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Bettinaglio. In tale occasione è pure stato aggiunto un tetto all’e<strong>di</strong>cola, opera compiuta dal muratore Roberto<br />
Lanfranchi, e una nuova predella in legno realizzata da Lino Perani. Si veda anche APC, Rivista Parrocchiale<br />
<strong>Casnigo</strong> n. 48, luglio-agosto 1993, p. 29.<br />
TRIBULINA LANZA<br />
E’ de<strong>di</strong>cata alla Madonna del Soccorso e a S. Bernar<strong>di</strong>no. Possiede altare in muratura, lampada e cancello in<br />
ferro 31 . Cappella <strong>di</strong> proprietà della famiglia Lanza (Sabai-Lanzì) è rappresentata nella mappa del catasto<br />
Lombardo-Veneto del 1853 32 . Nel 1861 era bisognosa <strong>di</strong> restauro 33 . La cappella era dotata <strong>di</strong> quadri sacri,<br />
suppellettili sacre e S. Reliquie, andate <strong>di</strong>sperse negli ultimi decenni. Nell’anno 2000, per interessamento <strong>di</strong><br />
Bettinaglio Margherita vedova Lanza, la cappella è stata dotata <strong>di</strong> una nuova pala, raffigurante la Madonna del<br />
Rosario coi santi Caterina e Bernar<strong>di</strong>no da Siena, opera <strong>di</strong> G. Battista Lanfranchi <strong>di</strong> Colzate.<br />
31 ACVB, Relazione dell’arciprete Donadoni del 1880 per la visita pastorale <strong>di</strong> mons. Guindani, Cap. IV Oratori<br />
privati e capellette. Del tutto simile la relazione dell’arciprete Cambianica per la visita pastorale <strong>di</strong> mons. Ra<strong>di</strong>ni<br />
Tedeschi del 1907 che <strong>di</strong>ce essere de<strong>di</strong>cata anche a S. Bernar<strong>di</strong>no, APC, p. 43.<br />
32 ASBG, Mappa del Catasto Lombardo-Veneto, <strong>Comune</strong> censuario <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>, anno 1853.<br />
33 ACVB, Visitatio Speranza anno 1861, VoI. 120.<br />
CHIESETTA DELLA BEATA VERGINE ADDOLORATA DETTA LA “BARBADA”<br />
Fu costruita da un certo Barbata <strong>di</strong> Colzate 34 su fon<strong>di</strong> comunali 35 , si crede nel Cinquecento 36 , ed è citata<br />
per la prima volta nella visita pastorale <strong>di</strong> mons. Federico Cornaro del 1624 37 . In origine era una piccola<br />
cappelletta chiusa da cancelli in ferro, corrispondente all’attuale presbiterio; venne quin<strong>di</strong> allungata con una<br />
piccola navata forse tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento. E’ rappresentata nella mappa del<br />
catasto Napoleonico del 1813 38 . Nel 1863, l’e<strong>di</strong>ficio fu sottoposto a restauro e fu realizzato il piccolo sacrato 39 .<br />
Ancora nel 1880 non presentava la sacrestia, che invece è presente nella visita pastorale del 1907, allorché si<br />
enuncia che il pavimento del presbiterio era più basso <strong>di</strong> quello della chiesa, e questo era causa dell’umi<strong>di</strong>tà che<br />
vi regnava 40 . La chiesetta, <strong>di</strong> forma rettangolare, misurava m 4 <strong>di</strong> larghezza per 5 <strong>di</strong> lunghezza; coperta da volto a<br />
“celtro” 41 senza medaglia, con un piccolo cornicione e due finestre basse <strong>di</strong> fianco all’unica entrata 42 . Nel 1864<br />
allorché si volle ottenere dall’autorità ecclesiastica il permesso <strong>di</strong> farvi celebrare la messa, su petizione della<br />
popolazione <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong> 43 , il Consiglio Comunale maturò l’idea <strong>di</strong> farne donazione alla Fabbriceria Parrocchiale,<br />
affinché provvedesse all’occorrente per la celebrazione del sacrificio eucaristico 44 . AI tempo della cessione il<br />
Municipio <strong>di</strong>chiarava, infatti, che in quella cappella non vi era mai stata celebrata la messa, non era fornita<br />
d’arre<strong>di</strong> sacri, e che l’e<strong>di</strong>ficio si trovava in uno stato meschino il cui valore peritale non eccedeva le lire 50 45 . La<br />
cessione della chiesetta alla parrocchia avvenne in data 12 giugno 1865 46 . Con delibera del Consiglio<br />
Comunale del 5 febbraio 1911, la chiesetta veniva in<strong>di</strong>viduata come locale d’isolamento in caso d’epidemia 47 . Nel<br />
mese <strong>di</strong> giugno 1921 vi fu portato a termine un lavoro <strong>di</strong> restauro ad opera della <strong>di</strong>tta Manzoni G. Battista <strong>di</strong> S.<br />
Giovanni Bianco 48 . In essa vi era eretta la Via Crucis già prima del 1880 49 . Nell’anno 1907 vi fu rinnovato il<br />
pavimento e furono imbiancate le pareti 50 , mentre mons. Ra<strong>di</strong>ni Tedeschi nella visita pastorale <strong>di</strong> quell’anno<br />
invitava a sottoporre a restauro l’immagine della Pietà 51 . Mons. Marelli nella relazione alla visita pastorale del 26<br />
giugno 1921 ce ne dà una piccola descrizione, affermando che è una piccola chiesetta con l’altare in marmo<br />
de<strong>di</strong>cato alla Pietà e una piccola sacrestia con gli arma<strong>di</strong> necessari a riporvi gli arre<strong>di</strong> sacri 52 . Mons. Bernareggi<br />
nel decreto seguito alla Visita Pastorale del 9 ottobre 1936 <strong>di</strong>chiarava che l’oratorio fosse tenuto in buon or<strong>di</strong>ne,<br />
togliendovi le infiltrazioni d’acqua del tetto, specie in sacrestia e nell’abside 53 . Vi si celebravano allora due messe<br />
in canto, ancora il Venerdì <strong>di</strong> Passione e per la festa del 15 settembre 54 . Nel 1949 fu restaurato il tetto della<br />
chiesa, con una spesa <strong>di</strong> lire 50.000 e realizzato il nuovo quadro ad olio raffigurante la Pietà, opera del pittore<br />
Manini padre 55 , costato 23.000 lire 56 . Nel 1962 gli abitanti della zona ovest del paese si accordarono per un<br />
restauro alla chiesetta, e nel mese <strong>di</strong> settembre essa era pronta con gli intonaci nuovi e varie rifiniture. In<br />
quell’occasione vennero pure recuperati e staccati gli affreschi, per essere meglio conservati 57 . Gli ultimi lavori <strong>di</strong><br />
restauro furono eseguiti durante il 1987 su interessamento degli abitanti della contrada “Garibal<strong>di</strong>na” e <strong>di</strong> un<br />
gruppo <strong>di</strong> volenterosi 58 .<br />
34 I Colzate o de Colzatis, erano un’importante famiglia presente a <strong>Casnigo</strong> sino al XVI secolo.<br />
35 ACC, faldone 69 unità 519. La proprietà comunale è riba<strong>di</strong>ta anche negli Inventari Patrimoniali del <strong>Comune</strong>,<br />
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