Palermo 6-7 ottobre 2006, congresso CITeS e FISTQ - Damiduck
Palermo 6-7 ottobre 2006, congresso CITeS e FISTQ - Damiduck
Palermo 6-7 ottobre 2006, congresso CITeS e FISTQ - Damiduck
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dott. Prof. He Shuhuai<br />
Metodi Tuina applicati alla colonna vertebrale<br />
La colonna è l'asse centrale del corpo umano, vi si collegano i nervi spinali e numerosi muscoli, il suo ruolo è di<br />
estrema importanza sia nei movimenti fisiologici che nelle trasformazioni patologiche dell'organismo. Equilibrio e<br />
squilibrio interno ed esterno della colonna possono portare a una o più di una dislocazione, o a sublussazioni delle<br />
articolazioni minori della colonna che influenzando i nervi spinali, le vene, i muscoli e i nervi che si irradiano sugli organi<br />
interni, conducono allo squilibrio yin yang ed all'alterazione delle funzioni dei meridiani e degli organi interni. A tale<br />
eziologia possono essere collegate circa trenta patologie fra le quali quelle proprie della colonna, nei tratti articolari<br />
cervicale, dorsale, lombare e del coccige; le patologie dei muscoli, dei legamenti e dei nervi; diverse patologie degli<br />
organi interni fra le quali emicrania e cefalea, vertigini e fosfeni, dolore toracico, colite, dismenorrea, irregolarità<br />
mestruali, sterilità e altre.<br />
Diagnosi<br />
Tra le tecniche diagnostiche della colonna (indagine clinica; diagnostica per immagini) si tratterà in particolare dei metodi<br />
tuina di palpazione diagnostica : dell'asse centrale dei processi spinosi, dell'estremo superiore dei processi spinosi,<br />
della faccia laterale dei processi spinosi e dell'apice dei processi spinosi<br />
Quattro metodi tuina di palpazione diagnostica della colonna<br />
Asse centrale dei processi spinosi:<br />
attraverso una linea immaginaria lungo l’asse centrale della colonna<br />
Faccia laterale dei processi spinosi:<br />
attraverso la linea laterale di ogni processo spinoso<br />
Apice dei processi spinosi:<br />
sulla linea superiore e sulla linea inferiore di ogni processo spinoso dell'intera colonna<br />
Estremo superiore:<br />
sulla linea dell’angolo inferiore del processo spinoso superiore e sulla linea dell’angolo superiore del processo spinoso<br />
inferiore congiungente due processi<br />
Principi di trattamento<br />
armonizzare yin yang, drenare i meridiani, riscaldare e rilassare le contratture, correggere la dislocazione delle vertebre.<br />
Tecniche manuali<br />
spinta, pressione, pressione rotatoria, presa, pollice zen (yizhican), rotolamento, percussione concava, frizione; diversi<br />
tipi di manipolazioni e aggiustamenti articolari, tra cui trazioni, rotazioni, strette, allungamenti.<br />
Dott. Prof. He Shuhuai<br />
Il prof. He Shuhuai è riconosciuto come uno dei maggiori esperti di Agopuntura nel suo paese, la Cina, dove dal 1986 è<br />
iscritto nell'Albo degli studiosi insigni della scienza medica cinese pubblicato dal Ministero della Sanità per i risultati<br />
ottenuti sia sul piano teorico che clinico sulla base della teoria tradizionale della medicina cinese, in particolare nel<br />
campo delle applicazioni terapeutiche della teoria dei meridiani e dei meccanismi d’azione dei punti di agopuntura.<br />
Si dedica alla ricerca e alla diffusione della medicina tradizionale cinese nel mondo.<br />
In Italia è docente e direttore scientifico dell'Istituto Superiore di Medicina Tradizionale Cinese di Roma “Villa Giada”.<br />
Istituto Superiore di Medicina Tradizionale Cinese Villa Giada<br />
Centro Formazione e Ricerca<br />
Via Montebello 17, 00185 Roma<br />
tel/fax 06.4815580<br />
e-mail villagiada@jadecampus.com<br />
web www.jadecampus.com
© <strong>2006</strong> Anita Cignolini. Tutti i diritti riservati.<br />
Valutazione finale dei risultati di un Corso Sperimentale del<br />
Metodo Cignolini<br />
Organizzato dalla Cooperativa La Mandragora, <strong>Palermo</strong> dal 18/02/<strong>2006</strong> al<br />
30/06/<strong>2006</strong><br />
Autori: Prof. Anita Cignolini, Dott. Antonia Ayala<br />
Il I° Corso del Metodo Cignolini per operatori Tuina Qi Gong si è tenuto a <strong>Palermo</strong><br />
nell’anno in corso; la valutazione finale riguarda sia l’ apprendimento teorico-pratico<br />
dei partecipanti , sia i risultati clinici ottenuti sui bambini trattati.<br />
Essendo un Corso Pilota, con un limitato numero di partecipanti, non è possibile una<br />
valutazione statistica ma si procede ad un confronto con Corsi per Medici organizzati in<br />
precedenza negli Stati Uniti. I risultati sono significativi, sia per i miglioramenti<br />
osservati nei bambini e alla fine di un primo ciclo di cure valutati ad un controllo ad un<br />
mese dall’ultimo trattamento, sia per la partecipazione e i risultati ottenuti nelle<br />
acquisizione della manualità e della teoria da parte di tutti gli allievi. Notevole il<br />
positivo coinvolgimento delle famiglie.<br />
Pagina 1 di 1
Coop. “La Mandragora”<br />
Corso di Formazione Triennale<br />
Terapisti Shiatsu<br />
L’ASMA, LA FAME D’ARIA<br />
(SHIATSU IN PEDIATRIA)<br />
Abstract della Tesi di diploma di: Abate Sonia<br />
Relatore: Dottoressa Geloso Rosa Maria<br />
<strong>Palermo</strong>, 18-19 Novembre 2005
ABSTRACT<br />
Circa il 5% della popolazione nei paesi industrializzati è affetto da asma. In Italia si<br />
calcola che vi siano circa tre milioni di soggetti asmatici e fra di loro molti sono<br />
bambini e adolescenti. L’asma è da considerarsi a tutti gli effetti una malattia sociale.<br />
Chiunque può ammalarsi d’asma e in qualsiasi momento della vita anche se avviene<br />
con maggior frequenza durante l’infanzia, la prima maturità e la terza età. L’allergia è<br />
causa del 50% delle forme d’asma; questa, tuttavia, colpisce quelle persone che<br />
hanno una iper-reattività bronchiale (che può complicarsi e trasformarsi appunto in<br />
asma), cioè coloro le cui cellule muscolari bronchiali presentano una certa sensibilità.<br />
Il seguente lavoro, prendendo innanzitutto spunto dall’incidenza quantitativa e dalla<br />
rilevanza qualitativa dei molti dati statistici in merito (N.B. : sopra si portano a rilievo<br />
solo alcuni cenni), parte da una descrizione di cosa sia realmente l’asma e,<br />
distinguendone i vari tipi, scende in profondità nell’analizzare le cause scatenanti<br />
(tante e varie), e le funzioni principali.<br />
L’asma, distinta in asma bronchiale allergica, o atopica estrinseca, e asma bronchiale<br />
idiosincrasica, o intrinseca, viene definita una ostruzione reversibile delle vie<br />
respiratorie, dovuta ad una alterazione infiammatoria cronica in cui le cellule<br />
specializzate hanno un ruolo specifico: in particolare i mastociti, gli eosinofili e i T<br />
linfociti. Nei soggetti predisposti questa infiammazione causa ricorrenti episodi di<br />
respiro sibilante, dispnea, oppressione toracica e tosse, soprattutto alla notte e/o al<br />
risveglio mattutino. Sintomi questi associati a una variabile riduzione del calibro<br />
bronchiale che è però parzialmente reversibile, sia spontaneamente che mediante<br />
terapia.<br />
Quindi, dopo aver approfondito tutti gli aspetti fondamentali dell’asma bronchiale<br />
nella medicina istituzionale, per ciò che concerne la medicina cinese, ho deciso che<br />
fosse importante fornire una descrizione di tale sindrome, fino ad effettuare<br />
un’indagine sulle patologie, sugli eventuali trattamenti da applicare per la<br />
diminuzione della gravità e per il diradamento delle crisi.
In medicina cinese si considera l’asma un accumulo di flegma nel Polmone, con<br />
fattori dichiaranti esterni chiamati energie perverse, interni in particolare i sette<br />
sentimenti e i fattori alimentari. Si ritiene,comunemente,che le disfunzioni riguardino<br />
il Polmone, la Milza ed il Rene con ristagno di liquidi ed accumulo di freddo o di<br />
calore (il polmone regge la diffusione del soffio, la milza il metabolismo dei liquidi,<br />
il rene l’afferramento e la discesa del soffio e l’eliminazione dei liquidi, ecc.). Nelle<br />
forme interne è sempre coinvolto il Fegato (successione orararia meridianica) che<br />
passa nel Polmone e può determinare accumulo di calore.<br />
Nello specifico tale lavoro si focalizza sull’asma bronchiale allergica in pediatria.<br />
Parte fondamentale ed integrante di tale studio, è quella dei trattamenti effettuati ad<br />
alcuni pazienti, scelti tra i tanti, con tale sintomatologia: si tratta di cinque bambini di<br />
età compresa tra i quattro e gli otto anni. In particolare, dopo aver visionato le<br />
cartelle dell’anamnesi, remota e recente, fornitemi dal medico pediatra, ho effettuato<br />
i trattamenti specifici per ogni paziente in base alla diagnosi in MTC. Il programma<br />
d’intervento, con la terapie Shiatsu, si è svolto trattando i cinque pazienti con un ciclo<br />
di dieci trattamenti ciascuno effettuati due o tre volte a settimana.<br />
Come test (sia d’ingresso che finale), per verificare l’intervento e l’azione terapeuta,<br />
è stato utilizzato la spirometria effettuata dal pediatra. Gli obiettivi preposti sono stati<br />
i seguenti: diminuzione della gravità, riduzione del consumo dei farmaci, aumento dei<br />
volumi e dei flussi polmonari, miglioramento delle condizioni energetiche. I mezzi<br />
utilizzati, oltre al trattamento Shiatsu, sono stati stretching e acquisizione corretta del<br />
respiro.<br />
Per concludere, è bene tener presente che non esistono ancora cure mediche che<br />
possono sconfiggere in modo certo e definitivo l’asma ma bisogna non dimenticare e,<br />
nell’eventualità vi fosse un deficit informativo, far conoscere, che una corretta terapia<br />
dell'asma può permettere nella stragrande maggioranza dei casi una vita<br />
perfettamente normale.
Relazione di Tuina per Congresso <strong>FISTQ</strong> 6-7 <strong>ottobre</strong> <strong>2006</strong> <strong>Palermo</strong><br />
“LA CHIAVE PER ACCEDERE AL BENESSERE: NON TUTTO È PERDUTO”<br />
Sin dal mese di Aprile è stata proposta un’attività a 14 “ragazze” dai 60 agli 80 anni.<br />
Una forte motivazione è stata la convinzione che molti malanni muscolari, articolari, somatici e<br />
psicologici che affliggono le persone che raggiungono una certa età derivano dal nostro modo di<br />
reagire, nel corso degli anni, alle pressioni esterne, nell’adattarsi al limite delle nostre possibilità.<br />
Si da grande importanza a retrazioni muscolari che derivano da traumi o atteggiamenti posturali non<br />
fisiologici che producono alterazioni degli squilibri dinamici che prima o poi finiscono per causare<br />
patologie vere e proprie e a “deformare” il nostro corpo.<br />
Tuttavia “non tutto è perduto”, questo corso si prefigge di aiutare a riscoprire il proprio corpo, ad<br />
allentare le tensioni, ad eliminare gli squilibri.<br />
Le “ragazze” sono state divise in 2 gruppi che seguono due percorsi diversi.<br />
La tecnica principale del trattamento è lo stretching con esercizi liberi ed assistiti per migliorare la<br />
flessibilità del corpo, ad aumentare l’elasticità e la mobilità articolare e soprattutto per scoprire i<br />
blocchi energetici dei meridiani che permettono di diagnosticare ma soprattutto correggere e<br />
mantenere nel tempo il riequilibrio energetico.<br />
Questa tecnica è stata comune all’intero gruppo. Mentre soltanto alla metà di loro è stato anche<br />
associato un trattamento di tuina.<br />
Un operatore esterno effettua la valutazione iniziale e finale dell’intero gruppo e si analizzano i<br />
risultati raggiunti.<br />
Autori: Rosa Riccobono<br />
Sandro Eritreo
Tecniche di disattivazione delle cicatrici disfunzionali<br />
Dott. Umberto Mosca 1<br />
Circa il 60°% delle cicatrici chirurgiche generano un’attività<br />
disfunzionale che si esprime principalmente in una disorganizzazione della<br />
posizione del corpo nello spazio. Non è stata ancora evidenziata una<br />
cicatrice disfunzionale che non avesse un’influenza sulla postura.<br />
L’attività disfunzionale di una cicatrice può facilmente essere<br />
evidenziata con il test di localizzazione terapeutica (TL) della kinesiologia<br />
applicata, che si è dimostrata in grado di identificare cicatrici o aree<br />
disfunzionali di cicatrici fino ad una lunghezza di 0.5 cm.<br />
Le cicatrici disfunzionali sono in grado di originare disturbi d’ogni<br />
genere; immancabile l’effetto sull’assetto posturale del corpo nello spazio.<br />
Ma, soprattutto, le cicatrici disfunzionali si sono dimostrate capaci di<br />
interferire in modo molto vario sulla risposta posturale ad altri input<br />
disfunzionali sulla postura, come le eteroforie, le disfunzioni occlusali, le<br />
intolleranze alimentari, le problematiche psicoemotive, le disfunzioni del<br />
sistema cranio sacrale, gli effetti di traumi come il colpo di frusta e così<br />
via. E’ anche frequente osservare come, in seguito alla disattivazione di<br />
una cicatrice disfunzionali, si possano verificare variazioni del valore di<br />
un’eteroforia fino a 5 o 6 diottrie prismatiche o dell’assetto occlusale, in<br />
particolare per quanto riguarda la laterodeviazione della mandibola.<br />
La valutazione della postura del paziente, così importante per<br />
comprendere la patogenesi di tutte le patologie strutturali e di molte<br />
patologie viscerali non può quindi prescindere dalla preventiva<br />
disattivazione delle cicatrici disfunzionali presenti nel soggetto.<br />
Le tecniche descritte nella scarsissima letteratura esistente<br />
sull’argomento, quasi interamente originata da studi svolti in ambito<br />
<strong>CITeS</strong>, sono le seguenti:<br />
1. infiltrazione locale con anestetici. Tale tecnica è utilizzata<br />
sopratutto in ambito chiropratico introduce nel corpo una sostanza<br />
estranea, spesso tossica, capace di dare intolleranze, allergie ed<br />
1 dott. Umberto Mosca, medico chirurgo, specialista in Chirurgia d’urgenza, agopuntore, Osteopata DO, presidente Aiki<br />
Shiatsu Kyokai<br />
Ithaki, via Compagnoni 5<br />
20129 MILANO<br />
E-MAIL: U.MOSCA@CITES.IT
effetti tossici collaterali; esistono anche molti dubbi sulla durata<br />
nel tempo dell’effetto terapeutico.<br />
2. la coppettazione. Secondo la MTC, in effetti, una cicatrice<br />
chirurgica interrompe vasi e canali, determinando un ristagno di qi<br />
e xue a monte dell’ostruzione, che costituisce un’indicazione<br />
elettiva all’uso delle coppette.<br />
3. l’agopuntura. Consiste nell’infilare aghi nel sottocutaneo<br />
parallelamente al decorso della cicatrice. Eventualmente possono<br />
essere usati anche punti a distanza sul meridiano passante per<br />
l’area cicatriziale e i punti nodo del meridiano muscolo tendineo<br />
corrispondente. Il risultato è immediato ed in genere stabile nel<br />
tempo.<br />
4. la tecnica osteopatia di “fascial release” (FR). Consiste nel<br />
restituire, strato per la strato, la mobilità fisiologica ai tessuti<br />
interessati, con una tecnica manuale che richiede grande sensibilità<br />
percettiva<br />
5. lo shiatsu. Viene usata la tecnica dei “punti vicini e lontani”,<br />
trattando come kyo l’area interessata dalla cicatrice e come jitsu i<br />
punti importanti energeticamente del meridiano ivi passante, la cui<br />
tonificazione determini un percepibile effetto di dispersione sul<br />
tessuto cicatriziale. Tale effetto si manifesta quasi sempre con<br />
dispersione di calore ed alterazioni locali del microcircolo che<br />
determinano cambiamenti della colorazione cutanea in<br />
corrispondenza della cicatrice.<br />
L’avvenuta neutralizzazione dell’attività disfunzionale della cicatrice<br />
deve essere verificata con la negativizzazione del test di TL.
Elisa Rossi - CONVEGNO <strong>FISTQ</strong> <strong>2006</strong> - <strong>Palermo</strong><br />
Il progetto-pilota <strong>FISTQ</strong> su prevenzione e cura delle patologie respiratorie ricorrenti nei<br />
bambini: dati e considerazioni sul primo anno di lavoro<br />
La Medicina Cinese e i bambini<br />
La Medicina Cinese è un approccio alla malattia e alla salute che trova un’indicazione specifica nei<br />
bambini: ha una elevata efficacia nella risoluzione dei disturbi acuti, permette di limitare il ricorso<br />
ai farmaci convenzionali in caso di patologie croniche, svolge un ottimo ruolo preventivo e di<br />
rinforzo della costituzione nei casi in cui il bambino si ammala facilmente.<br />
Il tuina pediatrico è parte integrante della Medicina Cinese: si basa sugli stessi principi di fisiologia<br />
e di diagnosi, costituisce parte della formazione di medico tradizionale, e viene utilizzato in modo<br />
organico nella odierna pratica ospedaliera in Cina.<br />
Presenta anche alcune differenze importanti rispetto al tuina degli adulti: infatti nei bambini il<br />
sistema energetico ha caratteristiche specifiche, dato che si riflette nella fisiopatologia, così come<br />
nella semeiotica, nella diagnosi e nel trattamento.<br />
Le indicazioni principali del tuina pediatrico sono: coliche del lattante, stipsi, diarrea; inappetenza,<br />
stanchezza, suscettibilità alle malattie invernali; tosse, catarro, asma, rinite; disturbi del sonno,<br />
irrequietezza, iperattività; ritardi dello sviluppo.<br />
Il progetto-pilota <strong>FISTQ</strong><br />
L’efficacia terapeutica della Medicina Cinese in ambito pediatrico è stata fino ad ora scarsamente<br />
investigata nell’ambito di studi clinici e un lavoro di ricerca in tal senso appare di primaria<br />
importanza.<br />
Dal 2005 la Federazione Italiana Scuole Tuina e Qigong (<strong>FISTQ</strong>) sostiene un progetto-pilota al fine<br />
di diffondere il tuina pediatrico, coordinarne lo studio e la ricerca, raccogliere esperienza clinica.<br />
Lo studio ha lo scopo di valutare l’efficacia della medicina cinese nella prevenzione e cura delle<br />
patologie respiratorie ricorrenti nei bambini da 0 a 12 anni.<br />
Il progetto-pilota <strong>FISTQ</strong> prevede un ciclo di 8 trattamenti, totalmente gratuiti, presso l’ambulatorio<br />
medico Xiaoxiao, riservato ai bambini, attivato a Milano nell’<strong>ottobre</strong> 2005.<br />
I primi sette trattamenti hanno luogo ogni dieci giorni e l’ultimo, di consolidamento e follow-up, a<br />
distanza di circa due mesi.<br />
Le scelte terapeutiche non seguono protocolli predeterminati: derivano dalla diagnosi cinese e<br />
tengono in considerazione la complessità e la variabilità dei pazienti.<br />
Tra novembre 2005 e giugno <strong>2006</strong>, durante il periodo scolastico, sono stati tenuti 22 ambulatori.<br />
Sono stati trattati 21 bambini, di età tra 2 mesi e 12 anni, per un totale di 130 trattamenti e una<br />
media di 6 bambini per pomeriggio.<br />
8 bambini hanno completato il ciclo degli 8 trattamenti previsti, 2 bambini sono invece arrivati al 7°<br />
trattamento e devono ancora essere rivisti per la seduta di consolidamento e di follow-up.<br />
Il tuina pediatrico costituisce il trattamento privilegiato, ma si lavora integrando le diverse<br />
metodiche tradizionali, cioè agopuntura, moxa, coppette, auricoloterapia, con scelte che variano a<br />
seconda dalle specifiche situazioni.<br />
E’ stata predisposta l’informatizzazione delle cartelle con un sistema di archiviazione costruito in<br />
modo da poter maneggiare i dati con grande flessibilità, così da essere in grado di rilevare,
aggruppare e estrapolare le informazioni. Il sistema costituisce una base per sviluppare e<br />
condividere con le altre realtà cliniche le acquisizioni che avranno luogo nel tempo.<br />
I genitori vengono a conoscenza del progetto tramite contatti personali e professionali, stampa,<br />
Scuole <strong>FISTQ</strong>. Tutti sottoscrivono il consenso informato e rimangono sempre presenti durante il<br />
trattamento.<br />
Il materiale prodotto durante il primo anno di lavoro è a disposizione delle Scuole <strong>FISTQ</strong> che<br />
attivano ambulatori per bambini: schema di base per le cartelle, sistema di informatizzazione,<br />
metodi di raccolta e elaborazione dei dati, schede per i genitori, foglio per il consenso informato,<br />
valutazione preliminare della risposta al trattamento e considerazioni sulla relazione con i bambini e<br />
i genitori.<br />
L’ambulatorio Xiaoxiao<br />
Il progetto dell’ambulatorio per bambini Xiaoxiao di Milano è diretto da Elisa Rossi, coordinato da<br />
Letizia Frailich, e sostenuto dalla collaborazione costante di Rossella Cignetti, Ruggero<br />
Scaccabarozzi, M.Grazia Terzi, Maurizio Zanghi nel 2005-06.<br />
Il lavoro dell’ambulatorio Xiaoxiao deriva dagli insegnamenti di Yin Ming e di Zhang Sufang<br />
(rispettivamente presso gli ambulatori pediatrici di TCM degli Ospedali Provinciali di Nanjing e di<br />
Jinan), dalle riflessioni di Julian Scott, dalla pratica clinica svolta nell’ambito pediatrico<br />
dell’Associazione MediCina. A tutti loro va la nostra gratitudine, così come ai bambini e ai genitori,<br />
ai colleghi e agli allievi con cui abbiamo lavorato.<br />
La dr.sa Yin Ming, con cui ho lavorato nei mesi di settembre 1999 e 2000, era Direttore del Children Acupuncture and<br />
Tuina Department del Jiangsu Provincial Hospital; la prof.sa Zhang Sufang, con cui, insieme a Letizia Frailich, ho<br />
lavorato nel luglio-agosto <strong>2006</strong>, è autrice del capitolo di pediatria del “ Chinese Massage Therapy”; Julian Scott, autore<br />
di “Acupuncture in the Treatment for Children” 1986 e 1999, ha tenuto seminari presso l’Associazione MediCina nel<br />
2001, 2002 e 2004 e ci ha aiutato ad attivare e consolidare il primo ambulatorio riservato ai bambini, attivo nel 2002-04.<br />
I testi di riferimento sono: Luan Changye, “Infantile Tuina Therapy”, Foreign Languages Press, Beijing 1989 (da cui<br />
sono tratte anche le figure dei metodi-fa); Sun Chengnan, “Chinese Massage Therapy”, Shandong Science and<br />
Technology Press, Jinan 1990; Zhang Enqin, “Chinese Massage”, Publishing House of Shanghai University of TCM,<br />
Shanghai 1990.<br />
Il lavoro con genitori<br />
Alcune semplici sequenze individualizzate di tuina pediatrico vengono anche insegnate agli adulti<br />
di riferimento, che poi le applicano a casa. Si mostrano anche alcune stimolazioni da aggiungere se<br />
al bambino viene la febbre, ha disturbi intestinali o dorme male.<br />
I genitori hanno anche la possibilità di seguire un apposito seminario di tuina pediatrico che<br />
permette loro di approfondire le basi della medicina cinese e di orientarsi meglio<br />
nell’inquadramento e nel trattamento dei vari disturbi.<br />
La collaborazione attiva dei genitori alla cura è infatti molto importante per sostenere il lavoro<br />
terapeutico, soprattutto nei quadri cronici o nel lavoro di prevenzione. Dato che in Italia la modalità<br />
cinese che prevede tre sedute alla settimana è improponibile, il tuina quotidiano fatto dai genitori è<br />
una buona soluzione per rendere più efficace il trattamento in ambulatorio e diminuire il numero di<br />
sedute necessarie.<br />
Avere in mano uno strumento terapeutico fa sentire i genitori meno sprovveduti rispetto ai disturbi<br />
dei figli e li aiuta ad essere meno inermi di fronte alla malattia: il pediatra rimane insostituibile, ma<br />
è anche possibile fare qualcosa in prima persona.
A questo proposito organizziamo anche seminari specifici per gli adulti di riferimento, in cui si<br />
insegnano le basi della medicina cinese, le tecniche di stimolazione per i bambini e le sequenze utili<br />
a trattare i disturbi più frequenti.<br />
Il tuina pediatrico nelle sue applicazioni di base è infatti semplice da apprendere, non ha effetti<br />
collaterali, e richiede poco tempo (circa 10-15 minuti).<br />
La formazione degli Operatori<br />
A seguito di un’esigenza nata con l’introduzione della pediatria nei percorsi curricolari di base delle<br />
Scuole, nei seminari di aggiornamento dei colleghi e nei lavori di tesi, l’ambulatorio Xiaoxiao<br />
funziona anche come luogo di formazione per chi ha già una preparazione generale e desidera<br />
approfondire la clinica pediatrica.<br />
Il corso è di ordine pratico-clinico, per cui è riservato a colleghi e allievi che abbiano una buona<br />
conoscenza della medicina cinese e del tuina pediatrico.<br />
Concerne l’applicazione dei quattro esami per la semeiotica in pediatria, l’individuazione del<br />
quadro costituzionale, l’elaborazione di ipotesi diagnostiche, la scelta dei principi di trattamento e<br />
del processo terapeutico per la prevenzione e la cura, l’applicazione delle differenti tecniche di<br />
medicina cinese (metodi di tuina pediatrico, moxibustione, martelletto fior di pruno, guasha,<br />
auricolotarapia, coppettazione).<br />
I tirocinanti seguono un percorso individualizzato di crescita clinica, con un aumento graduale della<br />
loro responsabilizzazione nei confronti dei pazienti e del gruppo di lavoro. Come spesso è avvenuto<br />
in questo anno di lavoro, la collaborazione può poi proseguire in forma più stabile, con una<br />
partecipazione e un impegno all’interno del team Xiaoxiao.<br />
La prevenzione<br />
Il tuina pediatrico è molto efficace per mantenere i bambini in buona salute e prevenire le malattie.<br />
I bambini corrispondono alla primavera, all’alba, all’inizio dello yang nello yin. Una caratteristica<br />
della loro qualità energetica è quindi la rapidità del movimento, e anche le modificazioni dello stato<br />
di salute sono veloci. I bambini si ammalano facilmente, ma con altrettanta prontezza rispondono<br />
all’intervento terapeutico. Quando stanno male è spesso possibile modificare il sistema energetico<br />
che si era scompensato verso la malattia, e spostarlo in un equilibrio migliore usando azioni<br />
“piccole”, che non interferiscono pesantemente e non invadono con violenza.<br />
Prevenzione significa soprattutto capire quali sono le caratteristiche energetiche di fondo dello<br />
specifico bambino, il suo assetto costituzionale, e quindi quali sono le sue tendenze a sviluppare un<br />
disequilibrio che porta a disturbi e a patologie. Se conosciamo la direzione verso cui tende quando<br />
non ce la fa e si ammala, riusciamo anche individuare quali possono essere i comportamenti di vita<br />
o le abitudini alimentari più dannose per lui, se ha senso modificarli e come farlo.<br />
Senza essere troppo invasivi, con il tuina è possibile sciogliere alcuni nodi, liberare gli accumuli, o<br />
tonificare e rinforzare, così da rendere disponibili risorse importanti per una crescita più ricca.<br />
Questo consolidamento è importante anche rispetto al futuro: un buon qi, un qi che scorre bene,<br />
tende a indirizzarsi da solo verso un buon equilibrio energetico.<br />
Ci sono molte situazioni in cui la medicina convenzionale ha poche risorse, condizioni che la<br />
medicina cinese riconosce come prodotte da una disarmonia, su cui si può intervenire per riportare<br />
il sistema dei canali e degli zangfu a una funzionalità migliore.
Pensiamo ai bambini che durante l’inverno devono ricorrere più volte alla terapia antibiotica per<br />
tonsilliti, otiti, raffreddori, tosse e catarro. Pensiamo ai bambini stanchi, svogliati, frignoni o che<br />
mangiano malvolentieri. Ai bambini più piccoli che fanno fatica a prendere sonno, si svegliano in<br />
continuazione o non vogliono dormire nel lettino. A quelli più grandi che non riescono a rimanere<br />
tranquilli e concentrati, sono irrequieti o collerici.<br />
Altri disturbi frequenti in cui il tuina è di grande aiuto sono le coliche dei lattanti, le difficoltà<br />
nell’evacuazione, i mal di pancia con diarrea.<br />
Probabilmente il tuina aiuta i bambini anche in altri sensi: se si può stare meglio senza prendere<br />
medicine, senza cioè introdurre sostanze dall’esterno, allora vuol dire che dentro abbiamo delle<br />
risorse per guarire.<br />
Il trattamento si basa sul rinforzare e regolare il qi e sul riconoscimento dei quadri di fondo verso<br />
cui il bambino è predisposto (vedi capitolo “Quadri Clinici”).<br />
In genere si applica una sequenza di base che ha lo scopo di tonificare il qi della Milza e regolare il<br />
jiao medio, poi il trattamento si differenzia a seconda del quadro che il bambino tende a sviluppare.<br />
Se ad esempio segni, sintomi e storia clinica individuano una predisposizione verso un eccesso di<br />
calore o un accumulo di cibo oppure verso un deficit dei diversi zangfu, si applicano<br />
rispettivamente sequenze che eliminano il calore, liberano gli accumuli o tonificano il qi di Milza,<br />
Polmone o Rene.<br />
Un lavoro prolungato e costante nel tempo ha la possibilità di nutrire il jing nei casi di patologie<br />
gravi e ritardi dello sviluppo, con un miglioramento delle condizioni generali.<br />
L’Operatore Tuina utilizza solo le metodiche consentite, con esclusione di qualsiasi metodologia e<br />
atto di pertinenza medica<br />
In caso di alterazioni dello stato di salute, l'Operatore Tuina fa sempre riferimento al medico per<br />
diagnosi, valutazione clinica e indicazione di trattamento e per una eventuale esclusione del<br />
trattamento tuina.
Deborah Giambi – Chiara Peri<br />
LO SHIATSU NEL POST-PARTO<br />
IL POST PARTUM<br />
Il lavoro che abbiamo svolto, ha preso in esame un periodo particolare della vita della donna, IL POST-<br />
PARTUM . Anche se per motivi personali differenti, che vi illustreremo successivamente , il desiderio<br />
di svolgere un lavoro comune è sorto sia per l’interesse nei confronti dell’argomento, sia perché il<br />
percorso per diventare operatrici Shiatsu, ci ha legato anche nella vita privata, abbiamo iniziato insieme<br />
ci siamo sostenute a vicenda e abbiamo deciso di concluderlo nello stesso modo in cui lo abbiamo<br />
cominciato . Per svolgere la nostra ricerca ci siamo avvalse della collaborazione del personale Ostetrico<br />
del consultorio di zona ASL 3 Pistoia, dopo aver presentato il nostro progetto di studio, le ostetriche si<br />
sono dimostrate interessate e disponibili a darci una mano, ritenendo il progetto in stretta sintonia alla<br />
loro corrente di pensiero. Il rapporto di collaborazione ha così preso il via, abbiamo chiesto alle<br />
ostetriche se potevano fornirci i nominativi di 10 mamme, loro hanno svolto un indagine, testando i<br />
problemi delle mamme e la loro disponibilità nel lavorare con noi. Questa prima selezione ci ha<br />
permesso di sapere in anticipo le problematiche delle mamme che avevano aderito al programma,<br />
abbiamo avuto modo di verificare che quasi tutte soffrivano di dolori articolari e di squilibri<br />
dell’umore, si differenziavano invece in mamme che avevano problemi di latte materno che non<br />
fluisce, piuttosto che mamme con problemi di incontinenza, non si sono presentate mamme che<br />
avessero queste ultime due disarmonie contemporaneamente. Questa suddivisione naturale ci ha dato<br />
la possibilità di dividerci il lavoro in base alla disarmonia che presentavano, in relazione alle nostre<br />
precedenti esperienze lavorative, io Deborah Giambi che lavoro come operatrice Shiatsu, faccio la<br />
mamma e tutto quello che ne consegue; la mia collega di ricerca, Chiara Peri, è infermiera<br />
professionale da circa 10 anni, ed attualmente, presta servizio nell’ambulatorio di urologia.
CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA OCCIDENTALE IN RELAZIONE A CENNI<br />
DI ANATOMIA E FISIOLOGIA IN MEDICINA TRADIZIONALE CINESE<br />
MED. OCCID.<br />
La fatica, lo sforzo e lo stress dovuti al parto, possono provocare disturbi che, nella maggior<br />
parte dei casi, sono destinati a risolversi in breve tempo. Altre volte invece, se i disturbi non vengono<br />
tempestivamente riconosciuti e trattati nella maniera adeguata, assistiamo all’instaurarsi di vere e<br />
proprie patologie. La nostra attenzione è stata rivolta alle modificazioni psicofisiche conseguenti il parto<br />
quali: ipogalattia, stati dolorosi, alterazioni dell’umore, problematiche perineale ecc.<br />
MTC<br />
In MTC il post-partum appare caratterizzato da due possibili condizioni principali: un vuoto del<br />
Sangue e/o dello Yin oppure una stasi del Sangue. La forza necessaria per partorire mette a dura prova il<br />
Qi della donna, la perdita di Sangue nuoce al Sangue e allo Yin, l'improvvisa espulsione della placenta<br />
danneggia la Yuan Qi. Il Chong mai e il Ren Mai sono esauriti, i meridiani e i vasi sanguigni sono in<br />
vuoto e predisposti alle invasioni di fattori patogeni esterni. Il vuoto del Qi, del Sangue e dello Yin è la<br />
condizione patologica dominante nella donna dopo il parto; comunque, ciò non significa che non si<br />
manifestino condizioni di pieno dopo tale evento. La stasi di Sangue è l’altra condizione comune dopo il<br />
parto ed è dovuta alla ritenzione di Sangue nell’Utero o alla ritenzione di lochi.<br />
Oltre al vuoto e alla stasi di Sangue, dopo il parto la donna è predisposta alle invasioni di fattori<br />
patogeni esterni, poiché i meridiani e i vasi sanguigni sono vuoti a causa della perdita di Sangue;<br />
occorre quindi evitare di esporsi al Freddo, al Vento e all’eccessivo Calore (la sudorazione indebolisce<br />
molto).<br />
Fondamentale è stabilire un buon equilibrio tra attività fisica e riposo; restare coricate giova al<br />
Sangue del Fegato, tuttavia è necessaria anche una blanda attività fisica per prevenire la stasi del Qi e<br />
del Sangue.
Il metodo di lavoro che abbiamo adottato è stato:<br />
Incontri individuali,<br />
il primo incontro per la raccolta dati,<br />
N: 10 sedute di trattamenti a cadenza settimanale.<br />
METODO DI LAVORO<br />
Ripristino della respirazione diaframmatici, tenuto presente che nel periodo della gravidanza la donna<br />
respira, per motivi fisiologici, con la respirazione toracica, con tutti gli squilibri che ne consegue<br />
Il lavoro presentato in questa tesi ha preso in esame un campione di 11 mamme eterogeneo per<br />
età e data del parto. I disturbi sono stati rilevati dai primi giorni dopo il parto fino al 12° mese, trattati<br />
con cadenza settimanale per circa dieci sedute. Abbiamo suddiviso le donne in due gruppi: il primo,<br />
presentando principalmente problemi riguardanti l’allattamento e all’umore, è stato trattato da Deborah;<br />
il secondo, con problematiche relative al pavimento pelvico, è stato trattato da Chiara. Al di là di questa<br />
dicotomia, il nostro comune interesse è stato quello di cercare di ripristinare nella donna uno stato di<br />
benessere globale.<br />
Le sedute di Shiatsu sono state affiancate da mobilizzazione attiva e passiva del diaframma e,<br />
ove necessario, da mobilizzazione del piano pelvico.<br />
Ove necessario è stata praticata la moxa.<br />
Al termine delle sedute, alle mamme che presentavano problemi di incontinenza e/o prolasso,<br />
sono stati insegnati gli esercizi per rinforzare i muscoli perineali, al fine di migliorare ulteriormente i<br />
risultati ottenuti con lo Shiatsu.
PROBLEMATICHE DEL POST PARTUM<br />
DOLORE ARTICOLARE . Spesso nel post-partum, con la perdita dell’elasticità<br />
osteoarticolare acquisita durante la gravidanza, si possono verificare lombalgie anche significative<br />
soprattutto se ci sono state alterazioni e adattamenti forzati del rachide. Tali lombalgie possono<br />
aggravarsi anche dal dover portare in braccio il bambino, azione che spesso altera la normale cinetica<br />
articolare lombare, dorsale e cervicale.<br />
MTC La patogenesi del dolore alle articolazioni dopo il parto può essere classificata a seconda<br />
che sia di origine interna o esterna. Quando il dolore alle articolazioni è dovuto all'invasione di Vento, è<br />
di natura esterna e la sua patologia è essenzialmente la stessa della Sindrome Ostruttiva Dolorosa.<br />
Diversamente, nei casi di vuoto del Sangue, vuoto del Fegato e dei Reni, il dolore alle articolazioni è<br />
causato da un malnutrimento di meridiani, tendini e ossa; nei casi di stasi del Sangue e del Qi nei<br />
meridiani è dovuto a problemi mentali-emotivi.<br />
DEPRESSIONE Nel post-partum, in base all’intensità e gravità dei disturbi dell’umore<br />
possiamo distinguere tre grandi gruppi:<br />
BABY BLUES Post-partum Blues: è una sindrome clinica di intensità moderata, transitoria, di<br />
breve durata, nel complesso benigna.<br />
Medio La maggior parte delle donne che ne è colpita ne soffre per 6 mesi o più.<br />
Grave Disturbi gravi, che costituiscono la vera e propria psicosi puerperale<br />
MTC La perdita di Sangue durante il parto provoca una condizione di vuoto del Sangue del<br />
Cuore; lo Shen non trova dimora e diventa ansioso e depresso. Anche una stasi del Qi e del Sangue può<br />
disturbare lo Shen e può dar luogo a comportamenti ossessivi, all’insorgere di fobie, fino a sfociare in<br />
comportamenti psicotici/schizofrenici, come eccessiva aggressività, pensieri infanticidi o suicidi.
(operatrice Deborah)<br />
Fisiologia della ghiandola mammaria nel post partum<br />
Nel corso della gravidanza si realizza il completo sviluppo delle ghiandole mammarie e la loro<br />
preparazione alla lattazione.<br />
Per effetto degli ormoni prodotti in questo periodo, la mammella aumenta di volume, mentre<br />
diminuisce la produzione di colostro, liquido che la ghiandola mammaria secerne subito dopo il parto e<br />
che perdura per 5-6 giorni dall’inizio del puerperio.<br />
Al colostro si sostituisce il latte, in quanto si è verificata la lattogenesi o montata lattea<br />
MTC<br />
Nel periodo del post-partum si verificherà un’assenza di mestruazioni; questa circostanza farà si<br />
che il Ren Mai e il Chong Mai facilitino un movimento verso l’alto che stimolerà la produzione del latte<br />
mediante il Qi e il Sangue. Il Sangue, che è prodotto dalla Milza, è trasformato in Sangue mestruale e<br />
nel post-partum, in latte. Subito dopo il parto la parte pura dei cibi va ai Polmoni e quindi scorre verso il<br />
petto per diventare latte, di colore bianco, dato che bianco è il colore dei Polmoni. Lo Stomaco, inoltre,<br />
influenza l'allattamento al seno in due modi: in primo luogo, il meridiano dello Stomaco scorre<br />
attraverso il petto; in secondo luogo, benché il latte materno sia una trasformazione del Sangue<br />
mestruale che scorre nel Chong Mai, esso è rifornito anche dal Qi acquisito estratto dal cibo che, a sua<br />
volta, dipende dallo Stomaco. I meridiani dell'Intestino Tenue e del Cuore influenzano la produzione di<br />
latte.<br />
Ipogalattia<br />
E’ la diminuita o insufficiente secrezione lattea che si verifica durante il puerperio e può avere<br />
molteplici cause, quali la cattiva conduzione dell'allattamento, la tensione emotiva, nonchè problemi<br />
riguardanti il lattante, come, per esempio, se è prematuro o non riesce ad avere una suzione efficiente.<br />
Esiste inoltre uno sfondo “costituzionale”, nel senso che molte donne che non allattano appartengono a<br />
famiglie dove l'allattamento al seno non è stato mai praticato.<br />
MTC La condizione di latte materno che non fluisce può essere causata sia da una perdita<br />
eccessiva di Sangue durante il parto (il Sangue è la sorgente del latte materno), sia da una stasi che<br />
ostruisce i meridiani del seno, causata spesso dalla stasi del Qi del Fegato. Il Fegato, infatti, influisce sul<br />
seno e controlla i capezzoli. Inoltre una condizione di stasi di questo organo, dovuta a preoccupazione,
tristezza, rabbia, frustrazione ecc, impedisce il fluire del Qi dello Stomaco nel seno e blocca il flusso del<br />
latte.<br />
Differenziazione tra vuoto e pieno<br />
La condizione di vuoto è data dal vuoto del Qi del Sangue che provoca lattazione assente o<br />
insufficiente, seno non turgido, latte di scarsa consistenza, lingua pallida, polso rugoso.<br />
La condizione di pieno è data dalla stasi di Qi del Fegato che provoca lattazione scarsa o<br />
assente, seno dolorante, in tensione e duro, irritabilità, tensione dell’epigastrio e distensione<br />
dell’ipocondrio, lingua rossa ai lati, polso a fil di ferro.<br />
Ho iniziato a trattare le mamme con problemi di lattazione senza la presenza del neonato, con<br />
l’intento di creare un momento dedicato solo a loro. Questo mio proposito è fallito perché lo stato<br />
d’ansia, dovuto alla sensazione di inadeguatezza che le mamme provavano per l’incapacità di nutrire a<br />
sufficienza il bambino, aumentava durante il massaggio e comprometteva il risultato del trattamento.Ho<br />
intuito che la presenza del neonato contribuiva alla tranquillità della mamma; ho permesso quindi alle<br />
donne di venire allo studio con i bambini. Si è presentata, tuttavia, la seconda difficoltà: l’ansia della<br />
mamma è ricomparsa immediatamente quando il suo bimbo ha iniziato a piangere. Malgrado ciò, lo<br />
stimolo uditivo del pianto del neonato ha indotto, in quello stesso momento, la secrezione di latte dai<br />
capezzoli.<br />
Perché questa scelta? Il motivo è che mi sono ricordata che quando avevo i bimbi piccoli non<br />
amavo staccarmi da loro e che quando loro erano tranquilli per me era il massimo. Questa intuizione<br />
dettata più dal cuore che dalla scienza, ha dato dei risultati ottimi, visto che tutte le mamme sono<br />
riuscite ad allattare i propri bimbi a richiesta ed in modo soddisfacente già dopo il secondo trattamento,<br />
con la crescita del neonato nei percentili. Sia che l’ipogalattia fosse data da Vuotoo Stasi di Qi che da<br />
Vuoto di Sangue. Questa posizione oltre che essere comoda per la mamma, mi ha permesso di<br />
effettuare il riequilibrio dei punti SHU con le ADA migliorando lo stato psico-fisico della mamma nel<br />
suo insieme<br />
Dopo questa esperienza ho deciso di trattare le mamme in decubito laterale, mentre allattavano<br />
il bambino. Di grande efficacia, sempre in questi casi, è stato il trattamento del distretto toracico per<br />
rimuovere le ostruzioni dai meridiani del seno (GB, ST, SP, PC) e del punto SI1, il più importante per<br />
la montata lattea. Ho inoltre effettuato pressioni sui canali di Cuore e Intestino Tenue in quanto sono<br />
collegati alla produzione di latte, e sui punti di ST36, BL17, BL18, BL20, importanti per la produzione
di Sangue. Questi stessi punti sono stati trattati nelle sindromi da vuoto di Sangue insieme al<br />
riequilibrio dei meridiani di Stomaco, Milza, Fegato e Maestro del Cuore.<br />
Nei casi di stasi di Qi del Fegato, ho trattato il canale energetico del LV e, in particolar modo<br />
LV2 e LV3, punti specifici per rimuovere la stasi.<br />
Durante le sedute, a prescindere dal tipo di disarmonia, ho dedicato particolare attenzione ai<br />
punti shu, disperdendo i pieni e tonificando i vuoti lungo il meridiano di BL.<br />
Nei casi di ipogalattia e dolori articolari ho usato la moxa, che ha contribuito a migliorare<br />
ulteriormente i risultati ottenuti con lo Shiatsu.<br />
Risultato no<br />
Il 5° caso non ha avuto un risultato soddisfacente perchè la mamma ha effettuato solo 4<br />
trattamenti, il dolore alla schiena è migliorato molto, si è presentato solo sporadicamente e di entità<br />
inferiore.<br />
La mamma ha iniziato un corso di nuoto e non ha trovato il tempo per proseguire i trattamenti.<br />
Il 6° caso o aso extra è stato quello di maggior successo professionale e personale, la mamma<br />
che si è rivolta a me, aveva avuto il terzo parto, era nata una splendida bambina, nelle due precedenti<br />
maternità non aveva potuto allattare al seno per l’insorgere dell’ipogalattia. La mamma si è arresa quasi<br />
subito sostituendo il suo latte con il latte vaccino. Questa volta, anche grazie al supporto dell’infermiera<br />
di pediatria Beatrice, la mamma non si è arresa e si è rivolta a me. Già dopo il primo intervento il latte<br />
ha iniziato ad aumentare di quantità e consistenza, dal secondo trattamento in poi, la bimbaha lasciato<br />
gradualmente la giunta di latte vaccino, mangiava da sentirsi sazia, dormendo poi per circa tre ore. Il<br />
massimo è stato quando, dopo l’ultimo trattamento la mamma ha finito di allattare la neonata al seno, la<br />
piccola si è addormentata e la mamma continuava a perdere latte; la piccola in quella settimana era<br />
aumenta di 330 gr.
(operatrice Chiara)<br />
PROBLEMATICHE UROGINECOLOGICHE<br />
La gravidanza e il parto rappresentano due momenti chiave per lo sviluppo di alterazioni della<br />
statica pelvica e per l'instaurarsi di turbe vescico-sfinteriche.<br />
Il pavimento pelvico, dopo questo evento, può presentare difficoltà a svolgere le normali<br />
funzioni di sostegno, sospensione e continenza.<br />
Nel post-partum (parto vaginale) è frequente una IUS (incontinenza urinaria da sforzo) transitoria (24%-<br />
30%) e, in minor percentuale, una incontinenza urinaria definitiva (3%-10%).<br />
Anche il prolasso genitale è causato in buona parte dal trauma del parto dal momento che,<br />
durante il travaglio, tutte le strutture del piano perineale, sono esposte a enormi forze di pressione e di<br />
trazione.<br />
MTC La patogenesi della difficoltà di minzione dopo il parto, secondo la teoria tradizionale, è<br />
sempre da vuoto che interessa soprattutto la Milza o i Reni. Il vuoto del Qi della Milza può causare<br />
l'affondamento del Qi della Vescica, perciò minzione frequente o incontinenza; oppure può causare<br />
mancata trasformazione e trasporto dei liquidi, e quindi l'urina viene trattenuta. II vuoto del Qi del Rene<br />
fa sì che non venga fornito sufficiente Qi alla Vescica, che non è più capace di trattenere l'urina: ne<br />
conseguono minzione frequente e incontinenza. Il Qi del Rene può al contrario essere così in vuoto da<br />
non avere abbastanza forza per espellere l'urina, per cui si ha ritenzione.<br />
I problemi urinari dopo il parto possono tuttavia manifestarsi anche con sintomi di stasi del Qi,<br />
stasi che può essere causata sia da una malattia della Vescica sia da problemi emotivi.<br />
Le sindromi perineali da insufficienza del pavimento pelvico (cistocele, rettocele, prolasso<br />
uterino ecc) sono il segnale di uno squilibrio fra Acqua e Fuoco.<br />
Il prolasso uterino è causato da un indebolimento del Qi della Milza e del Rene.<br />
Un parto difficoltoso, prolungato associato ad uno sforzo muscolare eccessivo, lede la Milza<br />
-organo che governa i muscoli- e causa il prolasso dell’Utero.<br />
Nella patogenesi del prolasso, oltre alla Milza e ai reni, sono coinvolti tre meridiani straordinari:<br />
il Du Mai, il Ren Mai e il Dai Mai.<br />
I primi due decorrono lungo la linea mediana del corpo e, essendo l’Utero posizionato al centro,<br />
un loro indebolimento può causare un prolasso.
Anche il Dai Mai è coinvolto nel prolasso dal momento che costituisce la cintura che lega gli<br />
organi addominali inferiori: quando si allenta la cintura, gli organi cedono.<br />
Fisiologia del PP<br />
Il Pavimento Pelvico (PP) costituisce la chiusura inferiore del bacino; è costituito da muscoli,<br />
legamenti e fasce connettivali, disposi in più piani sui quali, oltre a poggiare i visceri pelvici, sono<br />
presenti gli sfinteri ed il meato vaginale.<br />
Al momento del parto, il coccige, che si articola con l'osso sacro, può essere spostato all'indietro dalla<br />
spinta del feto, creando un passaggio adeguato per l’espulsione. Contemporaneamente si ha una<br />
considerevole dilatazione dei fasci muscolari.<br />
MTC<br />
Il Qi della Milza ha un movimento ascendente e mantiene l'Utero al suo posto. Quindi l'affondamento<br />
del Qi della Milza può causare il prolasso dell'Utero e/o della Vescica.<br />
I Polmoni governano il Qi e possono influire su alcune condizioni patologiche, come il prolasso<br />
dell'Utero dovuto a un vuoto del Qi, di solito associato a un vuoto del Qi della Milza.<br />
Tutti i problemi a carico della cervice uterina, della vagina e della vulva sono legati al Ren Mai,<br />
quando una donna ha dei problemi a livello dei genitali, il Ren Mai è la scelta più ovvia, ma può<br />
anche essere usato il Du Mai e, in caso di marcato vuoto dello Yang del Rene, esso deve essere<br />
preferito al Ren Mai.<br />
Il Dai Mai guida e supporta il Qi dell’Utero e il Jing. Un vuoto di questo meridiano lo rende<br />
“allentato” e quindi il Qi, non potendo salire, provoca un abbassamento degli organi con conseguente<br />
prolasso dell’Utero. Il prolasso è causato da un vuoto prolungato del Qi e dalla discesa del Qi.<br />
. Essendo, il Jing del Rene la base del Qi del Cielo Anteriore, esso influenza notevolmente la<br />
fisiologia della donna .<br />
I Reni, inoltre, influenzano il sistema riproduttivo della donna attraverso i meridiani Straordinari<br />
Du Mai, Ren Mai e Chong Mai.<br />
In base a questi squilibri energetici sono per prima cosa intervenuta sulla mobilizzazione attiva<br />
e passiva del diaframma; tutte le mamme, infatti, presentavano una respirazione prevalentemente<br />
toracica proprio perchè nella seconda parte della gravidanza, la regione diaframmatica viene compressa<br />
dall’utero, che ne ostacola i movimenti respiratori.
Ho trattato i canali energetici in riequilibrio, tonificando i meridiani di Stomaco, Milza e Rene; i<br />
punti su cui ho insistito di più sono stati ST36, che tonifica Qi e Sangue, e SP6, che rafforza la Milza e<br />
nutre il Sangue. Durante ogni seduta ho lavorato a lungo sui punti shu collocati lungo il meridiano di<br />
Vescica, soffermandomi prevalentemente su BL17 (shu del diaframma), BL20 ( shu della SP), BL21<br />
(shu dello ST), BL23 (shu del KI) e BL28 (shu di BL).<br />
Ho, poi, effettuato delle pressioni sul canale di Vaso Concezione, tonificando i punti compresi<br />
tra CV3 e CV8, e sul canale di Vaso Governatore, con particolare attenzione a GV20.<br />
La condizione di stasi del Qi e del Sangue è emersa nelle mamme con alterazioni dell’umore e<br />
con dolori alle articolazioni. In questo caso è risultato efficace il trattamento dei meridiani di Fegato e<br />
Vescica Biliare, con particolare attenzione ai punti LV3, LV2 e GB34 che mobilizzano e regolarizzano<br />
la circolazione del Qi. Ho dedicato poi buona parte del mio lavoro al riequilibrio dei punti shu,<br />
soprattutto a BL18 (shu del LV) e BL19 (shu di GB) e, nei casi di dolori alla schiena, al trattamento del<br />
bacino. Ho, quindi, rafforzato il Sangue effettuando pressioni sui canali di Stomaco e Milza e su punti<br />
specifici quali BL17, BL20, BL21, ST36, SP6.<br />
Risultato no<br />
Nel caso di A.C. (10 ° caso) i risultati sono stati poco soddisfacenti, forse a causa del numero<br />
limitato di sedute e della scarsa collaborazione da parte della donna; d’altra parte, la sua “situazione<br />
esistenziale” e lavorativa particolarmente stressante ha portato ad un importante squilibrio del Fegato,<br />
difficile da trattare in così breve tempo.
CONCLUSIONI<br />
Questa ricerca così come il percorso che ho perseguito nella scuola Thian di Shiatsu con Pino Turi,<br />
sono stati, la conseguenza al fatto che sono diventata mamma per due volte in 18 mesi ed aver avuto la<br />
fortuna di frequentare il corso di preparazione al parto prima, ed il corso del post-parto dopo che si è<br />
tenuto in via sperimentale nel consultorio di Pistoia in quel periodo. Questo sostegno che le ostetriche<br />
davano alle mamme mi ha avvicinato ad un approccio naturale di quel periodo della vita che per<br />
educazione e società avevo affrontato solo sotto un profilo prettamente medicalizzato e consumistico<br />
infatti, ero favorevole agli omogeinizzati ai saponi e oli sintetici e tutte quelle cose che il mercato<br />
tradizionale propone, e, dopo aver frequentato gli incontri al consultorio, non ne ho fatto, in realtà,<br />
mai uso prediligento l’allattemento al seno per tutto il primo anno di vita dei miei figli, ed usando<br />
saponi, detersivi oli e prodotti per l’igiene ed il benessere quotidiano, il più naturali possibile. In quel<br />
particolare periodo ho affrontato momenti bellissimi che si alternavano a momenti di grosse difficoltà<br />
sia emotiva che fisica, facendomi sentire totalmente inadeguata. Avere il supporto dell’ostetrica, nella<br />
persona , LISETTA, mi è stato di grande aiuto e mi ha permesso di vedere che anche le altre mamme<br />
avevano grosso modo le mie stesse difficoltà, e non era rilevante ne lo stato sociale ne quello culturale.<br />
E’ stata proprio Lisetta che ha scoperto questa mia dote insegnandomi il massaggio indiano SHANTAL<br />
per neonati, e mi ha consigliato e aiutato a scegliere questo corso di massaggio Shiatsu.<br />
Grazie alla ricerca svolta nei testi di Medicina Tradizionale Cinese, insieme all’acquisizione delle basi<br />
del pensiero orientale, sono riuscita a capire che gli sbalzi di umore, dal riso al pianto, alla gioia, alla<br />
rabbia, in termini occidentali “depressione post- partum”, che si verifica in questo particolare periodo<br />
della donna non è una disarmonia rara o della quale vergognarsi ma una conseguenza agli sforzi del<br />
parto ed alla forte quantità di sangue perso nel suddetto periodo,.così come i dolori articolari diffusi,<br />
sono tutti stress psico fisici che hanno alla base un Vuoto dello Yin o del Sangue , una Stasi del<br />
Sangue, Vuoto o Stasi del QI disarmonie che indeboliscono gli SHEN.<br />
Queste disarmonie sono le solite che sono alla base dell’Ipogalattia.<br />
Il programma di lavoro con le mamme, ha avuto come base la mobilizzazione del diaframma, il<br />
riequilibrio dei punti SHU soffermandomi in particolare sui punti che si riferivano all’organo, colpito<br />
dalla disarmonia, con lavoro specifico sul meridiano corrispondente. Mi sono avvalsa dell’uso della<br />
MOXA in particolare nei punti del Focolare Inferiore, che ha dato un buon supporto al lavoro svolto<br />
andando a rinforzare la zona dei RENI, particolarmente scarichi dallo sforzo eccessivo.<br />
Le mamme che non hanno sufficiente latte, si sento inadeguate al loro ruolo di tutrice nutritrice,<br />
vivendo in uno stato di stress superiore alle mamme che allattano senza difficoltà, quando sono arrivata
a trattarle ho pensato di farlo in assenza del neonato, dedicandogli del tempo solo per loro, e credevo di<br />
fargli un gran regalo, perché alle mamme gli manca sempre il tempo per se. In realtà solo il pensiero<br />
che il bambino piangesse, avesse fame e loro non erano presenti, era di grande blocco, e non riuscivano<br />
a rilassarsi, così ho deciso di fare i trattamenti con i bimbi presenti e talvolta andando io a casa delle<br />
mamme, questa variazione ha sortito esiti insperati, per lo stato emotivo della mamma, l’esperimento<br />
successivo è stato effettuare il trattamento in decubito laterale, mentre la mamma allattava il piccolo.<br />
.<br />
I risultati ottenuti, hanno fatto si che il reparto di Pediatria di Pistoia, continua a mandarmi<br />
mamme in difficoltà con l’allattamento.<br />
Entrambe noi operatrici abbiamo riscontrato che il vuoto del Qi, del Sangue e la stasi di Sangue<br />
sono le condizioni patologiche dominanti nella donna dopo il parto. I trattamenti applicati nei confronti<br />
dei due gruppi di mamme, sono stati per lo più uniformi: nei casi di vuoto di Sangue, oltre a trattare i<br />
punti specifici che lo producono, abbiamo riequilibrato il meridiano dello Stomaco, proprio per la sua<br />
proprietà di trattare elettivamente il Sangue e tutte le sue turbe, e il meridiano della Milza, organo che<br />
lo produce e lo mantiene all’interno dei vasi; nei casi di stasi di Sangue e di Qi abbiamo trattato i<br />
meridiani di Fegato, Vescica Biliare e Ministro Del Cuore e abbiamo comunque rafforzato il Sangue<br />
con il trattamento sopra descritto.<br />
I risultati sono stati più che soddisfacenti: le mamme hanno conseguito un buon ripristino fisico<br />
ed un miglioramento dello stato emozionale.<br />
Le mamme sono state tutte ricontattate, a distanza di alcuni mesi dal termine dei trattamenti.<br />
I miglioramenti relativi alle problematiche strettamente legate al parto, come la carenza di latte e<br />
l’incontinenza e/o il prolasso, sono rimasti costanti nel tempo; i dolori articolari, nei casi in cui erano<br />
esclusivamente dovuti al peso del bimbo negli ultimi mesi di gestazione, hanno trovato completa<br />
risoluzione mentre nei casi in cui erano legati anche ad altri fattori, si sono ripresentati periodicamente,<br />
seppur con minore intensità.
Deanna<br />
ECHI DI SHIATSU<br />
Deanna sostiene che ogni volta che le capita di dover<br />
preparare un intervento come questo, cerca sempre di farlo<br />
con un’attenzione particolare soprattutto perché ritiene sia<br />
necessario integrare una “medicina senza anima”,<br />
tecnologica e poco attenta alle emozioni ed al significato<br />
della malattia, con una “psicologia senza corpo” che fa una<br />
gran fatica a cogliere le basi biologiche di quel legame<br />
affascinante tra psiche, cervello, corpo e salute.<br />
Oggi, in particolare, alla luce di tutto questo movimento che<br />
ci ha circondato e che non ci dà ancora modo di capire<br />
definitivamente quale futuro ci riserveranno le leggi che<br />
sono state emanate, la difficoltà di dare una impronta al suo<br />
intervento è risultata maggiore. Qualche mese fa le è<br />
capitato, navigando in Internet, di aprire un portale legato<br />
allo Shiatsu nel quale si diceva: “Lo Shiatsu non è una<br />
terapia alternativa, non è una MNC, non è un massaggio<br />
terapeutico, sportivo o estetico. I benefici dello Shiatsu sul<br />
piano sintomatico e della prevenzione sono frutto non di<br />
un’attività mirata alla cura di patologie ma di un naturale<br />
processo di “autoguarigione” connesso al generale<br />
miglioramento della vitalità”.<br />
SHIATSU OSPEDALIERO<br />
Alla luce di quanto detto Deanna ha cominciato a chiedersi<br />
in che termini potesse considerarsi dal momento che lei dal<br />
’98 riceve il paziente portatore di patologia, gli fa una<br />
diagnosi energetica dopodiché lo sottopone a terapia con<br />
1
l’intento di farlo stare meglio. La stessa Deanna Picchi che<br />
dall’anno 2001 lavora, grazie alla lungimiranza ed alle<br />
posizioni di avanguardia nel campo delle MNC della<br />
Regione Toscana, in un ospedale pubblico, ed in quella<br />
sede tratta soltanto patologie: le più disparate, semplici,<br />
difficili, impossibili, ma sempre e solo patologie. Nel 2001<br />
la dirigente dell’allora C.O.R.D. Centro Oncologico di<br />
Riferimento Dipartimentale, che attualmente ha lasciato il<br />
posto all’I.T.T. Istituto Toscano Tumori prese contatto con<br />
Deanna offrendole di trattare per un periodo sperimentale di<br />
sei mesi, pazienti portatori di neoplasie: se i risultati fossero<br />
stati interessanti avrebbero parlato di programmi futuri.<br />
In quei primi sei mesi non ha visto tantissimi pazienti,<br />
prevalentemente ha trattato casi di k alla mammella, ed<br />
alcuni, date le condizioni generali molto gravi anche a<br />
domicilio. Data la sua inesperienza, in quanto sino ad allora<br />
non aveva mai trattato un paziente aggredito da una<br />
patologia oncologica, è rimasta nell’ambito specifico del<br />
trattamento del dolore ed ha inizialmente deciso di trattarlo<br />
come una qualsiasi altra forma di stress, indirizzandosi su<br />
tutto ciò che ne consegue: la fisiologia dello stress, il<br />
percorso di logoramento che il corpo subisce, sistemi<br />
nervosi viscerali, insomma tutto ciò che in un ampio spettro<br />
di applicazione poteva essere usato come strumento<br />
efficace per la diminuzione del livello di irritazione<br />
nocicettiva (dolorifica) e quindi per la diminuzione della<br />
trasmissione degli impulsi dolorifici.<br />
Comunque il periodo in cui è stata tenuta sotto osservazione<br />
è bastato per fare in modo che la AUSL 12 VERSILIA<br />
dopo aver attentamente valutato i suoi titoli di studio ed il<br />
suo lavoro, le abbia chiesto di entrare in un progetto<br />
regionale destinato a favorire le MNC e di entrare in<br />
Ospedale anche in regime di Libera Professione.<br />
2
Così dal settembre dell’anno 2001, l’A.U.S.L. 12 Versilia,<br />
ha attivato un ambulatorio di MNC, sovvenzionato da un<br />
finanziamento regionale, approvato nel P. S. R. 1999/2001<br />
e destinato alle MNC, da utilizzarsi anche nelle malattie<br />
neoplastiche. (FOTO)<br />
Da allora Deanna è ancora in Ospedale e continua a trattare<br />
pazienti oncologici, sia in reparto che in ambulatorio.<br />
Pazienti che vengono dall’ortopedia, dalla ginecologia,<br />
dalla neurologia; insomma tramite il CUP il centro di<br />
prenotazione dell’ospedale le arrivano i più disparati tipi di<br />
patologie. Adesso ha un ambulatorio nel settore della<br />
Terapia del Dolore dove riceve tre giorni a settimana e poi<br />
si reca in reparto tutte le volte che c’è necessità. Ha rapporti<br />
con gli oncologi, con gli psicologi, con i radiologi, con i<br />
medici curanti, perché spesso desiderano parlarle o per<br />
anticiparle il caso che le hanno inviato o per sapere che tipo<br />
di miglioramento può ottenere o ancora perché vogliono<br />
informarsi sugli eventuali progressi.<br />
QUALCHE DATO<br />
Nonostante le continue richieste, non è riuscita mai a fare in<br />
modo che il suo lavoro venisse in qualche modo<br />
monitorato, magari identificando un protocollo terapeutico,<br />
utilizzando i più comuni indici di valutazione, anche ai fini<br />
di un’analisi statistica dei risultati.<br />
È interessante valutare che dal settembre dell’anno 2001,<br />
presso il suo ambulatorio si sono alternati pazienti affetti da<br />
tumori di diversa origine. In particolare valutando i dati al<br />
mese di dicembre dell’anno 2005, sono state eseguite circa<br />
1.200 sedute di Shiatsu ai pazienti portatori di malattia<br />
3
neoplastica (esenti) e circa 200 sedute di Shiatsu ai pazienti<br />
portatori di altre patologie (paganti e tramite C.U.P).<br />
Per quanto riguarda il settore oncologico, la maggioranza<br />
della sedute è stata eseguita su donne operate al seno e<br />
soprattutto dopo lo svuotamento dei linfonodi ascellari, per<br />
il recupero del movimento del braccio. Ci sono stati, però,<br />
anche diversi pazienti operati al polmone per il trattamento<br />
del dolore acuto post-operatorio. Una discreta percentuale è<br />
stata trattata, invece, in sede di chemioterapia, per arginare<br />
la nausea ed il vomito; ed infine, una minoranza di pazienti<br />
trattati con radioterapia all’interno del cavo orale, al fine di<br />
ridurre la secchezza della bocca dovuta alla mancata<br />
produzione di saliva.<br />
I pazienti oncologici possono sottoporsi ad un ciclo della<br />
durata di sei sedute con frequenza settimanale, in<br />
esenzione.<br />
PAZIENTE ONCOLOGICO: RAPPORTO FRA<br />
OSPEDALE E PROFESSIONISTA MNC<br />
Non c’è dubbio che molti malati di tumore trovino<br />
giovamento dalle terapie complementari: generalmente<br />
assumono un atteggiamento più positivo verso se stessi e<br />
verso la malattia da cui sono affetti, non solo ma sono in<br />
grado di combattere meglio contro i disturbi fisici e gli<br />
effetti collaterali dei trattamenti e spesso affrontano anche<br />
meglio tutti quei complessi ed angoscianti stati d’animo che<br />
si accompagnano al tumore. Spesso questi malati che<br />
devono necessariamente aver a che fare con gli ospedali che<br />
sembrano loro luoghi terrificanti,freddi, con numerosi<br />
operatori sanitari, con macchinari altamente tecnologici,<br />
trovano nel professionista che esercita le terapie<br />
complementari una persona disposta ad ascoltarli, a<br />
4
seguirli, ad aiutarli ad affrontare stati d’animo così difficili,<br />
da pensare di non farcela più. Ormai questa è una realtà<br />
consolidata che non può più essere nascosta: molti malati<br />
oncologici si avvalgono di quelle che vengono definite<br />
Medicine Integrative, anche quando sono non sempre<br />
accettate o conosciute dagli oncologi tradizionali.<br />
Ogni volta che si parla di medicine non convenzionali o<br />
integrative in campo oncologico si rischia di creare false<br />
attese ed improprie speranze o di ingenerare confusione,<br />
soprattutto fra i non medici. La storia dell’oncologia è<br />
costellata di “sieri” e “rimedi” miracolosi, i quali, lungi<br />
dall’aver dimostrata validità, hanno spesso indotto i<br />
pazienti ad interrompere terapie utili ed efficaci. È<br />
assolutamente necessario,quindi, ribadire, che il cancro è<br />
una malattia grave e complessa, la cui prognosi dipende<br />
dalla precocità della diagnosi e dalla radicalità delle cure<br />
chirurgiche e mediche, farmacologiche e radianti.<br />
Le medicine integrative in genere possono avere un ruolo di<br />
supporto ed inserirsi nel campo della terapia adiuvante,<br />
migliorando la qualità della vita, riducendo gli effetti<br />
collaterali dei farmaci e stimolando la cenestesi. Oggi, non<br />
solo l’aspettativa di vita, ma anche e soprattutto la qualità<br />
della vita del paziente oncologico sono radicalmente<br />
cambiate, e pertanto le medicine non convenzionali quali lo<br />
Shiatsu, l’Agopuntura ed altre possono inserirsi molto bene<br />
nella gestione complessiva del portatore di neoplasia, ma<br />
senza nel modo più assoluto, volersi sostituire ai trattamenti<br />
convenzionali, che restano quelli cui affidare lo scopo di<br />
arginare od eliminare la progressione neoplastica. La<br />
letteratura medica ha recentemente sottolineato che lo<br />
Shiatsu, l’Agopuntura ed il Tui Na sono in grado di ridurre<br />
alcuni comuni disturbi dei portatori di tumori maligni quali<br />
vomito, astenia, anoressia.<br />
5
ORIENTE ED OCCIDENTE<br />
Nei classici medici cinesi non vi è nulla di simile a ciò che<br />
oggi chiamiamo cancro o tumore maligno, pur tuttavia,<br />
dagli anni Cinquanta, i clinici tradizionali cinesi hanno<br />
preso in esame questo nuovo capitolo della patologia<br />
umana e ne hanno esaminato eziopatogenesi e possibilità di<br />
intervento. In Italia, solo recentemente la comunità<br />
scientifica si è interessata all’argomento con lavori di<br />
ricerca teorica e pratica che si sono svolti presso l’Ospedale<br />
Fatebenefratelli di Roma, Il Centro dei Tumori di Genova e<br />
Milano e l’U.O. di Oncologia Medica dell’ASL 04 de<br />
L’Aquila. Andando a curiosare nella bibliografia<br />
internazionale troviamo diversi articoli che riguardano lo<br />
Shiatsu e che lo inseriscono tra le cure palliative nel<br />
trattamento del paziente oncologico. Mentre le casistiche<br />
cinesi sono molto ampie ma anche poco documentate sotto<br />
il profilo scientifico, più rigorosi sono i protocolli<br />
occidentali, ma su casistiche ancora esigue e non di grande<br />
valore statistico.<br />
PERCHÈ L’INSORGERE DELLE NEOPLASIE ?<br />
La Medicina Tradizionale Cinese considera le neoplasie<br />
come patologie provocate da un deficit di energia vitale,che<br />
si manifesta con con dimagrimento, astenia, scarsa<br />
reattività, quindi come malattia da vuoto. Tale deficit<br />
favorisce l’entrata di energie perverse nell’organismo fino a<br />
rendere possibile l’insorgenza della neoplasia. Si può<br />
tentare di valutare un’eventuale correlazione tra Oriente e<br />
Occidente nell’interpretazione e la cura delle malattie<br />
6
neoplastiche; in particolare questo vuoto di energia vitale<br />
che favorisce l’entrata di energie perverse nell’organismo<br />
può essere correlato in medicina occidentale con le<br />
alterazioni dei<br />
meccanismi di sorveglianza immunitaria.<br />
In entrambe le interpretazioni della malattia riconosciamo,<br />
dunque, la perdita di quell’armonia primordiale a causa di<br />
energie inquinanti che alterano la perfezione innata<br />
dell’organismo umano.<br />
Gli scopi terapeutici sono essenzialmente due:<br />
Eliminare le energie perverse<br />
Rinvigorire l’energia vitale e soprattutto quell’energia che è<br />
considerata la quintessenza della vita, il principio vitale,<br />
l’irradicamento della vita.<br />
STRATEGIA TERAPEUTICA<br />
Prima di entrare nel dettaglio della strategia terapeutica da<br />
attuare è d’obbligo prendere in considerazione la necessità<br />
di aver particolare cura per l’alimentazione e la condotta di<br />
vita.<br />
Poiché il jing è impoverito sono raccomandati alimenti<br />
freschi (carichi di jing) e sconsigliati sia gli strapazzi fisici<br />
che quelli mentali. Si afferma infatti che la quiete e la<br />
tranquillità per quanto possibile sono due condizioni<br />
essenziali per non depauperare ulteriormente il jing.Anche<br />
la medicina scientifica attribuisce alla dieta una notevole<br />
importanza sia per quanto attiene allo sviluppo che alla<br />
progressione delle malattie neoplastiche, valutando<br />
negativamente sia un’alimentazione priva di fattori<br />
protettivi (vitamine e sali minerali) sia un’alimentazione<br />
ricca di grassi ovvero ipercalorica<br />
7
Poiché inoltre la malattia neoplastica si considera oggi non<br />
una condizione d’organo ma una malattia sistemica (con<br />
ampie modificazioni psico-neuroimmunoendocrine), il<br />
trattamento generale va condotto, in linea di massima,<br />
nell’ottica di rinvigorire tutti gli organi e gli apparati,<br />
quindi in base a quanto sancito dai classici, le pressioni<br />
Shiatsu riguarderanno tutti i meridiani che controllano sia<br />
organi che apparati.<br />
È difficile poter spiegare le linee guida del procedimento<br />
che viene attuato quando tratta un paziente: il fatto che li<br />
accomuni la stessa tipologia di tumore non significa<br />
niente… ognuno di loro è un’isola a se stante ed il<br />
trattamento viene diversificato a seconda della<br />
differenziazione sindromica comunque importante è<br />
ricordare la necessità di operare pressioni Shiatsu o un<br />
micromassaggio rotatorio su alcuni punti del meridiano<br />
dello Stomaco che hanno azione protettiva e servono a<br />
bloccare la progressione delle energie perverse (FOTO)<br />
(3ST, 14ST, 15ST, 30ST). Questo trattamento ha lo scopo<br />
di “ottimizzare” per quanto possibile lo stato energetico del<br />
paziente e va eseguito diverse volte prima di sostituirlo con<br />
il trattamento specifico che comunque contiene ancora la<br />
maggior parte di quanto sopra riportato. È inutile adesso<br />
indicare le differenze nei trattamenti specifici, basta dire<br />
soltanto che a seconda della neoplasia, si individueranno<br />
strategie terapeutiche aggiuntive particolari un po’ diverse<br />
una dall’altra. (FOTO)<br />
Tra le varie problematiche che accompagnano il tumore, il<br />
dolore è probabilmente quella che ha il maggior numero di<br />
implicazioni di natura medica ma anche socio-relazionali,<br />
etiche ed economiche. La prevalenza del dolore associato al<br />
cancro è di circa il 30% per i pazienti nelle fasi iniziali e<br />
8
superiore al 50 % nei pazienti in fase avanzata di malattia.<br />
(FOTO) Il dolore nei pazienti neoplastici può essere di<br />
diversa natura ed è legato:<br />
• alla presenza di malattia a livello di organo;<br />
• al trattamento (chirurgia – procedure invasive);<br />
• alla tossicità dei trattamenti (radioterapia,<br />
chemioterapia). (FOTO)<br />
È necessario aggiungere che l’intensità del dolore risulta<br />
generalmente maggiore nei pazienti affetti da sarcoma,<br />
carcinoma del distretto testa / collo, del polmone, della<br />
cervice uterina, del tratto gastroenterico e della vescica.<br />
Lamentano un dolore meno intenso i pazienti affetti da<br />
carcinoma del testicolo, della mammella, della prostata, del<br />
corpo dell’utero, dell’ovaio, i tumori cutanei ed i linfomi.<br />
(FOTO) Impossibile quindi poter indicare i punti da<br />
trattare per arginare il dolore.<br />
Per quel che riguarda, invece, come già detto, il fatto che lo<br />
Shiatsu può contrastare efficacemente gli effetti collaterali<br />
della chemio- e della radioterapia, vorrei ricordare che<br />
la chemioterapia:<br />
• quando dà vomito, nausea e anoressia, tende ad alterare<br />
il meridiano denominato Triplice Riscaldatore (FOTO)<br />
(che ha la capacità di rifornire continuamente<br />
l’organismo di energia);<br />
• quando dà caduta di capelli, tende ad alterare il<br />
meridiano del Rene (FOTO)<br />
• quando dà rialzi enzimatici ed epatopatie, a alterare il<br />
meridiano del Fegato(FOTO).<br />
Il trattamento pertanto deve essere indirizzato su quei<br />
meridiani che in quel momento devono essere riequilibrati..<br />
9
La terapia radiante, invece, causa calore nel sangue ed<br />
esaurimento dell’energia jing per cui dovremo andare a<br />
riequilibrare i meridiani di riferimento (Stomaco,Ministro<br />
del Cuore e Rene).<br />
ATTEGGIAMENTI PSICO-FISICI<br />
Durante lo svilupparsi della relazione terapeutica, o anche<br />
fin dal suo inizio, è possibile notare nel paziente il ripetersi<br />
di “atteggiamenti” che, quando marcati, possono<br />
sottolineare l’influenza particolare di uno o più movimenti<br />
energetici.<br />
Questi atteggiamenti devono essere considerati degli<br />
interessanti segnali della modalità energetica prevalente nel<br />
paziente in quella fase della sua vita.<br />
Oltre che attraverso gli atteggiamenti posturali, il paziente<br />
esprime le proprie tendenze energetiche predominanti<br />
attraverso la voce e lo sguardo, porte inconsapevolmente<br />
aperte nella sua anima.<br />
Successivamente alla valutazione di quanto sopra che è di<br />
estrema importanza si inizia una chiacchierata approfondita<br />
col paziente, così da riuscire a mettere maggiormente a<br />
fuoco quanto già evidenziato, valutando gli atteggiamenti e<br />
la voce. Questa è una fase durante la quale il paziente ha la<br />
massima libertà nel parlare dei suoi guai, delle motivazioni<br />
che lo hanno spinto a sottoporsi a Shiatsu: è una fase in cui<br />
è necessario diventare un accogliente ascoltatore che<br />
permette al paziente, con qualche incoraggiamento, se<br />
necessario, di ricollegarsi a se stesso attraverso il racconto<br />
dei suoi disagi. Una volta che il paziente ha terminato di<br />
parlare di sé, si inizia a far domande di precisazione in<br />
modo da aiutarlo a riprendere il collegamento con i propri<br />
vissuti e magari ad amplificarne il senso.<br />
10
I dati tratti dalla fase verbale del rapporto con il paziente<br />
dovranno poi essere incrociati e verificati attraverso i rilievi<br />
che successivamente andiamo a cercare sul corpo del<br />
paziente, tramite la percezione tattile della condizione<br />
energetica dei meridiani e delle aree di diagnosi.<br />
PER CONCLUDERE UN CASO CLINICO:<br />
Deanna, Lucia e lo Shiatsu<br />
Lucia è una donna di 65 anni, senza anamnesi familiare<br />
positiva per patologie oncologiche e malattie in anamnesi<br />
personale, giunge all’osservazione per sanguinamento<br />
genitale in menopausa, non associato ad altra<br />
sintomatologia pelvica o addominale di rilievo. In anamnesi<br />
non risultano dismetabolismi, terapie ormonali precedenti,<br />
né malattie internistiche o chirurgiche. Normomestruata<br />
sino alla menopausa, sopraggiunta all’età di 53 anni.<br />
L’esame obiettivo, gli esami di laboratorio e le indagini<br />
strumentali portano ad accertare una neoplasia maligna<br />
ovarica a seguito della quale il team oncologico decide di<br />
sottoporla a laparoisterectomia totale con annesiectomia<br />
bilaterale e linfoadenectomia pelvica e a successiva<br />
chemioterapia complementare secondo lo schema usuale<br />
previsto dal protocollo terapeutico.<br />
Quello generalmente è il momento in cui gli oncologi<br />
inviano il paziente presso il mio ambulatorio in modo che il<br />
mio compito sia quello di aiutarli a sostenere la<br />
chemioterapia e tutto il percorso “in salita” che li aspetta.<br />
Così Lucia si presenta a me due giorni dopo la prima<br />
chemio, mi porta tutta la documentazione, mi spiega con<br />
estrema precisione e adottando un linguaggio tecnico<br />
corretto qual è il tipo di tumore che ha e conclude dicendo<br />
11
che si è sottoposta alla chemio perché i familiari l’hanno<br />
praticamente obbligata, se non avessero insistito tanto lei<br />
avrebbe rinunciato e avrebbe atteso passivamente la morte.<br />
Poi si zittisce e sembra non voler andare avanti. Provo a<br />
sollecitarla con qualche domanda ma non ottengo grandi<br />
risultati: mi risponde si, no, silenzio.<br />
Allora la invito a sedersi sul lettino e comincio a “sentirla”<br />
ed a farmi sentire. Inizio da quello che utilizzo sempre in<br />
prima istanza cioè da quel trattamento generale che ha lo<br />
scopo di ottimizzare per quanto possibile lo stato energetico<br />
del soggetto e che si deve eseguire almeno 4 o 5 volte<br />
prima di andare in profondità e di sostituirlo con il<br />
trattamento specifico legato a quella malattia e che<br />
comunque contiene la maggior parte del trattamento<br />
generale.<br />
Quindi meridiano dello Stomaco a destra e a sinistra e<br />
meridiano del Grosso Intestino a destra e a sinistra al fine di<br />
rinvigorire gli organi e i visceri partendo dai punti del<br />
meridiano dello Stomaco protettivi, cioè quelli capaci di<br />
arginare la progressione delle energie perverse (3ST, 14ST,<br />
15ST, 30ST). Al termine le chiedo di esprimermi le sue<br />
sensazioni se ha “sentito” qualche cosa di diverso ed in tal<br />
caso ciò che ha “sentito”. Mi risponde molto fredda ed un<br />
po’ seccata che se una persona sta morendo non può sentire<br />
altro che sta morendo. Accetto passivamente la sua rabbia e<br />
le fisso il prossimo appuntamento al quale mi dichiara non<br />
sa se verrà. Invece la settimana successiva all’ora stabilità<br />
bussa alla porta del mio ambulatorio entra e mi aggredisce<br />
dicendo che lo Shiatsu non funziona perché ha vomitato per<br />
una settimana e l’oncologo le aveva garantito che invece<br />
grazie allo Shiatsu la chemio sarebbe stata meno pesante.<br />
Cerco di spiegarle che non ho la bacchetta magica e che<br />
quella era la prima volta, ma lei replica, andando a sedersi<br />
12
sul lettino senza che io l’abbia invitata a farlo, che lei non<br />
ha tempo e che è lei che sta morendo e non io! In silenzio<br />
mi avvicino e comincio la mia seduta. Vado avanti tra<br />
silenzi, lunghe pause e a domanda-risponde per tutta la<br />
seduta poi la congedo dandole appuntamento alla settimana<br />
dopo sentendomi ripetere che non sa se verrà: “tanto per<br />
quel che fa!!!”. Trascorrono i giorni ed eccoci al nuovo<br />
appuntamento: nella mia stanza entra una Lucia<br />
apparentemente un po’ diversa, non mi aggredisce subito<br />
anche se si mantiene un po’ fredda e dice che nella<br />
settimana passata si è sentita come se non fosse malata ed<br />
ha fatto cose normali e non da persona malata. Nel<br />
frattempo, sempre senza che io la inviti a farlo, si siede sul<br />
lettino e mi aspetta. Io esito un attimo e mi soffermo alla<br />
scrivania come se dovessi concludere qualcosa, e dopo<br />
qualche minuto Lucia mi chiede perché non comincio che<br />
“altrimenti non ce la facciamo perché dopo di me ci sono<br />
altri pazienti”. A qual punto io mi siedo dietro alla<br />
scrivania, lei mi guarda sorpresa ed io le comunico che sto<br />
valutando se andare avanti o meno con lei, perché non ho<br />
intenzione di lavorare con pazienti che si piangono addosso<br />
e non vogliono lottare… non intendo assistere ad un<br />
rassegnarsi alla malattia, io intendo lottare per la vita<br />
insieme a lei e lo faccio come norma comportamentale con<br />
tutti coloro che frequentano il mio ambulatorio.<br />
Lucia scende dal lettino mi siede davanti ed inizia a<br />
piangere e con le lacrime arrivano anche le parole… un<br />
fiume di parole: ecco quello era il mio scopo. Ora so<br />
esattamente quanto tenga alla vita, quanta paura abbia di<br />
non farcela, quanta speranza abbia di uscirne, quanto<br />
desideri che qualcuno al prenda per mano e percorra<br />
insieme a lei questa zona buia. Ed ecco che dopo averla<br />
lasciata “svuotare” le offro la mia mano e le garantisco che<br />
13
inciamperò con lei se lei inciamperà, cadrò con lei se lei<br />
cadrà, mi rialzerò con lei se lei si rialzerà, e salterò con lei<br />
se lei salterà e ballerò con lei se lei ballerà ecco che le<br />
garantisco che io sarò con lei…. sino alla fine ….. della<br />
malattia o della vita.<br />
E così ho fatto: l’ho vista una volta a settimana ancora per<br />
diversi mesi, l’ho trattata più specificatamente per quel tipo<br />
di neoplasia lavorando su tutto il meridiano del rene. Ci<br />
siamo incontrate e scontrate più volte su tante situazioni, ho<br />
imparato tante cose che la riguardavano, ho conosciuto la<br />
sua famiglia, ho cantato con lei quando stava meglio ho<br />
pianto con lei tutte le volte che stava peggio ed abbiamo<br />
instaurato una profonda confidenza.<br />
Lucia non è un caso particolare o una persona speciale: tutti<br />
coloro che ho conosciuto, che conosco, che conoscerò<br />
hanno avuto, hanno ed avranno altri nomi ma con tutti loro<br />
il mio comportamento è lo stesso: io ci sono… io sono con<br />
loro fin tanto che loro mi vorrano ed avranno bisogno di<br />
me... io e lo Shiatsu che è un alleato formidabile e<br />
straordinario per entrare dentro ad ogni realtà personale.<br />
Lucia è morta cinque mesi dopo quel primo giorno in cui ha<br />
bussato alla mia porta: di lei mi resta una lettera che ha<br />
voluto inviarmi tramite sua figlia quando ha preferito non<br />
vedermi più, e Paola sua figlia mi ha autorizzato a darne<br />
pubblica lettura:<br />
“Cara Deanna, ce l’abbiamo fatta! Abbiamo vinto! Tu ed io<br />
insieme abbiamo sconfitto la paura della morte! Me ne vado<br />
serena, non ho paura, e se non ho paura è perché sento la<br />
tua mano che stringe la mia, sento il tuo calore che mi<br />
accompagna e sento la tua voce che mi ripete che ciò che<br />
mi aspetta di là sarà bellissimo, che ci saranno colori,<br />
profumi e amore, tanto amore, un grande amore e niente più<br />
dolore, sofferenza, giorni grigi, malattie, depressioni. E poi<br />
14
mi hai promesso che anche di là troverò sicuramente<br />
un’altra Deanna che camminerà con me come hai fatto in<br />
questa vita e tu dici che mantieni sempre le promesse<br />
quindi mi fido! Grazie per avermi dato la tua energia, per<br />
aver riequilibrato la mia, per aver capito i miei momenti<br />
neri, per aver rispettato la mia rabbia, per avermi<br />
accompagnato sempre e retto la testa anche quando<br />
vomitavo, o quasi. Grazie perché quando la vita ti sfugge<br />
senti che anche gli altri, persino i familiari, per paura, per<br />
sofferenza, per ignoranza, ti sfuggono anche loro. E così ti<br />
ritrovi sola ad affrontare qualcosa più grande di te. Nella<br />
sfiga, sono stata fortunata!<br />
Tu mi hai parlato degli angeli ed io ripensandoci ho capito<br />
perché sai tante cose di loro, perché anche tu sei una di loro<br />
anche se per la verità non ti ho mai visto neanche un<br />
pezzettino di ali.<br />
Sei stata il mio sole durante il temporale, la mia luce nel<br />
buio, il mio faro nella tempesta, sei stata la mia “dottora” e<br />
mi hai regalato il tuo abbraccio, il tuo sorriso, le tue<br />
lacrime. Non lo dimenticherò mai, nè nella prossima vita nè<br />
in quelle dopo che ci saranno se ci saranno, e se un domani<br />
dovessi rinascere stai certa che dovessi girare il mondo<br />
verrò a cercarti. Nel frattempo vado lassù.. e parlerò di te…<br />
vedrai la pubblicità che ti farò... e non pensare che io ti<br />
perda di vista: tu guarda il cielo e fa conto di vedere i miei<br />
occhi e vedrai che io troverò il modo di farmi riconoscere.<br />
Ti auguro tutto il bene possibile e se possibile anche di più.<br />
Resta così come sei e continua a donarti a tutte le Lucie che<br />
incontrerai, perchè questa è la cosa che sai fare meglio.<br />
Ciao Lucia”.<br />
interventoconvegnopalermo<br />
15
La musica del tuina: esperienze di ritmo e suono nella clinica del<br />
massaggio<br />
ABSTRACT: dalle teorie tradizionali agli sperimentalismi degli<br />
artisti moderni, suono e ritmo veicolano messaggi che permettono<br />
di ampliare secondo risonanze individuali, senso e risorse per cura<br />
e guarigione.<br />
Il recupero del corpo al suo suono originario, attraverso ritmo e<br />
movimento lo integrano nell'unità energetica.<br />
Una qualità sonora che invade il tuina per la ricerca delle risonanze<br />
energetiche.<br />
Oggi l'interesse per le conoscenze e per le società tradizionali si è<br />
improvvisamente risvegliato, sempre più spesso si sente affermare<br />
che, nonostante i progressi della scienza, le conoscenze tradizionali<br />
possono offrire ancora qualcosa di utile. Noi che pratichiamo la<br />
MTC sappiamo quanto eugenismo e saper fare tradizionale siano<br />
fondati su principi fondamentali per la salute, quelli che Ie<br />
moderne politiche sanitarie identificano come miglioramento degli<br />
stili di vita e della qualità della stessa. Sul versante della<br />
valorizzazione dei sistemi di cura tradizionali l'Organizzazione<br />
Mondiale della Sanità (OMS), già dal 1978, nella conferenza di<br />
Alma Alta, Salute per tutti per l’anno 2000, promuove iniziative<br />
importanti per la valorizzazione delle figure tradizionali, che hanno<br />
contribuito e contribuiscono a cambiare la loro percezione da parte<br />
della comunità scientifica internazionale.<br />
La MTC certo si differenzia da altre tradizioni: fin dal 1929<br />
quando il kuomitang la dichiara fuorilegge, percorre un cammino<br />
di progressiva legittimazione e modernizzazione che la porta a un<br />
pieno riconoscimento giuridico e la integra pienamente nel sistema<br />
sanitario nazionale. La riorganizzazione pone particolare enfasi<br />
alla formazione integrata con la biomedicina dei suoi operatori,<br />
all’epurazione di caratteri ritenuti magici e all’articolazione con il<br />
modello medico occidentale.<br />
Tale cammino seppur fertile per la diffusione della MTC nel
territorio cinese e nel mondo, ne ha fatto un interessante prodotto<br />
di meticciamento culturale, nel quale le radici taoiste si legano alla<br />
necessità dei modelli omologanti della nascente ideologia<br />
comunista e alle richieste di replicabilità dell’efficacia della<br />
medicina scientifica.<br />
La MTC è in Cina spesso uno medicina moderna epurata dagli<br />
aspettti più spirituali e culturali, una medicina utile per l’uomo<br />
moderno che cammina in fretta ma che spesso manca della<br />
profondità della saggezza antica e del legame caratterizzante della<br />
cultura sostituita dal modello egemone della cultura globalizzata.<br />
Persisteno tuttavia alcuni fondamenti che caratterizzano la visione<br />
tradizionale che è sempre esperienziale, naturalista, spirituale; il<br />
sapere non è quello caro al mondo accademico occidentale,<br />
semplice erudizione, che confondere spesso memoria con<br />
l'intelligenza.<br />
La differenza rispetto alla biomedicina è essenzialmente una<br />
differenza di metodo, di punto di vista, che di fatto traduce una<br />
profonda differenza di concezione.<br />
Per un guaritore tradizionale autentico, "esiste la Conoscenza",<br />
parlare di medicina tradizionale è una riduzione legata alla<br />
progressiva degradazione della comprensione del sapere<br />
tradizionale e delle sue applicazioni. Considerare solo l'aspetto di<br />
cura delle malattie significa perdere l'essenza di quest'ultimo e<br />
perdere l'occasione di fare il salto che è richiesto per proseguire<br />
passando dal "capire" al "sentire" e dalla "Medicina"<br />
alla"Conoscenza".<br />
Le medicine tradizionali hanno quindi a tutt’oggi un ampio rilievo<br />
nella ricerca dello stato di benessere, che è uno dei motori evolutivi<br />
più autentici.<br />
Anche le medicine tradizionali subiscono come tutta la produzione<br />
culturali i processi di rimaneggiamento, elisione confluenza e<br />
sincretismo attraverso i processi storici che le mettono in contatto<br />
con altre culture e ne sono stimolati.<br />
Così anche nell’ambito della MTC noi vediamo che le diverse<br />
teorie che percepiamo come un corpo unico non sia invece frutto di<br />
un coesistenza di moduli e riferimenti culturali diversi.
Quello che rimane spesso sono tecniche che tendiamo a ripetere in<br />
modo meccanico e che non investono la conoscenza.<br />
Sono profondamente convinta che noi liquidiamo troppo<br />
velocemente, pensando di capire, alcuni dei grandi concetti di base<br />
della MTC, e eseguiamo delle repliche meccaniche che seppur<br />
operano qualche effetto sono lontane dal potere inziale.<br />
Mi affascina recuperare il sottostante, quello piccolo e sottile che<br />
non viene mai urlato e che molti non vedono, scambiando il ditto<br />
per la luna.<br />
Questa riflessione sulle risonanze operate dal ritmo<br />
nell’applicazione del tuina vuole enfatizzare la necessità di una<br />
conoscenza più approfondita dei concetti base delle MT, spesso<br />
completamente avulsi dalle conoscenze biomediche, ma che, a mio<br />
modo di vedere sono in grado di sostenere l’uomo nel suo<br />
cammino verso autenticità e benessere, recuperandolo a quella<br />
Conoscenza che lo lega al suo ambiente e alla sua comunità.<br />
L’aspetto esperienziale è il fondamento delle MT: ci sembra che<br />
l’ideogramma ZHI saper-fare ben illustri la visione, l’approccio<br />
alla realtà del mondo.<br />
L’ideogramma “saper-fare” ZHI, con i caratteri conoscenza e<br />
parola, indica bene come il “fare” debba essere preceduto dalla<br />
percezione, recepito e maturato nella profondità dell’intelligenza,<br />
poi valutato e espresso con la parola: solo allora si sa “cosa fare e<br />
come fare”.<br />
Il “saper-fare” è, allora, saper essere, mantenere la propria vita,<br />
conoscere le regole della propria natura, del proprio organismo e<br />
della propria psicologia, rispettarle per evitare sperperi e<br />
dispersioni e mantenere l’equilibrio sia all’interno che all’esterno.<br />
Condizione indispensabile per la percezione corretta, non confusa,<br />
è il Wu wei, il “non agire”, che evidenzia come il Wu, Vuoto,<br />
Vuoto di Cuore, in questo caso, cioè un Cuore senza desiderio,<br />
senza conoscenza, senza azione, sia la condizione ideale per<br />
aumentare la percezione cosciente, libera da vizi e pregiudizi. Il<br />
Cuore Vuoto può ricevere la Volontà e compiere l’attitudine
naturale alla comunicazione, all’empatia.<br />
Cadere nel vuoto è la possibilità di conoscere ed entrare in<br />
risonanza, è la base del massaggio come relazione energetica e di<br />
consapevolezza del sé.<br />
Particolarmente utile ci sembrano le considerazioni dei filosofi<br />
della fenomenologia che liberano la mente occidentale da stereotipi<br />
e preconcetti aprendola alle porte della percezione dei fenomeni.<br />
Questa lunga premessa serve per presentare alcune considerazioni<br />
che sono emerse dalla clinica del tuina, che pratico personalmente<br />
da oltre vent’anni.<br />
Nell’ottica della Medicina Tradizionale Cinese il massaggio<br />
rappresenta non solo una tecnica terapeutica ma una relazione di<br />
comprensione e comunicazione tra due persone, una trasmissione<br />
di energie, un passaggio importante per la prevenzione e per la<br />
cura, attraverso la responsabilità di se stessi, del proprio corpo,<br />
della propria salute.<br />
Avevo gia notato come fosse particolarmente efficace per il<br />
movimento energetico la stimolazione ritmica, come il corpo si<br />
aprisse a una voglia comunicativa che esprime suoni, movimenti,<br />
sensazioni. L’essere entra in risonanza con l’altro, con l’intento<br />
dell’altro, con la sua capacità evocativa.<br />
Il concetto di risonanza Gan Ying è l’asse portante della relazione<br />
microcosmo-macrocosmo ed evoca la bipolarità della relazione<br />
Yin/Yang: azione emanazione Yang, reazione percezione Yin.<br />
Anche l’ideogramma di farmaco è composto dal radicale musica, e<br />
mette in risalto le caratteristiche radianti pervasive che amplificano<br />
effetti e risposte. In molte medicine tradizionali è ancora vivo<br />
l’aspetto sciamanico in cui le pratiche hanno poteri radianti che<br />
anche attraverso suono e ritmo amplificano la comunicazione con<br />
gli influssi astrali del Cielo, le direzioni cardinali della Terra.
Tui Na e l’An Mo<br />
Tradizionalmente l’applicazione delle manipolazioni è sottoposta a<br />
3 Principi:<br />
continuità: ripetizione del movimento<br />
forza: tipi diversi di forza secondo la patologia e la persona,<br />
profondità: secondo la topografia dei punti e dal livello I/Y della<br />
persona e della patologia, la pressione è comunque sempre definita<br />
gentile. Le due accezioni tuina e anmo esprimono l’alternanza<br />
Yin/Yang, evocando tecniche più rapide o più statiche.<br />
In entrambi i casi, i principi riassumono la possibilità di evocare<br />
ritmi precisi secondo le diverse zone del corpo che percepiti<br />
restituiscono qualità energetiche.<br />
Quello che in genere riusciamo a percepire è riassunto nella regola<br />
classica:<br />
pienezza/vuoto: dispersione/tonificazione<br />
Le tecniche sono selezionate in base alla costituzione, alla<br />
patologia ma anche dipendono dall’azione che si vuole ottenere<br />
cioè variano quando si voglia richiamare l’energia in una zona<br />
(tonificare) o disseminarla da questa (disperdere):<br />
Per tonificare: per disperdere:<br />
movimenti lenti movimenti veloci<br />
movimenti ampi movimenti circoscritti<br />
pressione leggera pressione forte<br />
con la corrente energetica controcorrente energetica<br />
senso orario senso antiorario<br />
Il trattamento, che combina le due azioni esprime ritmi dettati dalla<br />
percezione e dalla conoscenza, e con la musicalità tipica dell’atto<br />
intenzionale che proviene dal saper fare riproduce un processo<br />
comunicativo di risonanza che investe molte tecniche tradizionali e<br />
anche la musica.<br />
Molte medicine tradizionali danno enfasi alle caratteristiche<br />
qualitative di varie zone corporali e alle pratiche che le stimolano:<br />
la musica è sempre presente per stimolare queste qualità. La teoria<br />
dei 5 movimenti, quella degli zangfu illustrano in Mtc le differenti
zone energetiche e anche la tradizione cinese racconta del qigong<br />
dei 6 suoni terapeutici, uno degli strumenti per stimolare attraverso<br />
vibrazioni sonore questi suoni.<br />
La ripetizione ordinata di uno stimolo genera ritmo; il ritmo si<br />
accorda all’intenzione comunicativa verso e con l’altro e<br />
risuonando nell’oscillazione dell’interazione crea movimento e<br />
suono. Nella relazione che ripristina l’unità di due che comunicano<br />
è il ritmo, lingua musicale che parla alle parti profonde dell’essere.<br />
Molti sono gli studi sul ritmo e sulla sua influenza su processi<br />
fisiologici e stati emozionali, molti musicoterapeuti rendono<br />
pratica quotidianamente la capacità della musica di stimolare e<br />
integrare funzioni ed attivare processi di comunicazione efficaci.<br />
Gran parte delle culture sapienziali tradizionali danno<br />
un’importanza fondamentale alla musica, alla sua capacità di<br />
stimolare processi di comunicazione e integrazione dell’uomo nel<br />
suo contesto.<br />
Ma anche le stimolazioni sul corpo, anche le manipolazioni<br />
effettuate a ritmi consoni sono musica…Dal greco, rein, ritmo<br />
evidenzia il concetto di scorrere, muoversi con forma ed ordine ed<br />
Erodoto e Leucippo, già nel VII sec. A.C., evidenziano come<br />
questo caratterizzi la forma individuale e distintiva del carattere<br />
umano. Allora ciascuno ha un proprio ritmo e noi conosciamo,<br />
anche se spesso meccanicamente, che il rispetto dei ritmi biologici<br />
individuali sono fondamentali per un buon trattamento.<br />
Questi sono definiti rapidi ed includono tutti in ritmi il cui periodo<br />
(spazio tra due stimoli ripetuto ad intervalli stabiliti) varia da<br />
qualche frazione di secondo a circa 20 ore:<br />
- ritmi dell’encefalo: le oscillazioni elettriche dei centri nervosi<br />
mettono in rilievo onde di diversa frequenza particolarmente<br />
evidenti a livello corticale<br />
- ritmi cardiaci: determinati prevalentemente dalla relazione tra il<br />
tessuto nodale 120-150 cicli al minuto e il nervo pneumogastrico<br />
che assicura un ritmo di circa 72 cicli al minuto, questi sono<br />
variabili secondo temperatura, movimento ed emozioni.<br />
- ritmi respiratori:una frequenza variabile dai 15 ai 20 cicli al
minuto per l’adulto, influenzati da meccanismi cardiocircolatori<br />
complessi, hanno un’’attività autonoma riflessa ma anche in parte<br />
volontaria.<br />
Sono ritmi fisiologici, spontanei e se vengono regolati nella loro<br />
ripetizione periodica inducono rilassamento e concentrazione e<br />
un’inaspettata sensazione di unità psicofisica. La loro<br />
accelerazione o rallentamento possono essere influenzati anche da<br />
stimolazioni non periodiche.<br />
La regolazione dei ritmi endogeni è regolata dall’interazione<br />
simpatico parasimpatico, in termini tradizionali dall’interazione<br />
interno/esterno Rn/V, ma anche nella relazione I/Y P/ V.<br />
Nella regolazione di ritmi acquisiti (nocicettivi, all’età, orario dei<br />
pasti) c’è una complessa azione surrenale-ipofisi-ipotalamo, in<br />
termini tradizionali la relazione Yin/Yang Rn/C. In questi ritmi il<br />
processo fisiologico precede quello adattativo: la fame arriva prima<br />
del calo ipoglicemico.<br />
Quando inizia la sincronizzazione l’essere è in pieno, accordato<br />
alla naturalezza della sua fisicità in totale compenetrazione con gli<br />
stimoli nictemerali biologici: un’opera di grande armonizzazione.<br />
D’altra parte è evidente a tutti che ascoltare un ritmo musicale<br />
induce a battere col piede, ma mentre in molte stimolazioni<br />
sensoriali la risposta segue lo stimolo, in questo caso è<br />
contemporanea allo stimolo. È il fenomeno della sincronizzazione,<br />
che a me pare ben richiami il concetto tradizionale di risonanza,<br />
dove c’è un’accentuazione radiante di una qualità-spirito evocato.<br />
Inoltre la sincronizzazione esalta le capacità adattative dell’essere<br />
attraverso un sistema adattatorio che è sempre più inibito dalla vita<br />
moderna, e che ha caratteristiche maturative. L’induzione motoria<br />
o sonora è relativamente incoercibile, la sincronizzazione è<br />
naturale.<br />
Nell’adulto occidentale l’induzione motoria è assai frequentemente<br />
inibita, sparisce negli schizofrenici, non sono state evidenziate<br />
induzioni significative negli animali.<br />
Il carattere uditivo delle strutture ritmiche non possiede maggior<br />
influenza sulla sincronicità e sull’induzione al movimento: serie di<br />
lampeggiamenti in uno stesso luogo hanno lo stesso tipo di
istrutturazione proprio delle sequenze sonore.<br />
Il ritmo è ordine nel movimento, nasce dal ritorno di strutture<br />
semplici o complesse (frazionamento del valore degli stimolo<br />
all’interno di una struttura), vale a dire da un ordine presente nella<br />
successione delle strutture. È difficile per un uomo adulto<br />
sincronizzare la risposta per più di 2 –3 strutture complesse<br />
consecutive. Il ritorno periodico ha conseguenze importanti che<br />
trasformano la semplice percezione del ritmo in un’esperienza<br />
complessa con forte tonalità affettiva. La regolarità ritmica ha il<br />
potere di suscitare una induzione vocale-motoria.<br />
La regolarità ritmica genera movimenti e suoni che si armonizzano<br />
con il dato percepito in maniera tale che l’accompagnamento<br />
sonoro-motorio si realizza con movimenti pendolari della cadenza<br />
prossima a quella di un tempo spontaneo. Questo è fonte di<br />
soddisfazione e procura un’eccitazione che si conserva e viene<br />
esaltata dall’armonia tra percezione e motricità, non si affievolisce<br />
come avviene per l’emozione, ma grazie alla ripetitività aumenta<br />
investe movimenti e vocalizzazione sempre più ampie, corrisponde<br />
alla partecipazioni dei centri nervosi superiori ed è una esperienza<br />
sociale. Il ritmo percepito, che induce una partecipazione<br />
dell’organismo, allena ad una vasta sincronizzazione sociale le<br />
nostre attività. Permette all’uomo di muoversi nel ritmo delle<br />
stimolazioni esterne e di sincronizzare le proprie attività con quelle<br />
degli altri in vere e proprie comunioni sociali.<br />
Tutto da percorrere il cammino per la cura delle disarmonie delle 7<br />
passioni o delle turbe del Centro.<br />
Ma anche possiamo pensare e percepire che i tre Jiao, gli zang, i<br />
movimenti, le zone del corpo possiedono una musica loro,<br />
caratteristica e personale eppure rispondente ai ritmi della musica<br />
esterna, culturale prodotta dall’uomo.<br />
Queste considerazioni aprono prospettive al lavoro sul corpo<br />
insospettate e nuove, molti già praticano con musiche varie e si<br />
conoscono percorsi terapeutici dove la musica e la risposta<br />
corporea sono strumenti importanti d’analisi e cura.<br />
Ho praticato e visto una amplificazione degli effetti energetici e
l’avvio di una comunicazione efficace che nella relazione<br />
terapeutica che dovrà essere indagata ancora, con tempo e<br />
pazienza.<br />
Tuttavia ho iniziato a pensare schemi, forte della tradizione che<br />
identifica una norma la applica e percepisce cio che se ne<br />
allontana, non come difformità ma come essenza identitaria.<br />
Ho ripensato alle costituzioni, ai movimenti, alla musica e ai suoi<br />
strumenti, come qualità energetiche ascrivibili agli schemi noti.<br />
Molte le riflessioni: i ritmi delle zone del corpo, la necessità di<br />
pause, l’oscillazione ritmica che diffonde e provoca suoni e<br />
necessità motorie.<br />
Mi rendo conto che la materia è ampia, tuttavia alcune<br />
considerazioni possono essere utili:<br />
- il ritmo è un elemento corporeo premusicale, la sua<br />
traduzione in movimento-suono è naturale<br />
- il modo con cui si riceve il ritmo soggiace a leggi percettive<br />
soggettive<br />
- un periodo ritmico può essere frazionato ma non ripetuto a<br />
lungo<br />
- l’educazione alla sincronizzazione con ritmi primari<br />
favorisce l’unità psicofisica<br />
- la pausa dopo una stimolazione ritmica aumenta la capacità<br />
propriocettiva e aiuta l’idea di schema corporeo e di<br />
adattamento.<br />
SCHEMA..<br />
Ascoltando molta musica, parlando con musicoterapeuti, musicisti,<br />
guaritori, psichiatri e antropologi ho tentato un ascolto che conduca<br />
alla qualità musicale dei 5 movimenti, questa può suggestionare la<br />
manipolazione che acquisterà le caratteristiche energetiche della<br />
musica scelta.<br />
La selezione è avvenuta secondo criteri assolutamente intuitivi,<br />
spesso seguendo l’analogia con lo spazio geografico di<br />
provenienza e la fisicità/sonorità degli strumenti musicali.<br />
Ve la propongo perché così funziona il pensiero analogico,
l’intento nella fenomenologia, il saper fare: poter cogliere<br />
l’essenza, la qualità e le sue capacità radianti. Ve le propongo,<br />
come una provocazione perché nella musica, come nella medicina<br />
tradizionale, lo spirito pensante non può essere scisso dai moti del<br />
cuore.<br />
LEGNO: gli arti superiori, I FLAUTI, I FIATI CHE<br />
PORTANO IL SOFFIO FUORI, LO FANNO NASCERE,<br />
EVOCANO IL VENTO. CREANO EMOZIONE E<br />
VITALITÀ.<br />
FUOCO: la testa, il petto TAMBURI, IL RITMO<br />
CARDIACO, IL MOTORE DELL’ATTIVITÀ, CIO' CHE<br />
PROMUOVE L’ESPRESSIONE E MUOVE IL SANGUE, LA<br />
GIOIA DEL MOVIMENTO.<br />
TERRA: la zona mediana del corpo, LA VOCE UMANA,<br />
TUTTA LA SUA AMPIEZZA E QUALITÀ, IL SOSTEGNO<br />
ALLA COMUNICAZIONE ALL’EMOZIONI ALLE<br />
RELAZIONI.<br />
METALLI: gli arti inferiori, STRUMENTI A CORDE<br />
PIZZICATE, LA VIBRAZIONE CHE COORDINA E<br />
DIVIDE IL TEMPO, LA REGOLAZIONE DELLO SPAZIO,<br />
CICLICITÀ SPAZIOTEMPORALE.<br />
ACQUA: la zona inferiore del corpo, VIBRAFONI XILOFONI<br />
E PIANOFORTE, L’AMPIEZZA DI TUTTE LE SONORITÀ,<br />
LA BASE E L’ESPRESSIONE DELLA COMPLESSITÀ<br />
NATURALE.<br />
Penso che l’ascolto di musiche tradizionali, acustiche possa aiutare<br />
a percepire la qualità ritmica degli strumenti-movimenti, per<br />
accordare le sensibilità che entrano nella relazione di cura in una
comunicazione musicale carica di senso ed efficacia. Tale<br />
relazione promuove la partecipazione ed attiva la possibilità di<br />
stabilire dei nessi interumani che rafforzano il senso comunitario,<br />
elemento spesso assente nella nostra pratica ma che è una<br />
determinante nella nozione stessa di medicina tradizionale.<br />
Ci rendiamo conto che riunire i concetti sinora espressi in un gesto<br />
tecnico possa risultare difficoltoso e pretestuoso ma sono convinta<br />
che quando otteniamo una stimolazione corretta, come la<br />
tradizione impone sui Punti di agopuntura praticare digito<br />
pressione fino al Da Qi, arrivo dell’energia, calore, operiamo un<br />
saper fare che ha molto ha che vedere con le idee qui espresse.<br />
Abbiamo tentato di analizzare caratteristiche tecniche che risultano<br />
nella clinica applicate spesso in modo meccanico e senza<br />
consapevolezza che spesso ne inficiano l’efficacia terapeutica;<br />
penso che insieme agli aspetti biomedici dovremo approfondire<br />
quei principi di base che spesso sono sottovalutati ma che<br />
trasformano il gesto in un atto di conoscenza e di coscienza,<br />
l’inizio di un percorso alla sensibilità che solo porta desiderio di<br />
conoscenza e che la conoscenza restituisce, acuendo la sensibilità.<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
Husserl, Idee per una fenomenologia pura e una filosofia<br />
fenomenologica, Einaudi<br />
Nathan, Medici e stregoni, Bollati Beringheri<br />
Boschi, Medicina Cinese, la radice e i fiori, Erga<br />
Granet, Il pensiero cinese<br />
Tao te ching, Adelphi<br />
Pierce, La scienza del suono, Zanichelli<br />
Coppo, Cardamone, Inglese, Etnopsichiatria, il Saggiatore<br />
Grof, La mente olotropica, RED<br />
Fraisse, Psicologia del ritmo
Lo shiatsu nella letteratura scientifica internazionale<br />
Emanuela Ledda<br />
Abstract per il Congresso Nazionale CiTeS – <strong>ottobre</strong> <strong>2006</strong><br />
Al fine di comprendere il ruolo dello shiatsu nella letteratura medico-scientifica<br />
internazionale è stata effettuata una ricerca nella letteratura bio-medica internazionale<br />
attraverso la consultazione delle principali banche-dati bibliografiche di carattere biomedico<br />
e socio sanitario.<br />
In particolare, la ricerca è stata effettuata, tra maggio 2005 e maggio <strong>2006</strong>, sulle banche dati<br />
bio-mediche delle principali biblioteche scientifiche digitali mondiali. La ricerca è stata<br />
effettuata utilizzando soltanto la parola “shiatsu”, inserita in una qualsiasi parte del testo,<br />
come chiave di ricerca. L’arco temporale considerato è stato dal 1975 al presente. Le<br />
banche dati consultate sono state: Scirus, BioMed Central, BioMedNet, ScienceDirect<br />
Ondine, CSA Cambridge Sciences Collection, Medline Advanced, Psyc-INFO, Scopus,<br />
WoS - Web of Science, EBSCO. Nell’insieme, queste banche dati comprendono la quasi<br />
totalità della letteratura bio-medica scientifica indicizzata elettronicamente.<br />
I risultati sono stati organizzati per argomento ed anno di pubblicazione. Si è<br />
successivamente evidenziato l’eventuale fattore di impatto delle riviste contenenti gli<br />
articoli attraverso la consultazione del “Journal Citation Reports”, ISI Thomson, aggiornato<br />
al 2004.<br />
Un totale di 262 articoli è emerso dalla ricerca. Tuttavia, soltanto 43 tra questi<br />
trattano effettivamente lo shiatsu; i rimanenti trattano principalmente la digitopressione e la<br />
medicina alternativa e complementare.<br />
L’analisi degli articoli per argomento ha rivelato che una prevalenza di articoli (11)<br />
riguardanti l’uso dello shiatsu in pratiche infermieristiche e ostetriche. Un ulteriore gruppo<br />
di articoli (10) è di argomento generale e manualistico. Un numero di articoli superiore al<br />
10% del totale riguarda gli effetti indesiderati successivi a trattamenti shiatsu. Considerata<br />
l’esiguità del numero totale di articoli reperiti, questi articoli rappresentano un numero<br />
significativo di pubblicazioni. In relazione all’arco temporale considerato, i primi articoli<br />
appaiono nel 1975, negli anni '80 vi è un lungo periodo di silenzio e dal 1989 vi è un lento<br />
ma progressivo incremento delle pubblicazioni e una continuità temporale.<br />
Gli articoli esaminati, indipendentemente dall'argomento specifico, vertono<br />
essenzialmente sul trattamento sintomatico di disturbi. E’ possibile ritenere che questo<br />
approccio rappresenti il tentativo di studiare, attraverso l’applicazione del metodo<br />
scientifico, i meccanismi di azione dello shiatsu. Al contrario, gli articoli che prendono in<br />
considerazione lo shiatsu nella sua valenza olistica sono rari e pertinenti a più ampi studi<br />
sociologici o psicologici.<br />
La distribuzione nel tempo evidenzia come dopo il primo momento di diffusione<br />
dello shiatsu in Occidente (1975) sia occorso un periodo abbastanza lungo (1981-1987) di<br />
sperimentazione e studio della tecnica che ha condotto alla pubblicazione di nuovi articoli.<br />
In conclusione, è possibile affermare come lo shiatsu in particolare e le medicine olistiche<br />
in generale siano poco diffuse in ambito terapeutico nella loro valenza olistica originaria e<br />
non solo in quanto mere tecniche volte alla cura di un particolare disturbo.
Lo shiatsu nella letteratura scientifica internazionale<br />
Emanuela Ledda<br />
La Mandragora, <strong>Palermo</strong>. E-mail: manuledda@neomedia.it<br />
Riassunto. Al fine di comprendere il ruolo dello shiatsu nella letteratura medico-scientifica<br />
internazionale è stata effettuata una ricerca nella letteratura bio-medica internazionale<br />
attraverso la consultazione delle principali banche-dati bibliografiche di carattere biomedico<br />
e socio sanitario. In particolare, la ricerca è stata effettuata, tra maggio 2005 e<br />
maggio <strong>2006</strong>, sulle banche dati bio-mediche delle principali biblioteche scientifiche digitali<br />
mondiali. La ricerca è stata effettuata utilizzando soltanto la parola “shiatsu”, inserita in una<br />
qualsiasi parte del testo, come chiave di ricerca. L’arco temporale considerato è stato dal<br />
1975 al presente. Nell’insieme, queste banche dati comprendono la quasi totalità della<br />
letteratura bio-medica scientifica indicizzata elettronicamente. I risultati sono stati<br />
organizzati per argomento ed anno di pubblicazione. Si è successivamente evidenziato<br />
l’eventuale fattore di impatto delle riviste contenenti gli articoli attraverso la consultazione<br />
del “Journal Citation Reports”, ISI Thomson, aggiornato al 2004. Un totale di 262 articoli è<br />
emerso dalla ricerca. Tuttavia, soltanto 43 tra questi trattano effettivamente lo shiatsu; i<br />
rimanenti trattano principalmente la digitopressione e la medicina alternativa e<br />
complementare. L’analisi degli articoli per argomento ha rivelato che una prevalenza di<br />
articoli riguardanti l’uso dello shiatsu in pratiche infermieristiche e ostetriche. Un ulteriore<br />
gruppo di articoli è di argomento generale e manualistico. Un numero di articoli superiore<br />
al 10% del totale riguarda gli effetti indesiderati successivi a trattamenti shiatsu. In<br />
relazione all’arco temporale considerato, i primi articoli appaiono nel 1975, negli anni '80<br />
vi è un lungo periodo di silenzio e dal 1989 vi è un lento ma progressivo incremento delle<br />
pubblicazioni e una continuità temporale. Gli articoli esaminati, indipendentemente<br />
dall'argomento specifico, vertono essenzialmente sul trattamento sintomatico di disturbi. E’<br />
possibile ritenere che questo approccio rappresenti il tentativo di studiare, attraverso<br />
l’applicazione del metodo scientifico, i meccanismi di azione dello shiatsu. Al contrario, gli<br />
articoli che prendono in considerazione lo shiatsu nella sua valenza olistica sono rari e<br />
pertinenti a più ampi studi sociologici o psicologici. In conclusione, è possibile affermare<br />
come lo shiatsu in particolare e le medicine olistiche in generale siano poco diffuse in<br />
ambito terapeutico nella loro valenza olistica originaria e non solo in quanto mere tecniche<br />
volte alla cura di un particolare disturbo.<br />
Parole chiave: Shiatsu, letteratura scientifica, medicina olistica, impact factor, ricerca bibliografica<br />
Introduzione<br />
Lo studio e la pratica di una serie di forme terapeutiche, culturalmente lontane da quella<br />
definita "occidentale", si sta sempre più affermando in Europa. La ragione di tale diffusione<br />
esula dal presente lavoro pur meritando una breve riflessione: la medicina occidentale<br />
sempre più si allontana dalla clinica affidandosi a mezzi di indagine tecnologici che<br />
ulteriormente riducono il tempo di interazione tra "malato" e "medico"; l'intima necessità di<br />
una persona sofferente di essere adeguatamente ascoltata è forse una delle ragioni del<br />
crescente successo delle medicine alternative.
Lo scopo della presente ricerca riguarda la comprensione del ruolo che lo shiatsu, una delle<br />
forme terapeutiche "non occidentali" più diffuse, ha nella letteratura medico-scientifica<br />
internazionale, al fine di valutare la maniera in cui questa disciplina viene percepita dal<br />
punto di vista di quello che dovrebbe essere uno dei nuclei culturali più autorevoli (il<br />
corpus delle riviste mediche) della scienza medica odierna.<br />
Metodo<br />
La ricerca è stata effettuata, tra maggio 2005 e maggio <strong>2006</strong>, attraverso la consultazione via<br />
Internet delle banche dati bio-mediche delle principali biblioteche scientifiche digitali<br />
mondiali. In particolare, si è scelto di utilizzare la sola parola “shiatsu”, inserita in una<br />
qualsiasi parte del testo (titolo, autore, keyword, abstract, testo e bibliografia citata), come<br />
chiave di ricerca. Sono state consultate le seguenti banche dati: Scirus, BioMed Central,<br />
BioMedNet, ScienceDirect Ondine, CSA Cambridge Sciences Collection, Medline<br />
Advanced, Psyc-INFO, Scopus, WoS - Web of Science, EBSCO. Nell’insieme, queste<br />
banche dati comprendono la quasi totalità della letteratura bio-medica scientifica<br />
indicizzata elettronicamente. L’arco temporale considerato è stato dal 1975 al presente.<br />
Inoltre, per valutare il grado di impatto che tale letteratura può avere, gli articoli reperiti<br />
sono stati ordinati in relazione all'Impact Factor raggiunto dalla rivista su cui sono stati<br />
pubblicati. L'attribuzione di questo indice numerico, elaborato ed annualmente aggiornato<br />
dalla ISI Thomson©, si basa sul rapporto tra numero di articoli pubblicati dalla rivista e<br />
numero di citazioni totali ottenute per ciascun anno. All'elaborazione dell'indice concorre la<br />
somma di tali valori nei due anni precedenti. I valori di IF qui riportati sono relativi al 2004<br />
e si riferiscono ai dati relativi agli anni 2002 e 2003.<br />
Risultati<br />
La ricerca nelle banche dati è stata condotta su un totale di circa cinquanta milioni di record<br />
contenuti in circa 6500 riviste di carattere prevalentemente bio-medico, psicologico e<br />
sociologico, in un periodo di tempo che va dal nel 1975 ad oggi.<br />
La parola chiave "shiatsu" ha consentito di individuare un totale di 262 articoli. Tuttavia,<br />
soltanto 43 (circa il 16% di 262 ma lo 0,000085% se consideriamo il numero totale di<br />
record esaminati) trattano effettivamente lo shiatsu (Fig. 1); i rimanenti riguardano<br />
principalmente la digitopressione (46 %) e la medicina alternativa e complementare (26 %)<br />
e la parola chiave è semplicemente elencata a titolo esemplificativo tra le diverse terapie o<br />
contenuta in bibliografia. L'elenco completo dei 43 articoli è riportato in bibliografia<br />
insieme ad alcuni testi di carattere epistemiologico più generale.
Psychiatry/psycology<br />
Sociology<br />
TCM<br />
Massage therapy<br />
Shiatsu<br />
CAM<br />
Acupressure<br />
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130<br />
Fig. 1. Distribuzione per argomento dei 262 articoli risultati dalla ricerca condotta utilizzando la<br />
parola chiave "Shiatsu"<br />
L'analisi dei 43 articoli suddivisi per argomento (Fig. 2) ha rivelato una prevalenza di<br />
articoli (26%) riguardanti l’uso dello shiatsu in pratiche infermieristiche e ostetriche. Un<br />
ulteriore gruppo di articoli (23 %) è di argomento generale e manualistico. Di particolare<br />
rilievo è il numero di articoli (12 %) riguardanti gli effetti indesiderati successivi a<br />
trattamenti shiatsu. Considerata l’esiguità del numero totale di articoli reperiti, questi<br />
articoli rappresentano un numero significativamente elevato di pubblicazioni.<br />
12<br />
10<br />
8<br />
6<br />
4<br />
2<br />
0<br />
Fig. 2. Distribuzione per argomento dei 43 articoli inerenti lo Shiatsu
Gli articoli esaminati, indipendentemente dall'argomento specifico, vertono essenzialmente<br />
sul trattamento sintomatico di disturbi di varia natura. E’ possibile ritenere che questo<br />
approccio rappresenti il tentativo di studiare, attraverso l’applicazione del metodo<br />
scientifico, i meccanismi di azione dello shiatsu. Al contrario, gli articoli che prendono in<br />
considerazione lo shiatsu nella sua valenza olistica sono rari e pertinenti a più ampi studi<br />
sociologici o psicologici.<br />
La figura 3 mostra l'andamento temporale del numero di pubblicazioni annuali inerenti lo<br />
Shiatsu. In relazione all’arco temporale considerato, i primi articoli appaiono nel 1975,<br />
circa un decennio dopo l'introduzione della pratica in Occidente; negli anni '80 vi è un<br />
lungo periodo di silenzio, probabilmente coincidente con la diffusione dello Shiatsu e la<br />
ricerca su di esso in Europa e Nord America; dal 1989 è osservabile un lento ma<br />
progressivo incremento delle pubblicazioni ed una maggiore continuità temporale.<br />
2003<br />
1999<br />
1995<br />
1991<br />
1987<br />
1983<br />
1979<br />
1975<br />
0 1 2 3 4 5 6 7<br />
Fig. 3. Distribuzione temporale dei 43 articoli inerenti lo Shiatsu nel periodo esaminato<br />
La distribuzione degli articoli per classi di Impact Factor crescente (Fig. 4) evidenzia un<br />
marcato andamento unimodale con il maggior numero di articoli (70 %) contenuto nella<br />
classe a più basso impatto. Peraltro la classe ove sono raggruppate le riviste a più alto<br />
impatto comprende unicamente la prestigiosa The Lancet su cui lo Shiatsu negli ultimi 30<br />
anni appare considerato due volte; la prima nel 1993 in un articolo volto a metterne in luce<br />
la pericolosità (Mumm A.H. et al., Zoster after Shiatsu. 341: 447) e successivamente, nel<br />
1998 (351: 1519), in una breve ed asettica recensione della tecnica (Charach R., Shiatsu).<br />
Discussione e conclusioni<br />
Il risultato più eclatante della presente ricerca riguarda probabilmente l'esiguità di articoli<br />
"scientifici" dedicati allo studio dello Shiatsu e reperiti attraverso la consultazione delle
anche dati, considerando soprattutto il totale dei record esaminati. E' possibile ritenere che<br />
tale esiguità numerica sia dovuta alla relativa novità dello Shiatsu come tecnica terapeutica.<br />
35<br />
30<br />
25<br />
20<br />
15<br />
10<br />
5<br />
0<br />
0,0-0,6 0,6-2,0 2,0-6,0 >6,0<br />
Fig. 4. Distribuzione in classi di frequenza dell'Impact factor delle riviste sulle<br />
quali sono pubblicati i 43 articoli inerenti lo Shiatsu.<br />
Tuttavia, quasi mezzo secolo é trascorso da quando lo Shiatsu è stato introdotto in<br />
Occidente. Appare quindi più probabile che vi sia una difficoltà ad accettare una visione<br />
assai diversa da quella dominante nel mondo accademico ed istituzionale occidentale assai<br />
spesso assoggettato a necessità che esulano da "malattia" e "cura". Lo Shiatsu infatti data la<br />
sua natura olistica impone una visione che può sembrare al ricercatore Occidentale meno<br />
rassicurante dell’abituale attribuzione di ogni fenomeno a rapporti di causa-effetto.<br />
Un significativo numero di articoli evidenzia peraltro i possibili effetti negativi connessi<br />
alla pratica dello Shiatsu. Questi articoli appaiono, ad una lettura attenta, pregiudizievoli e<br />
preconcettuali basandosi solo su un singolo caso e non rilevando alcun nesso effettivo tra la<br />
pratica effettuata ed il danno occorso. Appare chiaramente che i casi di lesioni occorsi<br />
successivamente a sedute di shiatsu non possono costituire un precedente clinico. Ciò è<br />
peraltro sottolineato in alcuni studi e, in particolare, in una ricerca del 2003 (K.E. Grant,<br />
Massage safety: injuries reported in Medline relating to the practice of therapeutic<br />
massage – 1965-2003) ed in una del 2004 (M. Batavia, Contraindications for therapeutic<br />
massage: do sources agree?) in cui si evidenzia che i casi di lesione non hanno rapporto di<br />
causa-effetto con lo shiatsu e si auspica, ovviamente, che il massaggio terapeutico sia<br />
effettuato da professionisti.<br />
Una ulteriore evidenza che nasce dalla lettura degli articoli è che la trattazione dei disturbi<br />
riguarda quasi esclusivamente gli aspetti sintomatici. E’ possibile ritenere che questo<br />
approccio rappresenti il tentativo di studiare i meccanismi di azione dello shiatsu attraverso<br />
l’applicazione del cosiddetto “metodo scientifico”. Gli articoli che prendono in<br />
considerazione lo shiatsu nella sua valenza olistica sono rari e pertinenti a più ampi studi<br />
sociologici o psicologici. La maggior parte degli studi pubblicati riguardano un numero
estremamente limitato di casi e i dati riferiti sono spesso insufficienti e statisticamente non<br />
significativi.<br />
Dall’analisi della letteratura scientifica internazionale sembrerebbe che la ricerca clinica,<br />
perlomeno quella condotta in ambito bio-medico sulle cosiddette medicine alternative,<br />
utilizzi a sproposito il metodo scientifico basato su un processo che comporta la<br />
successione dei seguenti passi: osservazione/misurazione, ipotesi, teoria, confutazione della<br />
teoria; tale metodo tuttavia va impiegato con estrema cautela nello studio dei sistemi (sensu<br />
von Bertalanffy, 2004); al contrario, negli articoli esaminati, si cerca di ricondurre il<br />
sintomo alla sua causa etiologica unicamente secondo un rapporto diretto di causa-effetto,<br />
dimenticando che il sintomo è una delle varie e numerose espressioni di un’entità<br />
complessa quale è l’organismo umano, paradigma di un sistema aperto. L'impressione che<br />
deriva leggendo gran parte degli articoli è che l'applicazione acritica del metodo scientifico<br />
generi spesso schemi errati e preconcettuali (più vicini al dogma metafisico piuttosto che<br />
alla medicina).<br />
In conclusione, dall'esame della letteratura medico-scientifica internazionale sembrerebbe<br />
possibile affermare come lo shiatsu in particolare e le medicine olistiche in generale siano<br />
poco diffuse in ambito terapeutico nella loro valenza olistica originaria, o addirittura<br />
osteggiate attraverso un'applicazione impropria del metodo di indagine. Quest'ultima<br />
possibilità rende inquietante, dal punto di vista del paziente, il rapporto tra scienza medica,<br />
studio delle patologie ed elaborazione della cura, lasciando adito al sospetto che vi possano<br />
essere interessi diversi dalla reale volontà di curare nella odierna medicina occidentale.<br />
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Tàijíquán come forma di Qìgōng: lo stile Chén Xiăojià<br />
Autori: Vito Marino *, Riccardo Lombardo **<br />
* Vice-Presidente <strong>FISTQ</strong>, Presidente Onorario dell’Associazione QI, Istruttore di Qigong e<br />
di Taijiquan, Docente al Master Universitario di Agopuntura e MTC (Università di <strong>Palermo</strong>)<br />
** Istruttore di Taijiquan, Maestro di Difesa Personale<br />
Introduzione storica alla Piccola Struttura (Xiăojià) dello Stile Chén<br />
del Tàijíquán e sue caratteristiche<br />
Nonostante le diverse leggende sulle origini del Tàijíquán, che in genere ne<br />
retrodatano la sua nascita, si può affermare che fu Chén Wāngting a creare le prime serie<br />
di movimenti che furono definite Tàijíquán. In quel periodo non vi erano naturalmente<br />
differenze di stile, in quanto Chén Wāngting operò una sintesi tra le tradizioni marziali della<br />
sua famiglia (fu un militare di professione) e le sue conoscenze in materia di alchimia<br />
taoista e metodi taoisti per la salute e la longevità.<br />
All’interno della grande famiglia del Tàijíquán, che ora si suddivide nei vari stili Yáng,<br />
Wu (Jian Quán), Wu (Yu Xiang), Sūn, Zhaobao, etc., lo stile della Xiăojià (Piccola<br />
Struttura), è il metodo di pratica più tradizionale.<br />
Lungo la linea di trasmissione dello stile, fino a Chén Xīn (1849-1929), 8°<br />
generazione dello stile, non vi erano distinzioni ufficiali tra Piccola e Grande Struttura del<br />
Tàijíquán della famiglia Chén, tanto che nella prefazione del Chénshì Tàijíquán Túshuō<br />
(Trattato illustrato sul Tàijíquán della Famiglia Chén), da tutti i praticanti considerato “la<br />
Bibbia delle arti marziali”, il suo autore, Chén Xīn appunto, dice parlando del Tàijíquán:<br />
“Temo il passare del tempo e non ho la pazienza di aspettare ancora; temo anche che si<br />
dividerà in scuole e branche e che la vera conoscenza andrà persa. Per questa ragione<br />
nel mio tempo libero faccio tutto ciò che posso per spiegare e chiarire i segreti profondi, e<br />
descriverla dettagliatamente”. Inoltre, nel libro non vi è mai menzione di una divisione tra<br />
Piccola e Grande Struttura (Dàjià) del Tàijíquán, come è attualmente, anche se nelle sue<br />
parole si manifesta già la preoccupazione per la preservazione dello stile originario.<br />
Comunque, sicuramente fino a Chén Yóubén, 6° generazione, era stato trasmesso<br />
un unico metodo di pratica di Tàijíquán.<br />
Fin dall’inizio, nella pratica del Tàijíquán Chénshi Xiăojià si apprende a combinare<br />
durezza e morbidezza, vuoto e pieno, Yīn e Yáng, anche se all’inizio prevale la ricerca<br />
della morbidezza e del rilassamento.<br />
Il Tàijíquán stile Chén è un’arte marziale molto raffinata che aiuta a sviluppare il<br />
potenziale umano a più livelli: migliora la salute, allena per l’autodifesa, promuove lo<br />
sviluppo spirituale e il dominio dell’energia interna. Come arte marziale è estremamente<br />
efficace perché insegna il migliore uso della meccanica del corpo. Il Tàijíquán mantiene<br />
sciolte le articolazioni, migliora il coordinamento e l’equilibrio, promuove la longevità. Lo<br />
stile Xiăojià del Tàijí Chén enfatizza particolarmente il non rilasciare troppo spesso la forza<br />
nei movimenti di fājìn (esplosione della “forza”, intesa come forza che circola nei muscoli e<br />
non mera forza da contrazione muscolare) e invece il canalizzarla internamente.
Elementi “interni” della pratica del Tàijíquán<br />
Uno dei punti fondamentali del Tàijíquán è l’attenzione sull’”intenzione”, o ”intenzione<br />
cosciente”, “Yì”, per controllare il flusso del Qì. I piedi e le anche sono i fulcri da cui tutti i<br />
movimenti della parte inferiore del corpo, e la forza stessa del Qì prodotta, originano, il<br />
Dāntián inferiore è la zona centrale, il centro da cui originano invece tutti i movimenti della<br />
parte superiore del corpo. Si mantiene il corpo sempre allineato e interconnesso, in modo<br />
tale che il movimento di una parte del corpo provochi un cambiamento coordinato in ogni<br />
altra parte.<br />
Un altro elemento importante nella pratica del Tàijíquán è l’essere “Sōng”.<br />
Nonostante si possa tradurre Sōng con “rilassamento”, non bisogna confondere le due<br />
cose. Sōng significa, si, essere rilassato, ma anche all’erta, morbido, agile e in grado di<br />
muoversi rapidamente, e contemporaneamente anche forte, “come il ferro avvolto dal<br />
cotone”. L’ottenimento di queste capacità ha come punto iniziale la ricerca del<br />
rilassamento sia fisico che mentale.<br />
Le spalle e le anche, le “barriere” articolari più importanti e grosse del corpo sono<br />
cruciali nella ricerca del rilassamento, e quindi della libera circolazione del Qì nel corpo. Il<br />
rilassamento delle anche è prioritario, in quanto facilita quello delle spalle. Flettere<br />
l’articolazione delle anche e piegare le ginocchia per tenere sospesa la testa sono le due<br />
esigenze maggiori per il corretto posizionamento del corpo nel Tàijíquán.<br />
Il segno che la pratica del Tàijíquán è corretta è che si può sentire il proprio Qì<br />
circolare e il Jìn accumularsi nei muscoli e seguire l’intenzione del nostro movimento.<br />
Per arrivare a questo punto è necessario allineare il corpo secondo certe regole fisse,<br />
correlate alla “apertura” di determinati punti del corpo su cui si deve portare l’attenzione<br />
durante la pratica.<br />
Punti (agopunti) importanti nella pratica Tàijíquán<br />
I punti (agopunti) più importanti da conoscere ai fini della pratica dello stile Chén del<br />
Tàijíquán sono: GV20/Băihuì, LI15/Jiānjĭng, LI11/Qūchí, LU1/Zhōngfu, CV1/Huìyīn,<br />
GV1/Chángqián, GV4/Mìngmén, BL40/Weìzhōng, KI1/Yŏngquán, GB31/Fēngshì,<br />
GB30/Huántiào. Tra questi ne esamineremo brevemente alcuni.<br />
KI1/Yŏngquán (Fontana Gorgogliante). Quando si appoggia il piede sul terreno a<br />
piatto e rilassato, il peso del corpo dovrebbe essere scaricato su questo punto. La pratica<br />
lenta delle forme di Tàijíquán permette di “sentire” questo punto. Nel Tàijíquán si dice:<br />
“Tutti i movimenti hanno la loro origine nei piedi, cominciano nelle gambe, sono controllati<br />
dalla zona della vita, si concludono alle mani”. In ogni movimento la percezione dello<br />
stesso deve essere radicata nel punto KI1/Yŏngquán. Il peso parte da uno di questi due<br />
punti, “riempiendo” l’arto inferiore corrispondente e “svuotando” l’altro.<br />
GV4/Mìngmén (Porta della Vita). Tra la seconda e la terza vertebra lombare, alla<br />
stessa altezza dell’ombelico. Quando il petto viene rilassato e diventa “vuoto”, GV4/
Mìngmén viene automaticamente tirato in fuori. Questo punto si può considerare il punto<br />
più importante della zona della vita per quanto riguarda il movimento nel Tàijíquán.<br />
GV20/Băihuì (Cento Riunioni). Tutti i meridiani Yáng si incontrano a questo punto.<br />
A livello di questa zona si dovrebbe sentire una sensazione di “tiraggio”, come se si fosse<br />
sospesi da questo punto verso l’alto. In caso contrario, durante la pratica il corpo sarà<br />
senza sostegno, flaccido. Per ottenere un corretto posizionamento di questo punto non<br />
fare pendere la testa in avanti (per guardare in basso), o indietro durante la pratica del<br />
Tàijíquán, e rientrare il mento. “Sospendere la sommità della testa” aiuta a condurre il Qì<br />
nel suo tragitto da KI1/Yŏngquán fino alla testa.<br />
LU1/Zhōngfu (Dimora Centrale). In questo caso “Centrale” significa Riscaldatore<br />
Medio. Si trova al margine inferiore del 1° spazio intercostale, a sei cùn dalla linea<br />
mediana, sotto il processo coracoideo della scapola. Rilassando questi punti si<br />
rilasseranno clavicole e spalle, facilitando l’affondamento del Qì nel Dāntián e il<br />
raddrizzamento della zona lombare. In particolare, una volta che il Qì arriva alla testa,<br />
ridiscende verso il basso lungo la linea mediana del corpo. Per permettere questo tragitto<br />
bisogna appunto rilassare il petto e lasciare discendere le costole.<br />
CV1/Huìyīn (Incrocio dello Yīn, o Riunione del Perineo). A metà strada tra la<br />
radice dei genitali e l’ano. CV1/Huìyīn, insieme a GV20/Băihuì, sono i due unici punti che<br />
si devono tenere e percepire sollevati verso l’alto. Importante la sensazione<br />
dell’allineamento tra questi due punti per facilitare la messa in moto del Piccolo Circuito<br />
Celeste (circolazione tra Dūmài e Renmài).<br />
Basi comuni ai vari tipi di Qìgōng.<br />
Tutti i tipi di Qìgōng sono costituiti da pratiche, metodi e tecniche che permettono di<br />
incrementare l’equilibrio psicofisico partendo da un potenziamento ed armonizzazione dei<br />
cosiddetti tre tesori: il Jīng, o essenza, il Qì, e lo Shén, l’insieme della facoltà mentali e<br />
vitali dell’individuo.<br />
Le tecniche, indipendentemente dallo stile, si articolano in tre momenti<br />
fondamentali:<br />
1. Tiáoshēn (regolazione del corpo);<br />
2. Tiáoxī (regolazione del respiro);<br />
3. Tiáoxīn (regolazione del cuore e della mente).<br />
Tiáoshen: regolare e rilassare il corpo mantenendolo in una certa posizione, oppure<br />
facendolo muovere in un certo modo; sviluppo della coordinazione, del rilassamento,<br />
dell’equilibrio.<br />
Tiáoxi: respirare in modo regolare. Nel Qìgōng vi sono molte tecniche di respirazione,<br />
compreso il respirare in modo “naturale”. Le tecniche di respirazione del Qìgōng sono<br />
regolari, leggere, profonde e lunghe, senza sforzo, eventualmente con una emissione<br />
sonora vocale.<br />
Tiáoxin: armonizzare il movimento del pensiero, sgombrare la mente da ogni<br />
preoccupazione. Ci si avvale di tecniche che usano l’immaginazione, la visualizzazione, la
concentrazione su determinate parti del corpo. Con il controllo della mente si può arrivare<br />
ad assorbire e a visualizzare l'energia dell'ambiente.<br />
Tàijíquán e Qìgōng<br />
La pratica del Tàijíquán, analogamente alla pratica del Qìgōng taoista, è<br />
generalmente distinta in quattro tappe:<br />
1. "Zhu ji" (Costruire le Fondamenta). Pratica di tecniche introduttive per il<br />
raggiungimento del rilassamento fisico e mentale, finalizzato a rallentare, fino a fermarlo, il<br />
flusso dei pensieri. Particolarmente importante è l’attenzione su quelli che si chiamano “i<br />
legamenti”, cioè le articolazioni: dalla spalla al polso, dai fianchi al tallone, dal sacro alla<br />
testa. Nella nostra Scuola questo prevede anche la pratica di una sequenza di posture e<br />
movimenti chiamata Wŭgōng, dei Bāduànjĭn (“Otto Broccati”), di esercizi introduttivi sui<br />
movimenti di base del Tàijíquán.<br />
2. "Ning jing lian qi" (Condensare il Jing per Raffinare il Qì), o "Lian jing hua qi"<br />
(Raffinare il Jing per Trasformarlo in Qi). Si pratica la concentrazione mentale su alcuni<br />
punti del corpo come i tre "Dantian", il che permette al qi di potere scorrere all'interno del<br />
corpo e nei meridiani. A questo livello è importante la concentrazione sui punti sopra<br />
descritti e altri ancora durante l’esecuzione delle “forme”. Bisogna “sprofondare il Qì nel<br />
Dāntián” inferiore, in seguito fargli raggiungere braccia e gambe.<br />
3. "Lian qi hua shen" (Raffinare il Qì per Trasformarlo in Shén). Raggiunta l'armonia<br />
tra Shen e Yì, il qi sarà raffinato per raggiungere un più alto stato di coscienza e<br />
consapevolezza. Questo è il livello che fa sviluppare sensibilità particolari, al livello fisico e<br />
a quello psichico. A questo livello il Qì si muove attraverso l’osso sacro fino alla testa.<br />
Su questo punto scrive Cheng Man Ch’ing (1910-1975), un famoso Maestro di<br />
Tàijíquán, proprio a proposito di una tappa della pratica del Tàijíquán: “Quando il<br />
principiante inizia a imparare il T’ai Chi Ch’uan, dovrebbe chiudere la sua mente e il ch’i<br />
(altra traslitterazione di Qi) nel tan t’ien (altra traslitterazione di Dantian). … Dopo lungo<br />
tempo, il ch’i passa naturalmente attraverso il coccige, si diffonde lungo la colonna<br />
vertebrale e viaggia su attraverso la regione occipitale fino alla cima della testa; quindi<br />
ridiscende verso il tan t’ien. Ciò corrisponde all’unificazione dei meridiani jen altra<br />
traslitterazione di Ren, si riferisce al Canale extra Remai) e tu (altra traslitterazione di Du,<br />
si riferisce al Canale Extra Dumai) e all’accoppiamento di cuore e reni”. Non è una esatta<br />
descrizione della diffusa tecnica di Qìgōng detta Xiăozhōutiān (Piccolo Circuito Celeste)?<br />
4. "Lian shen huan xu" (Raffinare lo Shén per Tornare al Vuoto). La pratica a questo<br />
livello fa sì che la "perla brillante" cresciuta all'interno del Dantian si espanda nel corpo fino<br />
alla testa, illuminandolo. E' il raggiungimento dell'estasi mistica, in cui si eliminano i confini<br />
tra il sé e il non-sé, tra "io" e Natura. A questo livello si è in armonia con il proprio<br />
avversario, e, per esempio, nello studio e la pratica del Tuīshŏu, “Spinta delle Mani”, si<br />
impara il “Tīng Jīn”, “ascoltare la forza” del partner, la si “comprende”.
Conclusioni<br />
Il Tàijíquán, soprattutto lo stile Chén Xiăojià deriva, come il Qìgōng Taoista, dalla<br />
grande corrente filosofica del Taoismo, che ne influenza molto di più del Confucianesimo<br />
le tappe della pratica.<br />
Alcune scuole di Qìgōng Taoista sono basate su movimenti e ”camminate” in cui si<br />
coordina il passo con il movimento delle mani. Analogamente il Tàijíquán Chénshi Xiăojià,<br />
attraverso la pratica delle “forme”, fin dall’inizio dell’apprendimento combina durezza e<br />
morbidezza, vuoto e pieno, Yīn e Yáng, anche se all’inizio prevale la ricerca della<br />
morbidezza e del rilassamento, mentre la maggior parte delle altre scuole di Tàijíquán<br />
basano la pratica iniziale sulla lentezza e il rilassamento.<br />
Per concludere, le caratteristiche che permettono di considerare il Tàijíquán come<br />
una forma di Qigong si possono così riassumere:<br />
• Riequilibrio del corpo (Tiáoshēn). Attraverso lo studio dei movimenti di<br />
base e dell’esecuzione delle “forme”.<br />
• Riequilibrio del respiro (Tiáoxī). Il respiro si mantiene naturale durante la<br />
pratica, e con il progredire dell’esercizio diventa spontaneamente più<br />
profondo, uniforme e lento ma senza sforzo, scendendo verso il Dāntián. Ai<br />
livelli più avanzati il respiro si coordina con il movimento, con l’inspirazione<br />
durante i movimenti verso l’alto e l’interno e l’espirazione durante i<br />
movimenti verso il basso e l’esterno.<br />
• Riequilibrio della mente (Tiáoxīn). La concentrazione sugli agopunti<br />
descritti favorisce il riequilibrio dello Shén e dello Xīn, portando il praticante<br />
avanzato alla sensazione di fusione con l’ambiente circostante, punto più<br />
alto della pratica del Tàijíquán.<br />
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BIBLIOGRAFIA<br />
• Chen M. C., Tredici Sagi sul T’ai Chi Ch’uan, Feltrinelli, Milano, <strong>2006</strong>.<br />
• Jian G., La “Piccola Struttura”, in Arti d’Oriente, maggio/giugno 2003, pagg 12-18.<br />
• Li X., Metodo pratico di autoelevazione col QI GONG tradizionale cinese, Erga<br />
edizioni, Genova, 1997.<br />
• Marino V. Testa R., Il Qìgōng della Coltivazione dell’Intelligenza. Il Zhìnéng Qìgōng.<br />
(in corso di pubblicazione).<br />
• Tu-Ky L., L’importance de l’Accomplissement du SŌNG, in<br />
http://www.paChentaichi.com/<br />
• Tu-Ky L., Comment placer votre corps pour une meilleure circulation du QI : un<br />
guide pour pratiquer correctement le Tàijí Quan, in http://www.paChentaichi.com/<br />
• Tu-Ky L., How to Align Your Body For Better Qi Flow: A Guide to the Correct<br />
Practice of Tàijíquán, in http://www.paChentaichi.com/<br />
• Zhào X., Gatti F., Dizionario compatto Cinese Italiano Italiano Cinese e<br />
conversazioni, Zanichelli, Bologna, 1996.<br />
• Zhu T.C., Le Origini della Lăojià, della Xiăojià e della Xīnjià del Tàijíquán della<br />
famiglia Chén , EnerTao, Marzo 2005.<br />
• http://www.qingfeng.it/
Shiatsu e Ju Jutsu<br />
Percorsi paralleli e tecniche comuni<br />
Maria Dàlila Bonanotte<br />
Centro Shen – Pomezia (ROMA)<br />
Da quando ho iniziato a praticare Shiatsu, mi ha sempre colpito<br />
l’enorme potenzialità di far circolare la Vita, di sanare con gli stessi punti<br />
che, con il Ju Jutsu (che significa Arte della Cedevolezza o Dolce Arte)<br />
ho imparato a utilizzare per colpire e, in caso estremo, per dare la morte.<br />
Ho appreso con lo Shiatsu che il respiro che appoggio sulla spada<br />
affinché tagli usa la stessa energia che occorre perché in un meridiano<br />
torni l'equilibrio, cioè il benessere, la salute.<br />
Non è poesia: studiando seriamente le Arti “Tradizionali", è<br />
realmente così. Quando ci si rende conto di ciò che è possibile fare<br />
attraverso il respiro o il proprio corpo, non si può non nutrire un sincero<br />
amore per la Vita e un profondo rispetto per la Morte. Ogni gesto non può<br />
essere banale, approssimato, è una responsabilità.<br />
Questo di oggi è un tentativo per esporre la mia esperienza.<br />
Provengo dalla Hashi Ryu Ju Jutsu 1 , una scuola contemporanea che<br />
però affonda le sue radici nella tradizione rifacendosi, in parte, anche alla<br />
Hontai Yoshin Ryu 2 che risale al periodo Edo (1603-1868).<br />
1 Responsabile di questa Scuola – con più di vent’anni di pratica – è il M° Maurizio Germano, che<br />
vive e insegna a Roma.<br />
2 I primi contatti per l’Italia risalgono al 1980 e si devono al M° Stelvio Sciutto, attuale responsabile<br />
per l’Italia.
Partiremo da strumenti che più di qualcuno, credo, scoprirà o<br />
constaterà, sorprendentemente comuni e, soprendentemente comuni<br />
troveremo anche i percorsi disegnati da queste due Discipline: Shiatsu e<br />
Ju Jutsu.<br />
Shakespeare diceva che nessuna cosa è in sé buona o cattiva,<br />
dipende dall’uso che se fa. Nulla di più vero; vediamo insieme se le cose<br />
stanno effettivamente così.<br />
Dagli appunti di “Scuola” (Shiatsu):<br />
“Tecnica: postura/campo energetico; obiettivo; forza di<br />
penetrazione; velocità, profondità, ritmo; angolo di penetrazione,<br />
intenzione”.<br />
Di sicuro non debbo chiedere qui se ci sono praticanti di Shiatsu ma,<br />
se ciò che ho appena detto vi risulta “familiare” - concedetemelo – al<br />
termine forse scopriremo che ci sono più praticanti di arti marziali di quel<br />
che sembra.<br />
Il percorso è forzatamente abbreviato ma spero susciti delle<br />
riflessioni e, perché no, la sana curiosità che induce a verificare di<br />
persona.<br />
Tutto ciò che viene esposto sarà riferito allo Shiatsu come al Ju<br />
Jutsu. La loro storia è in parte ancora avvolta nel mistero, ma si deve<br />
comunque considerare notevole il peso del reciproco ascendente: l’arte del<br />
combattere, del vivere e del curare, secondo il vissuto di popoli molto<br />
lontani da noi per usi e consuetudini, hanno senza dubbio un percorso<br />
comune. Bisogna accostarsi ad entrambe le Discipline senza pretendere di<br />
2
stabilire dei parametri di giudizio ma come interessati a progredire nella<br />
conoscenza.<br />
Premettendo che La tecnica non è il fine dell’arte, essa è soltanto lo<br />
strumento 3 chiediamoci allora immediatamente:<br />
CHE COSA È UNA TECNICA<br />
In giapponese WAZA (TECNICA): nelle arti marziali è l’applicazione<br />
pratica di quanto appreso in un KATA ossia una sequenza di esercizi<br />
formali, codificati per studiare come attaccare o difendersi. Anche per lo<br />
Shiatsu consiste in una sequenza di movimenti e manovre che, messe in<br />
atto, procurano benessere e salute al paziente. Nello studio di tutti e due<br />
gli ambiti disciplinari viene considerato anche il ritmo di esecuzione e la<br />
distanza; enumeriamo, a questo punto, alcune delle componenti essenziali<br />
di una tecnica.<br />
MAAI ovvero: lo spazio, il tempo, il ritmo.<br />
KUZUSHI: la rottura dell’equilibrio, l’allineamento della struttura fisica<br />
di Uke o la sua destrutturazione, l’interruzione delle linee di forza<br />
dell’energia o la loro congiunzione.<br />
KAMAE: la posizione radicata al suolo, potente ma agile.<br />
KIME: la gestione dell’energia centralizzata nel tanden.<br />
ZANSHIN: il controllo della situazione spazio temporale e non solo al<br />
termine di un’esecuzione tecnica.<br />
SCOPRIREMO QUESTI CONCETTI COMUNI ALLO SHIATSU COME AL JU JUTSU.<br />
3 M° M. Germano – Hashi Ryu Ju Jutsu - Roma<br />
3
A CHE COSA SERVE UNA TECNICA TECNICA?<br />
Nel Ju Jutsu l’insieme delle azioni compendiate in un kata erano<br />
generalmente previste per un combattimento in cui era in gioco la vita.<br />
Ribadiscono lo stesso concetto di “riassunto”, se così possiamo<br />
esprimerci, le routine che vengono apprese dall’aspirante shiatsuka,<br />
queste, però, chiaramente volte a sollecitare le energie positive del<br />
Ricevente, incoraggiando il fluire della vita e impegnando anche Tori in<br />
una comunicazione traslata da un linguaggio che usa parametri differenti<br />
dal solito. Nessuna di queste due Discipline, infatti, fa a meno della<br />
comunicazione non verbale come pure di concreti riferimenti alle<br />
pertinenti mappe anatomiche e, più propriamente, all’anatomia e fisiologia<br />
intesa nel senso occidentale. In definitiva, è il pensiero<br />
inequivocabilmente manifestato dal corpo umano e dal suo linguaggio.<br />
Iniziamo ora a soffermarci su alcune delle componenti essenziali di<br />
una tecnica.<br />
MAAI è “la giusta distanza” che ogni volta risulta essere unica<br />
perché correlata ogni volta alla necessità del momento, al controllo del<br />
corpo e del movimento proprio e altrui.<br />
Giusta per che cosa? In una disciplina marziale tradizionale come Ju<br />
Jutsu o come Kenjutsu, 4 è la distanza giusta per cui è possibile impostare<br />
e condurre a termine un’azione sia di difesa che di attacco o trasformare<br />
l’una nell’altro; è ovvio che ci riferiamo tranquillamente anche ad una<br />
4 Kenjutsu: lit. arte della spada; qui ci riferiamo, in particolare, alla scherma tradizionale giapponese<br />
e più specificatamente alla Tenshin Shoden Katori Shinto Ryu, antica scuola in cui maai indica<br />
anche l’incrociarsi delle lame in un punto esatto per iniziare un combattimento mortale, ritualizzato<br />
in kata di crescente difficoltà.<br />
4
azione terapeutica nell’ambito di un trattamento Shiatsu preceduto<br />
dall’osservazione – ichigan, lo sguardo- che indica la priorità assoluta di<br />
osservare chi ci sta davanti; si pensi alle prime fasi di approccio al<br />
paziente quali, appunto, l’osservazione, e, solo in seguito, avverrà il<br />
contatto vero e proprio, poco prima di iniziare un trattamento mirato.<br />
Fuori di questa “distanza” può esservi la strategia del “non<br />
intervento”, la fuga vera e propria oppure la scelta del contatto corpo a<br />
corpo, se essa viene oltremodo ridotta, con tutte le sue implicazioni e<br />
applicazioni.<br />
Tori non lascia trasparire nulla dallo sguardo ma riesce, in qualche<br />
modo, ad entrare in sintonia con Uke, a fondersi con lui.<br />
In un siffatto rapporto di scambio accade il fluire dell’energia ed è<br />
indifferente parlare di Shiatsu o di Ju Jutsu .<br />
La visione intuitiva – kanken 5 - permette ai sensi di percepire<br />
l’essenziale. Possiamo tradurlo con sesto senso ed è prerogativa di chi<br />
possiede - fudoshin – che non significa spirito immobile ma, più<br />
propriamente, “spirito il cui corso non può essere arrestato”.<br />
Determinante risulta l’intenzione di Uke come di Tori per decidere il<br />
tempo dell’azione che viene, ovviamente, condizionata in qualche maniera<br />
dalla distanza tra i due e dalla loro reciproca posizione.<br />
Di fatto anche la lentezza o la velocità sono due parametri<br />
importanti per l’esecuzione di una tecnica. Si concretizzano nella scelta<br />
5 Kanken: Kan - vedere tutto senza lasciarlo trasparire. Se non si vuole lasciar trasparire nulla dallo<br />
sguardo, si fa “il vuoto” e non si permette allo spirito – allo shen – di trasparire dai propri occhi.<br />
Ken - quando lo spirito non è più assorbito dagli occhi ma circola liberamente nella totalità del<br />
corpo permettendo ai sensi di percepire segnali talmente sottili che l’occhio non è capace di captare<br />
da solo. (liberamente tradotto da Jodo, la voie du baton, P. Krieger)<br />
5
del ritmo che coinvolge a sua volta la respirazione e determina l’assetto<br />
posturale idoneo per un corretto uso del KIME, l’energia che scaturisce da<br />
hara 6 . La variazione di uno soltanto di questi componenti produce risultati<br />
diversi.<br />
Come si può facilmente rilevare, perché accada il fluire armonico del<br />
gesto efficace non è assolutamente possibile disgiungere un principio<br />
dall’altro; bisogna coniugarli tutti insieme nel “qui e adesso”. Esiste quella<br />
sola possibilità, in quel momento, unica ed irrepetibile, da vivere<br />
interamente.<br />
L’azione efficace poi, non può prescindere da KUZUSHI, letteralmente<br />
“squilibrio” - qui inteso come allineamento o disallineamento della postura<br />
– indispensabile premessa di ogni gesto tecnico condotto a buon fine.<br />
Nel caso dello Shiatsu dobbiamo parlare più propriamente di rilassare e<br />
allineare la struttura fisica di un paziente riequilibrando lo scorrere<br />
dell’energia nei propri canali; riferendoci al Ju Jutsu, chiariamo che si<br />
tratta di “rompere” – in maniera attiva o passiva - la direzione dell’attacco<br />
di Uke destrutturandone la postura e disallineando il vettore di forza per<br />
assumere più agevolmente il controllo sfruttando lo sbilanciamento che si<br />
viene a creare.<br />
Ancora una volta perciò, Shiatsu e Ju Jutsu sviluppano, entrambi nella<br />
maniera a essi più congeniale, la stessa strategia: quella della “non<br />
resistenza”; nel Ju Jutsu non è necessario contrapporsi alla forza: se si<br />
viene spinti, tiriamo dalla stessa parte, al contrario, se qualcuno ci tira, ci<br />
6 Per la Medicina Tradizionale Cinese (MTC): ming-men, cancello della vita .<br />
6
muoviamo proprio in quella direzione. Esattamente come quando la<br />
pressione del Terapista è accolta da uno tsubo in kyo (vuoto) oppure<br />
respinta perché in jitsu (pieno) ed allora si deve passare oltre. In tutti e<br />
due gli ambiti è parimenti possibile una risposta “attiva” perché il Ju<br />
Jutsu fa uso anche di atemi (colpi) o pressioni così come lo Shiatsu fa<br />
ricorso, ad esempio, a stiramenti o rotazioni,<br />
Ha origine così quella occasione unica, che, se correttamente<br />
vissuta, vede l’azione compiere da sola il suo corso, concludendosi senza<br />
aver quasi impegnato chi l’ha compiuta che, anzi, rimane in un contesto di<br />
agilità e leggerezza davvero singolari.<br />
Questa esperienza è reciproca per chi subisce e per chi riceve, si<br />
tratti di un confronto marziale o di uno scambio terapeutico in ambito<br />
Shiatsu. E’ una “sensazione esatta” che si può percepire scorrere nelle<br />
proprie vene o, direbbe uno shiatsuka, nei canali energetici a ciò deputati,<br />
i Meridiani.<br />
Si potrebbe essere portati a considerare l’effetto di un’applicazione<br />
tecnica il solo momento rilevante. Può essere così se ci lascia coinvolgere<br />
dall’esplosività dell’azione o, più in generale, dalla gestualità che la<br />
realizza ma, in realtà, esistono due momenti altrettanto se non più<br />
importanti di questo: quello immediatamente precedente e quello che la<br />
segue, rispettivamente: KAMAE e ZANSHIN.<br />
KAMAE indica la posizione di guardia; sostanzialmente significa “pronti”.<br />
Indica uno stato in cui si percepisce tutto l’insieme e la posizione radicata<br />
al suolo, potente ma agile, permette qualsiasi scelta di direzione e<br />
7
movimento, qualunque strategia operativa nella quale, in ogni caso, è<br />
coinvolto l’uso del KIME: la gestione dell’energia del tanden nel “qui e<br />
adesso” diretta su un punto oltre il bersaglio “in un solo momento, in un<br />
solo movimento” 7 .<br />
Una delle prime difficoltà che incontra il principiante è quella di<br />
focalizzarsi sul suo Uke. La naturale posizione del corpo con lo sguardo<br />
rivolto verso di lui non sembra essere, in realtà, così naturale. L’assetto<br />
delle anche risulta vincolante e solo dopo un certo tempo si riesce ad<br />
acquisire la sensazione che questa potente articolazione è “motore” di<br />
ogni azione finalizzata al raggiungimento dell’obiettivo, canalizzando<br />
l’energia e concentrandola su un punto preciso con il massimo<br />
dell’efficacia, energia che, a seconda di ciò che si sta praticando,<br />
risulterà curativa o distruttiva.<br />
Terminata l’azione non è tutto finito. Tutt’altro! Rimane nell’aria un eco di<br />
quanto appena compiuto con il nostro respiro, la nostra energia, la nostra<br />
intenzione, la nostra tecnica.<br />
Stiamo parlando di ZANSHIN, il controllo della situazione spazio<br />
temporale, e non solo, al termine di un’esecuzione tecnica.<br />
E’ la pausa vigile di attesa e indagine, in cui si acuisce la percezione<br />
dell’ambiente circostante e delle possibili presenze perché l’azione appena<br />
conclusa non è, in realtà, ancora del tutto terminata ed è bene mantenere<br />
il controllo per una sua eventuale ripetizione o per un nuovo intervento. Lo<br />
shiatsuka ha potuto vivere l’esperienza di “reazioni a sorpresa” del<br />
7 Cfr. L. FRÉDÉRIC, Le arti marziali dall’A alla Z, Filosofie,tecniche e curiosità in oltre 3000 voci.<br />
“Collana sportiva, 124”, Sperling & Kupfer Ed., Milano (1990) alla voce Kime, p. 142<br />
8
paziente al termine di un trattamento; è esattamente ciò che può<br />
accadere ad un jutsuka dopo un attacco in cui tutto sembra già concluso e<br />
invece tutto ricomincia. In un kata di Iaido 8 – estrazione e attacco<br />
simultaneo con la spada – si parte da una situazione simile!<br />
Trascorso un ragionevole lasso di tempo, si può tornare in uno stato<br />
di quiete recuperando dell’energia appena usata con semplici tecniche<br />
respiratorie, lasciando l’altro, uke o paziente che sia, “avvolto”<br />
letteralmente da questa presenza, dal nostro “esserci”. Tutti conoscono<br />
l’essenzialità di questo momento al termine di una seduta di Shiatsu e ne<br />
conoscono bene l’importanza anche i praticanti di discipline marziali<br />
tradizionali in quanto, dopo uno scontro, debbono essere certi di aver<br />
intorno a loro un campo accettabilmente sgombro da minacce e, per tutti,<br />
comunque, si tratta di ritornare allo stato delle mente calma come “le<br />
acque di un lago” 9 .<br />
DA UNA PRIMA, SEMPLICE ANALISI DELLO “STRUMENTO” USATO, LA TECNICA, È<br />
PALESE, DUNQUE, CHE LO SHIATSU E IL JU JUTSU CONDIVIDONO PRINCIPI FONDAMENTALI<br />
PER QUANTO CONCERNE LA LORO PRATICA.<br />
Abbiamo già sottolineato che un KATA tramanda solo ciò che<br />
l’esperienza pratica ha stabilito vincente per la sopravvivenza; in modo<br />
meno drammatico, ma non certo meno intenso, ciò si ripropone oggi ad un<br />
operatore Shiatsu ogniqualvolta il paziente espone le cause della sua<br />
scelta terapeutica. L’operatore (Tori) risponde mettendo in atto la<br />
8 Il kata a cui ci riferiamo è annoverato tra quelli della “Tenshin Shiden Katori Shinto Ryu” e si<br />
chiama zengo chidori no tachi: prevede un secondo, fulmineo attacco alle spalle, non appena<br />
avvenuto il rinfodero della spada dopo il primo.<br />
9 L’espressione originale suona mizu no kokoro: avere il cuore come le acque tranquille di un lago.<br />
9
migliore strategia possibile per quella situazione e in quel momento,<br />
trattasi indifferentemente di attacco o difesa, prevenendo e agendo in<br />
conseguenza di una precisa richiesta non meno di quanto farebbe il<br />
praticante di Ju Jutsu anche se con fini differenti.<br />
IL LIVELLO PIÙ ALTO DELL’ARTE MARZIALE È LA CURA DEGLI ALTRI.<br />
Il grande rispetto che viene tributato al proprio Uke o compagno di<br />
pratica è solo l’aspetto superficiale. Come sempre, la forma nasconde<br />
l’essenza per chi si sente già sazio. Ciò che è manifesto è da considerare<br />
solo come un ponte verso la verità.<br />
Vogliamo ora offrire brevemente un’idea concreta di che cosa può<br />
accadere con un gesto, a seconda dell’uso che se ne fa.<br />
Rimane da sottolineare che l’intenzionalità è fondamentale<br />
altrettanto quanto la direzione e l’intensità del KI che viene usato, mosso,<br />
disgregato, bloccato, armonizzato.<br />
Per ognuna di queste azioni esiste un mondo da esperire.<br />
(Proiezione delle tabelle)<br />
10
POSTER<br />
L’AIKI SHIATSU COME INTEGRAZIONE ALLA TERAPIA ODONTOIATRICA<br />
Tesi di Vera Franceschi- Relatore Valter Mader<br />
Durante una terapia odontoiatrica può capitare che un dente manifesti, senza apparenti ragioni, una<br />
patologia estesa anche al parodonto e alla zona ossea alveolare limitrofa.<br />
Secondo il dottor Voll, esiste uno specifico collegamento “energetico” fra ogni dente e ogni organo<br />
del corpo;uno squilibrio organico può riflettersi a livello dentale e viceversa; patologie della<br />
colonna vertebrale o disturbi neurologici rappresentano soltanto alcuni dei casi in cui esiste una<br />
stretta correlazione con la salute della nostra bocca.<br />
Lo studio si è svolto grazie alla collaborazione con un medico dentista che ha voluto approfondire<br />
e verificare la teoria di Voll.<br />
Lo scopo di questo studio è quello di osservare se, attraverso trattamenti shiatsu si possono ottenere<br />
risultati efficaci in campo odontoiatrico.<br />
Sono stati trattati 9 pazienti.<br />
Ogni paziente veniva sottoposto a valutazione energetica attraverso la quale si evidenziava la<br />
disarmonia d’organo.<br />
Solo alla fine della valutazione, e prima del trattamento, veniva verificata la correlazione tra la<br />
diagnosi energetica e il dente portatore di patologia estesa al parodonto.<br />
Il collegamento tra la diagnosi energetica, la disarmonia d’organo identificata e il dente in cura in<br />
quel momento è sempre coincisa.<br />
I 9 pazienti hanno ricevuto 10 trattamenti con cadenza settimanale per circa tre mesi. I trattamenti<br />
erano diversificati in base allo squilibrio energetico evidenziato.<br />
In otto casi su nove non sono state effettuate durante tutto il periodo di trattamento shiatsu cure<br />
odontoiatriche, ma solo visite di controllo.<br />
I risultati sono stati incoraggianti:<br />
• 2 pazienti hanno avuto la scomparsa totale della lesione visibile all’RX<br />
• 5 pazienti hanno avuto una riduzione della patologia odontoiatrica, visibile all’ RX, di<br />
almeno il 70%.<br />
• 2 pazienti hanno avuto una stabilizzazione del quadro clinico con scomparsa degli episodi<br />
acuti o di peggioramento.
LO SHIATSU NEL TRATTAMENTO DELLA LOMBALGIA CRONICA:<br />
UNO STUDIO OSSERVAZIONALE<br />
AUTORI: S. Bertoncini*, U. Mosca ^, R. Carboni*, S. Busin*, D. Malgrati°, S. Tribocco*, F.<br />
Beccalli*, L. Mazzini*, S. Massoni*, R. Osella*, Y. Papo*, D. Incoronato*, E. Carlisi*, F.<br />
Muccio^, P. Baio^, E. Zilli°<br />
(*)Azienda Ospedaliera Luigi Sacco Polo Universitario - Unità Operativa di Medicina Fisica e<br />
Riabilitazione - Responsabile: Dott. Silvano Busin - Via G.B. Grassi, 74 - Milano<br />
(°)Casa di Cura S.Francesco - Servizio di Recupero e Rieducazione Funzionale - Responsabile<br />
Dott. Daniele Malgrati - Via 4 Novembre n°7 – Bergamo<br />
(^)Triskelion - Centro di shiatsu, osteopatia e terapie manuali - Via Eustachi 7 – Milano<br />
Responsabile Dott. Umberto Mosca – Presidente Scuola Aiki Shiatsu Kyokai - Collegio Italiano<br />
Terapisti Shiatsu<br />
INTRODUZIONE<br />
La lombalgia è divenuta negli ultimi anni una delle patologie più diffuse nei paesi industrializzati: i<br />
dati epidemiologici e i riscontri relativi alla spesa sanitaria confermano questa constatazione<br />
Nonostante la digitopressione (shiatsu) risulti avere un effetto nella gestione di diversi tipi di dolore,<br />
non esistono ancora livelli di evidenza soddisfacenti per raccomandarne l’utilizzo come terapia nel<br />
dolore lombare.<br />
SCOPO DEL LAVORO<br />
Scopo dello studio osservazionale è valutare l’efficacia dello shiatsu nel trattamento della<br />
lombalgia evidenziando, attraverso l'utilizzo di scale di valutazione, una differenza statisticamente<br />
significativa tra gli indici ricavati all'inizio della terapia e quelli finali.<br />
METODOLOGIA<br />
Sono stati ammessi al trattamento 50 pazienti (29 donne e 21 uomini tra i 25 e i 65 anni -età media<br />
46,6) con lombalgia cronica meccanico-degenerativa con radiologia positiva o negativa.<br />
Sono stati esclusi pazienti con lombalgie “secondarie” .<br />
Prima di accedere al trattamento i pazienti sono stati valutati da un operatore non erogatore di<br />
terapia attraverso la somministrazione di tre questionari per la valutazione del dolore e della<br />
disabilità da esso derivata :Vas, Mc Gill Pain Questionnaire, Oswestry Low Back Pain.<br />
Gli stessi questionari sono stati somministrati alla fine del ciclo di trattamento e al follow up dei sei<br />
mesi. Ogni paziente è stato sottoposto a 10 sedute della durata di circa un ora, di cui due sedute di<br />
valutazione e inquadramento energetico e otto sedute di trattamento .
L’analisi statistica è stata effettuata da personale esterno allo studio ( Test T di Student per la VAS<br />
il cui indice è un valore parametrico; Wilcoxon Test per Mc Gill Questionnaire e Low Back Pain i<br />
cui indici sono valori non parametrici ).<br />
RISULTATI<br />
Sono stati trattati 50 pz.; 4 sono stati i casi di drop -out<br />
Nei pazienti che hanno completato lo studio (n=46) il trattamento è risultato efficace nella<br />
riduzione della sintomatologia dolorosa e disabilità. L’analisi dei dati mostra infatti una riduzione<br />
altamente significativa nei punteggi dei tre questionari.<br />
VAS MCGill OSW<br />
Pre-trattamento 5,31 11,69 30,74<br />
Post-trattamento 1,99 5,62 21,13<br />
Valore di p. p.
Qi Gong per il Polmone<br />
L’Associazione Shen Ming di Firenze desidera presentare al Congresso <strong>FISTQ</strong><br />
di <strong>Palermo</strong> delle pratiche Qigong per il Polmone; si tratta di esercizi diversi che<br />
contribuiscono a prevenire e curare patologie del movimento Metallo e del Polmone in<br />
particolare. Tali pratiche possono essere riassunte brevemente:<br />
suono del Polmone all’interno dei sei suoni segreti,<br />
camminata del Polmone, passo della tigre, visualizzazione della palla bianca<br />
in posizione Ti Bao,<br />
un esercizio per il corretto fluire dell’energia del Polmone ed uno per la<br />
prevenzione e la cura del tumore polmonare.<br />
Tutte queste pratiche appartengono alla scuola di Qigong medico di origine<br />
taoista insegnata in Italia dal Prof. Li Xiao Ming, Direttore dell’Istituto sul Qigong<br />
all’Università di Pechino.<br />
Il suono terapeutico del Polmone può essere eseguito insieme a tutti gli altri<br />
suoni terapeutici, se non si è sicuri della diagnosi, o in abbinamento solo ad alcuni a<br />
seconda che si voglia tonificare o disperdere. In questo caso, è bene praticare sotto la<br />
guida di una persona esperta di MTC.<br />
La camminata del Polmone fa parte delle camminate degli organi ed è utile per<br />
curare tosse, asma, catarro, malattie della pelle, psoriasi, lupus eritematoso, alopecia,<br />
stipsi, colite.<br />
Il passo della tigre, uno dei passi dei cinque animali, è utile per curare malattie<br />
croniche dei polmoni, dispnea, pleuriti, TBC, asma, rinforzando l’organismo contro<br />
l’aggressione di agenti cosmopatogeni come batteri e virus che attaccano le prime vie<br />
respiratorie. Un altro vantaggio di questa pratica è il sensibile miglioramento della<br />
periartrite scapolo-omerale e delle infiammazioni delle articolazioni in generale. La<br />
visualizzazione della palla bianca è utile contro la tosse e tutte le patologie polmonari; è<br />
un esercizio che richiede sia formata una palla di qi tra le braccia e il ventre che<br />
dev’essere poi inserita all’interno del corpo attraverso l’ombelico per poi essere diretta in<br />
alto o in basso a seconda della patologia da curare.<br />
L’esercizio per far fluire correttamente l’energia del Polmone viene eseguito<br />
da seduti e richiede la concentrazione del qi nel Dan Tian inferiore per poi espellere<br />
l’energia patogena dai pollici.<br />
Infine, la pratica per la prevenzione e la cura del tumore polmonare richiede<br />
un’attenzione particolare alla respirazione, l’adozione di alcuni mudra e la concentrazione<br />
dell’energia nel Dan Tian medio.<br />
Queste pratiche possono essere eseguite tutte o selezionate in base alle<br />
necessità specifiche. Ancora una volta si raccomanda di farsi seguire da un insegnante<br />
qualificato di Qigong.<br />
Fabrizio Bencini
Trattamento delle Aree di Diagnosi<br />
Addominale secondo il Nan Jing<br />
Valentina Portelli<br />
VI CONGRESSO <strong>CITeS</strong><br />
<strong>Palermo</strong> 6/7/8 <strong>ottobre</strong> <strong>2006</strong><br />
1
Trattamento delle Aree di Diagnosi Addominale<br />
CENNI STORICI<br />
secondo il Nan Jing<br />
La diagnosi attraverso l’osservazione e la palpazione dell’ addome e<br />
il trattamento esclusivo di questa zona, a scopo terapeutico locale o<br />
riflesso, è documentata in tutte le tradizioni popolari; in Oriente è<br />
fondamento e parte integrante della diagnosi energetica.<br />
La pratica, l’uso diffuso e l’efficacia terapeutica fanno dell’addome<br />
una zona elettiva di grande valore.<br />
La nostra scuola ha per molti anni insegnato e praticato l’Anpuku di<br />
Masunaga; ma nell’evolversi della didattica si è sempre più approfondito<br />
lo studio della MTC. Questo ha portato ad utilizzare i metodi di valutazione,<br />
di diagnosi, raccolta dati e semeiotica tipici e specifici della MTC, nonché<br />
all’uso dei meridiani classici dell’agopuntura per i trattamenti manuali.<br />
Non utilizzando i meridiani estesi, postulati da Masunaga, come<br />
fondamento teorico della sua pratica, abbiamo ritenuto non fosse più<br />
congruente con il nostro modello teorico-energetico di riferimento utilizzare<br />
la mappa delle ADA (aree di diagnosi addominale)di Masunaga; pur<br />
riconoscendone la validità intrinseca anche come trattamento esclusivo<br />
dell’addome. Da queste considerazioni è nata l’idea di recuperare la<br />
mappatura dell’addome del Nan Jing.<br />
Uno dei classici della MTC il Huang di Bashiyi Nan Jing – Classico delle<br />
81 difficoltà dell’Imperatore Giallo – è stato probabilmente redatto durante<br />
la dinastia Han Orientali tra il 25 ed il 221 d.C., ma la tradizione lo attribuisce<br />
a Bian Que, vissuto molti secoli prima (datazione incerta) i cui insegnamenti<br />
erano stati tramandati fino ad allora oralmente.<br />
Nel capitolo 16 del Nan Jing troviamo delle considerazioni che<br />
correlano il polso ai sintomi esterni e a quelli interni che si manifestano nella<br />
2
palpazione dell’addome. Ad esempio: “Quando troviamo un polso del<br />
Fegato ed i segni sono: ossessione per la pulizia, colorito del viso bluastro,<br />
facile irritabilità, allora i sintomi interni sono un movimento pulsante del Qi a<br />
sinistra dell’ombelico e la zona è tesa e non permette una pressione<br />
profonda, oppure è dolente”.<br />
E così via per gli altri organi, costruendo una mappa: la zona sotto il<br />
processo xifoideo è l’area del Cuore, quella intorno all’ombelico è l’area<br />
della Milza, quella sopra la sinfisi pubica è l’area del Rene, quella a sinistra<br />
dell’ombelico è l’area del Fegato, quella a destra dell’ombelico è l’area<br />
del Polmone.<br />
Da questa descrizione nascono, con diverse rielaborazioni<br />
successive, tutte le pratiche sull’addome derivanti dalla MTC.<br />
Ad esempio l’agopuntura vietnamita ha rielaborato il modello<br />
derivandone una diversa topografia che è stata trasmessa agli insegnanti<br />
dell’associazione Qi dal maestro Nguyen Van Nghi.<br />
All’interno di quella che nella mappa del Nan Jing è l’area della<br />
Milza, sono comprese tutte le aree: appena intorno all’ombelico l’area<br />
della Milza, poco al di sopra l’area del Cuore, poco al di sotto l’area del<br />
3
Rene, appena a destra l’area del Polmone, appena a sinistra l’area del<br />
Fegato.<br />
In Giappone è stata messa a punto una sofisticata tecnica di<br />
diagnosi su Hara, che viene utilizzata come base per diverse metodiche<br />
terapeutiche, dallo shiatsu all’agopuntura.<br />
Con una pressione delicata si palpano le linee nell’ordine indicato<br />
dallo schema.<br />
Questo ordine è seguito perchè palpare verso il basso i meridiani dal<br />
lato sinistro aiuterà il transito nel colon discendente, lo stesso a destra, la<br />
palpazione dal basso verso l’alto agevolerà il transito nel colon<br />
ascendente, stimolando così la peristalsi in tutto l’intestino crasso.<br />
METODO DI DIAGNOSI PALPATORIA:<br />
Secondo la tradizione la diagnosi palpatoria procede dal centro verso<br />
sinistra e verso destra, poi dalla parte alta dell’addome all’addome<br />
inferiore. Questo modo di procedere è legato ai mutamenti dinamici dello<br />
yin e dello yang, serve quindi a valutare l’energia nel suo cambiamento.<br />
Iniziamo il trattamento con otto pressioni che si eseguono con tutto il<br />
palmo della mano e servono a valutare le zone in generale, a detendere<br />
la muscolatura, a preparare ukè alle pressioni successive e procedono<br />
dall’alto verso il basso ed in senso orario, seguendo cioè il percorso<br />
4
dell’intestino, questo fa si che la peristalsi e la funzionalità dei visceri venga<br />
stimolata. L’ordine in cui palperemo le aree di diagnosi sarà dunque lo<br />
stesso: Cuore, Milza, Rene, Polmone e Fegato.<br />
OSSERVAZIONE:<br />
Dobbiamo ricordare che stiamo facendo una diagnosi nell’ambito<br />
dei quattro metodi, e che per molti anni la palpazione dell’addome ha<br />
sostituito l’osservare per i terapisti ciechi, quindi per prima cosa osserviamo<br />
l’addome: il colore della pelle, la sua consistenza, idratazione, la tonicità,<br />
l’elasticità e la forma dell’addome stesso.<br />
Passeremo poi a verificare la temperatura delle zone, tenendo la<br />
mano a poca distanza dalla pelle, senza toccarla cercheremo di sentire se<br />
emana un senso di caldo o di freddo.<br />
Le aree calde possono significare calore nella coppia degli zang-fu<br />
corrispondenti, e le aree fredde possono significare freddo negli zang-fu<br />
corrispondenti.<br />
Anche la presenza di macchie, nei, capillari evidenti può essere segno di<br />
uno squilibrio energetico.<br />
PRESSIONI DIAGNOSTICHE:<br />
Porre la persona nella posizione e condizione più confortevole, non<br />
ci devono essere tensioni né alla zona lombare né all’addome. Quindi<br />
faremo, se serve, la manovra di trazione del sacro, metteremo un cuscino<br />
basso sotto la testa e un supporto sotto le ginocchia, copriremo le gambe<br />
ed eventualmente anche il busto.<br />
Tori in seizà al fianco destro di ukè, prende contatto con l’addome e<br />
sincronizza il suo respiro con quello di ukè, osserva l’addome, valuta le zone<br />
calde e fredde ed esegue le otto pressioni avendo cura che siano<br />
graduali ed uniformi.<br />
La mano sinistra mantiene il contatto mentre la mano destra, con le<br />
tre dita centrali , il medio leggermente piegato per essere allo stesso livello<br />
delle altre due, esegue delle pressioni leggere e delicate sulle aree: una<br />
5
pressione nell’area del cuore, quattro nell’area della milza, una nell’area<br />
del rene, una nell’area del polmone ed una nell’area del fegato.<br />
Cerchiamo di valutare la condizione kio/jitshu della zona.<br />
Le aree in vuoto mostreranno depressione, freddo, rugosità,<br />
mancanza di forza, di tono, saranno cedevoli alla pressione, potranno<br />
presentare pulsazioni che si intensificano con la pressione.<br />
Le aree in eccesso mostreranno tensione, durezza, fastidio o dolore,<br />
resistenza alla pressione.<br />
Possiamo anche avvertire il movimento dei liquidi addominali, una<br />
sensazione di movimento nella regione e la presenza di gonfiori o masse.<br />
La presenza di masse o gonfiori richiede una differenziazione. Una<br />
massa con contorni netti, dura, che non si sposta con la pressione indica<br />
un blocco di sangue nella coppia degli zang-fu del movimento<br />
corrispondente, per esempio un fibroma.<br />
Se si palpa una massa con contorni non facilmente definibili, molle,<br />
con dolorabilità alla pressione non intensa, ma comunque fissa, indica<br />
accumulazione di tan nella zona o negli organi corrispondenti, per<br />
esempio un lipoma.<br />
Se si palpa una massa con contorni non facilmente definibili, mobile,<br />
che si sposta alla pressione avremo una stasi di qi negli zang-fu del<br />
movimento corrispondente, per esempio presenza di gas addominale.<br />
RIEQUILIBRIO:<br />
Dopo aver valutato le aree e trovato le zone in deficit o in eccesso,<br />
passiamo alla fase di trattamento dell’addome. Il nostro obiettivo è dare<br />
un impulso che consenta all’energia di ukè, tramite la sua capacità di<br />
autoguarigione, di riequilibrarsi, di ritrovare armonia, di andare verso il<br />
recupero della salute. Abbiamo diverse possibilità per attivare questo<br />
processo.<br />
• Possiamo continuare a lavorare sull’addome con delle pressioni<br />
prolungate e profonde sulle aree in vuoto e la mano passiva sulle<br />
zone in eccesso.<br />
6
• Possiamo lavorare in parte sull’addome ed in parte in periferia,<br />
scegliendo di tenere la mano passiva sull’area in eccesso e trattare<br />
con l’altra mano il meridiano corrispondente all’area in deficit.<br />
• Possiamo lavorare in periferia trattando il meridiano corrispondente<br />
all’area trovata in deficit, tutto il livello energetico cui il meridiano<br />
appartiene.<br />
In ogni caso, dopo il riequilibrio, faremo nuovamente le pressioni sulle aree<br />
per valutare se ci sono stati dei cambiamenti.<br />
CONTROINDICAZIONI:<br />
• Interventi chirurgici recenti<br />
• Parti recenti<br />
• Gravidanza<br />
• Ulcera<br />
• Tumore<br />
• Diverticolite<br />
• Ciste ovariche ed uterine (con cautela)<br />
• Appendicite<br />
• Calcoli alla colecisti<br />
• Forti dolori alla pressione<br />
E’ preferibile eseguire il trattamento almeno un’ora dopo il pasto e con<br />
vescica ed intestino liberi.<br />
7
LO SHIATSU NEL TRATTAMENTO DELLA SINDROME DA COLPO DI FRUSTA<br />
AUTORI: S. Bertoncini*, U. Mosca ^, R. Carboni*, S. Busin*, , S. Tribocco*, A.P: Berrichillo^, L.<br />
Carmina^, R. Doninelli^,V.Orsanigo^, S. Roncen^ F. Ruscio^<br />
(*)Azienda Ospedaliera Luigi Sacco Polo Universitario - Unità Operativa di Medicina Fisica e<br />
Riabilitazione - Responsabile: Dott. Silvano Busin - Via G.B. Grassi, 74 - Milano<br />
(^)Triskelion - Centro di shiatsu, osteopatia e terapie manuali - Via Eustachi 7 – Milano<br />
Responsabile Dott. Umberto Mosca – Presidente Scuola Aiki Shiatsu Kyokai - Collegio Italiano<br />
Terapisti Shiatsu<br />
INTRODUZIONE<br />
Il presente studio osservazionale, suddiviso in due fasi, fa parte di un progetto approvato dalla<br />
Regione Lombardia. La prima parte, già presentata in occasione del 5° <strong>congresso</strong> nazionale <strong>CITeS</strong>,<br />
illustra i risultati relativi ai primi 31 casi. Con questa seconda fase possiamo illustrare i risultati<br />
relativi a 50 casi complessivi.<br />
Il COLPO DI FRUSTA , di origine traumatica, olltre al dolore locale può generare patologie<br />
collegate sia precoci che tardive che incidono pesantemente sulla qualità della vita dei pazienti<br />
SCOPI DEL LAVORO<br />
1. valutare l’efficacia dello shiatsu nel trattamento della sindrome da colpo di frusta<br />
evidenziando, attraverso l'utilizzo di scale di valutazione, una differenza statisticamente<br />
significativa tra gli indici ricavati all'inizio della terapia e quelli finali;<br />
2. valutare la persistenza dei benefici tramite follow up ad un anno ( primi 31 pazienti).<br />
METODOLOGIA<br />
Sono stati ammessi al trattamento 50 pazienti (32 donne e 18 uomini tra i 20 e i 60 anni -età media<br />
33,2) con sindrome da colpo di frusta di grado WAD 1 e 2.<br />
Prima di accedere al trattamento i pazienti sono stati valutati da un operatore non erogatore di<br />
terapia attraverso la somministrazione di due questionari per la valutazione del dolore e della<br />
disabilità da esso derivata (Vas, Neck Disability Index) e alla rilevazione della mobilità cervicale<br />
attiva.<br />
Gli stessi questionari sono stati somministrati alla fine del ciclo di trattamento ed ai follow up.<br />
Ogni paziente è stato sottoposto a 10 sedute della durata di circa un ora, di cui una seduta di<br />
valutazione e inquadramento energetico e nove sedute di trattamento .<br />
L’analisi statistica è stata effettuata utilizzando il Test T di Student.
RISULTATI<br />
Sono stati trattati 50 pz.; 8 sono stati i casi di drop –out.<br />
Nei pazienti che hanno completato lo studio (n=42) il trattamento è risultato efficace nella<br />
riduzione della sintomatologia dolorosa e disabilità. L’analisi dei dati mostra infatti una riduzione<br />
altamente significativa nei punteggi dei due questionari.<br />
VAS NDI<br />
Pre-trattamento 4,9 26,1<br />
Post-trattamento 1,1 14,5<br />
Valore di p. p.
L’AIKI SHIATSU NELLA TERAPIA DELLE PATOLOGIE DELLA TIROIDE.<br />
STUDIO OSSERVAZIONALE.<br />
Tesi di Fiorella Panni-Relatore Angelo Maffezzoli<br />
Lo studio si propone di osservare e valutare gli effetti del trattamento aiki shiatsu nella patologie<br />
della tiroide.<br />
Sono state trattate otto persone di sesso femminile di età compresa tra i 37 e i 65 anni affette da<br />
patologie tiroidee di diverso grado.<br />
Quattro pazienti assumevano terapia farmacologica con Eutirox; le altre quatto assumevano terapie<br />
“naturali”.<br />
Le otto persone sono state sottoposte a 10 sedute di shiatsu a cadenza settimanale.<br />
I sintomi più comunemente riscontrati nelle pazienti sono: sbalzi di umore, depressione e<br />
irritabilità,tachicardie, palpitazioni, dismenorrea, disturbi del sonno, rigidità , debolezza agli arti<br />
inferiori, gonfiore generale e agli arti inferiori, oppressione o nodo alla gola.<br />
I risultati rispetto a questi sintomi sono stati per tutte le pazienti buoni o ottimi e tutte hanno riferito<br />
un riequilibrio emotivo.<br />
Il confronto dei valori emersi dagli esami ematici prima e dopo i trattamenti ha evidenziato delle<br />
variazioni sensibili.<br />
Anche gli esami ecografici hanno evidenziato modificazioni, in particolare in casi di patologie<br />
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Il trattamento delle aree di diagnosi addominale secondo il Nan Jing<br />
Workshop di Shiatsu<br />
Valentina Portelli<br />
Congresso Nazionale <strong>CITeS</strong> - <strong>ottobre</strong> <strong>2006</strong>, <strong>Palermo</strong><br />
In questo spazio di lavoro si intende dare una dimostrazione del trattamento<br />
dell'addome al fine di formulare una valutazione energetica e quindi di effettuare<br />
un riequilibrio congruente.<br />
Utilizzando un mappa di aree di diagnosi addominale, estrapolata dal Nan Jing (Il<br />
Classico delle ottantuno difficoltà dell'Imperatore Giallo), è possibile valutare lo<br />
stato di organi visceri e meridiani a loro accoppiati.<br />
Si intende inoltre illustrare la modalità del riequilibrio energetico secondo i Cinque<br />
Movimenti e i Sei Livelli Energetici.<br />
Il trattamento comprende le seguenti fasi:<br />
1- osservazione dell'addome e valutazione delle zone calde/fredde,<br />
2- otto pressioni,<br />
3- palpazione delle aree di diagnosi,<br />
4- valutazione energetica,<br />
5- riequilibrio,<br />
6- verifica sulle aree di diagnosi e chiusura.<br />
L'utilizzo di questo metodo è congruente con la Medicina Tradizionale Cinese e<br />
l'uso dei medidiani classici dell'agopuntura. Consente una valutazione più rapida e<br />
nel contempo approfondita; in questo modo si ha la possibilità di lavorare anche<br />
su altre zone del corpo dando completezza al trattamento.<br />
Caro Vito,<br />
Ho tirato giù quel che dovrebbe essere l'abstract del workshop di shiatsu.<br />
Che ne pensi prima di renderlo ufficiale?<br />
Come si può organizzare questo lavoro?<br />
A) relazione + workshop (suggerimento di Fabio)<br />
B) solo workshop<br />
C) quanto deve durare il tutto?<br />
Domani pm sarò da Antonella (tua moglie); mi puoi fare avere una risposta per<br />
allora?<br />
Grazie,<br />
Valentina
Wŭ Bāduànjĭn (Otto Broccati del Soldato)<br />
Autori: Vito Marino *, Riccardo Lombardo **<br />
* Vice-Presidente <strong>FISTQ</strong>, Presidente Onorario dell’Associazione QI,Istruttore di<br />
Qigong e di Taijiquan, Docente al Master Universitario di Agopuntura e MTC<br />
(Università di <strong>Palermo</strong>)<br />
** Istruttore di Taijiquan, Maestro di Difesa Personale<br />
Generalità<br />
L'ideogramma "bā" rappresenta "divisione", "separare", per estensione "otto" (nel<br />
senso di separare in due gruppi di quattro); "duàn" significa "pianta che cresce" (a<br />
sinistra), “colpito” o "interrotto" (a destra), insieme "sezione", "parte", in questo<br />
contesto gruppo di esercizi come parti di una sequenza; il carattere "jĭn" indica seta<br />
(a sinistra) preziosa come oro (a destra), quindi broccato, anche bello, glorioso.<br />
L'insieme Bāduànjĭn si può quindi tradurre con "otto pezzi di broccato (o preziosi)",<br />
con il senso di "una serie di otto esercizi preziosi”.<br />
I Bāduànjĭn sono una serie di otto esercizi di qìgōng il cui scopo è soprattutto quello<br />
di tonificare il qì; per questa peculiarità vengono praticati in molte scuole di arti<br />
marziali ma anche in molte scuole di qìgōng medico.<br />
Vengono eseguiti lo stesso numero di volte ogni esercizio.<br />
E’ una sequenza adatta anche per “stirare” i meridiani e favorirne la libera<br />
circolazione in qì e del sangue. Equilibra l’energia negli organi interni ed elimina la<br />
tensione nervosa ed emotiva. Vi sono diverse sequenze di Bāduànjĭn, a seconda<br />
dello scopo che ci si prefigge, marziale o terapeutico, o a seconda del tipo di<br />
praticante, adulto, bambino, anziano, sano o malato. Gli esercizi che la compongono<br />
possono essere praticati uno o più per volta, o tutti insieme in un’unica sequenza.<br />
Origine della tecnica<br />
L’origine di questa serie di esercizi risale all’epoca della dinastia dei Sòng<br />
Meridionali (1127–1279), in quanto in vari testi di quell’epoca, di cui alcuni facenti<br />
parte del “Canone Taoista”, se trovano numerose tracce, sebbene possa derivare da<br />
più antiche tecniche del periodo degli Stati Combattenti (720-221 a.C.). Verso la fine<br />
della dinastia Sòng Meridionali un’opera ne parla in un intero capitolo, chiamato<br />
proprio “Bāduànjĭn”.<br />
1
Nel corso dello sviluppo della tecnica i Bāduànjĭn si differenziarono in varianti della<br />
scuola del Nord e della scuola del Sud.<br />
La scuola del Nord, chiamata anche “Scuola Yuè Fèi”, dal nome del fondatore, il<br />
generale Yuè Fèi, è caratterizzata da una pratica più complicata e basata su esercizi<br />
vigorosi. Molti degli Otto Broccati di questa scuola si praticano nella “posizione del<br />
cavaliere”, “mǎbù”. Per tutti questi motivi i “Bāduànjĭn” al Nord vengono chiamati<br />
anche “Wŭ Bāduànjĭn”, ovvero “gli Otto Broccati del Soldato” (il carattere Wŭ, vedi<br />
sopra, indica in basso a sinistra “stop”, “fermare”, in alto e a destra “lance degli<br />
invasori”, quindi “militare”, “soldato”).<br />
Secondo la tradizione, la scuola del Sud ebbe come fondatore un letterato esperto di<br />
tecniche di lunga vita, Liáo Shìcháng. In questa serie il grado di difficoltà di<br />
apprendimento e pratica non è alto, in quanto le posizioni e i movimenti prediligono<br />
la morbidezza e la flessibilità, e sono inoltre più alte. Per tutti questi motivi i<br />
Bāduànjĭn del Sud sono anche chiamati “Wén Bāduànjĭn”, ossia “gli Otto Broccati del<br />
Letterato” ( significa “linee interconnesse”, “scritto”, “scrivere”, “linguaggio”,<br />
”cultura”, “colto”, “raffinato”, “letterato”). Gli stili del Sud svilupparono delle pratiche in<br />
posizione seduta, “Zuòshì Bāduànjĭn”, o “gli Otto Broccati nella Posizione Seduta”),<br />
mentre i “Wén Bāduànjĭn” presero il nome di “Lì Bāduànjĭn” ovvero “gli Otto Broccati<br />
in Piedi”. Un ulteriore sviluppo portò a dodici il numero degli esercizi da seduti, che<br />
oggi infatti vengono chiamati “Shíèr duànjĭn” cioè “i Dodici Broccati”.<br />
Wŭ Bāduànjĭn<br />
1. Due Mani Sostengono il Cielo (o Toccare il cielo con le mani) - Shuāng Shŏu<br />
Duó Tiān<br />
Il nome risalente alla Dinastia Sòng, era: “Solleva i palmi delle mani, per curare il<br />
Triplice Riscaldatore”.<br />
Con questo esercizio si comincia la serie degli otto broccati.<br />
La respirazione dovrà essere naturale in tutte le fasi dell’esercizio.<br />
Durante il movimento ci si apre per captare l’energia e portarla lungo il triplice<br />
riscaldatore in alto, durante la seconda fase si riporta all’interno riabbassandola<br />
dentro il corpo.<br />
Visualizzazione: sostenere il cielo con le mani.<br />
2
Questo esercizio attiva il Sānjiāo e il suo Canale Shǒushàoyáng, regola tutti gli<br />
organi interni connessi al Sānjiāo: Polmone e Cuore, Milza e Stomaco, Rene,<br />
Vescica, Intestino Tenue e Crasso. Tonifica il tronco, tonifica i muscoli degli arti<br />
superiori, cura la pesantezza alle gambe con caviglie gonfie e ritenzione idrica, tratta<br />
il gonfiore addominale da cattiva circolazione dei liquidi.<br />
Aumenta la capacità polmonare e allevia la fatica, prepara tutto il corpo agli esercizi<br />
successivi, sciogliendo polsi, gomiti e spalle. Migliora la postura.<br />
2. Tendere l’Arco a Sinistra e a Destra (o Tirare con l’arco al falcone) - Zuŏ Yòu<br />
Kāi Gōng<br />
Il nome precedente, mantenuto fino all’inizio della Dinastia Qīng, era: “Verso sinistra<br />
il fegato, verso destra il polmone, posizionati come per lanciare un dardo”.<br />
Durante l’esercizio bisogna visualizzare di mirare a un bersaglio molto lontano e di<br />
tirare con l’arco la freccia.<br />
Quando la fase di estensione è stata completata comincia lentamente, con uno<br />
sforzo che progressivamente decresce, la fase di decontrazione.<br />
Si ripete il movimento a destra per completare esercizio.<br />
Questo esercizio tonifica il Jiāo superiore, è utile per tutti i problemi respiratori,<br />
enfisema, bronchite cronica, asma allergica, dispnea da sforzo (da Deficit di Qì).<br />
Mobilizza e scioglie la 7° cervicale e le prime vertebre toraciche.<br />
Migliora la vista per la concentrazione sulla visualizzazione di un bersaglio distante.<br />
Secondo il suo antico nome, la rotazione verso sinistra stimola il fegato, la rotazione<br />
verso destra il polmone, anche grazie alla posizione delle prime due dita della mano,<br />
collegate con i Canali di Polmone e Intestino Crasso, che si allunga lateralmente,<br />
trattando anche il mal di testa.<br />
3. Una mano spinge il cielo e l’altra tocca la terra - Zhu Bei Du Li<br />
Il vecchio nome di questo esercizio era: “Est e Ovest si sostengono<br />
indipendentemente, così agisci per milza e stomaco”.<br />
L’esercizio si considera completo quando è eseguito da entrambi i lati.<br />
Visualizzazione: una mano tocca il cielo, l’altra si allunga fino a toccare la terra.<br />
Questo esercizio tonifica il Jiāo medio, la milza, lo stomaco e la digestione. In<br />
questa versione aumenta il flusso di energia lungo ambedue i lati del corpo,<br />
portando benefici al fegato e alla vescica biliare.<br />
4. Guardare la Luna alle Proprie Spalle (o La cicogna) - Zuò Yuè Hòu Zhào<br />
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Il primo nome era: “Girati rispettivamente dalle due parti, così da riequilibrare i tuoi<br />
sforzi e le tue ferite”.<br />
Durante il movimento bisogna immaginare di essere una cicogna e di fare ruotare<br />
completamente la testa così da potere guardare dietro il collo.<br />
Questo esercizio va molto bene per i problemi cervicali e in genere per tutte le<br />
malattie croniche, perché mette in movimento e attiva lo yáng della cerniera<br />
cervicale. Riequilibra sia il fisico che la mente.<br />
Rinforza la vista. Abbassa la pressione sanguigna e previene l'indurimento delle<br />
arterie.<br />
5. Dondolare e Muovere la Vita e la Coda (o Il pesce che si muove, o li pesce<br />
muove il muso e la coda) - Yāo Dŏu Băi Wĕi<br />
Nome antico: “Ondeggia da capo a coda, per rimuovere le malattie del cuore”.<br />
Visualizzazione: essere un pesce che si muove nell’acqua, oppure seguire con la<br />
mente il percorso che dalla caviglia arriva fino alla testa.<br />
Questo esercizio calma lo yáng del cuore e del fegato, cura l’agitazione e l’ansia, lo<br />
stress.<br />
Da un punto di vista strutturale tramite questo esercizio si distendono la zona<br />
lombare e le anche. E’ un esercizio molto utile per l’intera colonna vertebrale e per<br />
scaricare le tensioni.<br />
Rinforza il sistema respiratorio, circolatorio e il cuore. Utile per i problemi degli organi<br />
genitali e alla prostata.<br />
6. Chinarsi per Rinforzare la Schiena e i Lombi (o Chinarsi, o Toccare la punta<br />
dei piedi per rinforzare reni e lombi) - Jiàn Hòu Wān Yāo<br />
Altro nome: “Afferra i piedi con due le mani, per curare il tuo bacino”.<br />
La posizione di partenza è quella dell’esercizio “Toccare il cielo con le mani”, quindi<br />
con i talloni possibilmente uniti e le braccia distese lungo l’asse longitudinale del<br />
corpo.<br />
Visualizzazione: flettendosi indietro concentrarsi sui lombi, portandosi in avanti e in<br />
giù arrivare con il pensiero alla pianta dei piedi, quindi seguire con la mente il<br />
percorso delle mani fino ai lombi e al Dāntián.<br />
Questo movimento tonifica il Rene e rilassa, allunga e rinforza la zona lombare.<br />
Massaggia le ghiandole surrenali migliorandone il funzionamento.<br />
Stira i meridiani di reni e vescica; ottimo per la lombalgia e per il mal di schiena in<br />
generale. Regola lo yáng, attraverso lo stiramento del meridiano Dūmài (Vaso<br />
Governatore).<br />
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NB: persone ipertese, con problemi di pressione bassa o arteriosclerosi devono<br />
usare molta cautela nel praticare questo esercizio, non abbassando troppo la testa e<br />
risalendo molto lentamente.<br />
7. Colpire a Sinistra e a Destra con lo Sguardo attento (o Tirare i pugni, o<br />
Tirare i pugni con lo sguardo irato) - Zuŏ Yòu Fáng Dă<br />
Un antico nome di questa tecnica è stato: “Grandi e piccoli fino al cielo, per<br />
attraversare i propri cinque organi”, con un’espressione poetica non chiara.<br />
La postura di partenza è quella del cavallo e le mani con i pugni chiusi si trovano<br />
entrambe accanto ai fianchi.<br />
Da questa posizione espirando si porta il pugno velocemente verso avanti<br />
ruotandolo come per colpire.<br />
Durante il movimento si dovranno aprire bene gli occhi con lo sguardo attento.<br />
Visualizzazione: colpire un bersaglio guardando nella direzione del pugno.<br />
Questo esercizio sviluppa il flusso di Qì in modo tale che dai piedi, attraverso l'intero<br />
corpo, possa arrivare fino alle mani e agli occhi. Ciascun movimento comincia<br />
morbidamente, scaricando la piena potenza solo alla fine di ogni estensione.<br />
Aumentare la forza tonificando i muscoli, calma il fegato e lo Shén sciogliendo i<br />
blocchi emotivi da rabbia, ansia e stress.<br />
Stimola il sistema nervoso e la circolazione sanguigna. Fa circolare l’energia<br />
bloccata in un organo o nei muscoli.<br />
N.B. Durante la sua esecuzione è opportuno evitare di guardare il colore rosso<br />
perché in questo caso anziché aumentare la forza si aumenta l’irritabilità,<br />
l’irascibilità.<br />
8. Muoversi facendo Sobbalzare il Dorso – Yū Zhu Jĭ Diān<br />
Vecchio nome: “Ingoia la saliva, rafforza il Qì, e fai in modo che entrambe le mani<br />
saltellino libere”.<br />
Si dovrebbe sentire la vibrazione che sale dalle gambe fino alle cosce e poi fino al<br />
dorso, lungo la colonna vertebrale.<br />
Questo esercizio, che chiude la sede dei Bāduànjĭn, rilassa il corpo, elimina i fattori<br />
patogeni e mette in circolazione tutta l’energia prodotta con l’esecuzione della<br />
sequenza.<br />
E' utile per la colonna vertebrale, il sistema nervoso e il senso di equilibrio. Stimola i<br />
reni.<br />
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NUMERO DI RIPETIZIONI<br />
Per tonificare lo Yīn o il Sangue, ripetere ogni esercizio completo per 6 volte (o 6<br />
volte 6). Per tonificare lo Yáng o il Qì ripetere ogni esercizio completo per 9 volte (o<br />
9 volte 9).<br />
Oppure, ripetere 6 volte ogni esercizio se si pratica la sera, 9 volte se si pratica la<br />
mattina.<br />
SELEZIONE DEGLI ESERCIZI<br />
Nel caso in cui si scelga uno o più dei Bāduànjĭn, si inizierà comunque sempre da<br />
“Toccare il cielo con le mani” e si finirà sempre con “Fare tremare i talloni”.<br />
.<br />
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BIBLIOGRAFIA<br />
• Filosa C., Corso di Chénshì Xiăojià Tàijíquán e Qìgōng (non pubblicato).<br />
• Leung K., Schifani G., Dispense del Corso biennale di Qìgōng<br />
dell’Associazione Qì, <strong>Palermo</strong>, 1992-1994, Policopie.<br />
• Zhào X., Gatti F., Dizionario compatto Cinese Italiano Italiano cinese e<br />
conversazioni, Zanichelli, Bologna, 1996.<br />
• http://www.nightrundesigns.com/jp/linx/modules/tutorials/viewtutorial.php?tid=<br />
20<br />
• http://www.russbo.com/gongfu/<br />
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