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100 APC, Miscellanea, Materiale controllato e smistato.<br />
CROCIFISSO DELL’AGRO<br />
Citata nello stradario <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong> del 1487 come la Trebuinam 101 , è pure nominata in un atto <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> un<br />
terreno del 1553, da dove si apprende, che in antico era de<strong>di</strong>cata a S. Bernar<strong>di</strong>no 102 . Negli atti della visita<br />
pastorale <strong>di</strong> mons. Cornaro del 1624 risultava bisognosa <strong>di</strong> riparazioni 103 . Raffigurata nella mappa del catasto<br />
Napoleonico del 1813 104 , era un e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> proprietà comunale 105 . Fu sottoposta a restauro nel 1834 per una<br />
spesa <strong>di</strong> lire 240 e denari 11 106 . Già però nel 1853 essa minacciava caduta e fu riparata da tale Franchina<br />
Benedetto 107 . All’interno <strong>di</strong> questa cappella vi era un altare <strong>di</strong>feso da cancelli in ferro, ornato con candelabri,<br />
palme, crocifisso, e con una lampada che veniva accesa per devozione dai fedeli 108 . Fu <strong>di</strong> nuovo restaurata nel<br />
1893 109 . Nel 1949, dopo un nuovo restauro 110 , l’arciprete Vistalli volendovi celebrare la messa, avviò le pratiche<br />
per ottenerne l’autorizzazione presso la Curia Vescovile. Sul posto, in data 27 maggio 1949, si recò mons.<br />
Lazzari, Vicario Foraneo <strong>di</strong> Gazzaniga, il quale espresse parere favorevole alla bene<strong>di</strong>zione della stessa 111 ,<br />
mentre il decreto relativo, fu rilasciato da mons. Vescovo Bernareggi in data 7 giugno 1949 112 . Dalla visita <strong>di</strong><br />
mons. Piazzi del 1960 appren<strong>di</strong>amo che ancora vi si celebrava qualche messa durante il corso dell’anno 113 . Fu<br />
abbattuta nel 1977 dalla Provincia per allargare la strada dei Carali e sostituita con una piccola santella.<br />
Della Tribulina dell’Agro rimane oggi solo l’affresco del Crocifisso, strappato negli anni ‘30 del Novecento dalla<br />
stessa e, come detto, trasportato in casa dell’arciprete poco prima della demolizione 114 .<br />
101 Cfr. “Lo stradario <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>. Descrizione delle vie nel 1487”, Quaderni Casnighesi n. 2, a.c. Associazione S.<br />
Spirito, 1998, pp. 14, 18, 51 e 53.<br />
102 “... Ibique dominus Jo. Antonius filius quondam Simonis de Moschonis de Lefe ... fecit e facit retrodatum et<br />
ven<strong>di</strong>tionem ... . Nominatim de quadam petia terre aratorie cum una sepe ... situata in territorio de Cazanico in<br />
contrata ubi <strong>di</strong>citur ad trebulinam cui coheret ... a meri<strong>di</strong>e partim trebulina seu sacellum sancti Bernar<strong>di</strong>ni et<br />
partim Communis de Cazanico ...”, ASBG, Fondo Notarile, Atti del notaio Imberti Pintoni Giovanni, anno 1553.<br />
103 ACVB, Visitatio Cornelia anno 1624, Vol. 41, p. 249 v.. Trattasi della relazione preparatoria alla visita redatta<br />
dall’arciprete Martino Negroni il 9 maggio 1624: “... Vi sono alcune tribuine, una alla Barbata, una detta <strong>di</strong> S.<br />
Bernar<strong>di</strong>no che ha bisogno <strong>di</strong> riparo, et per tale effetto fu fatta una cerca et vi sono alcuni danari, circa de quali<br />
s’interroghi un Gio. Maria Peroni ...”. ACC, Acque e strade 1829: “... Le si rimette in prescritto progetto <strong>di</strong> parte <strong>di</strong><br />
detta strada, cioè del tronco resosi ora assolutamente impraticabile il quale <strong>di</strong>rama dalla strada detta <strong>di</strong> Serio<br />
vicino al cimitero, e termina poco dopo la Trebulina detta <strong>di</strong> Santo Bernar<strong>di</strong>no ...” e ACC, Acque e strade 1843,<br />
“... Oratorio <strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>no ...”; in quest’ultima relazione è presente una piccola pianta della zona in cui è<br />
evidenziata la tribulina suddetta.<br />
104 ASBG, Mappa del Catasto Napoleonico, <strong>Comune</strong> censuario <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>, anno 1813.<br />
105 ACC, Inventari Patrimoniali, faldone 28, unità 205, anno 1818: “Tribulina, fabbricato <strong>di</strong>roccato ubicato in<br />
mezzo all’agro”; e ancora in Inventari Patrimoniali, faldone 29, unità 207, anno 1828: “Portico con piccolo oratorio<br />
detto la Tribulina, non censito, serve pel ricovero degli agricoltori in occasione <strong>di</strong> intemperie. Non si è trovato <strong>di</strong><br />
comprendere nel presente allegato gli oratori sparsi nel territorio comunale siccome <strong>di</strong> niun valore”.<br />
106 “Specifica delle spese fatte nella ricostruzione della Tribulina dell’Agro <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>. Legname Rochello<br />
comperato dal signor Baroni lire 19 e denari 2, calcina some 7 lire 21, condotta della calcina lire 3, fattura del<br />
rastello al [fabbro] Vagnoni lire 22, ad Antonio Ruggeri manovale lire 11 e denari 9, a Michele Mignani manovale<br />
lire 8, quadrella some 5 lire 8, al maestro Carlo Bianchi lire 32, al pittore signor Giovanni Brighenti lire 109,<br />
condotta sabione da Battista Guerini lire 3, altra da Giuseppe Gherlini lire 4, per un totale <strong>di</strong> lire 240 e denari 11.<br />
Avute dal reverendo don Bernardo Ruggeri per limosine lire 86 e denari 40 ...”. Giovanni Brighenti era nato a<br />
Clusone nel 1782 da una famiglia d’artisti, anche il padre, infatti, era pittore e così pure lo sarà il figlio Antonio.<br />
Compì il suo appren<strong>di</strong>stato presso la bottega del gan<strong>di</strong>nese Bernardo Brignoli, e in seguito, all’età <strong>di</strong> ventun anni,<br />
s’iscrisse ai corsi dell’Accademia Carrara <strong>di</strong> Bergamo. La prima opera databile con sicurezza è la pala con il<br />
Crocifisso, la Vergine e i santi Giovanni e Sebastiano, in Ganda (Aviatico) realizzata nel 1819. La sua attività si<br />
concentrò soprattutto nella natia Val Seriana, specie nelle chiese, con affreschi e tele <strong>di</strong> soggetto sacro. Morì nel<br />
1861. Il Brighenti con buona probabilità realizzò l’affresco raffigurante il SS. Crocifisso coi santi Rocco, Giovanni<br />
Battista, Bernar<strong>di</strong>no da Siena e Pietro martire che fungeva da pala della cappella e che oggi è conservato in casa<br />
parrocchiale.<br />
107 “<strong>Casnigo</strong> li 16 maggio 1853. Alla Rispettabile Deputazione Comunale. Specifica delle operazioni state<br />
eseguite alla trebulina in mezzo alli campi, per aver giustato il tetto giornate due lire 6, per coppi n. 40 lire 4; per