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Untitled - Comune di Casnigo

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poppante, si verificò essere il medesimo soggetto dell’attuale in venerazione, e tali fatti meglio <strong>di</strong> un pubblico<br />

istromento provano la verità ed autenticità della tra<strong>di</strong>zione, come è anche accennata dagli storici fra i quali Calvi<br />

e Cornaro.<br />

L’intonaco veniva quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>staccato e trasportato sopra un graticcio <strong>di</strong> rame, assicurandolo al medesimo<br />

me<strong>di</strong>ante calce omogenea, il tutto ben incorniciato e <strong>di</strong>feso con legno <strong>di</strong> castagno, riparando prima <strong>di</strong> tutto il<br />

<strong>di</strong>pinto con due tele incollate sopra <strong>di</strong> esso, onde non avesse a soffrire danno alcuno nel <strong>di</strong>stacco dell’intonaco<br />

dal muro principale. Ultimate così tutte le opere necessarie al consolidamento ed assicurazione della miracolosa<br />

immagine, venne nuovamente l’intonaco col <strong>di</strong>pinto avvicinato al muro da cui era stato <strong>di</strong>staccato.<br />

Ciò premesso, le parti costituite ad<strong>di</strong>vennero, presente numeroso concorso <strong>di</strong> popolo, non solo <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>, ma<br />

anche dei paesi limitrofi e lontani, che giulivo, festante e devoto, fra lo sparo dei mortaretti ed il suono degli<br />

strumenti musicali, canta le litanie della Beata Vergine, in oggi al seguente:<br />

ATTO DI RICOGNIZIONE – L’egregio professore pittore Giuliano Volpi, staccate “coram populo” (alla presenza del<br />

popolo) le seriche tele che coprivano la sacra immagine della Beata Vergine, mise alla vista <strong>di</strong> tutti la sacra<br />

immagine della Madonna d’Erbia che si verificò da tutti e si constatò essere la stessa, vera e conservata in ogni<br />

sua parte, perfino nei suoi medesimi <strong>di</strong>fetti, e cogli stessi rimarchi che si annotarono prima del consolidamento e<br />

riparazione e trasporto eseguiti dallo stesso signor Volpi.<br />

E richiesto io Notaio ho rogato il presente da ritenersi ne’ miei atti.<br />

Da me Notaio, letto e pubblicato alla presenza <strong>di</strong> tutto il popolo e dei costituiti che a piena conferma si firmano<br />

coi testi a me notaio. La presente solennità viene poi corredata da solenne messa cantata e vespri con musica<br />

dei <strong>di</strong>lettanti <strong>di</strong> Leffe, banda musicale <strong>di</strong> Gan<strong>di</strong>no e continuo sparo <strong>di</strong> mortaretti.<br />

Firmato: Volpi Giuliano pittore, Donadoni Sacerdote Bernardo arciprete, Sacerdote Loverini Giuseppe<br />

coa<strong>di</strong>utore, Sacerdote Nosari Giovanni coa<strong>di</strong>utore, Lanfranchi sindaco, ragioniere Bonandrini Bernar<strong>di</strong>no<br />

assessore, Perani Erasmo assessore, Giuseppe Perani teste, Seghezzi Defendente teste.<br />

(L.S.) Firmato: Dottor Benedetto Zilioli, notaio.<br />

Non si può a parole descrivere l’entusiasmo religioso che in quel dì in occasione del solenne scoprimento e<br />

della ricognizione della santa immagine invase tutta la devota e numerosa popolazione che era al santuario, e<br />

come ognuno si accalcasse con santa ressa e smania intorno per tutta la giornata, per rivedere vicin vicino e<br />

constatare le care e ben conosciute materne sembianze della Vergine, e come si andasse da tutti ripetendo: “E’<br />

proprio ancora la nostra Madonna d’Erbia”, e come sgorgasse da molti occhi lacrime <strong>di</strong> consolazione nella<br />

certezza <strong>di</strong> averla ancora tra loro benefica protettrice e madre. Solo all’ombra del culto e del sentimento cattolico<br />

si possono avere e gustare queste consolazioni sì sublimi. Intanto io noterò i vantaggi seguiti a questa<br />

operazione sì ben riuscita e che si possono ridurre ai seguenti: 1. Venne assicurata definitivamente<br />

l’esistenza e la conservazione della venerabile immagine. 2. Venne documentata la verità della tra<strong>di</strong>zione,<br />

meglio che da qualunque altro monumento. 3. Si provvide meglio al culto <strong>di</strong> lei poiché si può ora più<br />

facilmente adattare <strong>di</strong>nanzi ad essa un altare per celebrarvi anche la messa. 4. Si può anche meglio sod<strong>di</strong>sfare<br />

alla pietà e devozione e ai bisogni dei fedeli, potendosi in occasione <strong>di</strong> feste gran<strong>di</strong>ose o <strong>di</strong> pubblici straor<strong>di</strong>nari<br />

bisogni, esporla in luogo più eminente e decoroso ed anche portarla in processione, il che però non dovrebbe<br />

farsi senza il permesso dell’Or<strong>di</strong>nario.<br />

Sarebbe stato inutile per gli abitanti <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong> possedere il preziosissimo tesoro della taumaturga immagine<br />

d’Erbia, se non avessero saputo <strong>di</strong>fenderlo e conservarlo contro i danni del tempo. Ma questo ancora non basta,<br />

bisogna <strong>di</strong> più farlo fruttificare come si fa con quello stesso della fede e della grazia <strong>di</strong> Dio. Il che avverrà quando<br />

da essi si continui nelle opere della più tenera, sincera devozione verso Maria Santissima, cogliendone così i<br />

frutti delle più larghe sue bene<strong>di</strong>zioni.<br />

82<br />

Capitolo X<br />

Secondo guasto causato all’antica immagine della Madonna d’Erbia<br />

L’antica immagine che era stata guastata e quasi demolita dal ferro del proprietario, per spirito <strong>di</strong> avarizia,<br />

nell’anno 1550 come si descrisse al capitolo secondo, doveva ricevere anche un secondo sfregio nell’anno <strong>di</strong><br />

grazia 1880, questa seconda volta però per spirito <strong>di</strong> malintesa pietà. Ecco come avvenne il deplorevole<br />

fatto. Affrancata ed incorniciata la nuova immagine, me<strong>di</strong>ante l’operazione descritta nel capitolo precedente,<br />

venne portata nel luogo primitivo a un metro però <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza dal muro dal quale era stata <strong>di</strong>staccata,<br />

affinché potesse me<strong>di</strong>ante ventilazione nell’estate vicina ben asciugarsi e consolidarsi. Dietro <strong>di</strong> essa restavano<br />

ancora attaccati al vecchio muro, coperti però da un velo, gli avanzi dell’antica immagine frantumata, con qualche<br />

resto <strong>di</strong> petto e <strong>di</strong> faccia della Beata Vergine nella quale ancora ben si <strong>di</strong>stingueva un occhio, il più espressivo, un

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