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Untitled - Comune di Casnigo

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scrittore <strong>di</strong> queste memorie, <strong>di</strong>etro sollecitazioni ed or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> monsignor vescovo Pietro Luigi Speranza 45 ,<br />

non che desiderio e spinta <strong>di</strong> tutta la popolazione, si compì la pia, desiderata, votata impresa.<br />

Prima <strong>di</strong> accennare ai lavori fatti, devo notare due circostanze a mio <strong>di</strong>re <strong>di</strong> gran importanza, e che<br />

<strong>di</strong>mostrano implicitamente come anche la Vergine d’Erbia gra<strong>di</strong>sse questi lavori. 1. Tutte le opere fatte da<br />

ogni genere <strong>di</strong> artisti che presero parte a questo gran<strong>di</strong>oso lavoro, furono cominciate e condotte a<br />

termine con mezzi <strong>di</strong> fortuna e privati, senza avere prima, come si <strong>di</strong>ce, preparato un fondo cassa,<br />

contando sulla pietà dei fedeli, cui si appoggiava l’opera.<br />

Le libere private offerte in denaro, in alberi da sega e d’altra opera, in generi ecc., in mano d’opera sul luogo o<br />

negli opifici 46 , in immobili, o mobili sacri, garantirono sempre i mezzi convenienti e sufficienti al bisogno, ma<br />

sempre privati. Anzi lo stesso terreno su cui si eresse la nuova chiesa ed i caseggiati e il piazzale furono<br />

da un privato 47 acquisiti in parte dal Demanio, in parte dal proprietario confinante. Così poté senza alcuna<br />

contrad<strong>di</strong>zione intestarsi come tale sui pubblici registri, e mettere ogni opera al sicuro da certe leggi <strong>di</strong><br />

indemaniazione. L’assistenza specialissima della Vergine e la sua provvidenza non vennero mai meno durante<br />

l’opera, tanto che, quando si era agli sgoccioli, compariva la mano pia e benefica che porgeva il necessario per<br />

continuare la santa impresa, e ciò talvolta con episo<strong>di</strong> interessanti. Qui si potrebbero ricordare i nomi <strong>di</strong> tutti i<br />

benefattori, specie <strong>di</strong> quelli che si assunsero <strong>di</strong> fare a proprie spese, chi il pavimento della chiesa, chi le<br />

campane, chi l’organo 48 , chi la nuova cancellata <strong>di</strong> ferro, chi il paramento nuovo ed il tappeto, chi la<br />

cappelletta alla Contrada <strong>di</strong> Miele 49 , e lo farei se non temessi fondatamente <strong>di</strong> offendere la loro modestia, che<br />

ben conosco.<br />

Meglio che manifestare i nomi preghiamo che Maria santissima rimuneri dal cielo la loro devota generosità,<br />

quando non l’abbia già fatto. Tanto prova che Maria santissima muoveva bellamente la mano e il cuore de’ suoi<br />

devoti, segno evidentissimo che ella gra<strong>di</strong>va l’opera.<br />

Va notata anche un’altra circostanza <strong>di</strong> grande importanza e che ha alquanto del meraviglioso; si trovò sul<br />

luogo, quasi come per incanto, tutto o quasi, il materiale occorrente per la fabbrica. Nel taglio e scavo del<br />

monte, che si dovette fare prima <strong>di</strong> ogni altra opera per ottenere un piano, e che durò per parecchi anni, anzi fu la<br />

prima ad incominciarsi subito nel 1873 e l’ultima a finirsi, venne alla luce sabbia <strong>di</strong> vena e <strong>di</strong> sasso, ottima quella<br />

per le fondamenta e questa per la muratura superiore, sassi da cantonali, da fabbrica, da calce, e se ne poterono<br />

preparare magazzini in grande quantità. Si volle tentare sul luogo la fabbricazione <strong>di</strong> una fornace detta calchera<br />

e, nelle viscere del monte al sito in<strong>di</strong>cato come più opportuno, si trovò una rotonda <strong>di</strong> pietra, la quale, estratto il<br />

materiale sassoso ed adattata allo scopo, servì mirabilmente a dare ottima calce. Si vollero costruire sul luogo<br />

mattoni, ed al primo assaggio, si trovò nel prato sovrastante, un terreno <strong>di</strong>chiarato dagli esperti adatto allo scopo<br />

e se ne fabbricarono ivi stesso parecchie migliaia. Occorrevano pietre piane, dette volgarmente “pieude” 50 , per i<br />

cornicioni interni della chiesa ed esterni della facciata, quali mai erano stati trovati in quella località. Se ne tentò<br />

un assaggio casuale sulla strada che conduce al santuario, a poca <strong>di</strong>stanza dal medesimo, e se ne trovò tosto<br />

una cava che durò finché durò il bisogno. Tutti questi fortunati casi favorirono molto l’opera, ne semplificarono la<br />

spesa, e sempre più persuasero che la Vergine concorresse all’opera in modo speciale e la gra<strong>di</strong>sse.<br />

Pre<strong>di</strong>sposta l’area, preparati tutti i materiali ed in modo particolare l’acqua, me<strong>di</strong>ante la costruzione <strong>di</strong><br />

una ben ampia cisterna, si or<strong>di</strong>narono tre successivi <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> ampliamento della chiesa a <strong>di</strong>stinti<br />

architetti, ma poiché in ciascuno <strong>di</strong> essi veniva cambiata la struttura e forma dell’antica cappella, che si<br />

voleva in ogni modo conservare, si dovettero abbandonare, per realizzare il nostro progetto 51 nel quale è<br />

scrupolosamente conservata. Questo <strong>di</strong>segno è <strong>di</strong> gusto perfettamente conforme alla preesistente cappella.<br />

Era <strong>di</strong>segnato a tre navate <strong>di</strong> cinque piccole tazze cadauna sostenute da otto colonne, ma sia per<br />

<strong>di</strong>minuire la spesa, sia perché si ravvisò sufficiente al bisogno, se ne effettuò solamente la metà,<br />

lasciando ai posteri, se lo riterranno opportuno, <strong>di</strong> completarlo. Ne risultò una chiesa sostenuta da<br />

quattro colonne colle rispettive tazze, se non perfetta, perfettibile, abbastanza comoda e proporzionata<br />

per il prolungamento delle navate dall’atrio interno fino a tutto il presbiterio ed ai fianchi del medesimo.<br />

Non mi fermerò a descrivere l’alacrità e lo zelo col quale si condusse tutto il lavoro e come questo fosse<br />

eseguito con tutta la regolarità dell’arte e colla massima soli<strong>di</strong>tà grazie all’opera intelligente, indefessa ed<br />

appassionata del capomastro signor Andreoletti Lorenzo <strong>di</strong> Gan<strong>di</strong>no, né <strong>di</strong>rò come fosse tutto e sempre pronto al<br />

bisogno quanto occorreva, né ricorderò come in tanti anni <strong>di</strong> lavoro il più svariato, gran<strong>di</strong>oso e molte volte<br />

pericoloso, non avvenisse giammai alcuna <strong>di</strong>sgrazia o sinistro, né elogerò, perché non lo sarebbe mai<br />

abbastanza, l’alacrità colla quale la popolazione <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong> trasportò molti materiali dal paese alla sommità del<br />

santuario <strong>di</strong> Erbia; mentre coll’opera <strong>di</strong> essa si poté, per tacere d’altro, in una sola mezza giornata <strong>di</strong> lavoro,<br />

urgendo il caso, trasportare e collocare sul tetto del vasto fabbricato quadrangolare parecchie migliaia <strong>di</strong> tegole.<br />

Mi basterà il <strong>di</strong>re che incominciati i lavori più prossimi della chiesa nell’anno 1878 si poté nell’anno 1881<br />

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