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Untitled - Comune di Casnigo

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La pietà male intesa, soprattutto se accoppiata all’ignoranza, può portare, in certi casi, danni quasi pari a quelli<br />

della stessa empietà, colla <strong>di</strong>fferenza che la prima li recherà sotto aspetto e fine <strong>di</strong> male. La nostra pietà sia<br />

sempre regolata dalle cristiane virtù della carità, giustizia, prudenza e in particolar modo dell’obbe<strong>di</strong>enza: allora<br />

sarà sempre vera e recherà veri vantaggi.<br />

84<br />

[pp. 76-85]<br />

Capitolo XIII<br />

Ultimi restauri, ingran<strong>di</strong>mento del santuario ed incoronazione della Madonna d’Erbia. Anno 1929 65<br />

Crescendo la devozione verso la Madonna d’Erbia e la frequenza dei visitatori al suo santuario, nacque<br />

nell’animo <strong>di</strong> parecchie persone della parrocchia <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>, il pio desiderio <strong>di</strong> vedere incoronata la<br />

taumaturga immagine, oggetto <strong>di</strong> tanta venerazione, tanto più che nella <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Bergamo, già per parecchie<br />

immagini <strong>di</strong> Maria, si era ottenuto questo privilegio tanto ambito dai devoti. Dal semplice desiderio che <strong>di</strong>veniva<br />

sempre più ardente, si passò a un proposito ben determinato e si fece domanda alla competente autorità<br />

ecclesiastica <strong>di</strong> Roma.<br />

In data 10 settembre 1928 si ottenne dal Ven. Capitolo della Basilica vaticana <strong>di</strong> S. Pietro il decreto <strong>di</strong><br />

autorizzazione rilasciato a sua eccellenza mons. vescovo <strong>di</strong> Bergamo Luigi Maria Marelli, <strong>di</strong> fregiare il capo della<br />

Sacra Effige della Madonna d’Erbia, celebre per antichità <strong>di</strong> culto, per la speciale devozione che le veniva<br />

prestata dai fedeli e per il numero straor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> grazie conseguite, d’una preziosa corona d’oro, ornata <strong>di</strong><br />

gemme, dono della popolazione <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>. Le trattative e le pratiche per ottenere il decreto <strong>di</strong> incoronazione<br />

furono seguite dal Reveren<strong>di</strong>ssimo can. don Giovanni Zambetti. Quando giunse in parrocchia l’annunzio del<br />

<strong>di</strong>stinto privilegio accordato dal Capitolo più sopra nominato ci fu una vera esplosione <strong>di</strong> gioia in tutta la<br />

popolazione, si celebrò una messa solenne e si cantò un Te Deum <strong>di</strong> ringraziamento.<br />

Ormai anche il santuario per l’insufficienza della Chiesa, esigeva opere <strong>di</strong> restauro e <strong>di</strong> ingran<strong>di</strong>mento e la<br />

vicina data della incoronazione della Madonna mosse popolo e clero a compiere un’opera importantissima <strong>di</strong><br />

sistemazione generale <strong>di</strong> tutto quel sacro e<strong>di</strong>ficio.<br />

Per raccogliere le offerte ed eseguire i lavori fu creata una commissione composta dall’arciprete, da Padre<br />

Pietro Bagar<strong>di</strong>, da don Luigi Remon<strong>di</strong>, da don Giorgio Mazzola, da don Manfredo Mai, dai fabricieri Perani<br />

Ismaele, Angeli Matteo, Angeli Bortolo e dai Signori Rossi Giovanni Maria, Guerinoni Annibale, Perani Giovanni,<br />

Zilioli Luigi e Zilioli Ernesto.<br />

Furono mantenute nel loro carattere, perché esteticamente interessante e per ovvie ragione <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zione, la<br />

cappella intera e l’altare della Vergine, l’altare attiguo e la cancellata <strong>di</strong> chiusura, mentre si ampliò la chiesa nella<br />

sua parte anteriore.<br />

Le opere eseguite egregiamente dal capomastro Pietro Brozzoni <strong>di</strong> Costa Serina, sotto la <strong>di</strong>rezione del<br />

progettista Ing. Luigi Angelini, furono compiute negli anni 1927 – 1928 e nel contempo fu costruito anche il nuovo<br />

campanile, sul quale furono innalzate, nel 1926, le nuove campane, del peso totale <strong>di</strong> 1043 Kg., fuse dalla<br />

<strong>di</strong>tta d’Adda e Figli <strong>di</strong> Crema. Vennero spe<strong>di</strong>te per via ferrata in data 4 ottobre 1926 ed arrivarono a<br />

Verona il giorno 11 ottobre. Le campane portano incisi i nomi degli offerenti. Alla prima, de<strong>di</strong>cata alla<br />

Madonna d’Erbia, provvide Zilioli Lorenzo fu Gian Maria; alla seconda, de<strong>di</strong>cata a Cristo Re Salvatore,<br />

provvidero i coniugi maestro Tiraboschi Gaspare e Perani Francesca; alla terza, de<strong>di</strong>cata a Maria<br />

Immacolata provvide la Congregazione delle “Figlie <strong>di</strong> Maria”; alla quarta, de<strong>di</strong>cata a S. Francesco<br />

d’Assisi, provvide la famiglia <strong>di</strong> Ferrari Francesco fu Luigi; alla quinta, de<strong>di</strong>cata a S. Erasmo, provvide<br />

Perani Abramo fu Erasmo. La spesa complessiva ammontò a L. 23.000 e ad essa concorse anche il<br />

comune <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong> che versò una somma pari a L. 6.000. Furono benedette, con grande solennità, dal<br />

vescovo Marelli domenica 17 ottobre 1926.<br />

L’architettura generale della chiesa e particolarmente della nuova facciata, fu concepita dal progettista<br />

secondo il carattere <strong>di</strong>ffuso in molte chiese bergamasche richiamandosi ad un gusto settecentesco<br />

caratterizzato da profilature classiche. Pertanto il piccolo porticato antistante venne progettato con<br />

colonne <strong>di</strong> marmo <strong>di</strong> Zandobbio <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne toscano e semplici archi a mattoni intonacati. Furono collocate<br />

nelle nicchie della facciata le statue in cemento dei Santi Pietro e Paolo apostoli, opere dello scultore Siccar<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Bergamo, ed eseguite a spese delle Madri Cattoliche.<br />

Analogamente il campanile, <strong>di</strong>segnato a scomparti e sagome settecentesche, pure con molta semplicità<br />

intonata al carattere dell’opera ed alla quiete del luogo, venne coronato da una profilatura a bulbo.<br />

L’interno della chiesa completato con una cantoria <strong>di</strong> legno soprastante all’ingresso e con l’organo rimesso

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