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Untitled - Comune di Casnigo

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- La Madonna d’Erbia<br />

S. Doneda, N. Bonandrini (a cura <strong>di</strong>), La Madonna d’Erbia. Storia e devozione, Ikonos E<strong>di</strong>tore,<br />

Bergamo 2000, pp. 5-11, 33-39, 40-49, 50-60, 79-85<br />

[pp. 12-17]<br />

Introduzione<br />

Gli sviluppi della devozione alla Madonna d’Erbia<br />

La devozione dei Casnighesi alla Madonna d’Erbia, è nota, ma come questo attaccamento alla loro Madonna si<br />

sia sviluppato e abbia ottenuto incremento, dopo il pro<strong>di</strong>gioso evento dell’anno 1550, forse non è altrettanto noto<br />

anche agli stessi Casnighesi.<br />

Le indagini condotte, sia sulla documentazione conservata in parrocchia, sia su quella conservata presso<br />

l’archivio vescovile, rilevano, con una certa chiarezza, che la devozione alla Madonna d’Erbia non ebbe un<br />

clamoroso e imme<strong>di</strong>ato accrescimento. Del fatto pro<strong>di</strong>gioso avvenuto, secondo la tra<strong>di</strong>zione, il 5 agosto<br />

1550 per lungo tempo nulla si <strong>di</strong>ce in documenti, appunti, atti <strong>di</strong> carattere ufficiale, come ad esempio le<br />

visite pastorali. La stessa Visita Apostolica, condotta con cura meticolosa da S. Carlo Borromeo nell’ottobre<br />

1575, nulla <strong>di</strong>ce in proposito e così tutte le successive Visite Pastorali sino al 1861. Che, a <strong>Casnigo</strong>, il 5 agosto<br />

fosse una data tra<strong>di</strong>zionale de<strong>di</strong>cata a festeggiare la Vergine Maria è indubitabile, come attestano i pochi<br />

documenti superstiti. In uno <strong>di</strong> essi, redatti nel 1560, <strong>di</strong>eci anni dopo la Prima Apparizione in Erbia, i consoli del<br />

comune <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>, alla presenza dell’arciprete Tranquillo Canali, <strong>di</strong>chiarano che tra le feste del luogo vi è quella<br />

della Madonna della Neve, al 5 <strong>di</strong> agosto, e che l’istituzione della festa, come delle altre elencate, è tanto antica<br />

da non ritrovarsene ormai memoria.<br />

Nella seconda metà del ‘500, a <strong>Casnigo</strong>, il giorno 5 maggio si festeggiava quin<strong>di</strong> la Madonna della Neve<br />

e non la Madonna d’Erbia. Tale tra<strong>di</strong>zione continuerà nel ‘600 e nel ‘700, quando troverà ulteriore impulso<br />

grazie dapprima a Bonandrini Elisabetta e poi a don G. Battista Bidasio. La prima istituirà, per il giorno 5 agosto,<br />

un legato con l’obbligo <strong>di</strong> celebrare messa e vespro cantati più altre <strong>di</strong>eci messe lette all’altare <strong>di</strong> S. Vincenzo<br />

Ferreri e S. Francesco da Paola nella chiesa arcipresbiterale 5 ; il secondo una messa e vespri cantati, sempre<br />

nella parrocchiale. Ancora nell’800, quando ormai in Erbia era stata costruita una prima chiesuola sul luogo della<br />

“Apparizione”, si continuerà, il 5 agosto, a celebrare nella parrocchiale la festa della Madonna della Neve e, solo<br />

occasionalmente, la festa della Madonna d’Erbia.<br />

Fatte queste considerazioni è tuttavia innegabile esistesse una tra<strong>di</strong>zionale devozione verso<br />

quell’affresco pro<strong>di</strong>gioso sito sul monte d’Erbia, come conferma Padre Donato Calvi nella sua Effemeride<br />

e<strong>di</strong>ta nel 1676 8 . Da allora tutti gli scrittori delle apparizioni <strong>di</strong> Maria sul territorio bergamasco, primo fra tutti il<br />

Cornaro, attingeranno al testo del Calvi, perpetuando la tra<strong>di</strong>zione del pro<strong>di</strong>gio avvenuto nel lontano 1550.<br />

Le cose cominciano a cambiare dopo il 1825, quando la Fabbriceria Parrocchiale dapprima<br />

commissiona al pittore Bombar<strong>di</strong>eri <strong>di</strong> Gan<strong>di</strong>no un <strong>di</strong>pinto ad olio riproducente la Madonna d’Erbia da<br />

collocarsi presso l’altare <strong>di</strong> S. Vincenzo nella chiesa arcipresbiterale, e quando, a seguito del fatto<br />

miracoloso della apparizione della Madonna a Luigi Rossi nel 1839, inizia a solennizzare la ricorrenza del<br />

5 agosto in modo più vistoso, con contrappunto musicale, sparo <strong>di</strong> mortaretti, addobbo della piazza e pre<strong>di</strong>ca.<br />

La festa, che continua ad essere celebrata nella chiesa parrocchiale, non è più solo un ossequio alla Madonna<br />

della Neve, ma prevede un <strong>di</strong>scorso da tenersi in omaggio alla Madonna d’Erbia nella Domenica successiva al<br />

Perdono d’Assisi, il 2 agosto. Tale ricorrenza era solennizzata allora con gran pompa perché, per concessione<br />

pontificia, era possibile ottenere l’indulgenza plenaria solo nella nostra chiesa parrocchiale e in poche altre della<br />

bergamasca.<br />

Nel contempo inizia anche il ricorso alla Madonna d’Erbia in caso <strong>di</strong> siccità o per ottenere il ritorno del bel<br />

tempo, con celebrazioni <strong>di</strong> messe all’altare della B. V. d’Erbia in parrocchia o con processioni al santuario 12 .<br />

Nella relazione, in occasione della visita pastorale <strong>di</strong> Mons. Speranza dell’anno 1861, si <strong>di</strong>ce che al santuario<br />

non si celebrava nessuna solennità, a motivo della sua ristrettezza 13 , ma si solennizzava il 5 agosto con la<br />

maggior pompa possibile nella chiesa parrocchiale.<br />

Ancora nel 1880, sicuramente, la festa solenne del 5 agosto si svolgeva in parrocchia, con contrappunto<br />

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