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III. I REPERTI ARCHEOLOGICI<br />
R. Poggiani Keller, Archeologia ed e<strong>di</strong>fici religiosi della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Bergamo, in L. Pagani, V.<br />
Marchetti (a cura <strong>di</strong>), Chiesa, istituzioni e territorio. Atti del corso – Bergamo, ottobre –<br />
<strong>di</strong>cembre 1988, Provincia <strong>di</strong> Bergamo, Bergamo 1991, pp. 113, 121-122<br />
[p. 113]<br />
La casistica dei ritrovamenti archeologici bergamaschi porta ad una serie <strong>di</strong> riflessioni sul significato<br />
della presenza <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici religiosi – chiese, santuari, cappelle, e<strong>di</strong>cole, altari – sul territorio, quale segno<br />
tangibile e memoria <strong>di</strong> vicende ricollegabili, <strong>di</strong> volta in volta, a perio<strong>di</strong> storici e fenomeni sviluppatisi dalla<br />
preistoria al me<strong>di</strong>oevo.<br />
Un’analisi delle presenze religiose sul territorio in rapporto ai resti archeologici suggerisce, infatti, alcuni spunti<br />
<strong>di</strong> ricerca – e<strong>di</strong>fici religiosi come luogo della memoria storica; e<strong>di</strong>fici religiosi come luogo <strong>di</strong> conservazione<br />
casuale o <strong>di</strong> raccolta e recupero consapevole <strong>di</strong> pezzi antichi – che vengono ad<strong>di</strong>tati a future possibilità <strong>di</strong><br />
approfon<strong>di</strong>mento e ad una più capillare ed esaustiva ricognizione che abbini il riscontro sul territorio, perseguito<br />
con i meto<strong>di</strong> della ricerca archeologica, agli stu<strong>di</strong> archivistico – documentari e toponomastici.<br />
Non si intende, invece, affrontare, se non marginalmente per dovere <strong>di</strong> informazione, il tema dell'archeologia<br />
delle chiese che tanta parte ha assunto nell’ultimo decennio nel campo dell’indagine archeologica e cui, peraltro, i<br />
recentissimi scavi condotti in provincia dalla Soprintendenza Archeologica hanno offerto contributi <strong>di</strong> conoscenza<br />
<strong>di</strong> grande rilievo storico: ricordo, tra gli altri, gli scavi della chiesa su motta <strong>di</strong> S. Tomè a Carvico, della<br />
Parrocchiale <strong>di</strong> S. Vittore a Terno d'Isola, della chiesa campestre <strong>di</strong> S. Tomè ad Almenno S. Bartolomeo e <strong>di</strong> S.<br />
Fermo in Bergamo.<br />
EDIFICI RELIGIOSI COME LUOGO DELLA MEMORIA STORICA<br />
A questo tema sono riconducibili moltissime testimonianza archeologiche locali, analogamente a quanto<br />
avviene in tutti i territori <strong>di</strong> secolare tra<strong>di</strong>zione storica. Sono testimonianze che sottendono, <strong>di</strong> volta in volta,<br />
ulteriori, specifiche presenza. Ne ad<strong>di</strong>to alcune.<br />
1. SEGNO DI ANTICHE NECROPOLI<br />
…<br />
[pp. 121-122]<br />
5. MEMORIE DI SITI ANTICHI<br />
Gli e<strong>di</strong>fici religiosi come luoghi della memoria sono numerosissimi nella nostra provincia. In taluni casi una<br />
indagine archeologica approfon<strong>di</strong>ta potrà definirli meglio come pertinenti a una delle situazioni suesposte, in<br />
particolare come luoghi <strong>di</strong> persistenza <strong>di</strong> culti; ma, più semplicemente, essi possono in<strong>di</strong>ziare luoghi <strong>di</strong><br />
inse<strong>di</strong>amento (abitati, semplici bivacchi stagionali, zone <strong>di</strong> attività artigianale) millenari. Mi limiterò a citare solo<br />
alcuni esempi: la chiesa <strong>di</strong> S. Trinità <strong>di</strong> Parre e quella <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong> sorgono su dossi isolati frequentati,<br />
rispettivamente, nell’età del Ferro e nella preistoria; l’imponente Santuario della Madonna della Torre <strong>di</strong><br />
Sovere pure insiste su un abitato protostorico che si sviluppava sulla sommità e sulle pen<strong>di</strong>ci del colle,<br />
riconfermandosi poi al piano fino all’epoca imperiale romana; intorno all’isolato S. Patrizio <strong>di</strong> Colzate, che<br />
domina la chiusa me<strong>di</strong>ana della Valle Seriana, alto su una rupe scoscesa, si sono raccolti frammenti<br />
ceramici in<strong>di</strong>cativamente databili all’età del Ferro; la chiesa <strong>di</strong> S. Maria sul Monte Misma sorge in prossimità<br />
<strong>di</strong> una vasta plaga <strong>di</strong> frequentazione preistorica, ripetutasi dal Mesolitico all’età del Bronzo.<br />
Sono esempi, questi, scelti tra molti, nei quali la religiosità popolare pare confermare e con<strong>di</strong>videre – e<br />
il fatto va sottolineato – memorie “pagane” <strong>di</strong> età pre-protostorica più che romana o altome<strong>di</strong>oevale, in<br />
aree vallive o alpine dove il fenomeno della romanizzazione non riuscì ad eliminare e a sostituirsi al<br />
substrato in<strong>di</strong>geno; substrato che riemerge, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> secoli, manifestandosi in espressioni figurative<br />
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