boll giugno 09.indd - Il Santuario di Sant'Antonio
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conoscere i santi<br />
La voce delle Clarisse: VI a Puntata<br />
Chiara, imitatrice <strong>di</strong> Gesù povero<br />
A vvicinandosi per la via che l’avrebbe<br />
condotta al possesso <strong>di</strong> Dio, Chiara<br />
avvertì che la presenza in noi stessi <strong>di</strong> certi<br />
ostacoli si frappone al raggiungimento del<br />
fi ne. si tratta innanzitutto dell’orgoglio, che<br />
ingombra lo spirito, cerca <strong>di</strong> sostituirsi a Dio<br />
e ci rituffa nella nostra me<strong>di</strong>ocrità, ostacolando<br />
l’azione dello Spirito in noi. Occorre<br />
lasciarsi liberare da Dio da tutte le nostre<br />
vanità, ambizioni, desideri <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nati.<br />
Al pari <strong>di</strong> Francesco, la povertà <strong>di</strong> Chiara<br />
è un cammino <strong>di</strong> fede, da esodo,verso<br />
la terra promessa. Neppure le quattro mura<br />
della clausura <strong>di</strong> S. Damiano hanno il potere<br />
<strong>di</strong> sottrarre Chiara da questo suo spirituale<br />
andare “pellegrina e forestiera in questo<br />
mondo”(Regola, VIII, I ff2795), come Francesco,<br />
rivestita della povertà del Signore e<br />
della sua Madre poverella.<br />
Una itineranza nella fede e nella povertà<br />
che conosce come <strong>di</strong>mora solamente<br />
l’umanità povera e sofferente <strong>di</strong> Gesù: “Da<br />
allora iniziò un amore così grande e strinse<br />
un patto con la santa povertà che non volle<br />
avere niente altro che Cristo Signore e niente<br />
permise che le sue fi glie possedessero”<br />
(Leg. 13 – FF 3184).<br />
Ancor più, l’amore delle cose sensibili<br />
(beni <strong>di</strong> fortuna, ricchezze, go<strong>di</strong>menti vari)<br />
fanno <strong>di</strong>menticare la ricerca dell’Assoluto,<br />
per il quale siamo creati, togliendo vigore<br />
e sesibilità alle coscienze e avviandole verso<br />
una fi ne deprecabile. S. Chiara aveva sperimentato<br />
personalmente, anche sul piano<br />
sociale, quanto sia importante per l’uomo<br />
la povertà, effettiva ed affettiva.<br />
Al suo tempo, infatti le fazioni in Assisi si<br />
contrastavano violentemente, a danno della<br />
pace: i ricchi (maiores), detentori dei beni <strong>di</strong><br />
fortuna, e i poveri (minores) senza volto nè<br />
voce, trattati come bestie da soma.<br />
6<br />
Nutrita da queste esperienze non c’è da<br />
meravigliarsi se Chiara abbracciò la povertà<br />
con vero entusiasmo: si spogliò <strong>di</strong> tutto, facendosi<br />
povera e donando ai poveri anche il<br />
corrispettivo della ven<strong>di</strong>ta della ere<strong>di</strong>tà paterna.<br />
(Processo <strong>di</strong> canonizzazione, XIII, 11).<br />
Ma perché Chiara, con Francesco, scelsero<br />
e amarono così tanto la povertà? La povertà,<br />
<strong>di</strong> per se, è un valore negativo: quanti<br />
poveri oggi, nei cinque continenti, ne fanno<br />
le spese! Essi sono poveri non per scelta, ma<br />
per con<strong>di</strong>zione; non perché vedono nella<br />
povertà un valore, ma perché spesso sono<br />
vittime della cupi<strong>di</strong>gia e dell’avarizia.<br />
Alcuni poveri poi non accettano affatto<br />
la loro povertà e, nel confronto con l’ambiente<br />
che li circonda, <strong>di</strong>ventano facilmente<br />
La voce del <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> Sant’Antonio GIUGNo 2009