Palermo 6-7 ottobre 2006, congresso CITeS e FISTQ - Damiduck

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12.06.2013 Views

zone energetiche e anche la tradizione cinese racconta del qigong dei 6 suoni terapeutici, uno degli strumenti per stimolare attraverso vibrazioni sonore questi suoni. La ripetizione ordinata di uno stimolo genera ritmo; il ritmo si accorda all’intenzione comunicativa verso e con l’altro e risuonando nell’oscillazione dell’interazione crea movimento e suono. Nella relazione che ripristina l’unità di due che comunicano è il ritmo, lingua musicale che parla alle parti profonde dell’essere. Molti sono gli studi sul ritmo e sulla sua influenza su processi fisiologici e stati emozionali, molti musicoterapeuti rendono pratica quotidianamente la capacità della musica di stimolare e integrare funzioni ed attivare processi di comunicazione efficaci. Gran parte delle culture sapienziali tradizionali danno un’importanza fondamentale alla musica, alla sua capacità di stimolare processi di comunicazione e integrazione dell’uomo nel suo contesto. Ma anche le stimolazioni sul corpo, anche le manipolazioni effettuate a ritmi consoni sono musica…Dal greco, rein, ritmo evidenzia il concetto di scorrere, muoversi con forma ed ordine ed Erodoto e Leucippo, già nel VII sec. A.C., evidenziano come questo caratterizzi la forma individuale e distintiva del carattere umano. Allora ciascuno ha un proprio ritmo e noi conosciamo, anche se spesso meccanicamente, che il rispetto dei ritmi biologici individuali sono fondamentali per un buon trattamento. Questi sono definiti rapidi ed includono tutti in ritmi il cui periodo (spazio tra due stimoli ripetuto ad intervalli stabiliti) varia da qualche frazione di secondo a circa 20 ore: - ritmi dell’encefalo: le oscillazioni elettriche dei centri nervosi mettono in rilievo onde di diversa frequenza particolarmente evidenti a livello corticale - ritmi cardiaci: determinati prevalentemente dalla relazione tra il tessuto nodale 120-150 cicli al minuto e il nervo pneumogastrico che assicura un ritmo di circa 72 cicli al minuto, questi sono variabili secondo temperatura, movimento ed emozioni. - ritmi respiratori:una frequenza variabile dai 15 ai 20 cicli al

minuto per l’adulto, influenzati da meccanismi cardiocircolatori complessi, hanno un’’attività autonoma riflessa ma anche in parte volontaria. Sono ritmi fisiologici, spontanei e se vengono regolati nella loro ripetizione periodica inducono rilassamento e concentrazione e un’inaspettata sensazione di unità psicofisica. La loro accelerazione o rallentamento possono essere influenzati anche da stimolazioni non periodiche. La regolazione dei ritmi endogeni è regolata dall’interazione simpatico parasimpatico, in termini tradizionali dall’interazione interno/esterno Rn/V, ma anche nella relazione I/Y P/ V. Nella regolazione di ritmi acquisiti (nocicettivi, all’età, orario dei pasti) c’è una complessa azione surrenale-ipofisi-ipotalamo, in termini tradizionali la relazione Yin/Yang Rn/C. In questi ritmi il processo fisiologico precede quello adattativo: la fame arriva prima del calo ipoglicemico. Quando inizia la sincronizzazione l’essere è in pieno, accordato alla naturalezza della sua fisicità in totale compenetrazione con gli stimoli nictemerali biologici: un’opera di grande armonizzazione. D’altra parte è evidente a tutti che ascoltare un ritmo musicale induce a battere col piede, ma mentre in molte stimolazioni sensoriali la risposta segue lo stimolo, in questo caso è contemporanea allo stimolo. È il fenomeno della sincronizzazione, che a me pare ben richiami il concetto tradizionale di risonanza, dove c’è un’accentuazione radiante di una qualità-spirito evocato. Inoltre la sincronizzazione esalta le capacità adattative dell’essere attraverso un sistema adattatorio che è sempre più inibito dalla vita moderna, e che ha caratteristiche maturative. L’induzione motoria o sonora è relativamente incoercibile, la sincronizzazione è naturale. Nell’adulto occidentale l’induzione motoria è assai frequentemente inibita, sparisce negli schizofrenici, non sono state evidenziate induzioni significative negli animali. Il carattere uditivo delle strutture ritmiche non possiede maggior influenza sulla sincronicità e sull’induzione al movimento: serie di lampeggiamenti in uno stesso luogo hanno lo stesso tipo di

zone energetiche e anche la tradizione cinese racconta del qigong<br />

dei 6 suoni terapeutici, uno degli strumenti per stimolare attraverso<br />

vibrazioni sonore questi suoni.<br />

La ripetizione ordinata di uno stimolo genera ritmo; il ritmo si<br />

accorda all’intenzione comunicativa verso e con l’altro e<br />

risuonando nell’oscillazione dell’interazione crea movimento e<br />

suono. Nella relazione che ripristina l’unità di due che comunicano<br />

è il ritmo, lingua musicale che parla alle parti profonde dell’essere.<br />

Molti sono gli studi sul ritmo e sulla sua influenza su processi<br />

fisiologici e stati emozionali, molti musicoterapeuti rendono<br />

pratica quotidianamente la capacità della musica di stimolare e<br />

integrare funzioni ed attivare processi di comunicazione efficaci.<br />

Gran parte delle culture sapienziali tradizionali danno<br />

un’importanza fondamentale alla musica, alla sua capacità di<br />

stimolare processi di comunicazione e integrazione dell’uomo nel<br />

suo contesto.<br />

Ma anche le stimolazioni sul corpo, anche le manipolazioni<br />

effettuate a ritmi consoni sono musica…Dal greco, rein, ritmo<br />

evidenzia il concetto di scorrere, muoversi con forma ed ordine ed<br />

Erodoto e Leucippo, già nel VII sec. A.C., evidenziano come<br />

questo caratterizzi la forma individuale e distintiva del carattere<br />

umano. Allora ciascuno ha un proprio ritmo e noi conosciamo,<br />

anche se spesso meccanicamente, che il rispetto dei ritmi biologici<br />

individuali sono fondamentali per un buon trattamento.<br />

Questi sono definiti rapidi ed includono tutti in ritmi il cui periodo<br />

(spazio tra due stimoli ripetuto ad intervalli stabiliti) varia da<br />

qualche frazione di secondo a circa 20 ore:<br />

- ritmi dell’encefalo: le oscillazioni elettriche dei centri nervosi<br />

mettono in rilievo onde di diversa frequenza particolarmente<br />

evidenti a livello corticale<br />

- ritmi cardiaci: determinati prevalentemente dalla relazione tra il<br />

tessuto nodale 120-150 cicli al minuto e il nervo pneumogastrico<br />

che assicura un ritmo di circa 72 cicli al minuto, questi sono<br />

variabili secondo temperatura, movimento ed emozioni.<br />

- ritmi respiratori:una frequenza variabile dai 15 ai 20 cicli al

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