12.06.2013 Views

Palermo 6-7 ottobre 2006, congresso CITeS e FISTQ - Damiduck

Palermo 6-7 ottobre 2006, congresso CITeS e FISTQ - Damiduck

Palermo 6-7 ottobre 2006, congresso CITeS e FISTQ - Damiduck

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

dott. Prof. He Shuhuai<br />

Metodi Tuina applicati alla colonna vertebrale<br />

La colonna è l'asse centrale del corpo umano, vi si collegano i nervi spinali e numerosi muscoli, il suo ruolo è di<br />

estrema importanza sia nei movimenti fisiologici che nelle trasformazioni patologiche dell'organismo. Equilibrio e<br />

squilibrio interno ed esterno della colonna possono portare a una o più di una dislocazione, o a sublussazioni delle<br />

articolazioni minori della colonna che influenzando i nervi spinali, le vene, i muscoli e i nervi che si irradiano sugli organi<br />

interni, conducono allo squilibrio yin yang ed all'alterazione delle funzioni dei meridiani e degli organi interni. A tale<br />

eziologia possono essere collegate circa trenta patologie fra le quali quelle proprie della colonna, nei tratti articolari<br />

cervicale, dorsale, lombare e del coccige; le patologie dei muscoli, dei legamenti e dei nervi; diverse patologie degli<br />

organi interni fra le quali emicrania e cefalea, vertigini e fosfeni, dolore toracico, colite, dismenorrea, irregolarità<br />

mestruali, sterilità e altre.<br />

Diagnosi<br />

Tra le tecniche diagnostiche della colonna (indagine clinica; diagnostica per immagini) si tratterà in particolare dei metodi<br />

tuina di palpazione diagnostica : dell'asse centrale dei processi spinosi, dell'estremo superiore dei processi spinosi,<br />

della faccia laterale dei processi spinosi e dell'apice dei processi spinosi<br />

Quattro metodi tuina di palpazione diagnostica della colonna<br />

Asse centrale dei processi spinosi:<br />

attraverso una linea immaginaria lungo l’asse centrale della colonna<br />

Faccia laterale dei processi spinosi:<br />

attraverso la linea laterale di ogni processo spinoso<br />

Apice dei processi spinosi:<br />

sulla linea superiore e sulla linea inferiore di ogni processo spinoso dell'intera colonna<br />

Estremo superiore:<br />

sulla linea dell’angolo inferiore del processo spinoso superiore e sulla linea dell’angolo superiore del processo spinoso<br />

inferiore congiungente due processi<br />

Principi di trattamento<br />

armonizzare yin yang, drenare i meridiani, riscaldare e rilassare le contratture, correggere la dislocazione delle vertebre.<br />

Tecniche manuali<br />

spinta, pressione, pressione rotatoria, presa, pollice zen (yizhican), rotolamento, percussione concava, frizione; diversi<br />

tipi di manipolazioni e aggiustamenti articolari, tra cui trazioni, rotazioni, strette, allungamenti.<br />

Dott. Prof. He Shuhuai<br />

Il prof. He Shuhuai è riconosciuto come uno dei maggiori esperti di Agopuntura nel suo paese, la Cina, dove dal 1986 è<br />

iscritto nell'Albo degli studiosi insigni della scienza medica cinese pubblicato dal Ministero della Sanità per i risultati<br />

ottenuti sia sul piano teorico che clinico sulla base della teoria tradizionale della medicina cinese, in particolare nel<br />

campo delle applicazioni terapeutiche della teoria dei meridiani e dei meccanismi d’azione dei punti di agopuntura.<br />

Si dedica alla ricerca e alla diffusione della medicina tradizionale cinese nel mondo.<br />

In Italia è docente e direttore scientifico dell'Istituto Superiore di Medicina Tradizionale Cinese di Roma “Villa Giada”.<br />

Istituto Superiore di Medicina Tradizionale Cinese Villa Giada<br />

Centro Formazione e Ricerca<br />

Via Montebello 17, 00185 Roma<br />

tel/fax 06.4815580<br />

e-mail villagiada@jadecampus.com<br />

web www.jadecampus.com


© <strong>2006</strong> Anita Cignolini. Tutti i diritti riservati.<br />

Valutazione finale dei risultati di un Corso Sperimentale del<br />

Metodo Cignolini<br />

Organizzato dalla Cooperativa La Mandragora, <strong>Palermo</strong> dal 18/02/<strong>2006</strong> al<br />

30/06/<strong>2006</strong><br />

Autori: Prof. Anita Cignolini, Dott. Antonia Ayala<br />

Il I° Corso del Metodo Cignolini per operatori Tuina Qi Gong si è tenuto a <strong>Palermo</strong><br />

nell’anno in corso; la valutazione finale riguarda sia l’ apprendimento teorico-pratico<br />

dei partecipanti , sia i risultati clinici ottenuti sui bambini trattati.<br />

Essendo un Corso Pilota, con un limitato numero di partecipanti, non è possibile una<br />

valutazione statistica ma si procede ad un confronto con Corsi per Medici organizzati in<br />

precedenza negli Stati Uniti. I risultati sono significativi, sia per i miglioramenti<br />

osservati nei bambini e alla fine di un primo ciclo di cure valutati ad un controllo ad un<br />

mese dall’ultimo trattamento, sia per la partecipazione e i risultati ottenuti nelle<br />

acquisizione della manualità e della teoria da parte di tutti gli allievi. Notevole il<br />

positivo coinvolgimento delle famiglie.<br />

Pagina 1 di 1


Coop. “La Mandragora”<br />

Corso di Formazione Triennale<br />

Terapisti Shiatsu<br />

L’ASMA, LA FAME D’ARIA<br />

(SHIATSU IN PEDIATRIA)<br />

Abstract della Tesi di diploma di: Abate Sonia<br />

Relatore: Dottoressa Geloso Rosa Maria<br />

<strong>Palermo</strong>, 18-19 Novembre 2005


ABSTRACT<br />

Circa il 5% della popolazione nei paesi industrializzati è affetto da asma. In Italia si<br />

calcola che vi siano circa tre milioni di soggetti asmatici e fra di loro molti sono<br />

bambini e adolescenti. L’asma è da considerarsi a tutti gli effetti una malattia sociale.<br />

Chiunque può ammalarsi d’asma e in qualsiasi momento della vita anche se avviene<br />

con maggior frequenza durante l’infanzia, la prima maturità e la terza età. L’allergia è<br />

causa del 50% delle forme d’asma; questa, tuttavia, colpisce quelle persone che<br />

hanno una iper-reattività bronchiale (che può complicarsi e trasformarsi appunto in<br />

asma), cioè coloro le cui cellule muscolari bronchiali presentano una certa sensibilità.<br />

Il seguente lavoro, prendendo innanzitutto spunto dall’incidenza quantitativa e dalla<br />

rilevanza qualitativa dei molti dati statistici in merito (N.B. : sopra si portano a rilievo<br />

solo alcuni cenni), parte da una descrizione di cosa sia realmente l’asma e,<br />

distinguendone i vari tipi, scende in profondità nell’analizzare le cause scatenanti<br />

(tante e varie), e le funzioni principali.<br />

L’asma, distinta in asma bronchiale allergica, o atopica estrinseca, e asma bronchiale<br />

idiosincrasica, o intrinseca, viene definita una ostruzione reversibile delle vie<br />

respiratorie, dovuta ad una alterazione infiammatoria cronica in cui le cellule<br />

specializzate hanno un ruolo specifico: in particolare i mastociti, gli eosinofili e i T<br />

linfociti. Nei soggetti predisposti questa infiammazione causa ricorrenti episodi di<br />

respiro sibilante, dispnea, oppressione toracica e tosse, soprattutto alla notte e/o al<br />

risveglio mattutino. Sintomi questi associati a una variabile riduzione del calibro<br />

bronchiale che è però parzialmente reversibile, sia spontaneamente che mediante<br />

terapia.<br />

Quindi, dopo aver approfondito tutti gli aspetti fondamentali dell’asma bronchiale<br />

nella medicina istituzionale, per ciò che concerne la medicina cinese, ho deciso che<br />

fosse importante fornire una descrizione di tale sindrome, fino ad effettuare<br />

un’indagine sulle patologie, sugli eventuali trattamenti da applicare per la<br />

diminuzione della gravità e per il diradamento delle crisi.


In medicina cinese si considera l’asma un accumulo di flegma nel Polmone, con<br />

fattori dichiaranti esterni chiamati energie perverse, interni in particolare i sette<br />

sentimenti e i fattori alimentari. Si ritiene,comunemente,che le disfunzioni riguardino<br />

il Polmone, la Milza ed il Rene con ristagno di liquidi ed accumulo di freddo o di<br />

calore (il polmone regge la diffusione del soffio, la milza il metabolismo dei liquidi,<br />

il rene l’afferramento e la discesa del soffio e l’eliminazione dei liquidi, ecc.). Nelle<br />

forme interne è sempre coinvolto il Fegato (successione orararia meridianica) che<br />

passa nel Polmone e può determinare accumulo di calore.<br />

Nello specifico tale lavoro si focalizza sull’asma bronchiale allergica in pediatria.<br />

Parte fondamentale ed integrante di tale studio, è quella dei trattamenti effettuati ad<br />

alcuni pazienti, scelti tra i tanti, con tale sintomatologia: si tratta di cinque bambini di<br />

età compresa tra i quattro e gli otto anni. In particolare, dopo aver visionato le<br />

cartelle dell’anamnesi, remota e recente, fornitemi dal medico pediatra, ho effettuato<br />

i trattamenti specifici per ogni paziente in base alla diagnosi in MTC. Il programma<br />

d’intervento, con la terapie Shiatsu, si è svolto trattando i cinque pazienti con un ciclo<br />

di dieci trattamenti ciascuno effettuati due o tre volte a settimana.<br />

Come test (sia d’ingresso che finale), per verificare l’intervento e l’azione terapeuta,<br />

è stato utilizzato la spirometria effettuata dal pediatra. Gli obiettivi preposti sono stati<br />

i seguenti: diminuzione della gravità, riduzione del consumo dei farmaci, aumento dei<br />

volumi e dei flussi polmonari, miglioramento delle condizioni energetiche. I mezzi<br />

utilizzati, oltre al trattamento Shiatsu, sono stati stretching e acquisizione corretta del<br />

respiro.<br />

Per concludere, è bene tener presente che non esistono ancora cure mediche che<br />

possono sconfiggere in modo certo e definitivo l’asma ma bisogna non dimenticare e,<br />

nell’eventualità vi fosse un deficit informativo, far conoscere, che una corretta terapia<br />

dell'asma può permettere nella stragrande maggioranza dei casi una vita<br />

perfettamente normale.


Relazione di Tuina per Congresso <strong>FISTQ</strong> 6-7 <strong>ottobre</strong> <strong>2006</strong> <strong>Palermo</strong><br />

“LA CHIAVE PER ACCEDERE AL BENESSERE: NON TUTTO È PERDUTO”<br />

Sin dal mese di Aprile è stata proposta un’attività a 14 “ragazze” dai 60 agli 80 anni.<br />

Una forte motivazione è stata la convinzione che molti malanni muscolari, articolari, somatici e<br />

psicologici che affliggono le persone che raggiungono una certa età derivano dal nostro modo di<br />

reagire, nel corso degli anni, alle pressioni esterne, nell’adattarsi al limite delle nostre possibilità.<br />

Si da grande importanza a retrazioni muscolari che derivano da traumi o atteggiamenti posturali non<br />

fisiologici che producono alterazioni degli squilibri dinamici che prima o poi finiscono per causare<br />

patologie vere e proprie e a “deformare” il nostro corpo.<br />

Tuttavia “non tutto è perduto”, questo corso si prefigge di aiutare a riscoprire il proprio corpo, ad<br />

allentare le tensioni, ad eliminare gli squilibri.<br />

Le “ragazze” sono state divise in 2 gruppi che seguono due percorsi diversi.<br />

La tecnica principale del trattamento è lo stretching con esercizi liberi ed assistiti per migliorare la<br />

flessibilità del corpo, ad aumentare l’elasticità e la mobilità articolare e soprattutto per scoprire i<br />

blocchi energetici dei meridiani che permettono di diagnosticare ma soprattutto correggere e<br />

mantenere nel tempo il riequilibrio energetico.<br />

Questa tecnica è stata comune all’intero gruppo. Mentre soltanto alla metà di loro è stato anche<br />

associato un trattamento di tuina.<br />

Un operatore esterno effettua la valutazione iniziale e finale dell’intero gruppo e si analizzano i<br />

risultati raggiunti.<br />

Autori: Rosa Riccobono<br />

Sandro Eritreo


Tecniche di disattivazione delle cicatrici disfunzionali<br />

Dott. Umberto Mosca 1<br />

Circa il 60°% delle cicatrici chirurgiche generano un’attività<br />

disfunzionale che si esprime principalmente in una disorganizzazione della<br />

posizione del corpo nello spazio. Non è stata ancora evidenziata una<br />

cicatrice disfunzionale che non avesse un’influenza sulla postura.<br />

L’attività disfunzionale di una cicatrice può facilmente essere<br />

evidenziata con il test di localizzazione terapeutica (TL) della kinesiologia<br />

applicata, che si è dimostrata in grado di identificare cicatrici o aree<br />

disfunzionali di cicatrici fino ad una lunghezza di 0.5 cm.<br />

Le cicatrici disfunzionali sono in grado di originare disturbi d’ogni<br />

genere; immancabile l’effetto sull’assetto posturale del corpo nello spazio.<br />

Ma, soprattutto, le cicatrici disfunzionali si sono dimostrate capaci di<br />

interferire in modo molto vario sulla risposta posturale ad altri input<br />

disfunzionali sulla postura, come le eteroforie, le disfunzioni occlusali, le<br />

intolleranze alimentari, le problematiche psicoemotive, le disfunzioni del<br />

sistema cranio sacrale, gli effetti di traumi come il colpo di frusta e così<br />

via. E’ anche frequente osservare come, in seguito alla disattivazione di<br />

una cicatrice disfunzionali, si possano verificare variazioni del valore di<br />

un’eteroforia fino a 5 o 6 diottrie prismatiche o dell’assetto occlusale, in<br />

particolare per quanto riguarda la laterodeviazione della mandibola.<br />

La valutazione della postura del paziente, così importante per<br />

comprendere la patogenesi di tutte le patologie strutturali e di molte<br />

patologie viscerali non può quindi prescindere dalla preventiva<br />

disattivazione delle cicatrici disfunzionali presenti nel soggetto.<br />

Le tecniche descritte nella scarsissima letteratura esistente<br />

sull’argomento, quasi interamente originata da studi svolti in ambito<br />

<strong>CITeS</strong>, sono le seguenti:<br />

1. infiltrazione locale con anestetici. Tale tecnica è utilizzata<br />

sopratutto in ambito chiropratico introduce nel corpo una sostanza<br />

estranea, spesso tossica, capace di dare intolleranze, allergie ed<br />

1 dott. Umberto Mosca, medico chirurgo, specialista in Chirurgia d’urgenza, agopuntore, Osteopata DO, presidente Aiki<br />

Shiatsu Kyokai<br />

Ithaki, via Compagnoni 5<br />

20129 MILANO<br />

E-MAIL: U.MOSCA@CITES.IT


effetti tossici collaterali; esistono anche molti dubbi sulla durata<br />

nel tempo dell’effetto terapeutico.<br />

2. la coppettazione. Secondo la MTC, in effetti, una cicatrice<br />

chirurgica interrompe vasi e canali, determinando un ristagno di qi<br />

e xue a monte dell’ostruzione, che costituisce un’indicazione<br />

elettiva all’uso delle coppette.<br />

3. l’agopuntura. Consiste nell’infilare aghi nel sottocutaneo<br />

parallelamente al decorso della cicatrice. Eventualmente possono<br />

essere usati anche punti a distanza sul meridiano passante per<br />

l’area cicatriziale e i punti nodo del meridiano muscolo tendineo<br />

corrispondente. Il risultato è immediato ed in genere stabile nel<br />

tempo.<br />

4. la tecnica osteopatia di “fascial release” (FR). Consiste nel<br />

restituire, strato per la strato, la mobilità fisiologica ai tessuti<br />

interessati, con una tecnica manuale che richiede grande sensibilità<br />

percettiva<br />

5. lo shiatsu. Viene usata la tecnica dei “punti vicini e lontani”,<br />

trattando come kyo l’area interessata dalla cicatrice e come jitsu i<br />

punti importanti energeticamente del meridiano ivi passante, la cui<br />

tonificazione determini un percepibile effetto di dispersione sul<br />

tessuto cicatriziale. Tale effetto si manifesta quasi sempre con<br />

dispersione di calore ed alterazioni locali del microcircolo che<br />

determinano cambiamenti della colorazione cutanea in<br />

corrispondenza della cicatrice.<br />

L’avvenuta neutralizzazione dell’attività disfunzionale della cicatrice<br />

deve essere verificata con la negativizzazione del test di TL.


Elisa Rossi - CONVEGNO <strong>FISTQ</strong> <strong>2006</strong> - <strong>Palermo</strong><br />

Il progetto-pilota <strong>FISTQ</strong> su prevenzione e cura delle patologie respiratorie ricorrenti nei<br />

bambini: dati e considerazioni sul primo anno di lavoro<br />

La Medicina Cinese e i bambini<br />

La Medicina Cinese è un approccio alla malattia e alla salute che trova un’indicazione specifica nei<br />

bambini: ha una elevata efficacia nella risoluzione dei disturbi acuti, permette di limitare il ricorso<br />

ai farmaci convenzionali in caso di patologie croniche, svolge un ottimo ruolo preventivo e di<br />

rinforzo della costituzione nei casi in cui il bambino si ammala facilmente.<br />

Il tuina pediatrico è parte integrante della Medicina Cinese: si basa sugli stessi principi di fisiologia<br />

e di diagnosi, costituisce parte della formazione di medico tradizionale, e viene utilizzato in modo<br />

organico nella odierna pratica ospedaliera in Cina.<br />

Presenta anche alcune differenze importanti rispetto al tuina degli adulti: infatti nei bambini il<br />

sistema energetico ha caratteristiche specifiche, dato che si riflette nella fisiopatologia, così come<br />

nella semeiotica, nella diagnosi e nel trattamento.<br />

Le indicazioni principali del tuina pediatrico sono: coliche del lattante, stipsi, diarrea; inappetenza,<br />

stanchezza, suscettibilità alle malattie invernali; tosse, catarro, asma, rinite; disturbi del sonno,<br />

irrequietezza, iperattività; ritardi dello sviluppo.<br />

Il progetto-pilota <strong>FISTQ</strong><br />

L’efficacia terapeutica della Medicina Cinese in ambito pediatrico è stata fino ad ora scarsamente<br />

investigata nell’ambito di studi clinici e un lavoro di ricerca in tal senso appare di primaria<br />

importanza.<br />

Dal 2005 la Federazione Italiana Scuole Tuina e Qigong (<strong>FISTQ</strong>) sostiene un progetto-pilota al fine<br />

di diffondere il tuina pediatrico, coordinarne lo studio e la ricerca, raccogliere esperienza clinica.<br />

Lo studio ha lo scopo di valutare l’efficacia della medicina cinese nella prevenzione e cura delle<br />

patologie respiratorie ricorrenti nei bambini da 0 a 12 anni.<br />

Il progetto-pilota <strong>FISTQ</strong> prevede un ciclo di 8 trattamenti, totalmente gratuiti, presso l’ambulatorio<br />

medico Xiaoxiao, riservato ai bambini, attivato a Milano nell’<strong>ottobre</strong> 2005.<br />

I primi sette trattamenti hanno luogo ogni dieci giorni e l’ultimo, di consolidamento e follow-up, a<br />

distanza di circa due mesi.<br />

Le scelte terapeutiche non seguono protocolli predeterminati: derivano dalla diagnosi cinese e<br />

tengono in considerazione la complessità e la variabilità dei pazienti.<br />

Tra novembre 2005 e giugno <strong>2006</strong>, durante il periodo scolastico, sono stati tenuti 22 ambulatori.<br />

Sono stati trattati 21 bambini, di età tra 2 mesi e 12 anni, per un totale di 130 trattamenti e una<br />

media di 6 bambini per pomeriggio.<br />

8 bambini hanno completato il ciclo degli 8 trattamenti previsti, 2 bambini sono invece arrivati al 7°<br />

trattamento e devono ancora essere rivisti per la seduta di consolidamento e di follow-up.<br />

Il tuina pediatrico costituisce il trattamento privilegiato, ma si lavora integrando le diverse<br />

metodiche tradizionali, cioè agopuntura, moxa, coppette, auricoloterapia, con scelte che variano a<br />

seconda dalle specifiche situazioni.<br />

E’ stata predisposta l’informatizzazione delle cartelle con un sistema di archiviazione costruito in<br />

modo da poter maneggiare i dati con grande flessibilità, così da essere in grado di rilevare,


aggruppare e estrapolare le informazioni. Il sistema costituisce una base per sviluppare e<br />

condividere con le altre realtà cliniche le acquisizioni che avranno luogo nel tempo.<br />

I genitori vengono a conoscenza del progetto tramite contatti personali e professionali, stampa,<br />

Scuole <strong>FISTQ</strong>. Tutti sottoscrivono il consenso informato e rimangono sempre presenti durante il<br />

trattamento.<br />

Il materiale prodotto durante il primo anno di lavoro è a disposizione delle Scuole <strong>FISTQ</strong> che<br />

attivano ambulatori per bambini: schema di base per le cartelle, sistema di informatizzazione,<br />

metodi di raccolta e elaborazione dei dati, schede per i genitori, foglio per il consenso informato,<br />

valutazione preliminare della risposta al trattamento e considerazioni sulla relazione con i bambini e<br />

i genitori.<br />

L’ambulatorio Xiaoxiao<br />

Il progetto dell’ambulatorio per bambini Xiaoxiao di Milano è diretto da Elisa Rossi, coordinato da<br />

Letizia Frailich, e sostenuto dalla collaborazione costante di Rossella Cignetti, Ruggero<br />

Scaccabarozzi, M.Grazia Terzi, Maurizio Zanghi nel 2005-06.<br />

Il lavoro dell’ambulatorio Xiaoxiao deriva dagli insegnamenti di Yin Ming e di Zhang Sufang<br />

(rispettivamente presso gli ambulatori pediatrici di TCM degli Ospedali Provinciali di Nanjing e di<br />

Jinan), dalle riflessioni di Julian Scott, dalla pratica clinica svolta nell’ambito pediatrico<br />

dell’Associazione MediCina. A tutti loro va la nostra gratitudine, così come ai bambini e ai genitori,<br />

ai colleghi e agli allievi con cui abbiamo lavorato.<br />

La dr.sa Yin Ming, con cui ho lavorato nei mesi di settembre 1999 e 2000, era Direttore del Children Acupuncture and<br />

Tuina Department del Jiangsu Provincial Hospital; la prof.sa Zhang Sufang, con cui, insieme a Letizia Frailich, ho<br />

lavorato nel luglio-agosto <strong>2006</strong>, è autrice del capitolo di pediatria del “ Chinese Massage Therapy”; Julian Scott, autore<br />

di “Acupuncture in the Treatment for Children” 1986 e 1999, ha tenuto seminari presso l’Associazione MediCina nel<br />

2001, 2002 e 2004 e ci ha aiutato ad attivare e consolidare il primo ambulatorio riservato ai bambini, attivo nel 2002-04.<br />

I testi di riferimento sono: Luan Changye, “Infantile Tuina Therapy”, Foreign Languages Press, Beijing 1989 (da cui<br />

sono tratte anche le figure dei metodi-fa); Sun Chengnan, “Chinese Massage Therapy”, Shandong Science and<br />

Technology Press, Jinan 1990; Zhang Enqin, “Chinese Massage”, Publishing House of Shanghai University of TCM,<br />

Shanghai 1990.<br />

Il lavoro con genitori<br />

Alcune semplici sequenze individualizzate di tuina pediatrico vengono anche insegnate agli adulti<br />

di riferimento, che poi le applicano a casa. Si mostrano anche alcune stimolazioni da aggiungere se<br />

al bambino viene la febbre, ha disturbi intestinali o dorme male.<br />

I genitori hanno anche la possibilità di seguire un apposito seminario di tuina pediatrico che<br />

permette loro di approfondire le basi della medicina cinese e di orientarsi meglio<br />

nell’inquadramento e nel trattamento dei vari disturbi.<br />

La collaborazione attiva dei genitori alla cura è infatti molto importante per sostenere il lavoro<br />

terapeutico, soprattutto nei quadri cronici o nel lavoro di prevenzione. Dato che in Italia la modalità<br />

cinese che prevede tre sedute alla settimana è improponibile, il tuina quotidiano fatto dai genitori è<br />

una buona soluzione per rendere più efficace il trattamento in ambulatorio e diminuire il numero di<br />

sedute necessarie.<br />

Avere in mano uno strumento terapeutico fa sentire i genitori meno sprovveduti rispetto ai disturbi<br />

dei figli e li aiuta ad essere meno inermi di fronte alla malattia: il pediatra rimane insostituibile, ma<br />

è anche possibile fare qualcosa in prima persona.


A questo proposito organizziamo anche seminari specifici per gli adulti di riferimento, in cui si<br />

insegnano le basi della medicina cinese, le tecniche di stimolazione per i bambini e le sequenze utili<br />

a trattare i disturbi più frequenti.<br />

Il tuina pediatrico nelle sue applicazioni di base è infatti semplice da apprendere, non ha effetti<br />

collaterali, e richiede poco tempo (circa 10-15 minuti).<br />

La formazione degli Operatori<br />

A seguito di un’esigenza nata con l’introduzione della pediatria nei percorsi curricolari di base delle<br />

Scuole, nei seminari di aggiornamento dei colleghi e nei lavori di tesi, l’ambulatorio Xiaoxiao<br />

funziona anche come luogo di formazione per chi ha già una preparazione generale e desidera<br />

approfondire la clinica pediatrica.<br />

Il corso è di ordine pratico-clinico, per cui è riservato a colleghi e allievi che abbiano una buona<br />

conoscenza della medicina cinese e del tuina pediatrico.<br />

Concerne l’applicazione dei quattro esami per la semeiotica in pediatria, l’individuazione del<br />

quadro costituzionale, l’elaborazione di ipotesi diagnostiche, la scelta dei principi di trattamento e<br />

del processo terapeutico per la prevenzione e la cura, l’applicazione delle differenti tecniche di<br />

medicina cinese (metodi di tuina pediatrico, moxibustione, martelletto fior di pruno, guasha,<br />

auricolotarapia, coppettazione).<br />

I tirocinanti seguono un percorso individualizzato di crescita clinica, con un aumento graduale della<br />

loro responsabilizzazione nei confronti dei pazienti e del gruppo di lavoro. Come spesso è avvenuto<br />

in questo anno di lavoro, la collaborazione può poi proseguire in forma più stabile, con una<br />

partecipazione e un impegno all’interno del team Xiaoxiao.<br />

La prevenzione<br />

Il tuina pediatrico è molto efficace per mantenere i bambini in buona salute e prevenire le malattie.<br />

I bambini corrispondono alla primavera, all’alba, all’inizio dello yang nello yin. Una caratteristica<br />

della loro qualità energetica è quindi la rapidità del movimento, e anche le modificazioni dello stato<br />

di salute sono veloci. I bambini si ammalano facilmente, ma con altrettanta prontezza rispondono<br />

all’intervento terapeutico. Quando stanno male è spesso possibile modificare il sistema energetico<br />

che si era scompensato verso la malattia, e spostarlo in un equilibrio migliore usando azioni<br />

“piccole”, che non interferiscono pesantemente e non invadono con violenza.<br />

Prevenzione significa soprattutto capire quali sono le caratteristiche energetiche di fondo dello<br />

specifico bambino, il suo assetto costituzionale, e quindi quali sono le sue tendenze a sviluppare un<br />

disequilibrio che porta a disturbi e a patologie. Se conosciamo la direzione verso cui tende quando<br />

non ce la fa e si ammala, riusciamo anche individuare quali possono essere i comportamenti di vita<br />

o le abitudini alimentari più dannose per lui, se ha senso modificarli e come farlo.<br />

Senza essere troppo invasivi, con il tuina è possibile sciogliere alcuni nodi, liberare gli accumuli, o<br />

tonificare e rinforzare, così da rendere disponibili risorse importanti per una crescita più ricca.<br />

Questo consolidamento è importante anche rispetto al futuro: un buon qi, un qi che scorre bene,<br />

tende a indirizzarsi da solo verso un buon equilibrio energetico.<br />

Ci sono molte situazioni in cui la medicina convenzionale ha poche risorse, condizioni che la<br />

medicina cinese riconosce come prodotte da una disarmonia, su cui si può intervenire per riportare<br />

il sistema dei canali e degli zangfu a una funzionalità migliore.


Pensiamo ai bambini che durante l’inverno devono ricorrere più volte alla terapia antibiotica per<br />

tonsilliti, otiti, raffreddori, tosse e catarro. Pensiamo ai bambini stanchi, svogliati, frignoni o che<br />

mangiano malvolentieri. Ai bambini più piccoli che fanno fatica a prendere sonno, si svegliano in<br />

continuazione o non vogliono dormire nel lettino. A quelli più grandi che non riescono a rimanere<br />

tranquilli e concentrati, sono irrequieti o collerici.<br />

Altri disturbi frequenti in cui il tuina è di grande aiuto sono le coliche dei lattanti, le difficoltà<br />

nell’evacuazione, i mal di pancia con diarrea.<br />

Probabilmente il tuina aiuta i bambini anche in altri sensi: se si può stare meglio senza prendere<br />

medicine, senza cioè introdurre sostanze dall’esterno, allora vuol dire che dentro abbiamo delle<br />

risorse per guarire.<br />

Il trattamento si basa sul rinforzare e regolare il qi e sul riconoscimento dei quadri di fondo verso<br />

cui il bambino è predisposto (vedi capitolo “Quadri Clinici”).<br />

In genere si applica una sequenza di base che ha lo scopo di tonificare il qi della Milza e regolare il<br />

jiao medio, poi il trattamento si differenzia a seconda del quadro che il bambino tende a sviluppare.<br />

Se ad esempio segni, sintomi e storia clinica individuano una predisposizione verso un eccesso di<br />

calore o un accumulo di cibo oppure verso un deficit dei diversi zangfu, si applicano<br />

rispettivamente sequenze che eliminano il calore, liberano gli accumuli o tonificano il qi di Milza,<br />

Polmone o Rene.<br />

Un lavoro prolungato e costante nel tempo ha la possibilità di nutrire il jing nei casi di patologie<br />

gravi e ritardi dello sviluppo, con un miglioramento delle condizioni generali.<br />

L’Operatore Tuina utilizza solo le metodiche consentite, con esclusione di qualsiasi metodologia e<br />

atto di pertinenza medica<br />

In caso di alterazioni dello stato di salute, l'Operatore Tuina fa sempre riferimento al medico per<br />

diagnosi, valutazione clinica e indicazione di trattamento e per una eventuale esclusione del<br />

trattamento tuina.


Deborah Giambi – Chiara Peri<br />

LO SHIATSU NEL POST-PARTO<br />

IL POST PARTUM<br />

Il lavoro che abbiamo svolto, ha preso in esame un periodo particolare della vita della donna, IL POST-<br />

PARTUM . Anche se per motivi personali differenti, che vi illustreremo successivamente , il desiderio<br />

di svolgere un lavoro comune è sorto sia per l’interesse nei confronti dell’argomento, sia perché il<br />

percorso per diventare operatrici Shiatsu, ci ha legato anche nella vita privata, abbiamo iniziato insieme<br />

ci siamo sostenute a vicenda e abbiamo deciso di concluderlo nello stesso modo in cui lo abbiamo<br />

cominciato . Per svolgere la nostra ricerca ci siamo avvalse della collaborazione del personale Ostetrico<br />

del consultorio di zona ASL 3 Pistoia, dopo aver presentato il nostro progetto di studio, le ostetriche si<br />

sono dimostrate interessate e disponibili a darci una mano, ritenendo il progetto in stretta sintonia alla<br />

loro corrente di pensiero. Il rapporto di collaborazione ha così preso il via, abbiamo chiesto alle<br />

ostetriche se potevano fornirci i nominativi di 10 mamme, loro hanno svolto un indagine, testando i<br />

problemi delle mamme e la loro disponibilità nel lavorare con noi. Questa prima selezione ci ha<br />

permesso di sapere in anticipo le problematiche delle mamme che avevano aderito al programma,<br />

abbiamo avuto modo di verificare che quasi tutte soffrivano di dolori articolari e di squilibri<br />

dell’umore, si differenziavano invece in mamme che avevano problemi di latte materno che non<br />

fluisce, piuttosto che mamme con problemi di incontinenza, non si sono presentate mamme che<br />

avessero queste ultime due disarmonie contemporaneamente. Questa suddivisione naturale ci ha dato<br />

la possibilità di dividerci il lavoro in base alla disarmonia che presentavano, in relazione alle nostre<br />

precedenti esperienze lavorative, io Deborah Giambi che lavoro come operatrice Shiatsu, faccio la<br />

mamma e tutto quello che ne consegue; la mia collega di ricerca, Chiara Peri, è infermiera<br />

professionale da circa 10 anni, ed attualmente, presta servizio nell’ambulatorio di urologia.


CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA OCCIDENTALE IN RELAZIONE A CENNI<br />

DI ANATOMIA E FISIOLOGIA IN MEDICINA TRADIZIONALE CINESE<br />

MED. OCCID.<br />

La fatica, lo sforzo e lo stress dovuti al parto, possono provocare disturbi che, nella maggior<br />

parte dei casi, sono destinati a risolversi in breve tempo. Altre volte invece, se i disturbi non vengono<br />

tempestivamente riconosciuti e trattati nella maniera adeguata, assistiamo all’instaurarsi di vere e<br />

proprie patologie. La nostra attenzione è stata rivolta alle modificazioni psicofisiche conseguenti il parto<br />

quali: ipogalattia, stati dolorosi, alterazioni dell’umore, problematiche perineale ecc.<br />

MTC<br />

In MTC il post-partum appare caratterizzato da due possibili condizioni principali: un vuoto del<br />

Sangue e/o dello Yin oppure una stasi del Sangue. La forza necessaria per partorire mette a dura prova il<br />

Qi della donna, la perdita di Sangue nuoce al Sangue e allo Yin, l'improvvisa espulsione della placenta<br />

danneggia la Yuan Qi. Il Chong mai e il Ren Mai sono esauriti, i meridiani e i vasi sanguigni sono in<br />

vuoto e predisposti alle invasioni di fattori patogeni esterni. Il vuoto del Qi, del Sangue e dello Yin è la<br />

condizione patologica dominante nella donna dopo il parto; comunque, ciò non significa che non si<br />

manifestino condizioni di pieno dopo tale evento. La stasi di Sangue è l’altra condizione comune dopo il<br />

parto ed è dovuta alla ritenzione di Sangue nell’Utero o alla ritenzione di lochi.<br />

Oltre al vuoto e alla stasi di Sangue, dopo il parto la donna è predisposta alle invasioni di fattori<br />

patogeni esterni, poiché i meridiani e i vasi sanguigni sono vuoti a causa della perdita di Sangue;<br />

occorre quindi evitare di esporsi al Freddo, al Vento e all’eccessivo Calore (la sudorazione indebolisce<br />

molto).<br />

Fondamentale è stabilire un buon equilibrio tra attività fisica e riposo; restare coricate giova al<br />

Sangue del Fegato, tuttavia è necessaria anche una blanda attività fisica per prevenire la stasi del Qi e<br />

del Sangue.


Il metodo di lavoro che abbiamo adottato è stato:<br />

Incontri individuali,<br />

il primo incontro per la raccolta dati,<br />

N: 10 sedute di trattamenti a cadenza settimanale.<br />

METODO DI LAVORO<br />

Ripristino della respirazione diaframmatici, tenuto presente che nel periodo della gravidanza la donna<br />

respira, per motivi fisiologici, con la respirazione toracica, con tutti gli squilibri che ne consegue<br />

Il lavoro presentato in questa tesi ha preso in esame un campione di 11 mamme eterogeneo per<br />

età e data del parto. I disturbi sono stati rilevati dai primi giorni dopo il parto fino al 12° mese, trattati<br />

con cadenza settimanale per circa dieci sedute. Abbiamo suddiviso le donne in due gruppi: il primo,<br />

presentando principalmente problemi riguardanti l’allattamento e all’umore, è stato trattato da Deborah;<br />

il secondo, con problematiche relative al pavimento pelvico, è stato trattato da Chiara. Al di là di questa<br />

dicotomia, il nostro comune interesse è stato quello di cercare di ripristinare nella donna uno stato di<br />

benessere globale.<br />

Le sedute di Shiatsu sono state affiancate da mobilizzazione attiva e passiva del diaframma e,<br />

ove necessario, da mobilizzazione del piano pelvico.<br />

Ove necessario è stata praticata la moxa.<br />

Al termine delle sedute, alle mamme che presentavano problemi di incontinenza e/o prolasso,<br />

sono stati insegnati gli esercizi per rinforzare i muscoli perineali, al fine di migliorare ulteriormente i<br />

risultati ottenuti con lo Shiatsu.


PROBLEMATICHE DEL POST PARTUM<br />

DOLORE ARTICOLARE . Spesso nel post-partum, con la perdita dell’elasticità<br />

osteoarticolare acquisita durante la gravidanza, si possono verificare lombalgie anche significative<br />

soprattutto se ci sono state alterazioni e adattamenti forzati del rachide. Tali lombalgie possono<br />

aggravarsi anche dal dover portare in braccio il bambino, azione che spesso altera la normale cinetica<br />

articolare lombare, dorsale e cervicale.<br />

MTC La patogenesi del dolore alle articolazioni dopo il parto può essere classificata a seconda<br />

che sia di origine interna o esterna. Quando il dolore alle articolazioni è dovuto all'invasione di Vento, è<br />

di natura esterna e la sua patologia è essenzialmente la stessa della Sindrome Ostruttiva Dolorosa.<br />

Diversamente, nei casi di vuoto del Sangue, vuoto del Fegato e dei Reni, il dolore alle articolazioni è<br />

causato da un malnutrimento di meridiani, tendini e ossa; nei casi di stasi del Sangue e del Qi nei<br />

meridiani è dovuto a problemi mentali-emotivi.<br />

DEPRESSIONE Nel post-partum, in base all’intensità e gravità dei disturbi dell’umore<br />

possiamo distinguere tre grandi gruppi:<br />

BABY BLUES Post-partum Blues: è una sindrome clinica di intensità moderata, transitoria, di<br />

breve durata, nel complesso benigna.<br />

Medio La maggior parte delle donne che ne è colpita ne soffre per 6 mesi o più.<br />

Grave Disturbi gravi, che costituiscono la vera e propria psicosi puerperale<br />

MTC La perdita di Sangue durante il parto provoca una condizione di vuoto del Sangue del<br />

Cuore; lo Shen non trova dimora e diventa ansioso e depresso. Anche una stasi del Qi e del Sangue può<br />

disturbare lo Shen e può dar luogo a comportamenti ossessivi, all’insorgere di fobie, fino a sfociare in<br />

comportamenti psicotici/schizofrenici, come eccessiva aggressività, pensieri infanticidi o suicidi.


(operatrice Deborah)<br />

Fisiologia della ghiandola mammaria nel post partum<br />

Nel corso della gravidanza si realizza il completo sviluppo delle ghiandole mammarie e la loro<br />

preparazione alla lattazione.<br />

Per effetto degli ormoni prodotti in questo periodo, la mammella aumenta di volume, mentre<br />

diminuisce la produzione di colostro, liquido che la ghiandola mammaria secerne subito dopo il parto e<br />

che perdura per 5-6 giorni dall’inizio del puerperio.<br />

Al colostro si sostituisce il latte, in quanto si è verificata la lattogenesi o montata lattea<br />

MTC<br />

Nel periodo del post-partum si verificherà un’assenza di mestruazioni; questa circostanza farà si<br />

che il Ren Mai e il Chong Mai facilitino un movimento verso l’alto che stimolerà la produzione del latte<br />

mediante il Qi e il Sangue. Il Sangue, che è prodotto dalla Milza, è trasformato in Sangue mestruale e<br />

nel post-partum, in latte. Subito dopo il parto la parte pura dei cibi va ai Polmoni e quindi scorre verso il<br />

petto per diventare latte, di colore bianco, dato che bianco è il colore dei Polmoni. Lo Stomaco, inoltre,<br />

influenza l'allattamento al seno in due modi: in primo luogo, il meridiano dello Stomaco scorre<br />

attraverso il petto; in secondo luogo, benché il latte materno sia una trasformazione del Sangue<br />

mestruale che scorre nel Chong Mai, esso è rifornito anche dal Qi acquisito estratto dal cibo che, a sua<br />

volta, dipende dallo Stomaco. I meridiani dell'Intestino Tenue e del Cuore influenzano la produzione di<br />

latte.<br />

Ipogalattia<br />

E’ la diminuita o insufficiente secrezione lattea che si verifica durante il puerperio e può avere<br />

molteplici cause, quali la cattiva conduzione dell'allattamento, la tensione emotiva, nonchè problemi<br />

riguardanti il lattante, come, per esempio, se è prematuro o non riesce ad avere una suzione efficiente.<br />

Esiste inoltre uno sfondo “costituzionale”, nel senso che molte donne che non allattano appartengono a<br />

famiglie dove l'allattamento al seno non è stato mai praticato.<br />

MTC La condizione di latte materno che non fluisce può essere causata sia da una perdita<br />

eccessiva di Sangue durante il parto (il Sangue è la sorgente del latte materno), sia da una stasi che<br />

ostruisce i meridiani del seno, causata spesso dalla stasi del Qi del Fegato. Il Fegato, infatti, influisce sul<br />

seno e controlla i capezzoli. Inoltre una condizione di stasi di questo organo, dovuta a preoccupazione,


tristezza, rabbia, frustrazione ecc, impedisce il fluire del Qi dello Stomaco nel seno e blocca il flusso del<br />

latte.<br />

Differenziazione tra vuoto e pieno<br />

La condizione di vuoto è data dal vuoto del Qi del Sangue che provoca lattazione assente o<br />

insufficiente, seno non turgido, latte di scarsa consistenza, lingua pallida, polso rugoso.<br />

La condizione di pieno è data dalla stasi di Qi del Fegato che provoca lattazione scarsa o<br />

assente, seno dolorante, in tensione e duro, irritabilità, tensione dell’epigastrio e distensione<br />

dell’ipocondrio, lingua rossa ai lati, polso a fil di ferro.<br />

Ho iniziato a trattare le mamme con problemi di lattazione senza la presenza del neonato, con<br />

l’intento di creare un momento dedicato solo a loro. Questo mio proposito è fallito perché lo stato<br />

d’ansia, dovuto alla sensazione di inadeguatezza che le mamme provavano per l’incapacità di nutrire a<br />

sufficienza il bambino, aumentava durante il massaggio e comprometteva il risultato del trattamento.Ho<br />

intuito che la presenza del neonato contribuiva alla tranquillità della mamma; ho permesso quindi alle<br />

donne di venire allo studio con i bambini. Si è presentata, tuttavia, la seconda difficoltà: l’ansia della<br />

mamma è ricomparsa immediatamente quando il suo bimbo ha iniziato a piangere. Malgrado ciò, lo<br />

stimolo uditivo del pianto del neonato ha indotto, in quello stesso momento, la secrezione di latte dai<br />

capezzoli.<br />

Perché questa scelta? Il motivo è che mi sono ricordata che quando avevo i bimbi piccoli non<br />

amavo staccarmi da loro e che quando loro erano tranquilli per me era il massimo. Questa intuizione<br />

dettata più dal cuore che dalla scienza, ha dato dei risultati ottimi, visto che tutte le mamme sono<br />

riuscite ad allattare i propri bimbi a richiesta ed in modo soddisfacente già dopo il secondo trattamento,<br />

con la crescita del neonato nei percentili. Sia che l’ipogalattia fosse data da Vuotoo Stasi di Qi che da<br />

Vuoto di Sangue. Questa posizione oltre che essere comoda per la mamma, mi ha permesso di<br />

effettuare il riequilibrio dei punti SHU con le ADA migliorando lo stato psico-fisico della mamma nel<br />

suo insieme<br />

Dopo questa esperienza ho deciso di trattare le mamme in decubito laterale, mentre allattavano<br />

il bambino. Di grande efficacia, sempre in questi casi, è stato il trattamento del distretto toracico per<br />

rimuovere le ostruzioni dai meridiani del seno (GB, ST, SP, PC) e del punto SI1, il più importante per<br />

la montata lattea. Ho inoltre effettuato pressioni sui canali di Cuore e Intestino Tenue in quanto sono<br />

collegati alla produzione di latte, e sui punti di ST36, BL17, BL18, BL20, importanti per la produzione


di Sangue. Questi stessi punti sono stati trattati nelle sindromi da vuoto di Sangue insieme al<br />

riequilibrio dei meridiani di Stomaco, Milza, Fegato e Maestro del Cuore.<br />

Nei casi di stasi di Qi del Fegato, ho trattato il canale energetico del LV e, in particolar modo<br />

LV2 e LV3, punti specifici per rimuovere la stasi.<br />

Durante le sedute, a prescindere dal tipo di disarmonia, ho dedicato particolare attenzione ai<br />

punti shu, disperdendo i pieni e tonificando i vuoti lungo il meridiano di BL.<br />

Nei casi di ipogalattia e dolori articolari ho usato la moxa, che ha contribuito a migliorare<br />

ulteriormente i risultati ottenuti con lo Shiatsu.<br />

Risultato no<br />

Il 5° caso non ha avuto un risultato soddisfacente perchè la mamma ha effettuato solo 4<br />

trattamenti, il dolore alla schiena è migliorato molto, si è presentato solo sporadicamente e di entità<br />

inferiore.<br />

La mamma ha iniziato un corso di nuoto e non ha trovato il tempo per proseguire i trattamenti.<br />

Il 6° caso o aso extra è stato quello di maggior successo professionale e personale, la mamma<br />

che si è rivolta a me, aveva avuto il terzo parto, era nata una splendida bambina, nelle due precedenti<br />

maternità non aveva potuto allattare al seno per l’insorgere dell’ipogalattia. La mamma si è arresa quasi<br />

subito sostituendo il suo latte con il latte vaccino. Questa volta, anche grazie al supporto dell’infermiera<br />

di pediatria Beatrice, la mamma non si è arresa e si è rivolta a me. Già dopo il primo intervento il latte<br />

ha iniziato ad aumentare di quantità e consistenza, dal secondo trattamento in poi, la bimbaha lasciato<br />

gradualmente la giunta di latte vaccino, mangiava da sentirsi sazia, dormendo poi per circa tre ore. Il<br />

massimo è stato quando, dopo l’ultimo trattamento la mamma ha finito di allattare la neonata al seno, la<br />

piccola si è addormentata e la mamma continuava a perdere latte; la piccola in quella settimana era<br />

aumenta di 330 gr.


(operatrice Chiara)<br />

PROBLEMATICHE UROGINECOLOGICHE<br />

La gravidanza e il parto rappresentano due momenti chiave per lo sviluppo di alterazioni della<br />

statica pelvica e per l'instaurarsi di turbe vescico-sfinteriche.<br />

Il pavimento pelvico, dopo questo evento, può presentare difficoltà a svolgere le normali<br />

funzioni di sostegno, sospensione e continenza.<br />

Nel post-partum (parto vaginale) è frequente una IUS (incontinenza urinaria da sforzo) transitoria (24%-<br />

30%) e, in minor percentuale, una incontinenza urinaria definitiva (3%-10%).<br />

Anche il prolasso genitale è causato in buona parte dal trauma del parto dal momento che,<br />

durante il travaglio, tutte le strutture del piano perineale, sono esposte a enormi forze di pressione e di<br />

trazione.<br />

MTC La patogenesi della difficoltà di minzione dopo il parto, secondo la teoria tradizionale, è<br />

sempre da vuoto che interessa soprattutto la Milza o i Reni. Il vuoto del Qi della Milza può causare<br />

l'affondamento del Qi della Vescica, perciò minzione frequente o incontinenza; oppure può causare<br />

mancata trasformazione e trasporto dei liquidi, e quindi l'urina viene trattenuta. II vuoto del Qi del Rene<br />

fa sì che non venga fornito sufficiente Qi alla Vescica, che non è più capace di trattenere l'urina: ne<br />

conseguono minzione frequente e incontinenza. Il Qi del Rene può al contrario essere così in vuoto da<br />

non avere abbastanza forza per espellere l'urina, per cui si ha ritenzione.<br />

I problemi urinari dopo il parto possono tuttavia manifestarsi anche con sintomi di stasi del Qi,<br />

stasi che può essere causata sia da una malattia della Vescica sia da problemi emotivi.<br />

Le sindromi perineali da insufficienza del pavimento pelvico (cistocele, rettocele, prolasso<br />

uterino ecc) sono il segnale di uno squilibrio fra Acqua e Fuoco.<br />

Il prolasso uterino è causato da un indebolimento del Qi della Milza e del Rene.<br />

Un parto difficoltoso, prolungato associato ad uno sforzo muscolare eccessivo, lede la Milza<br />

-organo che governa i muscoli- e causa il prolasso dell’Utero.<br />

Nella patogenesi del prolasso, oltre alla Milza e ai reni, sono coinvolti tre meridiani straordinari:<br />

il Du Mai, il Ren Mai e il Dai Mai.<br />

I primi due decorrono lungo la linea mediana del corpo e, essendo l’Utero posizionato al centro,<br />

un loro indebolimento può causare un prolasso.


Anche il Dai Mai è coinvolto nel prolasso dal momento che costituisce la cintura che lega gli<br />

organi addominali inferiori: quando si allenta la cintura, gli organi cedono.<br />

Fisiologia del PP<br />

Il Pavimento Pelvico (PP) costituisce la chiusura inferiore del bacino; è costituito da muscoli,<br />

legamenti e fasce connettivali, disposi in più piani sui quali, oltre a poggiare i visceri pelvici, sono<br />

presenti gli sfinteri ed il meato vaginale.<br />

Al momento del parto, il coccige, che si articola con l'osso sacro, può essere spostato all'indietro dalla<br />

spinta del feto, creando un passaggio adeguato per l’espulsione. Contemporaneamente si ha una<br />

considerevole dilatazione dei fasci muscolari.<br />

MTC<br />

Il Qi della Milza ha un movimento ascendente e mantiene l'Utero al suo posto. Quindi l'affondamento<br />

del Qi della Milza può causare il prolasso dell'Utero e/o della Vescica.<br />

I Polmoni governano il Qi e possono influire su alcune condizioni patologiche, come il prolasso<br />

dell'Utero dovuto a un vuoto del Qi, di solito associato a un vuoto del Qi della Milza.<br />

Tutti i problemi a carico della cervice uterina, della vagina e della vulva sono legati al Ren Mai,<br />

quando una donna ha dei problemi a livello dei genitali, il Ren Mai è la scelta più ovvia, ma può<br />

anche essere usato il Du Mai e, in caso di marcato vuoto dello Yang del Rene, esso deve essere<br />

preferito al Ren Mai.<br />

Il Dai Mai guida e supporta il Qi dell’Utero e il Jing. Un vuoto di questo meridiano lo rende<br />

“allentato” e quindi il Qi, non potendo salire, provoca un abbassamento degli organi con conseguente<br />

prolasso dell’Utero. Il prolasso è causato da un vuoto prolungato del Qi e dalla discesa del Qi.<br />

. Essendo, il Jing del Rene la base del Qi del Cielo Anteriore, esso influenza notevolmente la<br />

fisiologia della donna .<br />

I Reni, inoltre, influenzano il sistema riproduttivo della donna attraverso i meridiani Straordinari<br />

Du Mai, Ren Mai e Chong Mai.<br />

In base a questi squilibri energetici sono per prima cosa intervenuta sulla mobilizzazione attiva<br />

e passiva del diaframma; tutte le mamme, infatti, presentavano una respirazione prevalentemente<br />

toracica proprio perchè nella seconda parte della gravidanza, la regione diaframmatica viene compressa<br />

dall’utero, che ne ostacola i movimenti respiratori.


Ho trattato i canali energetici in riequilibrio, tonificando i meridiani di Stomaco, Milza e Rene; i<br />

punti su cui ho insistito di più sono stati ST36, che tonifica Qi e Sangue, e SP6, che rafforza la Milza e<br />

nutre il Sangue. Durante ogni seduta ho lavorato a lungo sui punti shu collocati lungo il meridiano di<br />

Vescica, soffermandomi prevalentemente su BL17 (shu del diaframma), BL20 ( shu della SP), BL21<br />

(shu dello ST), BL23 (shu del KI) e BL28 (shu di BL).<br />

Ho, poi, effettuato delle pressioni sul canale di Vaso Concezione, tonificando i punti compresi<br />

tra CV3 e CV8, e sul canale di Vaso Governatore, con particolare attenzione a GV20.<br />

La condizione di stasi del Qi e del Sangue è emersa nelle mamme con alterazioni dell’umore e<br />

con dolori alle articolazioni. In questo caso è risultato efficace il trattamento dei meridiani di Fegato e<br />

Vescica Biliare, con particolare attenzione ai punti LV3, LV2 e GB34 che mobilizzano e regolarizzano<br />

la circolazione del Qi. Ho dedicato poi buona parte del mio lavoro al riequilibrio dei punti shu,<br />

soprattutto a BL18 (shu del LV) e BL19 (shu di GB) e, nei casi di dolori alla schiena, al trattamento del<br />

bacino. Ho, quindi, rafforzato il Sangue effettuando pressioni sui canali di Stomaco e Milza e su punti<br />

specifici quali BL17, BL20, BL21, ST36, SP6.<br />

Risultato no<br />

Nel caso di A.C. (10 ° caso) i risultati sono stati poco soddisfacenti, forse a causa del numero<br />

limitato di sedute e della scarsa collaborazione da parte della donna; d’altra parte, la sua “situazione<br />

esistenziale” e lavorativa particolarmente stressante ha portato ad un importante squilibrio del Fegato,<br />

difficile da trattare in così breve tempo.


CONCLUSIONI<br />

Questa ricerca così come il percorso che ho perseguito nella scuola Thian di Shiatsu con Pino Turi,<br />

sono stati, la conseguenza al fatto che sono diventata mamma per due volte in 18 mesi ed aver avuto la<br />

fortuna di frequentare il corso di preparazione al parto prima, ed il corso del post-parto dopo che si è<br />

tenuto in via sperimentale nel consultorio di Pistoia in quel periodo. Questo sostegno che le ostetriche<br />

davano alle mamme mi ha avvicinato ad un approccio naturale di quel periodo della vita che per<br />

educazione e società avevo affrontato solo sotto un profilo prettamente medicalizzato e consumistico<br />

infatti, ero favorevole agli omogeinizzati ai saponi e oli sintetici e tutte quelle cose che il mercato<br />

tradizionale propone, e, dopo aver frequentato gli incontri al consultorio, non ne ho fatto, in realtà,<br />

mai uso prediligento l’allattemento al seno per tutto il primo anno di vita dei miei figli, ed usando<br />

saponi, detersivi oli e prodotti per l’igiene ed il benessere quotidiano, il più naturali possibile. In quel<br />

particolare periodo ho affrontato momenti bellissimi che si alternavano a momenti di grosse difficoltà<br />

sia emotiva che fisica, facendomi sentire totalmente inadeguata. Avere il supporto dell’ostetrica, nella<br />

persona , LISETTA, mi è stato di grande aiuto e mi ha permesso di vedere che anche le altre mamme<br />

avevano grosso modo le mie stesse difficoltà, e non era rilevante ne lo stato sociale ne quello culturale.<br />

E’ stata proprio Lisetta che ha scoperto questa mia dote insegnandomi il massaggio indiano SHANTAL<br />

per neonati, e mi ha consigliato e aiutato a scegliere questo corso di massaggio Shiatsu.<br />

Grazie alla ricerca svolta nei testi di Medicina Tradizionale Cinese, insieme all’acquisizione delle basi<br />

del pensiero orientale, sono riuscita a capire che gli sbalzi di umore, dal riso al pianto, alla gioia, alla<br />

rabbia, in termini occidentali “depressione post- partum”, che si verifica in questo particolare periodo<br />

della donna non è una disarmonia rara o della quale vergognarsi ma una conseguenza agli sforzi del<br />

parto ed alla forte quantità di sangue perso nel suddetto periodo,.così come i dolori articolari diffusi,<br />

sono tutti stress psico fisici che hanno alla base un Vuoto dello Yin o del Sangue , una Stasi del<br />

Sangue, Vuoto o Stasi del QI disarmonie che indeboliscono gli SHEN.<br />

Queste disarmonie sono le solite che sono alla base dell’Ipogalattia.<br />

Il programma di lavoro con le mamme, ha avuto come base la mobilizzazione del diaframma, il<br />

riequilibrio dei punti SHU soffermandomi in particolare sui punti che si riferivano all’organo, colpito<br />

dalla disarmonia, con lavoro specifico sul meridiano corrispondente. Mi sono avvalsa dell’uso della<br />

MOXA in particolare nei punti del Focolare Inferiore, che ha dato un buon supporto al lavoro svolto<br />

andando a rinforzare la zona dei RENI, particolarmente scarichi dallo sforzo eccessivo.<br />

Le mamme che non hanno sufficiente latte, si sento inadeguate al loro ruolo di tutrice nutritrice,<br />

vivendo in uno stato di stress superiore alle mamme che allattano senza difficoltà, quando sono arrivata


a trattarle ho pensato di farlo in assenza del neonato, dedicandogli del tempo solo per loro, e credevo di<br />

fargli un gran regalo, perché alle mamme gli manca sempre il tempo per se. In realtà solo il pensiero<br />

che il bambino piangesse, avesse fame e loro non erano presenti, era di grande blocco, e non riuscivano<br />

a rilassarsi, così ho deciso di fare i trattamenti con i bimbi presenti e talvolta andando io a casa delle<br />

mamme, questa variazione ha sortito esiti insperati, per lo stato emotivo della mamma, l’esperimento<br />

successivo è stato effettuare il trattamento in decubito laterale, mentre la mamma allattava il piccolo.<br />

.<br />

I risultati ottenuti, hanno fatto si che il reparto di Pediatria di Pistoia, continua a mandarmi<br />

mamme in difficoltà con l’allattamento.<br />

Entrambe noi operatrici abbiamo riscontrato che il vuoto del Qi, del Sangue e la stasi di Sangue<br />

sono le condizioni patologiche dominanti nella donna dopo il parto. I trattamenti applicati nei confronti<br />

dei due gruppi di mamme, sono stati per lo più uniformi: nei casi di vuoto di Sangue, oltre a trattare i<br />

punti specifici che lo producono, abbiamo riequilibrato il meridiano dello Stomaco, proprio per la sua<br />

proprietà di trattare elettivamente il Sangue e tutte le sue turbe, e il meridiano della Milza, organo che<br />

lo produce e lo mantiene all’interno dei vasi; nei casi di stasi di Sangue e di Qi abbiamo trattato i<br />

meridiani di Fegato, Vescica Biliare e Ministro Del Cuore e abbiamo comunque rafforzato il Sangue<br />

con il trattamento sopra descritto.<br />

I risultati sono stati più che soddisfacenti: le mamme hanno conseguito un buon ripristino fisico<br />

ed un miglioramento dello stato emozionale.<br />

Le mamme sono state tutte ricontattate, a distanza di alcuni mesi dal termine dei trattamenti.<br />

I miglioramenti relativi alle problematiche strettamente legate al parto, come la carenza di latte e<br />

l’incontinenza e/o il prolasso, sono rimasti costanti nel tempo; i dolori articolari, nei casi in cui erano<br />

esclusivamente dovuti al peso del bimbo negli ultimi mesi di gestazione, hanno trovato completa<br />

risoluzione mentre nei casi in cui erano legati anche ad altri fattori, si sono ripresentati periodicamente,<br />

seppur con minore intensità.


Deanna<br />

ECHI DI SHIATSU<br />

Deanna sostiene che ogni volta che le capita di dover<br />

preparare un intervento come questo, cerca sempre di farlo<br />

con un’attenzione particolare soprattutto perché ritiene sia<br />

necessario integrare una “medicina senza anima”,<br />

tecnologica e poco attenta alle emozioni ed al significato<br />

della malattia, con una “psicologia senza corpo” che fa una<br />

gran fatica a cogliere le basi biologiche di quel legame<br />

affascinante tra psiche, cervello, corpo e salute.<br />

Oggi, in particolare, alla luce di tutto questo movimento che<br />

ci ha circondato e che non ci dà ancora modo di capire<br />

definitivamente quale futuro ci riserveranno le leggi che<br />

sono state emanate, la difficoltà di dare una impronta al suo<br />

intervento è risultata maggiore. Qualche mese fa le è<br />

capitato, navigando in Internet, di aprire un portale legato<br />

allo Shiatsu nel quale si diceva: “Lo Shiatsu non è una<br />

terapia alternativa, non è una MNC, non è un massaggio<br />

terapeutico, sportivo o estetico. I benefici dello Shiatsu sul<br />

piano sintomatico e della prevenzione sono frutto non di<br />

un’attività mirata alla cura di patologie ma di un naturale<br />

processo di “autoguarigione” connesso al generale<br />

miglioramento della vitalità”.<br />

SHIATSU OSPEDALIERO<br />

Alla luce di quanto detto Deanna ha cominciato a chiedersi<br />

in che termini potesse considerarsi dal momento che lei dal<br />

’98 riceve il paziente portatore di patologia, gli fa una<br />

diagnosi energetica dopodiché lo sottopone a terapia con<br />

1


l’intento di farlo stare meglio. La stessa Deanna Picchi che<br />

dall’anno 2001 lavora, grazie alla lungimiranza ed alle<br />

posizioni di avanguardia nel campo delle MNC della<br />

Regione Toscana, in un ospedale pubblico, ed in quella<br />

sede tratta soltanto patologie: le più disparate, semplici,<br />

difficili, impossibili, ma sempre e solo patologie. Nel 2001<br />

la dirigente dell’allora C.O.R.D. Centro Oncologico di<br />

Riferimento Dipartimentale, che attualmente ha lasciato il<br />

posto all’I.T.T. Istituto Toscano Tumori prese contatto con<br />

Deanna offrendole di trattare per un periodo sperimentale di<br />

sei mesi, pazienti portatori di neoplasie: se i risultati fossero<br />

stati interessanti avrebbero parlato di programmi futuri.<br />

In quei primi sei mesi non ha visto tantissimi pazienti,<br />

prevalentemente ha trattato casi di k alla mammella, ed<br />

alcuni, date le condizioni generali molto gravi anche a<br />

domicilio. Data la sua inesperienza, in quanto sino ad allora<br />

non aveva mai trattato un paziente aggredito da una<br />

patologia oncologica, è rimasta nell’ambito specifico del<br />

trattamento del dolore ed ha inizialmente deciso di trattarlo<br />

come una qualsiasi altra forma di stress, indirizzandosi su<br />

tutto ciò che ne consegue: la fisiologia dello stress, il<br />

percorso di logoramento che il corpo subisce, sistemi<br />

nervosi viscerali, insomma tutto ciò che in un ampio spettro<br />

di applicazione poteva essere usato come strumento<br />

efficace per la diminuzione del livello di irritazione<br />

nocicettiva (dolorifica) e quindi per la diminuzione della<br />

trasmissione degli impulsi dolorifici.<br />

Comunque il periodo in cui è stata tenuta sotto osservazione<br />

è bastato per fare in modo che la AUSL 12 VERSILIA<br />

dopo aver attentamente valutato i suoi titoli di studio ed il<br />

suo lavoro, le abbia chiesto di entrare in un progetto<br />

regionale destinato a favorire le MNC e di entrare in<br />

Ospedale anche in regime di Libera Professione.<br />

2


Così dal settembre dell’anno 2001, l’A.U.S.L. 12 Versilia,<br />

ha attivato un ambulatorio di MNC, sovvenzionato da un<br />

finanziamento regionale, approvato nel P. S. R. 1999/2001<br />

e destinato alle MNC, da utilizzarsi anche nelle malattie<br />

neoplastiche. (FOTO)<br />

Da allora Deanna è ancora in Ospedale e continua a trattare<br />

pazienti oncologici, sia in reparto che in ambulatorio.<br />

Pazienti che vengono dall’ortopedia, dalla ginecologia,<br />

dalla neurologia; insomma tramite il CUP il centro di<br />

prenotazione dell’ospedale le arrivano i più disparati tipi di<br />

patologie. Adesso ha un ambulatorio nel settore della<br />

Terapia del Dolore dove riceve tre giorni a settimana e poi<br />

si reca in reparto tutte le volte che c’è necessità. Ha rapporti<br />

con gli oncologi, con gli psicologi, con i radiologi, con i<br />

medici curanti, perché spesso desiderano parlarle o per<br />

anticiparle il caso che le hanno inviato o per sapere che tipo<br />

di miglioramento può ottenere o ancora perché vogliono<br />

informarsi sugli eventuali progressi.<br />

QUALCHE DATO<br />

Nonostante le continue richieste, non è riuscita mai a fare in<br />

modo che il suo lavoro venisse in qualche modo<br />

monitorato, magari identificando un protocollo terapeutico,<br />

utilizzando i più comuni indici di valutazione, anche ai fini<br />

di un’analisi statistica dei risultati.<br />

È interessante valutare che dal settembre dell’anno 2001,<br />

presso il suo ambulatorio si sono alternati pazienti affetti da<br />

tumori di diversa origine. In particolare valutando i dati al<br />

mese di dicembre dell’anno 2005, sono state eseguite circa<br />

1.200 sedute di Shiatsu ai pazienti portatori di malattia<br />

3


neoplastica (esenti) e circa 200 sedute di Shiatsu ai pazienti<br />

portatori di altre patologie (paganti e tramite C.U.P).<br />

Per quanto riguarda il settore oncologico, la maggioranza<br />

della sedute è stata eseguita su donne operate al seno e<br />

soprattutto dopo lo svuotamento dei linfonodi ascellari, per<br />

il recupero del movimento del braccio. Ci sono stati, però,<br />

anche diversi pazienti operati al polmone per il trattamento<br />

del dolore acuto post-operatorio. Una discreta percentuale è<br />

stata trattata, invece, in sede di chemioterapia, per arginare<br />

la nausea ed il vomito; ed infine, una minoranza di pazienti<br />

trattati con radioterapia all’interno del cavo orale, al fine di<br />

ridurre la secchezza della bocca dovuta alla mancata<br />

produzione di saliva.<br />

I pazienti oncologici possono sottoporsi ad un ciclo della<br />

durata di sei sedute con frequenza settimanale, in<br />

esenzione.<br />

PAZIENTE ONCOLOGICO: RAPPORTO FRA<br />

OSPEDALE E PROFESSIONISTA MNC<br />

Non c’è dubbio che molti malati di tumore trovino<br />

giovamento dalle terapie complementari: generalmente<br />

assumono un atteggiamento più positivo verso se stessi e<br />

verso la malattia da cui sono affetti, non solo ma sono in<br />

grado di combattere meglio contro i disturbi fisici e gli<br />

effetti collaterali dei trattamenti e spesso affrontano anche<br />

meglio tutti quei complessi ed angoscianti stati d’animo che<br />

si accompagnano al tumore. Spesso questi malati che<br />

devono necessariamente aver a che fare con gli ospedali che<br />

sembrano loro luoghi terrificanti,freddi, con numerosi<br />

operatori sanitari, con macchinari altamente tecnologici,<br />

trovano nel professionista che esercita le terapie<br />

complementari una persona disposta ad ascoltarli, a<br />

4


seguirli, ad aiutarli ad affrontare stati d’animo così difficili,<br />

da pensare di non farcela più. Ormai questa è una realtà<br />

consolidata che non può più essere nascosta: molti malati<br />

oncologici si avvalgono di quelle che vengono definite<br />

Medicine Integrative, anche quando sono non sempre<br />

accettate o conosciute dagli oncologi tradizionali.<br />

Ogni volta che si parla di medicine non convenzionali o<br />

integrative in campo oncologico si rischia di creare false<br />

attese ed improprie speranze o di ingenerare confusione,<br />

soprattutto fra i non medici. La storia dell’oncologia è<br />

costellata di “sieri” e “rimedi” miracolosi, i quali, lungi<br />

dall’aver dimostrata validità, hanno spesso indotto i<br />

pazienti ad interrompere terapie utili ed efficaci. È<br />

assolutamente necessario,quindi, ribadire, che il cancro è<br />

una malattia grave e complessa, la cui prognosi dipende<br />

dalla precocità della diagnosi e dalla radicalità delle cure<br />

chirurgiche e mediche, farmacologiche e radianti.<br />

Le medicine integrative in genere possono avere un ruolo di<br />

supporto ed inserirsi nel campo della terapia adiuvante,<br />

migliorando la qualità della vita, riducendo gli effetti<br />

collaterali dei farmaci e stimolando la cenestesi. Oggi, non<br />

solo l’aspettativa di vita, ma anche e soprattutto la qualità<br />

della vita del paziente oncologico sono radicalmente<br />

cambiate, e pertanto le medicine non convenzionali quali lo<br />

Shiatsu, l’Agopuntura ed altre possono inserirsi molto bene<br />

nella gestione complessiva del portatore di neoplasia, ma<br />

senza nel modo più assoluto, volersi sostituire ai trattamenti<br />

convenzionali, che restano quelli cui affidare lo scopo di<br />

arginare od eliminare la progressione neoplastica. La<br />

letteratura medica ha recentemente sottolineato che lo<br />

Shiatsu, l’Agopuntura ed il Tui Na sono in grado di ridurre<br />

alcuni comuni disturbi dei portatori di tumori maligni quali<br />

vomito, astenia, anoressia.<br />

5


ORIENTE ED OCCIDENTE<br />

Nei classici medici cinesi non vi è nulla di simile a ciò che<br />

oggi chiamiamo cancro o tumore maligno, pur tuttavia,<br />

dagli anni Cinquanta, i clinici tradizionali cinesi hanno<br />

preso in esame questo nuovo capitolo della patologia<br />

umana e ne hanno esaminato eziopatogenesi e possibilità di<br />

intervento. In Italia, solo recentemente la comunità<br />

scientifica si è interessata all’argomento con lavori di<br />

ricerca teorica e pratica che si sono svolti presso l’Ospedale<br />

Fatebenefratelli di Roma, Il Centro dei Tumori di Genova e<br />

Milano e l’U.O. di Oncologia Medica dell’ASL 04 de<br />

L’Aquila. Andando a curiosare nella bibliografia<br />

internazionale troviamo diversi articoli che riguardano lo<br />

Shiatsu e che lo inseriscono tra le cure palliative nel<br />

trattamento del paziente oncologico. Mentre le casistiche<br />

cinesi sono molto ampie ma anche poco documentate sotto<br />

il profilo scientifico, più rigorosi sono i protocolli<br />

occidentali, ma su casistiche ancora esigue e non di grande<br />

valore statistico.<br />

PERCHÈ L’INSORGERE DELLE NEOPLASIE ?<br />

La Medicina Tradizionale Cinese considera le neoplasie<br />

come patologie provocate da un deficit di energia vitale,che<br />

si manifesta con con dimagrimento, astenia, scarsa<br />

reattività, quindi come malattia da vuoto. Tale deficit<br />

favorisce l’entrata di energie perverse nell’organismo fino a<br />

rendere possibile l’insorgenza della neoplasia. Si può<br />

tentare di valutare un’eventuale correlazione tra Oriente e<br />

Occidente nell’interpretazione e la cura delle malattie<br />

6


neoplastiche; in particolare questo vuoto di energia vitale<br />

che favorisce l’entrata di energie perverse nell’organismo<br />

può essere correlato in medicina occidentale con le<br />

alterazioni dei<br />

meccanismi di sorveglianza immunitaria.<br />

In entrambe le interpretazioni della malattia riconosciamo,<br />

dunque, la perdita di quell’armonia primordiale a causa di<br />

energie inquinanti che alterano la perfezione innata<br />

dell’organismo umano.<br />

Gli scopi terapeutici sono essenzialmente due:<br />

Eliminare le energie perverse<br />

Rinvigorire l’energia vitale e soprattutto quell’energia che è<br />

considerata la quintessenza della vita, il principio vitale,<br />

l’irradicamento della vita.<br />

STRATEGIA TERAPEUTICA<br />

Prima di entrare nel dettaglio della strategia terapeutica da<br />

attuare è d’obbligo prendere in considerazione la necessità<br />

di aver particolare cura per l’alimentazione e la condotta di<br />

vita.<br />

Poiché il jing è impoverito sono raccomandati alimenti<br />

freschi (carichi di jing) e sconsigliati sia gli strapazzi fisici<br />

che quelli mentali. Si afferma infatti che la quiete e la<br />

tranquillità per quanto possibile sono due condizioni<br />

essenziali per non depauperare ulteriormente il jing.Anche<br />

la medicina scientifica attribuisce alla dieta una notevole<br />

importanza sia per quanto attiene allo sviluppo che alla<br />

progressione delle malattie neoplastiche, valutando<br />

negativamente sia un’alimentazione priva di fattori<br />

protettivi (vitamine e sali minerali) sia un’alimentazione<br />

ricca di grassi ovvero ipercalorica<br />

7


Poiché inoltre la malattia neoplastica si considera oggi non<br />

una condizione d’organo ma una malattia sistemica (con<br />

ampie modificazioni psico-neuroimmunoendocrine), il<br />

trattamento generale va condotto, in linea di massima,<br />

nell’ottica di rinvigorire tutti gli organi e gli apparati,<br />

quindi in base a quanto sancito dai classici, le pressioni<br />

Shiatsu riguarderanno tutti i meridiani che controllano sia<br />

organi che apparati.<br />

È difficile poter spiegare le linee guida del procedimento<br />

che viene attuato quando tratta un paziente: il fatto che li<br />

accomuni la stessa tipologia di tumore non significa<br />

niente… ognuno di loro è un’isola a se stante ed il<br />

trattamento viene diversificato a seconda della<br />

differenziazione sindromica comunque importante è<br />

ricordare la necessità di operare pressioni Shiatsu o un<br />

micromassaggio rotatorio su alcuni punti del meridiano<br />

dello Stomaco che hanno azione protettiva e servono a<br />

bloccare la progressione delle energie perverse (FOTO)<br />

(3ST, 14ST, 15ST, 30ST). Questo trattamento ha lo scopo<br />

di “ottimizzare” per quanto possibile lo stato energetico del<br />

paziente e va eseguito diverse volte prima di sostituirlo con<br />

il trattamento specifico che comunque contiene ancora la<br />

maggior parte di quanto sopra riportato. È inutile adesso<br />

indicare le differenze nei trattamenti specifici, basta dire<br />

soltanto che a seconda della neoplasia, si individueranno<br />

strategie terapeutiche aggiuntive particolari un po’ diverse<br />

una dall’altra. (FOTO)<br />

Tra le varie problematiche che accompagnano il tumore, il<br />

dolore è probabilmente quella che ha il maggior numero di<br />

implicazioni di natura medica ma anche socio-relazionali,<br />

etiche ed economiche. La prevalenza del dolore associato al<br />

cancro è di circa il 30% per i pazienti nelle fasi iniziali e<br />

8


superiore al 50 % nei pazienti in fase avanzata di malattia.<br />

(FOTO) Il dolore nei pazienti neoplastici può essere di<br />

diversa natura ed è legato:<br />

• alla presenza di malattia a livello di organo;<br />

• al trattamento (chirurgia – procedure invasive);<br />

• alla tossicità dei trattamenti (radioterapia,<br />

chemioterapia). (FOTO)<br />

È necessario aggiungere che l’intensità del dolore risulta<br />

generalmente maggiore nei pazienti affetti da sarcoma,<br />

carcinoma del distretto testa / collo, del polmone, della<br />

cervice uterina, del tratto gastroenterico e della vescica.<br />

Lamentano un dolore meno intenso i pazienti affetti da<br />

carcinoma del testicolo, della mammella, della prostata, del<br />

corpo dell’utero, dell’ovaio, i tumori cutanei ed i linfomi.<br />

(FOTO) Impossibile quindi poter indicare i punti da<br />

trattare per arginare il dolore.<br />

Per quel che riguarda, invece, come già detto, il fatto che lo<br />

Shiatsu può contrastare efficacemente gli effetti collaterali<br />

della chemio- e della radioterapia, vorrei ricordare che<br />

la chemioterapia:<br />

• quando dà vomito, nausea e anoressia, tende ad alterare<br />

il meridiano denominato Triplice Riscaldatore (FOTO)<br />

(che ha la capacità di rifornire continuamente<br />

l’organismo di energia);<br />

• quando dà caduta di capelli, tende ad alterare il<br />

meridiano del Rene (FOTO)<br />

• quando dà rialzi enzimatici ed epatopatie, a alterare il<br />

meridiano del Fegato(FOTO).<br />

Il trattamento pertanto deve essere indirizzato su quei<br />

meridiani che in quel momento devono essere riequilibrati..<br />

9


La terapia radiante, invece, causa calore nel sangue ed<br />

esaurimento dell’energia jing per cui dovremo andare a<br />

riequilibrare i meridiani di riferimento (Stomaco,Ministro<br />

del Cuore e Rene).<br />

ATTEGGIAMENTI PSICO-FISICI<br />

Durante lo svilupparsi della relazione terapeutica, o anche<br />

fin dal suo inizio, è possibile notare nel paziente il ripetersi<br />

di “atteggiamenti” che, quando marcati, possono<br />

sottolineare l’influenza particolare di uno o più movimenti<br />

energetici.<br />

Questi atteggiamenti devono essere considerati degli<br />

interessanti segnali della modalità energetica prevalente nel<br />

paziente in quella fase della sua vita.<br />

Oltre che attraverso gli atteggiamenti posturali, il paziente<br />

esprime le proprie tendenze energetiche predominanti<br />

attraverso la voce e lo sguardo, porte inconsapevolmente<br />

aperte nella sua anima.<br />

Successivamente alla valutazione di quanto sopra che è di<br />

estrema importanza si inizia una chiacchierata approfondita<br />

col paziente, così da riuscire a mettere maggiormente a<br />

fuoco quanto già evidenziato, valutando gli atteggiamenti e<br />

la voce. Questa è una fase durante la quale il paziente ha la<br />

massima libertà nel parlare dei suoi guai, delle motivazioni<br />

che lo hanno spinto a sottoporsi a Shiatsu: è una fase in cui<br />

è necessario diventare un accogliente ascoltatore che<br />

permette al paziente, con qualche incoraggiamento, se<br />

necessario, di ricollegarsi a se stesso attraverso il racconto<br />

dei suoi disagi. Una volta che il paziente ha terminato di<br />

parlare di sé, si inizia a far domande di precisazione in<br />

modo da aiutarlo a riprendere il collegamento con i propri<br />

vissuti e magari ad amplificarne il senso.<br />

10


I dati tratti dalla fase verbale del rapporto con il paziente<br />

dovranno poi essere incrociati e verificati attraverso i rilievi<br />

che successivamente andiamo a cercare sul corpo del<br />

paziente, tramite la percezione tattile della condizione<br />

energetica dei meridiani e delle aree di diagnosi.<br />

PER CONCLUDERE UN CASO CLINICO:<br />

Deanna, Lucia e lo Shiatsu<br />

Lucia è una donna di 65 anni, senza anamnesi familiare<br />

positiva per patologie oncologiche e malattie in anamnesi<br />

personale, giunge all’osservazione per sanguinamento<br />

genitale in menopausa, non associato ad altra<br />

sintomatologia pelvica o addominale di rilievo. In anamnesi<br />

non risultano dismetabolismi, terapie ormonali precedenti,<br />

né malattie internistiche o chirurgiche. Normomestruata<br />

sino alla menopausa, sopraggiunta all’età di 53 anni.<br />

L’esame obiettivo, gli esami di laboratorio e le indagini<br />

strumentali portano ad accertare una neoplasia maligna<br />

ovarica a seguito della quale il team oncologico decide di<br />

sottoporla a laparoisterectomia totale con annesiectomia<br />

bilaterale e linfoadenectomia pelvica e a successiva<br />

chemioterapia complementare secondo lo schema usuale<br />

previsto dal protocollo terapeutico.<br />

Quello generalmente è il momento in cui gli oncologi<br />

inviano il paziente presso il mio ambulatorio in modo che il<br />

mio compito sia quello di aiutarli a sostenere la<br />

chemioterapia e tutto il percorso “in salita” che li aspetta.<br />

Così Lucia si presenta a me due giorni dopo la prima<br />

chemio, mi porta tutta la documentazione, mi spiega con<br />

estrema precisione e adottando un linguaggio tecnico<br />

corretto qual è il tipo di tumore che ha e conclude dicendo<br />

11


che si è sottoposta alla chemio perché i familiari l’hanno<br />

praticamente obbligata, se non avessero insistito tanto lei<br />

avrebbe rinunciato e avrebbe atteso passivamente la morte.<br />

Poi si zittisce e sembra non voler andare avanti. Provo a<br />

sollecitarla con qualche domanda ma non ottengo grandi<br />

risultati: mi risponde si, no, silenzio.<br />

Allora la invito a sedersi sul lettino e comincio a “sentirla”<br />

ed a farmi sentire. Inizio da quello che utilizzo sempre in<br />

prima istanza cioè da quel trattamento generale che ha lo<br />

scopo di ottimizzare per quanto possibile lo stato energetico<br />

del soggetto e che si deve eseguire almeno 4 o 5 volte<br />

prima di andare in profondità e di sostituirlo con il<br />

trattamento specifico legato a quella malattia e che<br />

comunque contiene la maggior parte del trattamento<br />

generale.<br />

Quindi meridiano dello Stomaco a destra e a sinistra e<br />

meridiano del Grosso Intestino a destra e a sinistra al fine di<br />

rinvigorire gli organi e i visceri partendo dai punti del<br />

meridiano dello Stomaco protettivi, cioè quelli capaci di<br />

arginare la progressione delle energie perverse (3ST, 14ST,<br />

15ST, 30ST). Al termine le chiedo di esprimermi le sue<br />

sensazioni se ha “sentito” qualche cosa di diverso ed in tal<br />

caso ciò che ha “sentito”. Mi risponde molto fredda ed un<br />

po’ seccata che se una persona sta morendo non può sentire<br />

altro che sta morendo. Accetto passivamente la sua rabbia e<br />

le fisso il prossimo appuntamento al quale mi dichiara non<br />

sa se verrà. Invece la settimana successiva all’ora stabilità<br />

bussa alla porta del mio ambulatorio entra e mi aggredisce<br />

dicendo che lo Shiatsu non funziona perché ha vomitato per<br />

una settimana e l’oncologo le aveva garantito che invece<br />

grazie allo Shiatsu la chemio sarebbe stata meno pesante.<br />

Cerco di spiegarle che non ho la bacchetta magica e che<br />

quella era la prima volta, ma lei replica, andando a sedersi<br />

12


sul lettino senza che io l’abbia invitata a farlo, che lei non<br />

ha tempo e che è lei che sta morendo e non io! In silenzio<br />

mi avvicino e comincio la mia seduta. Vado avanti tra<br />

silenzi, lunghe pause e a domanda-risponde per tutta la<br />

seduta poi la congedo dandole appuntamento alla settimana<br />

dopo sentendomi ripetere che non sa se verrà: “tanto per<br />

quel che fa!!!”. Trascorrono i giorni ed eccoci al nuovo<br />

appuntamento: nella mia stanza entra una Lucia<br />

apparentemente un po’ diversa, non mi aggredisce subito<br />

anche se si mantiene un po’ fredda e dice che nella<br />

settimana passata si è sentita come se non fosse malata ed<br />

ha fatto cose normali e non da persona malata. Nel<br />

frattempo, sempre senza che io la inviti a farlo, si siede sul<br />

lettino e mi aspetta. Io esito un attimo e mi soffermo alla<br />

scrivania come se dovessi concludere qualcosa, e dopo<br />

qualche minuto Lucia mi chiede perché non comincio che<br />

“altrimenti non ce la facciamo perché dopo di me ci sono<br />

altri pazienti”. A qual punto io mi siedo dietro alla<br />

scrivania, lei mi guarda sorpresa ed io le comunico che sto<br />

valutando se andare avanti o meno con lei, perché non ho<br />

intenzione di lavorare con pazienti che si piangono addosso<br />

e non vogliono lottare… non intendo assistere ad un<br />

rassegnarsi alla malattia, io intendo lottare per la vita<br />

insieme a lei e lo faccio come norma comportamentale con<br />

tutti coloro che frequentano il mio ambulatorio.<br />

Lucia scende dal lettino mi siede davanti ed inizia a<br />

piangere e con le lacrime arrivano anche le parole… un<br />

fiume di parole: ecco quello era il mio scopo. Ora so<br />

esattamente quanto tenga alla vita, quanta paura abbia di<br />

non farcela, quanta speranza abbia di uscirne, quanto<br />

desideri che qualcuno al prenda per mano e percorra<br />

insieme a lei questa zona buia. Ed ecco che dopo averla<br />

lasciata “svuotare” le offro la mia mano e le garantisco che<br />

13


inciamperò con lei se lei inciamperà, cadrò con lei se lei<br />

cadrà, mi rialzerò con lei se lei si rialzerà, e salterò con lei<br />

se lei salterà e ballerò con lei se lei ballerà ecco che le<br />

garantisco che io sarò con lei…. sino alla fine ….. della<br />

malattia o della vita.<br />

E così ho fatto: l’ho vista una volta a settimana ancora per<br />

diversi mesi, l’ho trattata più specificatamente per quel tipo<br />

di neoplasia lavorando su tutto il meridiano del rene. Ci<br />

siamo incontrate e scontrate più volte su tante situazioni, ho<br />

imparato tante cose che la riguardavano, ho conosciuto la<br />

sua famiglia, ho cantato con lei quando stava meglio ho<br />

pianto con lei tutte le volte che stava peggio ed abbiamo<br />

instaurato una profonda confidenza.<br />

Lucia non è un caso particolare o una persona speciale: tutti<br />

coloro che ho conosciuto, che conosco, che conoscerò<br />

hanno avuto, hanno ed avranno altri nomi ma con tutti loro<br />

il mio comportamento è lo stesso: io ci sono… io sono con<br />

loro fin tanto che loro mi vorrano ed avranno bisogno di<br />

me... io e lo Shiatsu che è un alleato formidabile e<br />

straordinario per entrare dentro ad ogni realtà personale.<br />

Lucia è morta cinque mesi dopo quel primo giorno in cui ha<br />

bussato alla mia porta: di lei mi resta una lettera che ha<br />

voluto inviarmi tramite sua figlia quando ha preferito non<br />

vedermi più, e Paola sua figlia mi ha autorizzato a darne<br />

pubblica lettura:<br />

“Cara Deanna, ce l’abbiamo fatta! Abbiamo vinto! Tu ed io<br />

insieme abbiamo sconfitto la paura della morte! Me ne vado<br />

serena, non ho paura, e se non ho paura è perché sento la<br />

tua mano che stringe la mia, sento il tuo calore che mi<br />

accompagna e sento la tua voce che mi ripete che ciò che<br />

mi aspetta di là sarà bellissimo, che ci saranno colori,<br />

profumi e amore, tanto amore, un grande amore e niente più<br />

dolore, sofferenza, giorni grigi, malattie, depressioni. E poi<br />

14


mi hai promesso che anche di là troverò sicuramente<br />

un’altra Deanna che camminerà con me come hai fatto in<br />

questa vita e tu dici che mantieni sempre le promesse<br />

quindi mi fido! Grazie per avermi dato la tua energia, per<br />

aver riequilibrato la mia, per aver capito i miei momenti<br />

neri, per aver rispettato la mia rabbia, per avermi<br />

accompagnato sempre e retto la testa anche quando<br />

vomitavo, o quasi. Grazie perché quando la vita ti sfugge<br />

senti che anche gli altri, persino i familiari, per paura, per<br />

sofferenza, per ignoranza, ti sfuggono anche loro. E così ti<br />

ritrovi sola ad affrontare qualcosa più grande di te. Nella<br />

sfiga, sono stata fortunata!<br />

Tu mi hai parlato degli angeli ed io ripensandoci ho capito<br />

perché sai tante cose di loro, perché anche tu sei una di loro<br />

anche se per la verità non ti ho mai visto neanche un<br />

pezzettino di ali.<br />

Sei stata il mio sole durante il temporale, la mia luce nel<br />

buio, il mio faro nella tempesta, sei stata la mia “dottora” e<br />

mi hai regalato il tuo abbraccio, il tuo sorriso, le tue<br />

lacrime. Non lo dimenticherò mai, nè nella prossima vita nè<br />

in quelle dopo che ci saranno se ci saranno, e se un domani<br />

dovessi rinascere stai certa che dovessi girare il mondo<br />

verrò a cercarti. Nel frattempo vado lassù.. e parlerò di te…<br />

vedrai la pubblicità che ti farò... e non pensare che io ti<br />

perda di vista: tu guarda il cielo e fa conto di vedere i miei<br />

occhi e vedrai che io troverò il modo di farmi riconoscere.<br />

Ti auguro tutto il bene possibile e se possibile anche di più.<br />

Resta così come sei e continua a donarti a tutte le Lucie che<br />

incontrerai, perchè questa è la cosa che sai fare meglio.<br />

Ciao Lucia”.<br />

interventoconvegnopalermo<br />

15


La musica del tuina: esperienze di ritmo e suono nella clinica del<br />

massaggio<br />

ABSTRACT: dalle teorie tradizionali agli sperimentalismi degli<br />

artisti moderni, suono e ritmo veicolano messaggi che permettono<br />

di ampliare secondo risonanze individuali, senso e risorse per cura<br />

e guarigione.<br />

Il recupero del corpo al suo suono originario, attraverso ritmo e<br />

movimento lo integrano nell'unità energetica.<br />

Una qualità sonora che invade il tuina per la ricerca delle risonanze<br />

energetiche.<br />

Oggi l'interesse per le conoscenze e per le società tradizionali si è<br />

improvvisamente risvegliato, sempre più spesso si sente affermare<br />

che, nonostante i progressi della scienza, le conoscenze tradizionali<br />

possono offrire ancora qualcosa di utile. Noi che pratichiamo la<br />

MTC sappiamo quanto eugenismo e saper fare tradizionale siano<br />

fondati su principi fondamentali per la salute, quelli che Ie<br />

moderne politiche sanitarie identificano come miglioramento degli<br />

stili di vita e della qualità della stessa. Sul versante della<br />

valorizzazione dei sistemi di cura tradizionali l'Organizzazione<br />

Mondiale della Sanità (OMS), già dal 1978, nella conferenza di<br />

Alma Alta, Salute per tutti per l’anno 2000, promuove iniziative<br />

importanti per la valorizzazione delle figure tradizionali, che hanno<br />

contribuito e contribuiscono a cambiare la loro percezione da parte<br />

della comunità scientifica internazionale.<br />

La MTC certo si differenzia da altre tradizioni: fin dal 1929<br />

quando il kuomitang la dichiara fuorilegge, percorre un cammino<br />

di progressiva legittimazione e modernizzazione che la porta a un<br />

pieno riconoscimento giuridico e la integra pienamente nel sistema<br />

sanitario nazionale. La riorganizzazione pone particolare enfasi<br />

alla formazione integrata con la biomedicina dei suoi operatori,<br />

all’epurazione di caratteri ritenuti magici e all’articolazione con il<br />

modello medico occidentale.<br />

Tale cammino seppur fertile per la diffusione della MTC nel


territorio cinese e nel mondo, ne ha fatto un interessante prodotto<br />

di meticciamento culturale, nel quale le radici taoiste si legano alla<br />

necessità dei modelli omologanti della nascente ideologia<br />

comunista e alle richieste di replicabilità dell’efficacia della<br />

medicina scientifica.<br />

La MTC è in Cina spesso uno medicina moderna epurata dagli<br />

aspettti più spirituali e culturali, una medicina utile per l’uomo<br />

moderno che cammina in fretta ma che spesso manca della<br />

profondità della saggezza antica e del legame caratterizzante della<br />

cultura sostituita dal modello egemone della cultura globalizzata.<br />

Persisteno tuttavia alcuni fondamenti che caratterizzano la visione<br />

tradizionale che è sempre esperienziale, naturalista, spirituale; il<br />

sapere non è quello caro al mondo accademico occidentale,<br />

semplice erudizione, che confondere spesso memoria con<br />

l'intelligenza.<br />

La differenza rispetto alla biomedicina è essenzialmente una<br />

differenza di metodo, di punto di vista, che di fatto traduce una<br />

profonda differenza di concezione.<br />

Per un guaritore tradizionale autentico, "esiste la Conoscenza",<br />

parlare di medicina tradizionale è una riduzione legata alla<br />

progressiva degradazione della comprensione del sapere<br />

tradizionale e delle sue applicazioni. Considerare solo l'aspetto di<br />

cura delle malattie significa perdere l'essenza di quest'ultimo e<br />

perdere l'occasione di fare il salto che è richiesto per proseguire<br />

passando dal "capire" al "sentire" e dalla "Medicina"<br />

alla"Conoscenza".<br />

Le medicine tradizionali hanno quindi a tutt’oggi un ampio rilievo<br />

nella ricerca dello stato di benessere, che è uno dei motori evolutivi<br />

più autentici.<br />

Anche le medicine tradizionali subiscono come tutta la produzione<br />

culturali i processi di rimaneggiamento, elisione confluenza e<br />

sincretismo attraverso i processi storici che le mettono in contatto<br />

con altre culture e ne sono stimolati.<br />

Così anche nell’ambito della MTC noi vediamo che le diverse<br />

teorie che percepiamo come un corpo unico non sia invece frutto di<br />

un coesistenza di moduli e riferimenti culturali diversi.


Quello che rimane spesso sono tecniche che tendiamo a ripetere in<br />

modo meccanico e che non investono la conoscenza.<br />

Sono profondamente convinta che noi liquidiamo troppo<br />

velocemente, pensando di capire, alcuni dei grandi concetti di base<br />

della MTC, e eseguiamo delle repliche meccaniche che seppur<br />

operano qualche effetto sono lontane dal potere inziale.<br />

Mi affascina recuperare il sottostante, quello piccolo e sottile che<br />

non viene mai urlato e che molti non vedono, scambiando il ditto<br />

per la luna.<br />

Questa riflessione sulle risonanze operate dal ritmo<br />

nell’applicazione del tuina vuole enfatizzare la necessità di una<br />

conoscenza più approfondita dei concetti base delle MT, spesso<br />

completamente avulsi dalle conoscenze biomediche, ma che, a mio<br />

modo di vedere sono in grado di sostenere l’uomo nel suo<br />

cammino verso autenticità e benessere, recuperandolo a quella<br />

Conoscenza che lo lega al suo ambiente e alla sua comunità.<br />

L’aspetto esperienziale è il fondamento delle MT: ci sembra che<br />

l’ideogramma ZHI saper-fare ben illustri la visione, l’approccio<br />

alla realtà del mondo.<br />

L’ideogramma “saper-fare” ZHI, con i caratteri conoscenza e<br />

parola, indica bene come il “fare” debba essere preceduto dalla<br />

percezione, recepito e maturato nella profondità dell’intelligenza,<br />

poi valutato e espresso con la parola: solo allora si sa “cosa fare e<br />

come fare”.<br />

Il “saper-fare” è, allora, saper essere, mantenere la propria vita,<br />

conoscere le regole della propria natura, del proprio organismo e<br />

della propria psicologia, rispettarle per evitare sperperi e<br />

dispersioni e mantenere l’equilibrio sia all’interno che all’esterno.<br />

Condizione indispensabile per la percezione corretta, non confusa,<br />

è il Wu wei, il “non agire”, che evidenzia come il Wu, Vuoto,<br />

Vuoto di Cuore, in questo caso, cioè un Cuore senza desiderio,<br />

senza conoscenza, senza azione, sia la condizione ideale per<br />

aumentare la percezione cosciente, libera da vizi e pregiudizi. Il<br />

Cuore Vuoto può ricevere la Volontà e compiere l’attitudine


naturale alla comunicazione, all’empatia.<br />

Cadere nel vuoto è la possibilità di conoscere ed entrare in<br />

risonanza, è la base del massaggio come relazione energetica e di<br />

consapevolezza del sé.<br />

Particolarmente utile ci sembrano le considerazioni dei filosofi<br />

della fenomenologia che liberano la mente occidentale da stereotipi<br />

e preconcetti aprendola alle porte della percezione dei fenomeni.<br />

Questa lunga premessa serve per presentare alcune considerazioni<br />

che sono emerse dalla clinica del tuina, che pratico personalmente<br />

da oltre vent’anni.<br />

Nell’ottica della Medicina Tradizionale Cinese il massaggio<br />

rappresenta non solo una tecnica terapeutica ma una relazione di<br />

comprensione e comunicazione tra due persone, una trasmissione<br />

di energie, un passaggio importante per la prevenzione e per la<br />

cura, attraverso la responsabilità di se stessi, del proprio corpo,<br />

della propria salute.<br />

Avevo gia notato come fosse particolarmente efficace per il<br />

movimento energetico la stimolazione ritmica, come il corpo si<br />

aprisse a una voglia comunicativa che esprime suoni, movimenti,<br />

sensazioni. L’essere entra in risonanza con l’altro, con l’intento<br />

dell’altro, con la sua capacità evocativa.<br />

Il concetto di risonanza Gan Ying è l’asse portante della relazione<br />

microcosmo-macrocosmo ed evoca la bipolarità della relazione<br />

Yin/Yang: azione emanazione Yang, reazione percezione Yin.<br />

Anche l’ideogramma di farmaco è composto dal radicale musica, e<br />

mette in risalto le caratteristiche radianti pervasive che amplificano<br />

effetti e risposte. In molte medicine tradizionali è ancora vivo<br />

l’aspetto sciamanico in cui le pratiche hanno poteri radianti che<br />

anche attraverso suono e ritmo amplificano la comunicazione con<br />

gli influssi astrali del Cielo, le direzioni cardinali della Terra.


Tui Na e l’An Mo<br />

Tradizionalmente l’applicazione delle manipolazioni è sottoposta a<br />

3 Principi:<br />

continuità: ripetizione del movimento<br />

forza: tipi diversi di forza secondo la patologia e la persona,<br />

profondità: secondo la topografia dei punti e dal livello I/Y della<br />

persona e della patologia, la pressione è comunque sempre definita<br />

gentile. Le due accezioni tuina e anmo esprimono l’alternanza<br />

Yin/Yang, evocando tecniche più rapide o più statiche.<br />

In entrambi i casi, i principi riassumono la possibilità di evocare<br />

ritmi precisi secondo le diverse zone del corpo che percepiti<br />

restituiscono qualità energetiche.<br />

Quello che in genere riusciamo a percepire è riassunto nella regola<br />

classica:<br />

pienezza/vuoto: dispersione/tonificazione<br />

Le tecniche sono selezionate in base alla costituzione, alla<br />

patologia ma anche dipendono dall’azione che si vuole ottenere<br />

cioè variano quando si voglia richiamare l’energia in una zona<br />

(tonificare) o disseminarla da questa (disperdere):<br />

Per tonificare: per disperdere:<br />

movimenti lenti movimenti veloci<br />

movimenti ampi movimenti circoscritti<br />

pressione leggera pressione forte<br />

con la corrente energetica controcorrente energetica<br />

senso orario senso antiorario<br />

Il trattamento, che combina le due azioni esprime ritmi dettati dalla<br />

percezione e dalla conoscenza, e con la musicalità tipica dell’atto<br />

intenzionale che proviene dal saper fare riproduce un processo<br />

comunicativo di risonanza che investe molte tecniche tradizionali e<br />

anche la musica.<br />

Molte medicine tradizionali danno enfasi alle caratteristiche<br />

qualitative di varie zone corporali e alle pratiche che le stimolano:<br />

la musica è sempre presente per stimolare queste qualità. La teoria<br />

dei 5 movimenti, quella degli zangfu illustrano in Mtc le differenti


zone energetiche e anche la tradizione cinese racconta del qigong<br />

dei 6 suoni terapeutici, uno degli strumenti per stimolare attraverso<br />

vibrazioni sonore questi suoni.<br />

La ripetizione ordinata di uno stimolo genera ritmo; il ritmo si<br />

accorda all’intenzione comunicativa verso e con l’altro e<br />

risuonando nell’oscillazione dell’interazione crea movimento e<br />

suono. Nella relazione che ripristina l’unità di due che comunicano<br />

è il ritmo, lingua musicale che parla alle parti profonde dell’essere.<br />

Molti sono gli studi sul ritmo e sulla sua influenza su processi<br />

fisiologici e stati emozionali, molti musicoterapeuti rendono<br />

pratica quotidianamente la capacità della musica di stimolare e<br />

integrare funzioni ed attivare processi di comunicazione efficaci.<br />

Gran parte delle culture sapienziali tradizionali danno<br />

un’importanza fondamentale alla musica, alla sua capacità di<br />

stimolare processi di comunicazione e integrazione dell’uomo nel<br />

suo contesto.<br />

Ma anche le stimolazioni sul corpo, anche le manipolazioni<br />

effettuate a ritmi consoni sono musica…Dal greco, rein, ritmo<br />

evidenzia il concetto di scorrere, muoversi con forma ed ordine ed<br />

Erodoto e Leucippo, già nel VII sec. A.C., evidenziano come<br />

questo caratterizzi la forma individuale e distintiva del carattere<br />

umano. Allora ciascuno ha un proprio ritmo e noi conosciamo,<br />

anche se spesso meccanicamente, che il rispetto dei ritmi biologici<br />

individuali sono fondamentali per un buon trattamento.<br />

Questi sono definiti rapidi ed includono tutti in ritmi il cui periodo<br />

(spazio tra due stimoli ripetuto ad intervalli stabiliti) varia da<br />

qualche frazione di secondo a circa 20 ore:<br />

- ritmi dell’encefalo: le oscillazioni elettriche dei centri nervosi<br />

mettono in rilievo onde di diversa frequenza particolarmente<br />

evidenti a livello corticale<br />

- ritmi cardiaci: determinati prevalentemente dalla relazione tra il<br />

tessuto nodale 120-150 cicli al minuto e il nervo pneumogastrico<br />

che assicura un ritmo di circa 72 cicli al minuto, questi sono<br />

variabili secondo temperatura, movimento ed emozioni.<br />

- ritmi respiratori:una frequenza variabile dai 15 ai 20 cicli al


minuto per l’adulto, influenzati da meccanismi cardiocircolatori<br />

complessi, hanno un’’attività autonoma riflessa ma anche in parte<br />

volontaria.<br />

Sono ritmi fisiologici, spontanei e se vengono regolati nella loro<br />

ripetizione periodica inducono rilassamento e concentrazione e<br />

un’inaspettata sensazione di unità psicofisica. La loro<br />

accelerazione o rallentamento possono essere influenzati anche da<br />

stimolazioni non periodiche.<br />

La regolazione dei ritmi endogeni è regolata dall’interazione<br />

simpatico parasimpatico, in termini tradizionali dall’interazione<br />

interno/esterno Rn/V, ma anche nella relazione I/Y P/ V.<br />

Nella regolazione di ritmi acquisiti (nocicettivi, all’età, orario dei<br />

pasti) c’è una complessa azione surrenale-ipofisi-ipotalamo, in<br />

termini tradizionali la relazione Yin/Yang Rn/C. In questi ritmi il<br />

processo fisiologico precede quello adattativo: la fame arriva prima<br />

del calo ipoglicemico.<br />

Quando inizia la sincronizzazione l’essere è in pieno, accordato<br />

alla naturalezza della sua fisicità in totale compenetrazione con gli<br />

stimoli nictemerali biologici: un’opera di grande armonizzazione.<br />

D’altra parte è evidente a tutti che ascoltare un ritmo musicale<br />

induce a battere col piede, ma mentre in molte stimolazioni<br />

sensoriali la risposta segue lo stimolo, in questo caso è<br />

contemporanea allo stimolo. È il fenomeno della sincronizzazione,<br />

che a me pare ben richiami il concetto tradizionale di risonanza,<br />

dove c’è un’accentuazione radiante di una qualità-spirito evocato.<br />

Inoltre la sincronizzazione esalta le capacità adattative dell’essere<br />

attraverso un sistema adattatorio che è sempre più inibito dalla vita<br />

moderna, e che ha caratteristiche maturative. L’induzione motoria<br />

o sonora è relativamente incoercibile, la sincronizzazione è<br />

naturale.<br />

Nell’adulto occidentale l’induzione motoria è assai frequentemente<br />

inibita, sparisce negli schizofrenici, non sono state evidenziate<br />

induzioni significative negli animali.<br />

Il carattere uditivo delle strutture ritmiche non possiede maggior<br />

influenza sulla sincronicità e sull’induzione al movimento: serie di<br />

lampeggiamenti in uno stesso luogo hanno lo stesso tipo di


istrutturazione proprio delle sequenze sonore.<br />

Il ritmo è ordine nel movimento, nasce dal ritorno di strutture<br />

semplici o complesse (frazionamento del valore degli stimolo<br />

all’interno di una struttura), vale a dire da un ordine presente nella<br />

successione delle strutture. È difficile per un uomo adulto<br />

sincronizzare la risposta per più di 2 –3 strutture complesse<br />

consecutive. Il ritorno periodico ha conseguenze importanti che<br />

trasformano la semplice percezione del ritmo in un’esperienza<br />

complessa con forte tonalità affettiva. La regolarità ritmica ha il<br />

potere di suscitare una induzione vocale-motoria.<br />

La regolarità ritmica genera movimenti e suoni che si armonizzano<br />

con il dato percepito in maniera tale che l’accompagnamento<br />

sonoro-motorio si realizza con movimenti pendolari della cadenza<br />

prossima a quella di un tempo spontaneo. Questo è fonte di<br />

soddisfazione e procura un’eccitazione che si conserva e viene<br />

esaltata dall’armonia tra percezione e motricità, non si affievolisce<br />

come avviene per l’emozione, ma grazie alla ripetitività aumenta<br />

investe movimenti e vocalizzazione sempre più ampie, corrisponde<br />

alla partecipazioni dei centri nervosi superiori ed è una esperienza<br />

sociale. Il ritmo percepito, che induce una partecipazione<br />

dell’organismo, allena ad una vasta sincronizzazione sociale le<br />

nostre attività. Permette all’uomo di muoversi nel ritmo delle<br />

stimolazioni esterne e di sincronizzare le proprie attività con quelle<br />

degli altri in vere e proprie comunioni sociali.<br />

Tutto da percorrere il cammino per la cura delle disarmonie delle 7<br />

passioni o delle turbe del Centro.<br />

Ma anche possiamo pensare e percepire che i tre Jiao, gli zang, i<br />

movimenti, le zone del corpo possiedono una musica loro,<br />

caratteristica e personale eppure rispondente ai ritmi della musica<br />

esterna, culturale prodotta dall’uomo.<br />

Queste considerazioni aprono prospettive al lavoro sul corpo<br />

insospettate e nuove, molti già praticano con musiche varie e si<br />

conoscono percorsi terapeutici dove la musica e la risposta<br />

corporea sono strumenti importanti d’analisi e cura.<br />

Ho praticato e visto una amplificazione degli effetti energetici e


l’avvio di una comunicazione efficace che nella relazione<br />

terapeutica che dovrà essere indagata ancora, con tempo e<br />

pazienza.<br />

Tuttavia ho iniziato a pensare schemi, forte della tradizione che<br />

identifica una norma la applica e percepisce cio che se ne<br />

allontana, non come difformità ma come essenza identitaria.<br />

Ho ripensato alle costituzioni, ai movimenti, alla musica e ai suoi<br />

strumenti, come qualità energetiche ascrivibili agli schemi noti.<br />

Molte le riflessioni: i ritmi delle zone del corpo, la necessità di<br />

pause, l’oscillazione ritmica che diffonde e provoca suoni e<br />

necessità motorie.<br />

Mi rendo conto che la materia è ampia, tuttavia alcune<br />

considerazioni possono essere utili:<br />

- il ritmo è un elemento corporeo premusicale, la sua<br />

traduzione in movimento-suono è naturale<br />

- il modo con cui si riceve il ritmo soggiace a leggi percettive<br />

soggettive<br />

- un periodo ritmico può essere frazionato ma non ripetuto a<br />

lungo<br />

- l’educazione alla sincronizzazione con ritmi primari<br />

favorisce l’unità psicofisica<br />

- la pausa dopo una stimolazione ritmica aumenta la capacità<br />

propriocettiva e aiuta l’idea di schema corporeo e di<br />

adattamento.<br />

SCHEMA..<br />

Ascoltando molta musica, parlando con musicoterapeuti, musicisti,<br />

guaritori, psichiatri e antropologi ho tentato un ascolto che conduca<br />

alla qualità musicale dei 5 movimenti, questa può suggestionare la<br />

manipolazione che acquisterà le caratteristiche energetiche della<br />

musica scelta.<br />

La selezione è avvenuta secondo criteri assolutamente intuitivi,<br />

spesso seguendo l’analogia con lo spazio geografico di<br />

provenienza e la fisicità/sonorità degli strumenti musicali.<br />

Ve la propongo perché così funziona il pensiero analogico,


l’intento nella fenomenologia, il saper fare: poter cogliere<br />

l’essenza, la qualità e le sue capacità radianti. Ve le propongo,<br />

come una provocazione perché nella musica, come nella medicina<br />

tradizionale, lo spirito pensante non può essere scisso dai moti del<br />

cuore.<br />

LEGNO: gli arti superiori, I FLAUTI, I FIATI CHE<br />

PORTANO IL SOFFIO FUORI, LO FANNO NASCERE,<br />

EVOCANO IL VENTO. CREANO EMOZIONE E<br />

VITALITÀ.<br />

FUOCO: la testa, il petto TAMBURI, IL RITMO<br />

CARDIACO, IL MOTORE DELL’ATTIVITÀ, CIO' CHE<br />

PROMUOVE L’ESPRESSIONE E MUOVE IL SANGUE, LA<br />

GIOIA DEL MOVIMENTO.<br />

TERRA: la zona mediana del corpo, LA VOCE UMANA,<br />

TUTTA LA SUA AMPIEZZA E QUALITÀ, IL SOSTEGNO<br />

ALLA COMUNICAZIONE ALL’EMOZIONI ALLE<br />

RELAZIONI.<br />

METALLI: gli arti inferiori, STRUMENTI A CORDE<br />

PIZZICATE, LA VIBRAZIONE CHE COORDINA E<br />

DIVIDE IL TEMPO, LA REGOLAZIONE DELLO SPAZIO,<br />

CICLICITÀ SPAZIOTEMPORALE.<br />

ACQUA: la zona inferiore del corpo, VIBRAFONI XILOFONI<br />

E PIANOFORTE, L’AMPIEZZA DI TUTTE LE SONORITÀ,<br />

LA BASE E L’ESPRESSIONE DELLA COMPLESSITÀ<br />

NATURALE.<br />

Penso che l’ascolto di musiche tradizionali, acustiche possa aiutare<br />

a percepire la qualità ritmica degli strumenti-movimenti, per<br />

accordare le sensibilità che entrano nella relazione di cura in una


comunicazione musicale carica di senso ed efficacia. Tale<br />

relazione promuove la partecipazione ed attiva la possibilità di<br />

stabilire dei nessi interumani che rafforzano il senso comunitario,<br />

elemento spesso assente nella nostra pratica ma che è una<br />

determinante nella nozione stessa di medicina tradizionale.<br />

Ci rendiamo conto che riunire i concetti sinora espressi in un gesto<br />

tecnico possa risultare difficoltoso e pretestuoso ma sono convinta<br />

che quando otteniamo una stimolazione corretta, come la<br />

tradizione impone sui Punti di agopuntura praticare digito<br />

pressione fino al Da Qi, arrivo dell’energia, calore, operiamo un<br />

saper fare che ha molto ha che vedere con le idee qui espresse.<br />

Abbiamo tentato di analizzare caratteristiche tecniche che risultano<br />

nella clinica applicate spesso in modo meccanico e senza<br />

consapevolezza che spesso ne inficiano l’efficacia terapeutica;<br />

penso che insieme agli aspetti biomedici dovremo approfondire<br />

quei principi di base che spesso sono sottovalutati ma che<br />

trasformano il gesto in un atto di conoscenza e di coscienza,<br />

l’inizio di un percorso alla sensibilità che solo porta desiderio di<br />

conoscenza e che la conoscenza restituisce, acuendo la sensibilità.<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

Husserl, Idee per una fenomenologia pura e una filosofia<br />

fenomenologica, Einaudi<br />

Nathan, Medici e stregoni, Bollati Beringheri<br />

Boschi, Medicina Cinese, la radice e i fiori, Erga<br />

Granet, Il pensiero cinese<br />

Tao te ching, Adelphi<br />

Pierce, La scienza del suono, Zanichelli<br />

Coppo, Cardamone, Inglese, Etnopsichiatria, il Saggiatore<br />

Grof, La mente olotropica, RED<br />

Fraisse, Psicologia del ritmo


Lo shiatsu nella letteratura scientifica internazionale<br />

Emanuela Ledda<br />

Abstract per il Congresso Nazionale CiTeS – <strong>ottobre</strong> <strong>2006</strong><br />

Al fine di comprendere il ruolo dello shiatsu nella letteratura medico-scientifica<br />

internazionale è stata effettuata una ricerca nella letteratura bio-medica internazionale<br />

attraverso la consultazione delle principali banche-dati bibliografiche di carattere biomedico<br />

e socio sanitario.<br />

In particolare, la ricerca è stata effettuata, tra maggio 2005 e maggio <strong>2006</strong>, sulle banche dati<br />

bio-mediche delle principali biblioteche scientifiche digitali mondiali. La ricerca è stata<br />

effettuata utilizzando soltanto la parola “shiatsu”, inserita in una qualsiasi parte del testo,<br />

come chiave di ricerca. L’arco temporale considerato è stato dal 1975 al presente. Le<br />

banche dati consultate sono state: Scirus, BioMed Central, BioMedNet, ScienceDirect<br />

Ondine, CSA Cambridge Sciences Collection, Medline Advanced, Psyc-INFO, Scopus,<br />

WoS - Web of Science, EBSCO. Nell’insieme, queste banche dati comprendono la quasi<br />

totalità della letteratura bio-medica scientifica indicizzata elettronicamente.<br />

I risultati sono stati organizzati per argomento ed anno di pubblicazione. Si è<br />

successivamente evidenziato l’eventuale fattore di impatto delle riviste contenenti gli<br />

articoli attraverso la consultazione del “Journal Citation Reports”, ISI Thomson, aggiornato<br />

al 2004.<br />

Un totale di 262 articoli è emerso dalla ricerca. Tuttavia, soltanto 43 tra questi<br />

trattano effettivamente lo shiatsu; i rimanenti trattano principalmente la digitopressione e la<br />

medicina alternativa e complementare.<br />

L’analisi degli articoli per argomento ha rivelato che una prevalenza di articoli (11)<br />

riguardanti l’uso dello shiatsu in pratiche infermieristiche e ostetriche. Un ulteriore gruppo<br />

di articoli (10) è di argomento generale e manualistico. Un numero di articoli superiore al<br />

10% del totale riguarda gli effetti indesiderati successivi a trattamenti shiatsu. Considerata<br />

l’esiguità del numero totale di articoli reperiti, questi articoli rappresentano un numero<br />

significativo di pubblicazioni. In relazione all’arco temporale considerato, i primi articoli<br />

appaiono nel 1975, negli anni '80 vi è un lungo periodo di silenzio e dal 1989 vi è un lento<br />

ma progressivo incremento delle pubblicazioni e una continuità temporale.<br />

Gli articoli esaminati, indipendentemente dall'argomento specifico, vertono<br />

essenzialmente sul trattamento sintomatico di disturbi. E’ possibile ritenere che questo<br />

approccio rappresenti il tentativo di studiare, attraverso l’applicazione del metodo<br />

scientifico, i meccanismi di azione dello shiatsu. Al contrario, gli articoli che prendono in<br />

considerazione lo shiatsu nella sua valenza olistica sono rari e pertinenti a più ampi studi<br />

sociologici o psicologici.<br />

La distribuzione nel tempo evidenzia come dopo il primo momento di diffusione<br />

dello shiatsu in Occidente (1975) sia occorso un periodo abbastanza lungo (1981-1987) di<br />

sperimentazione e studio della tecnica che ha condotto alla pubblicazione di nuovi articoli.<br />

In conclusione, è possibile affermare come lo shiatsu in particolare e le medicine olistiche<br />

in generale siano poco diffuse in ambito terapeutico nella loro valenza olistica originaria e<br />

non solo in quanto mere tecniche volte alla cura di un particolare disturbo.


Lo shiatsu nella letteratura scientifica internazionale<br />

Emanuela Ledda<br />

La Mandragora, <strong>Palermo</strong>. E-mail: manuledda@neomedia.it<br />

Riassunto. Al fine di comprendere il ruolo dello shiatsu nella letteratura medico-scientifica<br />

internazionale è stata effettuata una ricerca nella letteratura bio-medica internazionale<br />

attraverso la consultazione delle principali banche-dati bibliografiche di carattere biomedico<br />

e socio sanitario. In particolare, la ricerca è stata effettuata, tra maggio 2005 e<br />

maggio <strong>2006</strong>, sulle banche dati bio-mediche delle principali biblioteche scientifiche digitali<br />

mondiali. La ricerca è stata effettuata utilizzando soltanto la parola “shiatsu”, inserita in una<br />

qualsiasi parte del testo, come chiave di ricerca. L’arco temporale considerato è stato dal<br />

1975 al presente. Nell’insieme, queste banche dati comprendono la quasi totalità della<br />

letteratura bio-medica scientifica indicizzata elettronicamente. I risultati sono stati<br />

organizzati per argomento ed anno di pubblicazione. Si è successivamente evidenziato<br />

l’eventuale fattore di impatto delle riviste contenenti gli articoli attraverso la consultazione<br />

del “Journal Citation Reports”, ISI Thomson, aggiornato al 2004. Un totale di 262 articoli è<br />

emerso dalla ricerca. Tuttavia, soltanto 43 tra questi trattano effettivamente lo shiatsu; i<br />

rimanenti trattano principalmente la digitopressione e la medicina alternativa e<br />

complementare. L’analisi degli articoli per argomento ha rivelato che una prevalenza di<br />

articoli riguardanti l’uso dello shiatsu in pratiche infermieristiche e ostetriche. Un ulteriore<br />

gruppo di articoli è di argomento generale e manualistico. Un numero di articoli superiore<br />

al 10% del totale riguarda gli effetti indesiderati successivi a trattamenti shiatsu. In<br />

relazione all’arco temporale considerato, i primi articoli appaiono nel 1975, negli anni '80<br />

vi è un lungo periodo di silenzio e dal 1989 vi è un lento ma progressivo incremento delle<br />

pubblicazioni e una continuità temporale. Gli articoli esaminati, indipendentemente<br />

dall'argomento specifico, vertono essenzialmente sul trattamento sintomatico di disturbi. E’<br />

possibile ritenere che questo approccio rappresenti il tentativo di studiare, attraverso<br />

l’applicazione del metodo scientifico, i meccanismi di azione dello shiatsu. Al contrario, gli<br />

articoli che prendono in considerazione lo shiatsu nella sua valenza olistica sono rari e<br />

pertinenti a più ampi studi sociologici o psicologici. In conclusione, è possibile affermare<br />

come lo shiatsu in particolare e le medicine olistiche in generale siano poco diffuse in<br />

ambito terapeutico nella loro valenza olistica originaria e non solo in quanto mere tecniche<br />

volte alla cura di un particolare disturbo.<br />

Parole chiave: Shiatsu, letteratura scientifica, medicina olistica, impact factor, ricerca bibliografica<br />

Introduzione<br />

Lo studio e la pratica di una serie di forme terapeutiche, culturalmente lontane da quella<br />

definita "occidentale", si sta sempre più affermando in Europa. La ragione di tale diffusione<br />

esula dal presente lavoro pur meritando una breve riflessione: la medicina occidentale<br />

sempre più si allontana dalla clinica affidandosi a mezzi di indagine tecnologici che<br />

ulteriormente riducono il tempo di interazione tra "malato" e "medico"; l'intima necessità di<br />

una persona sofferente di essere adeguatamente ascoltata è forse una delle ragioni del<br />

crescente successo delle medicine alternative.


Lo scopo della presente ricerca riguarda la comprensione del ruolo che lo shiatsu, una delle<br />

forme terapeutiche "non occidentali" più diffuse, ha nella letteratura medico-scientifica<br />

internazionale, al fine di valutare la maniera in cui questa disciplina viene percepita dal<br />

punto di vista di quello che dovrebbe essere uno dei nuclei culturali più autorevoli (il<br />

corpus delle riviste mediche) della scienza medica odierna.<br />

Metodo<br />

La ricerca è stata effettuata, tra maggio 2005 e maggio <strong>2006</strong>, attraverso la consultazione via<br />

Internet delle banche dati bio-mediche delle principali biblioteche scientifiche digitali<br />

mondiali. In particolare, si è scelto di utilizzare la sola parola “shiatsu”, inserita in una<br />

qualsiasi parte del testo (titolo, autore, keyword, abstract, testo e bibliografia citata), come<br />

chiave di ricerca. Sono state consultate le seguenti banche dati: Scirus, BioMed Central,<br />

BioMedNet, ScienceDirect Ondine, CSA Cambridge Sciences Collection, Medline<br />

Advanced, Psyc-INFO, Scopus, WoS - Web of Science, EBSCO. Nell’insieme, queste<br />

banche dati comprendono la quasi totalità della letteratura bio-medica scientifica<br />

indicizzata elettronicamente. L’arco temporale considerato è stato dal 1975 al presente.<br />

Inoltre, per valutare il grado di impatto che tale letteratura può avere, gli articoli reperiti<br />

sono stati ordinati in relazione all'Impact Factor raggiunto dalla rivista su cui sono stati<br />

pubblicati. L'attribuzione di questo indice numerico, elaborato ed annualmente aggiornato<br />

dalla ISI Thomson©, si basa sul rapporto tra numero di articoli pubblicati dalla rivista e<br />

numero di citazioni totali ottenute per ciascun anno. All'elaborazione dell'indice concorre la<br />

somma di tali valori nei due anni precedenti. I valori di IF qui riportati sono relativi al 2004<br />

e si riferiscono ai dati relativi agli anni 2002 e 2003.<br />

Risultati<br />

La ricerca nelle banche dati è stata condotta su un totale di circa cinquanta milioni di record<br />

contenuti in circa 6500 riviste di carattere prevalentemente bio-medico, psicologico e<br />

sociologico, in un periodo di tempo che va dal nel 1975 ad oggi.<br />

La parola chiave "shiatsu" ha consentito di individuare un totale di 262 articoli. Tuttavia,<br />

soltanto 43 (circa il 16% di 262 ma lo 0,000085% se consideriamo il numero totale di<br />

record esaminati) trattano effettivamente lo shiatsu (Fig. 1); i rimanenti riguardano<br />

principalmente la digitopressione (46 %) e la medicina alternativa e complementare (26 %)<br />

e la parola chiave è semplicemente elencata a titolo esemplificativo tra le diverse terapie o<br />

contenuta in bibliografia. L'elenco completo dei 43 articoli è riportato in bibliografia<br />

insieme ad alcuni testi di carattere epistemiologico più generale.


Psychiatry/psycology<br />

Sociology<br />

TCM<br />

Massage therapy<br />

Shiatsu<br />

CAM<br />

Acupressure<br />

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130<br />

Fig. 1. Distribuzione per argomento dei 262 articoli risultati dalla ricerca condotta utilizzando la<br />

parola chiave "Shiatsu"<br />

L'analisi dei 43 articoli suddivisi per argomento (Fig. 2) ha rivelato una prevalenza di<br />

articoli (26%) riguardanti l’uso dello shiatsu in pratiche infermieristiche e ostetriche. Un<br />

ulteriore gruppo di articoli (23 %) è di argomento generale e manualistico. Di particolare<br />

rilievo è il numero di articoli (12 %) riguardanti gli effetti indesiderati successivi a<br />

trattamenti shiatsu. Considerata l’esiguità del numero totale di articoli reperiti, questi<br />

articoli rappresentano un numero significativamente elevato di pubblicazioni.<br />

12<br />

10<br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

Fig. 2. Distribuzione per argomento dei 43 articoli inerenti lo Shiatsu


Gli articoli esaminati, indipendentemente dall'argomento specifico, vertono essenzialmente<br />

sul trattamento sintomatico di disturbi di varia natura. E’ possibile ritenere che questo<br />

approccio rappresenti il tentativo di studiare, attraverso l’applicazione del metodo<br />

scientifico, i meccanismi di azione dello shiatsu. Al contrario, gli articoli che prendono in<br />

considerazione lo shiatsu nella sua valenza olistica sono rari e pertinenti a più ampi studi<br />

sociologici o psicologici.<br />

La figura 3 mostra l'andamento temporale del numero di pubblicazioni annuali inerenti lo<br />

Shiatsu. In relazione all’arco temporale considerato, i primi articoli appaiono nel 1975,<br />

circa un decennio dopo l'introduzione della pratica in Occidente; negli anni '80 vi è un<br />

lungo periodo di silenzio, probabilmente coincidente con la diffusione dello Shiatsu e la<br />

ricerca su di esso in Europa e Nord America; dal 1989 è osservabile un lento ma<br />

progressivo incremento delle pubblicazioni ed una maggiore continuità temporale.<br />

2003<br />

1999<br />

1995<br />

1991<br />

1987<br />

1983<br />

1979<br />

1975<br />

0 1 2 3 4 5 6 7<br />

Fig. 3. Distribuzione temporale dei 43 articoli inerenti lo Shiatsu nel periodo esaminato<br />

La distribuzione degli articoli per classi di Impact Factor crescente (Fig. 4) evidenzia un<br />

marcato andamento unimodale con il maggior numero di articoli (70 %) contenuto nella<br />

classe a più basso impatto. Peraltro la classe ove sono raggruppate le riviste a più alto<br />

impatto comprende unicamente la prestigiosa The Lancet su cui lo Shiatsu negli ultimi 30<br />

anni appare considerato due volte; la prima nel 1993 in un articolo volto a metterne in luce<br />

la pericolosità (Mumm A.H. et al., Zoster after Shiatsu. 341: 447) e successivamente, nel<br />

1998 (351: 1519), in una breve ed asettica recensione della tecnica (Charach R., Shiatsu).<br />

Discussione e conclusioni<br />

Il risultato più eclatante della presente ricerca riguarda probabilmente l'esiguità di articoli<br />

"scientifici" dedicati allo studio dello Shiatsu e reperiti attraverso la consultazione delle


anche dati, considerando soprattutto il totale dei record esaminati. E' possibile ritenere che<br />

tale esiguità numerica sia dovuta alla relativa novità dello Shiatsu come tecnica terapeutica.<br />

35<br />

30<br />

25<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

0,0-0,6 0,6-2,0 2,0-6,0 >6,0<br />

Fig. 4. Distribuzione in classi di frequenza dell'Impact factor delle riviste sulle<br />

quali sono pubblicati i 43 articoli inerenti lo Shiatsu.<br />

Tuttavia, quasi mezzo secolo é trascorso da quando lo Shiatsu è stato introdotto in<br />

Occidente. Appare quindi più probabile che vi sia una difficoltà ad accettare una visione<br />

assai diversa da quella dominante nel mondo accademico ed istituzionale occidentale assai<br />

spesso assoggettato a necessità che esulano da "malattia" e "cura". Lo Shiatsu infatti data la<br />

sua natura olistica impone una visione che può sembrare al ricercatore Occidentale meno<br />

rassicurante dell’abituale attribuzione di ogni fenomeno a rapporti di causa-effetto.<br />

Un significativo numero di articoli evidenzia peraltro i possibili effetti negativi connessi<br />

alla pratica dello Shiatsu. Questi articoli appaiono, ad una lettura attenta, pregiudizievoli e<br />

preconcettuali basandosi solo su un singolo caso e non rilevando alcun nesso effettivo tra la<br />

pratica effettuata ed il danno occorso. Appare chiaramente che i casi di lesioni occorsi<br />

successivamente a sedute di shiatsu non possono costituire un precedente clinico. Ciò è<br />

peraltro sottolineato in alcuni studi e, in particolare, in una ricerca del 2003 (K.E. Grant,<br />

Massage safety: injuries reported in Medline relating to the practice of therapeutic<br />

massage – 1965-2003) ed in una del 2004 (M. Batavia, Contraindications for therapeutic<br />

massage: do sources agree?) in cui si evidenzia che i casi di lesione non hanno rapporto di<br />

causa-effetto con lo shiatsu e si auspica, ovviamente, che il massaggio terapeutico sia<br />

effettuato da professionisti.<br />

Una ulteriore evidenza che nasce dalla lettura degli articoli è che la trattazione dei disturbi<br />

riguarda quasi esclusivamente gli aspetti sintomatici. E’ possibile ritenere che questo<br />

approccio rappresenti il tentativo di studiare i meccanismi di azione dello shiatsu attraverso<br />

l’applicazione del cosiddetto “metodo scientifico”. Gli articoli che prendono in<br />

considerazione lo shiatsu nella sua valenza olistica sono rari e pertinenti a più ampi studi<br />

sociologici o psicologici. La maggior parte degli studi pubblicati riguardano un numero


estremamente limitato di casi e i dati riferiti sono spesso insufficienti e statisticamente non<br />

significativi.<br />

Dall’analisi della letteratura scientifica internazionale sembrerebbe che la ricerca clinica,<br />

perlomeno quella condotta in ambito bio-medico sulle cosiddette medicine alternative,<br />

utilizzi a sproposito il metodo scientifico basato su un processo che comporta la<br />

successione dei seguenti passi: osservazione/misurazione, ipotesi, teoria, confutazione della<br />

teoria; tale metodo tuttavia va impiegato con estrema cautela nello studio dei sistemi (sensu<br />

von Bertalanffy, 2004); al contrario, negli articoli esaminati, si cerca di ricondurre il<br />

sintomo alla sua causa etiologica unicamente secondo un rapporto diretto di causa-effetto,<br />

dimenticando che il sintomo è una delle varie e numerose espressioni di un’entità<br />

complessa quale è l’organismo umano, paradigma di un sistema aperto. L'impressione che<br />

deriva leggendo gran parte degli articoli è che l'applicazione acritica del metodo scientifico<br />

generi spesso schemi errati e preconcettuali (più vicini al dogma metafisico piuttosto che<br />

alla medicina).<br />

In conclusione, dall'esame della letteratura medico-scientifica internazionale sembrerebbe<br />

possibile affermare come lo shiatsu in particolare e le medicine olistiche in generale siano<br />

poco diffuse in ambito terapeutico nella loro valenza olistica originaria, o addirittura<br />

osteggiate attraverso un'applicazione impropria del metodo di indagine. Quest'ultima<br />

possibilità rende inquietante, dal punto di vista del paziente, il rapporto tra scienza medica,<br />

studio delle patologie ed elaborazione della cura, lasciando adito al sospetto che vi possano<br />

essere interessi diversi dalla reale volontà di curare nella odierna medicina occidentale.<br />

Bibliografia<br />

ADAMS, G. (2002), Shiatsu in Britain and Japan: personhood, holism and embodied aesthetics, Anthropology<br />

& Medicine, 9(3), 245-265<br />

BALLEGAARD, S.; NORRELUND, S.; SMITH, D.F. (1996), Cost-benefit of combined use of acupuncture, Shiatsu<br />

and lifestyle adjustment for treatment of patients with severe angina pectoris, Acupuncture & electrotherapeutics<br />

research, Jul-Dec 21(3-4), 187-197<br />

BATAVIA, M. (2004), Contraindications for therapeutic massage: do sources agree?, Journal of Bodywork<br />

and Movement Therapies, (8), 48-57<br />

BERGMAN, Z.; WITZUM, E.; BERGMAN, T. (1992), When words lose their power: Shiatsu as a strategic tool in<br />

psycotherapy, Journal of Contemporary Psycotherapy, 21(1), 5-23<br />

BOOTH, B. (1993), Shiatsu, Nursing times, Nov 17-23, 89(46), 38-40<br />

BRADY, L.H.; HENRY, K.; LUTH, J.F. 2 ND ; CASPER-BRUETT, K.K. (2001), The effects of shiatsu on lower back<br />

pain, Journal of holistic nursing: official journal of the American Holistic Nurses' Association, Mar,<br />

19(1), 57-70<br />

BURNS, S.B.; BURNS, J.L. (1999), Acupressure and Massage, Journal of Alternative and Complementary<br />

Medicine, 5(1), 3<br />

CAPRA, F. (1982), Il punto di svolta - Scienza società e cultura emergente, Feltrinelli, Milano, 2003<br />

CAPRA, F. (2002), La scienza della vita, Rizzoli, Milano, 2004<br />

CARPER, E.C. (1975), Shiatsu, Physical therapy, Jul, 55(7), 793-794<br />

CHARACH, R. (1998), Shiatsu, The Lancet, 351(9114):1519<br />

CHEESMAN, S.; CHRISTIAN, R.; CRESSWELL, J. (2001), Exploring the value of shiatsu in palliative care day<br />

services, International journal of palliative nursing, 7(5), 234-239


ELLIOTT, M.A.; TAYLOR, L.P. (2002), "Shiatsu sympathectomy": ICA dissection associated with a shiatsu<br />

massager, Neurology, 58(8), 1302-1304<br />

FAULL, K. (2005), A pilot study of the comparative effectiveness of two water-based treatment fot<br />

fibromyalgia syndrome: Watsu and Aix massage, Journal of Bodywork and Movement Therapies, 9,<br />

202-201<br />

FORMBY, J. (1997), Shiatsu massage for carers, Complementary Therapies in Medicine, 5(1), 47-48<br />

GRABOWSKA, C. (2004), Shiatsu & Midwives, British Journal of Midwifery, 12(2), 77<br />

GRANT, K.E. (2003), Massage safety: injures reported in Medline relating to the practice of therapeutic<br />

massage - 1965/2003, Journal of Bodywork and Movement Therapies, 7(4), 207-212<br />

HARE, M.L. (1988), Shiatsu acupressure in nursing practice, Holistic nursing practice, 2(3), 68-74<br />

HARRIS, P.E.; POOLEY, N. (1998), What do shiatsu practitioners treat? A nationwide survey, Complementary<br />

Therapies in Medicine, 6(1), 30-35<br />

HASSALL, J. (2004), Webwatch, British Journal of Midwifery, 12(11), 716<br />

HERSKOVITZ, S.; STRAUCH, B.; GORDON, M.J. (1992), Shiatsu massage-induced injury of the median<br />

recurrent motor branch, Muscle and nerve, 15(10), 1215<br />

HUNTER, C. (1999), Shiatsu therapy in labour, Australian Nursing Journal, 6(8), 36<br />

IIDA, M.; CHIBA, A.; YOSHIDA, Y.; SHIMIZU, K.; KANDA, K. (2000), Effects of shiatsu massage on relief of<br />

anxiety and side effect symptoms of patients receiving cancer chemotherapy, Kitakanto Medical<br />

Journal, 50(3), 227-232<br />

INAGAKI, J.; YONEDA, Y.; ITO, M.; NOGAKI, H. (2002), Psycophysiological effect of massage and shiatsu while<br />

in the prone position with face down, Nursing and Health Sciences, 4(3), A5-A6<br />

INGRAM, J.; DOMAGALA, C.; YATES, S. (2005), The effects of shiatsu on post-term pregnancy, Complementary<br />

Therapies in Medicine, 13, 11-15<br />

KALBANTER, K.; FISCHER, R.K. (1985), Meridian treatment and holistic therapy, Krankengymnastik, 37(9),<br />

600-604<br />

LONG, A.F.; MACKAY, H.C. (2003), The effects of Shiatsu: findings from a two-country exploratory study,<br />

Journal of Alternative and Complementary Medicine, 8(4), 539-547<br />

LUTZ, E.R. (1999), Watsu - aquatic bodywork, Beginnings, Mar-Apr, 19(2), 9-11<br />

MUMM, A.H.; MORENS, D.M.; ELM, J.L.; DIWAN, A.R. (1993), Zoster after shiatsu massage, The Lancet,<br />

341(8842):447<br />

MURET-STUCKI, G. (1980), Massage shiatsu et reflexologie dans une pratique de soins infirmiers,<br />

Krankenpflege - Soins infirmiers, 11, 552<br />

OKASHA, S. (2002), Il primo libro di filosofia della scienza, Einaudi, Torino, <strong>2006</strong><br />

OMURA, Y.; BECKMAN, S.L. (1995), Application of intensified (+) Qi Gong energy, (-) electrical field, (S)<br />

magnetic field, electrical pulses (1-2 pulses/sec), strong Shiatsu massage or acupuncture on the<br />

accurate organ representation areas of the hands to improve circulation and enhance drug uptake in<br />

pathological organs: clinical applications with special enphasis on the "Chlamydia-(Lyme)-uric acid<br />

syndrome" and "Chlamydia-(cytomegalovirus)-uric acid syndrome", Acupuncture & electrotherapeutics<br />

research, 20(1), 21-72<br />

OMURA, Y.; SHIMOTSURA, Y.; OOKI, M.; NOGUCHI, T. (1998), Estimation of amount of telomere molecules in<br />

different human age groups and the telomere increasing effect of acupuncture and shiatsu on St.36,<br />

using synthesized basic units of of the human telomere molecules as reference control substances tor<br />

the bi-digital O-ring test resonance phenomenon, Acupuncture & electro-therapeutics research, 23(3-<br />

4), 185-206<br />

OMURA, Y. (1989), Connections found between each meridian (heart, stomach, triple burner, etc.) & organ<br />

representation area of corresponding internal organs in each side of the cerebral cortex; release of<br />

common neurotransmitters and hormones unique to each meridian and corresponding acupuncture<br />

point & internal organ after acupuncture, electrical stimulation, mechanical stimulation (including<br />

shiatsu), soft laser stilulation or Qi Gong, Acupuncture & electro-therapeutics research, 14(2), 155-<br />

186<br />

PALANJAN, K. (2004), Shiatsu, Seminars in Integrative Medicine, 107-115<br />

PETERS, R.H. (1995), Science and limnology. Excellence in ecology n. 6, Ecology Institute Oldendorf/Luhe,<br />

Germany, 1995


SAITO, H. (2000), Preventing and resolving post-laparatomy intestinal obstruction: an effective shiatsu<br />

method, American Journal of Chinese Medicine medicine, 28(1), 141-145<br />

STEVENSEN, C. (1997), Shiatsu, Complementary therapies in nursing and midwifery, 3(6), 168-170<br />

STEVENSEN, C. (1995), The role of shiatsu in palliative care, Complementary therapies in nursing and<br />

midwifery, 1(2), 51-58<br />

STONE, J.A. (1999), Shiatsu as a therapeutic modality-technique, Athletic Therapy Today, 4(5), 51-52<br />

TANAKA, R.; HIGUCHI, T.; YOKOYAMA, H. (1978), Statistical studies of effects of shiatsu, Japanese Journal of<br />

Clinical Urology, 32(8), 741-754<br />

TSUBOI, K.; TSUBOI, K. (2001), Retinal and cerebral artery embolism after "shiatsu" on the neck, Stroke - a<br />

journal of cerebral circulation, 32(10):2441<br />

VEGA, R.H. (1975), Shiatsu - a pressure technique, Physical therapy, 55(4), 381-382<br />

VON BERTALANFFY, L. (1983), Teoria generale dei sistemi - Fondamenti, sviluppo, applicazioni, Mondadori,<br />

Milano, 2004<br />

WADA, Y.; YANAGIHARA, C.; NISHIMURA, Y. (2005), Internal jugular vein thrombosis associated with shiatsu<br />

massage of the neck, Journal of neurology, neurosurgery and psychiatry, 76(1), 142-143<br />

WATTS, L. (1999), Which course? Shiatsu fof midwives, Practising midwife, 2(10), 44<br />

WEINTRAUB, M.I. (1996), Shiatsu massage therapy: a remarkable healing technique in spine pain, Journal of<br />

Back and Musculoskeletal Rehabilitation, 7, 195-197<br />

YATES, S. (1999), Optimal fetal positioning. The experience of a shiatsu practitioner, Practising midwife,<br />

2(11), 20-22<br />

YATES, S. (2002), Shiatsu: another tool for keeping birth normal, Midwifery today with international<br />

midwife, Spring, (61), 40-41<br />

YATES, S.; ANDERSON, T. (2003), Shiatsu for midwives, The Prince of Wales's Foundation for Integrated<br />

Health<br />

YATES, S. (<strong>2006</strong>), Shiatsu - an ancient art, The Practising Midwife, 9, 9-30


Tàijíquán come forma di Qìgōng: lo stile Chén Xiăojià<br />

Autori: Vito Marino *, Riccardo Lombardo **<br />

* Vice-Presidente <strong>FISTQ</strong>, Presidente Onorario dell’Associazione QI, Istruttore di Qigong e<br />

di Taijiquan, Docente al Master Universitario di Agopuntura e MTC (Università di <strong>Palermo</strong>)<br />

** Istruttore di Taijiquan, Maestro di Difesa Personale<br />

Introduzione storica alla Piccola Struttura (Xiăojià) dello Stile Chén<br />

del Tàijíquán e sue caratteristiche<br />

Nonostante le diverse leggende sulle origini del Tàijíquán, che in genere ne<br />

retrodatano la sua nascita, si può affermare che fu Chén Wāngting a creare le prime serie<br />

di movimenti che furono definite Tàijíquán. In quel periodo non vi erano naturalmente<br />

differenze di stile, in quanto Chén Wāngting operò una sintesi tra le tradizioni marziali della<br />

sua famiglia (fu un militare di professione) e le sue conoscenze in materia di alchimia<br />

taoista e metodi taoisti per la salute e la longevità.<br />

All’interno della grande famiglia del Tàijíquán, che ora si suddivide nei vari stili Yáng,<br />

Wu (Jian Quán), Wu (Yu Xiang), Sūn, Zhaobao, etc., lo stile della Xiăojià (Piccola<br />

Struttura), è il metodo di pratica più tradizionale.<br />

Lungo la linea di trasmissione dello stile, fino a Chén Xīn (1849-1929), 8°<br />

generazione dello stile, non vi erano distinzioni ufficiali tra Piccola e Grande Struttura del<br />

Tàijíquán della famiglia Chén, tanto che nella prefazione del Chénshì Tàijíquán Túshuō<br />

(Trattato illustrato sul Tàijíquán della Famiglia Chén), da tutti i praticanti considerato “la<br />

Bibbia delle arti marziali”, il suo autore, Chén Xīn appunto, dice parlando del Tàijíquán:<br />

“Temo il passare del tempo e non ho la pazienza di aspettare ancora; temo anche che si<br />

dividerà in scuole e branche e che la vera conoscenza andrà persa. Per questa ragione<br />

nel mio tempo libero faccio tutto ciò che posso per spiegare e chiarire i segreti profondi, e<br />

descriverla dettagliatamente”. Inoltre, nel libro non vi è mai menzione di una divisione tra<br />

Piccola e Grande Struttura (Dàjià) del Tàijíquán, come è attualmente, anche se nelle sue<br />

parole si manifesta già la preoccupazione per la preservazione dello stile originario.<br />

Comunque, sicuramente fino a Chén Yóubén, 6° generazione, era stato trasmesso<br />

un unico metodo di pratica di Tàijíquán.<br />

Fin dall’inizio, nella pratica del Tàijíquán Chénshi Xiăojià si apprende a combinare<br />

durezza e morbidezza, vuoto e pieno, Yīn e Yáng, anche se all’inizio prevale la ricerca<br />

della morbidezza e del rilassamento.<br />

Il Tàijíquán stile Chén è un’arte marziale molto raffinata che aiuta a sviluppare il<br />

potenziale umano a più livelli: migliora la salute, allena per l’autodifesa, promuove lo<br />

sviluppo spirituale e il dominio dell’energia interna. Come arte marziale è estremamente<br />

efficace perché insegna il migliore uso della meccanica del corpo. Il Tàijíquán mantiene<br />

sciolte le articolazioni, migliora il coordinamento e l’equilibrio, promuove la longevità. Lo<br />

stile Xiăojià del Tàijí Chén enfatizza particolarmente il non rilasciare troppo spesso la forza<br />

nei movimenti di fājìn (esplosione della “forza”, intesa come forza che circola nei muscoli e<br />

non mera forza da contrazione muscolare) e invece il canalizzarla internamente.


Elementi “interni” della pratica del Tàijíquán<br />

Uno dei punti fondamentali del Tàijíquán è l’attenzione sull’”intenzione”, o ”intenzione<br />

cosciente”, “Yì”, per controllare il flusso del Qì. I piedi e le anche sono i fulcri da cui tutti i<br />

movimenti della parte inferiore del corpo, e la forza stessa del Qì prodotta, originano, il<br />

Dāntián inferiore è la zona centrale, il centro da cui originano invece tutti i movimenti della<br />

parte superiore del corpo. Si mantiene il corpo sempre allineato e interconnesso, in modo<br />

tale che il movimento di una parte del corpo provochi un cambiamento coordinato in ogni<br />

altra parte.<br />

Un altro elemento importante nella pratica del Tàijíquán è l’essere “Sōng”.<br />

Nonostante si possa tradurre Sōng con “rilassamento”, non bisogna confondere le due<br />

cose. Sōng significa, si, essere rilassato, ma anche all’erta, morbido, agile e in grado di<br />

muoversi rapidamente, e contemporaneamente anche forte, “come il ferro avvolto dal<br />

cotone”. L’ottenimento di queste capacità ha come punto iniziale la ricerca del<br />

rilassamento sia fisico che mentale.<br />

Le spalle e le anche, le “barriere” articolari più importanti e grosse del corpo sono<br />

cruciali nella ricerca del rilassamento, e quindi della libera circolazione del Qì nel corpo. Il<br />

rilassamento delle anche è prioritario, in quanto facilita quello delle spalle. Flettere<br />

l’articolazione delle anche e piegare le ginocchia per tenere sospesa la testa sono le due<br />

esigenze maggiori per il corretto posizionamento del corpo nel Tàijíquán.<br />

Il segno che la pratica del Tàijíquán è corretta è che si può sentire il proprio Qì<br />

circolare e il Jìn accumularsi nei muscoli e seguire l’intenzione del nostro movimento.<br />

Per arrivare a questo punto è necessario allineare il corpo secondo certe regole fisse,<br />

correlate alla “apertura” di determinati punti del corpo su cui si deve portare l’attenzione<br />

durante la pratica.<br />

Punti (agopunti) importanti nella pratica Tàijíquán<br />

I punti (agopunti) più importanti da conoscere ai fini della pratica dello stile Chén del<br />

Tàijíquán sono: GV20/Băihuì, LI15/Jiānjĭng, LI11/Qūchí, LU1/Zhōngfu, CV1/Huìyīn,<br />

GV1/Chángqián, GV4/Mìngmén, BL40/Weìzhōng, KI1/Yŏngquán, GB31/Fēngshì,<br />

GB30/Huántiào. Tra questi ne esamineremo brevemente alcuni.<br />

KI1/Yŏngquán (Fontana Gorgogliante). Quando si appoggia il piede sul terreno a<br />

piatto e rilassato, il peso del corpo dovrebbe essere scaricato su questo punto. La pratica<br />

lenta delle forme di Tàijíquán permette di “sentire” questo punto. Nel Tàijíquán si dice:<br />

“Tutti i movimenti hanno la loro origine nei piedi, cominciano nelle gambe, sono controllati<br />

dalla zona della vita, si concludono alle mani”. In ogni movimento la percezione dello<br />

stesso deve essere radicata nel punto KI1/Yŏngquán. Il peso parte da uno di questi due<br />

punti, “riempiendo” l’arto inferiore corrispondente e “svuotando” l’altro.<br />

GV4/Mìngmén (Porta della Vita). Tra la seconda e la terza vertebra lombare, alla<br />

stessa altezza dell’ombelico. Quando il petto viene rilassato e diventa “vuoto”, GV4/


Mìngmén viene automaticamente tirato in fuori. Questo punto si può considerare il punto<br />

più importante della zona della vita per quanto riguarda il movimento nel Tàijíquán.<br />

GV20/Băihuì (Cento Riunioni). Tutti i meridiani Yáng si incontrano a questo punto.<br />

A livello di questa zona si dovrebbe sentire una sensazione di “tiraggio”, come se si fosse<br />

sospesi da questo punto verso l’alto. In caso contrario, durante la pratica il corpo sarà<br />

senza sostegno, flaccido. Per ottenere un corretto posizionamento di questo punto non<br />

fare pendere la testa in avanti (per guardare in basso), o indietro durante la pratica del<br />

Tàijíquán, e rientrare il mento. “Sospendere la sommità della testa” aiuta a condurre il Qì<br />

nel suo tragitto da KI1/Yŏngquán fino alla testa.<br />

LU1/Zhōngfu (Dimora Centrale). In questo caso “Centrale” significa Riscaldatore<br />

Medio. Si trova al margine inferiore del 1° spazio intercostale, a sei cùn dalla linea<br />

mediana, sotto il processo coracoideo della scapola. Rilassando questi punti si<br />

rilasseranno clavicole e spalle, facilitando l’affondamento del Qì nel Dāntián e il<br />

raddrizzamento della zona lombare. In particolare, una volta che il Qì arriva alla testa,<br />

ridiscende verso il basso lungo la linea mediana del corpo. Per permettere questo tragitto<br />

bisogna appunto rilassare il petto e lasciare discendere le costole.<br />

CV1/Huìyīn (Incrocio dello Yīn, o Riunione del Perineo). A metà strada tra la<br />

radice dei genitali e l’ano. CV1/Huìyīn, insieme a GV20/Băihuì, sono i due unici punti che<br />

si devono tenere e percepire sollevati verso l’alto. Importante la sensazione<br />

dell’allineamento tra questi due punti per facilitare la messa in moto del Piccolo Circuito<br />

Celeste (circolazione tra Dūmài e Renmài).<br />

Basi comuni ai vari tipi di Qìgōng.<br />

Tutti i tipi di Qìgōng sono costituiti da pratiche, metodi e tecniche che permettono di<br />

incrementare l’equilibrio psicofisico partendo da un potenziamento ed armonizzazione dei<br />

cosiddetti tre tesori: il Jīng, o essenza, il Qì, e lo Shén, l’insieme della facoltà mentali e<br />

vitali dell’individuo.<br />

Le tecniche, indipendentemente dallo stile, si articolano in tre momenti<br />

fondamentali:<br />

1. Tiáoshēn (regolazione del corpo);<br />

2. Tiáoxī (regolazione del respiro);<br />

3. Tiáoxīn (regolazione del cuore e della mente).<br />

Tiáoshen: regolare e rilassare il corpo mantenendolo in una certa posizione, oppure<br />

facendolo muovere in un certo modo; sviluppo della coordinazione, del rilassamento,<br />

dell’equilibrio.<br />

Tiáoxi: respirare in modo regolare. Nel Qìgōng vi sono molte tecniche di respirazione,<br />

compreso il respirare in modo “naturale”. Le tecniche di respirazione del Qìgōng sono<br />

regolari, leggere, profonde e lunghe, senza sforzo, eventualmente con una emissione<br />

sonora vocale.<br />

Tiáoxin: armonizzare il movimento del pensiero, sgombrare la mente da ogni<br />

preoccupazione. Ci si avvale di tecniche che usano l’immaginazione, la visualizzazione, la


concentrazione su determinate parti del corpo. Con il controllo della mente si può arrivare<br />

ad assorbire e a visualizzare l'energia dell'ambiente.<br />

Tàijíquán e Qìgōng<br />

La pratica del Tàijíquán, analogamente alla pratica del Qìgōng taoista, è<br />

generalmente distinta in quattro tappe:<br />

1. "Zhu ji" (Costruire le Fondamenta). Pratica di tecniche introduttive per il<br />

raggiungimento del rilassamento fisico e mentale, finalizzato a rallentare, fino a fermarlo, il<br />

flusso dei pensieri. Particolarmente importante è l’attenzione su quelli che si chiamano “i<br />

legamenti”, cioè le articolazioni: dalla spalla al polso, dai fianchi al tallone, dal sacro alla<br />

testa. Nella nostra Scuola questo prevede anche la pratica di una sequenza di posture e<br />

movimenti chiamata Wŭgōng, dei Bāduànjĭn (“Otto Broccati”), di esercizi introduttivi sui<br />

movimenti di base del Tàijíquán.<br />

2. "Ning jing lian qi" (Condensare il Jing per Raffinare il Qì), o "Lian jing hua qi"<br />

(Raffinare il Jing per Trasformarlo in Qi). Si pratica la concentrazione mentale su alcuni<br />

punti del corpo come i tre "Dantian", il che permette al qi di potere scorrere all'interno del<br />

corpo e nei meridiani. A questo livello è importante la concentrazione sui punti sopra<br />

descritti e altri ancora durante l’esecuzione delle “forme”. Bisogna “sprofondare il Qì nel<br />

Dāntián” inferiore, in seguito fargli raggiungere braccia e gambe.<br />

3. "Lian qi hua shen" (Raffinare il Qì per Trasformarlo in Shén). Raggiunta l'armonia<br />

tra Shen e Yì, il qi sarà raffinato per raggiungere un più alto stato di coscienza e<br />

consapevolezza. Questo è il livello che fa sviluppare sensibilità particolari, al livello fisico e<br />

a quello psichico. A questo livello il Qì si muove attraverso l’osso sacro fino alla testa.<br />

Su questo punto scrive Cheng Man Ch’ing (1910-1975), un famoso Maestro di<br />

Tàijíquán, proprio a proposito di una tappa della pratica del Tàijíquán: “Quando il<br />

principiante inizia a imparare il T’ai Chi Ch’uan, dovrebbe chiudere la sua mente e il ch’i<br />

(altra traslitterazione di Qi) nel tan t’ien (altra traslitterazione di Dantian). … Dopo lungo<br />

tempo, il ch’i passa naturalmente attraverso il coccige, si diffonde lungo la colonna<br />

vertebrale e viaggia su attraverso la regione occipitale fino alla cima della testa; quindi<br />

ridiscende verso il tan t’ien. Ciò corrisponde all’unificazione dei meridiani jen altra<br />

traslitterazione di Ren, si riferisce al Canale extra Remai) e tu (altra traslitterazione di Du,<br />

si riferisce al Canale Extra Dumai) e all’accoppiamento di cuore e reni”. Non è una esatta<br />

descrizione della diffusa tecnica di Qìgōng detta Xiăozhōutiān (Piccolo Circuito Celeste)?<br />

4. "Lian shen huan xu" (Raffinare lo Shén per Tornare al Vuoto). La pratica a questo<br />

livello fa sì che la "perla brillante" cresciuta all'interno del Dantian si espanda nel corpo fino<br />

alla testa, illuminandolo. E' il raggiungimento dell'estasi mistica, in cui si eliminano i confini<br />

tra il sé e il non-sé, tra "io" e Natura. A questo livello si è in armonia con il proprio<br />

avversario, e, per esempio, nello studio e la pratica del Tuīshŏu, “Spinta delle Mani”, si<br />

impara il “Tīng Jīn”, “ascoltare la forza” del partner, la si “comprende”.


Conclusioni<br />

Il Tàijíquán, soprattutto lo stile Chén Xiăojià deriva, come il Qìgōng Taoista, dalla<br />

grande corrente filosofica del Taoismo, che ne influenza molto di più del Confucianesimo<br />

le tappe della pratica.<br />

Alcune scuole di Qìgōng Taoista sono basate su movimenti e ”camminate” in cui si<br />

coordina il passo con il movimento delle mani. Analogamente il Tàijíquán Chénshi Xiăojià,<br />

attraverso la pratica delle “forme”, fin dall’inizio dell’apprendimento combina durezza e<br />

morbidezza, vuoto e pieno, Yīn e Yáng, anche se all’inizio prevale la ricerca della<br />

morbidezza e del rilassamento, mentre la maggior parte delle altre scuole di Tàijíquán<br />

basano la pratica iniziale sulla lentezza e il rilassamento.<br />

Per concludere, le caratteristiche che permettono di considerare il Tàijíquán come<br />

una forma di Qigong si possono così riassumere:<br />

• Riequilibrio del corpo (Tiáoshēn). Attraverso lo studio dei movimenti di<br />

base e dell’esecuzione delle “forme”.<br />

• Riequilibrio del respiro (Tiáoxī). Il respiro si mantiene naturale durante la<br />

pratica, e con il progredire dell’esercizio diventa spontaneamente più<br />

profondo, uniforme e lento ma senza sforzo, scendendo verso il Dāntián. Ai<br />

livelli più avanzati il respiro si coordina con il movimento, con l’inspirazione<br />

durante i movimenti verso l’alto e l’interno e l’espirazione durante i<br />

movimenti verso il basso e l’esterno.<br />

• Riequilibrio della mente (Tiáoxīn). La concentrazione sugli agopunti<br />

descritti favorisce il riequilibrio dello Shén e dello Xīn, portando il praticante<br />

avanzato alla sensazione di fusione con l’ambiente circostante, punto più<br />

alto della pratica del Tàijíquán.<br />

Filmati\cps1quarter.wmv


BIBLIOGRAFIA<br />

• Chen M. C., Tredici Sagi sul T’ai Chi Ch’uan, Feltrinelli, Milano, <strong>2006</strong>.<br />

• Jian G., La “Piccola Struttura”, in Arti d’Oriente, maggio/giugno 2003, pagg 12-18.<br />

• Li X., Metodo pratico di autoelevazione col QI GONG tradizionale cinese, Erga<br />

edizioni, Genova, 1997.<br />

• Marino V. Testa R., Il Qìgōng della Coltivazione dell’Intelligenza. Il Zhìnéng Qìgōng.<br />

(in corso di pubblicazione).<br />

• Tu-Ky L., L’importance de l’Accomplissement du SŌNG, in<br />

http://www.paChentaichi.com/<br />

• Tu-Ky L., Comment placer votre corps pour une meilleure circulation du QI : un<br />

guide pour pratiquer correctement le Tàijí Quan, in http://www.paChentaichi.com/<br />

• Tu-Ky L., How to Align Your Body For Better Qi Flow: A Guide to the Correct<br />

Practice of Tàijíquán, in http://www.paChentaichi.com/<br />

• Zhào X., Gatti F., Dizionario compatto Cinese Italiano Italiano Cinese e<br />

conversazioni, Zanichelli, Bologna, 1996.<br />

• Zhu T.C., Le Origini della Lăojià, della Xiăojià e della Xīnjià del Tàijíquán della<br />

famiglia Chén , EnerTao, Marzo 2005.<br />

• http://www.qingfeng.it/


Shiatsu e Ju Jutsu<br />

Percorsi paralleli e tecniche comuni<br />

Maria Dàlila Bonanotte<br />

Centro Shen – Pomezia (ROMA)<br />

Da quando ho iniziato a praticare Shiatsu, mi ha sempre colpito<br />

l’enorme potenzialità di far circolare la Vita, di sanare con gli stessi punti<br />

che, con il Ju Jutsu (che significa Arte della Cedevolezza o Dolce Arte)<br />

ho imparato a utilizzare per colpire e, in caso estremo, per dare la morte.<br />

Ho appreso con lo Shiatsu che il respiro che appoggio sulla spada<br />

affinché tagli usa la stessa energia che occorre perché in un meridiano<br />

torni l'equilibrio, cioè il benessere, la salute.<br />

Non è poesia: studiando seriamente le Arti “Tradizionali", è<br />

realmente così. Quando ci si rende conto di ciò che è possibile fare<br />

attraverso il respiro o il proprio corpo, non si può non nutrire un sincero<br />

amore per la Vita e un profondo rispetto per la Morte. Ogni gesto non può<br />

essere banale, approssimato, è una responsabilità.<br />

Questo di oggi è un tentativo per esporre la mia esperienza.<br />

Provengo dalla Hashi Ryu Ju Jutsu 1 , una scuola contemporanea che<br />

però affonda le sue radici nella tradizione rifacendosi, in parte, anche alla<br />

Hontai Yoshin Ryu 2 che risale al periodo Edo (1603-1868).<br />

1 Responsabile di questa Scuola – con più di vent’anni di pratica – è il M° Maurizio Germano, che<br />

vive e insegna a Roma.<br />

2 I primi contatti per l’Italia risalgono al 1980 e si devono al M° Stelvio Sciutto, attuale responsabile<br />

per l’Italia.


Partiremo da strumenti che più di qualcuno, credo, scoprirà o<br />

constaterà, sorprendentemente comuni e, soprendentemente comuni<br />

troveremo anche i percorsi disegnati da queste due Discipline: Shiatsu e<br />

Ju Jutsu.<br />

Shakespeare diceva che nessuna cosa è in sé buona o cattiva,<br />

dipende dall’uso che se fa. Nulla di più vero; vediamo insieme se le cose<br />

stanno effettivamente così.<br />

Dagli appunti di “Scuola” (Shiatsu):<br />

“Tecnica: postura/campo energetico; obiettivo; forza di<br />

penetrazione; velocità, profondità, ritmo; angolo di penetrazione,<br />

intenzione”.<br />

Di sicuro non debbo chiedere qui se ci sono praticanti di Shiatsu ma,<br />

se ciò che ho appena detto vi risulta “familiare” - concedetemelo – al<br />

termine forse scopriremo che ci sono più praticanti di arti marziali di quel<br />

che sembra.<br />

Il percorso è forzatamente abbreviato ma spero susciti delle<br />

riflessioni e, perché no, la sana curiosità che induce a verificare di<br />

persona.<br />

Tutto ciò che viene esposto sarà riferito allo Shiatsu come al Ju<br />

Jutsu. La loro storia è in parte ancora avvolta nel mistero, ma si deve<br />

comunque considerare notevole il peso del reciproco ascendente: l’arte del<br />

combattere, del vivere e del curare, secondo il vissuto di popoli molto<br />

lontani da noi per usi e consuetudini, hanno senza dubbio un percorso<br />

comune. Bisogna accostarsi ad entrambe le Discipline senza pretendere di<br />

2


stabilire dei parametri di giudizio ma come interessati a progredire nella<br />

conoscenza.<br />

Premettendo che La tecnica non è il fine dell’arte, essa è soltanto lo<br />

strumento 3 chiediamoci allora immediatamente:<br />

CHE COSA È UNA TECNICA<br />

In giapponese WAZA (TECNICA): nelle arti marziali è l’applicazione<br />

pratica di quanto appreso in un KATA ossia una sequenza di esercizi<br />

formali, codificati per studiare come attaccare o difendersi. Anche per lo<br />

Shiatsu consiste in una sequenza di movimenti e manovre che, messe in<br />

atto, procurano benessere e salute al paziente. Nello studio di tutti e due<br />

gli ambiti disciplinari viene considerato anche il ritmo di esecuzione e la<br />

distanza; enumeriamo, a questo punto, alcune delle componenti essenziali<br />

di una tecnica.<br />

MAAI ovvero: lo spazio, il tempo, il ritmo.<br />

KUZUSHI: la rottura dell’equilibrio, l’allineamento della struttura fisica<br />

di Uke o la sua destrutturazione, l’interruzione delle linee di forza<br />

dell’energia o la loro congiunzione.<br />

KAMAE: la posizione radicata al suolo, potente ma agile.<br />

KIME: la gestione dell’energia centralizzata nel tanden.<br />

ZANSHIN: il controllo della situazione spazio temporale e non solo al<br />

termine di un’esecuzione tecnica.<br />

SCOPRIREMO QUESTI CONCETTI COMUNI ALLO SHIATSU COME AL JU JUTSU.<br />

3 M° M. Germano – Hashi Ryu Ju Jutsu - Roma<br />

3


A CHE COSA SERVE UNA TECNICA TECNICA?<br />

Nel Ju Jutsu l’insieme delle azioni compendiate in un kata erano<br />

generalmente previste per un combattimento in cui era in gioco la vita.<br />

Ribadiscono lo stesso concetto di “riassunto”, se così possiamo<br />

esprimerci, le routine che vengono apprese dall’aspirante shiatsuka,<br />

queste, però, chiaramente volte a sollecitare le energie positive del<br />

Ricevente, incoraggiando il fluire della vita e impegnando anche Tori in<br />

una comunicazione traslata da un linguaggio che usa parametri differenti<br />

dal solito. Nessuna di queste due Discipline, infatti, fa a meno della<br />

comunicazione non verbale come pure di concreti riferimenti alle<br />

pertinenti mappe anatomiche e, più propriamente, all’anatomia e fisiologia<br />

intesa nel senso occidentale. In definitiva, è il pensiero<br />

inequivocabilmente manifestato dal corpo umano e dal suo linguaggio.<br />

Iniziamo ora a soffermarci su alcune delle componenti essenziali di<br />

una tecnica.<br />

MAAI è “la giusta distanza” che ogni volta risulta essere unica<br />

perché correlata ogni volta alla necessità del momento, al controllo del<br />

corpo e del movimento proprio e altrui.<br />

Giusta per che cosa? In una disciplina marziale tradizionale come Ju<br />

Jutsu o come Kenjutsu, 4 è la distanza giusta per cui è possibile impostare<br />

e condurre a termine un’azione sia di difesa che di attacco o trasformare<br />

l’una nell’altro; è ovvio che ci riferiamo tranquillamente anche ad una<br />

4 Kenjutsu: lit. arte della spada; qui ci riferiamo, in particolare, alla scherma tradizionale giapponese<br />

e più specificatamente alla Tenshin Shoden Katori Shinto Ryu, antica scuola in cui maai indica<br />

anche l’incrociarsi delle lame in un punto esatto per iniziare un combattimento mortale, ritualizzato<br />

in kata di crescente difficoltà.<br />

4


azione terapeutica nell’ambito di un trattamento Shiatsu preceduto<br />

dall’osservazione – ichigan, lo sguardo- che indica la priorità assoluta di<br />

osservare chi ci sta davanti; si pensi alle prime fasi di approccio al<br />

paziente quali, appunto, l’osservazione, e, solo in seguito, avverrà il<br />

contatto vero e proprio, poco prima di iniziare un trattamento mirato.<br />

Fuori di questa “distanza” può esservi la strategia del “non<br />

intervento”, la fuga vera e propria oppure la scelta del contatto corpo a<br />

corpo, se essa viene oltremodo ridotta, con tutte le sue implicazioni e<br />

applicazioni.<br />

Tori non lascia trasparire nulla dallo sguardo ma riesce, in qualche<br />

modo, ad entrare in sintonia con Uke, a fondersi con lui.<br />

In un siffatto rapporto di scambio accade il fluire dell’energia ed è<br />

indifferente parlare di Shiatsu o di Ju Jutsu .<br />

La visione intuitiva – kanken 5 - permette ai sensi di percepire<br />

l’essenziale. Possiamo tradurlo con sesto senso ed è prerogativa di chi<br />

possiede - fudoshin – che non significa spirito immobile ma, più<br />

propriamente, “spirito il cui corso non può essere arrestato”.<br />

Determinante risulta l’intenzione di Uke come di Tori per decidere il<br />

tempo dell’azione che viene, ovviamente, condizionata in qualche maniera<br />

dalla distanza tra i due e dalla loro reciproca posizione.<br />

Di fatto anche la lentezza o la velocità sono due parametri<br />

importanti per l’esecuzione di una tecnica. Si concretizzano nella scelta<br />

5 Kanken: Kan - vedere tutto senza lasciarlo trasparire. Se non si vuole lasciar trasparire nulla dallo<br />

sguardo, si fa “il vuoto” e non si permette allo spirito – allo shen – di trasparire dai propri occhi.<br />

Ken - quando lo spirito non è più assorbito dagli occhi ma circola liberamente nella totalità del<br />

corpo permettendo ai sensi di percepire segnali talmente sottili che l’occhio non è capace di captare<br />

da solo. (liberamente tradotto da Jodo, la voie du baton, P. Krieger)<br />

5


del ritmo che coinvolge a sua volta la respirazione e determina l’assetto<br />

posturale idoneo per un corretto uso del KIME, l’energia che scaturisce da<br />

hara 6 . La variazione di uno soltanto di questi componenti produce risultati<br />

diversi.<br />

Come si può facilmente rilevare, perché accada il fluire armonico del<br />

gesto efficace non è assolutamente possibile disgiungere un principio<br />

dall’altro; bisogna coniugarli tutti insieme nel “qui e adesso”. Esiste quella<br />

sola possibilità, in quel momento, unica ed irrepetibile, da vivere<br />

interamente.<br />

L’azione efficace poi, non può prescindere da KUZUSHI, letteralmente<br />

“squilibrio” - qui inteso come allineamento o disallineamento della postura<br />

– indispensabile premessa di ogni gesto tecnico condotto a buon fine.<br />

Nel caso dello Shiatsu dobbiamo parlare più propriamente di rilassare e<br />

allineare la struttura fisica di un paziente riequilibrando lo scorrere<br />

dell’energia nei propri canali; riferendoci al Ju Jutsu, chiariamo che si<br />

tratta di “rompere” – in maniera attiva o passiva - la direzione dell’attacco<br />

di Uke destrutturandone la postura e disallineando il vettore di forza per<br />

assumere più agevolmente il controllo sfruttando lo sbilanciamento che si<br />

viene a creare.<br />

Ancora una volta perciò, Shiatsu e Ju Jutsu sviluppano, entrambi nella<br />

maniera a essi più congeniale, la stessa strategia: quella della “non<br />

resistenza”; nel Ju Jutsu non è necessario contrapporsi alla forza: se si<br />

viene spinti, tiriamo dalla stessa parte, al contrario, se qualcuno ci tira, ci<br />

6 Per la Medicina Tradizionale Cinese (MTC): ming-men, cancello della vita .<br />

6


muoviamo proprio in quella direzione. Esattamente come quando la<br />

pressione del Terapista è accolta da uno tsubo in kyo (vuoto) oppure<br />

respinta perché in jitsu (pieno) ed allora si deve passare oltre. In tutti e<br />

due gli ambiti è parimenti possibile una risposta “attiva” perché il Ju<br />

Jutsu fa uso anche di atemi (colpi) o pressioni così come lo Shiatsu fa<br />

ricorso, ad esempio, a stiramenti o rotazioni,<br />

Ha origine così quella occasione unica, che, se correttamente<br />

vissuta, vede l’azione compiere da sola il suo corso, concludendosi senza<br />

aver quasi impegnato chi l’ha compiuta che, anzi, rimane in un contesto di<br />

agilità e leggerezza davvero singolari.<br />

Questa esperienza è reciproca per chi subisce e per chi riceve, si<br />

tratti di un confronto marziale o di uno scambio terapeutico in ambito<br />

Shiatsu. E’ una “sensazione esatta” che si può percepire scorrere nelle<br />

proprie vene o, direbbe uno shiatsuka, nei canali energetici a ciò deputati,<br />

i Meridiani.<br />

Si potrebbe essere portati a considerare l’effetto di un’applicazione<br />

tecnica il solo momento rilevante. Può essere così se ci lascia coinvolgere<br />

dall’esplosività dell’azione o, più in generale, dalla gestualità che la<br />

realizza ma, in realtà, esistono due momenti altrettanto se non più<br />

importanti di questo: quello immediatamente precedente e quello che la<br />

segue, rispettivamente: KAMAE e ZANSHIN.<br />

KAMAE indica la posizione di guardia; sostanzialmente significa “pronti”.<br />

Indica uno stato in cui si percepisce tutto l’insieme e la posizione radicata<br />

al suolo, potente ma agile, permette qualsiasi scelta di direzione e<br />

7


movimento, qualunque strategia operativa nella quale, in ogni caso, è<br />

coinvolto l’uso del KIME: la gestione dell’energia del tanden nel “qui e<br />

adesso” diretta su un punto oltre il bersaglio “in un solo momento, in un<br />

solo movimento” 7 .<br />

Una delle prime difficoltà che incontra il principiante è quella di<br />

focalizzarsi sul suo Uke. La naturale posizione del corpo con lo sguardo<br />

rivolto verso di lui non sembra essere, in realtà, così naturale. L’assetto<br />

delle anche risulta vincolante e solo dopo un certo tempo si riesce ad<br />

acquisire la sensazione che questa potente articolazione è “motore” di<br />

ogni azione finalizzata al raggiungimento dell’obiettivo, canalizzando<br />

l’energia e concentrandola su un punto preciso con il massimo<br />

dell’efficacia, energia che, a seconda di ciò che si sta praticando,<br />

risulterà curativa o distruttiva.<br />

Terminata l’azione non è tutto finito. Tutt’altro! Rimane nell’aria un eco di<br />

quanto appena compiuto con il nostro respiro, la nostra energia, la nostra<br />

intenzione, la nostra tecnica.<br />

Stiamo parlando di ZANSHIN, il controllo della situazione spazio<br />

temporale, e non solo, al termine di un’esecuzione tecnica.<br />

E’ la pausa vigile di attesa e indagine, in cui si acuisce la percezione<br />

dell’ambiente circostante e delle possibili presenze perché l’azione appena<br />

conclusa non è, in realtà, ancora del tutto terminata ed è bene mantenere<br />

il controllo per una sua eventuale ripetizione o per un nuovo intervento. Lo<br />

shiatsuka ha potuto vivere l’esperienza di “reazioni a sorpresa” del<br />

7 Cfr. L. FRÉDÉRIC, Le arti marziali dall’A alla Z, Filosofie,tecniche e curiosità in oltre 3000 voci.<br />

“Collana sportiva, 124”, Sperling & Kupfer Ed., Milano (1990) alla voce Kime, p. 142<br />

8


paziente al termine di un trattamento; è esattamente ciò che può<br />

accadere ad un jutsuka dopo un attacco in cui tutto sembra già concluso e<br />

invece tutto ricomincia. In un kata di Iaido 8 – estrazione e attacco<br />

simultaneo con la spada – si parte da una situazione simile!<br />

Trascorso un ragionevole lasso di tempo, si può tornare in uno stato<br />

di quiete recuperando dell’energia appena usata con semplici tecniche<br />

respiratorie, lasciando l’altro, uke o paziente che sia, “avvolto”<br />

letteralmente da questa presenza, dal nostro “esserci”. Tutti conoscono<br />

l’essenzialità di questo momento al termine di una seduta di Shiatsu e ne<br />

conoscono bene l’importanza anche i praticanti di discipline marziali<br />

tradizionali in quanto, dopo uno scontro, debbono essere certi di aver<br />

intorno a loro un campo accettabilmente sgombro da minacce e, per tutti,<br />

comunque, si tratta di ritornare allo stato delle mente calma come “le<br />

acque di un lago” 9 .<br />

DA UNA PRIMA, SEMPLICE ANALISI DELLO “STRUMENTO” USATO, LA TECNICA, È<br />

PALESE, DUNQUE, CHE LO SHIATSU E IL JU JUTSU CONDIVIDONO PRINCIPI FONDAMENTALI<br />

PER QUANTO CONCERNE LA LORO PRATICA.<br />

Abbiamo già sottolineato che un KATA tramanda solo ciò che<br />

l’esperienza pratica ha stabilito vincente per la sopravvivenza; in modo<br />

meno drammatico, ma non certo meno intenso, ciò si ripropone oggi ad un<br />

operatore Shiatsu ogniqualvolta il paziente espone le cause della sua<br />

scelta terapeutica. L’operatore (Tori) risponde mettendo in atto la<br />

8 Il kata a cui ci riferiamo è annoverato tra quelli della “Tenshin Shiden Katori Shinto Ryu” e si<br />

chiama zengo chidori no tachi: prevede un secondo, fulmineo attacco alle spalle, non appena<br />

avvenuto il rinfodero della spada dopo il primo.<br />

9 L’espressione originale suona mizu no kokoro: avere il cuore come le acque tranquille di un lago.<br />

9


migliore strategia possibile per quella situazione e in quel momento,<br />

trattasi indifferentemente di attacco o difesa, prevenendo e agendo in<br />

conseguenza di una precisa richiesta non meno di quanto farebbe il<br />

praticante di Ju Jutsu anche se con fini differenti.<br />

IL LIVELLO PIÙ ALTO DELL’ARTE MARZIALE È LA CURA DEGLI ALTRI.<br />

Il grande rispetto che viene tributato al proprio Uke o compagno di<br />

pratica è solo l’aspetto superficiale. Come sempre, la forma nasconde<br />

l’essenza per chi si sente già sazio. Ciò che è manifesto è da considerare<br />

solo come un ponte verso la verità.<br />

Vogliamo ora offrire brevemente un’idea concreta di che cosa può<br />

accadere con un gesto, a seconda dell’uso che se ne fa.<br />

Rimane da sottolineare che l’intenzionalità è fondamentale<br />

altrettanto quanto la direzione e l’intensità del KI che viene usato, mosso,<br />

disgregato, bloccato, armonizzato.<br />

Per ognuna di queste azioni esiste un mondo da esperire.<br />

(Proiezione delle tabelle)<br />

10


POSTER<br />

L’AIKI SHIATSU COME INTEGRAZIONE ALLA TERAPIA ODONTOIATRICA<br />

Tesi di Vera Franceschi- Relatore Valter Mader<br />

Durante una terapia odontoiatrica può capitare che un dente manifesti, senza apparenti ragioni, una<br />

patologia estesa anche al parodonto e alla zona ossea alveolare limitrofa.<br />

Secondo il dottor Voll, esiste uno specifico collegamento “energetico” fra ogni dente e ogni organo<br />

del corpo;uno squilibrio organico può riflettersi a livello dentale e viceversa; patologie della<br />

colonna vertebrale o disturbi neurologici rappresentano soltanto alcuni dei casi in cui esiste una<br />

stretta correlazione con la salute della nostra bocca.<br />

Lo studio si è svolto grazie alla collaborazione con un medico dentista che ha voluto approfondire<br />

e verificare la teoria di Voll.<br />

Lo scopo di questo studio è quello di osservare se, attraverso trattamenti shiatsu si possono ottenere<br />

risultati efficaci in campo odontoiatrico.<br />

Sono stati trattati 9 pazienti.<br />

Ogni paziente veniva sottoposto a valutazione energetica attraverso la quale si evidenziava la<br />

disarmonia d’organo.<br />

Solo alla fine della valutazione, e prima del trattamento, veniva verificata la correlazione tra la<br />

diagnosi energetica e il dente portatore di patologia estesa al parodonto.<br />

Il collegamento tra la diagnosi energetica, la disarmonia d’organo identificata e il dente in cura in<br />

quel momento è sempre coincisa.<br />

I 9 pazienti hanno ricevuto 10 trattamenti con cadenza settimanale per circa tre mesi. I trattamenti<br />

erano diversificati in base allo squilibrio energetico evidenziato.<br />

In otto casi su nove non sono state effettuate durante tutto il periodo di trattamento shiatsu cure<br />

odontoiatriche, ma solo visite di controllo.<br />

I risultati sono stati incoraggianti:<br />

• 2 pazienti hanno avuto la scomparsa totale della lesione visibile all’RX<br />

• 5 pazienti hanno avuto una riduzione della patologia odontoiatrica, visibile all’ RX, di<br />

almeno il 70%.<br />

• 2 pazienti hanno avuto una stabilizzazione del quadro clinico con scomparsa degli episodi<br />

acuti o di peggioramento.


LO SHIATSU NEL TRATTAMENTO DELLA LOMBALGIA CRONICA:<br />

UNO STUDIO OSSERVAZIONALE<br />

AUTORI: S. Bertoncini*, U. Mosca ^, R. Carboni*, S. Busin*, D. Malgrati°, S. Tribocco*, F.<br />

Beccalli*, L. Mazzini*, S. Massoni*, R. Osella*, Y. Papo*, D. Incoronato*, E. Carlisi*, F.<br />

Muccio^, P. Baio^, E. Zilli°<br />

(*)Azienda Ospedaliera Luigi Sacco Polo Universitario - Unità Operativa di Medicina Fisica e<br />

Riabilitazione - Responsabile: Dott. Silvano Busin - Via G.B. Grassi, 74 - Milano<br />

(°)Casa di Cura S.Francesco - Servizio di Recupero e Rieducazione Funzionale - Responsabile<br />

Dott. Daniele Malgrati - Via 4 Novembre n°7 – Bergamo<br />

(^)Triskelion - Centro di shiatsu, osteopatia e terapie manuali - Via Eustachi 7 – Milano<br />

Responsabile Dott. Umberto Mosca – Presidente Scuola Aiki Shiatsu Kyokai - Collegio Italiano<br />

Terapisti Shiatsu<br />

INTRODUZIONE<br />

La lombalgia è divenuta negli ultimi anni una delle patologie più diffuse nei paesi industrializzati: i<br />

dati epidemiologici e i riscontri relativi alla spesa sanitaria confermano questa constatazione<br />

Nonostante la digitopressione (shiatsu) risulti avere un effetto nella gestione di diversi tipi di dolore,<br />

non esistono ancora livelli di evidenza soddisfacenti per raccomandarne l’utilizzo come terapia nel<br />

dolore lombare.<br />

SCOPO DEL LAVORO<br />

Scopo dello studio osservazionale è valutare l’efficacia dello shiatsu nel trattamento della<br />

lombalgia evidenziando, attraverso l'utilizzo di scale di valutazione, una differenza statisticamente<br />

significativa tra gli indici ricavati all'inizio della terapia e quelli finali.<br />

METODOLOGIA<br />

Sono stati ammessi al trattamento 50 pazienti (29 donne e 21 uomini tra i 25 e i 65 anni -età media<br />

46,6) con lombalgia cronica meccanico-degenerativa con radiologia positiva o negativa.<br />

Sono stati esclusi pazienti con lombalgie “secondarie” .<br />

Prima di accedere al trattamento i pazienti sono stati valutati da un operatore non erogatore di<br />

terapia attraverso la somministrazione di tre questionari per la valutazione del dolore e della<br />

disabilità da esso derivata :Vas, Mc Gill Pain Questionnaire, Oswestry Low Back Pain.<br />

Gli stessi questionari sono stati somministrati alla fine del ciclo di trattamento e al follow up dei sei<br />

mesi. Ogni paziente è stato sottoposto a 10 sedute della durata di circa un ora, di cui due sedute di<br />

valutazione e inquadramento energetico e otto sedute di trattamento .


L’analisi statistica è stata effettuata da personale esterno allo studio ( Test T di Student per la VAS<br />

il cui indice è un valore parametrico; Wilcoxon Test per Mc Gill Questionnaire e Low Back Pain i<br />

cui indici sono valori non parametrici ).<br />

RISULTATI<br />

Sono stati trattati 50 pz.; 4 sono stati i casi di drop -out<br />

Nei pazienti che hanno completato lo studio (n=46) il trattamento è risultato efficace nella<br />

riduzione della sintomatologia dolorosa e disabilità. L’analisi dei dati mostra infatti una riduzione<br />

altamente significativa nei punteggi dei tre questionari.<br />

VAS MCGill OSW<br />

Pre-trattamento 5,31 11,69 30,74<br />

Post-trattamento 1,99 5,62 21,13<br />

Valore di p. p.


Qi Gong per il Polmone<br />

L’Associazione Shen Ming di Firenze desidera presentare al Congresso <strong>FISTQ</strong><br />

di <strong>Palermo</strong> delle pratiche Qigong per il Polmone; si tratta di esercizi diversi che<br />

contribuiscono a prevenire e curare patologie del movimento Metallo e del Polmone in<br />

particolare. Tali pratiche possono essere riassunte brevemente:<br />

suono del Polmone all’interno dei sei suoni segreti,<br />

camminata del Polmone, passo della tigre, visualizzazione della palla bianca<br />

in posizione Ti Bao,<br />

un esercizio per il corretto fluire dell’energia del Polmone ed uno per la<br />

prevenzione e la cura del tumore polmonare.<br />

Tutte queste pratiche appartengono alla scuola di Qigong medico di origine<br />

taoista insegnata in Italia dal Prof. Li Xiao Ming, Direttore dell’Istituto sul Qigong<br />

all’Università di Pechino.<br />

Il suono terapeutico del Polmone può essere eseguito insieme a tutti gli altri<br />

suoni terapeutici, se non si è sicuri della diagnosi, o in abbinamento solo ad alcuni a<br />

seconda che si voglia tonificare o disperdere. In questo caso, è bene praticare sotto la<br />

guida di una persona esperta di MTC.<br />

La camminata del Polmone fa parte delle camminate degli organi ed è utile per<br />

curare tosse, asma, catarro, malattie della pelle, psoriasi, lupus eritematoso, alopecia,<br />

stipsi, colite.<br />

Il passo della tigre, uno dei passi dei cinque animali, è utile per curare malattie<br />

croniche dei polmoni, dispnea, pleuriti, TBC, asma, rinforzando l’organismo contro<br />

l’aggressione di agenti cosmopatogeni come batteri e virus che attaccano le prime vie<br />

respiratorie. Un altro vantaggio di questa pratica è il sensibile miglioramento della<br />

periartrite scapolo-omerale e delle infiammazioni delle articolazioni in generale. La<br />

visualizzazione della palla bianca è utile contro la tosse e tutte le patologie polmonari; è<br />

un esercizio che richiede sia formata una palla di qi tra le braccia e il ventre che<br />

dev’essere poi inserita all’interno del corpo attraverso l’ombelico per poi essere diretta in<br />

alto o in basso a seconda della patologia da curare.<br />

L’esercizio per far fluire correttamente l’energia del Polmone viene eseguito<br />

da seduti e richiede la concentrazione del qi nel Dan Tian inferiore per poi espellere<br />

l’energia patogena dai pollici.<br />

Infine, la pratica per la prevenzione e la cura del tumore polmonare richiede<br />

un’attenzione particolare alla respirazione, l’adozione di alcuni mudra e la concentrazione<br />

dell’energia nel Dan Tian medio.<br />

Queste pratiche possono essere eseguite tutte o selezionate in base alle<br />

necessità specifiche. Ancora una volta si raccomanda di farsi seguire da un insegnante<br />

qualificato di Qigong.<br />

Fabrizio Bencini


Trattamento delle Aree di Diagnosi<br />

Addominale secondo il Nan Jing<br />

Valentina Portelli<br />

VI CONGRESSO <strong>CITeS</strong><br />

<strong>Palermo</strong> 6/7/8 <strong>ottobre</strong> <strong>2006</strong><br />

1


Trattamento delle Aree di Diagnosi Addominale<br />

CENNI STORICI<br />

secondo il Nan Jing<br />

La diagnosi attraverso l’osservazione e la palpazione dell’ addome e<br />

il trattamento esclusivo di questa zona, a scopo terapeutico locale o<br />

riflesso, è documentata in tutte le tradizioni popolari; in Oriente è<br />

fondamento e parte integrante della diagnosi energetica.<br />

La pratica, l’uso diffuso e l’efficacia terapeutica fanno dell’addome<br />

una zona elettiva di grande valore.<br />

La nostra scuola ha per molti anni insegnato e praticato l’Anpuku di<br />

Masunaga; ma nell’evolversi della didattica si è sempre più approfondito<br />

lo studio della MTC. Questo ha portato ad utilizzare i metodi di valutazione,<br />

di diagnosi, raccolta dati e semeiotica tipici e specifici della MTC, nonché<br />

all’uso dei meridiani classici dell’agopuntura per i trattamenti manuali.<br />

Non utilizzando i meridiani estesi, postulati da Masunaga, come<br />

fondamento teorico della sua pratica, abbiamo ritenuto non fosse più<br />

congruente con il nostro modello teorico-energetico di riferimento utilizzare<br />

la mappa delle ADA (aree di diagnosi addominale)di Masunaga; pur<br />

riconoscendone la validità intrinseca anche come trattamento esclusivo<br />

dell’addome. Da queste considerazioni è nata l’idea di recuperare la<br />

mappatura dell’addome del Nan Jing.<br />

Uno dei classici della MTC il Huang di Bashiyi Nan Jing – Classico delle<br />

81 difficoltà dell’Imperatore Giallo – è stato probabilmente redatto durante<br />

la dinastia Han Orientali tra il 25 ed il 221 d.C., ma la tradizione lo attribuisce<br />

a Bian Que, vissuto molti secoli prima (datazione incerta) i cui insegnamenti<br />

erano stati tramandati fino ad allora oralmente.<br />

Nel capitolo 16 del Nan Jing troviamo delle considerazioni che<br />

correlano il polso ai sintomi esterni e a quelli interni che si manifestano nella<br />

2


palpazione dell’addome. Ad esempio: “Quando troviamo un polso del<br />

Fegato ed i segni sono: ossessione per la pulizia, colorito del viso bluastro,<br />

facile irritabilità, allora i sintomi interni sono un movimento pulsante del Qi a<br />

sinistra dell’ombelico e la zona è tesa e non permette una pressione<br />

profonda, oppure è dolente”.<br />

E così via per gli altri organi, costruendo una mappa: la zona sotto il<br />

processo xifoideo è l’area del Cuore, quella intorno all’ombelico è l’area<br />

della Milza, quella sopra la sinfisi pubica è l’area del Rene, quella a sinistra<br />

dell’ombelico è l’area del Fegato, quella a destra dell’ombelico è l’area<br />

del Polmone.<br />

Da questa descrizione nascono, con diverse rielaborazioni<br />

successive, tutte le pratiche sull’addome derivanti dalla MTC.<br />

Ad esempio l’agopuntura vietnamita ha rielaborato il modello<br />

derivandone una diversa topografia che è stata trasmessa agli insegnanti<br />

dell’associazione Qi dal maestro Nguyen Van Nghi.<br />

All’interno di quella che nella mappa del Nan Jing è l’area della<br />

Milza, sono comprese tutte le aree: appena intorno all’ombelico l’area<br />

della Milza, poco al di sopra l’area del Cuore, poco al di sotto l’area del<br />

3


Rene, appena a destra l’area del Polmone, appena a sinistra l’area del<br />

Fegato.<br />

In Giappone è stata messa a punto una sofisticata tecnica di<br />

diagnosi su Hara, che viene utilizzata come base per diverse metodiche<br />

terapeutiche, dallo shiatsu all’agopuntura.<br />

Con una pressione delicata si palpano le linee nell’ordine indicato<br />

dallo schema.<br />

Questo ordine è seguito perchè palpare verso il basso i meridiani dal<br />

lato sinistro aiuterà il transito nel colon discendente, lo stesso a destra, la<br />

palpazione dal basso verso l’alto agevolerà il transito nel colon<br />

ascendente, stimolando così la peristalsi in tutto l’intestino crasso.<br />

METODO DI DIAGNOSI PALPATORIA:<br />

Secondo la tradizione la diagnosi palpatoria procede dal centro verso<br />

sinistra e verso destra, poi dalla parte alta dell’addome all’addome<br />

inferiore. Questo modo di procedere è legato ai mutamenti dinamici dello<br />

yin e dello yang, serve quindi a valutare l’energia nel suo cambiamento.<br />

Iniziamo il trattamento con otto pressioni che si eseguono con tutto il<br />

palmo della mano e servono a valutare le zone in generale, a detendere<br />

la muscolatura, a preparare ukè alle pressioni successive e procedono<br />

dall’alto verso il basso ed in senso orario, seguendo cioè il percorso<br />

4


dell’intestino, questo fa si che la peristalsi e la funzionalità dei visceri venga<br />

stimolata. L’ordine in cui palperemo le aree di diagnosi sarà dunque lo<br />

stesso: Cuore, Milza, Rene, Polmone e Fegato.<br />

OSSERVAZIONE:<br />

Dobbiamo ricordare che stiamo facendo una diagnosi nell’ambito<br />

dei quattro metodi, e che per molti anni la palpazione dell’addome ha<br />

sostituito l’osservare per i terapisti ciechi, quindi per prima cosa osserviamo<br />

l’addome: il colore della pelle, la sua consistenza, idratazione, la tonicità,<br />

l’elasticità e la forma dell’addome stesso.<br />

Passeremo poi a verificare la temperatura delle zone, tenendo la<br />

mano a poca distanza dalla pelle, senza toccarla cercheremo di sentire se<br />

emana un senso di caldo o di freddo.<br />

Le aree calde possono significare calore nella coppia degli zang-fu<br />

corrispondenti, e le aree fredde possono significare freddo negli zang-fu<br />

corrispondenti.<br />

Anche la presenza di macchie, nei, capillari evidenti può essere segno di<br />

uno squilibrio energetico.<br />

PRESSIONI DIAGNOSTICHE:<br />

Porre la persona nella posizione e condizione più confortevole, non<br />

ci devono essere tensioni né alla zona lombare né all’addome. Quindi<br />

faremo, se serve, la manovra di trazione del sacro, metteremo un cuscino<br />

basso sotto la testa e un supporto sotto le ginocchia, copriremo le gambe<br />

ed eventualmente anche il busto.<br />

Tori in seizà al fianco destro di ukè, prende contatto con l’addome e<br />

sincronizza il suo respiro con quello di ukè, osserva l’addome, valuta le zone<br />

calde e fredde ed esegue le otto pressioni avendo cura che siano<br />

graduali ed uniformi.<br />

La mano sinistra mantiene il contatto mentre la mano destra, con le<br />

tre dita centrali , il medio leggermente piegato per essere allo stesso livello<br />

delle altre due, esegue delle pressioni leggere e delicate sulle aree: una<br />

5


pressione nell’area del cuore, quattro nell’area della milza, una nell’area<br />

del rene, una nell’area del polmone ed una nell’area del fegato.<br />

Cerchiamo di valutare la condizione kio/jitshu della zona.<br />

Le aree in vuoto mostreranno depressione, freddo, rugosità,<br />

mancanza di forza, di tono, saranno cedevoli alla pressione, potranno<br />

presentare pulsazioni che si intensificano con la pressione.<br />

Le aree in eccesso mostreranno tensione, durezza, fastidio o dolore,<br />

resistenza alla pressione.<br />

Possiamo anche avvertire il movimento dei liquidi addominali, una<br />

sensazione di movimento nella regione e la presenza di gonfiori o masse.<br />

La presenza di masse o gonfiori richiede una differenziazione. Una<br />

massa con contorni netti, dura, che non si sposta con la pressione indica<br />

un blocco di sangue nella coppia degli zang-fu del movimento<br />

corrispondente, per esempio un fibroma.<br />

Se si palpa una massa con contorni non facilmente definibili, molle,<br />

con dolorabilità alla pressione non intensa, ma comunque fissa, indica<br />

accumulazione di tan nella zona o negli organi corrispondenti, per<br />

esempio un lipoma.<br />

Se si palpa una massa con contorni non facilmente definibili, mobile,<br />

che si sposta alla pressione avremo una stasi di qi negli zang-fu del<br />

movimento corrispondente, per esempio presenza di gas addominale.<br />

RIEQUILIBRIO:<br />

Dopo aver valutato le aree e trovato le zone in deficit o in eccesso,<br />

passiamo alla fase di trattamento dell’addome. Il nostro obiettivo è dare<br />

un impulso che consenta all’energia di ukè, tramite la sua capacità di<br />

autoguarigione, di riequilibrarsi, di ritrovare armonia, di andare verso il<br />

recupero della salute. Abbiamo diverse possibilità per attivare questo<br />

processo.<br />

• Possiamo continuare a lavorare sull’addome con delle pressioni<br />

prolungate e profonde sulle aree in vuoto e la mano passiva sulle<br />

zone in eccesso.<br />

6


• Possiamo lavorare in parte sull’addome ed in parte in periferia,<br />

scegliendo di tenere la mano passiva sull’area in eccesso e trattare<br />

con l’altra mano il meridiano corrispondente all’area in deficit.<br />

• Possiamo lavorare in periferia trattando il meridiano corrispondente<br />

all’area trovata in deficit, tutto il livello energetico cui il meridiano<br />

appartiene.<br />

In ogni caso, dopo il riequilibrio, faremo nuovamente le pressioni sulle aree<br />

per valutare se ci sono stati dei cambiamenti.<br />

CONTROINDICAZIONI:<br />

• Interventi chirurgici recenti<br />

• Parti recenti<br />

• Gravidanza<br />

• Ulcera<br />

• Tumore<br />

• Diverticolite<br />

• Ciste ovariche ed uterine (con cautela)<br />

• Appendicite<br />

• Calcoli alla colecisti<br />

• Forti dolori alla pressione<br />

E’ preferibile eseguire il trattamento almeno un’ora dopo il pasto e con<br />

vescica ed intestino liberi.<br />

7


LO SHIATSU NEL TRATTAMENTO DELLA SINDROME DA COLPO DI FRUSTA<br />

AUTORI: S. Bertoncini*, U. Mosca ^, R. Carboni*, S. Busin*, , S. Tribocco*, A.P: Berrichillo^, L.<br />

Carmina^, R. Doninelli^,V.Orsanigo^, S. Roncen^ F. Ruscio^<br />

(*)Azienda Ospedaliera Luigi Sacco Polo Universitario - Unità Operativa di Medicina Fisica e<br />

Riabilitazione - Responsabile: Dott. Silvano Busin - Via G.B. Grassi, 74 - Milano<br />

(^)Triskelion - Centro di shiatsu, osteopatia e terapie manuali - Via Eustachi 7 – Milano<br />

Responsabile Dott. Umberto Mosca – Presidente Scuola Aiki Shiatsu Kyokai - Collegio Italiano<br />

Terapisti Shiatsu<br />

INTRODUZIONE<br />

Il presente studio osservazionale, suddiviso in due fasi, fa parte di un progetto approvato dalla<br />

Regione Lombardia. La prima parte, già presentata in occasione del 5° <strong>congresso</strong> nazionale <strong>CITeS</strong>,<br />

illustra i risultati relativi ai primi 31 casi. Con questa seconda fase possiamo illustrare i risultati<br />

relativi a 50 casi complessivi.<br />

Il COLPO DI FRUSTA , di origine traumatica, olltre al dolore locale può generare patologie<br />

collegate sia precoci che tardive che incidono pesantemente sulla qualità della vita dei pazienti<br />

SCOPI DEL LAVORO<br />

1. valutare l’efficacia dello shiatsu nel trattamento della sindrome da colpo di frusta<br />

evidenziando, attraverso l'utilizzo di scale di valutazione, una differenza statisticamente<br />

significativa tra gli indici ricavati all'inizio della terapia e quelli finali;<br />

2. valutare la persistenza dei benefici tramite follow up ad un anno ( primi 31 pazienti).<br />

METODOLOGIA<br />

Sono stati ammessi al trattamento 50 pazienti (32 donne e 18 uomini tra i 20 e i 60 anni -età media<br />

33,2) con sindrome da colpo di frusta di grado WAD 1 e 2.<br />

Prima di accedere al trattamento i pazienti sono stati valutati da un operatore non erogatore di<br />

terapia attraverso la somministrazione di due questionari per la valutazione del dolore e della<br />

disabilità da esso derivata (Vas, Neck Disability Index) e alla rilevazione della mobilità cervicale<br />

attiva.<br />

Gli stessi questionari sono stati somministrati alla fine del ciclo di trattamento ed ai follow up.<br />

Ogni paziente è stato sottoposto a 10 sedute della durata di circa un ora, di cui una seduta di<br />

valutazione e inquadramento energetico e nove sedute di trattamento .<br />

L’analisi statistica è stata effettuata utilizzando il Test T di Student.


RISULTATI<br />

Sono stati trattati 50 pz.; 8 sono stati i casi di drop –out.<br />

Nei pazienti che hanno completato lo studio (n=42) il trattamento è risultato efficace nella<br />

riduzione della sintomatologia dolorosa e disabilità. L’analisi dei dati mostra infatti una riduzione<br />

altamente significativa nei punteggi dei due questionari.<br />

VAS NDI<br />

Pre-trattamento 4,9 26,1<br />

Post-trattamento 1,1 14,5<br />

Valore di p. p.


L’AIKI SHIATSU NELLA TERAPIA DELLE PATOLOGIE DELLA TIROIDE.<br />

STUDIO OSSERVAZIONALE.<br />

Tesi di Fiorella Panni-Relatore Angelo Maffezzoli<br />

Lo studio si propone di osservare e valutare gli effetti del trattamento aiki shiatsu nella patologie<br />

della tiroide.<br />

Sono state trattate otto persone di sesso femminile di età compresa tra i 37 e i 65 anni affette da<br />

patologie tiroidee di diverso grado.<br />

Quattro pazienti assumevano terapia farmacologica con Eutirox; le altre quatto assumevano terapie<br />

“naturali”.<br />

Le otto persone sono state sottoposte a 10 sedute di shiatsu a cadenza settimanale.<br />

I sintomi più comunemente riscontrati nelle pazienti sono: sbalzi di umore, depressione e<br />

irritabilità,tachicardie, palpitazioni, dismenorrea, disturbi del sonno, rigidità , debolezza agli arti<br />

inferiori, gonfiore generale e agli arti inferiori, oppressione o nodo alla gola.<br />

I risultati rispetto a questi sintomi sono stati per tutte le pazienti buoni o ottimi e tutte hanno riferito<br />

un riequilibrio emotivo.<br />

Il confronto dei valori emersi dagli esami ematici prima e dopo i trattamenti ha evidenziato delle<br />

variazioni sensibili.<br />

Anche gli esami ecografici hanno evidenziato modificazioni, in particolare in casi di patologie<br />

nodulari.


-<br />

! " #<br />

$ % & " ' ( " #<br />

)<br />

*<br />

+ ,<br />

- $.<br />

+ + "<br />

# , "<br />

& / 0 $-$& '0 1&2 2 2 2 ' & $& 0 $3 . 0 %.2&40 (<br />

' + "<br />

"<br />

# , ! "<br />

"<br />

3 .<br />

"<br />

"<br />

788 9: ;<br />

+ ,<br />

# . & 5 #<br />

# , " #<br />

"<br />

# " 6<br />

78; <br />

7 8? ?8<br />

' @ - " $<br />

' A " 1 @ A / # -<br />

+ $ +<br />

' @ - / # -<br />

' $ 1 @ & / 1 -<br />

$ 0 =8 8?=;= - * ! ?8 B;C?BB? D E


Il trattamento delle aree di diagnosi addominale secondo il Nan Jing<br />

Workshop di Shiatsu<br />

Valentina Portelli<br />

Congresso Nazionale <strong>CITeS</strong> - <strong>ottobre</strong> <strong>2006</strong>, <strong>Palermo</strong><br />

In questo spazio di lavoro si intende dare una dimostrazione del trattamento<br />

dell'addome al fine di formulare una valutazione energetica e quindi di effettuare<br />

un riequilibrio congruente.<br />

Utilizzando un mappa di aree di diagnosi addominale, estrapolata dal Nan Jing (Il<br />

Classico delle ottantuno difficoltà dell'Imperatore Giallo), è possibile valutare lo<br />

stato di organi visceri e meridiani a loro accoppiati.<br />

Si intende inoltre illustrare la modalità del riequilibrio energetico secondo i Cinque<br />

Movimenti e i Sei Livelli Energetici.<br />

Il trattamento comprende le seguenti fasi:<br />

1- osservazione dell'addome e valutazione delle zone calde/fredde,<br />

2- otto pressioni,<br />

3- palpazione delle aree di diagnosi,<br />

4- valutazione energetica,<br />

5- riequilibrio,<br />

6- verifica sulle aree di diagnosi e chiusura.<br />

L'utilizzo di questo metodo è congruente con la Medicina Tradizionale Cinese e<br />

l'uso dei medidiani classici dell'agopuntura. Consente una valutazione più rapida e<br />

nel contempo approfondita; in questo modo si ha la possibilità di lavorare anche<br />

su altre zone del corpo dando completezza al trattamento.<br />

Caro Vito,<br />

Ho tirato giù quel che dovrebbe essere l'abstract del workshop di shiatsu.<br />

Che ne pensi prima di renderlo ufficiale?<br />

Come si può organizzare questo lavoro?<br />

A) relazione + workshop (suggerimento di Fabio)<br />

B) solo workshop<br />

C) quanto deve durare il tutto?<br />

Domani pm sarò da Antonella (tua moglie); mi puoi fare avere una risposta per<br />

allora?<br />

Grazie,<br />

Valentina


Wŭ Bāduànjĭn (Otto Broccati del Soldato)<br />

Autori: Vito Marino *, Riccardo Lombardo **<br />

* Vice-Presidente <strong>FISTQ</strong>, Presidente Onorario dell’Associazione QI,Istruttore di<br />

Qigong e di Taijiquan, Docente al Master Universitario di Agopuntura e MTC<br />

(Università di <strong>Palermo</strong>)<br />

** Istruttore di Taijiquan, Maestro di Difesa Personale<br />

Generalità<br />

L'ideogramma "bā" rappresenta "divisione", "separare", per estensione "otto" (nel<br />

senso di separare in due gruppi di quattro); "duàn" significa "pianta che cresce" (a<br />

sinistra), “colpito” o "interrotto" (a destra), insieme "sezione", "parte", in questo<br />

contesto gruppo di esercizi come parti di una sequenza; il carattere "jĭn" indica seta<br />

(a sinistra) preziosa come oro (a destra), quindi broccato, anche bello, glorioso.<br />

L'insieme Bāduànjĭn si può quindi tradurre con "otto pezzi di broccato (o preziosi)",<br />

con il senso di "una serie di otto esercizi preziosi”.<br />

I Bāduànjĭn sono una serie di otto esercizi di qìgōng il cui scopo è soprattutto quello<br />

di tonificare il qì; per questa peculiarità vengono praticati in molte scuole di arti<br />

marziali ma anche in molte scuole di qìgōng medico.<br />

Vengono eseguiti lo stesso numero di volte ogni esercizio.<br />

E’ una sequenza adatta anche per “stirare” i meridiani e favorirne la libera<br />

circolazione in qì e del sangue. Equilibra l’energia negli organi interni ed elimina la<br />

tensione nervosa ed emotiva. Vi sono diverse sequenze di Bāduànjĭn, a seconda<br />

dello scopo che ci si prefigge, marziale o terapeutico, o a seconda del tipo di<br />

praticante, adulto, bambino, anziano, sano o malato. Gli esercizi che la compongono<br />

possono essere praticati uno o più per volta, o tutti insieme in un’unica sequenza.<br />

Origine della tecnica<br />

L’origine di questa serie di esercizi risale all’epoca della dinastia dei Sòng<br />

Meridionali (1127–1279), in quanto in vari testi di quell’epoca, di cui alcuni facenti<br />

parte del “Canone Taoista”, se trovano numerose tracce, sebbene possa derivare da<br />

più antiche tecniche del periodo degli Stati Combattenti (720-221 a.C.). Verso la fine<br />

della dinastia Sòng Meridionali un’opera ne parla in un intero capitolo, chiamato<br />

proprio “Bāduànjĭn”.<br />

1


Nel corso dello sviluppo della tecnica i Bāduànjĭn si differenziarono in varianti della<br />

scuola del Nord e della scuola del Sud.<br />

La scuola del Nord, chiamata anche “Scuola Yuè Fèi”, dal nome del fondatore, il<br />

generale Yuè Fèi, è caratterizzata da una pratica più complicata e basata su esercizi<br />

vigorosi. Molti degli Otto Broccati di questa scuola si praticano nella “posizione del<br />

cavaliere”, “mǎbù”. Per tutti questi motivi i “Bāduànjĭn” al Nord vengono chiamati<br />

anche “Wŭ Bāduànjĭn”, ovvero “gli Otto Broccati del Soldato” (il carattere Wŭ, vedi<br />

sopra, indica in basso a sinistra “stop”, “fermare”, in alto e a destra “lance degli<br />

invasori”, quindi “militare”, “soldato”).<br />

Secondo la tradizione, la scuola del Sud ebbe come fondatore un letterato esperto di<br />

tecniche di lunga vita, Liáo Shìcháng. In questa serie il grado di difficoltà di<br />

apprendimento e pratica non è alto, in quanto le posizioni e i movimenti prediligono<br />

la morbidezza e la flessibilità, e sono inoltre più alte. Per tutti questi motivi i<br />

Bāduànjĭn del Sud sono anche chiamati “Wén Bāduànjĭn”, ossia “gli Otto Broccati del<br />

Letterato” ( significa “linee interconnesse”, “scritto”, “scrivere”, “linguaggio”,<br />

”cultura”, “colto”, “raffinato”, “letterato”). Gli stili del Sud svilupparono delle pratiche in<br />

posizione seduta, “Zuòshì Bāduànjĭn”, o “gli Otto Broccati nella Posizione Seduta”),<br />

mentre i “Wén Bāduànjĭn” presero il nome di “Lì Bāduànjĭn” ovvero “gli Otto Broccati<br />

in Piedi”. Un ulteriore sviluppo portò a dodici il numero degli esercizi da seduti, che<br />

oggi infatti vengono chiamati “Shíèr duànjĭn” cioè “i Dodici Broccati”.<br />

Wŭ Bāduànjĭn<br />

1. Due Mani Sostengono il Cielo (o Toccare il cielo con le mani) - Shuāng Shŏu<br />

Duó Tiān<br />

Il nome risalente alla Dinastia Sòng, era: “Solleva i palmi delle mani, per curare il<br />

Triplice Riscaldatore”.<br />

Con questo esercizio si comincia la serie degli otto broccati.<br />

La respirazione dovrà essere naturale in tutte le fasi dell’esercizio.<br />

Durante il movimento ci si apre per captare l’energia e portarla lungo il triplice<br />

riscaldatore in alto, durante la seconda fase si riporta all’interno riabbassandola<br />

dentro il corpo.<br />

Visualizzazione: sostenere il cielo con le mani.<br />

2


Questo esercizio attiva il Sānjiāo e il suo Canale Shǒushàoyáng, regola tutti gli<br />

organi interni connessi al Sānjiāo: Polmone e Cuore, Milza e Stomaco, Rene,<br />

Vescica, Intestino Tenue e Crasso. Tonifica il tronco, tonifica i muscoli degli arti<br />

superiori, cura la pesantezza alle gambe con caviglie gonfie e ritenzione idrica, tratta<br />

il gonfiore addominale da cattiva circolazione dei liquidi.<br />

Aumenta la capacità polmonare e allevia la fatica, prepara tutto il corpo agli esercizi<br />

successivi, sciogliendo polsi, gomiti e spalle. Migliora la postura.<br />

2. Tendere l’Arco a Sinistra e a Destra (o Tirare con l’arco al falcone) - Zuŏ Yòu<br />

Kāi Gōng<br />

Il nome precedente, mantenuto fino all’inizio della Dinastia Qīng, era: “Verso sinistra<br />

il fegato, verso destra il polmone, posizionati come per lanciare un dardo”.<br />

Durante l’esercizio bisogna visualizzare di mirare a un bersaglio molto lontano e di<br />

tirare con l’arco la freccia.<br />

Quando la fase di estensione è stata completata comincia lentamente, con uno<br />

sforzo che progressivamente decresce, la fase di decontrazione.<br />

Si ripete il movimento a destra per completare esercizio.<br />

Questo esercizio tonifica il Jiāo superiore, è utile per tutti i problemi respiratori,<br />

enfisema, bronchite cronica, asma allergica, dispnea da sforzo (da Deficit di Qì).<br />

Mobilizza e scioglie la 7° cervicale e le prime vertebre toraciche.<br />

Migliora la vista per la concentrazione sulla visualizzazione di un bersaglio distante.<br />

Secondo il suo antico nome, la rotazione verso sinistra stimola il fegato, la rotazione<br />

verso destra il polmone, anche grazie alla posizione delle prime due dita della mano,<br />

collegate con i Canali di Polmone e Intestino Crasso, che si allunga lateralmente,<br />

trattando anche il mal di testa.<br />

3. Una mano spinge il cielo e l’altra tocca la terra - Zhu Bei Du Li<br />

Il vecchio nome di questo esercizio era: “Est e Ovest si sostengono<br />

indipendentemente, così agisci per milza e stomaco”.<br />

L’esercizio si considera completo quando è eseguito da entrambi i lati.<br />

Visualizzazione: una mano tocca il cielo, l’altra si allunga fino a toccare la terra.<br />

Questo esercizio tonifica il Jiāo medio, la milza, lo stomaco e la digestione. In<br />

questa versione aumenta il flusso di energia lungo ambedue i lati del corpo,<br />

portando benefici al fegato e alla vescica biliare.<br />

4. Guardare la Luna alle Proprie Spalle (o La cicogna) - Zuò Yuè Hòu Zhào<br />

3


Il primo nome era: “Girati rispettivamente dalle due parti, così da riequilibrare i tuoi<br />

sforzi e le tue ferite”.<br />

Durante il movimento bisogna immaginare di essere una cicogna e di fare ruotare<br />

completamente la testa così da potere guardare dietro il collo.<br />

Questo esercizio va molto bene per i problemi cervicali e in genere per tutte le<br />

malattie croniche, perché mette in movimento e attiva lo yáng della cerniera<br />

cervicale. Riequilibra sia il fisico che la mente.<br />

Rinforza la vista. Abbassa la pressione sanguigna e previene l'indurimento delle<br />

arterie.<br />

5. Dondolare e Muovere la Vita e la Coda (o Il pesce che si muove, o li pesce<br />

muove il muso e la coda) - Yāo Dŏu Băi Wĕi<br />

Nome antico: “Ondeggia da capo a coda, per rimuovere le malattie del cuore”.<br />

Visualizzazione: essere un pesce che si muove nell’acqua, oppure seguire con la<br />

mente il percorso che dalla caviglia arriva fino alla testa.<br />

Questo esercizio calma lo yáng del cuore e del fegato, cura l’agitazione e l’ansia, lo<br />

stress.<br />

Da un punto di vista strutturale tramite questo esercizio si distendono la zona<br />

lombare e le anche. E’ un esercizio molto utile per l’intera colonna vertebrale e per<br />

scaricare le tensioni.<br />

Rinforza il sistema respiratorio, circolatorio e il cuore. Utile per i problemi degli organi<br />

genitali e alla prostata.<br />

6. Chinarsi per Rinforzare la Schiena e i Lombi (o Chinarsi, o Toccare la punta<br />

dei piedi per rinforzare reni e lombi) - Jiàn Hòu Wān Yāo<br />

Altro nome: “Afferra i piedi con due le mani, per curare il tuo bacino”.<br />

La posizione di partenza è quella dell’esercizio “Toccare il cielo con le mani”, quindi<br />

con i talloni possibilmente uniti e le braccia distese lungo l’asse longitudinale del<br />

corpo.<br />

Visualizzazione: flettendosi indietro concentrarsi sui lombi, portandosi in avanti e in<br />

giù arrivare con il pensiero alla pianta dei piedi, quindi seguire con la mente il<br />

percorso delle mani fino ai lombi e al Dāntián.<br />

Questo movimento tonifica il Rene e rilassa, allunga e rinforza la zona lombare.<br />

Massaggia le ghiandole surrenali migliorandone il funzionamento.<br />

Stira i meridiani di reni e vescica; ottimo per la lombalgia e per il mal di schiena in<br />

generale. Regola lo yáng, attraverso lo stiramento del meridiano Dūmài (Vaso<br />

Governatore).<br />

4


NB: persone ipertese, con problemi di pressione bassa o arteriosclerosi devono<br />

usare molta cautela nel praticare questo esercizio, non abbassando troppo la testa e<br />

risalendo molto lentamente.<br />

7. Colpire a Sinistra e a Destra con lo Sguardo attento (o Tirare i pugni, o<br />

Tirare i pugni con lo sguardo irato) - Zuŏ Yòu Fáng Dă<br />

Un antico nome di questa tecnica è stato: “Grandi e piccoli fino al cielo, per<br />

attraversare i propri cinque organi”, con un’espressione poetica non chiara.<br />

La postura di partenza è quella del cavallo e le mani con i pugni chiusi si trovano<br />

entrambe accanto ai fianchi.<br />

Da questa posizione espirando si porta il pugno velocemente verso avanti<br />

ruotandolo come per colpire.<br />

Durante il movimento si dovranno aprire bene gli occhi con lo sguardo attento.<br />

Visualizzazione: colpire un bersaglio guardando nella direzione del pugno.<br />

Questo esercizio sviluppa il flusso di Qì in modo tale che dai piedi, attraverso l'intero<br />

corpo, possa arrivare fino alle mani e agli occhi. Ciascun movimento comincia<br />

morbidamente, scaricando la piena potenza solo alla fine di ogni estensione.<br />

Aumentare la forza tonificando i muscoli, calma il fegato e lo Shén sciogliendo i<br />

blocchi emotivi da rabbia, ansia e stress.<br />

Stimola il sistema nervoso e la circolazione sanguigna. Fa circolare l’energia<br />

bloccata in un organo o nei muscoli.<br />

N.B. Durante la sua esecuzione è opportuno evitare di guardare il colore rosso<br />

perché in questo caso anziché aumentare la forza si aumenta l’irritabilità,<br />

l’irascibilità.<br />

8. Muoversi facendo Sobbalzare il Dorso – Yū Zhu Jĭ Diān<br />

Vecchio nome: “Ingoia la saliva, rafforza il Qì, e fai in modo che entrambe le mani<br />

saltellino libere”.<br />

Si dovrebbe sentire la vibrazione che sale dalle gambe fino alle cosce e poi fino al<br />

dorso, lungo la colonna vertebrale.<br />

Questo esercizio, che chiude la sede dei Bāduànjĭn, rilassa il corpo, elimina i fattori<br />

patogeni e mette in circolazione tutta l’energia prodotta con l’esecuzione della<br />

sequenza.<br />

E' utile per la colonna vertebrale, il sistema nervoso e il senso di equilibrio. Stimola i<br />

reni.<br />

5


NUMERO DI RIPETIZIONI<br />

Per tonificare lo Yīn o il Sangue, ripetere ogni esercizio completo per 6 volte (o 6<br />

volte 6). Per tonificare lo Yáng o il Qì ripetere ogni esercizio completo per 9 volte (o<br />

9 volte 9).<br />

Oppure, ripetere 6 volte ogni esercizio se si pratica la sera, 9 volte se si pratica la<br />

mattina.<br />

SELEZIONE DEGLI ESERCIZI<br />

Nel caso in cui si scelga uno o più dei Bāduànjĭn, si inizierà comunque sempre da<br />

“Toccare il cielo con le mani” e si finirà sempre con “Fare tremare i talloni”.<br />

.<br />

6


BIBLIOGRAFIA<br />

• Filosa C., Corso di Chénshì Xiăojià Tàijíquán e Qìgōng (non pubblicato).<br />

• Leung K., Schifani G., Dispense del Corso biennale di Qìgōng<br />

dell’Associazione Qì, <strong>Palermo</strong>, 1992-1994, Policopie.<br />

• Zhào X., Gatti F., Dizionario compatto Cinese Italiano Italiano cinese e<br />

conversazioni, Zanichelli, Bologna, 1996.<br />

• http://www.nightrundesigns.com/jp/linx/modules/tutorials/viewtutorial.php?tid=<br />

20<br />

• http://www.russbo.com/gongfu/<br />

7

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!