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Untitled - Comune di Casnigo

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quando finisce, fa un certo strepito, et maggiormente anco la notte, per questo chiamano quel fonte il Dragone; il<br />

quale si vede sorgere in <strong>di</strong>versi luoghi ...” e spiega la causa del fenomeno parlando <strong>di</strong> un vento “... nascosto<br />

dentro, hora apra, et hora serri la bocca et le foci della fonte, secondo che se le oppone innanzi, o secondo che<br />

vien cacciato al basso ... o che a certi tempi rispinga il suo corso indentro ...”. Cinquant’anni dopo la fonte è citata<br />

da Padre Calvi nelle Effemeri<strong>di</strong>: “alla ra<strong>di</strong>ce del monte verso sera vedesi un flusso, e reflusso mirabile d’acque in<br />

modo che quattro, e sei volte al giorno crescono, ora comparendo abbondantissime, e ora affatto asciutte; e<br />

perché quando cominciano e più quando finiscono, specialmente la notte, fanno molto strepito, perciò si chiama il<br />

fonte del Dragone ...”, Donato Calvi, Effemeride sagro profana <strong>di</strong> quanto sia successo in Bergamo, sua <strong>di</strong>ocese<br />

e territorio dai suoi principi sin al corrente anno, Milano, F. Vigone, 1676, VoI. 111, p. 259. Dopo <strong>di</strong> loro <strong>di</strong>versi<br />

autori descrivono, quasi allo stesso modo il fonte, come fanno ad esempio Giovanni Battista Angelini, Bergamo<br />

descritto nel 1720, manoscritto conservato presso la Biblioteca Civica Mai, con una cinquantina <strong>di</strong> versi de<strong>di</strong>cati a<br />

<strong>Casnigo</strong> <strong>di</strong> cui ben trentasette per descrivere il fenomeno della fonte del Dragone, dove anch’egli ritiene che sia il<br />

vento a spingere fuori l’acqua o trattenerla: “... Qui del monte alle falde un’acqua insortal / or dal terreno emerge<br />

e ‘l suolo inonda / or arido lo lascia adentro assorta. / Flusso e reflusso egl’è questo dell’onda / la precisa ragione<br />

<strong>di</strong>e non saprei / perché si <strong>di</strong> frequente e cala e abbonda: / o che un vento nascosto è, che <strong>di</strong>rei / la foce della<br />

fonte or apre o serra / qualor s’oppone, e non s’oppone a lei / onde quando si oppone, della terra / a superficie<br />

poi cacciata viene / l’acqua, e se non, aperta va sotterra I perché sta dentro l’ascose vene. I Certa misura, e<br />

quando a’ un segno arriva I l’acqua leva le bolle in su l’arene I o che siccome i fiumi su la riva I del mar sboccanti<br />

il vento in<strong>di</strong>etro spinge I contrario e l’onda rigettata è schiva I o che il loro letto gonfio si sospinge I che se l’impeto<br />

cessa in mar poi scorre I simil cagion <strong>di</strong> ciò da me si infinge. I Qui pertanto a bel gioco il caso occorre I a chi su<br />

quel terren sedendo posa I che l’acqua tra le coscie gli trascorre. I Dal secco suolo della spiaggia erbosa I lì<br />

crede <strong>di</strong> giacer quando improvvisa I l’acqua che nasce fa la spiaggia acquosa. I D’un gioco d’acque ad arte fatto<br />

e in guisa I tal ne dà spruzzi ove lontan si crede I spiccia l’acqua a lui fa la veste intrisa I mentre un tal sito il<br />

simile succede I se non per arte, per natura, dove I si bagna senz’accorgersi chi siede. / In maggior copia poi<br />

dopo se piove I zampilla l’acqua e sul principio e infine I <strong>di</strong> sua mozion maggior strepito muove. I Dragon si<br />

chiama il fonte e nel confine I d’Adraria un altro che Degmano è detto I con flusso e con reflusso avvien camine”;<br />

e Vincenzo Formaleoni, Descrizione topografica e storica del Bergamasco, Venezia, 1777: “... Nella pianura <strong>di</strong><br />

<strong>Casnigo</strong> cavasi un bolo simile all’Armeno; ed a piè del monte avvi una fontana mirabile assai copiosa d’acqua,<br />

dove si fa un flusso e riflusso così frequente, che fino a quattro e sei volte l’ora si vede scaturire<br />

abbondantemente, e cessare del tutto, facendo anche nel cominciare e nel finire un gran rumore”. Il fenomeno<br />

naturale dell’intermittenza fu descritto anche da Giovanni Maironi da Ponte, Dizionario Odeporico o sia storicopolitico-naturale<br />

della Provincia Bergamasca, Bergamo, Tip. Mazzoleni, 1819-1820, VoI. I, pp. 235-236: “Nella<br />

detta contrada <strong>di</strong> Serio sotto l’alta sponda, che serve <strong>di</strong> sostegno alla pianura, su cui poggia <strong>Casnigo</strong>, trovasi una<br />

fonte intermittente conosciuta sotto il nome <strong>di</strong> Dragone. Essa non isgorga in alcun recipiente, siccome il più delle<br />

fontane, ma sbocciando dal piede <strong>di</strong> questa specie <strong>di</strong> monte si forma subito in un ruscello. In meno <strong>di</strong> un quarto<br />

d’ora si è veduta alzarsi ed abbassarsi <strong>di</strong> livello sino sette volte. Il maggior abbassamento non era che <strong>di</strong> tre<br />

pollici, gli altri tutti erano minori, e fra loro <strong>di</strong>seguali. Si è avuto qui occasione <strong>di</strong> osservare che sotto i detti gran<br />

massi <strong>di</strong> pietra calcare e <strong>di</strong> breccia cavernosa gli strati sono prima <strong>di</strong> una porosissima ghiaia, e sotto <strong>di</strong> una<br />

minutissima sabbia mista <strong>di</strong> terra vegetale, almeno si dove si è potuto arrivare con la osservazione. Quin<strong>di</strong> non<br />

irragionevole l’ipotesi che tali intermittenze siano originate da <strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> ostacolo, che provino i primi fili <strong>di</strong><br />

questa sorgente nel passare attraverso <strong>di</strong> tanto <strong>di</strong>verse sostanze, sicché in certi punti non ci voglia meno che<br />

della sopravvenienza <strong>di</strong> un nuovo volume <strong>di</strong> acqua ad aiutar col suo peso la prima a superare l’ostacolo, che la<br />

teneva imbrigliata”. Pure Antonio Tiraboschi descrive la fonte nel manoscritto, conservato presso la Biblioteca<br />

Civica Mai, Atti e carte dal secolo X al XVI, relative alla Valle Gan<strong>di</strong>no, dando una spiegazione più verosimile al<br />

significato <strong>di</strong> Dragone: “Rarità naturali. Ai pie<strong>di</strong> dell’agro nella contrada del Serio, v’è una fonte intermittente<br />

chiamata Dragone (Dragù). Nello spazio <strong>di</strong> pochi minuti l’acqua cresce fino a formare un ruscelletto, e scema fino<br />

a non rimanerne una gocciola. Se ti accadesse <strong>di</strong> sentire spiegare questo fenomeno da qualche villico ne<br />

sentiresti <strong>di</strong> belle; così da esercitare in padre Calvi la sua fantasia, dal nome stesso del fonte, immaginerebbe<br />

dragoni alati concorrere in quel luogo ad operare meraviglie, ne cambierebbe poi d’avviso se tu gli facessi notare<br />

che Dragù non ha nulla a che fare con esseri immaginari e mostruosi, ma essere null’altro che il termine Dragù<br />

che ad ogni tratto s’adopera per in<strong>di</strong>care una parte <strong>di</strong> montagna o terra scoscesa, smossa e andata giù …” . La<br />

sorgente fu oggetto <strong>di</strong> interesse anche del vicino Cotonificio Valle Seriana, che nel 1909 avviò pratiche<br />

per la captazione della stessa, onde fornire acqua alla casa operaia, ma senza concreto risultato , Archivio<br />

storico <strong>Comune</strong> <strong>Casnigo</strong>, d’ora in poi ACC, Registro Delibere 1908-1930, seduta del 21 novembre 1909, Delibera<br />

n. 7.<br />

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