boll giugno 09.indd - Il Santuario di Sant'Antonio
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Gemona del Friuli (ud)<br />
Perio<strong>di</strong>co del primo santuario antoniano del mondo<br />
Trimestrale - Poste italiane - Sped. in a.p. D.L. 353/2003, (conv. in L. 27.2.2004, n. 46) art. 1, comma 2 - DCB U<strong>di</strong>ne - Anno LXXXIII - N. 2 - 2009
SOMMARIO<br />
Lettera del Padre Rettore pag. 3<br />
Conoscere Francesco “ 4<br />
S. Chiara D’Assisi “ 6<br />
Festa <strong>di</strong> Sant’Antonio “ 8<br />
P. Gregorio Ludovico Fioravanti “ 10<br />
<strong>Il</strong> <strong>di</strong>alogo del cuore “ 12<br />
Musica “ 13<br />
Cronaca del <strong>Santuario</strong> “ 14<br />
VIVE CON LE VOSTRE<br />
OFFERTE<br />
CCP N. 10542330 - Tel. 0432 981113<br />
Voce del <strong>Santuario</strong><br />
Sant’Antonio<br />
LA<br />
<strong>di</strong><br />
Perio<strong>di</strong>co del <strong>Santuario</strong><br />
ANNO LXXXIII<br />
N. 2 - Aprile - Maggio - Giugno 2009<br />
33013 Gemona del Friuli (UD) - Italia<br />
Tel. 0432/98.11.13 - CCP 10542330<br />
www.santantoniogemona.it<br />
santuariogemona@alice.it<br />
Mensile - Trib. <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne, 27.04.53 R.S. 16<br />
Dir. resp. Luigi Secco<br />
Stampa: Tipografi a OGV - Palmanova<br />
Associato all’USPI<br />
Unione Stampa<br />
Perio<strong>di</strong>ca Italiana<br />
Si conclude<br />
l’anno Paolino<br />
I l prossimo 29 <strong>giugno</strong> si concluderà lo speciale<br />
Anno Giubilare de<strong>di</strong>cato da Benedetto<br />
XVI all’Apostolo Paolo per il bimillenario<br />
della sua nascita, collocata dagli storici tra il<br />
7 e il 10 dopo Cristo. Questo Giubileo riporta<br />
decisamente la Chiesa sulle orme <strong>di</strong> Cristo,<br />
rievocando la vita <strong>di</strong> Paolo “servo <strong>di</strong> Cristo<br />
e apostolo per vocazione” che ha profondamente<br />
segnato il cammino del Vangelo.<br />
Paolo nacque a Tarso, capitale della Cilicia,<br />
in Turchia.<br />
L’intervento <strong>di</strong>retto <strong>di</strong> Cristo sulla via <strong>di</strong><br />
Damasco cambia la vita del furente Paolo:<br />
da persecutore <strong>di</strong>venta il più coraggioso<br />
missionario cristiano. Non è stato facile per<br />
lui. Avversato dagli amici <strong>di</strong> un tempo, Paolo<br />
viene accolto con un certo timore anche dai<br />
cristiani che ben conoscono il suo passato<br />
<strong>di</strong> persecutore. Ma egli rimane decisamente<br />
fedele a Cristo che si rivela a lui, e unito<br />
alla nuova comunità dei credenti. È convinto<br />
che solo nella Chiesa può maturare la fede<br />
in Cristo.<br />
Tu, Signore, hai invitato anche noi, a<br />
essere collaboratori dell’annuncio della tua<br />
Parola e testimoni <strong>di</strong> speranza in un mondo<br />
che ne ha <strong>di</strong>speratamente bisogno. Signore,<br />
fa’ nascere in noi la fame della tua Parola<br />
e insieme il desiderio <strong>di</strong> con<strong>di</strong>viderla con i<br />
nostri fratelli.
Cari fr atelli, amici, benefatt ori<br />
e devot i del Santo,<br />
Eccoci all’annuale festa <strong>di</strong> sant’Antonio,<br />
Patrono <strong>di</strong> Gemona e del nostro antico<br />
<strong>Santuario</strong>. Abbiamo appena concluso il tempo<br />
pasquale che ci ha guidato a comprendere<br />
la presenza <strong>di</strong> Gesù, il Vivente Presente,<br />
nella nostra vita e nella vita della Chiesa.<br />
Guardare con attenzione alla fi gura del nostro<br />
Santo può ulteriormente aiutarci a fare<br />
<strong>di</strong> Gesù Cristo il Signore della nostra vita e<br />
della nostra storia, ovunque siamo chiamati<br />
a vivere: nella famiglia, nella scuola, nel<br />
lavoro, in uffi cio, negli ospedali e in tutti i<br />
luoghi in cui si svolge la nostra vita.<br />
Sant’Antonio, oltre ad essere il Santo dei<br />
miracoli, per cui lo invochiamo nelle più svariate<br />
situazioni, è il Santo Dottore, teologo<br />
(San Francesco lo chiamava <strong>Il</strong> mio Vescovo),<br />
penitente e pre<strong>di</strong>catore, che con la sua vita<br />
e pre<strong>di</strong>cazione (con i suoi Sermoni) ha fatto<br />
conoscere Gesù Cristo e la sua Chiesa. Ha<br />
pre<strong>di</strong>cato instancabilmente, sull’esempio <strong>di</strong><br />
Francesco d’Assisi, andando <strong>di</strong> città in città<br />
nella nostra Italia e in Francia, unicamente<br />
spinto dal fuoco dell’amore <strong>di</strong> Dio, fattosi<br />
uomo in Gesù Cristo, per mezzo dello Spirito<br />
santo. Egli ha aiutato i cristiani del suo<br />
tempo a scoprire la chiesa quale Madre e<br />
Maestra, sulle strade <strong>di</strong> ogni cultura.<br />
In una celebrazione tenuta nella Basilica<br />
del Santo a Padova, mi ha fatto rifl ettere ciò<br />
che è stato detto e che qui riporto:<br />
«Ci sono due categorie <strong>di</strong> cristiani: i cristiani<br />
<strong>di</strong> Gesù Cristo e i cristiani <strong>di</strong> Sant’Antonio.<br />
Essere cristiani <strong>di</strong> Gesù Cristo è abbastanza<br />
impegnativo e <strong>di</strong>ffi cile, perché bisogna<br />
innestarsi nella sua vita che ci chiede<br />
<strong>di</strong> vivere il comandanmento dell’amore:<br />
“amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati”;<br />
dal quale deriva il nostro uniformarci<br />
nel suo stile <strong>di</strong> vita trasmessoci attraverso<br />
il suo vangelo.<br />
LETTERA DEL PADRE RETTORE<br />
3<br />
Essere cristiani <strong>di</strong> Sant’Antonio è più facile<br />
e semplice: basta accendere ogni tanto<br />
una candela davanti alla sua immagine,<br />
partecipare alla processione annuale dove si<br />
celebra la festa del Santo, pregarlo per farci<br />
trovare qualcosa che abbiamo smarrito, tenere<br />
un suo santino nel portafoglio e altro.<br />
Ebbene, cari “cristiani <strong>di</strong> Sant’Antonio”,<br />
oggi il vostro Santo desidera farvi avere, attraverso<br />
<strong>di</strong> me, un messaggio urgente: ”Io ho<br />
speso tutta la mia breve vita nella preghiera,<br />
nella mortifi cazione, nello stu<strong>di</strong>o e nella<br />
pre<strong>di</strong>cazione. Ho compiuto anche vari miracoli<br />
per convincere la gente del mio tempo<br />
a <strong>di</strong>ventare “cristiani <strong>di</strong> Gesù Cristo” per la<br />
Chiesa. Vi avverto che qualche candela, una<br />
processione annuale, e qualche preghiera,<br />
non bastano assolutamente…»<br />
Cari fratelli e sorelle e amici, l’invito quin<strong>di</strong><br />
è <strong>di</strong> rifl ettere sulla fede in Gesù Cristo e<br />
sul modo in cui l’esprimiamo nella nostra vita<br />
quoti<strong>di</strong>ana. Sant’Antonio non mancherà sicuramente<br />
d’intercedere per ognuno <strong>di</strong> noi,<br />
ma lo farà se siamo seriamente <strong>di</strong>sponibili a<br />
lasciarci amare da Gesù nella sua Chiesa.<br />
Fr. Luigi Bettin<br />
La voce del <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> Sant’Antonio GIUGNO 2009
conoscere i santi<br />
VI a Puntata<br />
l’incontro l’incontro con con il il lebbroso lebbroso OFM<br />
8<br />
La voce del <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> Sant’Antonio GIUGNO 2009<br />
La grazia della conversione spinge l’anima<br />
<strong>di</strong> Francesco ad una seconda purifi cazione,<br />
quella esteriore, che trova il suo apice<br />
nell’incontro con il lebbroso. Dobbiamo<br />
<strong>di</strong>re innanzi tutto che Francesco aveva già<br />
incontrato i lebbrosi lungo il suo cammino,<br />
tenendoli a debita <strong>di</strong>stanza o mandando<br />
qualche amico a prendersi cura <strong>di</strong> loro. Per il<br />
momento il giovane si limitava a incontrare<br />
solo i poveri deciso<br />
<strong>di</strong> dare aiuto a<br />
chiunque chiedesse<br />
“per amore <strong>di</strong><br />
Dio”. In un viaggio<br />
a Roma uscito<br />
dalla basilica <strong>di</strong> S.<br />
Pietro decise <strong>di</strong><br />
indossare i panni<br />
<strong>di</strong> un poverello<br />
per chiedere lui<br />
stesso l’elemosina<br />
in nome <strong>di</strong> Dio<br />
in lingua francese<br />
(cfr FF 1406).<br />
Francesco<br />
passa dal fare<br />
l’elemosina all’indossare<br />
i panni<br />
dell’altro per provare<br />
lui stesso che<br />
cosa signifi chi in<strong>di</strong>genza,<br />
povertà,<br />
esclusione, emarginazione,chiedere<br />
per amore<br />
<strong>di</strong> Dio. Chiedere:<br />
forse questo verbo<br />
è nuovo nel<br />
vocabolario <strong>di</strong> chi<br />
12 09<br />
La voce del <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> Sant’Antonio<br />
4<br />
1209 2009800<br />
possiede già tutto. Puoi chiedere nella preghiera<br />
fi ntantoché nessuno ti vede e ti sente,<br />
ma chiedere aiuto svelando la tua pochezza<br />
davanti agli uomini e a Dio, questo è la ra<strong>di</strong>ce<br />
<strong>di</strong> un cambiamento esteriore che ti fa<br />
passare dalle paure alla fi ducia in Dio. Mettersi<br />
nei panni degli altri, poi, è il primo passo<br />
per comprendere i loro sentimenti, i loro<br />
problemi e le loro risorse. Non è detto che<br />
il povero ancora<br />
lo si “accolga”,<br />
ma almeno lo si<br />
comprende nella<br />
sua umanità.<br />
Francesco, tuttavia,<br />
sta ancora<br />
un po’ recitando.<br />
Parla in francese,<br />
forse per non farsi<br />
riconoscere e<br />
ritornando a casa<br />
indossa i propri<br />
panni. Ora invece<br />
si prepara a<br />
perdere non solo<br />
i vestiti ma anche<br />
la faccia. Mentre<br />
un giorno stava<br />
pregando fervidamente<br />
il Signore,<br />
gli fu risposto:<br />
“Francesco se<br />
vuoi conoscere<br />
la mia volontà<br />
devi <strong>di</strong>sprezzare<br />
e o<strong>di</strong>are tutto<br />
quello che amavi<br />
mondanamente e<br />
desideravi posse-<br />
GIUGNO 2009
dere. Quando avrai cominciato a fare così,<br />
ti parrà insopportabile e amaro quanto per<br />
l’innanzi ti era attraente e dolce; e dalle cose<br />
che una volta aborrivi, attingerai grande dolcezza<br />
e immensa soavità”.<br />
Francesco mentre un giorno cavalcava<br />
nei paraggi <strong>di</strong> Assisi, incontrò sulla strada<br />
un lebbroso. E poiché <strong>di</strong> solito aveva grande<br />
orrore dei lebbrosi, fece violenza a se stesso,<br />
smontò da cavallo e offrì al lebbroso un<br />
denaro, baciandogli la mano. E ricevendone<br />
un bacio <strong>di</strong> pace, risalì a cavallo e seguitò<br />
il suo cammino. Trascorsi pochi giorni, prese<br />
con se molto denaro e si recò all’ospizio<br />
dei lebbrosi; li riunì tutti insieme e <strong>di</strong>stribuì a<br />
ciascuno l’elemosina, baciando loro la mano.<br />
Nel ritorno ciò che prima gli riusciva amaro,<br />
cioè vedere e toccare dei lebbrosi, gli si<br />
trasformò veramente in dolcezza (FF 1408).<br />
Anche in questo caso il Signore non va per il<br />
sottile colpendolo nel centro delle sue paure.<br />
Egli stesso, infatti, “rifi utava <strong>di</strong> vederli e<br />
<strong>di</strong> avvicinarsi alle loro abitazioni” (FF1408).<br />
<strong>Il</strong> lebbroso è per Francesco ciò che più gli<br />
fa paura, la sua ombra, la parte <strong>di</strong> sé che<br />
non vorrebbe vedere e sentire e che in tutti<br />
i mo<strong>di</strong> cercava <strong>di</strong> nascondere a se stesso per<br />
conoscere i santi<br />
VI a Puntata<br />
OFM<br />
<strong>di</strong>ventare cavaliere. Ora è arrivato alla batta-<br />
glia fi nale: o scappa, o fa violenza a se stesso<br />
per guardarla in faccia. Anche Gesù afferma:<br />
“il Regno è dei violenti”, <strong>di</strong> coloro cioè che<br />
vincono se stessi con la grazia <strong>di</strong> Dio, con<br />
coraggio e forza. <strong>Il</strong> bacio del lebbroso ha<br />
tutto il sapore <strong>di</strong> chi guarda la morte in faccia<br />
come rischio della morte fi sica e certezza<br />
della morte sociale, ma ha anche il sapore<br />
dell’amore che dà il coraggio <strong>di</strong> trasgre<strong>di</strong>re i<br />
pregiu<strong>di</strong>zi sociali e morali per aprirti alla verità<br />
e alla misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio. Baciare la mano<br />
del lebbroso signifi ca <strong>di</strong>re: “Mi fi do <strong>di</strong> te Signore<br />
che mi dai la forza <strong>di</strong> vincere le mie<br />
paure, mi affi do a te e alla tua provvidenza<br />
senza più pretendere, senza più comandarti,<br />
senza più cercare solo chi mi approva”.<br />
In quel bacio c’è tutto Francesco con le sue<br />
intuizioni, il suo batticuore, il suo sudore, la<br />
00 0<br />
5<br />
sua paura, il suo farsi violenza. Lì c’è Francesco<br />
che si fi da <strong>di</strong> Dio che a sua volta scommette<br />
nell’uomo. Questo passaggio porta<br />
con sé un primo sentimento che anche tu<br />
puoi sperimentare. Quando vai contro con<br />
la grazia <strong>di</strong> Dio alla tua paura per affrontarla<br />
e l’affronti, quello che poi ti rimane è la<br />
pace. Questa è percepita come un senso <strong>di</strong><br />
leggerezza e una libertà interiore che danno<br />
accesso ad una gioia che abita nel profondo<br />
dell’anima e del corpo. È la gioia e la sod<strong>di</strong>sfazione<br />
<strong>di</strong> aver vinto contro la carne e il<br />
sangue che non possono ere<strong>di</strong>tare il regno <strong>di</strong><br />
Dio (1 Cor 15, 50). Francesco da questo momento<br />
vedrà in modo retrospettivo la propria<br />
vita <strong>di</strong>visa nettamente in due parti: prima e<br />
dopo l’abbraccio del lebbroso. Così egli scrive<br />
nel suo Testamento: “<strong>Il</strong> Signore stesso mi<br />
condusse tra <strong>di</strong> loro e usai con essi misericor<strong>di</strong>a.<br />
E allontanandomi da essi ciò che mi<br />
sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza<br />
<strong>di</strong> anima e <strong>di</strong> corpo, e poi stetti un poco e<br />
uscii dal mondo” (FF 110). <strong>Il</strong> cambiamento<br />
decisivo per Francesco è riconosciuto nell’incontro<br />
del lebbroso, che lo porta non a fare<br />
chissà che cosa, ma ad usare misericor<strong>di</strong>a. È<br />
l’incontro pure spiacevole con il fratello leb-<br />
broso che fa trasformare l’amaro in dolce, la<br />
morte nella rinascita. Spesso sentiamo <strong>di</strong>re:<br />
“Nella mia famiglia non riesco più a pregare<br />
a causa dei miei genitori o <strong>di</strong> mio marito”.<br />
Questo signifi ca che tu non vivi con gli altri<br />
in modo assente, ma sei permeabile alle persone<br />
che ti stanno accanto e ti con<strong>di</strong>zionano.<br />
Non puoi isolarti con il Signore e poi andare<br />
con i “fratelli”, perché spesso sono i “fratelli”<br />
che ti portano dal Signore<br />
Alcune domande per te: Quali sono le<br />
paure che ti impe<strong>di</strong>scono delle scelte <strong>di</strong> vita<br />
decisive? Ce n’è una che riconosci essere alla<br />
base <strong>di</strong> tutte? Una volta riconosciuta, fermati<br />
e prega intensamente il Padre <strong>di</strong> donarti il suo<br />
Spirito affi nché ti suggerisca che cosa devi<br />
fare per vincere te stesso: la pace sia con te!<br />
Fra Lorenzo A.<br />
della fraternita <strong>di</strong> Fanna - PN<br />
La voce del <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> Sant’Antonio GIUGNO 2009
conoscere i santi<br />
La voce delle Clarisse: VI a Puntata<br />
Chiara, imitatrice <strong>di</strong> Gesù povero<br />
A vvicinandosi per la via che l’avrebbe<br />
condotta al possesso <strong>di</strong> Dio, Chiara<br />
avvertì che la presenza in noi stessi <strong>di</strong> certi<br />
ostacoli si frappone al raggiungimento del<br />
fi ne. si tratta innanzitutto dell’orgoglio, che<br />
ingombra lo spirito, cerca <strong>di</strong> sostituirsi a Dio<br />
e ci rituffa nella nostra me<strong>di</strong>ocrità, ostacolando<br />
l’azione dello Spirito in noi. Occorre<br />
lasciarsi liberare da Dio da tutte le nostre<br />
vanità, ambizioni, desideri <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nati.<br />
Al pari <strong>di</strong> Francesco, la povertà <strong>di</strong> Chiara<br />
è un cammino <strong>di</strong> fede, da esodo,verso<br />
la terra promessa. Neppure le quattro mura<br />
della clausura <strong>di</strong> S. Damiano hanno il potere<br />
<strong>di</strong> sottrarre Chiara da questo suo spirituale<br />
andare “pellegrina e forestiera in questo<br />
mondo”(Regola, VIII, I ff2795), come Francesco,<br />
rivestita della povertà del Signore e<br />
della sua Madre poverella.<br />
Una itineranza nella fede e nella povertà<br />
che conosce come <strong>di</strong>mora solamente<br />
l’umanità povera e sofferente <strong>di</strong> Gesù: “Da<br />
allora iniziò un amore così grande e strinse<br />
un patto con la santa povertà che non volle<br />
avere niente altro che Cristo Signore e niente<br />
permise che le sue fi glie possedessero”<br />
(Leg. 13 – FF 3184).<br />
Ancor più, l’amore delle cose sensibili<br />
(beni <strong>di</strong> fortuna, ricchezze, go<strong>di</strong>menti vari)<br />
fanno <strong>di</strong>menticare la ricerca dell’Assoluto,<br />
per il quale siamo creati, togliendo vigore<br />
e sesibilità alle coscienze e avviandole verso<br />
una fi ne deprecabile. S. Chiara aveva sperimentato<br />
personalmente, anche sul piano<br />
sociale, quanto sia importante per l’uomo<br />
la povertà, effettiva ed affettiva.<br />
Al suo tempo, infatti le fazioni in Assisi si<br />
contrastavano violentemente, a danno della<br />
pace: i ricchi (maiores), detentori dei beni <strong>di</strong><br />
fortuna, e i poveri (minores) senza volto nè<br />
voce, trattati come bestie da soma.<br />
6<br />
Nutrita da queste esperienze non c’è da<br />
meravigliarsi se Chiara abbracciò la povertà<br />
con vero entusiasmo: si spogliò <strong>di</strong> tutto, facendosi<br />
povera e donando ai poveri anche il<br />
corrispettivo della ven<strong>di</strong>ta della ere<strong>di</strong>tà paterna.<br />
(Processo <strong>di</strong> canonizzazione, XIII, 11).<br />
Ma perché Chiara, con Francesco, scelsero<br />
e amarono così tanto la povertà? La povertà,<br />
<strong>di</strong> per se, è un valore negativo: quanti<br />
poveri oggi, nei cinque continenti, ne fanno<br />
le spese! Essi sono poveri non per scelta, ma<br />
per con<strong>di</strong>zione; non perché vedono nella<br />
povertà un valore, ma perché spesso sono<br />
vittime della cupi<strong>di</strong>gia e dell’avarizia.<br />
Alcuni poveri poi non accettano affatto<br />
la loro povertà e, nel confronto con l’ambiente<br />
che li circonda, <strong>di</strong>ventano facilmente<br />
La voce del <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> Sant’Antonio GIUGNo 2009
invi<strong>di</strong>osi: una povertà che <strong>di</strong>venta violenza,<br />
accaparramento.<br />
Non così fu per Santa Chiara: solo per<br />
un grande amore si può accettare e vivere<br />
la povertà. Dietro a Francesco ella aveva imparato<br />
ad amare e seguire il Signore Gesù,<br />
che per noi si fece povero in questo mondo:<br />
“O povertà pia! Te il Signore Gesù Cristo,<br />
in cui potere erano e sono il cielo e la terra,<br />
giacchè bastò un cenno della sua parola e<br />
tutte le cose furono create, si degnò <strong>di</strong> abbracciare<br />
a preferenza <strong>di</strong> ogni altra cosa…<br />
”(FF 2864 Lett. I a S. Agnese <strong>di</strong> Praga).<br />
Anche la clausura che Chiara visse in<br />
S. Damiano trova la sua motivazione più<br />
profonda nell’ottica <strong>di</strong> una povertà vissuta<br />
per amore: povertà <strong>di</strong> spazi (ella stava “rinchiusa”),<br />
povertà anche <strong>di</strong> relazioni esterne,<br />
ma solo esterne, perché, nello stretto spazio<br />
della clausura <strong>di</strong> S. Damiano, Chiara, con la<br />
sua preghiera, abbracciava il mondo.<br />
“La clausura <strong>di</strong> Chiara e delle sue sorelle<br />
nasce dal desiderio <strong>di</strong> amare” con tutte le<br />
fi bre del cuore Colui che, per amor nostro,<br />
tutto si è donato” e <strong>di</strong> “non voler nulla sotto<br />
il cielo”, per entrare completamente per<br />
Dio e per gli uomini nel mistero <strong>di</strong> Cristo<br />
e della Chiesa”(Costituzioni Generali delle<br />
Clarisse, art. 47).<br />
Povertà umiltà – clausura = amore per<br />
Cristo povero e crocifi sso, e per l’umanità<br />
sofferente verso la quale Chiara si volgeva<br />
con la sua compassionevole carità. La carità<br />
è la sintesi <strong>di</strong> tutte le virtù, quella che manifesta<br />
la nostra perfezione e ci unisce a Dio,<br />
perché “Dio è carità”.<br />
Le prime a benefi ciare <strong>di</strong> questa carità<br />
sono state le sorelle <strong>di</strong> S. Damiano e la povera<br />
gente che si rivolgeva alla Santa per<br />
chiedere l’aiuto e il sostegno della preghiera.<br />
Scorrendo il processo <strong>di</strong> Canonizzazione<br />
o rifl ettendo sulla Legenda scritta da Tommaso<br />
da Celano si raccolgono testimonianze<br />
molteplici sulla sollecitu<strong>di</strong>ne che la Santa<br />
aveva verso tutti ed emerge da queste lettu-<br />
conoscere i santi<br />
La voce delle Clarisse: VI a Puntata<br />
7<br />
re un’immagine materna, tenera e delicata,<br />
che si assoggetta lietamente a qualunque<br />
sacrifi cio e privazione.<br />
Nelle lettere <strong>di</strong> S. Chiara ad Agnese <strong>di</strong><br />
Praga noi possiamo osservare, come in uno<br />
specchio, l’orizzonte e la luce della vita contemplativa<br />
<strong>di</strong> Chiara, con un linguaggio trasparente<br />
e comunicativo.<br />
Ecco come si esprime Chiara, scrivendo<br />
ad Agnese <strong>di</strong> Praga: “Colloca i tuoi occhi<br />
davanti allo specchio dell’eternità, e trsformati<br />
interamente, per mezzo della contemplazione,<br />
nell’immagine della <strong>di</strong>vinità <strong>di</strong><br />
Lui…Ogni giorno porta l’anima tua in questo<br />
specchio e scruta in esso continuamente<br />
il tuo volto, perché tu possa adornarti….<br />
dei variopinti fi ori <strong>di</strong> tutte le virtù… In questo<br />
specchio poi rifulgono la beata povertà,<br />
la santa umiltà e l’ineffabile carità… Mira<br />
in alto la povertà <strong>di</strong> Colui che fu deposto<br />
nel presepe e avvolto in poveri pannicelli…<br />
Ve<strong>di</strong> poi al centro dello specchio la santa<br />
umiltà e ancora la beata povertà, le fatiche<br />
e le pene senza numero che Egli sostenne<br />
per la redenzione del genere umano. In<br />
basso contempla l’ineffabile carità, per la<br />
quale volle patire sul legno della croce e su<br />
<strong>di</strong> esso morire della morte più infamante…<br />
”(FF2902-2904 – Lettera IV a S. Agnese <strong>di</strong><br />
Praga).<br />
Chiara è veramente una donna che si<br />
specchia in Gesù. Fissando lo sguardo in<br />
questo specchio, su Gesù Bambino, Gesù<br />
povero e Crocifisso, Gesù Eucarestia, S.<br />
Chiara impara da Lui, si trasforma in Lui.<br />
“La povertà <strong>di</strong> Chiara è così, preziosa<br />
come l’acqua perché <strong>di</strong>ce la semplicità<br />
dell’essere, talmente svuotato <strong>di</strong> se stesso,<br />
incurante <strong>di</strong> ogni proprio <strong>di</strong>ritto, perfino<br />
quello <strong>di</strong> esistere, da non voler altro privilegio<br />
tranne quello, inau<strong>di</strong>to, <strong>di</strong> non avere<br />
e <strong>di</strong> rendere grazie con gioia quando riesce<br />
a donare”(Fonte sigillata, Ancora 1982 –<br />
“Preziosa…nella povertà”).<br />
Clarisse del Monastero<br />
S. Gallo <strong>di</strong> Moggio U<strong>di</strong>nese<br />
La voce del <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> Sant’Antonio GIUGNo 2009
Festa <strong>di</strong> Sant’A<br />
Patrono <strong>di</strong> Gemona e dei Frati Minori del Veneto<br />
lunedì 1 <strong>giugno</strong><br />
Inizia la Tre<strong>di</strong>cina<br />
in onore <strong>di</strong> S. Antonio che continuerà<br />
ogni sera guidata da p. Odorico Tonello<br />
alle ore 20.00 nei giorni feriali;<br />
alle ore 17.00 nelle domeniche.<br />
Parteciperanno alla tre<strong>di</strong>cina<br />
con la celebrazione eucaristica,<br />
le comunità parrocchiali:<br />
martedì 2<br />
Trasaghis - Braulins - Peonis<br />
mercoledì 3<br />
Venzone - Portis - Carnia - Pioverno<br />
giovedì 4<br />
Osoppo<br />
venerdì 5<br />
Montenars<br />
lunedì 8<br />
Ospedaletto - Campolessi<br />
mercoledì 10<br />
Bordano - Interneppo - Avasinis - Alesso<br />
giovedì 11<br />
Artegna<br />
Programma Religioso in Santuar<br />
venerdì 12 <strong>giugno</strong> ore 20.00<br />
S. Messa e Celebrazione del Transito<br />
<strong>di</strong> S. Antonio.<br />
sabato 13 <strong>giugno</strong><br />
Solennità <strong>di</strong> Sant’Antonio<br />
S. Messe: 7.30 (Bene<strong>di</strong>zione del pane)<br />
8.30 - 9.30 - 11.00<br />
Ore 9.30: La comunità parrocchiale<br />
festeggia il suo patrono. S. Messa<br />
presieduta da Mons. Gastone Candusso,<br />
Arciprete <strong>di</strong> Gemona.<br />
Ore 11.00: S. Messa presieduta dal<br />
Mons. Alfredo Battisti, Arcivescovo<br />
emerito <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne<br />
Ore 16.00: Bene<strong>di</strong>zione e affi damento a<br />
S. Antonio dei bambini, delle famiglie, e<br />
delle mamme in attesa.<br />
Ore 17.00: Canto del vespro. Segue la<br />
processione votiva per le vie del centro<br />
citta<strong>di</strong>no.<br />
Itinerario: Via Pio Paschini, Via Artico <strong>di</strong><br />
Prampero, Via XX Settembre<br />
Via XXVIII Aprile<br />
Rientro in <strong>Santuario</strong> per Via S. Antonio<br />
La processione sarà accompagnata dal<br />
“Complesso Ban<strong>di</strong>stico Venzonese”<br />
Ore 22.30: Spettacolo pirotecnico<br />
offerto dalla “Pro Glemona”.<br />
SI AV<br />
che il giorno <strong>di</strong> S. Antonio l’orario d<br />
8<br />
La voce del <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> Sant’Antonio GIUGNo 2009
ntonio<br />
e Friuli Venezia Giulia<br />
io<br />
domenica 14 <strong>giugno</strong><br />
S. Messe ore: 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.00<br />
ore 11.00: Messa Solenne e Bene<strong>di</strong>zione dei Gigli.<br />
Ore 17.00: Canto del Vespro.<br />
Processione alla “cella”<br />
del Santo e preghiere<br />
per tutti i benefattori.<br />
Anche quest’anno<br />
nel corso dei<br />
festeggiamenti<br />
verrà allestita una<br />
GRANDE PESCA<br />
DI BENEFICENZA.<br />
E verrà aperto un punto<br />
<strong>di</strong> ristoro presso la<br />
CASA DEL PELLEGRINO.<br />
Solennità del<br />
“Corpus Domini”<br />
e Festa dei Gigli<br />
VISA<br />
elle messe è: 7.30; 8.30; 9.30; 11.00<br />
9<br />
La voce del <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> Sant’Antonio GIUGNo 2009
Un frate friulano <strong>di</strong> adozione, meglio ancora<br />
<strong>di</strong> Gemona, dove germogliò e fi orì il<br />
nuovo istituto religioso femminile delle Suore<br />
Francescane Missionarie del S. Cuore, <strong>di</strong> cui<br />
il Fioravanti fu confondatore e guida sicura<br />
fi no alla morte, come recita l’intitolazione<br />
dello spazio davanti al monastero “Largo P.<br />
Gregorio Fioravanti fondatore”, voluta dalla<br />
città <strong>di</strong> Gemona.<br />
Un frate minore in cammino sempre sui<br />
passi della Provvidenza che gli fece incontrare,<br />
nel convento <strong>di</strong> S. Antonio in Gemona,<br />
il p. Adriano Osmolowski, un polacco esule<br />
volontario per la fede, scelto dal Fioravanti<br />
come confessore delle religiose del neo<br />
“Monastero S. Maria degli Angeli”, perché<br />
“<strong>di</strong> una religiosa condotta assai e<strong>di</strong>ficante<br />
per devozione, modestia, raccoglimento<br />
e ritiratezza”. Come si capiscono i santi fra<br />
loro!<br />
<strong>Il</strong> Fioravanti nasce a Grotte <strong>di</strong> Castro (Viterbo)<br />
il 24 aprile 1822. A se<strong>di</strong>ci anni, attratto<br />
dall’esempio <strong>di</strong> fratelli laici francescani questuanti<br />
in paese, Ludovico entra nel convento<br />
della SS. Trinità <strong>di</strong> Orvieto per consacrarsi al<br />
Signore. Con il nome <strong>di</strong> Gregorio, il 20 aprile<br />
1839 emette la prima professione e subito<br />
dopo raggiunge il convento <strong>di</strong> S. Maria in<br />
Araceli a Roma per gli stu<strong>di</strong> che completerà<br />
a Viterbo, ove il 17 maggio 1845 è or<strong>di</strong>nato<br />
sacerdote. Ritornerà nel convento romano <strong>di</strong><br />
Araceli, sede della curia generale dell’Or<strong>di</strong>ne,<br />
per insegnare teologia ai giovani frati.<br />
Un nuovo passo della Provvidenza, nel<br />
1849 porterà il p. Gregorio a Venezia, allora<br />
Provincia Lombardo-Veneta, politicamente<br />
sotto l’Austria, in un momento storico <strong>di</strong> moti<br />
rivoluzionari e sinistri bagliori <strong>di</strong> guerra.<br />
Insegnerà teologia agli studenti france-<br />
FRATE FRAT ATE ATEE BE BBE BENE BENEMERITO NE NEME NE NEME ME MERI ME MERI RI R RI R TO IIN<br />
IIN<br />
IN N FR F FR FFRIULI IULI<br />
P. GREGORIO<br />
LUDOVICO FIORAVANTI<br />
10<br />
scani,meritandosi la stima e<br />
la devozione<br />
dei<br />
<strong>di</strong>scepoli e<br />
dell’intera<br />
provincia<br />
religiosa<br />
per soli<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> dottrina, prudente ed equilibrato<br />
giu<strong>di</strong>zio in ogni circostanza, ma soprattutto<br />
per l’attenzione <strong>di</strong>mostrata nel curare<br />
la vocazione degli allievi con una preparazione<br />
culturale, sorretta da devozione e amore,<br />
libera da ogni genere <strong>di</strong> infi ngimenti e doppiezze.<br />
Gli incarichi si susseguono rapidamente.<br />
Oltre all’insegnamento gli è affi dato il compito<br />
<strong>di</strong> bibliotecario, <strong>di</strong> segretario provinciale,<br />
<strong>di</strong> esaminatore dei pre<strong>di</strong>catori e dei confessori<br />
e quello <strong>di</strong> curare il Terz’Or<strong>di</strong>ne francescano,<br />
sia secolare che regolare, rappresentato,<br />
questo, da alcuni istituti religiosi femminili,<br />
che in Venezia, Padova e Verona, conducono<br />
una vita in comune, secondo la regola corrente<br />
<strong>di</strong> semi-claustrali. Le Memorie storicocronologiche<br />
della Provincia minoritica <strong>di</strong><br />
Sant’Antonio testimoniano come si debba<br />
allo zelo <strong>di</strong> p. Gregorio la restaurazione e<br />
l’incremento del Terz’Or<strong>di</strong>ne, l’attuale OFS.<br />
Un altro passo della Provvidenza sospinge<br />
il p. Gregorio ancor più in salita, con la<br />
elezione nel capitolo del 1856 a Ministro<br />
provinciale, benché frate venuto da fuori,<br />
un “foresto”, come lo chiamano i veneti. Ha<br />
soltanto 34 anni.<br />
Quando sta per compiersi il triennio <strong>di</strong><br />
provincialato (1859) e p. Gregorio pregusta<br />
la ripresa normale del suo uffi cio <strong>di</strong> inse-<br />
La voce del <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> Sant’Antonio GIUGNo 2009
gnante, i passi della Provvidenza lo in<strong>di</strong>rizzano<br />
per tutt’altre strade. Alla fi ne dell’estate<br />
1859, incontra a Venezia la nobile francese,<br />
Laura Leroux de Bauffremont, che espone<br />
al p. Gregorio un progetto educativo e <strong>di</strong><br />
promozione dei poveri e dei sofferenti. Egli,<br />
<strong>di</strong>sposto alla volontà <strong>di</strong> Dio, accetta <strong>di</strong> accompagnare<br />
la duchessa nel suo progetto.<br />
E così il 21 aprile 1861 a Gemona del Friuli<br />
nasce il nuovo istituto religioso femminile, <strong>di</strong><br />
ispirazione francescana: le Suore Francescane<br />
Missionarie del S. Cuore. Ma se i passi<br />
della Provvidenza sono chiari, non altrettanto<br />
quegli degli uomini. Agli inizi del 1863, la<br />
Leroux, <strong>di</strong>ventata nel frattempo suor Maria<br />
Giuseppa <strong>di</strong> Gesù, malata, stanca e depressa,<br />
lascia per sempre Gemona e il suo istituto.<br />
<strong>Il</strong> p. Gregorio si trova a dover affrontare<br />
problemi gravi, quali la miseria e ristrettezze<br />
<strong>di</strong> ogni genere, frequenti e gravi malattie<br />
delle suore, con numerosi decessi, e il pericolo<br />
sempre incombente dello scioglimento<br />
del giovane istituto. La tentazione è forte.<br />
Può essere superata seguendo fedelmente i<br />
passi della Provvidenza. Suole ripetere: “Io<br />
non domando nulla per me, sono un povero<br />
francescano e tale voglio rimanere, ma mi<br />
considero come tutore <strong>di</strong> pupilli”.<br />
Quegli anni cruciali (1863-1867) rivelano<br />
l’uomo <strong>di</strong> Dio, eroico nella prova, indomito<br />
<strong>di</strong>nanzi alle <strong>di</strong>ffi coltà, questuante per<br />
assicurare il pane alle sue fi gliole. Incoraggia,<br />
senza sosta, lo stuolo <strong>di</strong> giovani ardenti, ad<br />
aver fi ducia. Con gran<strong>di</strong> sacrifi ci riesce a dare<br />
un solido fondamento al neo Istituto, che <strong>di</strong>-<br />
FRATE BENEMERITO IN FRIULI<br />
11<br />
rige e amministra con affetto <strong>di</strong> padre fi no<br />
alla morte. Alle suore fi nalmente è garantita<br />
una casa e un suffi ciente sostegno economico,<br />
le attività apostoliche si intensifi cano,<br />
si aprono nuove case in America (1865) e<br />
nel Me<strong>di</strong>o Oriente (1872), nonché in varie<br />
regioni d’Italia.<br />
Contemporaneamente è richiamato dal<br />
Ministro generale, p. Bernar<strong>di</strong>no Dal Vago<br />
da Portogruaro, lo stimato e carissimo amico<br />
dei tempi <strong>di</strong> Venezia, a <strong>di</strong>rigere la Provincia<br />
Veneta per altri due trienni (1871-1877), durante<br />
i quali con vigile cura ripristina la vita<br />
religiosa nei conventi, sconvolta dalle soppressioni<br />
degli or<strong>di</strong>ni religiosi nel XIX secolo.<br />
Per le Francescane Missionarie del Sacro<br />
Cuore re<strong>di</strong>ge le Costituzioni, prepara il<br />
Direttorio, e non manca <strong>di</strong> contribuire alla<br />
formazione spirituale delle suore che educa<br />
soprattutto allo spirito delle beatitu<strong>di</strong>ni<br />
evangeliche e all’amore verso gli emarginati.<br />
<strong>Il</strong> piccolo seme, coltivato con speranza, è <strong>di</strong>ventato<br />
ormai un albero rigoglioso e ricco <strong>di</strong><br />
frutti. Padre Gregorio muore nel monastero<br />
<strong>di</strong> Santa Maria degli Angeli a Gemona il 23<br />
gennaio 1894, pianto e venerato come un<br />
santo dalle sue amatissime fi glie spirituali.<br />
La causa <strong>di</strong> beatifi cazione, curata dalle Suore<br />
Francescane Missionarie del S. Cuore, ha<br />
già percorso un buon tratto <strong>di</strong> cammino (per<br />
un maggiore approfon<strong>di</strong>mento, cfr. I Frati<br />
Minori in Friuli, a cura del prof. Andrea<br />
Tilatti, 2008, testo <strong>di</strong> Filiberto Agostini, p.<br />
275-304).<br />
P. Fabio Longo<br />
La voce del <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> Sant’Antonio GIUGNo 2009
Tutto è iniziato in un periodo della mia vita<br />
in cui ho sentito che cercavo qualcosa <strong>di</strong><br />
più: non c’era forse niente che non andasse<br />
apparentemente, ma ogni suo aspetto, anche<br />
il più bello, mancava <strong>di</strong> una certa centralità<br />
e <strong>di</strong>rezionalità; alle domande “Chi<br />
sono?” e “Dove sto andando?” non sapevo<br />
in fondo rispondere, e forse, quel che è<br />
peggio, non mi rendevo neanche conto <strong>di</strong><br />
pormele. Ad ogni modo, la spinta a cercare<br />
un’esperienza che mi aiutasse a capire c’era,<br />
e si è espressa nella mia partecipazione alla<br />
marcia francescana.<br />
È stato lì che ho capito quanto fosse<br />
grande l’esigenza <strong>di</strong> dare voce alla mia ricerca<br />
e <strong>di</strong> concretizzarla in un vero cammino,<br />
anche se non avevo la più pallida idea<br />
<strong>di</strong> come avrei potuto fare: l’ambiente francescano,<br />
tanto per cominciare, non mi era<br />
familiare, e tanto meno lo era l’idea <strong>di</strong> intraprendere<br />
un cammino spirituale. Questo<br />
fi no a che non si è creato un rapporto speciale<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo e comprensione con uno dei<br />
frati conosciuti; inoltre, mi avevano parlato<br />
della possibilità <strong>di</strong> iniziare un cammino con<br />
una guida o un padre spirituale, ma sebbene<br />
mi spiegassero e mi raccontassero <strong>di</strong> che tipo<br />
esperienza <strong>di</strong> ????????? vita cristiana<br />
12<br />
<strong>di</strong> rapporto si trattava, non era facile per me<br />
capire che cosa effettivamente comportasse.<br />
Mi rendevo conto, tuttavia, <strong>di</strong> avere un bisogno<br />
profondo <strong>di</strong> essere seguita e guidata da<br />
qualcuno, perché quello che mi stava succedendo,<br />
i nuovi dubbi, le perplessità e i desideri<br />
che nascevano in me erano un qualcosa<br />
<strong>di</strong> totalmente nuovo e sconosciuto, e la cosa<br />
mi terrorizzava. Mi sentivo persa e bisognosa<br />
<strong>di</strong> aiuto: così nacque in me il desiderio <strong>di</strong><br />
“sperimentare” questa nuova opportunità;<br />
ma contemporaneamente una serie <strong>di</strong> paure<br />
hanno invaso il mio cuore: mi chiedevo<br />
dove mi avrebbe portato questo rapporto,<br />
che cosa sarebbe successo, che persona sarei<br />
<strong>di</strong>ventata.<br />
Una delle mie paure più gran<strong>di</strong>, infatti,<br />
era <strong>di</strong> rimanere imprigionata in un rapporto<br />
fuorviante, che avrebbe con<strong>di</strong>zionato tutta<br />
la mia vita soffocandone la libertà d’espressione,<br />
al punto tale che sarei <strong>di</strong>ventata una<br />
persona che non volevo <strong>di</strong>ventare, perché<br />
non rispettava ciò che avevo dentro.<br />
Solo parlandone, però, ho sentito ciò<br />
<strong>di</strong> cui avevo più bisogno, che andava oltre<br />
ogni paura e ogni dubbio: ho sentito il mio<br />
cuore che mi parlava e mi <strong>di</strong>ceva che valeva<br />
la pena tentare, ascoltare quella tensione<br />
profonda che, in fondo sapevo, mi avrebbe<br />
portato verso qualcosa <strong>di</strong> grande e <strong>di</strong> importante<br />
per la mia vita. Ho deciso <strong>di</strong> fi darmi del<br />
cuore e sono contenta <strong>di</strong> averlo fatto: sto<br />
giusto muovendo i primi passi e il mio padre<br />
spirituale mi sta già aiutando molto. So <strong>di</strong><br />
avere qualcuno su cui poter sempre contare<br />
e a cui poter porre i mille dubbi che mi<br />
si presentano; ma la cosa più importante è<br />
che a poco a poco mi sto rendendo conto <strong>di</strong><br />
quanto un padre spirituale possa realmente<br />
aiutarti e sostenerti per far fi orire la propria<br />
anima, rivolgendola verso quella serena felicità<br />
interiore, che tanto cercava.<br />
La voce del <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> Sant’Antonio GIUGNO 2009
La musica è l’arte dei suoni che muove<br />
le nostre emozioni: tutti noi ritroviamo<br />
in quest’arte lo specchio della nostra anima,<br />
pensiamo ad esempio a quando siamo tristi:<br />
ci basta ascoltare la musica che più ci piace e<br />
subito ci torna il sorriso. La musica è l’unico<br />
linguaggio che non serve tradurre per essere<br />
capito, da qualsiasi parte del mondo “Mozart<br />
sarà sempre lo stesso Mozart”.<br />
Essa quin<strong>di</strong> ha il potere magico <strong>di</strong> mettere<br />
in comune tutti gli uomini e far sì che chi<br />
la suona possa rendere felice chi l’ascolta. Da<br />
questi principi nascono i corsi <strong>di</strong> musica che<br />
l’associazione Musicologi propone a Gemona<br />
del Friuli tenuti da due insegnanti <strong>di</strong>plomati<br />
in conservatorio. Passando per piazza Adriano<br />
Osmolowski, ovvero nel parcheggio del<br />
<strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> S.Antonio, certamente vi sarete<br />
chiesti da dove provengono le dolci note <strong>di</strong><br />
pianoforte o chitarra che si sentono…ebbene<br />
sì proprio lì, dove una volta c’era il bar “Al<br />
Santo”, c’è qualcuno che parla quel magnifi co<br />
linguaggio che è stato accennato prima. Da<br />
quasi due anni scolastici, infatti, in questi locali<br />
si svolgono dei corsi <strong>di</strong> musica rivolti a tutte le<br />
vita ????????? nostra<br />
una bella attività per stare insieme<br />
13<br />
fasce <strong>di</strong> età, perché la musica non ha età! Si<br />
insegnano svariati strumenti: pianoforte, chitarra,<br />
fl auto dolce…e naturalmente la tanto<br />
sofferta teoria e solfeggio, sì perché anche per<br />
la musica bisogna saperla leggere e scrivere.<br />
Accanto a ciò, per volontà <strong>di</strong> alcuni genitori, è<br />
nata l’orchestra <strong>di</strong> chitarre: un piccolo ensamble<br />
<strong>di</strong> chitarristi che hanno deciso <strong>di</strong> mettere<br />
insieme quanto hanno appreso durante le lezioni:<br />
ecco che nascono le vere sod<strong>di</strong>sfazioni!<br />
E allora avanti da Beethoven a Mozart, alla<br />
musica leggera fi no a sperimentare la musica<br />
popolare friulana. L’anno scolastico è solito terminare<br />
con il saggio pubblico: anche qui ogni<br />
applauso è ricambiato da un sorriso da parte<br />
degli allievi e, perché no, anche da parte <strong>di</strong> noi<br />
insegnanti. Man mano che ci si avvicina a tale<br />
evento si vede ogni allievo che si impegna per<br />
dare il meglio <strong>di</strong> sè, proprio come fanno i veri<br />
artisti! Approfi tto <strong>di</strong> questo piccolo spazio per<br />
ringraziare enormemente i Padri del <strong>Santuario</strong><br />
<strong>di</strong> S. Antonio, perché hanno preso a cuore<br />
un’arte come la musica e permettono a noi<br />
insegnanti <strong>di</strong> far emozionare i nostri allievi.<br />
Alessandro Tammelleo<br />
La voce del <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> Sant’Antonio GIUGNO 2009
vita nostra<br />
domenica 24 maggio: incontro regionale <strong>di</strong> conclusione anno fraterno<br />
dell’Or<strong>di</strong>ne Francescano Secolare del Friuli Venezia Giulia<br />
14<br />
La voce del <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> Sant’Antonio GIUGNO 2009
LEIA TAVAGNACCO<br />
12.10.1947 12.04.2009 GEMONA<br />
Legata da sempre al <strong>Santuario</strong><br />
come “ARALDINA”<br />
vita nostra<br />
17 marzo: giornata <strong>di</strong> Formazione Permanente dei Frati Minori del Veneto e Friuli Venezia Giulia<br />
15<br />
PICCO CRISTAL<br />
con il papà<br />
nata a San Daniele<br />
il 04.01.2008<br />
affi data a S. Antonio<br />
La voce del <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> Sant’Antonio GIUGNO 2009
AI SIGG. AGENTI<br />
POSTALI:<br />
Attenzione!<br />
ESTATE 2009<br />
PER GIOVANI<br />
LEGGERE LA PAROLA CON .S FRANCESCO<br />
Come rileggere la parabola della propria vita alla luce della parola del Signore (04-05 luglio) Fanna (PN).<br />
L’IMMAGINE DELL’INVISIBILE<br />
Corso <strong>di</strong> iconografi a (13-24 luglio) Fanna (PN).<br />
DA’ PAROLA AI TUOI PASSI<br />
Marcia Francescana a pie<strong>di</strong> verso Assisi. Partenza S. Antonio Gemona con trasferimento in corriera<br />
(25 luglio-4 agosto).<br />
MEETING EUROPEO DEI GIOVANI A SANTIAGO DI COMPOSTELA<br />
(8-16 agosto).<br />
CORSO VOCAZIONALE<br />
Un corso per rileggere la propria vita e scoprire come rispondere ai segni <strong>di</strong> amore che Dio ci rivolge<br />
(23-28 agosto) S. Francesco del Deserto (VE).<br />
CHIARA UNA STELLA NELLA NOTTE<br />
Marcia notturna in occasione della festa <strong>di</strong> S. Chiara (10-11 agosto) Monselice.<br />
COSTRUIRE L’AMORE UMANO<br />
Un corso sui fondamenti cristiani dell’amore (11-15 agosto). S. Pancrazio (VI).<br />
L’ALTRO SPECCHIO DI ME<br />
Un ritrovo dei giovani del triveneto per vivere in fraternità, in festa, e confrontarsi<br />
sulla fi gura <strong>di</strong> S. Francesco d’Assisi (11-13 settembre) (TV).<br />
SETTIMANA DI RELAX<br />
Per chi desidera riposarsi in mezzo alla natura con<strong>di</strong>videndo uno stile <strong>di</strong> vita fraterno (26 luglio-2 agosto) Fanna(PN).<br />
Per ogni informazione: tel. 0427 77037 frati Lorenzo, Diego, Flavio - Fanna (PN) - e-mail: lorenzo.toto@tiscali.it (340 8031816)<br />
<strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> Sant’Antonio<br />
ORARIO SS. MESSE<br />
Festivo (per tutto l’anno):<br />
ore 7.30 - 9.30 - 11.00 - 17.00 (solare) - 18.00 (legale)<br />
Feriale ore 8.00 e 9.00<br />
CANTO DEL VESPRO<br />
ore 16.00 (solare) - 17.00 (legale)<br />
In caso <strong>di</strong> mancato recapito, rinviare all’Uffi cio Postale<br />
<strong>di</strong> 33100 U<strong>di</strong>ne, ferrovia per la restituzione al mittente,<br />
che si impegna a corrispondere il <strong>di</strong>ritto fi sso.<br />
www.santantoniogemona.it santuariogemona@alice.it<br />
TASSA RISCOSSA UDINE<br />
TAXE PERÇUE ITALY<br />
Veduta aerea della nuova Gemona, con il complesso del Convento e <strong>Santuario</strong> al centro della foto.