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TRIBULINA DI MELE<br />
Piccola cappella de<strong>di</strong>cata alla B. V. del Rosario, possedeva un piccolo atrio e cancelli in ferro 65 .<br />
65 ACVB, Relazione dell’arciprete Donadoni del 1880 per la visita pastorale <strong>di</strong> mons. Guindani, Cap. IV Oratori<br />
privati e capellette. Del tutto simile la relazione dell’arciprete Cambianica per la visita pastorale <strong>di</strong> mons. Ra<strong>di</strong>ni<br />
Tedeschi del 1907, APC, p.43.<br />
TRIBULINA DI PREDALE<br />
Questa cappella, meglio nota come “Trebulina e Prédal” è de<strong>di</strong>cata alla Madonna d’Erbia e fu costruita nel<br />
1880 per in<strong>di</strong>care ai pellegrini dell’alta Valle Seriana l’accesso al sentiero che portava al santuario<br />
d’Erbia. Il signor Bernardo Bonandrini, proprietario del terreno su cui sorgeva la cappelletta, in data 1 maggio<br />
1884 autorizzò l’arciprete <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong> a prelevare le elemosine fatte presso la stessa purché queste venissero<br />
impiegate in opere al santuario della B. V. d’Erbia 66 . La devozione dei fedeli vi faceva ardere la lampada,<br />
specialmente le domeniche sera, quando vi si radunavano gli abitanti della zona per recitare il Rosario 67 . Fu<br />
interessata a lavori <strong>di</strong> restauro nel 1990 68 .<br />
66 APC, Corrispondenza XIX secolo.<br />
67 ACVB, Relazione dell’arciprete Donadoni del 1880 per la visita pastorale <strong>di</strong> mons. Guindani, Cap. IV Oratori<br />
privati e capellette. Del tutto simile la relazione dell’arciprete Cambianica per la visita pastorale <strong>di</strong> mons. Ra<strong>di</strong>ni<br />
Tedeschi del 1907, APC, p. 43.<br />
68 APC, Rivista Parrocchiale <strong>Casnigo</strong> n. 28, marzo-aprile 1990, p. 29.<br />
S. MARIA DI LORETO (S. MARIA)<br />
E<strong>di</strong>ficata agli inizi del XVI secolo, stando all’affresco <strong>di</strong> quell’epoca che fungeva da pala della stessa, è<br />
citata per la prima volta nella visita pastorale <strong>di</strong> mons. Federico Cornaro del 1624. Era sicuramente una<br />
cappelletta <strong>di</strong> gran devozione, come attesta l’offerta <strong>di</strong> molte elemosine 69 , le quali, tuttavia, male amministrate,<br />
non venivano adoperate per il mantenimento della medesima, come risulta dalla visita pastorale <strong>di</strong> mons. Grimani<br />
del 1637, in cui si ricorda che il detto oratorio doveva essere mantenuto in una forma decente, il che evidenzia<br />
che non lo era e, che pertanto la cassetta delle elemosine doveva avere due chiavi, una delle quali da<br />
consegnare al reverendo arciprete 70 . Chiamata anche la Tribulina <strong>di</strong> Lambla o la Madonna <strong>di</strong> Lambla, fu<br />
oggetto da parte <strong>di</strong> Ceghino <strong>di</strong> Matteo Angeli de Bonandrini, con suo testamento del 4 settembre 1685, <strong>di</strong> un<br />
lascito <strong>di</strong> un appezzamento <strong>di</strong> terreno in territorio <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>, sito in località Grimone 71 . Il detto appezzamento <strong>di</strong><br />
terreno fu venduto, onde ricavarne denaro per le necessarie ed urgenti riparazioni alla Tribulina il 16 maggio<br />
1689, il che attesta le non buone con<strong>di</strong>zioni della stessa, che viene a quella data in<strong>di</strong>cata come: antichissima<br />
che non vi è memoria d’homo quando è stata fabricata 72 . Altre elargizioni in denaro a favore della Tribulina<br />
continuarono a pervenire per tutto il XVII secolo, come <strong>di</strong>mostrano alcuni testamenti 73 .<br />
Di questa tribulina non si hanno più notizie sino al XIX secolo, trovandola rappresentata, già con<br />
l’attigua piccola sacrestia, nella mappa del catasto Napoleonico del 1813 74 . Era in ogni modo un e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong><br />
proprietà comunale 75 .<br />
Di sicuro la cappelletta minacciò, in parte, <strong>di</strong> venire <strong>di</strong>strutta nel 1825, allorché si pensò <strong>di</strong> utilizzare il materiale<br />
proveniente dalla sua demolizione per riparare i danni arrecati da un fulmine al tetto della SS. Trinità 76 , ma l’allora<br />
Commissario Distrettuale <strong>di</strong> Gan<strong>di</strong>no, non concesse alla Deputazione Comunale <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong> la demolizione della<br />
stessa 77 . Dalla descrizione fatta della santella <strong>di</strong> S. Maria in quell’anno appare chiaramente che la suddetta<br />
doveva presentare una parte “superflua”, forse un portico esterno, del tutto simile a quello della Tribulina<br />
dell’Agro. Essa fu restaurata nel 1853 78 . Questa cappella, con portico e sacrestia fu ingran<strong>di</strong>ta nel 1896 79 per<br />
onorare un’immagine antica della Madonna <strong>di</strong> Loreto 80 . In occasione dell’ingran<strong>di</strong>mento del 1896, all’antica<br />
e<strong>di</strong>cola, chiusa da cancelli e trasformata in presbiterio con l’aggiunta <strong>di</strong> un parapetto a modo <strong>di</strong> balaustra, fu<br />
aggiunta una piccola navata irregolare, chiudendo il portico sul davanti, e lasciandovi due ampie finestre per darvi<br />
luce 81 . Misurava m 11 <strong>di</strong> lunghezza per 8 <strong>di</strong> larghezza, aveva un presbiterio con altare in muratura e volta a vela<br />
su cui erano <strong>di</strong>pinti i quattro evangelisti, mentre sulle pareti erano affrescati i santi Paolo e Carlo da una parte,<br />
Agata e Caterina d’Alessandria dall’altra. La pala <strong>di</strong> questa chiesetta, come già ricordato, era un affresco<br />
cinquecentesco raffigurante la Madonna <strong>di</strong> Loreto e i santi Rocco e Sebastiano 82 .<br />
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