boll giugno 09.indd - Il Santuario di Sant'Antonio

Tutto è iniziato in un periodo della mia vita
in cui ho sentito che cercavo qualcosa di
più: non c’era forse niente che non andasse
apparentemente, ma ogni suo aspetto, anche
il più bello, mancava di una certa centralità
e direzionalità; alle domande “Chi
sono?” e “Dove sto andando?” non sapevo
in fondo rispondere, e forse, quel che è
peggio, non mi rendevo neanche conto di
pormele. Ad ogni modo, la spinta a cercare
un’esperienza che mi aiutasse a capire c’era,
e si è espressa nella mia partecipazione alla
marcia francescana.
È stato lì che ho capito quanto fosse
grande l’esigenza di dare voce alla mia ricerca
e di concretizzarla in un vero cammino,
anche se non avevo la più pallida idea
di come avrei potuto fare: l’ambiente francescano,
tanto per cominciare, non mi era
familiare, e tanto meno lo era l’idea di intraprendere
un cammino spirituale. Questo
fi no a che non si è creato un rapporto speciale
di dialogo e comprensione con uno dei
frati conosciuti; inoltre, mi avevano parlato
della possibilità di iniziare un cammino con
una guida o un padre spirituale, ma sebbene
mi spiegassero e mi raccontassero di che tipo
esperienza di ????????? vita cristiana
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di rapporto si trattava, non era facile per me
capire che cosa effettivamente comportasse.
Mi rendevo conto, tuttavia, di avere un bisogno
profondo di essere seguita e guidata da
qualcuno, perché quello che mi stava succedendo,
i nuovi dubbi, le perplessità e i desideri
che nascevano in me erano un qualcosa
di totalmente nuovo e sconosciuto, e la cosa
mi terrorizzava. Mi sentivo persa e bisognosa
di aiuto: così nacque in me il desiderio di
“sperimentare” questa nuova opportunità;
ma contemporaneamente una serie di paure
hanno invaso il mio cuore: mi chiedevo
dove mi avrebbe portato questo rapporto,
che cosa sarebbe successo, che persona sarei
diventata.
Una delle mie paure più grandi, infatti,
era di rimanere imprigionata in un rapporto
fuorviante, che avrebbe condizionato tutta
la mia vita soffocandone la libertà d’espressione,
al punto tale che sarei diventata una
persona che non volevo diventare, perché
non rispettava ciò che avevo dentro.
Solo parlandone, però, ho sentito ciò
di cui avevo più bisogno, che andava oltre
ogni paura e ogni dubbio: ho sentito il mio
cuore che mi parlava e mi diceva che valeva
la pena tentare, ascoltare quella tensione
profonda che, in fondo sapevo, mi avrebbe
portato verso qualcosa di grande e di importante
per la mia vita. Ho deciso di fi darmi del
cuore e sono contenta di averlo fatto: sto
giusto muovendo i primi passi e il mio padre
spirituale mi sta già aiutando molto. So di
avere qualcuno su cui poter sempre contare
e a cui poter porre i mille dubbi che mi
si presentano; ma la cosa più importante è
che a poco a poco mi sto rendendo conto di
quanto un padre spirituale possa realmente
aiutarti e sostenerti per far fi orire la propria
anima, rivolgendola verso quella serena felicità
interiore, che tanto cercava.
La voce del Santuario di Sant’Antonio GIUGNO 2009