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Untitled - Comune di Casnigo

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l’attestazione deposta in questa Curia Vescovile dal Reveren<strong>di</strong>ssimo signor don Alessio Bonandrini che la<br />

cappella, essendo stata visitata personalmente, trovasi eretta nelle debite forme e che l’ancona, l’altare, e<br />

che la pietra sacra sono costruite a dovere, secondo il prescritto dal Rituale Romano, coll’autorità nostra<br />

or<strong>di</strong>naria, decretando conce<strong>di</strong>amo licenza al rev. sigor don Celestino Bonandrini arciprete <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong> <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>re<br />

la cappella medesima colle solite cerimonie, secondo ciò che è prescritto dalle Canoniche sanzioni, dandogli<br />

facoltà <strong>di</strong> potervi celebrare e farvi celebrare la santa messa, salvi i <strong>di</strong>ritti parrocchiali e per quanto a noi s’aspetta.<br />

‘In quorum fidem’.<br />

Dal Vescovado <strong>di</strong> Bergamo li 17 settembre 1813”.<br />

Firmato Vitali P. Vicario Generale.<br />

Firmato Salvagni Cancelliere.<br />

Dal contesto della suddetta istanza e relativa licenza, nonché dalla data, si viene ragionevolmente a dedurre<br />

che la cappella fosse stata e<strong>di</strong>ficata poco prima, cioè al principio del secolo presente od alla fine<br />

dell’altro.<br />

Quest’antica chiesuola fu nell’ampliamento, effettuato nel 1880 circa, scrupolosamente conservata nella<br />

sua antica struttura e pittura ed è precisamente quella parte che serve <strong>di</strong> presbiterio nella nuova chiesa e<br />

che attualmente è circondata da cancelli <strong>di</strong> ferro. Le variazioni fatte consistono nell’essersi trasportate nel nuovo<br />

coro le due finestre laterali alla porta dell’ingresso, e nella nuova sagrestia la finestra dalla quale si prospettava la<br />

santa effigie. All’altare vecchio fu sostituito un nuovo <strong>di</strong> legno dorato, sotto la cui mensa vennero collocate molte<br />

sante reliquie in ben costruiti ed adorni reliquiari. Sopra si pose una tribuna pure <strong>di</strong> legno dorato, <strong>di</strong> buon gusto,<br />

con molte statue <strong>di</strong> santi nel corpo <strong>di</strong> essa, e due angeli laterali; tribuna che venne regalata al santuario d’Erbia<br />

fin dal principio <strong>di</strong> questo secolo da una certa monaca Imberti <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>, morta nel convento <strong>di</strong> S. Chiara a<br />

Lovere, tribuna che fu trasportata al santuario, in occasione dell’ampliamento <strong>di</strong> esso, dalla Parrocchiale, ove era<br />

stata provvisoriamente collocata. L’ancona fu trasportata nel nuovo coro.<br />

76<br />

NOTE<br />

…<br />

30 Si intendono rispettivamente il ‘700 e l’800<br />

[pp. 40-49]<br />

Capitolo VIII<br />

Ampliamento del santuario d’Erbia<br />

Quantunque colla erezione della piccola cappella sembrasse appagata la pietà e la devozione dei fedeli,<br />

tuttavia non tardò a manifestarsi il desiderio, anzi il bisogno <strong>di</strong> un maggiore ampliamento. In seguito, causa<br />

l’accorrere dei devoti, era troppo ristretta quella cappella soprattutto quando si celebrava la santa messa,<br />

poiché vi era in essa anche il guardaroba dei sacri indumenti, per cui il celebrante ne occupava gran parte nel<br />

vestirsi e svestirsi dei medesimi. Fino dall’anno 1830 si fece venire sul luogo il signor Ingegnere Motterlini <strong>di</strong><br />

Gan<strong>di</strong>no per stu<strong>di</strong>arvi un ampliamento, ma ispezionato il luogo fece tosto notare la grande <strong>di</strong>fficoltà e<br />

l’enorme spesa che avrebbe comportato lo scavo del monte sul quale esisteva la chiesuola, necessario a<br />

farsi per creare l’area richiesta dall’ingran<strong>di</strong>mento della medesima. Tanto bastò, perché si deponesse ogni idea<br />

per allora. Nell’anno 1883 39 ci si dovette limitare ad aggiungere sul lato <strong>di</strong> mattina una piccola sacrestia<br />

con stanza superiore ad uso del romito e del celebrante sacerdote. Quest’opera, che costò molto tempo e fatica,<br />

perché si dovette asportare buona parte <strong>di</strong> roccia del monte, venne fatta eseguire dal M.R. Sacerdote Angeli don<br />

Battista 40 <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong> devotissimo della Beata Vergine d’Erbia. Nell’anno 1867 41 si fabbricarono sul davanti, a<br />

sera della chiesuola, tre stanze per uso dei devoti che si accrescevano ogni giorno più , nella quale<br />

occasione si rese molto lodevole, per la sua attiva prestazione, un certo Mignani Francesco 42 , fabbriciere.<br />

Nel medesimo anno 1867 scoppiava il colera nella Valle Seriana, ed anche il paese <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong> venne<br />

colpito . Si ridestò allora più viva che mai la devozione alla Beata Vergine d’Erbia in tutti i paesi vicini, ed i<br />

parrocchiani <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong> non contenti <strong>di</strong> visitarla con pii pellegrinaggi, e festeggiarla con tutti gli onori, fecero<br />

pubblico voto ampliare ad ogni modo la piccola chiesuola 43 . Inutile il <strong>di</strong>re che conseguenza imme<strong>di</strong>ata <strong>di</strong> quel<br />

voto fu una sollecita scomparsa del morbo dai confini della parrocchia. Per eseguire quel voto si<br />

intrapresero tosto alcuni preparativi, cioè rendere pianeggiante il terreno innanzi la chiesuola, scavo delle<br />

fondamenta, sistemazione <strong>di</strong> una nuova strada e raccolta <strong>di</strong> qualche offerta, ma venne troncata ogni operazione<br />

in conseguenza della morte del suddetto fabbriciere e della promozione del M. Rev. Albrici don Cristoforo 44 ,<br />

arciprete d’allora, caldeggiatore della pia opera. Si venne fino all’anno 1873, nel quale, essendo arciprete lo

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