Palermo 6-7 ottobre 2006, congresso CITeS e FISTQ - Damiduck

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12.06.2013 Views

dell’intestino, questo fa si che la peristalsi e la funzionalità dei visceri venga stimolata. L’ordine in cui palperemo le aree di diagnosi sarà dunque lo stesso: Cuore, Milza, Rene, Polmone e Fegato. OSSERVAZIONE: Dobbiamo ricordare che stiamo facendo una diagnosi nell’ambito dei quattro metodi, e che per molti anni la palpazione dell’addome ha sostituito l’osservare per i terapisti ciechi, quindi per prima cosa osserviamo l’addome: il colore della pelle, la sua consistenza, idratazione, la tonicità, l’elasticità e la forma dell’addome stesso. Passeremo poi a verificare la temperatura delle zone, tenendo la mano a poca distanza dalla pelle, senza toccarla cercheremo di sentire se emana un senso di caldo o di freddo. Le aree calde possono significare calore nella coppia degli zang-fu corrispondenti, e le aree fredde possono significare freddo negli zang-fu corrispondenti. Anche la presenza di macchie, nei, capillari evidenti può essere segno di uno squilibrio energetico. PRESSIONI DIAGNOSTICHE: Porre la persona nella posizione e condizione più confortevole, non ci devono essere tensioni né alla zona lombare né all’addome. Quindi faremo, se serve, la manovra di trazione del sacro, metteremo un cuscino basso sotto la testa e un supporto sotto le ginocchia, copriremo le gambe ed eventualmente anche il busto. Tori in seizà al fianco destro di ukè, prende contatto con l’addome e sincronizza il suo respiro con quello di ukè, osserva l’addome, valuta le zone calde e fredde ed esegue le otto pressioni avendo cura che siano graduali ed uniformi. La mano sinistra mantiene il contatto mentre la mano destra, con le tre dita centrali , il medio leggermente piegato per essere allo stesso livello delle altre due, esegue delle pressioni leggere e delicate sulle aree: una 5

pressione nell’area del cuore, quattro nell’area della milza, una nell’area del rene, una nell’area del polmone ed una nell’area del fegato. Cerchiamo di valutare la condizione kio/jitshu della zona. Le aree in vuoto mostreranno depressione, freddo, rugosità, mancanza di forza, di tono, saranno cedevoli alla pressione, potranno presentare pulsazioni che si intensificano con la pressione. Le aree in eccesso mostreranno tensione, durezza, fastidio o dolore, resistenza alla pressione. Possiamo anche avvertire il movimento dei liquidi addominali, una sensazione di movimento nella regione e la presenza di gonfiori o masse. La presenza di masse o gonfiori richiede una differenziazione. Una massa con contorni netti, dura, che non si sposta con la pressione indica un blocco di sangue nella coppia degli zang-fu del movimento corrispondente, per esempio un fibroma. Se si palpa una massa con contorni non facilmente definibili, molle, con dolorabilità alla pressione non intensa, ma comunque fissa, indica accumulazione di tan nella zona o negli organi corrispondenti, per esempio un lipoma. Se si palpa una massa con contorni non facilmente definibili, mobile, che si sposta alla pressione avremo una stasi di qi negli zang-fu del movimento corrispondente, per esempio presenza di gas addominale. RIEQUILIBRIO: Dopo aver valutato le aree e trovato le zone in deficit o in eccesso, passiamo alla fase di trattamento dell’addome. Il nostro obiettivo è dare un impulso che consenta all’energia di ukè, tramite la sua capacità di autoguarigione, di riequilibrarsi, di ritrovare armonia, di andare verso il recupero della salute. Abbiamo diverse possibilità per attivare questo processo. • Possiamo continuare a lavorare sull’addome con delle pressioni prolungate e profonde sulle aree in vuoto e la mano passiva sulle zone in eccesso. 6

pressione nell’area del cuore, quattro nell’area della milza, una nell’area<br />

del rene, una nell’area del polmone ed una nell’area del fegato.<br />

Cerchiamo di valutare la condizione kio/jitshu della zona.<br />

Le aree in vuoto mostreranno depressione, freddo, rugosità,<br />

mancanza di forza, di tono, saranno cedevoli alla pressione, potranno<br />

presentare pulsazioni che si intensificano con la pressione.<br />

Le aree in eccesso mostreranno tensione, durezza, fastidio o dolore,<br />

resistenza alla pressione.<br />

Possiamo anche avvertire il movimento dei liquidi addominali, una<br />

sensazione di movimento nella regione e la presenza di gonfiori o masse.<br />

La presenza di masse o gonfiori richiede una differenziazione. Una<br />

massa con contorni netti, dura, che non si sposta con la pressione indica<br />

un blocco di sangue nella coppia degli zang-fu del movimento<br />

corrispondente, per esempio un fibroma.<br />

Se si palpa una massa con contorni non facilmente definibili, molle,<br />

con dolorabilità alla pressione non intensa, ma comunque fissa, indica<br />

accumulazione di tan nella zona o negli organi corrispondenti, per<br />

esempio un lipoma.<br />

Se si palpa una massa con contorni non facilmente definibili, mobile,<br />

che si sposta alla pressione avremo una stasi di qi negli zang-fu del<br />

movimento corrispondente, per esempio presenza di gas addominale.<br />

RIEQUILIBRIO:<br />

Dopo aver valutato le aree e trovato le zone in deficit o in eccesso,<br />

passiamo alla fase di trattamento dell’addome. Il nostro obiettivo è dare<br />

un impulso che consenta all’energia di ukè, tramite la sua capacità di<br />

autoguarigione, di riequilibrarsi, di ritrovare armonia, di andare verso il<br />

recupero della salute. Abbiamo diverse possibilità per attivare questo<br />

processo.<br />

• Possiamo continuare a lavorare sull’addome con delle pressioni<br />

prolungate e profonde sulle aree in vuoto e la mano passiva sulle<br />

zone in eccesso.<br />

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