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Untitled - Comune di Casnigo

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…<br />

Capitolo VI<br />

Provve<strong>di</strong>menti per perpetuare la memoria della seconda apparizione<br />

…<br />

[pp. 33-39]<br />

Capitolo VII<br />

Costruzione della prima Cappella<br />

Il Santuario d’Erbia ebbe quel principio e successivo sviluppo che ebbero tanti altri santuari: cioè a <strong>di</strong>re<br />

eretto dapprima in piccole proporzioni, si estese poi in maggiori. Tale fenomeno lo ve<strong>di</strong>amo verificarsi<br />

anche a riguardo <strong>di</strong> molte Chiese Parrocchiali, che dapprima piccole chiesuole, in alcuni luoghi ancor conservate,<br />

vennero poi sostituite da colossali e sontuosi e<strong>di</strong>fici.<br />

Pare sia questo l’or<strong>di</strong>nario sviluppo delle opere <strong>di</strong> Dio sulla terra e così avvenne anche per il santuario d’Erbia.<br />

Nei primi tempi, la devozione si limitava a venerare localmente l’immagine <strong>di</strong> Maria santissima con<br />

l’ossequio dell’orazione e dei pellegrinaggi e ciò fino al secolo trascorso. Infatti tanto il Calvi come il<br />

Cornaro parlano solo <strong>di</strong> immagine miracolosa che si venerava, e non <strong>di</strong> chiesa o santuario che vi<br />

esistesse, e sebbene già nel 1670 si onorasse e si festeggiasse il 5 Agosto d’ogni anno con particolare<br />

devozione questa sacra immagine, ciò si faceva nella Parrocchiale oppure nell’antichissima chiesa della<br />

SS. Trinità situata in amenissima posizione sopra la borgata <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>, e nella quale pure si conserva una<br />

copia dell’immagine d’Erbia, che si esponeva nella festa alla pubblica venerazione.<br />

Sulla fine del secolo passato o sul principio <strong>di</strong> questo 30 , si eresse una piccola cappella o chiesuola,<br />

senza nessuna altra a<strong>di</strong>acenza che la stalla e il fienile del quale si era compreso nella cappella il muro a<br />

levante portante la venerata immagine, che fu così sottratta alle intemperie e convenientemente <strong>di</strong>fesa<br />

dal sacro recinto . Dapprima l’immagine era sempre esposta al pubblico, più tar<strong>di</strong> venne coperta <strong>di</strong> un velo per<br />

farne devoti scoprimenti quando lo richiedeva la pietà dei fedeli. In seguito, venne abbellita con un altare <strong>di</strong><br />

stucco in parte levigato, in parte dorato, che la racchiudesse e che esiste anche oggi, e fu circondata da una<br />

cancellata <strong>di</strong> ferro a spese <strong>di</strong> una devota signora <strong>di</strong> Vertova. Sul lato nord aveva l’altare per la celebrazione della<br />

santa messa, costruito in mattoni, con sopra l’ancona della Natività <strong>di</strong> N.S. Gesù Cristo, opera del Querena; ed<br />

altri affreschi rappresentanti i misteri <strong>di</strong> Maria Santissima, esistenti pure oggi sopra il piccolo cornicione che corre<br />

intorno al detto altare, <strong>di</strong>pinti dal Della Madonna <strong>di</strong> Gan<strong>di</strong>no; il resto della cappella era decorato con buone<br />

pitture.<br />

Sul lato a sud vi era l’ingresso con due finestre laterali, e nella parete a levante stava una finestra<br />

quadrangolare, abbastanza grande, alla quale si recavano i devoti per guardare e venerare la sacra effigie,<br />

quando trovavano chiusa la cappella. Sul davanti <strong>di</strong> essa, a mezzogiorno, esisteva un piccolo atrio cinto da basso<br />

muro.<br />

Non consta precisamente l’anno in cui questa chiesuola fu eretta, però ho detto che lo fu o sul finire del<br />

passato o all’inizio <strong>di</strong> questo secolo. Ciò si rileva da una domanda, conservata nell’Archivio Parrocchiale,<br />

<strong>di</strong>retta a monsignor vescovo Dolfin, dal rev. Arciprete Bonandrini don Celestino, colla quale si implora la facoltà <strong>di</strong><br />

bene<strong>di</strong>rla, e che qui giova riprodurre anche per conoscere quale fosse, sul principio <strong>di</strong> questo secolo, la opinione<br />

pubblica e la devozione verso la S. Vergine d’Erbia. Ecco l’istanza:<br />

“Monsignore, venerata colla più tenera e sincera devozione Maria Santissima sul nostro vicino Colle<br />

denominato Erbia, dove per antica tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> questa e delle circonvicine popolazioni si compiacque d’apparire<br />

replicatamente ai nostri padri, e la pietà dei fedeli devoti le fecero innalzare una ben decente chiesa, per<br />

celebrarvi la santa messa; veggendo noi numeroso concorso costante dei fedeli <strong>di</strong> questo e <strong>di</strong> ogni altro lontano<br />

e vicino paese, onorare la gran Vergine su quel monte, sempre abitato per attinenze domestiche, e animato dai<br />

voti e dalle brame degli stessi ricorrenti, per venerare Maria e per accrescere la <strong>di</strong> Lei gloria, supplichiamo Vostra<br />

eccellenza che voglia, come altra volta non poi eseguita, accordare la grazia <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>re quell’Oratorio e <strong>di</strong><br />

potervi celebrare la santa messa, sicuri così <strong>di</strong> moltiplicare li devoti a Maria e <strong>di</strong> appagare li universali voti. Non<br />

dubitando <strong>di</strong> tale grazia, passiamo riverenti a baciarle la pastoral mano, e segnarci obbe<strong>di</strong>entissimi figli”.<br />

Firmato Bonandrini Celestino arciprete <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>.<br />

Firmato P. Giovanni Maria Gherlini presidente della fabbriceria.<br />

Ecco la relativa licenza accordata in forma <strong>di</strong> decreto:<br />

“Giovanni Paolo Dolfin per la grazia <strong>di</strong> Dio e della S. Sede vescovo <strong>di</strong> Bergamo ecc. (omissis). Attesa<br />

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