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Untitled - Comune di Casnigo

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completamente a nuovo, fu arricchito con una ornamentazione a colori stu<strong>di</strong>ata dai pittori Fermo Taragni e<br />

Zanetti <strong>di</strong> Redona, ed eseguita in gran parte dal decoratore Giuseppe Previtali, coa<strong>di</strong>uvato da Remo Marani, con<br />

molto gusto e geniale interpretazione delle pitture ornamentali del secolo XVIII.<br />

Nel lato sinistro tra i fregi della decorazione furono inscritte a gruppi le parole della “Ave maris stella”, nel lato<br />

destro, quelle della “Salve Regina”.<br />

Con opportuno senso <strong>di</strong> richiamo storico – religioso, si è inoltre, nell’interno del santuario, aperta, sul<br />

luogo dove la Madonna era apparsa nel 1839 una nicchia chiusa da cancello per riporvi il quadro<br />

commemorante la stessa e vi fu collocata anche la vecchia porta che chiudeva il fienile. Al <strong>di</strong> sopra, sul<br />

muro fu <strong>di</strong>pinta la cappella antica, per conservarne la memoria.<br />

In fondo alle pareti laterali verso la porta furono murate due lapi<strong>di</strong>, quella a sinistra per riportare l’elenco dei più<br />

<strong>di</strong>stinti benefattori del santuario, quella a destra invece destinata a portare l’iscrizione a ricordo dei restauri del<br />

santuario e specialmente della solennità dell’incoronazione della Madonna.<br />

Anche gli e<strong>di</strong>fici annessi al santuario furono rimessi a nuovo, furono reintonacate parecchie stanzette attigue<br />

che dovevano servire decorosamente ai pellegrini e fu costruito un ampio e decoroso salone, che doveva servire<br />

non solo nel giorno dell’incoronazione, ma anche in tante altre circostanze solenni. Fu sistemato anche il piazzale<br />

che si stende ampio <strong>di</strong>nanzi al santuario, limitato e chiuso da un muricciolo con qualche semplice fregio, sia per<br />

intonare il piazzale stesso allo stile del santuario, sia per conferirgli una nota <strong>di</strong> maggior raccoglimento, come si<br />

conviene ad un luogo sacro.<br />

Anche la mulattiera che conduce al santuario, per interessamento delle autorità comunali, venne migliorata per<br />

la circostanza specialmente nei punti in cui era più aspra e scoscesa.<br />

Per la cura e l’attenta esecuzione <strong>di</strong>mostrata durante lo svolgimento <strong>di</strong> tutti i lavori, devono essere<br />

ricordati, oltre il capomastro Pietro Brozzoni che pre<strong>di</strong>spose anche le balaustre delle cantorie <strong>di</strong> legno, il<br />

marmista <strong>di</strong> Zandobbio Attilio Barcella che fornì i contorni delle finestre <strong>di</strong> facciata e le colonnette del<br />

portico, i fabbri Cattaneo Giambattista e Perani Giovanni <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong> che lavorarono egregiamente.<br />

Accanto a questi ottimi esecutori va non solo ricordata ma altamente encomiata l’esemplare attività della<br />

popolazione <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong> che, con lavoro e ininterrotta fatica, trasportando al santuario i materiali necessari<br />

all’opera, ha mostrato con quanto attaccamento e con quanto affetto il suo animo era rivolto a degnamente<br />

onorare la Vergine Madre <strong>di</strong> Dio, perché il santuario della Madonna d’Erbia si presentasse degnamente<br />

all’augusta cerimonia.<br />

NOTE<br />

65 Il materiale utilizzato per la stesura <strong>di</strong> questo capitolo è stato tratto dalla e<strong>di</strong>zione del libretto “La Madonna<br />

d’Erbia in <strong>Casnigo</strong>. Anno 1929” e dal Chronicon Parrocchiale compilato da don Vincenzo Cambianica,<br />

arciprete dal 1904 al 1933 e dal suo successore don Francesco Vistalli, arciprete dal 1933 al 1962. Il Chronicon è<br />

un registro su cui il parroco era tenuto ad annotare i principali avvenimenti della parrocchia. Previsto da vari<br />

decreti vescovili, a <strong>Casnigo</strong> si iniziò a compilarlo per volontà dell’arciprete Cambianica. Nella stesura del presente<br />

libretto è stata rispettata la lingua originaria dei due testi suddetti.<br />

…<br />

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