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occhio <strong>di</strong> para<strong>di</strong>so. Tanto poi la vecchia che la nuova immagine restaurata erano chiuse entro il cancello <strong>di</strong> ferro<br />
e gelosamente custo<strong>di</strong>te.<br />
In occasione della seconda festa <strong>di</strong> Pentecoste dell’anno stesso 1880, fra i numerosi pellegrini al santuario<br />
d’Erbia, vi fu una compagnia <strong>di</strong> devote femmine che a conoscenza della scoperta dell’antica immagine, che allora<br />
correva sulla bocca <strong>di</strong> tutti, venne presa dalla curiosità <strong>di</strong> vederla. Ciò che avrebbero potuto ottenere in modo<br />
lecito ed onesto, <strong>di</strong>etro domanda al romito presente, vollero in modo illecito ed arbitrario. Colta la favorevole<br />
occasione che il suddetto romito o custode, aveva <strong>di</strong>menticata la chiave nella toppa del cancello, e che egli<br />
stesso era stato chiamato nella sacrestia a <strong>di</strong>stribuire immagini e panni benedetti, penetrarono pian piano nel<br />
cancello, scoprirono la vecchia immagine e non contenti d’averne contemplati gl’informi avanzi, <strong>di</strong>edero mano a<br />
un coltello e colla punta <strong>di</strong> esso scavarono e levarono alla malcapitata immagine l’occhio che era rimasto<br />
incolume dal primitivo vandalismo e che, e come si <strong>di</strong>sse conservava ancora sì bene l’impronta della dolcezza<br />
e amabilità della Madonna, e per <strong>di</strong> più asportarono anche una piccola porzione del petto, insomma le parti più<br />
interessanti fra le poche rimaste. Alcune pie donne della parrocchia <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>, che si trovavano esse pure in<br />
quell’occasione a pregare al santuario, si accorsero al vederle maneggiare il ferro dell’insano tentativo, alzarono<br />
la voce rimproverando le maldevote persone, e chiamarono il custode il quale tosto le espulse. Ma intanto<br />
l’asportazione era già stata fatta, la sud<strong>di</strong>visione del maltolto già eseguita, e la riparazione resa impossibile. Si<br />
costatò poi che i frantumi asportati da quell’immagine furono <strong>di</strong>stribuiti fra molte persone e che<br />
gelosamente anche oggi li conservano come preziose memorie e reliquie. Possano almeno giovare ad esse<br />
nei loro bisogni, essendoché Maria santissima è solita trattare bene anche coloro che la trattano male.<br />
Siccome però con questo secondo atto <strong>di</strong> devoto vandalismo si erano in parte <strong>di</strong>strutti i caratteri <strong>di</strong><br />
rassomiglianza della vecchia colla nuova immagine, e perciò si cancellavano alquanto le prove così<br />
luminose dell’antica tra<strong>di</strong>zione, si trovò necessario <strong>di</strong> formulare un atto <strong>di</strong> deposizione nell’Ufficio<br />
Comunale <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>, che rendesse noto ai posteri il non lodevole fatto.<br />
ATTO DI DEPOSIZIONE – <strong>Casnigo</strong>, lì 10 ottobre, 1880.<br />
Si premette che stava già a cognizione dei sottofirmati, la rimozione fatta del muro antico, nonché il rinfranco e<br />
consolidamento della immagine venerata nel santuario d’Erbia, che presentava pericoli prossimi <strong>di</strong> caduta; stava<br />
pure a loro cognizione l’esistenza degli avanzi <strong>di</strong> un’altra anche più antica immagine dello stesso soggetto, quasi<br />
<strong>di</strong>strutta, scoperta sotto la suddetta.<br />
Ciò posto le sottofirmate <strong>di</strong>chiarano essere la pura verità che il giorno 17 maggio 1880, seconda festa <strong>di</strong><br />
Pentecoste, si trovavano tutte e tre a pregare intorno al cancello <strong>di</strong> ferro, che racchiude la venerabile immagine<br />
d’Erbia, sulle tre ore circa pomeri<strong>di</strong>ane, quando videro entrare nel cancello medesimo rimasto aperto, anzi<br />
abbandonato dal sagrista romito che era stato chiamato in sacrestia da alcuni devoti, cinque o sei giovanette<br />
sull’età dai <strong>di</strong>ciotto ai venti anni e penetrare <strong>di</strong>etro la sacra immagine, allora esposta sopra due sostegni <strong>di</strong> legno,<br />
<strong>di</strong>stante un metro circa dal muro, da cui era stata levata. Le videro poi come riunirsi intorno agli avanzi dell’antica<br />
immagine e due, una dopo l’altra, maneggiare un ferro in forma <strong>di</strong> coltello sopra <strong>di</strong> essa, nel mentre le altre<br />
davano opera <strong>di</strong> nasconderle colle loro persone.<br />
Le presenti accortesi <strong>di</strong> quel fatto, sgridarono quelle giovanette e intimarono loro <strong>di</strong> nulla toccare, poiché era<br />
stato severamente proibito da chi reggeva la chiesa, ma esse continuarono ancora nell’opera. Accorso a quel<br />
rumore il romito Perani Pietro, egli pure le rimproverò acremente e le obbligò ad uscire, il che fecero, e uscendo,<br />
una <strong>di</strong> esse restituì il coltello ad un in<strong>di</strong>viduo ivi presente, dal quale se lo era fatto prestare, e dopo ciò partirono<br />
dal santuario.<br />
Esaminata prontamente l’antica immagine, si trovò che da quella era stato asportato l’occhio e parte della<br />
mammella che prima figuravano fra gli avanzi <strong>di</strong> essa.<br />
Attestano però le sottofirmate ad omaggio sempre della verità, che, dal complesso del fatto hanno potuto<br />
comprendere che quelle giovinette facessero tale asportazione, non già per <strong>di</strong>sprezzo od insulto all’antica<br />
immagine; ma più veramente per senso e spirito <strong>di</strong> devozione, sebbene male intesa.<br />
Quanto hanno sopra esposto, sono <strong>di</strong>sposte nel caso lo si richiedesse, a confermarlo con proprio giuramento<br />
ed in conferma appongono qui sotto le loro firme.<br />
Firmato: Rossi Giacomina fu Antonio <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>, (croce) fatta da Mignani Oliva vedova Bonandrini <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>,<br />
Franchina Teresa Mignani <strong>di</strong> Bortolo <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>, Perani Pietro fu Giuseppe, romito sagrista.<br />
La sottoscritta Giunta Municipale <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong> <strong>di</strong>chiara che le suesposte firme <strong>di</strong> Rossi Giacomina, Franchina<br />
Teresa, Perani Pietro e (croce) fatta da Mignani Oliva sono vere ed autografe perché fatte <strong>di</strong> loro pugno e<br />
carattere.<br />
Dall’ufficio Comunale <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>, oggi 10 ottobre 1880. La Giunta Municipale. Firmato Lanfranchi. Firmato<br />
Zilioli.<br />
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