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Un frate friulano di adozione, meglio ancora di Gemona, dove germogliò e fi orì il nuovo istituto religioso femminile delle Suore Francescane Missionarie del S. Cuore, di cui il Fioravanti fu confondatore e guida sicura fi no alla morte, come recita l’intitolazione dello spazio davanti al monastero “Largo P. Gregorio Fioravanti fondatore”, voluta dalla città di Gemona. Un frate minore in cammino sempre sui passi della Provvidenza che gli fece incontrare, nel convento di S. Antonio in Gemona, il p. Adriano Osmolowski, un polacco esule volontario per la fede, scelto dal Fioravanti come confessore delle religiose del neo “Monastero S. Maria degli Angeli”, perché “di una religiosa condotta assai edificante per devozione, modestia, raccoglimento e ritiratezza”. Come si capiscono i santi fra loro! Il Fioravanti nasce a Grotte di Castro (Viterbo) il 24 aprile 1822. A sedici anni, attratto dall’esempio di fratelli laici francescani questuanti in paese, Ludovico entra nel convento della SS. Trinità di Orvieto per consacrarsi al Signore. Con il nome di Gregorio, il 20 aprile 1839 emette la prima professione e subito dopo raggiunge il convento di S. Maria in Araceli a Roma per gli studi che completerà a Viterbo, ove il 17 maggio 1845 è ordinato sacerdote. Ritornerà nel convento romano di Araceli, sede della curia generale dell’Ordine, per insegnare teologia ai giovani frati. Un nuovo passo della Provvidenza, nel 1849 porterà il p. Gregorio a Venezia, allora Provincia Lombardo-Veneta, politicamente sotto l’Austria, in un momento storico di moti rivoluzionari e sinistri bagliori di guerra. Insegnerà teologia agli studenti france- FRATE FRAT ATE ATEE BE BBE BENE BENEMERITO NE NEME NE NEME ME MERI ME MERI RI R RI R TO IIN IIN IN N FR F FR FFRIULI IULI P. GREGORIO LUDOVICO FIORAVANTI 10 scani,meritandosi la stima e la devozione dei discepoli e dell’intera provincia religiosa per solidità di dottrina, prudente ed equilibrato giudizio in ogni circostanza, ma soprattutto per l’attenzione dimostrata nel curare la vocazione degli allievi con una preparazione culturale, sorretta da devozione e amore, libera da ogni genere di infi ngimenti e doppiezze. Gli incarichi si susseguono rapidamente. Oltre all’insegnamento gli è affi dato il compito di bibliotecario, di segretario provinciale, di esaminatore dei predicatori e dei confessori e quello di curare il Terz’Ordine francescano, sia secolare che regolare, rappresentato, questo, da alcuni istituti religiosi femminili, che in Venezia, Padova e Verona, conducono una vita in comune, secondo la regola corrente di semi-claustrali. Le Memorie storicocronologiche della Provincia minoritica di Sant’Antonio testimoniano come si debba allo zelo di p. Gregorio la restaurazione e l’incremento del Terz’Ordine, l’attuale OFS. Un altro passo della Provvidenza sospinge il p. Gregorio ancor più in salita, con la elezione nel capitolo del 1856 a Ministro provinciale, benché frate venuto da fuori, un “foresto”, come lo chiamano i veneti. Ha soltanto 34 anni. Quando sta per compiersi il triennio di provincialato (1859) e p. Gregorio pregusta la ripresa normale del suo uffi cio di inse- La voce del Santuario di Sant’Antonio GIUGNo 2009
gnante, i passi della Provvidenza lo indirizzano per tutt’altre strade. Alla fi ne dell’estate 1859, incontra a Venezia la nobile francese, Laura Leroux de Bauffremont, che espone al p. Gregorio un progetto educativo e di promozione dei poveri e dei sofferenti. Egli, disposto alla volontà di Dio, accetta di accompagnare la duchessa nel suo progetto. E così il 21 aprile 1861 a Gemona del Friuli nasce il nuovo istituto religioso femminile, di ispirazione francescana: le Suore Francescane Missionarie del S. Cuore. Ma se i passi della Provvidenza sono chiari, non altrettanto quegli degli uomini. Agli inizi del 1863, la Leroux, diventata nel frattempo suor Maria Giuseppa di Gesù, malata, stanca e depressa, lascia per sempre Gemona e il suo istituto. Il p. Gregorio si trova a dover affrontare problemi gravi, quali la miseria e ristrettezze di ogni genere, frequenti e gravi malattie delle suore, con numerosi decessi, e il pericolo sempre incombente dello scioglimento del giovane istituto. La tentazione è forte. Può essere superata seguendo fedelmente i passi della Provvidenza. Suole ripetere: “Io non domando nulla per me, sono un povero francescano e tale voglio rimanere, ma mi considero come tutore di pupilli”. Quegli anni cruciali (1863-1867) rivelano l’uomo di Dio, eroico nella prova, indomito dinanzi alle diffi coltà, questuante per assicurare il pane alle sue fi gliole. Incoraggia, senza sosta, lo stuolo di giovani ardenti, ad aver fi ducia. Con grandi sacrifi ci riesce a dare un solido fondamento al neo Istituto, che di- FRATE BENEMERITO IN FRIULI 11 rige e amministra con affetto di padre fi no alla morte. Alle suore fi nalmente è garantita una casa e un suffi ciente sostegno economico, le attività apostoliche si intensifi cano, si aprono nuove case in America (1865) e nel Medio Oriente (1872), nonché in varie regioni d’Italia. Contemporaneamente è richiamato dal Ministro generale, p. Bernardino Dal Vago da Portogruaro, lo stimato e carissimo amico dei tempi di Venezia, a dirigere la Provincia Veneta per altri due trienni (1871-1877), durante i quali con vigile cura ripristina la vita religiosa nei conventi, sconvolta dalle soppressioni degli ordini religiosi nel XIX secolo. Per le Francescane Missionarie del Sacro Cuore redige le Costituzioni, prepara il Direttorio, e non manca di contribuire alla formazione spirituale delle suore che educa soprattutto allo spirito delle beatitudini evangeliche e all’amore verso gli emarginati. Il piccolo seme, coltivato con speranza, è diventato ormai un albero rigoglioso e ricco di frutti. Padre Gregorio muore nel monastero di Santa Maria degli Angeli a Gemona il 23 gennaio 1894, pianto e venerato come un santo dalle sue amatissime fi glie spirituali. La causa di beatifi cazione, curata dalle Suore Francescane Missionarie del S. Cuore, ha già percorso un buon tratto di cammino (per un maggiore approfondimento, cfr. I Frati Minori in Friuli, a cura del prof. Andrea Tilatti, 2008, testo di Filiberto Agostini, p. 275-304). P. Fabio Longo La voce del Santuario di Sant’Antonio GIUGNo 2009
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