamura</strong><br />
16 Incontro con i Sacerdoti di <strong>Altamura</strong> - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica per il XXV di Sacerdozio di don Giuseppe<br />
Pietroforte - S. Domenico - <strong>Acquaviva</strong><br />
17 Incontro della Delegazione Regionale Caritas col Direttore Nazionale<br />
sulla programmazione 2004-2005 - Seminario - Bari<br />
Cresime Adolescenti - S. Michele Arcangelo - <strong>Altamura</strong><br />
18 Cresime Adolescenti - Sacro Cuore - <strong>Altamura</strong>
19 Lectio Divina “Al Pozzo di Giacobbe” - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
20 Incontro con l’Istituto Tecnico per Geometri “Nervi” - <strong>Altamura</strong><br />
Visita al Seminario Diocesano<br />
Presentazione degli Alinari - Comune di <strong>Acquaviva</strong><br />
21 Udienze<br />
22 Incontro con i Sacerdoti di Santeramo<br />
Consiglio Affari Economici Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
Inaugurazione Oratorio e Celebrazione Eucaristica - S. Domenico<br />
- <strong>Acquaviva</strong><br />
24 Udienze<br />
Cresime Adolescenti - S. Giovanni Bosco - <strong>Altamura</strong><br />
25 Cresime Adolescenti - S. Pietro Apostolo e Maria SS. Annunziata<br />
- Spinazzola<br />
Cresime Adolescenti - SS. Crocifisso - <strong>Gravina</strong><br />
Inaugurazione attività commerciale nata dal progetto “Incubaritas”<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
26 Consulta Regionale per la Pastorale della Salute - S. Fara - Bari<br />
Esequie di don Giacinto Ventura - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />
Partecipazione al Concerto Antiusura - Bari<br />
27 Partecipazione al Convegno sulla Sicurezza - <strong>Altamura</strong><br />
Premiazione - Poggiorsini<br />
29 Udienze<br />
Presentazione di un libro di don Giussani - Aula “Giovanni Paolo<br />
II” - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
30 Consiglio Presbiterale e Collegio dei Consultori - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Incontro con gli Insegnanti R. C. - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
Cresime Adolescenti della Parrocchia Spirito Santo - Cattedrale<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
MAGGIO 2004<br />
1 Partecipazione alla preghiera di lode dell’OFS-GI.FRA. Regionali<br />
e Famiglia Francescana - Palazzetto dello Sport - <strong>Altamura</strong><br />
3
3 0<br />
Celebrazione Eucaristica - Fornello - <strong>Altamura</strong><br />
Cresime Adolescenti - Gesù Buon Pastore - <strong>Gravina</strong><br />
2 Udienze<br />
Riflessione ai Cresimandi della Parrocchia di S. Teresa - Oasi “San<br />
Giovanni” - <strong>Altamura</strong><br />
3 Udienze<br />
Celebrazione del Matrimonio - Bari<br />
Catechesi ai Seminaristi sul Rosario - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />
Visita ad una Mostra di Pittura - <strong>Altamura</strong><br />
5 Inaugurazione locali presso le Suore del Divino Zelo - <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica - Festa di S. Irene - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
Udienze<br />
6 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica per Prima Professione Religiosa di 5<br />
Suore Missionarie di Gesù Crocifisso - S. Domenico - <strong>Gravina</strong><br />
7 Udienze<br />
8 Udienze<br />
Cresime Adolescenti - Maria SS. Addolorata - Poggiorsini<br />
9 Cresime Adolescenti - SS. Rosario - <strong>Altamura</strong><br />
Cresime Adolescenti - Madonna della Grazia - <strong>Gravina</strong><br />
10 Lectio Divina “Al Pozzo di Giacobbe” - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
11 Udienze<br />
12 Udienze<br />
13 Celebrazione del Matrimonio - Cattedrale - Foggia<br />
Partenza in aereo per Bucarest<br />
14 Incontro con il Patriarca di Bucarest, S.B. Teoctist<br />
Incontro con il Metropolita di Bucarest<br />
Rientro in aereo a <strong>Gravina</strong><br />
15 Celebrazione Eucaristica con la presenza dell’immagine della<br />
Madonna di Lourdes - S. Teresa - <strong>Altamura</strong>
Partecipazione al Convegno sul lavoro - <strong>Altamura</strong><br />
Cresime Adolescenti - S. Maria del Carmine - <strong>Altamura</strong><br />
16 Udienze<br />
Cresime Adolescenti - S. Domenico - <strong>Gravina</strong><br />
Cresime Adolescenti - Sacro Cuore - Santeramo<br />
17-21 Assemblea Generale della C.E.I. - Roma<br />
22 Celebrazione Eucaristica - S. Agostino - <strong>Altamura</strong><br />
Cresime Adolescenti - S. Francesco - <strong>Gravina</strong><br />
23 Celebrazione Eucaristica con Benedizione icone - S. Giovanni<br />
Bosco - <strong>Altamura</strong><br />
24 Udienze<br />
Riunione Uffici di Curia - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Incontro Ecumenico sulla Giustificazione - S. Maria della Consolazione<br />
- <strong>Altamura</strong><br />
25 Visita a Spinazzola<br />
Celebrazione Eucaristica per 50° Clarisse - S. Nicola - <strong>Altamura</strong><br />
Catechesi sulla Pentecoste - S. Michele Arcangelo - <strong>Altamura</strong><br />
26 Visita ad un Sacerdote - <strong>Acquaviva</strong><br />
Udienze - Incontro al “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
27 Udienze<br />
Catechesi radiofonica su Radio Maria<br />
28 Udienze<br />
Meditazione e Celebrazione Eucaristica per l’A.d.P. - Santuario<br />
Madonna del Bosco - Spinazzola<br />
Incontro con il Rotary Club - Monastero del Soccorso - <strong>Altamura</strong><br />
29 Visita al cantiere del nuovo Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
Cresime Adolescenti della Parrocchia S. Giovanni Battista - Cattedrale<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
30 Udienze<br />
Cresime Adolescenti - S. Maria della Consolazione - <strong>Altamura</strong><br />
Cresime Adolescenti - S. Teresa - <strong>Altamura</strong><br />
3 1
3 2<br />
31 Catechesi per il Congresso Eucaristico - Lucera<br />
Celebrazione Eucaristica per il Congresso Eucaristico - Lucera<br />
GIUGNO 2004<br />
1 Udienze<br />
Incontro al “Miulli” per progetto chiese Ospedale - <strong>Acquaviva</strong><br />
Celebrazione Eucaristica per S. Annibale Maria Di Francia - Cattedrale<br />
- <strong>Altamura</strong><br />
2 Celebrazione Eucaristica e Processione - Festa Patronale S. Erasmo<br />
- Chiesa Madre - Santeramo<br />
Cresime Adolescenti - S. Lucia - <strong>Acquaviva</strong><br />
3 C.E.P. - Molfetta<br />
Incontro con i Neocatecumenali - Aula “Giovanni Paolo II” - Episcopio<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
4 Udienze<br />
Catechesi su: “Il malato icona dell’Eucaristia” per il Congresso<br />
Eucaristico Diocesano - Ospedale - San Severo<br />
5 Udienze<br />
Cresime Adolescenti - S. Agostino - <strong>Altamura</strong><br />
Incontro con i Gruppi Famiglia - Sacro Cuore - <strong>Altamura</strong><br />
6 Celebrazione Eucaristica con Battesimo di un’adulta - SS. Crocifisso<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica - SS. Trinità - <strong>Altamura</strong><br />
7 Consiglio Affari Economici Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
Celebrazione Eucaristica in suffragio di Mons. Isgrò - Cattedrale<br />
- <strong>Altamura</strong><br />
10 Corpus Domini Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />
11 Udienze<br />
Incontro con i ragazzi del Catechismo di Santeramo - Cattedrale<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
12 Udienze
13 Cresime Adolescenti - S. Anna - <strong>Altamura</strong><br />
Partenza per Roma<br />
21-25 Esercizi Spirituali Presbiteri e Laici - Oasi “S. Maria” - Cassano<br />
24 Incontro al “Miulli” con i Dirigenti e i Sindacati non medici<br />
26 Udienze<br />
Partenza per Roma<br />
27 Cresime Adolescenti - S.S. Pietro e Paolo - <strong>Gravina</strong><br />
28-30 SEM.PRE<br />
LUGLIO 2004<br />
1 Concelebrazione Eucaristica per la consacrazione della nuova<br />
chiesa di San Pio da Pietrelcina - San Giovanni Rotondo<br />
2 Udienze<br />
3 Udienze<br />
5 Consiglio Affari Economici Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
Udienze<br />
6 Udienze<br />
7 Udienze<br />
8 Udienze<br />
9 Incontro con l’Ufficio Scuola - <strong>Gravina</strong><br />
10 Visita al cantiere del nuovo Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
15 Catechesi radiofonica su Radio Maria<br />
17-25 Periodo di riposo<br />
27 Udienze<br />
28 Udienze<br />
3 3
3 4<br />
Visita a dei Sacerdoti ammalati - <strong>Gravina</strong><br />
Incontro con il Comitato Feste e i Sacerdoti di <strong>Acquaviva</strong><br />
29 Udienze<br />
30 Udienze<br />
AGOSTO 2004<br />
1 Visita ai ragazzi di Spinazzola al Camposcuola - Andria<br />
2-6 Predicazione Esercizi Spirituali Fraternità “Marta e Maria” - Sant’Agata<br />
sui due Golfi (NA)<br />
7 Visita ad un Sacerdote infermo - <strong>Acquaviva</strong><br />
9 Udienze<br />
10 Udienze<br />
11 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica - Festa Patronale Madonna Addolorata<br />
- Poggiorsini<br />
Celebrazione Eucaristica per le Clarisse - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
12 Udienze<br />
13 Udienze<br />
Visita alla Parrocchia di S. Maria Maggiore - <strong>Acquaviva</strong><br />
Celebrazione Eucaristica - Festa Patronale Madonna del Bosco -<br />
Spinazzola<br />
14 Udienze<br />
15 Celebrazione Eucaristica - Festa Patronale Maria SS. Assunta e S.<br />
Irene - <strong>Altamura</strong><br />
Processione<br />
16 Udienze<br />
17-20 Pellegrinaggio Diocesano a Lourdes
21 Udienze<br />
23 Incontro con l’Ufficio Scuola - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
24-31 Predicazione Esercizi Spirituali Suore Oblate del Sacro Cuore di<br />
Gesù - Trevi nel Lazio<br />
SETTEMBRE 2004<br />
2 Riunione Uffici di Curia - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Catechesi radiofonica su Radio Maria<br />
3 Riunione Uffici di Curia - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Messaggio televisivo per le Feste Patronali - <strong>Acquaviva</strong><br />
Udienze<br />
4-5 Assemblea Straordinaria di A.C.I. - Loreto<br />
6 Udienze<br />
Incontro con la Fraternità “Marta e Maria”<br />
7 Celebrazione Eucaristica e Processione - Patrocinio della B.V.<br />
Maria di Costantinopoli - <strong>Acquaviva</strong><br />
8 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica - Madonna della Grazia - <strong>Gravina</strong><br />
Partecipazione al Raduno Regionale dei Bersaglieri - <strong>Altamura</strong><br />
9 Udienze<br />
10 Udienze<br />
11 V Assemblea Pastorale Diocesana - Santuario dell’Incoronata -<br />
Foggia<br />
12 Celebrazione Eucaristica - Festa Madonna del Buoncammino -<br />
Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
Processione<br />
13 Udienze<br />
14 Udienze<br />
3
3<br />
15 Udienze<br />
Partenza per Roma<br />
17 Udienze<br />
18 Incontro con gli Assistenti di A.C. - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica con Ammissione tra i candidati agli Ordini<br />
Sacri del seminarista Nicola Chiarulli - S. Francesco - <strong>Acquaviva</strong><br />
19 Incontro con la Fraternità “Marta e Maria”<br />
20 Udienze<br />
22 Udienze<br />
Incontro con il SEM.PRE e pranzo - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />
Veglia di preghiera per Padre Pio - Santa Croce - <strong>Altamura</strong><br />
23 Udienze<br />
Incontro con i tecnici del nuovo Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
24 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica per il Centenario di Ordinazione Sacerdotale<br />
di don E. Montemurro - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
25 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica per l’ingresso di don Domenico Natale come<br />
nuovo Parroco della Parrocchia S. Maria Maggiore - <strong>Acquaviva</strong><br />
26 Celebrazione Eucaristica - S. Maria della Consolazione - <strong>Altamura</strong><br />
Udienze<br />
27 Inaugurazione nuovi locali parrocchiali - SS. Rosario - <strong>Altamura</strong><br />
28 Udienze<br />
Primi Vespri di San Michele Arcangelo con immissione in possesso<br />
del Canonico don Saverio Ciaccia - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
29 Celebrazione Eucaristica - S. Michele Arcangelo - <strong>Altamura</strong>
Celebrazione Eucaristica - Festa Patronale San Michele Arcangelo<br />
- Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
Secondi Vespri e Processione<br />
30 Udienze<br />
Incontro con i Sacerdoti della Parrocchia di S. Anna - <strong>Altamura</strong><br />
OTTOBRE 2004<br />
2 Udienze<br />
Visita a dei Sacerdoti ammalati - <strong>Gravina</strong><br />
3 Udienze<br />
Incontro con i volontari della Casa di riposo “Villa Serena” - <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica per il Transito di S. Francesco - S. Nicola<br />
- <strong>Altamura</strong><br />
4 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica con Professione Religiosa perpetua di<br />
una Suora Missionaria di Gesù Crocifisso - S. Francesco - <strong>Gravina</strong><br />
5 Udienze<br />
6 Udienze<br />
7 Inaugurazione Centro Anziani “Bella Età” - <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica - SS. Rosario - <strong>Altamura</strong><br />
Udienze<br />
8 Celebrazione Eucaristica presso le Suore Domenicane - <strong>Gravina</strong><br />
10 Incontro con la Fraternità “Marta e Maria”<br />
Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica per il 60° della Parrocchia - S. Maria del<br />
Carmine - <strong>Altamura</strong><br />
Visita a S. Sabino - Fornello - <strong>Altamura</strong><br />
11 Udienze<br />
3
3<br />
Incontro con i Consigli Parrocchiali per gli Affari Economici in<br />
preparazione alla Giornata di sensibilizzazione per il Sostentamento<br />
del Clero - Aula Giovanni Paolo II - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
12 Celebrazione Eucaristica - Santuario di S. Gerardo Maiella<br />
13 Commissione C.E.I. per la Pastorale della Carità e della Salute -<br />
Roma<br />
14 Udienze<br />
15 Ritiro del Clero - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica - S. Teresa - <strong>Altamura</strong><br />
Saluto ai Maratoneti di New York - <strong>Altamura</strong><br />
16 Esequie del Diacono Massimiliano Santoro - S. Agostino - <strong>Altamura</strong><br />
Partecipazione alla Conferenza del Serra Club - Seminario Diocesano<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
17 Celebrazione Eucaristica in diretta TV su RAI Uno - Cattedrale<br />
- <strong>Acquaviva</strong><br />
Incontro con la Fraternità “Marta e Maria”<br />
Cresime Adolescenti - S. Maria Maggiore - <strong>Acquaviva</strong><br />
18-22 Esercizi Spirituali C.E.P. - Oasi “S. Maria” - Cassano<br />
23 Celebrazione Eucaristica per l’ingresso ufficiale nella Fraternità<br />
“Marta e Maria” - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />
24 Cresime Adolescenti - Sacro Cuore - <strong>Acquaviva</strong><br />
Visita ai Focolarini in Ritiro - <strong>Acquaviva</strong><br />
Incontro con la Fraternità “Marta e Maria”<br />
25 Udienze<br />
Riunione Uffici di Curia - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
27 Udienze
Incontro con la Comunità Montana - SS. Crocifisso - Santeramo<br />
28 Udienze<br />
29 Celebrazione Eucaristica per l’inizio del Convegno Internazionale<br />
<strong>delle</strong> Comunità Carismatiche - Fiuggi<br />
30 Convegno Internazionale <strong>delle</strong> Comunità Carismatiche - Fiuggi<br />
NOVEMBRE 2004<br />
3 Incontro con la “Comunità di Gesù” - Aula Giovanni Paolo II -<br />
Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
6 Celebrazione Eucaristica per la Consacrazione Verginale nella<br />
Fraternità “Marta e Maria” - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
11 Celebrazione Eucaristica - Sacro Cuore - <strong>Acquaviva</strong><br />
12 Incontro con i Preti giovani - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />
13 Udienze<br />
15 Lectio Divina “Al Pozzo di Giacobbe” - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
16 Udienze<br />
17 Udienze<br />
18 Firma dell’atto di sottoscrizione tra l’I.N.A.I.L. e il “Miulli” - Roma<br />
20 Consiglio Pastorale Diocesano e C.D.A.L. - Centro Giovanile -<br />
<strong>Gravina</strong><br />
21 Visita a dei Sacerdoti ammalati - <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica per la Fraternità “Marta e Maria” - Episcopio<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
22 Udienze<br />
Riunione Uffici di Curia - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
3
3 0<br />
23 Incontro con gli Operatori Sanitari dell’Ospedale di Stigliano (PZ)<br />
26 Aggiornamento del Clero - Aula Giovanni Paolo II - Episcopio<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
Udienze<br />
27 Visita ai Sacerdoti ammalati<br />
28 Visita al cantiere del Palazzo Loglisci - <strong>Gravina</strong><br />
Assemblea Straordinaria di A.C. - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
Esequie di don Giacomino Lorusso - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
29 Udienze<br />
30 Udienze<br />
1 Udienze<br />
DICEMBRE 2004<br />
2 Udienze<br />
Visita al Santuario del Buoncammino - <strong>Altamura</strong><br />
3 Udienze<br />
4 Incontro di preghiera con i Seminaristi del minore - Episcopio -<br />
<strong>Gravina</strong><br />
Delegazione Regionale Caritas - Molfetta<br />
Udienze<br />
Partecipazione al Convegno sul trapianto <strong>delle</strong> cornee - <strong>Altamura</strong><br />
5 Celebrazione Eucaristica - S.S. Nicola e Cecilia - <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica per la conclusione della Settimana del<br />
Volontariato - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
6 Udienze<br />
Collegio dei Consultori e Consiglio Diocesano per gli Affari Economici<br />
- Curia - <strong>Altamura</strong><br />
7 Cresime Adolescenti - SS. Trinità - <strong>Altamura</strong>
8 Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
Incontro con la Fraternità “Marta e Maria”<br />
Partecipazione allo spettacolo organizzato dall’A.C. parrocchiale<br />
- S.S. Nicola e Cecilia - <strong>Gravina</strong><br />
9 C.E.P. - Molfetta<br />
Incontro con il Movimento per la Vita - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
10 Manifestazione per la ripresa dei lavori all’Ospedale di <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica per la peregrinatio della Madonna di Loreto<br />
- U.N.I.T.A.L.S.I. - S. Teresa - <strong>Altamura</strong><br />
11 Incontro con la Pastorale Giovanile - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />
Udienze<br />
12 Cresime Adolescenti - S. Domenico - <strong>Acquaviva</strong><br />
13 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica - S. Lucia - <strong>Acquaviva</strong><br />
Lectio Divina “Al Pozzo di Giacobbe” - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
14 Visita a Dolcecanto - <strong>Gravina</strong><br />
Incontro con gli Operatori Pastorali parrocchiali - S. Anna - <strong>Altamura</strong><br />
15 Celebrazione Eucaristica per il Centenario della morte di Melania<br />
Calvat - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
16 Partecipazione al Convegno su Melania Calvat - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
17 Ritiro del Clero - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
Inaugurazione del Presepe - S. Giovanni Bosco - <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica con i genitori, i Seminaristi e il Serra<br />
Club - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />
18 Visita e Messa alla Colonia Hanseniana - Gioia del Colle<br />
Udienze<br />
3 1
3 2<br />
19 Meditazione ai giovani di S. Nicola - Monastero Domenicane -<br />
<strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica dell’Alleanza - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
20 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica per i Sacerdoti defunti - Cattedrale -<br />
<strong>Gravina</strong><br />
21 Udienze<br />
22 Incontro presso il III Circolo Didattico - <strong>Gravina</strong><br />
Incontro di Natale con gli allievi infermieri del “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
Visita ai Sacerdoti ammalati<br />
Scambio di auguri di Natale<br />
23-24 Scambio di auguri di Natale<br />
24 Santa Messa della notte - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
25 Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />
26 Celebrazione Eucaristica con i Diaconi permanenti e le famiglie<br />
- Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
Incontro con la Fraternità “Marta e Maria” per l’elezione Consiglio<br />
Direttivo<br />
29 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica per il XXV di Sacerdozio di don Giovanni<br />
Monitillo - S. Nicola - <strong>Altamura</strong><br />
30 Catechesi radiofonica su Radio Maria<br />
31 Veglia di Preghiera per la pace - Cattedrale - <strong>Gravina</strong>
SUSSIDIO RICCHISSIMO<br />
PER L’ANNUNCIO LITURGICO DELLA PAROLA DI DIO<br />
Temi di predicazione<br />
OMELIE<br />
QUOTE ABBONAMENTO 2006/2007 - ITALIA<br />
Cartaceo: € 48,00<br />
PDF: € 37,00<br />
Cartaceo + PDF: € 76,00<br />
Banche di appoggio:<br />
BANCOPOSTA<br />
COD. ABI CAB CIN N° CONTO<br />
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Tel. 081 5526670<br />
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sito: ediwebonline.it<br />
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BIANCA
Indice<br />
Santa Sede ............................................................................... 3<br />
Segreteria di Stato<br />
Offerte per la carità del Papa per l’anno 2003 ............................. 5<br />
Conferenza Episcopale Italiana ...................................... 65<br />
Conferenza Episcopale Pugliese ..................................... 103<br />
Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese ............. 153<br />
Vita Diocesana ....................................................................... 173<br />
Atti del Vescovo ................................................................... 179<br />
Atti della Curia .................................................................. 307<br />
Diario del Vescovo ............................................................... 349
BIANCA