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Untitled - Comune di Casnigo

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perpen<strong>di</strong>colare alla sagrestia non si estende sopra la chiesa e ad essa si va anche per altro ingresso esterno<br />

tanto alla sagrestia che alla chiesa. Un campanello che sormonta il tetto avverte i lontani della calebrazione della<br />

s. messa che quasi tutti i giorni vi si celebra …”.<br />

…<br />

15 Archivio Curia Vescovile Bargamo, Visita Pastorale <strong>di</strong> Mons. Vescovo Guindani, anno 1882: “… la festa che<br />

sino ad ora si fa in parrocchia il 5 agosto assai opportunamente si potrà fare ogni anno la domenica quarta <strong>di</strong><br />

settembre al santuario, ove per l’ampliamento vi è tutta la como<strong>di</strong>tà … . Nella chiesa del santuario d’Erbia ove<br />

attesta la soverchia angustia non si è mai prima d’ora fatta funzione [solenne], ora che è sufficientemente<br />

ampliata ci sarebbe tutta la ragionevolezza <strong>di</strong> stabilirvi una domenica onde festeggiarsi l’apparizione, e la più<br />

opportuna sarebbe l’ultima domenica <strong>di</strong> settembre” … .<br />

Capitolo I<br />

Descrizione del luogo ove esiste il Santuario d’Erbia 18<br />

A monte della grossa borgata <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>, una delle più antiche ed illustri della Valle Gan<strong>di</strong>no, e precisamente<br />

alla Contrada del Cornello, ha principio una strada comunale cavalcatoria, che, or piana, or inclinata, or ripida<br />

sale gradatamente all’alto. Quando, s’interna nelle sinuosità delle due valli del Travicello e del Riposo, quando,<br />

emerge sul dorso del monte, e qui solcando prati, là nascondendosi fra i boschi, riesce alle alture del monte<br />

d’Erbia e mette capo al santuario detto appunto della Madonna d’Erbia, il devoto che, soprattutto la prima<br />

volta, giunge lassù, resta meravigliato alla vista improvvisa del vasto e regolare piazzale <strong>di</strong> circa cento<br />

metri, che gli si para <strong>di</strong>nanzi, in fondo al quale scorge la mole del santuario cogli annessi caseggiati e<br />

campanile, e <strong>di</strong>etro ad esso un retroscena <strong>di</strong> prati, <strong>di</strong> boschi finenti in gioghi, in <strong>di</strong>rupi, in vette dalle più svariate<br />

forme, che sembrano accoglierlo nel loro seno per <strong>di</strong>fenderlo dal rigido soffio dei venti <strong>di</strong> tramontana. A quella<br />

vista un non so che <strong>di</strong> caramente mesto s’impossessa della sua anima, che mirabilmente lo pre<strong>di</strong>spone al<br />

raccoglimento, alla devozione e gli fa ricordare che la Vergine sa scegliersi per luogo <strong>di</strong> sua pre<strong>di</strong>letta <strong>di</strong>mora i<br />

forami delle pietre, per ricevervi speciale culto e pro<strong>di</strong>garvi maggiori grazie, e così il suo cuore si apre alla più<br />

bella speranza.<br />

Quello poi che lo rende più interessante e simpatico sono gli stessi devoti che ci accorrono. Oh! come è bello<br />

nelle serene giornate <strong>di</strong> primavera ed autunno vedere famiglie e gruppi <strong>di</strong> pellegrini, venuti da vicini e da lontani<br />

paesi, con i loro bimbi in braccio, coi vispi fanciulletti intorno, a piè talora scalzo, col santo rosario in mano<br />

mormorare a capo chino la prece alla Vergine, entrare devoti e raccolti nel santuario a venerarvi la taumaturga<br />

immagine a scioglierne i loro voti; poi uscirne, e raccolti in capannelli sull’erboso piano, o entrati nel vicino<br />

ospizio, intorno al frugale desco imban<strong>di</strong>to, allegri e giulivi, accoppiare alle più pure e soavi emozioni della fede le<br />

gioie più naturali e semplici della famiglia. Non sanno risolversi quei devoti ad abbandonare luogo sì caro, per<br />

l’entusiasmo che ha in loro suscitato l’arte, la natura, la religione; e quando partono, danno un ultimo espressivo<br />

sguardo al santuario, quasi per stamparselo forte nel cuore, e ritornando alle case loro portano seco la più grata<br />

impressione e memoria, e fanno voti e promesse <strong>di</strong> presto ritornarvi.<br />

NOTE<br />

…<br />

18 I primi do<strong>di</strong>ci capitoli del presente libretto sono tratti dalla pubblicazione: “La Madonna d’Erbia. Memorie del<br />

Sac. Donadoni Bernardo, prevosto <strong>di</strong> Grumello del Monte”. Ed. Tipografica Pontificia <strong>di</strong> S. Giuseppe, Milano,<br />

1892 … .<br />

Capitolo II<br />

Prima apparizione dell’immagine della Beata Vergine anno 1550<br />

Una tra<strong>di</strong>zione antichissima ha portato fino a noi il fatto seguente: fino dall’anno 1550 esisteva sul versante <strong>di</strong><br />

sera del monte d’Erbia, una casa, <strong>di</strong> cui s’ignora il proprietario, al quale s’accedeva a mattina <strong>di</strong>rettamente dal<br />

monte a mezzo <strong>di</strong> un piano formante parte <strong>di</strong> un sentiero consorziale che vi transitava. Nell’asportazione del<br />

muro laterale all’immagine fatto <strong>di</strong> recente, si rinvennero gli avanzi corrosi dell’architrave <strong>di</strong> questo<br />

antico e primo ingresso al fienile. Sul fianco sinistro <strong>di</strong> questo medesimo ingresso, stava <strong>di</strong>pinta sul muro una<br />

immagine rappresentante la maternità <strong>di</strong> Maria Vergine che si costatò essere stata opera <strong>di</strong> quel pio e rinomato<br />

pittore <strong>di</strong> Clusone che fu Giacomo Busca, autore <strong>di</strong> molte immagini, fra le quali quella che si venera al vicino<br />

santuario <strong>di</strong> Ponte <strong>di</strong> Nossa. La gente che <strong>di</strong> là passava per recarsi a’ suoi svariati lavori sia in Erbia Bassa,<br />

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