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popolazione, delibera ad unanimità <strong>di</strong> voti la costruzione della suddetta santella, e <strong>di</strong> affidarne l’esecuzione al<br />
signor G. Battista Paganessi pel prezzo accordato <strong>di</strong> lire 400 da pagarsi nel prossimo venturo esercizio 1914, nel<br />
cui bilancio si provvederà apposito stanziamento”, ACC, Delibera n. 1 del 1913, Registro 1908-1930.<br />
ORATORIO BONANDRINI<br />
Era un oratorio privato in casa dei signori Bonandrini, presso l’attuale Circolo Fratellanza, che era stato<br />
concesso, con indulto pontificio in data 13 marzo 1773, a nome dei fratelli Paolo, Bernar<strong>di</strong>no, Alessio,<br />
Bartolomeo, Luigi, Alessandro e Olimpia Bonandrini 20 . Probabilmente i signori Bonandrini non si presentarono<br />
con i dovuti incartamenti presso la Curia <strong>di</strong>ocesana poiché nella relazione della visita pastorale <strong>di</strong> mons. Guindani<br />
del 1882 si afferma che l’unico oratorio privato del paese era quello della famiglia Bonandrini, ma il privilegio era<br />
scaduto e non ci si curava <strong>di</strong> rinnovarlo 21 .<br />
20 ACVB, Visitatio Speranza anno 1861, Vol.120, p. 256 r. In occasione della visita pastorale il vescovo<br />
Speranza obiettò al signor Aurelio Bonandrini e nipote Giovanni che il privilegio era scaduto e che pertanto essi<br />
dovevano presentare l’indulto del 1773 onde ottenere la conferma della concessione del privilegio per l’oratorio<br />
privato da parte dell’autorità <strong>di</strong>ocesana. Nella stessa si affermava che i paramenti dell’oratorio si conservano<br />
presso la famiglia Bonandrini, vi si celebrava alcune volte con l’intervento dell’indultario signor Aurelio Bonandrini.<br />
21 Esisteva ancora però, presso il brolo della famiglia, il piccolo oratorio, con altare, mobili e reliquiari <strong>di</strong> cui però<br />
non si faceva più uso, ACVB, Relazione dell’arciprete Donadoni per la visita pastorale <strong>di</strong> mons. Guindani<br />
dell’anno 1880, cap. IV, Oratori privati e cappellette. L’urna maggiore delle reliquie, che si trovava<br />
originariamente presso la cappella privata del palazzo Bonandrini, fu donata al Santuario della Madonna<br />
d’Erbia, da Bernar<strong>di</strong>no Bonandrini, verso la fine dell'800.<br />
IMMACOLATA DI CASA RUGGERI (abitazione coa<strong>di</strong>utore)<br />
La signora Antonietta Loverini, figlia del pittore Ponziano Loverini <strong>di</strong> Gan<strong>di</strong>no, e sposa dello scultore Siccar<strong>di</strong>,<br />
asseriva in un suo scritto del giugno 1934 che l’Immacolata posta nella nicchia dell’ex casa Ruggeri Elisa, donata<br />
dalla stessa Ruggeri alla Fabbriceria per fame l’abitazione del coa<strong>di</strong>utore, era opera del predetto pittore Loverini<br />
suo padre 22 . Don Giovanni Moretti, allora coa<strong>di</strong>utore a <strong>Casnigo</strong>, in un suo scritto relativo all’abbattimento della<br />
casa per costruire l’attuale abitazione del coa<strong>di</strong>utore, avverte che il suddetto <strong>di</strong>pinto fu strappato e collocato<br />
in casa parrocchiale.<br />
22 APC, Corrispondenza XX secolo.<br />
CHIESA DEL SUFFRAGIO<br />
Realizzata al primo piano dell’e<strong>di</strong>ficio del Suffragio 23 , fu benedetta il 22 maggio 1830 dall’arciprete Serughetti,<br />
che la de<strong>di</strong>cò al Redentore, alla Vergine Madre <strong>di</strong> Dio e alle anime del Purgatorio 24 . Dapprima era una grande<br />
stanza in cui si radunavano i confratelli della Scuola dei Morti detta anche del Suffragio 25 . La Scuola del Suffragio<br />
eretta presso l’altare dei morti della chiesa parrocchiale nel 1674, era aggregata all’arciconfraternita dei morti e<br />
della preghiera in Roma 26 . Questa chiesetta aveva un unico altare con tribuna <strong>di</strong> legno dorato, ed era frequentata<br />
per la Dottrina Cristiana nonché per riporvi il SS. Sacramento il Venerdì santo 27 . Nella relazione del 1880,<br />
preparatoria alla visita pastorale <strong>di</strong> mons. Guindani, si afferma che sotto l’altare vi era riposto il Cristo morto; vi si<br />
accedeva dal sacrato me<strong>di</strong>ante scala e dalla casa dell’arciprete. La chiesuola non era officiata ma serviva da<br />
deposito della cera, da ripostiglio delle vesti dei confratelli, dei loro crocefissi, nonché degli strati da morto e d’altri<br />
oggetti <strong>di</strong> chiesa 28 . Sull’esterno della stessa, nel XVIII secolo, furono <strong>di</strong>pinti da mano ignota <strong>di</strong>screti affreschi<br />
raffiguranti S. Michele arcangelo che annienta il demonio, il Crocifisso da cui sgorga il sangue che porta la<br />
salvezza alle anime dei dannati, l’angelo custode, la SS. Trinità e altre figure allegoriche. Gli affreschi sono stati<br />
restaurati nel 1995 29 .<br />
23 L’e<strong>di</strong>ficio detto del “Suffragio” è una costruzione che nel suo impianto originario risale almeno al XV<br />
secolo; in una stanza interna all’e<strong>di</strong>ficio stesso vi era, infatti, affrescata una SS. Trinità recante la scritta<br />
“Andriolus Tadey XXIV Ma<strong>di</strong>i MCCCCXXIV fecit fieri hoc opus”, vale a <strong>di</strong>re Andreolo <strong>di</strong> Taddeo fece fare<br />
quest’opera il 24 maggio 1424, strappata negli anni trenta del Novecento e ora conservata tra la quadreria della<br />
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