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Periodico della <strong>Comunità</strong> Parrocchiale di <strong>Coccaglio</strong> - Anno 2003, n° 6<br />
1
La vecchia Pieve<br />
periodico<br />
della <strong>Comunità</strong> parrocchiale<br />
di <strong>Coccaglio</strong><br />
Novembre 2003 - n. 6<br />
Copert<strong>in</strong>a e logo di Ugo Capretti<br />
Sommario<br />
La Parola del parroco don Giovanni pag. 4<br />
Messaggio per la G.mond.Migr. Giovanni Paolo II pag. 6<br />
Arriva...è già con noi don Titta pag. 8<br />
La Parola per noi A. Massetti pag. 10<br />
Novo millennio <strong>in</strong>eunte don Giovanni pag. 12<br />
Invito alla preghiera don Giovanni pag. 15<br />
In camm<strong>in</strong>o con... don Giovanni pag. 17<br />
Credere e vivere don Giovanni pag. 19<br />
Anagrafe parrocchiale pag. 21<br />
Calendario liturgico - pastor. pag. 23<br />
Il Natale ci parla... St. Pedal<strong>in</strong>o pag. 28<br />
La Chiesa, la religione, le sètte don Francescoo pag. 30<br />
Il Papa e la famiglia: 25 anni... Luciano Moia pag. 31<br />
AGE <strong>Coccaglio</strong> Age pag. 33<br />
Sul Camm<strong>in</strong>o di s. Giacomo.... don Francesco pag. 34<br />
Scout: progetto Sarajevo Co.Ca. Scout pag. 35<br />
“Io ho scelto voi” pag. 37<br />
Charitas parrocchiale G. Pedrali pag. 38<br />
Vita Missionaria Sr. Emilia pag. 39<br />
Sono ripresi i lavori... Vol. Socc. - Aido pag. 40<br />
Un Natale dolce come il miele Acli pag. 42<br />
Figli di Salomone A. Cors<strong>in</strong>i pag. 43<br />
Curiosando nello scrigno G. Pedrali. pag. 45<br />
Il nuovo campanile e... N. Partegiani - St. Dotti pag. 48<br />
Le catacombe G. Lor<strong>in</strong>i pag. 49<br />
Musica Christian pag. 51<br />
Proèrbe de öna olta... Guer<strong>in</strong>i - Benerecetti pag. 51<br />
Notizie utili Guer<strong>in</strong>i - Benerecetti pag. 53<br />
Sport: Basket Focolare Paolo Bariselli pag. 54<br />
Offerte per le opere parrocchiali pag. 55<br />
2<br />
Gruppo di redazione:<br />
don Giovanni Gritti, don Oscar Ziliani, Stefano<br />
Pedal<strong>in</strong>o, Andrea Bighetti<br />
Gianluca Pedrali, Anna Massetti<br />
Il prossimo numero uscirà il 25 gennaio.<br />
I collaboratori della “Vecchia Pieve” sono<br />
<strong>in</strong>vitati a recapitare i loro scritti, sia su<br />
dischetto che stampati <strong>in</strong> corpo 12 su<br />
supporto cartaceo, entro il 7 gennaio.<br />
Non rispondiamo della mancata pubblicazione<br />
degli articoli che perverranno oltre<br />
tale data. La Redazione non è tenuta a<br />
dare giustificazione degli articoli che<br />
ritiene opportuno non pubblicare.<br />
La riunione del gruppo di redazione avrà<br />
luogo <strong>in</strong> giorno e ora da def<strong>in</strong>ire.<br />
Recapito articoli:<br />
1) p.za Luca Marenzio, 22F (casa canonica)<br />
2) Via Tonelli, 20 (Focolare)<br />
PARROCCHIA<br />
“S. MARIA NASCENTE”<br />
<strong>Coccaglio</strong><br />
Orario delle sante Messe:<br />
FESTIVO FERIALE<br />
ore 18,00 (festiva vesp. del sabato)<br />
ore 7,00 ore 7,00<br />
ore 9,00 ore 8,30<br />
ore 10,00<br />
ore 11,00<br />
ore 16,30 (Casa Alb.) ore 16,30<br />
ore 18,00<br />
RADIO PARROCCHIALE 91.85 MHZ<br />
POTETE SEGUIRE TUTTE LE SANTE MESSE E LE ALTRE<br />
FUNZIONI, IN PARTICOLARE IL ROSARIO ALLE ORE<br />
8.00 E LAFUNZIONE ALLE 15.00, LA DOMENICA<br />
Numeri utili (premettere sempre 030)<br />
Casa canonica (abit. don Giovanni) 7721248<br />
Segreteria Oratorio “Il Focolare” 723575<br />
Oratorio femm<strong>in</strong>ile (Madri) 7721625<br />
Abitazione don Oscar 7721039<br />
Abitazione don Titta 7700340<br />
Abitazione don L<strong>in</strong>o 7704848<br />
Diacono don Francesco 723392
“La vecc vecchia<br />
hia Pieve”: Pie e”: istruzioni istruzioni<br />
per l’uso.<br />
È prossimo a volgere l’anno da quando abbiamo ripreso la pubblicazione del bollett<strong>in</strong>o parrocchiale con il<br />
nuovo titolo, <strong>in</strong> sostituzione del precedente, per i motivi che, a suo tempo, furono spiegati (v. “La vecchia<br />
Pieve” dicembre 2002, pag. 3).<br />
Una considerazione tra le varie possibili: dalla prima uscita venendo <strong>in</strong> qua, “La vecchia Pieve” è andata dilatando<br />
la sua consistenza. Infatti, più di una persona ha fatto osservare che “il bollett<strong>in</strong>o è troppo lungo e ci<br />
vuole molto tempo a f<strong>in</strong>irlo tutto”.<br />
Si rendono necessarie alcune “istruzioni per l’uso”.<br />
Il bollett<strong>in</strong>o (o “rivista parrocchiale” o, più semplicemente “periodico parrocchiale”) non vuol rassomigliare<br />
alle riviste fatte per essere consumate come un caffè: i pettegolezzi sulle vicende sentimentali dei cosiddetti vip<br />
o le notizie di cronaca, le curiosità, gli scoop giornalistici e/o scandalistici, si consumano <strong>in</strong> poco tempo, appunto<br />
più o meno come un caffè e, magari, proprio mentre lo si sorseggia, <strong>in</strong> casa o al bar. Non a caso queste escono<br />
a ritmo mensile o, addirittura, qu<strong>in</strong>dic<strong>in</strong>ale. Sia ben chiaro: non ci si sta riferendo a tutte le riviste mensili<br />
o qu<strong>in</strong>dic<strong>in</strong>ali.<br />
La parte <strong>in</strong>formativa del nostro bollett<strong>in</strong>o, forse un po’ ridotta (servirebbe maggiore collaborazione), può<br />
essere “consumata” più o meno nei tempi di un caffè: notizie sportive e pag<strong>in</strong>e umoristiche, per esempio, non<br />
richiedono molta riflessione. Ve ne sono, tra queste, alcune non vanno affatto lette come articoli: il calendario<br />
liturgico va consultato di settimana <strong>in</strong> settimana, i turni delle farmacie, gli orari ferroviari, i numeri di<br />
telefono, quando occorre.<br />
Diverso è il discorso per le pag<strong>in</strong>e formative, contenute soprattutto, ma non solo, nella prima sezione di ogni<br />
numero del nostro periodico: esse forniscono materiale che va distribuito nell’arco dei due mesi che, approssimativamente,<br />
<strong>in</strong>tercorrono tra un’uscita della nostra rivista e la successiva: confronto con la Parola di Dio,<br />
spunti di riflessione, argomenti di formazione catechetica, lettura spirituale, non devono essere “bruciati” con<br />
una lettura veloce e superficiale; è necessario distribuire nel tempo l’utilizzo di queste pag<strong>in</strong>e: si veda anche la<br />
premessa che ogni volta precede i pensieri della beata Madre Teresa di Calcutta. Non a caso questa sezione<br />
porta il titolo “<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto”: per ascoltare ci vuole tempo.<br />
Chi usa fruttuosamente il nostro periodico parrocchiale, vi può trovare aiuto per una formazione piuttosto<br />
solida e, potremmo dire, completa, che spazia dalla Parola di Dio e da quella del Magistero della Chiesa alla<br />
catechesi sulla fede e la morale cristiana, dall’aiuto offerto all’<strong>in</strong>contro – dialogo con Dio all’<strong>in</strong>dicazione di<br />
impegni operativi, non senza l’attenzione alla vita ecclesiale e liturgica; anche alcune pag<strong>in</strong>e delle sezioni <strong>in</strong>formative<br />
offrono sovente spunti di riflessione: dal tema della vita a quello della famiglia, dall’impegno caritativo<br />
a quello missionario ed ecumenico (l’attenzione alle altre Chiese) e alla vita di volontariato, se vogliamo, la<br />
nostra rivista ci prende per mano e ci guida a vivere la spiritualità cristiana, <strong>in</strong>tesa non come ripiegamento<br />
<strong>in</strong>timistico (e sterile), ma tale da dilatare mente, anima e cuore alle dimensioni universali che devono caratterizzare<br />
il credente <strong>in</strong> Cristo, membro di una Chiesa che si def<strong>in</strong>isce “Cattolica”, vale a dire, universale, senza<br />
smentire la radice locale, coccagliese. Così, accanto ai proverbi dialettali e alle note di storia e cronaca del<br />
nostro paese, si trovano spesso anche quelle che riflettono su eventi della storia nazionale o universale.<br />
Anche il gusto del “Bello” trova il suo spazio, con le pag<strong>in</strong>e dedicate all’arte locale e alla musica.<br />
Lo sforzo per rendere tipograficamente allettante il nostro periodico parrocchiale ha anche lo scopo di facilitare<br />
la volontà di prenderlo <strong>in</strong> mano, tenendolo costantemente sott’occhio.<br />
A tutti, auguri di buona lettura, buona e ... senza fretta.<br />
3<br />
Editoriale<br />
a cura della Redazione
C arissimi,<br />
Ai fratelli e alle sorelle di <strong>Coccaglio</strong><br />
a tutti voi, pace e bene.<br />
Un anno con “La vecchia Pieve”<br />
Se ne parla già a pag. 3: il nostro periodico parrocchiale<br />
giunge al sesto e ultimo numero del<br />
primo anno. Un anno fa si stavano facendo un po’<br />
di salti mortali per mettere <strong>in</strong> piedi la necessaria<br />
organizzazione: gruppo di redazione, articolisti,<br />
stampa, gruppo di distribuzione: era la prima<br />
volta.<br />
Con il trascorrere dei mesi e il ripetuto sopraggiungere<br />
della scadenza per gli adempimenti<br />
necessari a rendere effettiva la pubblicazione, si è<br />
andato consolidando un ritmo di lavoro che,<br />
ormai, ha raggiunto un suo faticoso equilibrio:<br />
tempi per la stesura e la consegna degli articoli, per<br />
l’impag<strong>in</strong>azione, per la stampa e la distribuzione<br />
sono ormai entrati nella rout<strong>in</strong>e, l’abitud<strong>in</strong>e,<br />
anche se ancora, rimangono alcune cose da sistemare<br />
meglio, come la revisione delle bozze da consegnare<br />
alla stampa def<strong>in</strong>itiva.<br />
Nel frattempo si è raggiunta anche una buona<br />
qualità dell’impag<strong>in</strong>azione.<br />
A pag<strong>in</strong>a 3 del numero “zero” (dic. 2002), la<br />
Redazione elencava anche le f<strong>in</strong>alità del bollett<strong>in</strong>o:<br />
comunicare, <strong>in</strong>formare, formare. Sarà<br />
compito del gruppo di Redazione verificare quanto<br />
questi obiettivi stiano trovando realizzazione<br />
su queste pag<strong>in</strong>e.<br />
Quello che si spera, è che vi sia un numero maggiore<br />
di lettori, abbonati o no che siano, aff<strong>in</strong>cé il<br />
bollett<strong>in</strong>o parrocchiale diventi sempre di più quel<br />
4<br />
Editoriale<br />
lo che vuole essere: occasione di collegamento che<br />
contribuisca a sentirsi parte della medesima<br />
<strong>Comunità</strong>, avendo questo punto di riferimento <strong>in</strong><br />
più.<br />
Abbiamo <strong>in</strong>iziato il camm<strong>in</strong>o<br />
verso la Missione<br />
L’annuncio è stato lanciato sia da queste pag<strong>in</strong>e,<br />
sul numero di settembre, sia nelle celebrazioni di<br />
domenica 5 ottobre. Già sono <strong>in</strong>iziati gli <strong>in</strong>contri<br />
bimensili del Consiglio pastorale Parrocchiale con<br />
i Missionari. Si tratta di appuntamenti che<br />
dovranno vedere una partecipazione sempre più<br />
larga, <strong>in</strong> modo da co<strong>in</strong>volgere tutte quelle persone<br />
che potranno offrire il loro apporto alla preparazione<br />
della Missione. Senza di esse, <strong>in</strong> mancanza<br />
dell’impegno corresponsabile di gente disponibile,<br />
la Missione non potrà produrre tutti i frutti possibili.<br />
Possiamo dist<strong>in</strong>guere quattro fasi nella<br />
Missione:<br />
- la preparazione remota: è <strong>in</strong>iziata con l’annuncio<br />
del 5 ottobre e cont<strong>in</strong>ua con gli <strong>in</strong>contri<br />
bimensili a cui ho fatto cenno; trova un suo<br />
momento fondamentale nell’istituzione e nell’avvio<br />
dell’esperienza delle Diaconie (ne parleremo<br />
su un prossimo numero de “La vecchia Pieve”);<br />
- la preparazione prossima: il contatto capillare<br />
con le famiglie da parte delle persone che si
saranno rese disponibili, per fissare il loro rispettivo<br />
appuntamento con il/la Missionario/a: sacerdote,<br />
suora, laico/a; stesso discorso per quanto<br />
riguarda i giovani; la predisposizione dell’ospitalità<br />
(l’alloggio) per i Missionari nelle famiglie che<br />
vorranno accoglierli; la ricerca delle sedi, sempre<br />
nelle abitazioni delle famiglie disponibili, per i<br />
Centri d’ascolto; la preparazione dei pieghevoli di<br />
<strong>in</strong>vito e dell’altro materiale necessario; l’approntamento<br />
della sede per la cuc<strong>in</strong>a e la refezione dei<br />
Missionari, con il reperimento di volontari che<br />
cur<strong>in</strong>o quest’aspetto;<br />
- la Missione vera e propria, dal 9 al 23 ottobre,<br />
suddivisa <strong>in</strong> due fasi, corrispondenti alla<br />
prima e alla seconda settimana. Le spiegheremo<br />
meglio a suo tempo;<br />
- il dopo-Missione, quando si tratterà di cont<strong>in</strong>uare<br />
ciò che lo Spirito del Signore, attraverso i<br />
missionari, avrà suscitato nella nostra <strong>Comunità</strong>.<br />
È la fase per certi aspetti più importante ed è<br />
anche la più lunga: si protrae per almeno tre anni,<br />
poiché sono previsti tre ritorni di Missione.<br />
Torno a chiedere a tutti la preghiera allo Spirito<br />
santo perché ci accompagni nel camm<strong>in</strong>o verso<br />
questo appuntamento prezioso.<br />
Entriamo nell’Avvento<br />
e, con esso, nel nuovo Anno liturgico.<br />
Accompagnati prevalentemente, ma non esclusivamente,<br />
dall’evangelista Luca, torneremo a rivivere<br />
gli eventi della Storia della salvezza, i Misteri<br />
della nostra fede. Rivivendoli, ci nutriremo di Dio,<br />
della sua Presenza, del suo Spirito,<br />
dell’Eucarestia; con la forza di questo nutrimento,<br />
potremo meglio seguire il nostro maestro, il<br />
Signore Gesù, ed essere suoi testimoni, nella disponibilità<br />
e nel servizio agli altri, nell’attenzione<br />
5<br />
Editoriale<br />
discreta alle vicende di chi ci vive vic<strong>in</strong>o e a quelle<br />
del mondo <strong>in</strong>tero.<br />
La meta ci è ricordata da questo Tempo liturgico:<br />
il Signore alla f<strong>in</strong>e dei tempi “verrà di nuovo,<br />
nello splendore della gloria” e ci chiamerà a possedere<br />
il Regno dei cieli (cfr. prefazio I d’Avvento).<br />
Celebrare nelle festività natalizie la memoria<br />
della prima Venuta del Signore, deve educarci ad<br />
essere pronti, vigilanti nella preghiera e nelle opere<br />
dell’amore, per la Seconda. Natale, Epifania e le<br />
altre celebrazioni del Figlio di Dio che si fece uomo<br />
assumendo la nostra carne mortale, ci aiuteranno<br />
a ricordare che il “Signore è vic<strong>in</strong>o” (Fil. 4,5), è<br />
con noi, è l’Emmanuele (= Dio – con – noi); al<br />
tempo stesso r<strong>in</strong>frescheranno la consapevolezza<br />
che noi, nel giorno senza tempo che è l’eternità,<br />
saremo con Lui, nella beatitud<strong>in</strong>e e nella gioia che<br />
appagheranno ogni desiderio e attesa del nostro<br />
cuore.<br />
Il Signore, per <strong>in</strong>tercessione di Maria, che ci prepariamo<br />
a venerare nella sua immacolata<br />
Concezione (8 dic.) e, ancor più, nella sua div<strong>in</strong>a<br />
maternità (I genn.), ci conceda di vivere con particolare<br />
fervore questo tempo di Avvento e le prossime<br />
Festività, all’<strong>in</strong>izio del camm<strong>in</strong>o di avvic<strong>in</strong>amento<br />
alla Missione parrocchiale.<br />
Il Signore vi dia pace.<br />
don Giovanni
C arissimi Fratelli e Sorelle!<br />
1. La migrazione è diventata un fenomeno molto diffuso<br />
nel mondo moderno e riguarda tutte le Nazioni, o come<br />
Paesi di partenza, di transito o di arrivo. Essa concerne<br />
milioni di esseri umani e rappresenta una sfida che la<br />
Chiesa pellegr<strong>in</strong>a, al servizio dell’<strong>in</strong>tera umana famiglia,<br />
deve raccogliere e affrontare nello spirito evangelico di<br />
carità universale. Pure quest’anno, la Giornata Mondiale<br />
del Migrante e del<br />
Rifugiato deve essere<br />
occasione di particolare<br />
preghiera per le<br />
necessità di tutti coloro<br />
che, per qualsiasi<br />
ragione, sono lontani<br />
da casa e dalla propria<br />
famiglia. Deve essere<br />
<strong>in</strong>oltre un giorno di<br />
profonda riflessione<br />
sui doveri di tutti i cattolici<br />
<strong>in</strong> relazione a<br />
questi fratelli e sorelle.<br />
Tra le persone particolarmente<br />
<strong>in</strong> necessità vi<br />
sono i forestieri più<br />
vulnerabili; vale a dire i<br />
migranti senza documenti,<br />
i profughi, coloro<br />
che hanno bisogno d’asilo, i profughi a causa di persistenti,<br />
violenti conflitti <strong>in</strong> molte parti del mondo e le vittime<br />
– <strong>in</strong> maggioranza donne e bamb<strong>in</strong>i - del terribile crim<strong>in</strong>e<br />
che è il traffico di esseri umani. Anche di recente<br />
siamo stati testimoni di casi tragici di movimenti forzati<br />
di persone per motivi etnici e nazionalistici, che hanno<br />
portato un’<strong>in</strong>dicibile sofferenza nella vita dei gruppi colpiti.<br />
Alla base di queste situazioni vi sono <strong>in</strong>tenzioni e<br />
azioni peccam<strong>in</strong>ose <strong>in</strong> contraddizione col Vangelo e che<br />
costituiscono un appello per i cristiani, ovunque, a v<strong>in</strong>cere<br />
il male con il bene.<br />
2. L’appartenenza alla comunità cattolica non è determi-<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto - Documenti<br />
a<br />
Messaggio del santo padre per l’89 giornata<br />
mondiale delle migrazioni 2003<br />
per un impegno a v<strong>in</strong>cere ogni razzismo, xenofobia, e nazionalismo esasperato<br />
6<br />
nata né da nazionalità né da orig<strong>in</strong>e sociale o etnica<br />
bensì, fondamentalmente, dalla fede <strong>in</strong> Gesù Cristo e dal<br />
Battesimo nel nome della Santissima Tr<strong>in</strong>ità. Ebbene la<br />
costituzione "cosmopolita" del Popolo di Dio, oggi, è<br />
visibile praticamente <strong>in</strong> ogni Chiesa particolare, poiché la<br />
migrazione ha trasformato anche le comunità piccole e<br />
<strong>in</strong> precedenza isolate <strong>in</strong> realtà pluralistiche e <strong>in</strong>terculturali.<br />
Infatti, luoghi che f<strong>in</strong>o a poco tempo fa vedevano<br />
raramente la presenza di un forestiero si sono ora trasformati<br />
<strong>in</strong> casa per persone provenienti da varie parti del<br />
mondo. Sempre più frequente,<br />
come per esempio<br />
nell’Eucaristia domenicale,<br />
diventa l’ascolto<br />
della Buona Novella <strong>in</strong><br />
l<strong>in</strong>gue mai sentite prima,<br />
dando così una nuova<br />
espressione all’esortazione<br />
dell’antico Salmo:<br />
"Lodate il Signore, popoli<br />
tutti, voi tutte, nazioni,<br />
dategli gloria" (Sal 116,<br />
1). Queste comunità, pertanto,<br />
hanno nuove<br />
opportunità di vivere l’esperienza<br />
della cattolicità,<br />
una nota della<br />
Chiesa che esprime la sua<br />
essenziale apertura a<br />
tutto ciò che è opera<br />
dello Spirito <strong>in</strong> ogni popolo.<br />
La Chiesa è consapevole che limitare l’appartenenza a<br />
una comunità locale sulla base etnica o di altre caratteristiche<br />
esterne rappresenterebbe un impoverimento per<br />
tutti e contraddirebbe il diritto fondamentale del battezzato<br />
a compiere atti di culto e partecipare alla vita della<br />
comunità. Inoltre, se i nuovi arrivati non si sentono<br />
accettati quando si avvic<strong>in</strong>ano a una data comunità parrocchiale<br />
perché non parlano la l<strong>in</strong>gua locale o non osservano<br />
le usanze del posto, essi diventano facilmente<br />
"pecorelle smarrite". La perdita di questi "piccoli", a<br />
causa di discrim<strong>in</strong>azioni anche latenti, deve essere perciò
motivo di grande preoccupazione sia per i Pastori che per<br />
i fedeli.<br />
3. Questa considerazione ci riporta a un tema che ho<br />
spesso menzionato nei miei Messaggi per la Giornata<br />
Mondiale del Migrante e del Rifugiato, ossia il dovere cristiano<br />
di accogliere chiunque bussi per necessità alla<br />
nostra porta. Questa apertura edifica comunità cristiane<br />
vive, arricchite dallo Spirito con i doni che vengono portati<br />
loro dai nuovi discepoli provenienti da altre culture.<br />
Tale espressione fondamentale d’amore evangelico è al<br />
contempo ispiratrice d’<strong>in</strong>numerevoli programmi di solidarietà<br />
a favore dei migranti e dei profughi <strong>in</strong> ogni parte<br />
del mondo. Al f<strong>in</strong>e di comprendere la dimensione di questo<br />
patrimonio ecclesiale di servizio concreto agli immigrati<br />
e ai profughi basterà ricordare le realizzazioni e l’eredità<br />
di personaggi come Santa Francesca Saverio<br />
Cabr<strong>in</strong>i o il Vescovo Giovanni Battista Scalabr<strong>in</strong>i, o,<br />
attualmente, la vasta attività dell’agenzia cattolica<br />
"Caritas" e della Commissione Cattolica Internazionale<br />
per le Migrazioni.<br />
Ma spesso la solidarietà non è cosa spontanea. Essa<br />
richiede formazione e allontanamento da atteggiamenti<br />
di chiusura, che <strong>in</strong> molte società di oggi sono divenuti<br />
più sottili e diffusi. Per far fronte a questo fenomeno, la<br />
Chiesa possiede vaste risorse educative e formative a ogni<br />
livello. Mi rivolgo qu<strong>in</strong>di a genitori e <strong>in</strong>segnanti, aff<strong>in</strong>ché<br />
combattano il razzismo e la xenofobia <strong>in</strong>culcando atteggiamenti<br />
positivi fondati sulla Dottr<strong>in</strong>a sociale cattolica.<br />
4. Sempre più radicati <strong>in</strong> Cristo, i cristiani devono sforzarsi<br />
di v<strong>in</strong>cere ogni tendenza a chiudersi <strong>in</strong> se stessi e<br />
imparare a discernere l’opera di Dio nelle persone di altre<br />
culture. Ma solo l’autentico amore evangelico potrà essere<br />
talmente forte da aiutare le comunità a passare dalla<br />
mera tolleranza verso gli altri al rispetto autentico delle<br />
loro diversità. Solo la grazia redentrice di Cristo può renderci<br />
vittoriosi nella sfida quotidiana di passare dall’egoismo<br />
all’altruismo, dalla paura all’apertura, dal rifiuto alla<br />
solidarietà.<br />
È evidente del resto che, mentre esorto<br />
i cattolici a eccellere nello spirito<br />
di solidarietà verso i nuovi arrivati<br />
<strong>in</strong> mezzo a loro, <strong>in</strong>vito altresì gli<br />
immigrati a riconoscere il dovere di<br />
onorare i Paesi che li ricevono e a<br />
rispettare le leggi, la cultura e le tradizioni<br />
della gente che li ha accolti.<br />
Solo così prevarrà l’armonia<br />
sociale.<br />
Il camm<strong>in</strong>o verso la vera accettazione<br />
degli immigranti nella<br />
loro diversità culturale, <strong>in</strong><br />
effetti, è difficile, talvolta si<br />
presenta anzi come una vera via<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto - Documenti<br />
crucis. Questo però non deve scoraggiare nessuno dal<br />
perseguire la volontà di Dio. Egli <strong>in</strong>fatti desidera attirare<br />
a sé tutti <strong>in</strong> Cristo, attraverso la strumentalità della Sua<br />
Chiesa, sacramento dell’unità di tutto il genere umano<br />
(cfr Lumen gentium, n. 1).<br />
Talvolta questo camm<strong>in</strong>o necessita di una parola profetica<br />
che <strong>in</strong>dichi ciò che è sbagliato e <strong>in</strong>coraggi ciò che è giusto.<br />
Quando sorgono <strong>in</strong> effetti le tensioni, la credibilità<br />
della Chiesa, <strong>in</strong> relazione alla sua dottr<strong>in</strong>a sul rispetto<br />
fondamentale dovuto a ogni persona, poggia sul coraggio<br />
morale dei Pastori e dei fedeli di "puntare tutto sull’amore"<br />
(cfr Novo millennio <strong>in</strong>eunte, n. 47).<br />
5. È evidente poi che le comunità culturali miste offrono<br />
opportunità uniche per approfondire il dono dell’unità<br />
con le altre Chiese cristiane e comunità ecclesiali. Molte<br />
di esse, <strong>in</strong>fatti, hanno operato all’<strong>in</strong>terno delle proprie<br />
comunità, e con la Chiesa cattolica, per formare società <strong>in</strong><br />
cui le culture dei migranti e i loro doni particolari vengano<br />
s<strong>in</strong>ceramente apprezzati, e <strong>in</strong> cui ogni manifestazione<br />
di razzismo, xenofobia e nazionalismo esasperato sia<br />
contrastata <strong>in</strong> modo profetico.<br />
Possa Maria Santissima, Madre nostra, - che pure ha sperimentato<br />
il rifiuto, proprio nel momento <strong>in</strong> cui stava per<br />
donare al mondo suo Figlio - aiutare la Chiesa a essere<br />
segno e strumento dell’unità delle culture e delle nazioni<br />
<strong>in</strong> un’unica famiglia! Possa Ella aiutare tutti noi, nella<br />
nostra vita, a essere testimoni dell’Incarnazione e della<br />
presenza costante di Cristo, che attraverso noi desidera<br />
proseguire, nella storia e nel mondo, la sua opera di liberazione<br />
da ogni forma di discrim<strong>in</strong>azione, rifiuto ed<br />
emarg<strong>in</strong>azione. Che le benedizioni abbondanti di Dio<br />
accompagn<strong>in</strong>o tutti coloro che accolgono lo straniero nel<br />
nome di Cristo.<br />
Dal Vaticano, 24 ottobre 2002<br />
JOANNES PAULUS II
Salendo sul colle san Maurizio, situato nei<br />
pressi di Lovere nella sponda bergamasca del<br />
Seb<strong>in</strong>o, una volto arrivato <strong>in</strong> vetta ti trovi<br />
davanti al vetusto <strong>in</strong>vitante convento dei cappucc<strong>in</strong>i.<br />
Entra, caro amico, nella chiesetta dei<br />
frati e fa una prece! Poi chiedi al fratello port<strong>in</strong>aio<br />
di entrare nell’adiacente cortile col suo bel<br />
prato verde e tante piante e fiori. Ti troverai<br />
subito sotto un portico ove spiccano dip<strong>in</strong>ti<br />
recenti che ben presentano Francesco e Chiara<br />
d’Assisi. Ma ti farà colpo agli occhi, è successo<br />
anche a me, una caratteristica meridiana disegnata<br />
su una parete muraria. Ecco tu sai che il<br />
sole si diverte a tracciare m<strong>in</strong>uti ed ore del<br />
giorno corrente. Alza gli occhi e leggi a forma<br />
d’arco, lassù, una frase lat<strong>in</strong>a molto espressiva;<br />
questa: tempus velut humbra fugit, il tempo<br />
fugge come l’ombra del sole. C’è da riflettere<br />
molto cari amici! Eh… colui che scrive è come<br />
obbligato a sottoscrivere questa realtà dato che<br />
fa parte del Gruppo Anziani. Ma la riflessione è<br />
valida anche per chi ha nelle vene sangue primaverile.<br />
Il tempo ecco amici è l’uomo essere <strong>in</strong>telligente<br />
e libero ma anche responsabile che ha <strong>in</strong>ventato<br />
il tempo col suo bagaglio di ore, mesi ed<br />
anni. Ed anche il salmista che ti augura almeno<br />
80 anni se sei robusto afferma che la vita su<br />
questa terra def<strong>in</strong>ita del nostro Paolo VI° bella<br />
e tragica afferma ch’essa è come ombra che<br />
passa ( anche per gli ultra centenari) di fronte<br />
all’eternità. Ecco il tempo di Dio “ essere supremo”<br />
nel quale come diceva il santo teologo<br />
Tommaso d’ Aqu<strong>in</strong>o :” l’esistenza si <strong>in</strong>nesta<br />
nella stessa sua esistenza si chiama eternità”<br />
Tutti noi credenti sappiamo che Dio uno e<br />
8<br />
tr<strong>in</strong>o, non ha avuto una pr<strong>in</strong>cipio e non avrà<br />
mai f<strong>in</strong>e come succede alle creature, essendo lui<br />
il creatore, la causa prima come si dice <strong>in</strong><br />
filosofia di ogni cosa. Ma Dio è soprattutto<br />
Amore Misericordiosa e come si espresse l’apostolo<br />
Paolo <strong>in</strong> una lettere <strong>in</strong>dirizzata ai cristiani<br />
della Galazia:” quando venne la pienezza dei<br />
tempi mandò il suo Figlio nato da donna perché<br />
ricevessimo l’adozione a figli”.<br />
Ecco, amici, fra poco noi entreremo nel tempo<br />
liturgico che chiamiamo Avvento e rivivremo 4<br />
settimane <strong>in</strong> un’atmosfera di attesa, carica di<br />
speranza e il Padre, per mezzo di Gesù che<br />
viene, che ritorna ci donerà luce vera fra tante<br />
tenebre che oscurano fortemente il mondo<br />
d’oggi un amore caldo e generoso fra tanto<br />
freddo che cela moltissimi cuori e fra tanto<br />
odio che ha radice <strong>in</strong> Ca<strong>in</strong>o contro il fratello<br />
Abele. Ci darà un fuoco d’amore puro che Dio<br />
Padre aveva donato all’uomo creato a sua<br />
immag<strong>in</strong>e. Quel primario rifiuto all’amore div<strong>in</strong>o<br />
causò il tragico precipizio dell’umanità e del<br />
cosmo nel caos! E<br />
fu necessario che<br />
un Dio si facesse<br />
uomo perché l’umanità<br />
conoscesse<br />
i giorni della liberazione,<br />
della<br />
riabilitazione della<br />
dignità di r<strong>in</strong>ati<br />
figli di Dio.<br />
Ed ecco il mistero<br />
d ’ a m o r e<br />
dell’Incarnazione!<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
ARRIVA ANCORA…E’ GIA’ CON NOI !!!<br />
di donTitta
Scrive Giovanni evangelista:” ed il Verbo di fece<br />
carne e abitò <strong>in</strong> mezzo a noi”. Ecco ci viene<br />
<strong>in</strong>contro Maria, la donna nuova che ha concepito<br />
nel suo grembo verg<strong>in</strong>ale l’Uomo Dio<br />
nostro Salvatore : Gesù, egli è già fra noi!<br />
Andiamogli <strong>in</strong>contro apriamogli il nostro<br />
cuore la nostra casa, al scuola, la fabbrica…il<br />
tutto.<br />
Ecco la liturgia della parola letta o ascoltata con<br />
attenzione attuerà la conversione del nostro<br />
cuore la tensione verso Gesù che viene. In<br />
genere a Natale siamo troppo presi da una<br />
specie di sentimentalismo osservando quel<br />
bimbo posto nel presepio di casa o <strong>in</strong> chiesa.<br />
Ma io voglio ripensare con voi all’espressione<br />
profetica di Isaia che 754 anni prima che il<br />
Figlio di Maria di Nazareth nascesse scriveva:”<br />
ecco il Signore viene, rivestito di splendore e di<br />
forza! Egli visita il suo popolo con la pace e ci<br />
dona una vita senza f<strong>in</strong>e.”<br />
Ma ritorniamo pure davanti a quel Bamb<strong>in</strong>o<br />
Div<strong>in</strong>o che nasce a Betlemme città del pane<br />
9<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
buono, <strong>in</strong> una grotta d’armenti, più che rifugio<br />
di persone, perché chi poteva alla richiesta di<br />
san Giuseppe suo padre verg<strong>in</strong>ale, gli ha rifiutato<br />
una stanza decorosa e calda!<br />
Egli è il Figlio di Dio fattosi uomo per amore di<br />
tutti gli uomoni d’ogni colore: bianco o nero,<br />
giallo o moreno! Sì per me e per te, fratello e<br />
sorella che leggi queste povere righe…<br />
Ecco io che le scrivo sono prete, dalle mani consacrate<br />
che ogni volta che celebro l’Eucaristia,<br />
fanno da culla a Gesù che r<strong>in</strong>asce “ vivo e vero”,<br />
uomo Dio, ogni volta che ch<strong>in</strong>o sul pane dico:”<br />
questo è il mio Corpo e questo è il mio sangue”<br />
io tremo, caro Gesù e mi commuovo e sono<br />
conv<strong>in</strong>to dell’espressione del Santo Padre a te<br />
rivolta:” per nos, Dom<strong>in</strong>e Jesu saepe renasceris”<br />
= per mezzo nostro, Tu Signore r<strong>in</strong>asci spesso…ogni<br />
giorno!<br />
Sì cari amici, ritorniamo <strong>in</strong>sieme ai nostri fanciulli<br />
i più cari al cuore di Gesù Bamb<strong>in</strong>o alla<br />
grotta di Betlemme.<br />
Adoriamo il Signore e r<strong>in</strong>graziamolo e amiamolo<br />
con lo stupore dei semplici pastori accorsi<br />
dopo l’avvertimento dell’angelo.<br />
Vorrei avere la fede e l’amore di Francesco<br />
d’Assisi che, a Greggio, attuò il primo presepio<br />
vivente ed abbracciando il piccolo d’una pastorella<br />
del contado, s’accorse di avere fra le<br />
mani il Bimbo nato da Maria Verg<strong>in</strong>e.<br />
Penso, <strong>in</strong> f<strong>in</strong>ale, a voi papà e mamme di<br />
<strong>Coccaglio</strong> ed ai vostri cari bamb<strong>in</strong>i che il santo<br />
battesimo ha reso fratelli di Gesù. E risento al<br />
vivo la voce d’un giornalista americano che<br />
diceva:” f<strong>in</strong>chè Dio sente il vagito d’un bimbo<br />
non si stanca di amare il mondo che ha creato.<br />
Buon Natale a tutti, con Gesù nel cuore!!!
La trasmissione della fede -2<br />
di Anna Massetti<br />
S<strong>in</strong>tesi della lectio div<strong>in</strong>a dettata da mons. Mauro<br />
Orsatti <strong>in</strong> occasione del Convegno di maggio<br />
Leggi 2Re 5, 1-19<br />
Seconda parte<br />
(cont<strong>in</strong>ua da pag. 10 de “La vecchia Pieve” di settembre)<br />
Nelle parole dei servi di Naaman notiamo una certa<br />
audacia. L’<strong>in</strong>feriore ha l’ardire di richiamare il superiore,<br />
lo sollecita ad un ripensamento. In un certo<br />
senso si potrebbe parlare di correzione fraterna, che<br />
è una sorta di luce offerta all’altro perché possa<br />
specchiarsi e conoscersi meglio. Non gli si fa violenza,<br />
perché gli si propone qualcosa che tocca a lui<br />
accettare o meno. I servi potevano non <strong>in</strong>tervenire e<br />
lasciare che la situazione cont<strong>in</strong>uasse il corso che<br />
aveva preso, la ch<strong>in</strong>a della arrendevolezza. Vogliono<br />
<strong>in</strong>vece raddrizzare una situazione che per loro era<br />
deragliata dai b<strong>in</strong>ari del buon senso o della logica<br />
popolare; sono capaci di arrivare alla verità attraverso<br />
i canali, mai ostruiti, dell’esperienza quotidiana.<br />
Leggiamo nel loro <strong>in</strong>tervento una carica di <strong>in</strong>teressamento<br />
per il loro padrone che si potrebbe def<strong>in</strong>ire,<br />
senza enfasi, s<strong>in</strong>cero amore. Sono persone che si<br />
appassionano dell’altro, perché si fanno carico dei<br />
problemi altrui, hanno l’audacia di richiamare <strong>in</strong>dietro<br />
chi ha preso decisioni impulsive e avventate,<br />
desiderano costruire <strong>in</strong>sieme, senza arrendersi alle<br />
difficoltà.<br />
Davanti al suggerimento dei servi, le reazioni del<br />
generale potevano essere diverse. Egli poteva<br />
orgogliosamente disprezzare la proposta; poteva,<br />
sdegnato, non soffermarsi a considerare altre possibilità;<br />
<strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, poteva far propria l’osservazione dei<br />
suoi servi. Di fatto ha scelto questa ultima strada.<br />
Dimostra di possedere la vera <strong>in</strong>telligenza perché<br />
non si lascia centrifugare da un ist<strong>in</strong>tivo rifiuto, né<br />
da risentimenti personali. È segno di <strong>in</strong>telligenza,<br />
<strong>in</strong>fatti, accogliere tutto ciò che di buono e di valido<br />
viene proposto, da qualunque parte esso venga. Il<br />
risultato supera ogni più rosea aspettativa e la guarigione<br />
avviene immediatamente e <strong>in</strong> modo perfet-<br />
10<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
La<br />
Parola<br />
per<br />
noi<br />
noi meditare sulla<br />
to: «la sua carne ridivenne<br />
come quella di un giov<strong>in</strong>etto».<br />
Sacra Scrittura<br />
A questo punto scatta il sentimento, non comune,<br />
della riconoscenza. Il generale ritorna sui suoi passi,<br />
segno evidente di una conversione che è un<br />
ritornare al punto di partenza con sentimenti r<strong>in</strong>novati.<br />
Egli tenta di gratificare l’uomo di Dio con i<br />
ricchi doni che ha portato con sé, ma <strong>in</strong>vano, perché<br />
il profeta rifiuta ogni compenso. La gratuità del<br />
gesto compiuto da Eliseo richiama che la grazia di<br />
Dio è amm<strong>in</strong>istrata senza <strong>in</strong>teresse personale. Il<br />
profeta è pago di aver fatto del bene, non solo<br />
guarendo la malattia, ma parlando di Dio al generale.<br />
Il profeta è «l’uomo di Dio» e la sua azione rimanda<br />
alla potenza div<strong>in</strong>a. Solo Dio poteva guarire dalla<br />
lebbra: l’avvenuta guarigione proclama sia l’esistenza<br />
sia la potenza del Dio di Israele. Infatti la conquista<br />
spirituale del pagano Naaman sta nell’umile<br />
confessione dell’unicità di Dio, riconosciuto e<br />
acclamato Dio di Israele: «Ebbene, ora so che non<br />
c’è Dio su tutta la terra se non <strong>in</strong> Israele». La<br />
riconoscenza è s<strong>in</strong>cera ammissione dell’esistenza<br />
dell’unico Dio, misericordioso e provvido, che per<br />
mezzo del suo profeta fa partecipi anche i pagani<br />
del dono della salute/salvezza. Infatti, oltre che<br />
risanato, Naaman è anche salvato.<br />
Il culto delle labbra, necessario per la professione<br />
della fede, si colora di vita con il gesto altamente<br />
simbolico di caricare su due muli la terra da portare<br />
nella sua patria. È un legame “sacramentale”, cioè<br />
sensibile, con quel Dio che egli ha <strong>in</strong>contrato <strong>in</strong><br />
Israele e dal quale ora non vuole più staccarsi. La
terra sacra diventa per lui la concreta opportunità<br />
per prolungare il legame con Dio. Tornato nel suo<br />
paese, considerato terra immonda perché si pratica<br />
il culto idolatrico, Naaman potrà cont<strong>in</strong>uare ad<br />
adorare il vero Dio grazie a quell’isola felice che egli<br />
potrà costruirsi con i sacchi di terra santa portata da<br />
Israele.<br />
Il f<strong>in</strong>ale mostra che la conversione del generale è<br />
profonda perché <strong>in</strong>veste tutta la vita. Naaman<br />
chiede ad Eliseo l’autorizzazione a presenziare alle<br />
cerimonie religiose presiedute dal re. Nella sua veste<br />
di generale dovrà stare accanto al suo sovrano quando<br />
questi si reca al tempio pagano del dio Rimmon<br />
e lui stesso dovrà prostrarsi. Perciò Naaman chiede<br />
ad Eliseo di perdonargli l’adempimento di quel<br />
dovere che lui <strong>in</strong>tende solo di lealtà al sovrano e non<br />
di adorazione alla falsa div<strong>in</strong>ità.<br />
L’autorizzazione è accordata. La vera esperienza di<br />
Dio genera serenità e libertà nei confronti delle situazioni.<br />
«Va’ <strong>in</strong> pace» è la parola con la quale il profeta<br />
si congeda dal generale. La pace è augurio e<br />
dono, espressione di una mirabile s<strong>in</strong>tesi che si è<br />
andata costruendo nel tempo, con la buona volontà<br />
di tante persone. Essa è anche il bene che accompagna<br />
il pagano che ha <strong>in</strong>contrato Dio nella sua vita,<br />
grazie al concorso di tutti coloro che hanno offerto<br />
il loro apparentemente modesto, eppure determ<strong>in</strong>ante,<br />
contributo per questa storia di<br />
guarigione/salvezza: il corpo è risanato dalla lebbra,<br />
la vita è liberata dal paganesimo. Ora nasce un<br />
uomo nuovo, quello reso tale dall’amore di quel Dio<br />
che raggiunge il suo f<strong>in</strong>e impastando nella storia<br />
eventi e collaborazione umana.<br />
11<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
S<strong>in</strong>tesi: L’arte di comunicare la fede<br />
Il punto di partenza è negativo, dato dalla situazione<br />
di grave disagio <strong>in</strong> cui versa Naaman. La sua<br />
malattia lo isola e lo condanna alla solitud<strong>in</strong>e. A<br />
questo punto scatta una collaborazione di generosità<br />
che assomma diverse energie, materiali e<br />
spirituali, facendole convergere verso il bene. C’è un<br />
concorso di persone che si <strong>in</strong>nerva sull’opera<br />
grandiosa di Dio, tramite il suo profeta. La comunicazione<br />
della fede è una S.p.a., una società per<br />
azioni, che ha Dio come maggiore azionista e tanti<br />
altri soci che pure devono contribuire con il loro<br />
capitale, anche se modesto. Nell’it<strong>in</strong>erario che porta<br />
alla guarigione fisica e all’<strong>in</strong>contro con il Dio vivo e<br />
vero si è venuto a creare un <strong>in</strong>sieme organico che<br />
tende a un unico f<strong>in</strong>e: la schiava ebrea che suggerisce<br />
l’esistenza di un profeta <strong>in</strong> Israele, l’entusiasmo<br />
del re a lasciar partire il suo generale aff<strong>in</strong>ché<br />
tenti il tutto per tutto, l’audace <strong>in</strong>tervento dei suoi<br />
servi che fanno riflettere Naaman, suggerendo che,<br />
<strong>in</strong> fondo, il profeta di Israele aveva proposto una<br />
cosa semplice, di facile attuazione, la disponibilità<br />
di Naaman ad accogliere e a far propria la sollecitud<strong>in</strong>e<br />
dei servi. In questo contesto di comunione, Dio<br />
opera il miracolo per mezzo del suo profeta. È come<br />
affermare che Dio benedice il lavoro di più persone<br />
che si mettono <strong>in</strong>sieme per raggiungere un f<strong>in</strong>e di<br />
salvezza, <strong>in</strong>tesa dapprima come salute fisica e poi<br />
come salvezza complessiva.<br />
La concretezza del testo biblico ricorda e richiama<br />
alcuni atteggiamenti e sentimenti che dobbiamo<br />
verificare nella nostra vita. Nostro dovere è quello di<br />
valutare i fatti, conoscere le persone, apprendere il<br />
positivo, smascherare ed elim<strong>in</strong>are il negativo. Il<br />
confronto con la Parola di Dio sollecita un r<strong>in</strong>novamento<br />
di mentalità e di prassi, disponendoci ad<br />
assumere degli impegni per fare della comunicazione<br />
della fede alle nuove generazioni una parola<br />
che riempia, oltre che la bocca, il cuore e la vita.
Contemplare il Volto<br />
del Verbo fatto carne<br />
Ai f<strong>in</strong>i immediatamente pratici, la seconda parte del<br />
documento “programmatico” per l’avvio di millenio<br />
consegnato alla Chiesa da Giovanni Paolo II la<br />
matt<strong>in</strong>a dell’Epifania 2001 (quello che dà il titolo a<br />
questa rubrica), come dono di f<strong>in</strong>e – Giubileo, sembra<br />
quella meno <strong>in</strong>cisiva. Sbaglierebbe chi, <strong>in</strong>seguendo<br />
la mentalità pragmatica da cui siamo affetti<br />
(o <strong>in</strong>fetti), la ritenesse <strong>in</strong>significante a causa dell’apparente<br />
mancanza di concretezza e di <strong>in</strong>dicazioni<br />
operative. Queste, oltretutto, si trovano nella<br />
terza parte e ne stiamo, di volta <strong>in</strong> volta, vedendo<br />
alcune.<br />
Quello che il papa ci <strong>in</strong>dica, però, non è un fare<br />
tanto per fare: la motivazione di questo “fare” ci é<br />
<strong>in</strong>dicata, appunto, nella seconda parte: Un Volto da<br />
contemplare. Il cristiano deve trovare la carica per il<br />
suo impegno nel mondo nell’<strong>in</strong>contro con Cristo<br />
Gesù, che chiama a stare con Lui (Mc. 3, 14) per poi<br />
mandarci (Mc. 3, 15).<br />
Proponiamo una s<strong>in</strong>tesi di quanto il santo padre ci<br />
dice e da lui ci lasciamo guidare a contemplare il<br />
Volto del Signore; il l<strong>in</strong>guaggio che egli usa è volutamente<br />
semplice e non richiede spiegazioni. Ci<br />
limitiamo solo a qualche breve commento, qua e là.<br />
16. " Vogliamo vedere Gesù " (Gv. 12, 21). È la richiesta,<br />
fatta all’apostolo Filippo da alcuni Greci che si erano recati<br />
a Gerusalemme per il pellegr<strong>in</strong>aggio pasquale […] Come<br />
quei pellegr<strong>in</strong>i di duemila anni fa, gli uom<strong>in</strong>i del nostro<br />
tempo, magari non sempre consapevolmente, chiedono ai<br />
credenti di oggi non solo di " parlare " di Cristo, ma <strong>in</strong><br />
certo senso di farlo loro " vedere ". Non è forse compito<br />
della Chiesa […] farne risplendere il volto anche davanti<br />
alle generazioni del nuovo millennio?<br />
12<br />
di don Giovanni<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
Questo è, dunque il compito<br />
della Chiesa, la sua missione<br />
e, <strong>in</strong> essa, quella di ogni sigolo credente. Ma<br />
ecco il passaggio fondamentale:<br />
La nostra testimonianza sarebbe, tuttavia, <strong>in</strong>sopportabilmente<br />
povera, se noi per primi non fossimo contemplatori<br />
del suo volto".<br />
Il Signore ci manda, si diceva poc’anzi: non a portare<br />
qualcosa di nostro, ma quanto Egli ci dona. Quel<br />
Volto, contemplato nel dialogo della preghiera e<br />
nell’<strong>in</strong>contro “ravvic<strong>in</strong>ato” che è l’Eucaristia, lo<br />
Spirito ci rende poi capaci di riconoscere <strong>in</strong> quello<br />
delle persone, soprattutto i poveri e gli ultimi. In<br />
questo modo, per il cristiano, " lo sguardo resta più che<br />
mai fisso sul volto del Signore".<br />
La testimonianza dei Vangeli<br />
17. La contemplazione del volto di Cristo non può che ispirarsi<br />
a quanto di Lui ci dice la Sacra Scrittura, che è, da<br />
capo a fondo, attraversata dal suo mistero, oscuramente<br />
additato nell'Antico Testamento, pienamente rivelato nel<br />
Nuovo, al punto che san Girolamo sentenzia con vigore:<br />
"L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo stesso".<br />
Restando ancorati alla Scrittura, ci apriamo all’azione<br />
dello Spirito (cfr. Gv. 15, 26), che è all’orig<strong>in</strong>e di quegli<br />
scritti, e <strong>in</strong>sieme, alla testimonianza degli Apostoli (cfr.<br />
ibid., 27), che hanno fatto esperienza viva di Cristo, il<br />
Verbo della vita, lo hanno visto con i loro occhi, udito con le<br />
loro orecchie, toccato con le loro mani (cfr. 1 Gv. 1, 1 – v.<br />
Vespro di Natale). Quella che ci giunge per loro tramite è<br />
una visione di fede, suffragata da una precisa testimonian
Il Volto di Cristo <strong>in</strong> un icona orientale (arte bizant<strong>in</strong>a)<br />
za storica: una testimonianza veritiera, che i Vangeli […] ci<br />
consegnano <strong>in</strong> modo pienamente attendibile.<br />
18. […]Gli Evangelisti si preoccuparono di raccogliere testimonianze<br />
affidabili (cfr. Lc 1, 3) e lavorando su documenti<br />
sottoposti al vigile discernimento ecclesiale. Fu sulla base<br />
di queste testimonianze della prima ora che essi, sotto l’azione<br />
illum<strong>in</strong>ante dello Spirito Santo, appresero il dato<br />
umanamente sconcertante della nascita verg<strong>in</strong>ale di Gesù<br />
da Maria, sposa di Giuseppe. Da chi lo aveva conosciuto<br />
durante i circa trent’anni da lui trascorsi a Nazareth (cfr.<br />
Lc. 3, 23), raccolsero i dati sulla sua vita di " figlio del carpentiere<br />
" (Mt. 13, 55) e "carpentiere" egli stesso, ben collocato<br />
nel quadro della sua parentela (cfr. Mc. 6, 3). Ne<br />
registrarono la religiosità, che lo sp<strong>in</strong>geva a recarsi con i<br />
suoi <strong>in</strong> pellegr<strong>in</strong>aggio annuale al tempio di Gerusalemme<br />
(cfr. Lc. 2,41) e soprattutto lo rendeva abituale frequentatore<br />
della s<strong>in</strong>agoga della sua città (cfr Lc 4,16).<br />
Le notizie si fanno poi più ampie […] per il periodo del<br />
m<strong>in</strong>istero pubblico, a partire dal momento <strong>in</strong> cui il giovane<br />
Galileo si fa battezzare da Giovanni Battista al Giordano,<br />
e forte della testimonianza dall’alto, con la consapevolezza<br />
di essere il " figlio prediletto " (Lc. 3, 22), <strong>in</strong>izia la sua predicazione<br />
dell’avvento del Regno di Dio, illustrandone le<br />
13<br />
esigenze e la potenza attraverso parole e segni di grazia e<br />
misericordia. I Vangeli ce lo presentano così <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />
per città e villaggi, accompagnato da dodici Apostoli da lui<br />
scelti (cfr. Mc 3,13-19), da un gruppo di donne che li assistono<br />
(cfr. Lc. 8,2-3), da folle che lo cercano o lo seguono, da<br />
malati che ne <strong>in</strong>vocano la potenza guaritrice, da <strong>in</strong>terlocutori<br />
che ne ascoltano, con vario profitto, le parole.<br />
La narrazione dei Vangeli converge poi nel mostrare la crescente<br />
tensione che si verifica tra Gesù e i gruppi emergenti<br />
della società religiosa del suo tempo, f<strong>in</strong>o alla crisi f<strong>in</strong>ale,<br />
che ha il suo drammatico epilogo sul Golgotha. È l’ora delle<br />
tenebre, a cui segue una nuova, radiosa e def<strong>in</strong>itiva aurora.<br />
I racconti evangelici si chiudono <strong>in</strong>fatti mostrando il<br />
Nazareno vittorioso sulla morte, ne additano la tomba<br />
vuota e lo seguono nel ciclo delle apparizioni, nelle quali i<br />
discepoli, prima perplessi e attoniti, poi colmi di <strong>in</strong>dicibile<br />
gioia, lo sperimentano vivente e radioso, e da lui ricevono il<br />
dono dello Spirito (cfr. Gv. 20, 22) e il mandato di annunciare<br />
il Vangelo a " tutte le nazioni " (Mt. 28, 19).<br />
Perché il Papa ci ripete cose che già sappiamo? Se<br />
abbiamo letto <strong>in</strong> fretta questa s<strong>in</strong>tesi della vicenda<br />
terrena di Gesù, non ci troveremo nulla di nuovo.<br />
Se, <strong>in</strong>vece, l’abbiamo letta con sguardo contemplativo,<br />
vale a dire con amore, essa ci ha aiutato ad imprimerci<br />
nella mente e nel cuore il Volto umano del<br />
Figlio di Dio.<br />
Ora si tratta di fare un passo <strong>in</strong> avanti e di penetrare<br />
nella profondità di questo Volto:<br />
La via della fede<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
19. ...."Voi chi dite che io sia?" (Mt. 16,15). ... "Tu sei il<br />
Cristo, il figlio del Dio vivente" (Mt. 16, 16).<br />
20. Com’era arrivato Pietro a questa fede? E che cosa viene<br />
chiesto a noi, se vogliamo metterci <strong>in</strong> maniera sempre più<br />
conv<strong>in</strong>ta sulle sue orme? Matteo ci dà una <strong>in</strong>dicazione illum<strong>in</strong>ante<br />
nelle parole con cui Gesù accoglie la confessione di<br />
Pietro: " Né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il<br />
Padre mio che sta nei cieli " (16, 17). L’espressione " carne<br />
e sangue " evoca l’uomo e il modo comune di conoscere.<br />
Questo modo comune, nel caso di Gesù, non basta. È necessaria<br />
una grazia di " rivelazione " che viene dal Padre.<br />
...Solo l’esperienza del silenzio e della preghiera offre l’orizzonte<br />
adeguato <strong>in</strong> cui può maturare e svilupparsi la conoscenza<br />
più vera, aderente e coerente, di quel mistero, che ha
la sua espressione culm<strong>in</strong>ante nella solenne proclamazione<br />
dell’evangelista Giovanni: " E il Verbo si fece carne e venne<br />
ad abitare <strong>in</strong> mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria<br />
come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità "<br />
(Gv. 1, 14; v. Vangelo di Natale, Messa del giorno).<br />
Da quanto stiamo leggendo, possiamo <strong>in</strong>tuire la<br />
profonda <strong>in</strong>teriorità di Giovanni Paolo II, quanto egli<br />
sia immerso nella contemplazione del Volto che egli<br />
<strong>in</strong>vita anche noi a contemplare.<br />
La profondità del mistero<br />
21. Il Verbo e la carne, la gloria div<strong>in</strong>a e la sua tenda tra gli<br />
uom<strong>in</strong>i! […] Sì, Gesù è vero Dio e vero uomo! Come l’apostolo<br />
Tommaso, la Chiesa è cont<strong>in</strong>uamente <strong>in</strong>vitata da Cristo<br />
a toccare le sue piaghe, a riconoscerne cioè la piena umanità<br />
assunta da Maria, consegnata alla morte, trasfigurata dalla<br />
risurrezione. […] Come Tommaso la Chiesa si prostra adorante<br />
davanti al Risorto, nella pienezza del suo splendore<br />
div<strong>in</strong>o, e perennemente esclama: " Mio Signore e mio Dio! "<br />
(Gv. 20, 28).<br />
22. " Il Verbo si è fatto carne " (Gv. 1, 14, v. Vangelo di<br />
Natale, Messa del giorno). .... Se oggi, col razionalismo che<br />
serpeggia <strong>in</strong> tanta parte della cultura contemporanea, è<br />
soprattutto la fede nella div<strong>in</strong>ità di Cristo che fa problema, <strong>in</strong><br />
altri contesti storici e culturali ci fu piuttosto la tendenza a<br />
sm<strong>in</strong>uire o dissolvere la concretezza storica dell’umanità di<br />
Gesù. Ma per la fede della Chiesa è essenziale e irr<strong>in</strong>unciabile<br />
affermare che davvero il Verbo " si è fatto carne " ed ha<br />
assunto tutte le dimensioni dell'umano, tranne il peccato (cfr.<br />
Eb. 4,15). L’Incarnazione è veramente uno " spogliarsi ", da<br />
parte del Figlio di Dio, di quella gloria che egli possiede dall’eternità<br />
(cfr. Fil. 2, 6-8; 1Pt. 3, 18).<br />
D’altra parte, questo abbassamento del Figlio di Dio non è<br />
f<strong>in</strong>e a se stesso; tende piuttosto alla piena glorificazione di<br />
Cristo, anche nella sua umanità: " Per questo Dio l’ha esaltato<br />
e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome;<br />
perché nel nome di Gesù ogni g<strong>in</strong>occhio si pieghi nei cieli, sulla<br />
terra e sotto terra; e ogni l<strong>in</strong>gua proclami che Gesù Cristo è il<br />
Signore, a gloria di Dio Padre " (Fil. 2, 9-11).<br />
Eccoci così al punto di arrivo di questa prima serie di<br />
riflessioni, condotte dal papa con straord<strong>in</strong>aria arte di<br />
educatore-accompagnatore:<br />
23. " Il tuo volto, Signore, io cerco " (Sal. 27[26], 8). L’antico<br />
anelito del Salmista non poteva ricevere esaudimento più<br />
grande e sorprendente che nella contemplazione del volto di<br />
14<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
Cristo. In lui veramente Dio ci ha benedetti, e ha fatto " splendere<br />
il suo volto " sopra di noi (cfr. Sal. 67[66], 3; v. I<br />
Gennaio, 1a lettura). Al tempo stesso, Dio e uomo qual è, egli<br />
ci rivela anche il volto autentico dell’uomo, " svela pienamente<br />
l’uomo all’uomo ".<br />
Gesù è " l’uomo nuovo " (Ef. 4, 24) che chiama a partecipare<br />
alla sua vita div<strong>in</strong>a l’umanità redenta. Nel mistero<br />
dell’Incarnazione sono poste le basi per un’antropologia che<br />
può andare oltre i propri limiti e le proprie contraddizioni,<br />
muovendosi verso Dio stesso, anzi, verso il traguardo della "<br />
div<strong>in</strong>izzazione ", attraverso l’<strong>in</strong>serimento <strong>in</strong> Cristo dell’uomo<br />
redento, ammesso all’<strong>in</strong>timità della vita tr<strong>in</strong>itaria. […]<br />
Tutto questo è quanto ci acc<strong>in</strong>giamo a contemplare<br />
nelle prossime solennità, da Natale all’Epifania, passando<br />
attraverso la celebrazione della Madre di Dio e<br />
giungendo al Battesimo di Gesù.<br />
Celebriamo per amare e “per metterci <strong>in</strong> maniera sempre<br />
più conv<strong>in</strong>ta sulle sue orme” (v. sopra, n. 20). Il<br />
papa ci ha appena ricordato, esultante, quale meta sta<br />
<strong>in</strong> fondo a questo camm<strong>in</strong>o.<br />
Il Volto del Crocifisso di S. Damiano (Basilica di S. Chiaa, Assisi)<br />
- arte orientale - siriaca
(7)<br />
I misteri del Santo Rosario<br />
Misteri Dolorosi - Martedì e Venerdì<br />
l) Gesù nel Gethsemani: Gesù, che fa la volontà del<br />
Padre.<br />
“Padre se vuoi allontana da me questo calice!<br />
Tuttavia non sia fatta la mia, ma la Tua volontà”<br />
(Lc. 22, 42).<br />
Intenzione: “Non la mia, ma la Tua volontà sia fatta”.<br />
Con l’<strong>in</strong>tercessione di Maria, il Signore ci aiuti ad accogliere<br />
la sua Volontà, a calarci nella sua Volontà <strong>in</strong> ogni<br />
momento della nostra giornata.<br />
2) Gesù è flagellato: Gesù, che per amore nostro<br />
soffre fisicamente.<br />
“Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare”<br />
(Gv. 19, 1).<br />
Intenzione: Grazie all’<strong>in</strong>tercessione di Maria, lo Spirito<br />
del Signore ci aiuti a vivere amando, anche nelle malattie,<br />
nelle stanchezze, sofferenze fisiche. Maria ci aiuti ad unire<br />
tutta la nostra vita alla Passione di Gesù che si r<strong>in</strong>nova<br />
nella S. Messa.<br />
3) Gesù è coronato di sp<strong>in</strong>e: Gesù, che per amore<br />
nostro è deriso.<br />
“I soldati, <strong>in</strong>trecciata una corona di sp<strong>in</strong>e, gliela<br />
posero sul capo e gli misero addosso un mantello di<br />
porpora: qu<strong>in</strong>di gli venivano davanti e gli dicevano<br />
"Salve Re dei Giudei"” (Gv. 19, 2-3).<br />
Intenzione: Maria con la sua <strong>in</strong>tercessione ci aiuti ad<br />
unire ai dolori di Gesù le nostre oscurità, ogni prova della<br />
mente e dell’anima, le fatiche per amare <strong>in</strong>tensamente gli<br />
altri.<br />
4) Gesù sale al Calvario portando la croce: Gesù,<br />
che condivide la croce con noi.<br />
“Gesù portando la croce, si avviò verso il luogo del<br />
Cranio, detto <strong>in</strong> ebraico Golgota, dove lo crocifisse-<br />
15<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
ro” (Gv. 19, 17-18).<br />
Intenzione: Per l’<strong>in</strong>tercessione di Maria, il Signore ci conceda<br />
il dono di morire nella sua Grazia. Ci aiuti a morire a<br />
noi stessi ogni giorno.<br />
5) Gesù muore sulla croce: Gesù, che muore per<br />
amore nostro.<br />
“Gesù disse: ‘Tutto è compiuto’. E ch<strong>in</strong>ato il capo<br />
spirò” (Gv. 19, 29-30).<br />
Intenzione: Con l’<strong>in</strong>tercessione di Maria, il Signore ci<br />
aiuti a dirgli sempre il nostro sì anche quando ci costa, per<br />
amarlo sempre, subito e con gioia.<br />
Misteri Gloriosi<br />
- Mercoledì e Domenica<br />
a cura di don Giovanni<br />
(Cont<strong>in</strong>ua dal numero precedente, su cui sono stati già pubblicati i misteri Gaudiosi e Lum<strong>in</strong>osi; sulle medesime pag<strong>in</strong>e, vedere<br />
anche le premesse)<br />
l) Gesù è Risorto: Gesù, che v<strong>in</strong>ce la morte.<br />
“L’Angelo disse alle donne: "Non abbiate paura, voi!<br />
So che cercate Gesù il Crocifisso. Non è qui . È<br />
Risorto come aveva detto..."” (Mt. 28, 5-7).<br />
Intenzione: Attraverso l’<strong>in</strong>tercessione di Maria, Lo Spirito<br />
del Signore ci aiuti a risorgere sempre amando Gesù nella<br />
gioia e nella prova. Nonostante tutto, ricom<strong>in</strong>ciare sempre.<br />
2) Gesù ascende al cielo: Gesù, che sale <strong>in</strong> cielo per<br />
prepararci un posto.<br />
“Mentre li benediceva si staccò da loro e fu portato<br />
verso il cielo” (Lc. 24, 50-51).<br />
Intenzione: Per l’<strong>in</strong>tercessione di Maria, il Signore ci aiuti<br />
a migliorarci sempre nell’amare Lui e i fratelli, perché "chi<br />
non va avanti, va <strong>in</strong>dietro".<br />
3) A Pentecoste ci viene donato lo Spirito Santo:<br />
Gesù, che ci dona lo Spirito Santo.<br />
“...ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo” (Atti 2,<br />
1-4).
Intenzione: Grazie all’<strong>in</strong>tercessione di Maria, lo Spirito<br />
Santo ci rendi capaci di vivere sempre la nostra vita di preghiera<br />
<strong>in</strong> modo autentico, uniti a Dio e ai fratelli.<br />
4) Maria Santissima è Assunta <strong>in</strong> cielo: Gesù, che<br />
ti accoglie <strong>in</strong> cielo gloriosa.<br />
“Padre voglio che anche quelli che mi hai dato, siano<br />
dove sono io, perché contempl<strong>in</strong>o la mia gloria...”<br />
(Gv. 17, 24).<br />
Intenzione: Per l’<strong>in</strong>tercessione di Maria, lo Spirito santo<br />
ci aiuti a camm<strong>in</strong>are verso la santità, con lo sforzo quotidiano<br />
di mettere Gesù al centro dei nostri pensieri, parole,<br />
azioni.<br />
Abbiamo pensato di offrire questa preghiera che servirà<br />
solo tra più di un mese, ma si rivelerà utile a chi vorrà<br />
vivere con consapevolezza l’avvio del nuovo anno, con lo<br />
sguardo volto a Chi ci offre la possibilità di <strong>in</strong>iziarlo e a<br />
coloro che, nella gioia o nel dolore, lo condivideranno, del<br />
tutto o solo <strong>in</strong> parte, con noi.<br />
Preghiera per il Capodanno<br />
Grazie, Signore, dei giorni e degli anni<br />
che ci concedi con generosità.<br />
Non meritiamo tanto<br />
eppure tu ci doni la gioia<br />
di guardare avanti<br />
e cont<strong>in</strong>uare a sperare.<br />
Grazie, Signore, del dono dell’amore<br />
che gustiamo nel gesto affettuoso<br />
di tante persone.<br />
Grazie per il sorriso e la felicità<br />
di tanti bamb<strong>in</strong>i che possono<br />
vivere tranquilli nelle loro famiglie.<br />
Grazie anche del dolore che purifica il nostro<br />
cuore e ci abitua al coraggio e a non demordere<br />
mai.<br />
16<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
5) Maria Santissima è reg<strong>in</strong>a degli Angeli e dei<br />
Santi: Gesù, che ti dà a noi Madre e Reg<strong>in</strong>a.<br />
“Quelli che Dio ha chiamati, li ha raccolti come<br />
suoi, e li ha fatti partecipi della sua Gloria” (Romani<br />
8, 30).<br />
Intenzione: Attraverso l’<strong>in</strong>tercessione di Maria e di tutti i<br />
Santi, il Signore ci accompagni nel nostro “santo viaggio”<br />
su questa terra: uniti fra di noi, <strong>in</strong>contro a Lui.<br />
Grazie <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ite, a Te che sei l’Inf<strong>in</strong>ito<br />
Grazie s<strong>in</strong>cero, a Te che sei l’Autentico<br />
Grazie davvero, a Te che sei il Vero<br />
Grazie cont<strong>in</strong>uamente, a te che sei l’Eterno.<br />
Questo nostro grazie possa trovare riscontro<br />
nella gratitud<strong>in</strong>e di tutti gli uom<strong>in</strong>i.<br />
O Dio, Tu che tutto sai e puoi,<br />
non permettere che al mondo<br />
ci siano persone,<br />
soprattutto se deboli ed <strong>in</strong>difese<br />
che soffrano per la cattiveria e l’<strong>in</strong>differenza.
Madre Teresa<br />
Questa rubrica <strong>in</strong>tende offrire ai lettori de “La vecchia Pieve” la possibilità<br />
di entrare <strong>in</strong> contatto con alcuni grandi maestri della spiritualità<br />
cristiana di tutti i tempi, soprattutto con i cosiddetti “classici”. Da<br />
Qualche tempo siamo <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o con madre Teresa, proclamata beata<br />
il 19 ottobre.<br />
I pensieri proposti sono una selezione tra altri; ne possiamo utilizzare<br />
uno ogni tre-quattro giorni, così da avere la possibilità di <strong>in</strong>teriorizzare<br />
meglio quanto ci viene proposto, nelle circa otto settimane che ci separano<br />
dal prossimo bollett<strong>in</strong>o.<br />
Diventare santi: camm<strong>in</strong>are nell’amore, alimentati<br />
dall’Eucaristia, presenza viva del Dio-con-noi<br />
* " Amerai il Signore, Dio tuo, con tutto il cuore, con<br />
tutta l’anima e con tutta la mente ". Questo è il comandamento<br />
del nostro immenso Dio ed egli certamente non<br />
può darci un comandamento impossibile. L’amore è un<br />
frutto di tutte le stagioni, che ogni mano può arrivare a<br />
cogliere. Chiunque può farlo e non esistono limiti.<br />
* Voglio che tutti voi riempiate i vostri cuori di un grande<br />
amore. Non pensiate che questo amore, per essere<br />
ardente e s<strong>in</strong>cero, debba essere straord<strong>in</strong>ario. No, quel<br />
che occorre nel vostro amore è il cont<strong>in</strong>uo desiderio di<br />
amare Chi vi ama.<br />
* Per possedere Dio, dobbiamo consentirgli di possedere<br />
le nostre anime. … Come è facile conquistare il Signore!<br />
…. La moneta con cui Dio ripaga il nostro abbandono a<br />
Lui è la sua persona. Noi diventiamo meritevoli di possederlo<br />
quando ci arrendiamo completamente a Lui.<br />
* Il totale abbandono consiste nel donarci completamente<br />
a Lui. Dobbiamo dare pienamente noi stessi a Dio<br />
perché Dio ha dato se stesso a noi. Se Dio non ci è debitore<br />
di nulla e tuttavia è pronto a comunicarci niente<br />
meno che se stesso, noi risponderemo soltanto con una<br />
frazione di noi? Non dovremo piuttosto donarci pienamente<br />
a Dio per poter ricevere Dio stesso? Io per Dio e<br />
Dio per me.<br />
* Abbandonarsi significa offrirgli la mia volontà libera, la<br />
mia ragione, la mia stessa vita <strong>in</strong> un puro atto di fede. La<br />
mia anima potrebbe brancolare nel buio. La prova e la<br />
17<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
sofferenza sono le verifiche più sicure del mio cieco<br />
abbandono.<br />
* Abbandonarsi significa anche amare veramente. Più ci<br />
abbandoniamo, più amiamo Dio e le anime…. Non ci<br />
sono limiti all’amore di Dio. È senza misura e non è possibile<br />
controllarne la profondità. Ci viene dimostrato<br />
dalla sua vita e dal suo morire per noi. Ora ribaltiamo la<br />
situazione: non deve esservi limite all’amore che ci sp<strong>in</strong>ge<br />
a donarci a Dio, ad essere le vittime del suo amore rifiutato,<br />
cioè, dell’amore di Dio che non è stato accettato<br />
dagli uom<strong>in</strong>i.<br />
* Cerchiamo oggi di riflettere sull’amore che Dio riserba<br />
per voi e per me. Il suo amore è così tenero; il suo amore<br />
è così grande, così tangibile, così vitale che Gesù venne<br />
proprio a <strong>in</strong>segnarci come amare. L’amore non è qualcosa<br />
che si fossilizza, ma qualcosa che vive di cont<strong>in</strong>uo. Le<br />
opere di amore e che attestano amore sono una via per la<br />
pace. E dove com<strong>in</strong>cia questo amore? Proprio nei nostri<br />
cuori. Dobbiamo sapere che siamo stati creati per cose<br />
più grandi, non per essere un numero qualsiasi nel<br />
mondo; non per conseguire lauree e diplomi, questa o<br />
quella carriera. Siamo stati creati per amare e per essere<br />
amati.<br />
* " A meno che diventiate come questi piccoli, non entrerete<br />
nel regno dei cieli". E che significa essere piccolo?<br />
Significa avere un cuore pulito, un cuore puro, un cuore<br />
che possiede Gesù, un cuore che può cont<strong>in</strong>uare a dire: "<br />
Gesù che sei nel mio cuore, io credo nel tuo tenero amore
per me. Ti amo ". Questo è il cuore a cui voi ed io, anche<br />
i più giovani, devono guardare, guardare alla croce e comprendere<br />
quanto Gesù mi ha amato, quanto ha amato<br />
ciascuno di noi, s<strong>in</strong>golarmente.<br />
* Siate gentili e amorevoli l’uno verso l’altro …. L’amore<br />
per essere vitale deve essere alimentato dal sacrificio.<br />
Siate prodighi di mortificazioni e di tutti i sacrifici che<br />
derivano dalla nostra povertà e sarete <strong>in</strong> grado di dire <strong>in</strong><br />
tutta s<strong>in</strong>cerità: " Mio Dio e mio tutto " (s. Francesco).<br />
* Dobbiamo diventare santi non perché vogliamo sentirci<br />
santi, ma perché Cristo deve poter vivere pienamente <strong>in</strong><br />
noi la sua vita. Dobbiamo essere tutto amore, tutta fede,<br />
tutta purezza, per amore delle persone che <strong>in</strong>contriamo.<br />
Una volta che abbiamo appreso a cercare <strong>in</strong>nanzitutto<br />
Dio e la sua volontà, il nostro contatto con il povero<br />
diventerà un mezzo per raggiungere una grande santità<br />
<strong>in</strong>teriore e verso gli altri. Santità è unione con Dio; nella<br />
preghiera come nell’azione, <strong>in</strong> eguale maniera, noi veniamo<br />
da Dio a Cristo e andiamo a Dio attraverso Cristo.<br />
* Un giorno Santa Margherita Maria chiese a Gesù: "<br />
Signore, che vuoi che io faccia?". " Dammi mano libera ",<br />
le rispose Gesù. Sarà Lui a compiere la div<strong>in</strong>a opera della<br />
santità e non voi; egli domanda soltanto di essere docili.<br />
Lascia che ti vuoti e ti corregga e poi ricolmi il calice del<br />
tuo cuore s<strong>in</strong>o all’orlo, così che a tua volta potrai dispensare<br />
ciò di cui abbondi. Guardatelo nel tabernacolo; fissate<br />
i vostri occhi su di Lui che è la luce; ponete i vostri<br />
cuori accanto al suo cuore div<strong>in</strong>o; chiedetegli di accordarvi<br />
la grazia di conoscerlo, l’amore per amarlo, il coraggio<br />
di servirlo. Cercatelo con fervore.<br />
* S<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>izio dei tempi il cuore umano ha sentito il<br />
bisogno di offrire a Dio un sacrificio, ma come dice san<br />
Paolo: " Era impossibile che il peccato venisse cancellato<br />
col sangue di capri e di tori ". Perciò, Gesù Cristo dovette<br />
offrire un altro sacrificio, quello di se stesso. Gesù,<br />
morendo sulla croce, è divenuto il nostro sacrificio. La<br />
Santa Messa è il vero sacrificio, come quello che Egli ha<br />
offerto sulla croce. È molto consolante sapere che questo<br />
sacrificio è il nostro sacrificio.<br />
* Cercate di aumentare il vostro amore per la Santa<br />
Messa e per la Passione di Cristo, accettando con gioia<br />
tutti quei piccoli sacrifici che ci vengono ogni giorno.<br />
Non trascurate questi piccoli doni, poiché sono molto<br />
preziosi per voi stessi e per gli altri.<br />
* Come parla teneramente Gesù quando dà se stesso<br />
nella Santa Comunione. " La mia carne è veramente cibo<br />
e il mio sangue veramente bevanda. Chi mangia la mia<br />
carne e beve il mio sangue dimora <strong>in</strong> me e io <strong>in</strong> lui". Oh,<br />
cosa potrebbe fare di più il mio Gesù che darmi la sua<br />
18<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
carne come cibo? No, neppure Dio potrebbe fare di più<br />
né mostrarmi un amore più grande.<br />
* La Santa Comunione, come sott<strong>in</strong>tende la parola stessa,<br />
e l’<strong>in</strong>tima unione di Gesù con la nostra anima e il<br />
nostro corpo. Se vogliamo avere la vita e averla <strong>in</strong> abbondanza,<br />
dobbiamo vivere della carne di Nostro Signore. I<br />
santi compresero così bene questo, che spendevano ore<br />
<strong>in</strong>tere per la preparazione e ancor più tempo per il r<strong>in</strong>graziamento.<br />
* Quando comunicate con il Cristo nell’<strong>in</strong>timo del<br />
vostro cuore dopo aver condiviso il Pane di vita, ricordate<br />
cosa deve aver provato la Madonna quando lo Spirito<br />
Santo scese su di Lei ed Ella, che era piena di grazia,<br />
divenne piena del corpo di Cristo. Lo spirito <strong>in</strong> Lei era<br />
così forte che " subito si levò " per andare a servire.<br />
* Nelle Scritture leggiamo della tenerezza di Dio per il<br />
mondo e leggiamo che Dio amò talmente il mondo da<br />
dare il suo figlio Gesù perché venisse ad essere uno di noi<br />
e portasse la buona novella: Dio è amore, Dio vi ama e mi<br />
ama. Dio vuole che ci amiamo gli uni gli altri, come egli<br />
ama ciascuno di noi.<br />
Tutti sappiamo, quando guardiamo la croce, quanto Dio<br />
ci ha amato. Quando guardiamo l’Eucarestia sappiamo<br />
quanto Egli ci ama anche adesso. Ecco perché si è fatto<br />
Pane di vita, per soddisfare la nostra fame del suo amore,<br />
e poi, come se non bastasse, è diventato Lui stesso l’affamato,<br />
colui che è nudo, senza casa, così da offrirci la possibilità<br />
di soddisfare la sua fame del nostro amore<br />
umano. Poiché per questo siamo stati creati, per amarlo e<br />
per essere amati.<br />
* Dove riceverete <strong>in</strong> dono la gioia di amare?<br />
Nell’Eucarestia. Nella Santa Comunione. Gesù si è fatto<br />
Pane di vita per darci la vita. Giorno e notte egli è sempre<br />
presente. Se davvero volete crescere nell’amore, sostenetevi<br />
coll’Eucarestia, coll’adorazione. Nella nostra congregazione,<br />
da quando abbiamo com<strong>in</strong>ciato ogni giorno ad<br />
avere la nostra ora di adorazione, il nostro amore per<br />
Gesù è diventato più <strong>in</strong>tenso, il nostro amore l’uno per<br />
l’altro più comprensivo, il nostro amore per il povero più<br />
compassionevole e abbiamo raddoppiato il numero di<br />
vocazioni.<br />
* Ogni momento di preghiera, specialmente davanti a<br />
Nostro Signore nel tabernacolo, è sicuramente un guadagno.<br />
Il tempo che trascorriamo nel quotidiano colloquio<br />
con Dio costituisce la parte più preziosa di tutta la giornata.<br />
* Per diventare santi occorre tanta umiltà e tanta preghiera.
Invito mistico<br />
"Segnami con il segno della tua santa croce... Che da te,<br />
o mio amore crocifisso, dolcissimo Gesù, io riceva il<br />
segno della tua santa croce sulla fronte e sul cuore!<br />
Poni, o amatissimo Gesù, il segno della tua santa croce<br />
nella mia mano destra, perché io proceda sempre circondata<br />
dalla tua protezione come da un baluardo. Così, tu<br />
resterai crocifisso per me e sempre <strong>in</strong>chiodato al mio<br />
cuore".<br />
Chi ha scritto queste parole è una stella di prima grandezza<br />
della mistica tedesca. Oblata benedett<strong>in</strong>a dall’età<br />
di c<strong>in</strong>que anni, Gertrude (dal tedesco gari, lancia, e trud,<br />
fedeltà), fa onore al suo nome. Donna colta, rimane<br />
semplice; teologa esperta, la monaca sassone è l’autrice<br />
degli Esercizi, una meditazione sui grandi momenti della<br />
vita cristiana e religiosa.<br />
Quanto sopra citato commenta sobriamente il gioco di<br />
parole di san Bernardo (m. nel 1153): "Clavus-Clavis".<br />
Infatti, il chiodo (clavus) che trapassa la carne di Cristo<br />
diventa per noi una chiave (clavis) per aprire i div<strong>in</strong>i<br />
misteri. Gertrude vuole essere marchiata con il segno<br />
della croce: "Sulla fronte, sul cuore e sulla mano<br />
destra".<br />
Sotto il segno della croce<br />
"Quando fai il segno della croce, fallo bene. Non così<br />
affrettato, rattrappito, tale che nessuno capisce cosa<br />
debba significare. No, un segno della croce giusto, cioè<br />
lento, ampio, dalla fronte al petto, da una spalla all’altra.<br />
Senti come esso ti abbraccia tutto? Raccogliti dunque<br />
bene; raccogli <strong>in</strong> questo segno tutti i pensieri e tutto<br />
l’animo tuo, mentre esso si dispiega dalla fronte al<br />
petto, da una spalla all’altra. Allora tu lo senti: ti avvolge<br />
tutto, corpo e anima, ti raccoglie, ti consacra, ti santifica.<br />
Perché? Perché è il segno della totalità ed è il segno della<br />
redenzione. Sulla croce nostro Signore ci ha redenti<br />
tutti. Mediante la croce egli santifica l’uomo nella sua<br />
IL SEGNO DI CROCE - VI<br />
19<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
Sotto il segno della Croce<br />
a cura di don Giovanni<br />
Concludiamo la catechesi sull’atto di culto “primordiale” di ogni cristiano: gesto di preghiera e, al<br />
tempo stesso, professione di fede s<strong>in</strong>tetica dell’essenza del credo cristiano.<br />
Presentiamo alcuni spunti di meditazione da vari autori e una breve catechesi sulla benedizione.<br />
totalità, f<strong>in</strong> nelle ultime fibre del suo essere.<br />
Perciò lo facciamo prima della preghiera, aff<strong>in</strong>ché esso<br />
ci raccolga e ci metta spiritualmente <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e; concentri<br />
<strong>in</strong> Dio pensieri, cuore e volere; dopo la preghiera, aff<strong>in</strong>ché<br />
rimanga <strong>in</strong> noi quello che Dio ci ha donato. Nella<br />
tentazione, perché ci irrobustisca. Nel pericolo, perché ci<br />
protegga. Nell’atto della benedizione, perché la pienezza<br />
della vita div<strong>in</strong>a penetri nell’anima e vi renda feconda e<br />
consacri ogni cosa. Pensa quanto spesso fai il segno<br />
della croce. È il segno più santo che ci sia. Fallo bene:<br />
lento, ampio, consapevole. Allora esso abbraccia tutto<br />
l’essere tuo, corpo e anima, pensieri e volontà, senso e<br />
sentimento, agire e patire, e tutto vi viene irrobustito,<br />
segnato, consacrato nella forza di Cristo, nel nome del<br />
Dio uno e tr<strong>in</strong>o ".<br />
Questo bellissimo testo è di Romano Guard<strong>in</strong>i, di orig<strong>in</strong>e<br />
italiana ma tedesco per cultura e formazione.<br />
Professore di teologia a Berl<strong>in</strong>o, Tub<strong>in</strong>ga e Monaco, perseguì<br />
per mezzo secolo un apostolato sacerdotale e missionario<br />
<strong>in</strong>sieme. Pensatore <strong>in</strong>tuitivo, seppe coniugare la<br />
chiarezza lat<strong>in</strong>a con la pienezza germanica del pensiero!<br />
Precursore del movimento liturgico ed ecclesiologico tra<br />
le due guerre mondiali e brillante divulgatore.<br />
La benedizione con la croce<br />
La parola "benedizione" (dal lat<strong>in</strong>o: bene-dicere = dire<br />
bene), <strong>in</strong>tesa <strong>in</strong> senso generale, è una parola di lode<br />
rivolta a Dio, a un santo, a qualcuno che si stima.<br />
L’uomo che benedice Dio gli rende grazie. Il padre, il<br />
sacerdote, il profeta benedicono con autorità, nel nome<br />
dell’Altissimo. Nel primo caso si esalta il Signore con la<br />
formula: "Sia benedetto Dio, sia benedetto il suo santo<br />
nome! ". Nel secondo caso, il m<strong>in</strong>istro consacrato <strong>in</strong>voca<br />
il favore di Dio sugli uom<strong>in</strong>i o sulle cose. La maggior<br />
parte dei sacramenti implicano tutto questo nel segno<br />
della croce. Al fonte battesimale, per esempio: "Io ti battezzo,<br />
nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito<br />
Santo".
Benedizioni episcopali<br />
Il gesto solenne del vescovo, che alza le mani al cielo e<br />
traccia sul popolo tre grandi segni di croce, è accompagnato<br />
da una formula caratteristica:<br />
- Sia benedetto il nome del Signore!<br />
- Ora e sempre.<br />
- Il nostro aiuto è nel nome del Signore.<br />
- Egli ha fatto cielo e terra.<br />
- Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito<br />
Santo.<br />
- Amen.<br />
Consegna della croce ai missionari<br />
La cerimonia di benedizione di coloro che partono per<br />
annunciare il Vangelo è ricca di sigificato. Quando i<br />
cristiani (chierici, religiosi o laici) sono <strong>in</strong>viati dai loro<br />
legittimi pastori per annunciare la buona novella nel<br />
mondo, la Chiesa celebra il loro <strong>in</strong>vio <strong>in</strong> forma solenne.<br />
La liturgia presenta <strong>in</strong> proposito due azioni successive.<br />
Il celebrante benedice le croci con queste parole:<br />
"Signore, Padre santo, che tu hai voluto fare della<br />
croce del tuo Figlio l’orig<strong>in</strong>e di ogni benedizione e la<br />
fonte di ogni grazia, benedici queste croci e fa’ che<br />
quanti le porteranno davanti agli uom<strong>in</strong>i si impegn<strong>in</strong>o<br />
a r<strong>in</strong>novarsi a immag<strong>in</strong>e del tuo Figlio. Egli vive e<br />
regna nei secoli dei secoli ".<br />
Poi, ciascun missionario riceve la croce che gli viene<br />
consegnata con parole belle e semplici: "Ricevi questo<br />
segno della carità di Cristo e della nostra fede. Predica<br />
il Cristo crocifisso, potenza di Dio e sapienza di Dio".<br />
Il " Benedicite " e il " gratias agimus "<br />
Queste parole lat<strong>in</strong>e non sono quasi più usate oggi.<br />
Indicano però ancora le preghiere cristiane prima e<br />
dopo i pasti, accompagnate dal segno di croce.<br />
L’imperativo lat<strong>in</strong>o Benedicite supplica: "Benedici tutti<br />
noi, o Signore". Si cont<strong>in</strong>ua con la breve orazione:<br />
"Benedici, Padre, noi e questi doni che stiamo per ricevere<br />
come segno della tua bontà". L’ospite augura poi<br />
ai commensali il "Buon appetito ".<br />
Alla f<strong>in</strong>e del pasto, si esprime riconoscenza con tre<br />
parole che vengono rivolte sia al Signore Dio, dispensatore<br />
di tutti i doni, sia al padrone di casa: Agimus tibi<br />
gratias (Ti rendiamo grazie), con il segno di croce conclusivo.<br />
Si possono usare altre formule, come questa che svi-<br />
20<br />
luppa la gratitud<strong>in</strong>e attiva e la eleva dal nutrimento<br />
terreno al celeste banchetto:<br />
"Ti r<strong>in</strong>graziamo, Signore, dispensatore di ogni bene,<br />
che ci hai riunito <strong>in</strong>torno a questa mensa; fa’ che r<strong>in</strong>vigoriti<br />
nel corpo proseguiamo con alacrità nel nostro<br />
camm<strong>in</strong>o, per giungere felicemente al banchetto del<br />
cielo".<br />
(cfr. Jean Huscenot, Il Segno di croce, storia e catechesi,<br />
Ed. San Paolo, Alba 1993, capp. 9, 10, 12)<br />
IMPEGNO DI VITA<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
Non potremo più, d’ora <strong>in</strong> poi, farci il segno di Croce<br />
frettolosamente e a qualche modo: ogni volta esso<br />
esprime qualcosa della nostra fede <strong>in</strong> Dio, Padre Figlio<br />
e Spirito, ci fa dire qualche cosa del nostro amore riconoscente<br />
a Colui che sulla Croce per noi ha dato la sua<br />
vita ed è il Signore vivente, sempre con noi. Al tempo<br />
stesso non potremo non riconoscere un po’ di più il<br />
suo Volto <strong>in</strong> quello dei nostri fratelli e sorelle, soprattutto<br />
coloro che vivono l’esperienza della croce.<br />
- F<strong>in</strong>e -
Vita della <strong>Comunità</strong><br />
15 settembre – 16 novembre 2003<br />
Sono figli di Dio, con il Battesimo:<br />
44 Grazioli Gabriele n. 26 novembre 03<br />
da Stefano e Cadei Giuliana b. 21 settembre<br />
45 Grasselli Damiano n. 30 aprile 03<br />
da Renato e Massetti Emanuela b. 5 ottobre<br />
46 Camoni Giulio n. 4 luglio 03<br />
da Claudio e Chianese Filomena b. 5 ottobre<br />
47 Camoni Francesca n. 4 luglio 03<br />
da Claudio e Chianese Filomena b. 5 ottobre<br />
48 Lor<strong>in</strong>i Desirée n. 22 maggio 03<br />
da Ermes e Barbieri Floriana b. 5 ottobre<br />
49 Ra<strong>in</strong>eri Nicola n. 26 maggio 03<br />
da Francesco Angelo e Cresc<strong>in</strong>i Elena b. 5 ottobre<br />
50 Lezama Arianna n. 20 settembre 99<br />
da Victor e Giovanna Gutierrez b. 5 ottobre<br />
51 Zambelli Ilaria n. 25 maggio 03<br />
da Gianluigi e Messali Michela b. 19 ottobre<br />
52 Rossi Lorenzo n. 20 settembre 03<br />
da Rossi Lorena b. 19 ottobre<br />
53 Garau Lorenzo n. 19 maggio 03<br />
da Patrizio e Cani Ilaria b. 2 novembre<br />
54 Tira Mart<strong>in</strong>a n. 9 agosto 03<br />
da Eugenio e Goffi Juliette b. 16 novembre<br />
55 Scotti Andrea n. 31 luglio 03<br />
da Rodney e Tira Crist<strong>in</strong>a b. 16 novembre<br />
56 Orizio Erika n. 19 settembre 03<br />
da Gianluigi e Ferrari Maura b. 16 novembre<br />
57 Compiani Vanessa n. 8 agosto 03<br />
da Walter e Viesi Elena b. 16 novembre<br />
21<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o
Ci hanno preceduto nell’eternità:<br />
51 Pedrali Fausta, di anni 92 5 ottobre<br />
52 Mart<strong>in</strong>elli Alessandro, di anni 74 26 ottobre<br />
53 Omodei Anna Maria, di anni 90 28 ottobre<br />
54 Pedr<strong>in</strong>i Gaudiosa, di anni 82 7 novembre<br />
Hanno consacrato il loro amore<br />
davanti all’altare del Signore:<br />
Caruna Pietro e Mazzocchi Emanuela il 27 settembre<br />
Viceconti Domenico e Pè Chiara l’ 11 ottobre<br />
Nella preghiera, affidiamo al Signore della Vita e della Pace i nostri<br />
diciannove connazionali assass<strong>in</strong>ati vilmente nell’attentato di Nassirya,<br />
<strong>in</strong> terra iraqena. Chiediamo a Maria la sua <strong>in</strong>tercessione aff<strong>in</strong>ché lo Spirito Consolatore sia accanto ai<br />
famigliari straziati dal dolore e a coloro che ancora si trovano là o <strong>in</strong> altre parti del mondo a testimoniare<br />
la volontà solidale e portatrice di pace dell’<strong>in</strong>tero nostro popolo.<br />
In memoria di Sara Sara<br />
Ketty K tty Pagano Paganotti<br />
tti<br />
La comunità parrocchiale, già con la sua presenza<br />
numerosa il giorno del funerale e, ora, attraverso le<br />
pag<strong>in</strong>e della “Vecchia Pieve”, si unisce al papà, alla<br />
mamma, alla sorella, a nonna Alb<strong>in</strong>a, agli altri<br />
familiari, agli amici e a tutti coloro che hanno sofferto<br />
e ancora soffrono per la morte di Ketty, giovane<br />
vita stroncata a trent’anni dalla malattia.<br />
Ci rimane il suo ricordo e il suo bel sorriso.<br />
Nell’abbraccio dell’amore <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito di Dio, questo<br />
sorriso é trasfigurato nella luce della gioia che non<br />
conosce conf<strong>in</strong>i: é ciò che per lei speriamo e per cui<br />
preghiamo.<br />
(a cura e su esclusiva <strong>in</strong>iziativa della Redazione)<br />
22<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o
NOVEMBRE<br />
Calendario liturgico - pastorale<br />
23- Domenica XXXIV ed ultima del tempo ord<strong>in</strong>ario (Sett. I)<br />
ore 9,00<br />
NOSTRO NOSTRO<br />
SIGNORE GESÙ CRISTO, RE DELL’UNIVERSO<br />
DELL’UNIVERSO,<br />
solennità<br />
Gesù disse: il mio regno non è di questo mondo. Per questo io sono nato e per questo sono<br />
venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità (Gv. 18, 36-37)<br />
s. Messa solenne<br />
ore 9,15 all’Oratorio femm<strong>in</strong>ile, ritiro I per i fanciulli di 2a elementare<br />
ore 14,30 presso il Focolare, <strong>in</strong>contro per i genitori dei fanciulli di 2a elementare<br />
ore 17,30 celebrazione del Vespro, atto di consacrazione a Cristo Re e benedizione<br />
Eucaristica. Segue la Messa vespert<strong>in</strong>a.<br />
29 – Sabato term<strong>in</strong>a l’Anno liturgico.<br />
Con i primi Vespri e/o la Messa festiva vespert<strong>in</strong>a della 1a dom. di Avvento,<br />
Inizia il nuovo anno liturgico. Ciclo della Parola di Dio nelle Messe domenicali:<br />
letture dell’anno C, caratterizzate dalla lettura del Vangelo secondo<br />
Luca.<br />
30 – Domenica I di Avvento (sett. II)<br />
Gesù disse: "Vegliate e pregate <strong>in</strong> ogni momento, perché<br />
abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di<br />
comparire davanti al figlio dell’uomo" (Lc. 21, 36)<br />
ore 9.15 presso la casa delle Madri, ritiro I per i fanciulli/e di 4a<br />
e 5a elementare.<br />
ore 10,00 durante la Messa, alla presenza dei Genitori, dei padr<strong>in</strong>i e delle madr<strong>in</strong>e, i fanciulli di<br />
2a elem. fanno memoria del loro Battesimo.<br />
Il tempo d’Avvento sarà caratterizzato da una più <strong>in</strong>tensa preghiera:<br />
- la s. Messa dei giorni feriali sarà preceduta dalla Liturgia delle Ore;<br />
- la Messa delle 8,30 e delle 16,30 saranno caratterizzate da una breve proposta<br />
di riflessione.<br />
Si ricorda, <strong>in</strong>oltre, che le celebrazioni feriali dell’Eucaristia sono precedute dal<br />
s. Rosario, come quella domenicale delle 9,00.<br />
sDICEMBRE<br />
4 – Giovedì primo del mese. Giornata di preghiera per le vocazioni. Dopo la Messa delle<br />
8,30, esposizione del ss. Sacramento, f<strong>in</strong>o alle ore 12,00.<br />
5 – Venerdì primo del mese, dedicato alla devozione al s. Cuore di Gesù.<br />
7 - Domenica II di Avvento [s. Ambrogio, patrono della Lombardia]<br />
"Nell’anno decimoqu<strong>in</strong>to dell’impero di Tiberio Cesare... la<br />
parola di Dio scese su Giovanni... Ed egli percorse tutta la<br />
regione del Giordano predicando un battesimo di conversione<br />
per il perdono dei peccati". (Lc. 3, 1.3)<br />
(Sett. III)<br />
ore 9.15 Orat. femm.. ritiro I per i ragazzi/e di 1a media<br />
ore 14,20 Focolare: <strong>in</strong>contro per i Genitori dei fanciulli/e di 3a el.<br />
23<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o
8- Lunedì IMMACOLA MMACOLATA<br />
CONCEZIONE ONCEZIONE DELLA<br />
DELLA B.V. B.V.<br />
MARIA MARIA,<br />
solennità<br />
ore 9,00:<br />
Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore,<br />
avvenga di me quello che hai detto". E l’angelo partì da lei.<br />
(Lc. 1, 38)<br />
S. Messa solenne<br />
ore 17,30 Vespro dell’Immacolata, benedizione eucaristica;<br />
segue la Messa delle 18.00<br />
9 - Martedì s. Siro, patrono pr<strong>in</strong>cipale della val Camonica,<br />
memoria<br />
<strong>in</strong> serata, <strong>in</strong>contro di spiritualità per giovani al centro Oreb, Cal<strong>in</strong>o<br />
13 – Sabato s. Lucia, verg<strong>in</strong>e e martire, memoria<br />
14 - Domenica III di Avvento “Gaudete” (Sett. I)<br />
Giovanni rispose a tutti dicendo: "Io vi battezzo con acqua:<br />
ma viene uno dopo di me che vi battezzerà <strong>in</strong> Spirito Santo e<br />
fuoco". (Lc. 3, 16)<br />
ore 9.15: presso la casa delle Madri, ritiro I per i ragazzi/e di 2a media<br />
15 – Lunedì s. Maria Crocifissa di Rosa, verg<strong>in</strong>e bresciana, memoria<br />
16 – Martedì <strong>in</strong>izia la novena devozionale di Natale<br />
17 - Mercoledì <strong>in</strong>izia la seconda parte del Tempo di Avvento (“Ferie maggiori”)<br />
giornata di ritiro per gli adulti, <strong>in</strong> chiesa; due le possibilità:<br />
1 – alle 14.30: momento di preghiera, proposta di riflessione, possibilità di preghiera personale<br />
e guidata, davanti all’Eucaristia solennemente esposta; benedizione conclusiva;<br />
2 – alle 20.00, per chi è impossibilitato nel pomeriggio, secondo le medesime modalità.<br />
ore 20,30: presso il Focolare, <strong>in</strong>contro di magistero per i catechisti<br />
19 – Venerdì ore 16,15: confessione natalizia per i fanciulli delle elementari<br />
Sabato 20: ore 20,00 liturgia penitenziale per gli adulti, con il sacramento della Riconciliazione; si<br />
conclude con la celebrazione dell’Eucaristia.<br />
21 - Domenica IV di Avvento (Sett. II)<br />
Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce:<br />
"Benedetta tu, Maria, fra le donne e benedetto il frutto del<br />
tuo grembo". (Lc. 1, 41-42)<br />
ore 9.15: presso la casa delle Madri, ritiro I per i ragazzi/e di 3a media<br />
ore 14,20: presso il Focolare, <strong>in</strong>contro per i Genitori dei fanciulli/e di 3a<br />
media<br />
23 – Martedì ore 15,30 confessione natalizia per i ragazzi delle medie<br />
ore 20.30: liturgia penitenziale per gli adolescenti e i giovani<br />
a partire dalle ore 15.00, si offre la possibilità di celebrare il Sacramento della<br />
riconciliazione, con la presenza del sacerdote forestiero, che si protrarrà f<strong>in</strong>o<br />
alla matt<strong>in</strong>a di Natale.<br />
24<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o
24 - Mercoledì vigilia di Natale<br />
i sacerdoti sono a disposizione per le Confessioni a partire dalle ore 7,00 f<strong>in</strong>o<br />
alle 12.00; dalle 15.00 alle 18,30<br />
ore 19.00: Si chiude la chiesa<br />
ore 22.30: Si riapre la chiesa. Sante Confessioni f<strong>in</strong>o alle 23,45<br />
NB: nel pomeriggio non viene celebrata la Messa, né<br />
alle 16.30, né alle 18.00<br />
25 - Giovedì Natale Natale<br />
del Signore, Signore solennità<br />
Mezzanotte: SANTA MESSA DELLA NATIVITA’<br />
Ora mentre Giuseppe e Maria si trovavano <strong>in</strong> quel luogo,<br />
si compirono per Maria i giorni del parto. Diede alla luce il<br />
suo figlio primogenito, lo avvolse <strong>in</strong> fasce e lo depose <strong>in</strong> una<br />
mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo”.<br />
(Lc. 2, 6-7)<br />
Le sante Messe del giorno vengono celebrate secondo l’orario festivo<br />
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illum<strong>in</strong>a ogni uomo. Venne fra la sua gente,<br />
ma i suoi non l’hanno accolto. (Gv. 1, 9-11)<br />
ore 9.00: santa Messa <strong>in</strong> Casa Albergo (non viene celebrata nel pomeriggio)<br />
ore 11.00: santa messa solenne<br />
ore 17.00: Santo Rosario<br />
ore 17.30: Vespro solenne del Santo Natale, con la Benedizione eucaristica.<br />
Segue la s. Messa delle ore 18.00<br />
26- Venerdì S. Stefano, primo Martire, festa<br />
Le sante Messe vengono celebrate con orario festivo<br />
27 - Sabato S. Giovanni Apostolo ed Evangelista, festa<br />
28 - Domenica I dopo Natale: Santa Famiglia di Gesù, Maria<br />
e Giuseppe, festa (Sett. III)<br />
Gesù partì e tornò con Maria e Giuseppe a Nazareth e<br />
stava loro sottomesso. (Lc. 2, 51)<br />
ore 11.00 santa Messa per le famiglie.<br />
In questo giornata della Famiglia celebriamo l’anniversario<br />
di matrimonio di tutti gli sposi cristiani,<br />
<strong>in</strong> particolare delle coppie che celebrano il 10°,<br />
il 25°, il 50° e oltre di matrimonio.<br />
31 - Mercoledì S. Silvestro papa – Ultimo giorno dell’anno solare<br />
ore 18.00 Santa messa prefestiva di r<strong>in</strong>graziamento, con il canto del Te Deum<br />
25<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o
2004 - GENNAIO<br />
1 - Giovedì MARIA SANTISSIMA<br />
SANTISSIMA,<br />
MADRE DI DIO<br />
Giornata mondiale della pace<br />
, MADRE DI DIO - Ottava di Natale, sol.<br />
Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da<br />
donna…perché ricevessimo l’adozione a figli. Lo Spirito grida <strong>in</strong> noi<br />
"Abbà, Padre!" (Gal. 4, 4.5.6)<br />
Le sante Messe vengono celebrate secondo l’orario festivo<br />
ore 17.00 santo rosario<br />
ore 17.30 Vespro <strong>in</strong> onore della santa Madre di Dio e Benedizione<br />
eucaristica<br />
ore 18.00 santa Messa solenne<br />
2 - Venerdì primo del mese, dedicato alla devozione al sacro<br />
Cuore<br />
Celebrazione, trsferita da ieri, della giornata di preghiera<br />
per le vocazioni. Dopo la Messa delle 8,30,<br />
esposizione del ss. Sacramento, f<strong>in</strong>o alle ore 12,00.<br />
4 - Domenica II dopo Natale (Sett. I)<br />
Il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi<br />
dia uno spirito di sapienza e di rivelazione, per una più<br />
profonda conoscenza di Lui (Ef. 1, 17)<br />
6 - Martedì Epifania del Signore, solennità<br />
I Magi, al vedere la stella provarono una grandissima<br />
gioia. Entrati nella casa videro il bamb<strong>in</strong>o con<br />
Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. (Mt.<br />
2, 10-11)<br />
Le sante Messe vengono celebrate secondo<br />
l’orario festivo<br />
ore 9.00: santa Messa solenne - annuncio della<br />
Pasqua e delle feste mobili<br />
ore 14.15: momento di preghiera per fanciulli e ragazzi<br />
ore 15.00: <strong>in</strong>contro con Gesù Bamb<strong>in</strong>o da parte dei più piccoli<br />
ore 17.00 santo rosario<br />
ore 17.30 Vespro solenne dell’Epifania, con la Benedizione eucaristica.<br />
Segue la s. Messa delle ore 18.00<br />
7 - Mercoledì alle 20,30, presso il Focolare, <strong>in</strong>contro di Magistero per i catechist<br />
9- Venerdì questa sera, il 16, il 23 e 30 gennaio: corso biblico, presso il centro Oreb di Cal<strong>in</strong>o<br />
(salvo diversa <strong>in</strong>dicazione)<br />
26<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o
11 - Domenica Battesimo del Signore, festa (Sett. II)<br />
Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto<br />
anche lui il battesimo, stava <strong>in</strong> preghiera, il cielo si aprì e scese<br />
su di lui lo Spirito Santo <strong>in</strong> apparenza corporea, come di<br />
colomba, e ci fu una voce dal cielo: “Tu sei il mio figlio prediletto,<br />
<strong>in</strong> te mi sono compiaciuto. (Lc. 3, 21-22)<br />
ore 11.00: Santa messa con la celebrazione del Battesimo<br />
ore 15.00 rosario, Vespro - Benedizione eucaristica<br />
Si chiude il tempo di Natale. Inizia il Tempo Ord<strong>in</strong>ario (o “per annum”)<br />
12 – Lunedì anniversario dell’ord<strong>in</strong>azione episcopale del vescovo emerito mons. Bruno<br />
Foresti (Bergamo 1975)<br />
13 - Martedì <strong>in</strong> serata, <strong>in</strong>contro di spiritualità per giovani al centro Oreb, Cal<strong>in</strong>o<br />
16 - Venerdì beato Giuseppe Tov<strong>in</strong>i, laico, sposo e professionista bresciano, mem. fac.<br />
17 – Sabato s. Antonio abate, memoria<br />
Giornata dedicata all’approfondimento e allo sviluppo del dialogo ebraico –<br />
cristiano, per sensibilizzare le comunità cristiane a non dimenticare la “propria<br />
radice santa il popolo di Israele a cui appartengono Gesù e Maria, gli Apostoli<br />
e la prima comunità cristiana di Gerusalemme”. Tale giornata vuole essere uno<br />
stimolo a rimuovere errati e secolari pregiudizi antiebraici e a rispettare e conoscere<br />
la tradizione ebraica vivente.<br />
18 - Domenica II del tempo ord<strong>in</strong>ario (Sett. III)<br />
Il maestro di tavola disse allo sposo: - Tutti servono da pr<strong>in</strong>cipio<br />
il v<strong>in</strong>o buono... tu <strong>in</strong>vece hai conservato f<strong>in</strong>o ad ora il v<strong>in</strong>o<br />
buono”. Così Gesù diede <strong>in</strong>izio ai suoi miracoli <strong>in</strong> Cana di<br />
Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero <strong>in</strong><br />
lui”. (Gv. 2, 10-11)<br />
si apre l’ottavario di preghiera per l’unità dei Cristiani.<br />
ore 14.20 presso il Focolare, <strong>in</strong>contro per i genitori dei fanciulli/e di 2a elementare<br />
23 – Venerdì beata Paola Gambara, laica e sposa bresciana, memoria<br />
25 - Domenica III del tempo ord<strong>in</strong>ario [Conversione di s. Paolo,<br />
apostolo] (Sett. I)<br />
Giornata mondiale dell’Unità della Chiesa. Si conclude<br />
l’ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani.<br />
Gesù si recò a Nazareth... nella s<strong>in</strong>agoga si alzò a leggere. Gli fu dato<br />
il rotolo del profeta Isaia, apertolo... trovò il passo dove era scritto:<br />
“Lo Spirito del Signore è sopra di me... e mi ha mandato ad annunziare<br />
ai poveri un lieto messaggio... per proclamare ai prigionieri<br />
la liberazione e ai ciechi la vista”. (Lc. 4, 17-18)<br />
27<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o
La meraviglia è l'unica bussola che possa dirigerci<br />
verso il polo del significato (A. J. Heschel)<br />
Natale è per tradizione la festa della famiglia che si ritrova,<br />
<strong>in</strong> un clima di serenità e di pace, a condividere la gioia<br />
di stare <strong>in</strong>sieme. Natale è la festa dell'amore che genera la<br />
vita. La preparazione al Natale può essere allora l'occasione<br />
per riflettere sulla vita e sui condizionamenti culturali<br />
che portano a far perdere la coscienza o ad attenuare<br />
la gravità degli attentati che cont<strong>in</strong>uamente vengono<br />
perpetrati nei confronti della vita.<br />
Il mondo contemporaneo è stato profondamente trasformato<br />
dal progresso scientifico, al punto che ogni<br />
momento della nostra esistenza è segnato dalla tecnica.<br />
Nascere, vivere, morire rischiano di diventare esperienze<br />
sempre meno umane e sempre più fatti da prevedere, pianificare,<br />
orientare secondo precisi parametri sociali e culturali.<br />
Per avere un’idea di questo è sufficiente guardare<br />
alle <strong>in</strong>numerevoli tecniche con le quali l’uomo oggi può<br />
determ<strong>in</strong>are alcune caratteristiche biologiche dell’<strong>in</strong>dividuo,<br />
scegliere le modalità del concepimento e, se è il caso,<br />
valutare l’opportunità che un essere umano prosegua il<br />
suo sviluppo, giungendo alla nascita.<br />
Ricorda Giovanni Paolo II: “Il concepimento, la gravidanza<br />
e la nascita non vengono più <strong>in</strong>tesi come modi per<br />
cooperare con il Creatore al compito meraviglioso di<br />
donare la vita a un nuovo essere umano” (Discorso<br />
18/06/01), ma spesso sono ridotti ad un puro fatto tecnico.<br />
Come “guardare’ alla vita umana nascente? Questo <strong>in</strong>terrogativo,<br />
semplice se non addirittura banale, è <strong>in</strong> realtà<br />
determ<strong>in</strong>ante per il modo di considerare la vita e di<br />
affrontare i problemi concreti ch’essa pone a ciascuno di<br />
noi. Dallo sguardo, come atteggiamento <strong>in</strong>teriore e spirituale,<br />
dipende il comportamento esteriore e concreto, e<br />
dunque la risposta che viene data ai problemi della vita<br />
stessa.<br />
La vita è un miracolo che rimanda al Creatore. Ma se perdiamo<br />
la capacità di guardarla con meraviglia e stupore,<br />
di riconoscere e di ammettere il miracolo, sulla vita tutto<br />
diventa possibile. L’esperienza quotidiana ci fa capire<br />
come non sia davvero facile possedere e vivere uno sguar-<br />
OBIETTIVO VITA<br />
28<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />
Il Natale ci parla dell’amore<br />
per la vita<br />
do contemplativo sulla vita umana. Ad offuscarlo basta<br />
poco: bastano l’abitud<strong>in</strong>e e la fretta di cui sono segnate le<br />
nostre giornate e il nostro lavoro, e soprattutto la pressione<br />
culturale dom<strong>in</strong>ante, che tende a considerare la tecnologia<br />
come un assoluto, e concepisce la “qualità della<br />
vita” secondo i criteri dell’avere, del potere e del godere,<br />
del produrre.<br />
In un simile contesto è assolutamente necessario, come<br />
scrivono i Vescovi italiani, “un percorso <strong>in</strong>teriore di conversione<br />
tale da aprire il cuore allo stupore delle grandi<br />
meraviglie che Dio compie nella vita di ogni creatura<br />
umana” (Messaggio per la Giornata della vita 2002). Se<br />
nel mondo del tecnicismo e della pianificazione dell’esistenza<br />
non c’è molto posto per lo stupore e per la meraviglia,<br />
questi sentimenti possono r<strong>in</strong>ascere laddove la vita<br />
è colta <strong>in</strong> tutta la sua sacralità.<br />
Non basta riconoscere la vita umana come dato biologico,<br />
bisogna anche <strong>in</strong>terrogarsi sul senso del vivere e, viste<br />
le prime avvisaglie di battaglia sull'eutanasia, avere anche<br />
il coraggio di sp<strong>in</strong>gersi oltre, sulla frontiera della sofferenza<br />
e della diversità. Per confermare la nostra attenzione<br />
alla difesa della vita è importante 'vigilare', approfondire<br />
i temi att<strong>in</strong>enti alla vita umana e le frontiere scientifiche<br />
che la <strong>in</strong>teressano: sono discussioni che riguardano<br />
il nostro futuro e di quelli che verranno. Ed il Natale è<br />
proprio la festa che ci costr<strong>in</strong>ge a riflettere sulla sacralità<br />
di ogni nascita, sul significato profondo di ogni vita<br />
umana per collocarla nella prospettiva dell’“essere”, liberandola<br />
dalla logica del diventare.<br />
Dal momento <strong>in</strong> cui un bamb<strong>in</strong>o nasce si mette <strong>in</strong> moto<br />
la macch<strong>in</strong>a sociale per farlo 'diventare'. Ed è fatta: l’unica<br />
cosa che gli rimane da fare è solo crescere, crescere<br />
per diventare. Famiglia e scuola <strong>in</strong> prima fila si battono<br />
per questo, perché se non si diventa qualcosa o qualcuno<br />
si rischia di rimanere un nulla. Uno nasce ed è poco o<br />
niente, perché si nasce solo per diventare (figuriamoci<br />
cosa era prima di nascere quando ancora si trovava nel<br />
grembo materno! Una società che considera tra le sue più<br />
grandi conquiste una legge sull’aborto - fosse anche per<br />
la cosiddetta salvaguardia dei diritti e della vita della<br />
donna -, è frutto di una cultura che ha ben poca conside-
azione dell’evento nascita e dei suoi significati etico-spirituali).<br />
Tutto ciò che sarà di importante lo dovrà solo<br />
diventare a fatica e a sudore. Anzi, sarà importante solo<br />
per quello che dovrà diventare e per quello che alla f<strong>in</strong>e<br />
diventerà. Si rischia allora di vivere solo e unicamente per<br />
“diventare”.<br />
Vi è tutto un contesto sociale che funziona così, attanagliato<br />
da questa tremenda logica biologica. Vi è la politica;<br />
vi è il sistema economico e i sistemi legislativi dei paesi<br />
più sviluppati e civilizzati, lo stato sociale di tutti gli stati<br />
moderni… La fatica del diventare (e ce ne vuole di fatica!)<br />
fa dimenticare che uno è nato e che “altri” hanno permesso<br />
che questo avvenisse, perché nessuno si è fatto da<br />
sé. La foga (o la cupidigia?!) del diventare (con le proprie<br />
mani, con le proprie idee, con le proprie forze) allontana<br />
spesso def<strong>in</strong>itivamente qualsiasi idea sulla nascita, sulla<br />
possibilità di poter essere ciò che si è.<br />
Quando venne annunziata la nascita del bamb<strong>in</strong>o di<br />
Betlemme, gli angeli dissero: "Oggi vi è nato un<br />
Salvatore", non "oggi è nato uno che diverrà il Salvatore".<br />
Di Gesù si dice poco o niente di ciò che avvenne<br />
dopo la sua nascita, <strong>in</strong> merito alla sua “crescita”. Quasi<br />
tutto si riduce a pochi versetti nel vangelo di Luca (2,39-<br />
52). Gesù non diventò ma fu il Salvatore f<strong>in</strong> da prima<br />
della sua nascita, f<strong>in</strong> da sempre. Egli nacque per essere<br />
questo e non per diventarlo: divenne il Salvatore solo perché<br />
lo era! Quando Gesù venne ritrovato, dopo alcuni<br />
giorni, al Tempio (uno dei pochi episodi della sua <strong>in</strong>fanzia),<br />
alle preoccupazioni dei genitori Egli rispose <strong>in</strong> modo<br />
perentorio (Lc 2,49). Quante volte, con le nostre ansie e<br />
preoccupazioni di genitori, abbiamo schiacciato l’“essere”<br />
dei nostri figli? Quante volte, con i nostri “programmi”,<br />
abbiamo precluso la loro propria “chiamata” alla<br />
vita, cercando di farli diventare ciò che noi abbiamo pensato<br />
per loro? Chi siamo noi per fare questo? Abbiamo<br />
questo diritto, noi genitori?<br />
La corsa, la gara per diventare, molto spesso, ci allontana<br />
drasticamente da noi stessi, da ciò che siamo, da ciò che<br />
siamo chiamati ad essere. E questo allontanarci da noi è<br />
solo la premessa per allontanarci da Dio nostro Creatore<br />
e Padre. Capire e ammettere tutto questo, tale impostazione,<br />
equivale a rivoltare tutto il nostro sistema. Chiedersi<br />
cosa siamo e non cosa diventeremo. Chiedersi cosa<br />
siamo significa già ammettere un Creatore, un Padre che<br />
ci ha voluti e chiamati alla vita: ci ha chiamati ad essere.<br />
Allora il nascere, il crescere, il diventare, acquistano una<br />
luce diversa: è il compimento dell’essere. Questo non ci<br />
autorizzerebbe più a dare libero corso alle nostre fanta-<br />
29<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />
sie... Il guaio è che noi cristiani siamo i primi a disattendere<br />
tale visione della vita<br />
Ecco allora il tempo di Avvento e di Natale - Epifania<br />
giunge a noi come tempo propizio, carico di grazia e di<br />
nuovi stimoli per r<strong>in</strong>novare il nostro sì alla vita, e imparare<br />
a guardarla <strong>in</strong> modo nuovo, con uno sguardo umile,<br />
sapiente e coraggioso. Umiltà, sapienza e coraggio sono<br />
tre atteggiamenti, tre energie spirituali che sono <strong>in</strong>dispensabili<br />
perché questo sguardo sulla vita umana possa<br />
realizzarsi <strong>in</strong> un contesto culturale che si oppone a una<br />
certa visione della vita. Senza umiltà non c’è accesso alla<br />
verità, senza sapienza non si giunge alle radici stesse della<br />
realtà, senza coraggio non è possibile essere coerenti con<br />
se stessi e pronti a sostenere l’urto con la società e la cultura<br />
dom<strong>in</strong>ante.<br />
Meditando sul mistero del Natale, la nostra riflessione<br />
può essere illum<strong>in</strong>ata dalla contemplazione dello sguardo<br />
dei tanti personaggi che animano il presepe:<br />
Lo sguardo di Maria: è lo sguardo sereno, fiducioso,<br />
gioioso di chi non teme di dire sì alla vita.<br />
Lo sguardo di Giuseppe: è uno sguardo umile e coraggioso<br />
di chi ha fiducia e vede che i sogni sono possibili.<br />
Lo sguardo dei pastori: è uno sguardo carico di stupore,<br />
capace di riconoscere i 'segni' della presenza dell'<br />
Emmanuele, il Dio tra noi.<br />
Lo sguardo dei Magi: è lo sguardo dei sapienti che guardano<br />
con la sapienza umana, scrutano con la scienza e la<br />
ragione ma sanno andare oltre e guardare con la sapienza<br />
del cuore.<br />
Lo sguardo del Bamb<strong>in</strong>o: è uno sguardo di amore, di<br />
tenerezza; lo sguardo stesso della Vita che chiede di essere<br />
accolta e trovare spazio tra di noi, dentro di noi.<br />
Avere uno sguardo così non è facile: possa il Natale, festa<br />
dei doni, recarci questa gioia.
30<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />
LA CHIESA – LA RELIGIONE – LE SETTE<br />
La difficoltà a precisare cosa si <strong>in</strong>tenda per “SETTE”<br />
ha condotto la recente ricerca ad abbandonare tale<br />
term<strong>in</strong>e per parlare di “nuove religioni”. Sotto tale<br />
nome si collocano una molteplicità di forme che la<br />
fenomenologia delle religioni tenta di catalogare<br />
con l’unica pretesa di <strong>in</strong>dividuare delle tipologie<br />
fondamentali almeno tendenziali. Un dato balza<br />
evidente alle considerazioni delle “ nuove religioni”:<br />
non si riconoscono <strong>in</strong> nessuna delle religioni tradizionali<br />
e determ<strong>in</strong>ano, perciò, una dilatazione del<br />
concetto di religione, f<strong>in</strong>o a farlo co<strong>in</strong>cidere con<br />
qualsiasi esperienza di salvezza.<br />
E’ ovvio che, stante la situazione, l’atteggiamento<br />
della Chiesa nei confronti di queste “ religioni<br />
nuove” non si può configurare su quello nei confronti<br />
delle religioni tradizionali.<br />
Senza negare che la Chiesa vuole dialogare con tutti,<br />
resta il fatto che il dialogo si attua <strong>in</strong> forma diversa<br />
<strong>in</strong> dipendenza dagli <strong>in</strong>terlocutori dello stesso.<br />
In rapporto alle religioni diverse dal cristianesimo, il<br />
Concilio Ecumenico Vaticano II° ha autorevolmente<br />
dichiarato che : ” la Chiesa Cattolica nulla rigetta<br />
di quanto è vero e santo” (cfr.Nostra Aetate n.12)<br />
così anche il magistero Pontificio nel periodo successivo<br />
al Concilio più colte è <strong>in</strong>tervenuto a riproporre<br />
l’affermazione richiamata ed illustrata <strong>in</strong> tal<br />
senso.<br />
Lo scopo del dialogo fra le religioni tradizionali è<br />
pertanto quello di scoprire quanto di verità e di<br />
bene Dio, mediante il Verbo e lo Spirito, ha diffuso<br />
<strong>in</strong> esse, onde verso un processo di “purificazione,<br />
assunzione ed elevazione” (cfr. Lumen Gentium<br />
n.13) si possono condurre alla fede cristiana le per-<br />
( PRIMA PARTE)<br />
( a cura di don Francesco Mazzotti)<br />
sone che appartengono a quelle tradizioni religiose.<br />
Il dialogo, qu<strong>in</strong>di, non sostituisce l’annunzio, ma lo<br />
precede e lo accompagna. Certo, si potrebbe ritenere<br />
che la stessa cosa valga anche per le “nuove religioni”.<br />
Queste, tuttavia, non hanno ancora dietro di<br />
se la storia che serve a rassodare e purificare.<br />
Pertanto il rapporto della Chiesa con esse ha bisogno<br />
anzitutto di discernimento sia per quanto attiene<br />
la verifica della loro identità religiosa, sia per<br />
quanto attiene la salvezza che prospettano.<br />
Gli elementi che qui si suggeriscono hanno appunto,<br />
questo obiettivo.<br />
La questione previa che si pone è, però, come se<br />
possa precedere<br />
nella<br />
verifica: <strong>in</strong>fatti<br />
si potrebbe<br />
chiamare <strong>in</strong><br />
causa sia la,<br />
sociologia, sia<br />
la fenomenologia<br />
delle<br />
religioni.<br />
Le due discipl<strong>in</strong>e<br />
si stanno esercitando a leggere il sorgere ed il<br />
tramontare delle “ nuove religioni”; ma si deve<br />
osservare che esse si limitano a descrivere il fenomeno,<br />
r<strong>in</strong>unciando metodologicamente ad esprimere<br />
valutazioni mentre per <strong>in</strong>dividuare l’atteggiamento<br />
che la Chiesa deve assumere si deve procedere da un<br />
punto di vista teologico.<br />
- cont<strong>in</strong>ua -<br />
Ai giovani che la scorsa estate hanno conseguito il diploma di maturità o, recentemente,<br />
la laurea, <strong>in</strong> particolare, tra loro, i collabratori - educatori dell’Oratorio , porgiamo le<br />
nostre felicitazioni.<br />
Esprimiamo i nostri rallegramenti ad Andrea Rosa, maestro del nostro coro alp<strong>in</strong>o, per il<br />
diploma <strong>in</strong> composizione brillantemente conseguito alcune settimane or sono.
IL PAPA E LA FAMIGLIA:<br />
25 ANNI DI RIVOLUZIONI<br />
di Luciano Moia<br />
Giovanni Paolo Il ha donato forza al matrimonio,<br />
sacramento per raggiungere la "perfezione cristiana".<br />
E ha dimostrato che la santità nella vita domestica<br />
è un traguardo alla portata di tutte le coppie.<br />
Tra le numerose vie della missione e del m<strong>in</strong>istero<br />
della Chiesa la famiglia "è la prima e la più importante;<br />
una via dalla quale l’essere umano non può<br />
distaccarsi". Le parole <strong>in</strong>iziali della “Lettera alle<br />
famiglie” s<strong>in</strong>tetizzano tutta l’affettuosa premura<br />
che nel corso dei 25 anni del suo pontificato<br />
Giovanni Paolo II ha riservato alle nostre famiglie.<br />
Migliaia di pag<strong>in</strong>e scritte, altrettanti discorsi, dec<strong>in</strong>e<br />
di <strong>in</strong>terventi concreti, decisioni fondamentali,<br />
autentiche “rivoluzioni”<br />
nella storia della Chiesa.<br />
Così il Papa <strong>in</strong> questo quarto<br />
di secolo ha donato forza e<br />
consapevolezza "all’<strong>in</strong>tera<br />
verità e alla piena dignità"<br />
del matrimonio e della famiglia.<br />
Se oggi è possibile non<br />
abbandonarsi al pessimismo<br />
per la crisi che rischia di<br />
disgregare i valori familiari, è<br />
anche per la speranza che<br />
questo Pontefice ha saputo<br />
<strong>in</strong>fondere a noi famiglie,<br />
mostrandoci come il disegno<br />
di Dio sulla “chiesa domestica” riguardi l’uomo e la<br />
donna nella concretezza delle nostre esistenze quotidiane.<br />
In questi 25 anni l’attenzione di Giovanni Paolo II è<br />
sempre stata costante. Anzi, con il trascorrere degli<br />
anni la puntualità e il peso dei suoi <strong>in</strong>terventi sono<br />
andati via via aumentando, f<strong>in</strong>o a culm<strong>in</strong>are, il 18<br />
ottobre 2001, con la beatificazione dei coniugi<br />
Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi, la prima coppia<br />
di sposi nella storia della Chiesa elevata alla gloria<br />
degli altari per le virtù cristiane esercitate nella<br />
quotidianità del matrimonio e della famiglia.<br />
Vent’anni prima, nell’esortazione apostolica<br />
Familiaris consortio, il Papa parlava del matrimonio<br />
31<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />
come sacramento<br />
- per raggiungere la "perfezione cristiana" e, addirittura,<br />
- la "mutua santificazione" degli sposi,<br />
- attraverso il quale si partecipa "alla glorificazione<br />
di Dio".<br />
Quello che, allora, poteva sembrare solo un auspicio<br />
teologicamente corretto ma concretamente irrealizzabile,<br />
nei fatti, questo Pontefice, spalancando scenari<br />
<strong>in</strong>immag<strong>in</strong>abili, ci ha mostrato <strong>in</strong>vece che è traguardo<br />
alla portata di tutti noi, perché "la famiglia<br />
cristiana proclama ad alta voce le virtù presenti nel<br />
Regno di Dio e la speranza della vita beata".<br />
Giovanni Paolo II l’aveva già<br />
del<strong>in</strong>eato con chiarezza nella<br />
sua prima enciclica, la<br />
“Redemptor hom<strong>in</strong>is” (‘79),<br />
il documento che costituisce<br />
la traccia programmatica del<br />
suo pontificato. In quell’enciclica,<br />
parlando di consapevolezza<br />
alla vocazione e alla<br />
responsabilità, spiegava che<br />
<strong>in</strong> base a questo pr<strong>in</strong>cipio<br />
devono costruire la loro vita<br />
non solo i sacerdoti, i religiosi<br />
e le religiose, ma anche "gli<br />
sposi, i genitori, le donne e<br />
gli uom<strong>in</strong>i di condizione e di professione diverse". E<br />
più oltre, sottol<strong>in</strong>eando il valore decisivo della<br />
fedeltà alla vocazione, metteva sorprendentemente<br />
al primo posto "gli sposi, come esige la natura <strong>in</strong>dissolubile<br />
dell’istituzione sacramentale del matrimonio".<br />
Solo dopo elencava "i sacerdoti, atteso il carattere<br />
<strong>in</strong>delebile che il sacramento dell’ord<strong>in</strong>e imprime<br />
nelle loro anime".<br />
Questo non vuole <strong>in</strong>dicare nessuna classifica, ma la<br />
volontà forte da parte del Papa, collocando ord<strong>in</strong>e e<br />
matrimonio sullo stesso piano, di segnare una svolta<br />
anche questa storica rispetto a una certa mentalità,<br />
prevalente almeno a quel tempo. Che questo<br />
fosse il suo <strong>in</strong>dirizzo lo dimostrava due anni dopo,
nella “Familiaris consortio”, spiegando che la rivelazione<br />
cristiana "conosce due modi specifici di realizzare<br />
la vocazione della persona umana, nella sua<br />
<strong>in</strong>terezza, all’amore: il matrimonio e la verg<strong>in</strong>ità. Sia<br />
l’uno che l’altra, nella forma loro propria, sono una<br />
concretizzazione della verità più profonda dell’uomo,<br />
del suo essere immag<strong>in</strong>e di Dio". È un’altra<br />
delle sorprese del Papa: matrimonio e ord<strong>in</strong>e <strong>in</strong>sieme,<br />
f<strong>in</strong>almente con pari dignità per realizzare la<br />
stessa vocazione all’amore.<br />
Non bastano certo queste poche righe per s<strong>in</strong>tetizzare<br />
tutto quanto Giovanni Paolo II ha donato alla<br />
famiglia <strong>in</strong> 25 anni di pontificato. Dovremmo<br />
dilungarci su eventi simbolo di eccezionale rilevanza<br />
come le Giornate mondiali della famiglia (Roma<br />
‘94, Rio de Janeiro ‘97, Roma 2000, Manila 2003).<br />
Oppure su istituzioni determ<strong>in</strong>anti, dal Pontificio<br />
consiglio per la famiglia, all’Accademia per la vita,<br />
per f<strong>in</strong>ire con l’Istituto Giovanni Paolo II per studi<br />
su matrimonio e famiglia, ormai diffuso con dec<strong>in</strong>e<br />
di centri <strong>in</strong> tutto il mondo, autentici avamposti di<br />
cultura familiare. Tra i numerosi documenti che<br />
approfondiscono d<strong>in</strong>amiche comunque legate alle<br />
relazioni familiari, non si possono dimenticare la<br />
“Mulieris dignitatem” (15 agosto ‘88); la delicatissima<br />
“Lettera ai bamb<strong>in</strong>i”, <strong>in</strong> occasione del Natale ‘94;<br />
la lunga e per certi versi dirompente catechesi sulla<br />
dignità del corpo svolta nelle udienze del mercoledì;<br />
l’“Evangelium vitae” (‘95), un’altra enciclica straord<strong>in</strong>aria.<br />
E <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e la “Lettera alle donne” (‘96) con<br />
accenni lirici di gratitud<strong>in</strong>e:<br />
"Grazie a te, donna - madre, che ti fai grembo dell’essere<br />
umano nella gioia e nel travaglio... Grazie a<br />
te, donna sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo<br />
dest<strong>in</strong>o a quello dì un uomo <strong>in</strong> un rapporto di reciproco<br />
dono... Grazie a te, donna figlia e donna<br />
32<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />
sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso<br />
della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità..."Con<br />
lo stesso trasporto, la gratitud<strong>in</strong>e e l’affetto<br />
salgono dall’anima di tutte le famiglie. Così,<br />
carissimo Papa, parafrasando le parole che ci hai<br />
<strong>in</strong>dirizzato nella “Lettera alle famiglie”, sia consentito<br />
anche a noi dire: "Grazie a te, Papa amico e<br />
custode della famiglia, che <strong>in</strong> questi 25 anni hai<br />
saputo prendere parte alle gioie, alle speranze, alle<br />
angosce del nostro camm<strong>in</strong>o quotidiano, profondamente<br />
persuaso che è stato Cristo stesso a <strong>in</strong>trodurci<br />
<strong>in</strong> questi sentieri e che la famiglia ha la sua orig<strong>in</strong>e<br />
da quello stesso amore con cui il Creatore<br />
abbraccia il mondo creato". Grazie.<br />
(cfr. “Noi, genitori e figli”, supplemento mensile ad<br />
Avvenire, 26 ottobre 2003, pagg.3-5)<br />
a fianco e nella pag<strong>in</strong>a precedente, immag<strong>in</strong>i della giornata<br />
della Famiglia di Manila (gennaio 2003)
a ge ®<br />
associazione genitori <strong>Coccaglio</strong><br />
Anche quest’anno l’autunno è arrivato, portando<br />
con sé delle giornate con un cielo azzurro, limpido,<br />
che fa esaltare i colori della natura, ma anche con<br />
giorni umidi e grigi che ci rattristano un po’.<br />
Potremmo paragonare tutto questo alle situazioni<br />
vissute ogni giorno all’<strong>in</strong>terno della nostra famiglia,<br />
alcune ricche di gioia, altre più difficili.<br />
Sfogliando la rivista dell’AGE stampa, abbiamo<br />
letto con piacere dei pensieri di S. Ambrogio che vi<br />
proponiamo, certi che vi saranno di grande aiuto <strong>in</strong><br />
quelle giornate più “uggiose” di altre.<br />
Ai genitori ...<br />
L’educazione dei figli è impresa per adulti disposti a<br />
una dedizione che dimentica sé stessa: ne sono capaci<br />
marito e moglie che si amano abbastanza da non<br />
dimenticare altrove l’affetto necessario.<br />
Il bene dei vostri figli sarà quello che sceglieranno:<br />
non sognate per loro i vostri desideri. Basterà che<br />
sappiano amare il bene e guardarsi dal male e che<br />
abbiano <strong>in</strong> orrore la menzogna. Non pretendete<br />
dunque di disegnare il loro futuro: siate fieri piuttosto<br />
che vadano <strong>in</strong>contro al domani di slancio: anche<br />
quando sembrerà che si dimentich<strong>in</strong>o di voi. Non<br />
<strong>in</strong>coraggiate <strong>in</strong>genue fantasie di grandezza, ma se<br />
Dio li chiama a qualcosa di bello e grande, non siate<br />
voi la zavorra che impedisce di volare.<br />
Non arrogatevi il diritto di prendere decisioni al<br />
loro posto, ma aiutateli a capire che decidere bisogna,<br />
e non si spavent<strong>in</strong>o se ciò che amano richiede<br />
fatica e fa qualche volta soffrire: è più <strong>in</strong>sopportabile<br />
una vita vissuta per niente.<br />
Più dei vostri consigli li aiuterà la stima che hanno<br />
di voi e la stima che voi avete di loro: più di mille raccomandazioni<br />
soffocanti, saranno aiutati dai gesti<br />
che videro <strong>in</strong> casa: gli affetti semplici, certi ed espressi<br />
con pudore, la stima vicendevole, il senso della<br />
misura, il dom<strong>in</strong>io delle passioni, il gusto per le cose<br />
belle e l’arte, la forza anche di sorridere.<br />
S. Ambrogio<br />
33<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />
Buon Natale e felice 2004 !<br />
Cari Genitori<br />
se volete confrontare le vostre esperienze con<br />
quelle di altri genitori, o semplicemente se volete<br />
un momento di aggregazione, vi <strong>in</strong>vitiamo a<br />
partecipare alle nostre riunioni, che si tengono<br />
il terzo Lunedì di ogni mese, alle ore 20,45 presso<br />
la sede <strong>in</strong> via Paolo VI (scuole elementari).
34<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />
SUL CAMMINO DI SAN GIACOMO<br />
CON MARIA<br />
La nostra famiglia parrocchiale è ormai solita vivere, <strong>in</strong> primavera <strong>in</strong>oltrata, un pellegr<strong>in</strong>aggio di fede<br />
e di crescita che la porterà a meditare sulla figura di Maria Santissima e dell’Apostolo san Giacomo il<br />
maggiore. Ed è per questo che, <strong>in</strong> questo spazio del bollett<strong>in</strong>o parrocchiale, viene proposto a tutti il<br />
PELLEGRINAGGIO PARROCCHIALE a Fatima e SantIago (san Giacomo) de Compostela che<br />
si svolgerà dal 19 al 28 APRILE 2004. Riteniamo giusto porre alla Vs. attenzione il programma del<br />
viaggio, che più dettagliatamente, potrete ritirare <strong>in</strong> sacrestia domandando a don Francesco:<br />
● 1° giorno: COCCAGLIO - TOLOSA<br />
● 2° giorno: TOLOSA –S.JEAN PIED DE PORT –PAMPLONA<br />
● 3° giorno: PAMPLONA – FROMISTA –SAHAGUN –LEON<br />
● 4° giorno: LEON –SANTIAGO<br />
● 5° giorno : ESCURSIONE A LA CORUNA<br />
● 6° giorno : SANTIAGO – COIMBRA - FATIMA<br />
● 7° giorno: FATIMA<br />
● 8° giorno : FATIMA - MADRID e d<strong>in</strong>torni<br />
● 9° giorno: MADRID – SARAGOZZA –BARCELLONA<br />
● 10° giorno : BARCELLONA – COCCAGLIO<br />
il costo del pellegr<strong>in</strong>aggio è fissato <strong>in</strong> € 1025.00<br />
e comprende:<br />
- trasporto con bus G.T.<br />
- sistemazione <strong>in</strong> hotel ***/**** stelle<br />
- trattamento di pensione completa<br />
- visite con guida (come da programma)<br />
- bevande ai pasti (escluso cena su<br />
motonave “ Grimaldi”)<br />
- mance varie<br />
- <strong>in</strong>gressi come da programma<br />
- accompagnatore dell’agenzia<br />
- assicurazione Elvia Interassistance<br />
- omaggio<br />
Le iscrizioni si ricevono <strong>in</strong> sacrestia da don Francesco s<strong>in</strong>o al mese di Febbraio 2004
SCOUT<br />
PROGETTO SARAJEVO: SCOUT DI PACE<br />
Il due agosto scorso, dopo un viaggio <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito di 36<br />
ore, siamo f<strong>in</strong>almente arrivati a Sarajevo ed ai nostri<br />
occhi si è subito presentata una situazione molto<br />
scioccante: palazzi crivellati di colpi, la sede del giornale<br />
Oslobodenje bruciata, numerosi segni di bombardamenti<br />
sull’alfalto, come se la guerra fosse<br />
appena scivolata via.<br />
Via l’accoglienza siamo stati alloggiati presso la<br />
nuova scuola di Dobr<strong>in</strong>ja, quartiere prevalentemente<br />
musulmano a sud della città, sulla vecchia l<strong>in</strong>ea<br />
del conflitto tra bosniaci e serbi.<br />
Le nostre giornate sono trascorse secondo un copione<br />
già sperimentato e messo a punto nei diversi anni<br />
di presenza dell’Agesci a Sarajevo e cioè facendo animazione<br />
la matt<strong>in</strong>a e <strong>in</strong>contri ed esperienze varie al<br />
pomeriggio.<br />
Grande felicità e soddisfazione<br />
ci ha regalato<br />
il condividere<br />
con il clan del<br />
Grignasco I il gioco e<br />
l’allegria dei numerosi<br />
bamb<strong>in</strong>i più piccoli<br />
(a volte anche<br />
50!) e la complicità<br />
creatasi con gruppi<br />
di ragazzi e ragazze<br />
già adolescenti.<br />
Gli spostamenti pomeridiani <strong>in</strong> bicicletta per la<br />
città ci hanno fatto assaporare momenti importanti<br />
ben organizzati dalla Pattuglia Sarajevo.<br />
Abbiamo così avuto modo di conoscere Frate<br />
Franio, del convento Francescano di S.Paolo, che ci<br />
ha parlato del ruolo importante che hanno i francescani<br />
nei luoghi di frontiera (nonostante i cristiani<br />
siano solo il 3% della popolazione). Abbiamo conosciuto<br />
anche l'Imam di una nuova moschea di<br />
Sarajevo, costruita anche con l'aiuto dei fratelli cristiani.<br />
L'imam ci ha spiegato alcuni aspetti della<br />
fede musulmana e ci ha dato la possibilità di visitare<br />
la moschea.<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o - dall’oratorio<br />
35<br />
Una cosa ci ha colpito molto di questi due <strong>in</strong>contri:<br />
i religiosi cristiani e musulmani si sono mostrati<br />
molto aperti al dialogo e ad una collaborazione attiva.<br />
Tra gli <strong>in</strong>contri fatti, quello con i responsabili del<br />
Mac, che si occupa del processo di sm<strong>in</strong>amento <strong>in</strong><br />
Bosnia, è stato tra i più significativi e allo stesso<br />
tempo sconvolgenti.<br />
E' veramente difficile capire come, nonostante le<br />
numerose campagne di sensibilizzazione della<br />
popolazione, ogni anno <strong>in</strong> Bosnia 100 persone<br />
muoiono ancora per colpa delle m<strong>in</strong>e anti-uomo.<br />
Uno degli ultimi giorni abbiamo visitato lo storico<br />
Tunnel di Dobr<strong>in</strong>ja. Costruito sotto l'aeroporto,<br />
lungo 864 metri, alto 165 e largo 140 cm, il tunnel<br />
ha permesso alla città di Sarajevo di risistere all'assedio<br />
serbo durato 4<br />
anni poichè garantiva<br />
l'<strong>in</strong>gresso e l'uscita di<br />
persone, armi, cibo e<br />
il passaggio dei cavi<br />
della corrente e del<br />
telefono. Noi abbiamo<br />
potuto percorrere<br />
i 25 metri che sono<br />
resistiti al crollo e, vi<br />
assicuriamo, sono bastati<br />
per accorgerci che<br />
utilizzare il tunnel era<br />
molto faticoso (la maggior parte delle volte l'acqua<br />
arrivava sopra le g<strong>in</strong>occhia) e pericoloso (tagli <strong>in</strong><br />
testa e svenimenti erano all'ord<strong>in</strong>e del giorno!).<br />
Durante la nostra permanenza a Sarajevo abbiamo<br />
conosciuto alcuni membri dell'Associazione<br />
Sprofondo che si occupa della promozione della<br />
pace e dei diritti dei popoli della Bosnia; senza<br />
dimenticare Boban, il coord<strong>in</strong>atore tecnico del progetto,<br />
che ci ha raccontato la sua esperienza <strong>in</strong><br />
prima l<strong>in</strong>ea contro i serbi e Zoran, nostro prezioso<br />
traduttore, che ci ha accompagnato alla scoperta del<br />
centro di Sarajevo e ci ha raccontato la storia di<br />
alcuni luoghi significativi della città.
Dopo la forte esperienza vissuta quest'estate a<br />
Sarajevo, ci stiamo impegnando <strong>in</strong> quello che viene<br />
chiamato il "progetto <strong>in</strong>vernale", ossia stiamo valutando<br />
come <strong>in</strong>tervenire nelle nostre realtà quotidiane<br />
portando avanti un discorso di sensibilizzazione<br />
verso tutti coloro che non sanno o che vorrebbero<br />
sapere di più, allo scopo di contribuire, nel nostro<br />
piccolo, alla crescita e alla costruzione di una<br />
società multietnica, di un paese che consideri<br />
il diverso come fonte di arricchimento e non<br />
come motivo di scontro, di un mondo che<br />
comprenda mondi diversi e culture differenti.<br />
Tra le nostre idee c’è quella di preparare un<br />
documentario sull'esperienza che abbiamo<br />
vissuto da mostrare alla comunità.<br />
Da un’<strong>in</strong>solita analisi dell’esperienza vissuta,<br />
noi del clan Markab abbiamo “giocato” a<br />
dip<strong>in</strong>gere un ritratto della città multietnica<br />
per eccellenza: Sarajevo.<br />
Sarajevo è una signora anziana con occhi<br />
gonfi, per le troppe lacrime versate, profondi e<br />
vigili perché ancora ben visibili sono le ferite del<br />
passato, che con speranza guardano a quel futuro<br />
<strong>in</strong>certo che la attende.<br />
La bocca è m<strong>in</strong>uta e chiusa perché ancora oggi troppe<br />
cose sulla guerra non sono state dette, troppi<br />
segreti sono stati nascosti. Abbozza però un sorriso<br />
per conv<strong>in</strong>cersi e conv<strong>in</strong>cere che si può dimenticare.<br />
Le orecchie sono tappate, quasi sorde, per le troppe<br />
grida e il fragore delle bombe che hanno dovuto sentire.<br />
Sulla fronte ha una cicatrice per una botta<br />
presa mentre passava nel tunnel.<br />
I suoi capelli sono ritti <strong>in</strong> piedi per lo spavento della<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o - dall’oratorio<br />
36<br />
guerra ma, più passa il tempo, più tendono ad<br />
arricciarsi, ammorbidirsi, <strong>in</strong>trecciarsi e a formare<br />
nuovi e s<strong>in</strong>uosi ricci compatti; purtroppo,<br />
le doppie punte persistono e ancora oggi<br />
alcuni capelli si spezzano.<br />
Sarajevo ha la gobba, per i grandi pesi che ha<br />
dovuto sopportare, e ha la schiena dolorante<br />
per le montagne ancora m<strong>in</strong>ate che rendono<br />
malata la città. Sarajevo è di bassa statura perché<br />
deve ricom<strong>in</strong>ciare a crescere; ha braccia<br />
forti per il duro lavoro che la ricostruzione del<br />
dopo guerra richiede; i suoi polsi sono segnati<br />
a causa delle mani troppo a lungo legate per<br />
colpa di tutti quei paesi che l'hanno sfruttata e strumentalizzata.<br />
Sarajevo ha perso una gamba su una<br />
m<strong>in</strong>a antiuomo nascosta dal nemico; i nei e le cicatrici<br />
che coprono tutto il suo corpo sono i segni<br />
della guerra che non si possono rimarg<strong>in</strong>are e cancellare.<br />
Sarajevo ha dei piedi grossi: troppi diritti sono stati<br />
calpestati durante la guerra.<br />
Sarajevo veste <strong>in</strong> modo elegante, alla moda, per<br />
dimostrare che nonostante tutto è al passo con il<br />
tempo.<br />
Sarajevo ha liberato la sua mente perché ha una<br />
gran voglia di ricom<strong>in</strong>ciare, ma la sua memoria è<br />
piena di scene tremende difficili da dimenticare.<br />
Sarajevo ha il cuore malato, di odio, di rancore e di<br />
preoccupazione per il futuro. La solidarietà di molte<br />
persone sono una cura per lei; purtroppo la guarigione<br />
completa è ancora lontana...
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o - dall’oratorio<br />
37
Per <strong>in</strong>contrare Gesù è necessario fidarsi totalmente di<br />
lui, non fondare la vita sul possesso di beni materiali ed<br />
essere critici verso la mentalità consumistica dom<strong>in</strong>ante<br />
nella cultura del nostro tempo. Si deve ritornare a<br />
testimoniare il Vangelo della Carità, dell’Amore che è la<br />
via che conduce ogni cristiano <strong>in</strong>contro a Cristo povero<br />
e sofferente che domanda il nostro aiuto nella persona<br />
bisognosa che abbiamo accanto. Penso che parlando di<br />
Carità sia necessario porci subito nella giusta prospettiva,<br />
altrimenti non se ne vede l’<strong>in</strong>timo splendore e l’<strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seca<br />
bellezza. E’ come quando guardiamo un dip<strong>in</strong>to:<br />
si deve scegliere la collocazione giusta. Qual è? La<br />
risposta ce la offre l’apostolo Giovanni :”In questo sta<br />
l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che<br />
ha amato noi ed ha mandato il suo Figlio come vittima<br />
di espiazione per i nostri peccati” (1GV 4,10). Per capire,<br />
per avere una qualche <strong>in</strong>telligenza dell’amore non si<br />
deve partire dal nostro modo di amare; si deve partire<br />
dal modo di amare di Dio stesso.La prima cosa che colpisce<br />
nel testo di Giovanni è la messa <strong>in</strong> chiaro dell’<strong>in</strong>iziativa:<br />
di chi com<strong>in</strong>cia il camm<strong>in</strong>o di Carità e di<br />
Amore. Chi ha com<strong>in</strong>ciato? Ci viene detto che è stato<br />
Dio a com<strong>in</strong>ciare. Perché è così importante sapere chi<br />
com<strong>in</strong>cia? Perché com<strong>in</strong>ciando Dio, il suo amore non è<br />
risposta, ma <strong>in</strong>izio assoluto, è gratuità pura, è dono<br />
d’Amore, è dono dis<strong>in</strong>teressato e gratuito. La gratuità è<br />
amare senza nessun calcolo, senza nessuna attesa di<br />
ricompensa, senza nessuna previsione di tornaconto.<br />
Noi non abbiamo un’esperienza diretta di gratuità,<br />
almeno di gratuità totale. Possiamo tentare un avvic<strong>in</strong>amento<br />
a questa idea senza poterla mai raggiungere,<br />
attraverso alcune esemplificazioni desunte dalla nostra<br />
vita quotidiana.Il dono gratuito e dis<strong>in</strong>teressato di se<br />
stessi verso il povero ci conduce dentro l’essenza stessa<br />
dell’Amore di Dio. Essendo pienamente gratuito, Dio<br />
non vuole, amando, il suo bene: non sarebbe più gratuito.<br />
Egli vuole puramente, semplicemente, niente<br />
altro se non il bene della persona amate. Amare significa<br />
voler bene, avere Carità, mostrare comprensione e<br />
dialogo.Ma f<strong>in</strong>o a che punto Dio ha fatto dono di sé?<br />
Entriamo qui nel mistero profondo del cristianesimo.<br />
Dio ci ha donato se stesso, anche nel senso che ci ha resi<br />
partecipi della sua<br />
stessa vita div<strong>in</strong>a, la<br />
vita della Tr<strong>in</strong>ità.<br />
” Non siamo stati noi<br />
ad amare Dio, ma è<br />
lui che ha amato<br />
noi”.Questo essere<br />
testimoni dell’Amore<br />
Carità = Amore<br />
( a cura di G.Pedrali )<br />
38<br />
<strong>Comunità</strong> aperta<br />
di Dio ci <strong>in</strong>vita ad essere solidali e caritatevoli fra di noi<br />
e verso i poveri che bussano alle porte delle nostre casa.<br />
E’ facile, molte volte, mostrare carità verso il povero<br />
dando del denaro o…semplicemente…facendo f<strong>in</strong>ta di<br />
essere <strong>in</strong>teressati al suo DESIDERIO di essere ASCOL-<br />
TATO. E’ facile portare un attimo di pazienza per metterci<br />
apposto con la coscienza e poi dimenticarci totalmente<br />
di quel povero. Dio non ha fatto così ne ci chiede<br />
di comportarci <strong>in</strong> questa maniera. Dio ci <strong>in</strong>vita ad<br />
essere testimoni del suo amore che si concretizza con<br />
piccoli e grandi gesti di Carità che sfociano nel dono di<br />
se per l’altro che ha bisogno del nostro aiuto. Ci chiede<br />
di ascoltare il grido del povero e del misero che <strong>in</strong>vocano<br />
giustizia e pace, che chiedono cibo ed acqua, che<br />
aspettano solidarietà e dignità. Ci chiede di portare con<br />
coraggio il Vangelo di suo Figlio Gesù nelle nostre case,<br />
nelle strade, sui tetti del nostro paese. Ci chiede di testimoniare<br />
la<br />
carità verso<br />
tutti soprattutto<br />
verso<br />
quelli che soffrono.<br />
Ed è per<br />
questo che,<br />
dopo qualche<br />
anno di forzata<br />
chiusura, la nostra Charitas parrocchiale, sp<strong>in</strong>ta dal<br />
desiderio di essere testimone credibile e vera del<br />
Vangelo di Gesù, nuovamente <strong>in</strong>izia la distribuzione di<br />
generi alimentari ai poveri che ogni giorno bussano alla<br />
porta della Chiesa per chiedere un aiuto.<br />
La Charitas di <strong>Coccaglio</strong>, denom<strong>in</strong>ata “ PORTA APER-<br />
TA ”, donerà a tutti coloro che si trovano <strong>in</strong> difficoltà e<br />
sono poveri ciò che la <strong>Comunità</strong> stessa metterà a disposizione.<br />
Ogni giorno si potrà lasciare nella cesta posta<br />
<strong>in</strong> fondo alla Chiesa: RISO – PASTA – PELATI – ZUC-<br />
CHERO – CARNE IN SCATOLA – LATTE A LUNGA<br />
CONSERVAZIONE. Importante e da chiarire bene che<br />
NON SI RACCOGLIERANNO VESTITI ne <strong>in</strong> Chiesa<br />
ne nella sede Charitas.Gli <strong>in</strong>dumenti devono essere portati<br />
nel raccoglitore presso il Focolare.Per tenere aperte<br />
la Charitas ed aiutare a nome del Popolo Coccagliese i<br />
poveri, abbiamo bisogno del Vostro aiuto costante e<br />
della Vostra generosità. Non dimenticateci!<br />
+++++++++++<br />
Grazie al vostro aiuto abbiamo dato<br />
€ 250.00 per la mensa dei poveri OSF di Milano<br />
€ 250.00 per la mensa dei poveri della Charitas<br />
Diocesana di Brescia
Missionarie di casa nostra<br />
Sr. Emilia Paris ci ha scritto:<br />
Vita missionaria<br />
frontespizio della lettera di sr. Emilia<br />
39<br />
<strong>Comunità</strong> aperta<br />
Giornata Missionaria mondiale:<br />
e 545,00, ss. Messe e Battesimi<br />
e 2.854,00, offerte<br />
e 3.399,00 Totale, versato all’Ufficio Missionario
Nel nostro Paese, come nel resto del mondo, la disponibilità<br />
alla donazione degli organi è ancora <strong>in</strong>sufficiente,<br />
anche se <strong>in</strong> aumento.In Italia a fronte di oltre 10.000 persone<br />
iscritte nelle liste di attesa, poco più del 20% ogni anno<br />
vengono trapiantate. Per le altre le speranze di vita rimangono<br />
piuttosto flebili.<br />
In un Paese civile come il nostro questo non è tollerabile:<br />
qu<strong>in</strong>di ognuno di noi deve fare il proprio dovere,<br />
rispettando quanto disposto dalla legge 91 del 1 aprile del<br />
1999”Disposizioni <strong>in</strong> materia dei prelievi e di trapianti di<br />
organi e tessuti” (manifestazione di consenso o di dissenso<br />
alla donazione):<br />
- l’AIDO cont<strong>in</strong>uando e <strong>in</strong>crementando l’opera di sensibilizzazione<br />
e di <strong>in</strong>formazione ,che da oltre trent’anni sta portando<br />
avanti, per fare crescere nel nostro Paese la cultura<br />
della donazione degli organi post-mortem;<br />
- lo Stato <strong>in</strong>vestendo <strong>in</strong> strutture, tecnologie e personale,<br />
che consentano di ottimizzare al meglio le grandi capacità<br />
tecnico-operative delle Aziende Ospedaliere pubbliche del<br />
nostro Paese, notoriamente all’avanguardia al mondo,<br />
soprattutto nel settore dei prelievi e dei trapianti di organi;<br />
- le Istituzioni: regioni, prov<strong>in</strong>ce, comuni, ASL, scuole, università<br />
ecc., promovendo, <strong>in</strong> collaborazione con le<br />
Associazioni di Volontariato, come previsto dalla Legge,<br />
campagne di corretta <strong>in</strong>formazione che consentano a tutti<br />
una scelta consapevole e meditata;<br />
- la stampa, la televisione e tutto il comparto dell’<strong>in</strong>formazione,<br />
dando spazio a tutte quelle <strong>in</strong>iziative che tendano ad<br />
accrescere la cultura della donazione degli organi nel nostro<br />
Paese;<br />
- le Associazioni di Volontariato, culturali,scientifiche,s<strong>in</strong>dacali,di<br />
categoria, di culto, le famiglie,ecc.,aff<strong>in</strong>ché discutano<br />
al loro <strong>in</strong>terno del valore umano, morale, civile e cristiano<br />
del gesto della donazione degli organi.<br />
Nel nostro Comune, grazie all’<strong>in</strong>iziativa del 2001 del<br />
S<strong>in</strong>daco (primo <strong>in</strong> Italia e ora seguito da molti), ogni famiglia,<br />
come previsto dalla citata legge, a mezzo lettera, è stata<br />
<strong>in</strong>formata ed è a conoscenza del problema.<br />
A dimostrazione e conferma della particolare sensibilità e<br />
solidarietà della nostra <strong>Comunità</strong>, anche a <strong>Coccaglio</strong> abbiamo<br />
avuto dei donatori di organi e gli iscritti<br />
40<br />
<strong>Comunità</strong> aperta<br />
DAL MONDO DEL VOLONTARIATO<br />
PER UN SI’ CONVINTO ALLA VITA<br />
Campagna di <strong>in</strong>formazione a favore della donazione degli organi<br />
all’Associazione sono circa 600, il 10% dei residenti.<br />
Pur se <strong>in</strong> presenza di dati positivi, è necessario cont<strong>in</strong>uare a<br />
tenere alta l’attenzione sul problema, aff<strong>in</strong>ché tutti coloro<br />
che ne hanno bisogno arriv<strong>in</strong>o al trapianto. Non dimentichiamo<br />
che ci sono anche nostri concittad<strong>in</strong>i iscritti <strong>in</strong> queste<br />
liste e che altri , grazie alla solidarietà di qualcuno, vivono<br />
una vita serena nella loro famiglia e nella nostra comunità.<br />
Con questa lettera, <strong>in</strong>vitiamo chi ha già fatto la scelta del<br />
“SI' ALLA VITA”, a farsi portatori e promotori di quest’importante<br />
messaggio, nelle loro famiglie, con gli amici, sui<br />
luoghi di lavoro,aff<strong>in</strong>ché altri possano conoscere, capire e<br />
soprattutto decidere.<br />
Per saperne di più è sufficiente telefonare al 3355477413 o<br />
alla segreteria Prov<strong>in</strong>ciale dell’AIDO tel.030/300108. A tutti<br />
verrà <strong>in</strong>viato il materiale <strong>in</strong>formativo che consentirà di fare<br />
la propria scelta con conoscenza e secondo coscienza. Per i<br />
ragazzi/e che nel corso dell’anno diventano<br />
maggiorenni,presso l’ufficio anagrafe del comune, al<br />
momento della richiesta di carta di identità, possono ritirare<br />
il materiale <strong>in</strong>formativo.<br />
Chi è <strong>in</strong> attesa di un trapianto di organo,ha bisogno della<br />
nostra solidarietà-Non aspettare domani a “DIRE SI ALLA<br />
VITA”, per qualcuno potrebbe essere troppo tardi.<br />
LA CIVILTA’ DI UN POPOLO SI EVINCE DALLA<br />
QUANTITA’ E DELLA QUALITA DI SOLIDARIETA’<br />
CHE SA ESPRIMERE. DISPORRE PER LA DONAZIO-<br />
NE DEGLI ORGANI E’ UN GESTO DI CIVILE E CRI-<br />
STIANA SOLIDARIETA’<br />
A.I.D.O.<br />
Associazione Italiana<br />
Donatori Organi e Tessuti<br />
Gruppo Comunale “P.I.M.E.”<br />
Via Paolo VI° N.2<br />
25030 <strong>Coccaglio</strong> Brescia<br />
Tel e fax.030/7722815-<br />
Cell.3355477413
A poco più di un anno della posa della prima pietra, la<br />
casa della solidarietà ha preso corpo e consistenza.<br />
Le <strong>in</strong>iziative attuate dal gruppo Volontari del Soccorso,<br />
dal Gruppo Comunale AIDO, dall’Associazione il<br />
“GIRASOLE” e dal Gruppo Sportivo “Vita per la Vita”,<br />
promotori dell’<strong>in</strong>iziativa, e la generosità di tanti cittad<strong>in</strong>i,<br />
di alcune ditte e di alcune banche, hanno consentito,<br />
di recuperare le risorse economiche necessarie, circa<br />
300.000 Euro, e di realizzare l’ossatura della casa, così<br />
come visibile a tutti.<br />
Per completare la costruzione e rendere operativa l’importante<br />
struttura, abbiamo bisogno di ulteriori<br />
350/400.000 EURO e di nuovi volontari/e.<br />
Con questo scritto <strong>in</strong>tendiamo:<br />
1. Innanzi tutto r<strong>in</strong>graziare coloro che con la loro generosità<br />
hanno consentito di portare l’opera al compimento<br />
attuale.<br />
2. Chiedere un ulteriore sforzo perché l’opera possa essere<br />
ultimata nel più breve tempo possibile (f<strong>in</strong>e 2004)<br />
Si sottol<strong>in</strong>ea che ogni contributo, qualsiasi sia l’importo,<br />
è determ<strong>in</strong>ante, e che essendo il Gruppo Volontari del<br />
Soccorso, una ONLUS, è deducibile dalla denuncia dei<br />
redditi.<br />
41<br />
Al term<strong>in</strong>e dei lavori, sarà nostra cura, <strong>in</strong>viare a tutte le<br />
famiglie il bilancio economico dell’<strong>in</strong>iziativa.<br />
Gruppo Volontari del soccorso<br />
<strong>Comunità</strong> aperta<br />
SONO RIPRESI I LAVORI PER LA COSTRUZIONE DELLA CASA DELLA<br />
SOLIDARIETA’ “Vita per la Vita”<br />
A tutte le famiglie di <strong>Coccaglio</strong><br />
Dobbiamo attrezzarci per servizi sempre più qualificati:<br />
trasporto <strong>in</strong> emergenza con elicottero o ambulanze, assistenza<br />
domiciliare telematica e sociale per gli anziani e le<br />
persone sole,protezione civile, ecc.,sono alcuni dei servizi<br />
che attiveremo nella nuova struttura per dare più tranquillità<br />
e sicurezza a tutti i cittad<strong>in</strong>i.<br />
Il servizio di assistenza domiciliare sociale e telematica<br />
per anziani e persone sole è il primo dei servizi che attueremo.<br />
In collaborazione con l’ASL, ai primi di Marzo <strong>in</strong>izierà il<br />
corso di preparazione/formazione dei volontari/e che<br />
gestiranno il nuovo e importante servizio.<br />
CERCHIAMO 25/30 VOLONTARI/E DISPOSTI AD<br />
IMPEGNARSI ALCUNE ORE ALLA SETTIMANA-<br />
L’UNICO REQUISITO E’ ESSERE DISPONIBILI AD<br />
AIUTARE CHI HA BISOGNO DELLA NOSTRA<br />
SOLIDARIETA’.<br />
Per <strong>in</strong>formazioni - tel/fax 030 7722815 cell.335 54 77 413
Un’<strong>in</strong>iziativa di solidarietà con i lavoratori argent<strong>in</strong>i<br />
IL CIRCOLO ACLI INVITA AD UN<br />
PROSSIMO NATALE …..<br />
DOLCE COME IL MIELE<br />
Sono ormai tante le <strong>in</strong>iziative di solidarietà proposte da associazioni, movimenti, gruppi missionari<br />
per sostenere progetti di sviluppo nel Terzo mondo (ma non solo): ognuno di noi, se lo desidera, può<br />
trovare, secondo la propria sensibilità, un’<strong>in</strong>iziativa da sostenere anche con un piccolo contributo. Il<br />
periodo dell’Avvento e quello natalizio possono essere l’occasione per prendere <strong>in</strong> considerazione una<br />
di queste proposte e far del bene agli altri e a se stessi.<br />
All’<strong>in</strong>izio dell’anno, all’<strong>in</strong>terno delle ACLI prov<strong>in</strong>ciali bresciane, si è costituita l’associazione Senza<br />
Conf<strong>in</strong>i Onlus, nata per proporre e sostenere progetti di sviluppo. Uno di questi è stato denom<strong>in</strong>ato<br />
“Miele per lo sviluppo”, e per le ACLI di Brescia rappresenta una sfida co<strong>in</strong>volgente. L’idea è nata<br />
dopo la visita di alcuni aclisti bresciani <strong>in</strong> alcune delle zone più povere dell’Argent<strong>in</strong>a, rese ancora<br />
più povere dalla grave crisi economica, dove lavorano alcune Suore Dorotee da Cemmo, e consiste<br />
nell’aiutare i contad<strong>in</strong>i di quella zona a ritrovare strade per creare posti di lavoro e sfamare ed educare<br />
i propri figli. A Santiago del Estero la gente vuole lavorare, vuole impegnarsi. Mentre qualcuno<br />
aspetta soluzioni “miracolose”, loro cercano di “costruire soluzioni”. E’ il caso della Cooperativa di<br />
solidarietà Coopsol che lavora nel ramo dell’apicoltura, che gli aclisti hanno avuto modo di conoscere<br />
laggiù. Nata da un gruppo di laici e su stimolo della suore Dorotee, la cooperativa è oggi un’occasione<br />
concreta di sviluppo per la povera gente della prov<strong>in</strong>cia di Santiago del Estero nel Nord del<br />
paese. Il miele ha un mercato assicurato e la richiesta è <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>ua crescita. La cooperativa vuole<br />
cogliere questo momento positivo per offrire alle famiglie più povere, e soprattutto ai giovani, una<br />
occasione di lavoro dignitoso e una rendita discreta. L’obiettivo è consegnare a 30 famiglie 20 arnie<br />
ciascuna che rimborseranno, dopo due anni, grazie alla produzione del miele. Altre 30 famiglie<br />
potranno così accedere al prestito. Con 20 arnie una famiglia può avere un’entrata di circa 3.000 euro<br />
e la possibilità, a partire dal secondo anno, di raddoppiarli. L’impegno economico è notevole, ma<br />
come le api sanno fare il miele con piccolissime gocce di nettare, pensiamo che si possa aiutare questa<br />
cooperativa sommando l’impegno di chi vorrà aderire. Ogni arnia, completa di api e accessori,<br />
costa 75 euro. Ma qualsiasi somma, anche se piccola, è utile e preziosa per realizzare il progetto.<br />
Come associazione di lavoratori cristiani crediamo che aiutare altri lavoratori a vivere più dignitosamente<br />
nel loro paese rappresenti un modo concreto di testimoniare i valori evangelici.<br />
Chi fosse <strong>in</strong>teressato e desiderasse ulteriori <strong>in</strong>formazioni può contattare:<br />
Senza Conf<strong>in</strong>i Onlus, via Corsica n. 165 a Brescia, tel. 0302294031<br />
e-mail <strong>in</strong>fo@senzaconf<strong>in</strong>ionlus.org<br />
www.senzaconf<strong>in</strong>ionlus.org<br />
42<br />
<strong>Comunità</strong> aperta
La Chiesa Copta - Ortodossa Etipoe<br />
Figli di Salomone e della Reg<strong>in</strong>a di Saba<br />
di Antonio Cors<strong>in</strong>i<br />
Vivono <strong>in</strong> terra di Etiopia, sono i fratelli della Chiesa Copta<br />
- Ortodossa Etiope.<br />
La tradizione etiopica, perpretata f<strong>in</strong>o al tempo dell’ultimo<br />
imperatore Hailé Selassie, considerava la d<strong>in</strong>astia dei<br />
Negus come il legittimo proseguimento del regno di<br />
Salomone e del sacerdozio di Aronne.<br />
Secondo la leggenda, la “reg<strong>in</strong>a del sud” che fece visita a<br />
Salomone ( cfr. 1Re 10,1-13)era Makeda di Axum, la quale<br />
ebbe un figlio dal re ebreo, Menelik. Quando questi dovet-<br />
Un prete della Chiesa Copta ortodossa Etiope nei suoi variop<strong>in</strong>ti<br />
abiti liturgici e con la caratteristica - e bellissima - croce etiope.<br />
te far ritorno <strong>in</strong> Etiopia ad Axum, dopo essersi formato alla<br />
scuola della s<strong>in</strong>agoga, Salomone lo fece accompagnare da<br />
Azaria, figlio del gran sacerdote Zadok. Azaria non volle<br />
però partire senza avere con sé l’Arca dell’Alleanza, sottratta<br />
al tempio grazie ad un sotterfugio e trasferita così ad<br />
Axum, dove si troverebbe ancora celata. L’antica capitale<br />
axumita divenne così la novella Sion. In memoria delle orig<strong>in</strong>i<br />
salomoniche tutti i discendenti di Menelik si sono fregiati,<br />
nei secoli, del titolo di “Leone di Giuda”. La storia:<br />
secondo John Baur, che alle orig<strong>in</strong>i del Cristianesimo etiopico<br />
dedica ampio spazio nella sua “Storia del<br />
Cristianesimo <strong>in</strong> Africa” ( Emi, Bologna, 1998), la relazione<br />
del regno etiope con quello di Saba “ ha un fondamento<br />
solido, perché al tempo di Davide e Salomone la tribù<br />
<strong>Comunità</strong> aperta - Chiese cristiane<br />
43<br />
habesh del regno di Saba nell’Arabia meridionale attraversò<br />
il Mar Rosso e si stabilì sulla costa africana.<br />
Così ebbe orig<strong>in</strong>e il regno di Axum”. Grazie a questi legami<br />
con Israele e con il mondo mediterraneo e mediorientale, il<br />
regno di Axum era naturalmente aperto agli <strong>in</strong>flussi culturali<br />
e religiosi provenienti da nord, anche <strong>in</strong> virtù delle<br />
rotte commerciali aperte dai mercanti greci e siriani. E proprio<br />
lungo queste rotte dovette giungere l’annuncio del<br />
Vangelo nelle terre dei “visi bruciati”.<br />
Se non sembra avere fondamento storico la leggenda che<br />
attribuisce all’eunuco etiope funzionario della reg<strong>in</strong>a<br />
Candace convertito da Filippo (Atti, 8,26-40) la prima<br />
evangelizzazione dell’Etiopia, sono <strong>in</strong>vece attendibili le<br />
fonti storiche che <strong>in</strong>dicano San Frumenzio ed il fratello<br />
Edesio, siriani, discepoli di Merope, filosofo di Tiro, come<br />
primi evangelizzatori della regione. In viaggio verso l’India,<br />
fecero naufragio sulla costa etiope. Alcuni soldati li condussero<br />
alla corte di Axum.<br />
Qui, grazie alla loro <strong>in</strong>telligenza, si guadagnarono importanti<br />
<strong>in</strong>carichi. Nella loro posizione privilegiata i due <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciarono<br />
a predicare il cristianesimo, fondando la prima<br />
comunità cristiana d’Etiopia. La tradizione fissa nel 333<br />
l’anno della conversione del regno etiopico al cristianesimo.<br />
E proprio ad Axum che storia, fede e leggenda s’<strong>in</strong>trecciano<br />
<strong>in</strong> un groviglio affasc<strong>in</strong>ante e <strong>in</strong>estricabile. Oggi Axum è un<br />
centro agricolo polveroso circondato da poveri villaggi.<br />
Una condizione di isolamento determ<strong>in</strong>ata da varie vicissitud<strong>in</strong>i<br />
e guerre anche recenti che hanno <strong>in</strong>terrotto quasi<br />
del tutto i flussi turistici. Un tempo, <strong>in</strong>vece, era il centro e<br />
l’orgoglio del potere imperiale. Segni dello splendore antico<br />
lo si può ancora cogliere visitando il Parco delle Stele,<br />
giganteschi monoliti simbolo della potenza axumita; la<br />
necropoli di re Kaleb o il palazzo di Dongour, che la leggenda<br />
vorrebbe antica residenza della reg<strong>in</strong>a di Saba. Ma<br />
che fa speciale la città agli occhi dei fedeli è la reliquia<br />
custodita <strong>in</strong> una cappella eretta tra le due chiese di<br />
Maryam Sion che la tradizione identifica con l’Arca<br />
dell’Alleanza, l’urna che avrebbe contenuto le tavole dei<br />
dieci comandamenti affidati a Mosè sul Monte S<strong>in</strong>ai, trafugata<br />
da Azaria quando riaccompagnò <strong>in</strong> Etiopia il figlio<br />
che la reg<strong>in</strong>a di Saba aveva avuto dal re ebreo Menelik.<br />
L’Atang, l’anziano custode dell’Arca, è l’unico essere vivente<br />
ad avere visto la reliquia. Privilegio e condanna <strong>in</strong>sieme,<br />
il vecchio monaco, nom<strong>in</strong>ato a vita tra quelli di più prova-
ta virtù, non può mai abbandonare il rec<strong>in</strong>to sacro ed è<br />
l’unico autorizzato a pregare e a spargere <strong>in</strong>censo attorno<br />
all’urna di legno <strong>in</strong>tarsiata <strong>in</strong> oro. Ai visitatori che lo<br />
<strong>in</strong>terrogano sull’esistenza e sul contenuto dello scrigno<br />
sacro, l’Atang sorride quasi assente:” L’Arca è il simbolo<br />
concreto della nostra fede. ma se credi, che sia o no <strong>in</strong><br />
questa cappella non conta. Conta la tua vita e il bene che<br />
fai <strong>in</strong> questo viaggio verso la casa celeste”.<br />
Adagiata sull’Asmara Road (la strada costruita dagli<br />
Italiani per collegare Eritrea e Etiopia, ed ancora oggi la<br />
pr<strong>in</strong>cipale arteria stradale del paese) si trova Lalibela<br />
Le chiese di roccia di Lalibela<br />
Nel XII secolo, sovrani della d<strong>in</strong>astia Zagwe di Lalibela di<br />
Etiopia costruì una serie di 11 chiese nella nuda roccia, i<br />
cui tetti si trovano al livello del suolo. Ogni edificio è circondato<br />
da un fossato profondo 12 m e sembra costruito<br />
<strong>in</strong> mattoni, per l'elaboratezza delle f<strong>in</strong>estre, la cura dei<br />
dettagli e delle decorazioni scolpite sulle pareti, la struttura<br />
di sporgenze e dorsali. Ogni chiesa possiede un<br />
complesso sistema di fossati, passaggi e canali di drenaggio.<br />
Pellegr<strong>in</strong>i e turisti vengono da tutto il mondo per<br />
ammirare le chiese e per partecipare a varie feste religiose.<br />
Nel 1978, le chiese scavate nella roccia a Lalibela sono<br />
state designate WHS (World Heritage Site, luogo patrimonio<br />
dell'umanità). A Lalibela il giorno che com<strong>in</strong>cia vede<br />
una folla variop<strong>in</strong>ta e silenziosa che si tuffa quasi nelle<br />
viscere della terra e le prime luci dell’alba sono salutate<br />
dal raccoglimento e dalla preghiera, scandita dal fasc<strong>in</strong>o<br />
ipnotico del canto liturgico. Undici sono le chiese rupestri<br />
, opere d’arte uniche e irripetibili, vere e proprie “preghiere<br />
di pietra”, collegate tra loro da una serie di cunicoli<br />
e da un groviglio <strong>in</strong>estricabile di passaggi. Si dividono<br />
<strong>in</strong> due complessi distanti tra loro poche cent<strong>in</strong>aia di<br />
metri. La più solenne è Medhane Alem (Cristo Salvatore<br />
del mondo), circondata da 34 colonne. Le più suggestive<br />
sono forse Beta Maryam (Casa di Maria), affiancata dalle<br />
cappelle rupestri di Beta Dangal ( Casa delle Verg<strong>in</strong>i) e<br />
Beta Meskal (Casa Della Santa Croce). I monaci raccon-<br />
<strong>Comunità</strong> aperta - Chiese cristiane<br />
44<br />
tano che sull’ampio loggiato era solito sostare <strong>in</strong> preghiera<br />
re Lalibela. Si dice che il suo spirito aleggia ancora<br />
<strong>in</strong> quel luogo. La più bella di tutte è probabilmente Beta<br />
Giorgis, (foto) <strong>in</strong>tarsiata nella roccia <strong>in</strong> splendida solitud<strong>in</strong>e.<br />
Il suo tetto a forma di croce greca sbuca da una terrazza<br />
che si spalanca verso la valle. All’<strong>in</strong>terno sono<br />
custoditi antichi evangeli e dip<strong>in</strong>ti che rifulgono d’oro e<br />
di ocra. Attorno alla chiesa che si sprofonda per 13 metri<br />
nella roccia, si aprono numerose caverne dove riposano<br />
mumificati alcuni pellegr<strong>in</strong>i. Secondo la leggenda, San<br />
Giorgio <strong>in</strong> persona avrebbe sorvegliato i lavori di costruzione<br />
della “sua” chiesa, lasciando impressa l’orma degli<br />
zoccoli del cavallo nella roccia. Testimonianza della fede<br />
e della tradizione, baluardo contro i tentativi di sopraffazione,<br />
da parte di altre culture e religioni, sono stati i<br />
monastero-fortezza nella zona di Adigat e <strong>in</strong> altre zone<br />
dell’Eritrea dove grazie alla presenza di monaci devoti si<br />
respira ancora la suggestiva e contagiosa atmosfera di<br />
raccoglimento e di fede che ha caratterizzato la vita di<br />
generazioni e generazioni di credenti.<br />
LA FESTA : il giorno di TIMKAT<br />
Il giorno di Timkat, l’Epifania, è la festa più attesa nel<br />
calendario liturgico della Chiesa ortodossa etiopica.<br />
Secondo il calendario giuliano, seguito ancora oggi <strong>in</strong><br />
tutto il paese, Timkat cade 12 giorni dopo Ghenna, il<br />
Natale di Cristo, che viene celebrato il 7 gennaio. Ma<br />
l’Epifania etiopica, <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea con la tradizione delle chiese<br />
orientali, non ricorda la manifestazione di Gesù<br />
Bamb<strong>in</strong>o. E’ piuttosto la celebrazione del Battesimo di<br />
Cristo nel Giordano. In quella occasione, racconta il<br />
Vangelo di Marco, il Padre rese pubblica testimonianza<br />
della presenza del Figlio dell’Uomo sulla terra.<br />
Proprio <strong>in</strong> ricordo del Battesimo di Gesù. Timkat è una<br />
festa che vede come simbolo pr<strong>in</strong>cipale l’acqua, che viene<br />
benedetta e portata <strong>in</strong> ogni casa. Ogni anno Timkat<br />
richiama nei luoghi più santi della cristianità etiope<br />
schiere <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ite di pellegr<strong>in</strong>i. All’alba il celebrante, attorniato<br />
dai monaci, diaconi e presbiteri, alza verso il cielo la<br />
pesante croce. E mentre il ritmo dei tamburi e il t<strong>in</strong>t<strong>in</strong>nio<br />
dei sistri si diffonde per l’aria tersa delle montagne, l’abba<br />
tocca con la croce la superficie della vasca battesimale,<br />
e mentre i cerimonieri spengono i ceri e cospargono di<br />
petali rossi il terreno, <strong>in</strong>izia la festa. La penitenza e le preghiere<br />
che hanno scandito le ore della notte lasciano il<br />
posto alla gioia. Una gioia irrefrenabile fatta di tuffi,<br />
schizzi e abluzioni. E l’acqua benedetta restituisce al<br />
mondo e agli uom<strong>in</strong>i che lo abitano la grazia di Dio.<br />
(Tratto da Mondo Missione genn. 2003 )
UN PO’ DI STORIA<br />
( a cura di G. Pedrali.)<br />
I nostri santi Patroni<br />
Giac<strong>in</strong>to e Maurizio, martiri<br />
Il 22 novembre la nostra famiglia Parrocchiale onora i<br />
propri protettori Giac<strong>in</strong>to e Maurizio martiri, le cui<br />
reliquie <strong>in</strong>signi sono giunte a <strong>Coccaglio</strong> nel lontano<br />
1638.Nel nostro archivio storico sono conservati molti<br />
documenti che attestano l’arrivo dei santi Patroni. In uno<br />
di essi, il più importante, vi è scritto:” Giuseppe<br />
Brescian<strong>in</strong>i della terra di <strong>Coccaglio</strong>, volendo gratificare la<br />
Chiesa Arcipretale<br />
di santa Maria<br />
Nascente di detta<br />
terra, donò al di lei<br />
R.R.P.P. Arciprete<br />
Bernard<strong>in</strong>o Mell<strong>in</strong>i<br />
ed alla <strong>Comunità</strong> i<br />
corpi dei Santi<br />
Giac<strong>in</strong>to e Maurizio<br />
con altre reliquie,<br />
cavate dal cimitero<br />
di Callisto e<br />
Priscilla <strong>in</strong> Roma<br />
aff<strong>in</strong>e che fossero<br />
S. Maurizio<br />
depositate <strong>in</strong> luogo<br />
rispettabile e decente siccome fu fatto”.<br />
Nell’archivio diocesano e nel nostro archivio parrocchiale<br />
è segnalato che ben 14 documenti, risalenti al<br />
1600, testimoniano “ la identità ed il legittimo possesso<br />
de’ santi Martiri”, il culto dei quali, qu<strong>in</strong>di, essendo sostenuto<br />
dalle “ testimonianze autorevoli della pubblica<br />
fede” non va contestato.<br />
La storia delle reliquie <strong>in</strong>izia con la decisione del papa<br />
Gregorio XV° di concedere al card<strong>in</strong>al Toledo la<br />
facoltà di scavare <strong>in</strong> tutti i cimiteri dell’Urbe per portare<br />
alla luce i santi corpi dei martiri. L’arduo compito di raccolta<br />
dei resti dei Santi venne affidato a Giovanni De<br />
Rubeis che trovò nel cimitero di Callisto i corpi dei nostri<br />
Santi Patroni e li donò al vescovo di Alessandria Erasmo<br />
Paravic<strong>in</strong>i. Quest’ultimo decise di donarli alla Pieve di<br />
<strong>Coccaglio</strong> “ perché aveva <strong>in</strong>teso la pietà di codesto popolo<br />
e paese ed era pesuaso della riverenza con cui sarebbe-<br />
Cultura, sport, notizie - Curiosando nello scrigno<br />
45<br />
ro stati tenuti e custoditi”. Il viaggio delle reliquie attraversò<br />
lo stato di Milano e fu immune dal dazio. Giunte a<br />
Brescia il Brescian<strong>in</strong>i le consegnò a Bernardo Mell<strong>in</strong>i ( o<br />
Mil<strong>in</strong>i) arciprete pievano di <strong>Coccaglio</strong>, era il 26 ottobre<br />
1638. Prima di giungere a <strong>Coccaglio</strong> le reliquie vennero<br />
certificate e studiate dal vescovado di Brescia. Una volta a<br />
<strong>Coccaglio</strong> le reliquie vennero poste presso l’altare ligneo<br />
della Madonna nell’antica pieve. L’ultimo viaggio delle<br />
requie avvenne il 22 novembre del 1789 quando furono<br />
trasferite “ con processione solenne maestosa” nella<br />
nuova chiesa arcipretale.<br />
Si sa, da documenti<br />
di archivio,<br />
che al corpo di san<br />
Maurizio mancano<br />
due <strong>in</strong>signi reliquie:<br />
una si trova presso<br />
la chiesa parrocchiale<br />
di San<br />
Maurizio Canavese<br />
(TO), e l’altra che è<br />
conservata <strong>in</strong> una<br />
chiesa svizzera.<br />
M<br />
S. Giac<strong>in</strong>to<br />
olti sono i<br />
documenti che attestano l’identità ,la veridicità e la<br />
“potenza” dei nostri Santi Patroni, non solo nel nostro<br />
archivio, ma anche <strong>in</strong> altri. Anni fa, per gentile concessione<br />
del compianto mons. Albertelli prevosto di Rovato, mi<br />
passò per le mani un documento di cronaca risalente al<br />
XIX° secolo dell’archivio parrocchiale di Marone nel<br />
quale vi era scritto:”…sia noto a tutti che oggi, dì 16 del<br />
mese di augusti, si è svolta, per decreto del Popolo, una<br />
solenne processione verso que’ Santi dè Cocai, per impetrar<br />
pioggia e salvar moria dè pesci. Processione solenne<br />
fu fatta con furor di Popolo e grande fede. I sanch dè<br />
Cocai vennero per noi esposti e noi prendemmo la polver<br />
dè sanch de Cocai per sanar le nostre ferite…”. Altre testimonianze<br />
le possiamo vedere e leggere nei quadri ex voto<br />
conservati nella sacrestia maggiore: “ sia noto a tutti li<br />
posteri come allì 16 aprile 1752 si sono portati i nostri<br />
santi Maurizio e Giac<strong>in</strong>to è questo è stato l’unico rimedio<br />
per fermare il male <strong>in</strong>curabile delle dolie e febbri maligne<br />
universali”. In un altro vi è scritto:” sia noto a tutti li
posteri come nella primavera dell’anno 1768, crescendo<br />
sempre più li ammalati e morti fu fatto voto dalla spettabile<br />
comunità di portare solennemente <strong>in</strong> processione li<br />
santi corpi di questi grandi Protettori…” Questi quadri, di<br />
autore ignoto, sono 4 e ricordano lo scoprimento o le<br />
processioni effettuate e narrano i prodigi dei nostri santi<br />
che hanno sempre vegliato e pregato per la nostra<br />
<strong>Comunità</strong>.<br />
Ma cosa sappiamo di queste splendide figure che<br />
hanno versato il proprio sangue per testimoniare il<br />
Vangelo di Cristo?<br />
Maurizio ebbe il privilegio di far parte della legione<br />
Tebana, composta da un migliaio di soldati tutti<br />
orig<strong>in</strong>ari dei d<strong>in</strong>torni di Tebe. La legione era agli ord<strong>in</strong>i di<br />
Massimiano, associato al governo nel 286 d.C. con l’imperatore<br />
Diocleziano. Prima di una battaglia tutti i soldati<br />
vennero <strong>in</strong>vitati a compiere un sacrificio agli dei, ma<br />
Maurizio ed i suoi compagni, profondamente cristiani,<br />
rifiutarono. L’ira di Massimiano si sfogò contro di loro:<br />
ord<strong>in</strong>ò che venisse flagellato un soldato ogni 10, ma<br />
anche con questa prova, i soldati non vennero meno alla<br />
propria fede. Massimiano si <strong>in</strong>ferocì fece decapitare quasi<br />
tutti i soldati dopo un tremendo martirio. Maurizio fu<br />
uno degli ultimi ad essere decapitato e per tutto il tempo<br />
<strong>in</strong>coraggiò e sostenne i suoi compagni che, morendo,<br />
<strong>in</strong>vocavano il perdono di Dio.<br />
Giac<strong>in</strong>to nacque da famiglia cristiana nel XII° secolo<br />
ad Amatris, sulle rive del mar Nero e f<strong>in</strong> da piccolo<br />
ebbe il dono di compiere miracoli. Unico scopo della sua<br />
vita era quello di aprire le menti ed i cuori al messaggio di<br />
Cristo. In tarda età <strong>in</strong>contrò un gruppo di pagani <strong>in</strong> adorazione<br />
di un albero; attese la notte e lo sradicò, aspettando<br />
poi di essere arrestato. La prigionia fu molto dura,<br />
ma la preghiera e la fiducia <strong>in</strong> Dio lo sostenne. Venne sottoposto<br />
ad ogni tormento e prova crudele s<strong>in</strong>o a quando<br />
i suoi carnefici non lo uccisero. Non sappiamo bene<br />
quale martirio subì, però la sua devozione si moltiplicò<br />
subito dopo la sua morte. Ogni anno, nell’anniversario<br />
della sua nascita al cielo, il popolo si recava sulla sua<br />
tomba dove scaturiva una polvere miracolosa che tutti<br />
usavano come medic<strong>in</strong>a.<br />
Durante la costruzione della nuova chiesa Arcipretale<br />
una delle preoccupazioni pr<strong>in</strong>cipali fu quella di erigere<br />
un altare <strong>in</strong> onore dei Patroni. Cesare Esposito, nel<br />
suo libro sulla chiesa di <strong>Coccaglio</strong> dice:” <strong>in</strong>torno al 1748<br />
Domenico, Bernard<strong>in</strong>o e Giovanni Battista Carboni col-<br />
46<br />
Cultura, sport, notizie<br />
laborarono all’erezione dell’altare dei santi Maurizio e<br />
Giac<strong>in</strong>to. Domenico lo disegnò, Bernard<strong>in</strong>o ne curò la<br />
costruzione e Battista lo completò.” Quest’opera della<br />
famiglia Carboni ( situata al centro della nuova chiesa<br />
sulla destra per chi entra dalla porta pr<strong>in</strong>cipale) è un<br />
capolavoro nel suo genere certamente è l’altare migliore<br />
della chiesa, poiché ricco di marmi pregiati e di maestose<br />
statue, e ad esso si sono ispirati gli autori degli altari laterali.<br />
Per compiere quest’opera vennero stipulati due contratti:<br />
uno il 10 aprile 1758, l’altro il 18 gennaio 1769. Il<br />
22 novembre 1779 furono collocate le casse con le reliquie<br />
dei Martiri.<br />
Rimane misterioso il completamento dell’altare perché<br />
solo nel 1824 venne commissionata al pittore<br />
Gabriello Rott<strong>in</strong>i la tela dei santi Martiri.<br />
LA PALA DE“I SANTI GIACINTO E MAURIZIO<br />
CON B. M. VERGINE E BAMBINO”<br />
(di Gabriello Rott<strong>in</strong>i 1824)<br />
Gabriello Rott<strong>in</strong>i nacque a Brescia 1 dicembre del<br />
1797 e morì a Brescia il 2 aprile del 1858.
E<br />
’ noto alla comunità bresciana poiché nel 1840 ebbe<br />
l’idea di aprire una scuola di disegno e pittura, sostenuta<br />
da benefattori, che consentiva a ragazzi analfabeti<br />
vogliosi di imparare, di frequentarla gratuitamente, fra<br />
questi vi era il padre di santa Maria Crocifissa di Rosa ed<br />
il celebre architetto Rodolfo Vant<strong>in</strong>i. Nel 1851 il<br />
Municipio di Brescia assorbì quella scuola e nom<strong>in</strong>ò il<br />
Rott<strong>in</strong>i conservatore della neo acquisita P<strong>in</strong>acoteca di<br />
Paolo Tosio. Il disegno che veniva <strong>in</strong>segnato <strong>in</strong> quella<br />
scuola era<br />
ritenuto un<br />
poco la<br />
chiave polivalente<br />
per<br />
molte attivitàartistico<br />
– artigianali<br />
, da<br />
quelle <strong>in</strong>erentiall'architettura<br />
a<br />
quelle dei<br />
mobilieri,<br />
dei fabbri,<br />
dei ceramisti<br />
e dei tessitori.<br />
Il<br />
Rott<strong>in</strong>i<br />
affermava<br />
che il disegno è la forma del pensiero di figurazione e prefigurazione<br />
cioè di ogni progetto. Egli cercò di materializzare<br />
il passaggio delle scuole per artisti a quelle per<br />
artigiani. La scuola fondata dal Rott<strong>in</strong>i ora è conosciuta<br />
come “ Scuola Moretto”.<br />
Il Rott<strong>in</strong>i a <strong>Coccaglio</strong> lasciò due testimonianze importanti<br />
del suo lavoro: la tela dei Santi Patroni e l’affresco,<br />
posto sopra il portale d’<strong>in</strong>gresso esterno della chiesa,<br />
raffigurante la nascita della Verg<strong>in</strong>e, alla quale è dedicata<br />
la Chiesa Arcipretale.<br />
Isanti Giac<strong>in</strong>to e Maurizio con B.V. Maria e Bamb<strong>in</strong>o:<br />
220 x 400 cm, olio su tela cent<strong>in</strong>ata. In archivio è<br />
conservato questo documento nel quale vi è<br />
scritto:”…l’11 novembre A.D. 1824, la venerabile<br />
Fabriceria di <strong>Coccaglio</strong>, grazie al lascito di L.581 ricevuto<br />
dalla N.D. Maria Corioni l’anno precedente, poté accordarsi<br />
col pittore Gabriello Rott<strong>in</strong>i per un quadro rappresentante<br />
il martirio dei Santi Giac<strong>in</strong>to e Maurizio<br />
Protettori del paese. Il quadro misura 9 braccia e 1 mezzo<br />
47<br />
Cultura, sport, notizie<br />
di altezza, e 4 braccia e mezzo di larghezza. La consegna<br />
del quadro era prevista entro diciotto mesi…”<br />
La tela si presenta maestosa e solenne e mostra la gloria<br />
dei santi patroni. Ritto a s<strong>in</strong>istra vi è la figura di<br />
san Maurizio, riconoscibile dalla tenuta militare, che <strong>in</strong><br />
preghiera adora la Verg<strong>in</strong>e con Bamb<strong>in</strong>o che <strong>in</strong>dica con il<br />
gesto della mano s<strong>in</strong>istra la corona del martirio. La<br />
Verg<strong>in</strong>e Maria poggia su un basamento contornato da un<br />
bassorilievo che mostra il martirio di san Maurizio e dei<br />
suoi compagni per decapitazione. Il bassorilievo sembra<br />
quasi staccarsi dal quadro e mostra volumi e forme<br />
nuove. A destra, sempre <strong>in</strong> atteggiamento di adorazione,<br />
vi è la figura di possente di san Giac<strong>in</strong>to <strong>in</strong> abiti non militari.<br />
San Giac<strong>in</strong>to è <strong>in</strong> g<strong>in</strong>occhio e sta ad <strong>in</strong>dicare la sottomissione<br />
a Dio ed il rispetto che dobbiamo portare<br />
verso di Lui; sembra guardare assorto i due angeli che<br />
mostrano la palma del martirio. Dietro san Giac<strong>in</strong>to<br />
trova spazio la figura di un angelo <strong>in</strong> bianche vesti che,<br />
quasi sp<strong>in</strong>to dalla Verg<strong>in</strong>e, dona ai due santi la corona del<br />
martirio. Da notare <strong>in</strong> quest’opera sono i visi dei personaggi<br />
che emanano una luce quasi div<strong>in</strong>a e fanno si che<br />
chi guarda l’opera venga quasi rapito dalla serenità e dolcezza<br />
che vi è racchiusa. I volti sereni e rosei dei santi<br />
Martiri, quasi angelici, <strong>in</strong>dicano la fede, la purezza e l’<strong>in</strong>nocenza<br />
della loro vita.<br />
Quest’opera, <strong>in</strong> realtà, cela un piccolo mistero: dal<br />
1779 al 1825 che cosa vi era dove attualmente è collocato<br />
il gruppo ligneo della Verg<strong>in</strong>e Maria scolpito all’<strong>in</strong>izio<br />
del XX° secolo? Questo quadro fu certamente<br />
posto come pala dell’altare appositamente costruito per i<br />
santi Patroni, le misure <strong>in</strong>iziali corrispondono, e così<br />
anche la forma <strong>in</strong>iziale del quadro che non era rettangolare<br />
ma era simile alla pala dell’altare maggiore del<br />
Savanni.<br />
La tela del Rott<strong>in</strong>i venne trasferita da mons. Dossena al<br />
primitivo altare della Verg<strong>in</strong>e “vestita”( una statua di<br />
legno rivestita da un piviale di tipo giard<strong>in</strong>o) sul lato<br />
s<strong>in</strong>istro sotto l’organo.<br />
Nell’opera di restauro, eseguita nel 1997 grazie alla<br />
donazione di una famiglia di <strong>Coccaglio</strong>, si è avuta<br />
conferma della riduzione <strong>in</strong> alto ed ai lati della tela del<br />
Rott<strong>in</strong>i per adattarla alla nuova collocazione.
Per ricordare il caro prof. Stefano Dotti che, <strong>in</strong>sieme al sig. Cesare Esposito, ha <strong>in</strong>iziato la ricerca sulla storia del<br />
nostro paese, si ripropongono i suoi articoli sulle vicende che precedettero, accompagnarono e seguirono la f<strong>in</strong>e del<br />
vecchio campanile e la costruzione del nuovo, scritti con il suo caratteristico stile diretto e piacevolmente didattico<br />
PARTE SECONDA<br />
Com’è sorto il nuovo campanile<br />
Da premettere che l’edificazione del campanile<br />
nuovo, di per se stessa, non richiederebbe la stesura<br />
di un capitolo.<br />
Difatti non ha molta storia , se non per i riflessi<br />
sulla comunità di <strong>Coccaglio</strong> e nella eccezionalità dei<br />
tempi dell’immediato dopoguerra.<br />
Altra considerazione, a causa di quella eccezionalità,<br />
non sarebbe di certo sorto il campanile nuovo,<br />
se non avessimo avuto a che fare, a quei tempi, con<br />
un Parroco “eccezionale”, pure lui, mons. Dossena,<br />
che stava alla guida spirituale del paese con ferree<br />
mani e con <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito<br />
cuore.<br />
Mons. Antonio Dossena<br />
Parroco di <strong>Coccaglio</strong> dal 1919 al 1956<br />
e....addentellati<br />
E’ logico qu<strong>in</strong>di<br />
che si debbano<br />
tenere <strong>in</strong> considerazione<br />
pure i<br />
fatti dei tempi<br />
dell’immediato<br />
dopoguerra, con<br />
una comunità<br />
campagnola ed<br />
operaia che ritornavafaticosamente<br />
alla normalità.<br />
Per gli operai,<br />
basti un cenno ai<br />
molti uom<strong>in</strong>i e donne nostri, che avevano <strong>in</strong>trapreso<br />
la strasa di Milano, dalla matt<strong>in</strong>a all’alba, ed<br />
anche prima, a sera <strong>in</strong>oltrata, su quei treni dove sta-<br />
Cultura, sport, notizie - Note di storia<br />
48<br />
a cura di Natale Partegiani<br />
vano pigiati come sard<strong>in</strong>a ed ancora costituiti da<br />
carri-bestiame senza riscaldamento durante i rigidissimi<br />
<strong>in</strong>verni del 1946 – 1947.<br />
Fortunati <strong>in</strong> merito i contad<strong>in</strong>i che pure loro però<br />
subivano i loro travagli, nel rifacimento di quella<br />
economia produttiva che aveva subito il tracollo<br />
della valuta: qualche liretta l’avevano raggranellata<br />
durante gli anni della guerra, ora però si trovavano<br />
con un pugno di mosche <strong>in</strong> mano.<br />
Comunque non facciamone l’<strong>in</strong>troduzione alla tragedia!<br />
Niente di brutto se non per i sacrifici che si<br />
stavano sopportando, con la rassegnazione caratteristica<br />
di sempre, presso la nostra gente e diciamo<br />
pure con quell’humor che ha contraddist<strong>in</strong>to i<br />
compaesani nostri anche nella canzonetta che ancora<br />
si canta , quando un buon bicchiere ci <strong>in</strong>duce a<br />
sorridere.<br />
In tale atmosfera collochiamo dunque mons.<br />
Dossena ed il suo campanile nuovo con la frase citata<br />
addietro: “Dobbiamo costruire un campanile<br />
nuovo con nuove campane, che mand<strong>in</strong>o su nel<br />
cielo l’armonia corale delle nostre genti!”.<br />
Perciò, mentre il campanile vecchio non aveva<br />
ancora smesso di m<strong>in</strong>acciare rov<strong>in</strong>a, già negli accenni<br />
del Sacerdote si parlava del nuovo.<br />
Nel 1948 l’operazione persuasoria era <strong>in</strong> atto dall’alto<br />
del pulpito, ad ogni messa della domenica ed<br />
anche delle <strong>in</strong>frasettimanali, quando capitavano le<br />
occasioni.<br />
Bella frase <strong>in</strong>tendiamoci, da <strong>in</strong>trodurre sempre <strong>in</strong>
ogni omelia, al momento giusto e per il “corpus” del<br />
discorso, che pian piano andava ad assumere i toni<br />
dell’ “Eroica” di Beethoven.<br />
Perché tale era il modo di “combattere” del nostro<br />
Parroco sul pulpito, dove la sua personalità mite,<br />
buona, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>itamente generosa (è morto senza una<br />
lira <strong>in</strong> tasca), subiva una trasformazione <strong>in</strong>credibile.<br />
Avevamo sul pulpito un “titano”, una specie di<br />
leone ruggente, detto alla buona perché non <strong>in</strong>tendo<br />
offendere la memoria d’una brava persona, anzi.<br />
Così un mese dopo l’altro, un anno dopo l’altro, gli<br />
abitanti di <strong>Coccaglio</strong> si conv<strong>in</strong>sero che per mettere<br />
<strong>in</strong> quiete il buon uomo, non avevano che dargli<br />
ascolto.<br />
Va premesso però che la faccenda “dell’armonia”,<br />
per noi castellani e vic<strong>in</strong>iori, non aveva di per sé conv<strong>in</strong>to<br />
molto.<br />
Ne avevamo avuto a sufficienza del coro delle vecchie<br />
campane, c<strong>in</strong>que, martellanti le orecchie dalle<br />
Per molto tempo si è creduto che le catacombe fossero<br />
luoghi di riunione e di rifugio dei cristiani perseguitati.<br />
In realtà esse erano cimiteri scavati nel<br />
tufo; qui i cristiani dei primi secoli (come facevano<br />
del resto anche pagani ed Ebrei) deponevano i loro<br />
morti e specialmente i martiri, decorandone i sepolcri<br />
con affreschi, marmi, immag<strong>in</strong>i su vetro dorato.Solo<br />
<strong>in</strong> casi eccezionali, durante le persecuzioni,<br />
servirono come luoghi di rifugio momentaneo per la<br />
celebrazione dell’Eucarestia.<br />
Gli antichi cristiani non usavano il term<strong>in</strong>e “catacomba”.<br />
La parola è di orig<strong>in</strong>e greca e significa “presso<br />
il dirupo”; i Romani chiamavano così una località<br />
sulla via Appia dove si trovavano delle cave per l’asportazione<br />
dei blocchi di tufo. Siccome lì vic<strong>in</strong>o<br />
furono scavate le catacombe di San Sebastiano – il<br />
Cultura, sport, notizie - Note di storia<br />
49<br />
sei del matt<strong>in</strong>o a sera, per più volte, anche perché il<br />
vecchio campanile di metri 27 si era sempre prestato<br />
al martellamento.<br />
Tant’era comunque, anche perché nel 1948 il<br />
Parroco, visto che ancora non avevano concretano<br />
nulla, aveva <strong>in</strong>trodotto un’altra frase: “Vox populi,<br />
vox as<strong>in</strong>i!!!”.<br />
In tal modo ci tassammo con offerte volontarie , da<br />
mettere però <strong>in</strong> busta aperta: Tutte le famiglie si tassarono,<br />
talmente era stato “persuasivo” il Parroco.<br />
L’edificazione ebbe <strong>in</strong>izio il 22 novembre del 1951<br />
ad opera dell’impresa Gnutti di Rovato, con la s<strong>in</strong>golarità<br />
bella o brutta, che lo si andava costruendo<br />
<strong>in</strong> blocchi di cemento armato, l’uno sull’altro.<br />
LE CATACOMBE<br />
di Graziella Lor<strong>in</strong>i<br />
Prof. Stefano Dotti<br />
coemeterium ad catacumbas- il term<strong>in</strong>e fu poi esteso<br />
a tutti i cimiteri sotterranei.<br />
Ma perché questa scelta di cimiteri sotterranei?<br />
Prima di tutti i cristiani rifiutavano l’usanza pagana<br />
della cremazione dei corpi e, sull’esempio della<br />
sepoltura di Cristo, preferivano l’<strong>in</strong>umazione, per un<br />
senso di rispetto verso il corpo dest<strong>in</strong>ato un giorno<br />
alla resurrezione dai morti. Poi c’era il problema<br />
dello spazio che, all’aperto, si sarebbe ben presto<br />
esaurito. Inoltre non dimentichiamo che nei cristiani<br />
era vivissimo il senso della comunità, per cui desideravano<br />
trovarsi assieme anche nel sonno della<br />
morte ( cimitero è una parola di orig<strong>in</strong>e greca che<br />
significa “luogo di riposo”); <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e questi luoghi<br />
appartati permettevano raduni comunitari riservati<br />
e discreti e consentivano il libero uso dei simboli
cristiani. In conformità alla legge romana, che proibiva<br />
la sepoltura dei defunti entro le mura della città,<br />
tutte le catacombe sono situate lungo le grandi vie<br />
consolari, entro un raggio di tre miglia dalla c<strong>in</strong>ta<br />
muraria.<br />
L’aspetto più comune delle catacombe è quello di una<br />
serie di corridoi lunghi e stretti, ai due lati dei quali<br />
sono scavati i loculi ( ossia le nicchie dest<strong>in</strong>ate ad accogliere<br />
le spoglie dei defunti) posti uno sopra l’altro e<br />
ogni tanto ambienti più ampi, i cubicoli. L’arcosolio è<br />
una nicchia molto più grande che serviva da tomba per<br />
un’<strong>in</strong>tera famiglia e presentava un arco sovrastante,<br />
per lo più decorato<br />
con affreschi<br />
o mosaici.<br />
Deposto solennemente<br />
il cadavere<br />
nella nicchia<br />
– avvolto <strong>in</strong><br />
un sudario di<br />
l<strong>in</strong>o , imbalsamato<br />
oppure<br />
semplicemente<br />
cosparso di calce<br />
viva- il loculo<br />
veniva chiuso<br />
con una lastra di<br />
marmo o con grandi tegole e sigillato con malta.<br />
Poiché molte tombe non recavano alcuna scritta, si<br />
usava <strong>in</strong>serire nella malta qualche segno di riconoscimento:<br />
vasetti, monete, conchiglie, piccole lucerne,<br />
statuette, paste vitree.<br />
Tra gli oggetti r<strong>in</strong>venuti nelle catacombe, quelli che<br />
hanno dato più frequenti reperti sono le lucerne di terracotta<br />
ed i vetri a fondo d’oro. Le lucerne, il cui beccuccio<br />
è stato trovato quasi costantemente annerito,<br />
servivano soprattutto a scopo di illum<strong>in</strong>azione, ma<br />
non è escluso che, almeno <strong>in</strong> qualche caso, siano da<br />
considerarsi quali segni di pietà funeraria. I vetri a<br />
fondo d’oro sono dischi di vetro spianati a smeriglio,<br />
con applicata, mediante una res<strong>in</strong>a sottilissima, una<br />
foglia d’oro <strong>in</strong>cisa lungo i contorni delle figure. Le<br />
scene che vi compaiono si riferiscono al Vecchio e al<br />
Nuovo Testamento oppure raffigurano il Buon<br />
Pastore, l’orante, i SS Pietro e Paolo, busti di vari personaggi.<br />
Presso i loculi sono state non di rado trovate<br />
delle fialette di vetro che presentavano tracce rossastre.<br />
Nei secoli scorsi si credeva che avessero contenuto il<br />
Cultura, sport, notizie - Note di storia<br />
50<br />
sangue dei martiri e furono perciò ritenute come contrassegni<br />
certi di martirio. Oggi si è più propensi a credere<br />
che abbiano contenuto balsami od oli aromatici.<br />
Nelle catacombe i pittori dip<strong>in</strong>gono a fresco le pareti e<br />
le volte dei cubicoli, lo sfondo dei sottarchi, la fronte<br />
degli arcosoli. Le più antiche figurazioni sono comuni<br />
al mondo classico, ma ad esse i cristiani attribuiscono<br />
un particolare significato simbolico: la vite coi grappoli<br />
rappresenta l’Eucarestia e i frutti della grazia; le<br />
scene pastorali rappresentano le anime elette <strong>in</strong>torno<br />
al Div<strong>in</strong>o Pastore; i miti pagani di Orfeo, di Prometeo,<br />
di Amore e Psiche sono simboli rispettivamente del<br />
Cristo, della creazione dell’uomo,delle vicende dell’anima.<br />
I motivi preferiti sono: la colomba, l’agnello, il<br />
cesto dei pani, l’ancora e il pesce. Quest’ultimo, <strong>in</strong><br />
greco IKTHUS, significa: Gesù (I) Cristo (K) Figlio (U)<br />
di Dio (TH) Salvatore (S). La croce non compare prima<br />
del V secolo. Due sono le figure più frequentemente<br />
ripetute da scultori e pittori cristiani: il Buon Pastore e<br />
l’Orante. Col procedere del tempo prendono sempre<br />
maggior importanza i soggetti forniti dall’Antico e dal<br />
Nuovo Testamento, rappresentati però <strong>in</strong> una forma<br />
assai semplificata. Frequentissimo anche il monogramma<br />
di Cristo, formato dalle due lettere greche X e<br />
P (sono le prime due lettere della parola greca<br />
“Christòs”) <strong>in</strong>trecciate <strong>in</strong>sieme.<br />
Vi sono più di sessanta catacombe a Roma, con cent<strong>in</strong>aia<br />
di chilometri di gallerie e dec<strong>in</strong>e di migliaia di<br />
tombe. Cimiteri sotterranei si trovano anche a Chiusi,<br />
Bolsena, Napoli , nella Sicilia orientale e nel Nord<br />
Africa.<br />
Le catacombe sono oggi visitate da migliaia di pellegr<strong>in</strong>i<br />
da ogni parte del mondo. Esse <strong>in</strong>fatti per il loro<br />
prezioso patrimonio di pitture, iscrizioni, sculture, ecc<br />
sono considerate autentici archivi della Chiesa primitiva,<br />
che documentano gli usi e i costumi, i riti e la dottr<strong>in</strong>a<br />
cristiana, come era <strong>in</strong>tesa, <strong>in</strong>segnata e praticata<br />
allora. Nonostante il fatto che le catacombe siano,<br />
dopo tutto, soltanto dei cimiteri, esse parlano alla<br />
mente e al cuore dei visitatori con un l<strong>in</strong>guaggio silenzioso<br />
ma efficace. Là sotto tutto parla di vita più che<br />
di morte; ogni galleria percorsa, ogni simbolo o dip<strong>in</strong>to<br />
<strong>in</strong>contrati, ogni iscrizione letta, fa rivivere il passato<br />
ed offre un chiaro messaggio di fede e di testimonianza<br />
cristiana.
MUSICA<br />
Deep Purple<br />
Banana<br />
Emi – Durata: 51’30”<br />
Dopo tanta attesa, ecco arrivare sugli<br />
scaffali, il nuovo Cd dei Deep Purple,<br />
purtroppo per noi anche John Lord (il<br />
mitico, il grande, l’unico, l’<strong>in</strong>imitabile)<br />
ha lasciato il gruppo, (ebbene si, dopo<br />
Blackmore, un’altra colonna portante<br />
della band se n’è andata), al suo posto<br />
un eccellente musicista Don Airey (già<br />
con Colesseum, Colesseum II, Gary<br />
moore e altri ancora). Per chi si fosse<br />
perso i cambi di formazione dopo l’uscita<br />
dalla Band di Blackmore c’é stata<br />
una serie di chitarristi che hanno cercato<br />
di tamponare il vuoto (tra cui Joe<br />
Satriani), ma il nuovo equilibrio, i Deep<br />
sembrano averlo trovato con Steve<br />
Morse (ex Dixie Dregs), eccellente chitarrista,<br />
con uno stile <strong>in</strong>confondibile,<br />
ma diverso rispetto a Blackmore (<strong>in</strong>fatti<br />
Blackmore è più classic oriented,<br />
mentre Morse ha uno stile più Jazzy<br />
oriented). Fra i Deep Purpoliani di vecchia<br />
data ci sarà forse chi rimpiangerà<br />
(ma non troppo) l’ex chitarrista perso<br />
<strong>in</strong> nuove esperienze musicali con i<br />
Blackmore’s night. Resta comunque il<br />
fatto che Banana è un ottimo disco<br />
suonato con entusiasmo da dei signori<br />
rispettabili, con tanta voglia di stupire<br />
ancora dopo oltre trent’anni.<br />
Analizzando le canzoni sì <strong>in</strong> com<strong>in</strong>cia<br />
con un ottima “house of pa<strong>in</strong>”, <strong>in</strong><br />
pieno stile Deep, si prosegue con “sun<br />
goes down” che ricorda le glorie passate,<br />
si mac<strong>in</strong>a hard rock con un impeccabile<br />
performance canora di Ian<br />
Gillian; Haunted è un bel pezzo lento<br />
suonato con molto feel<strong>in</strong>g è un <strong>in</strong>telligente<br />
costruzione armonica, classica<br />
ma efficace con l’accompagnamento<br />
degli archi che rendono il pezzo di<br />
grande atmosfera. Si passa poi a pezzi<br />
suonati molto bene che evidenziano il<br />
nuovo “l<strong>in</strong>e up” del gruppo. Picture of<br />
<strong>in</strong>nocence è un pezzo molto “bluesy”<br />
che rimanda agli ultimi due album.<br />
“Never a word”, merita di essere ascoltata<br />
per l’orig<strong>in</strong>alità un stupenda ballata<br />
acustica. Bananas è un bel pezzo tirato<br />
e da il titolo all’album. Chiude l’album<br />
“contact lost” un piccolo capolavoro.<br />
Giorgia<br />
Ladra di vento<br />
L’ultimo cd di Giorgia, è la conferma<br />
del talento artistico della cantante<br />
romana, che qui, troviamo non solo <strong>in</strong><br />
veste di <strong>in</strong>terprete, ma anche di autrice<br />
dei brani e produttrice. “Gocce di<br />
memoria” track list del film “la f<strong>in</strong>estra<br />
di fronte” è uno dei brani migliori del<br />
disco, dove i vari stili tanto amati dalla<br />
cantante si fondono per creare nuove<br />
alchimie, purtroppo però questo brano<br />
è l’unico a non essere stato scritto dalla<br />
cantante.<br />
Il resto del disco è zeppo di cose già sentite<br />
<strong>in</strong> passato, che scivolano via senza<br />
lasciare traccia. Nonostante tutto, i<br />
testi delle canzoni scritti, quasi tutti da<br />
Giorgia risultano essere di grande spessore<br />
nei contenuti anche se elementari<br />
nella struttura.<br />
Rimane comunque un buon cd che non<br />
deluderà i fans dell’artista; dopo tutto è<br />
una delle migliori voci italiane, da lodare<br />
anche il suo impegno e la dedizione<br />
per il lavoro che fa. Giorgia è brava.<br />
51<br />
Cristian<br />
Cultura, sport, notizie<br />
Pa nèghér,<br />
pulenta e fic sec<br />
Chésta lé öna storia vera,<br />
ma per ‘nquadrala méi<br />
bisogna turnà ‘ndrè f<strong>in</strong>a a<br />
la primaèra del quarantaquatér.<br />
El sul l’era apena spuntàt e<br />
sic fredilì, du mascc e tre<br />
scetè (nof, set, sic, quater e<br />
du agn) i s’èra désédàcc<br />
trop prést per la fam; sentacc<br />
zo söl muradél föra dé<br />
la butiga de la Rus<strong>in</strong>a ‘ntat<br />
che la so’ mama la spettaa<br />
él furnér ch’él riàess a portaga<br />
a la butighera el pa<br />
negher de le tesere. Ma el<br />
furnèr l’era prope en ritardo...<br />
entat i popi impasienti<br />
i mandaa zo la salia e i<br />
cöntaa la fam.<br />
La sera prima i ghèra mangiàt<br />
sul la m<strong>in</strong>estra de riss<br />
con dò patate schisade e en<br />
po’ de sp<strong>in</strong>ase.<br />
La famia de l’Aneta l’era<br />
mia töta lè: Pier<strong>in</strong>o, el<br />
prim, l’andaa a ‘nparà a fa<br />
‘l falegnam e Faust<strong>in</strong>a, la<br />
seconda, en servisio dal<br />
vicediretur del stabiliment.<br />
De mangià i s’era portat<br />
vià pà e ficc sec, per colasiù<br />
e per disnà.<br />
“Saràl endòe stamat<strong>in</strong>a<br />
Paulì??” le se disia le mame<br />
föra de la butiga.<br />
“Me so mia tat preocupada
Proèrbe dé önâ oltâ…Per ön sorìso dé adéss…<br />
de la scöla, ma de daga de<br />
mangià a chei pic<strong>in</strong>ì lè! La scöla<br />
la pöl spetà... tanto ghé riàcc töcc<br />
chéi soldacc lè e i ga ocupàt töte<br />
le scöle e l’oratore. Le maestre le<br />
ma dit che ‘l sarà dificil f<strong>in</strong>ì l’an<br />
scolastico” La ghe diss l’Aneta a<br />
doi o trei fomne le visì (le fomne<br />
che spettaa iera entat deentade<br />
parece).<br />
Paulì el ria, ma l’è sensa pà! En<br />
del pogià la bicicletta con le séste<br />
öde al mür el ghe diss:<br />
“Me dispiass fomne! Stamatt<strong>in</strong>a<br />
töt el pà i l’à requisìt él capitano<br />
del batagliù de la Tagliamento<br />
per i soldacc....!!!” La nutisia la fa<br />
a la svelta a girà. Töcc i va a<br />
cà...ma l’Aneta la sé scoraggia<br />
mia la và de la so amica mul<strong>in</strong>era,<br />
la compra dess chili de far<strong>in</strong>a<br />
bianca a credit… e:<br />
“Che ghé daroi me a chei popi<br />
lé?!?!?”<br />
“Arda che mè ansàt ch’el toc de<br />
pulenta chè! Daghela ai scecc!!!”<br />
“Ndom a cà!” le ghe diss ai sò<br />
popi la Aneta “Stamat<strong>in</strong>a pulentà<br />
e fic sec,.....ma stasera, dumà e<br />
dum<strong>in</strong>ica PA’ BIANC E BU’! En<br />
barba a le tesere!….<br />
(Segue sul prossimo numero)<br />
LIME<br />
● A San Martì, stòpa ‘l tò vì, a Nedàl cum<strong>in</strong>cia a<br />
tastàl.<br />
● El murus l’è come èl pès, l’è catìf se nò lè frès-c.<br />
● Chi póda a San Martì, guadègna pa e vì.<br />
● E_l prim l’è d’or, èl second l’è d’arzènt, èl tèrz èl val<br />
niènt.<br />
● E_l pìcol istàtd de San Martì èl düra tré dé e ‘n tuchilì.<br />
● A töcc i Sancc, sciarpe e guàncc.<br />
● Murus rifüdàt amò dè piö ‘nnamuràt.<br />
● A Santa Bibiana, l’è amò ‘n la tana. A Santa Lüssia, la<br />
vé a fa la spia. A Ne-dal, sensa fai. (l’arrivo della neve)<br />
● Le beghe dè murùs, le prepara per quan s’e spùs.<br />
● Quan piöf èl dé de Santa Bibiana, piöf quaranta dé e<br />
‘na setimana.<br />
● A Santa Barbera o Barbar<strong>in</strong>a, sàra le bestie ‘n la casc<strong>in</strong>a.<br />
● Se ‘l cör nó ‘l döl, piànzer nöl pöl.<br />
● Santa Barbara e San Simù, lìberem da le saète e dai tù,<br />
dal tù e da la saè-ta, Santa Barbara benedèta.<br />
● ‘Na spusa buna, no’ l’è mai gal<strong>in</strong>a capuna.<br />
● All’Epifania, anche ‘l frèt lè ‘n’allegria..<br />
● Amur sensa baröfa, ‘l fa la möfa.<br />
● Per Sant’Antóne de la barba bianca, se manca ‘l gias la<br />
néf nó la manca.<br />
● Sorèc, somèghé, scaraàs e scurpiù, dè la bràa maseéra<br />
jè la disperassiù.<br />
● Sant’Antóne, San V<strong>in</strong>sèns e Sant’Agnés, jè tré grancc<br />
mercàncc de néf.<br />
● San Fabià e San Bascià i vè cò la viöla ‘n mà.<br />
● La fòmna buna la te ‘n pé la cà, chela catìa la la ru<strong>in</strong>arà.<br />
● Fómne, cà e bacalà per fai deèntà bu, jè dè pestà.<br />
52<br />
Cultura, sport, notizie<br />
(Ben-Tar)
Orari di trasmissione:<br />
Notizie utili<br />
A s c o l t i a m o<br />
La voce parrocchiale<br />
Radio E.C.Z. - Mhz 91.85<br />
Emittente Cattolica Zonale<br />
. Dal lunedì al sabato: ore 7.00 - 7.30 S.te Messe<br />
8.00 - 9.30 S. Messa + Rosario<br />
18,00 - 19,30 S. Messa vespert<strong>in</strong>a<br />
20,00 - 21,30 Rosario/notizie/catechesi/<br />
eventuali funzioni.<br />
53<br />
Cultura, sport, notizie<br />
. Domenica e festivi: ore 8.30 - 12.00 Santificazione delle feste<br />
18,00 - 19,30 Vespert<strong>in</strong>a.<br />
N.B. Le trasmissioni sono limitate agli orari sopra elencati. Sono esclusi qu<strong>in</strong>di i vespri, funerali e le<br />
S.te Messe delle ore 16,30.<br />
Farmacie di turno – Guardia Farmaceutica<br />
Dal 28 Nov ROVATO, P.za Cavour, 14 Dal 09 Gen COLOGNE P. Garibaldi, 8<br />
Dal 05 Dic CHIARI, V. 25 Aprile, 30 Dal 16 Gen ROVATO C. Bonomelli, 112<br />
Dal 12 Dic ROVATO, V.le Battisti V.Staz Dal 23 Gen CHIARI Via D.Gasperi, 45<br />
Dal 19 Dic CHIARI, V. Rivetti, 1 Dal 30 Gen CASTREZZATO V.Torri, 25<br />
Dal 26 Dic COCCAGLIO P L. Marenzio, 12 Dal 05 Feb ROVATO P.zza Cavour, 14<br />
Dal 02 Gen A D R O, V. Roma, 35 Dal 13 Feb CHIARI Via 25 Aprile, 30<br />
(Viene <strong>in</strong>dicata la farmacia di turno più vic<strong>in</strong>a a noi; il turno <strong>in</strong>izia il venerdì sera alle ore 20)<br />
Numeri telefonici di immediata utilità<br />
Municipio: central<strong>in</strong>o<br />
. fax<br />
. Ufficio Vigili<br />
- Agente di servizio<br />
- Emergenze<br />
. Ufficio Anagrafe<br />
. Ufficio Tributi<br />
. Ufficio Ragioneria<br />
. Ufficio Servizi sciali<br />
. Ufficio Segreteria<br />
. Ufficio Tecnico<br />
Scuola Materna<br />
Scuola Elementare<br />
Scuola Media<br />
Radio parrocchiale<br />
030 7725711<br />
030 7721800<br />
030 7725702<br />
335 7250663<br />
335 7637031<br />
030 7725704<br />
030 7725707<br />
030 7725709<br />
030 7725716<br />
030 7725724<br />
030 7725731<br />
030 7721562<br />
030 723730<br />
030 7721190<br />
030 2731444<br />
Ferrovie<br />
Poste Italiane<br />
Farmacia<br />
Guardia medica<br />
Pronto soccorso Chiari<br />
Soccorso pubblico di emergenza<br />
Carab<strong>in</strong>ieri<br />
Pronto <strong>in</strong>tervento<br />
Vigili del Fuoco<br />
Emergenza sanitaria<br />
Telefono Azzurro<br />
Guardia Farmaceutica<br />
Ufficio Invalidi<br />
Prenotazioni ambulatoriali<br />
030 7703004<br />
030 7721318<br />
030 7701217<br />
030 77191<br />
030 711170<br />
113<br />
112<br />
115<br />
118<br />
19696<br />
800 297002<br />
030 7007025<br />
030 711253<br />
Ben Tar
SERIE D<br />
Cultura, sport, notizie<br />
Ottima partenza della nostra squadra che si mantiene nei piani alti della classifica (c<strong>in</strong>que vittorie e<br />
due sconfitte) e confortante la numerosa presenza di pubblico.<br />
Le gare casal<strong>in</strong>ghe vengono disputate il venerdi con <strong>in</strong>izio alle ore 21<br />
e pubblicizzate mediante manifesti.<br />
GIOVANILI<br />
Sono <strong>in</strong>iziati tutti i campionati giovanili: juniores, cadetti e bam<br />
le categorie di riferimento.<br />
Martedi e sabato i giorni per vederli <strong>in</strong> azione presso<br />
il palazzetto dello sport.<br />
NOVITA’<br />
E’ nato<br />
Basket<br />
<strong>Coccaglio</strong> notizie notizie notizie<br />
il progetto condiviso con i quattro comuni conf<strong>in</strong>anti con il<br />
nostro monte prevede la promozione presso le scuole<br />
elementari realizzata <strong>in</strong> collaborazione con il corpo docente.<br />
La partercipazione è aperta a tutti i bamb<strong>in</strong>i e bamb<strong>in</strong>e<br />
della scuola dell’obbligo.<br />
Tutte le <strong>in</strong>formazioni relative ai vari corsi,<br />
i risultati e i commenti delle partite<br />
li puoi trovare sul nostro sito:<br />
www.basketcoccaglio.it<br />
Prova il basket<br />
vieni a giocare con noi !<br />
sei <strong>in</strong>vitato a divertirti con tanti amici<br />
martedi e venerdi dalle 17,30 alle 18,30 al palazzetto dello sport<br />
provaci...
Offerte per le opere parrocchiali --- 15 SETTEMBRE – 16 novembre 2003<br />
NN. per l’Oratorio e la Parr.,<br />
<strong>in</strong> memoria dei cari defunti e 1.000,00<br />
NN. e 50,00<br />
NN. e 10,00<br />
NN. e 10,00<br />
NN. e 10,00<br />
NN. e 10,00<br />
NN. e 10,00<br />
NN. e 50,00<br />
Per la prossima ristr. dell’Oratorio e 50,00<br />
NN. e 20,00<br />
NN. e 50,00<br />
NN. e 10,00<br />
NN. e 20,00<br />
NN. e 20,00<br />
Per la prossima ristr. dell’Oratorio e 50,00<br />
NN. e 15,00<br />
NN. e 5,00<br />
NN. e 10,00<br />
NN. e 10,00<br />
Per la prossima ristr. dell’Oratorio e 50,00<br />
NN. e 20,00<br />
In memoria di Ketty e 100,00<br />
NN. e 40,00<br />
NN. e 10,00<br />
NN. e 10,00<br />
NN. e 5,00<br />
NN. e 25,00<br />
NN. e 50,00<br />
In occasione del Battesimo e 50,00<br />
In memoria dei coscritti del ’65 e 50,00<br />
In occasione del 50° di matrim. e 100,00<br />
Per la prossima ristr. dell’Oratorio e 100,00<br />
Prima Domenica di ottobre e 834,00<br />
Per la prossima ristr. dell’Oratorio e 100,00<br />
In memoria del fratello Giuseppe e 50,00<br />
NN. e 20,00<br />
NN. e 10,00<br />
NN. e 20,00<br />
NN. e 5,00<br />
NN. vari e 55,00<br />
NN. e 120,00<br />
In occasione del Battesimo e 200,00<br />
In occasione del Battesimo e 50,00<br />
In occasione del Battesimo e 60,00<br />
In occasione del Battesimo e 70,00<br />
In memoria dei cari Defunti e 220,00<br />
In occasione del Matrimonio e 50,00<br />
55<br />
In occasione del 50° di matrim. e 100,00<br />
NN. e 30,00<br />
In memoria della mamma Fausta e 100,00<br />
In occasione della ben. della casa e 5,00<br />
In occasione del Matrimonio e 100,00<br />
NN. e 50,00<br />
In mem. dei genitori e del fratello e 100,00<br />
NN. e 50,00<br />
Per la prossima ristr. dell’Oratorio e 250,00<br />
Per la Charitas e 250,00<br />
In memoria del caro Gaetano e 50,00<br />
In occasione del Battesimo e 50,00<br />
In occasione del Battesimo e 50,00<br />
Per la prossima ristr. dell’Oratorio e 50,00<br />
Per la prossima ristr. dell’Oratorio e 50,00<br />
In occasione della ben. della casa e 5,00<br />
NN. e 20,00<br />
In memoria di una persona cara e 50,00<br />
Prima Domenica di novembre e 827,00<br />
NN. e 20,00<br />
In occasione della ben. della casa e 5,00<br />
In occasione della ben. della casa e 5,00<br />
In occasione della ben. della casa e 5,00<br />
In occasione della ben. della casa e 15,00<br />
Per la sistemazione del portale e 1000,00<br />
Per il restauro della tela e 20,00<br />
In memoria della cara mamma e 150,00<br />
In occasione della ben. della casa e 20,00<br />
In occasione della ben. della casa e 30,00<br />
In memoria di Anna e 50,00<br />
NN. e 10,00<br />
NN. e 50,00<br />
Per l’Oratorio e 50,00<br />
NN. e 20,00<br />
NN. e 10,00<br />
NN. e 100,00<br />
In occasione della ben. della casa e 50,00<br />
In occasione del Battesimo e 50,00<br />
In occasione del Battesimo e 30,00<br />
In occasione del Battesimo e 10,00<br />
In occasione del Battesimo e 15,00<br />
CAI <strong>Coccaglio</strong> e 50,00<br />
NN. vari e 50,00<br />
In memoria della cara mamma e 250,00
La vecchia Pieve<br />
augura a tutti i suoi lettori,<br />
<strong>in</strong> particolare<br />
ai Missionari e alle Missionarie di<br />
<strong>Coccaglio</strong><br />
Buone e Sante Festività Natalizie<br />
e un Nuovo Anno<br />
nel Signore<br />
GRAFICAESSEBICOCCAGLIO