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Fu eretto in Ente Morale nell’anno 1893 e <strong>di</strong><strong>di</strong>cato a S. Giuseppe, come protettore degli ammalati.<br />
Tra le migliorie apportate si debbono ricordare particolarmente quelle, sostanziali, degli anni 1956-59, rese<br />
possibili dall’aiuto della gente casnighese.<br />
Nel maggio 1981 è stata poi inaugurata una nuova ala della “Casa <strong>di</strong> riposo S. Giuseppe” (realizzata anche con<br />
contributi <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni). Il complesso (il ristrutturato vecchio e<strong>di</strong>ficio e l’ala <strong>di</strong> recente costruzione) costituisce<br />
soluzione atta ad assicurare la necessaria assistenza alle persone anziane e anche una vita <strong>di</strong> rapporti proiettati<br />
verso l’esterno. L’opera è amministrata da una Commissione <strong>di</strong> nomina del Consiglio Comunale.<br />
Va segnato anche che, sempre per persone anziane, viene effettuato un servizio domiciliare, me<strong>di</strong>ante<br />
collaboratrici familiari volontarie.<br />
Come si vede, anche nei servizi ‘sociali’ ora è vasta la presenza dell’ente pubblico, con competenze variamente<br />
articolate dal <strong>Comune</strong> allo Stato; tuttavia emerge come per problemi più specificamente locali si ottengano<br />
migliori risultati quando c’è il <strong>di</strong>retto interessamento e l’impegno dei citta<strong>di</strong>ni, solleciti a contribuire prima ed a<br />
gestire poi le iniziative che attuano in modo concreto una solidarietà ricca <strong>di</strong> un sentimento e <strong>di</strong> valori umani per<br />
chi si trova in stato <strong>di</strong> bisogno.<br />
[pp. 75-79]<br />
LINEE DI UNA FISIONOMIA ATTUALE DI CASNIGO<br />
Le rapide notizie sulla vicenda casnighese invitano a considerare quale sia l’attuale fisionomia del paese:<br />
sia per un raffronto con la situazione <strong>di</strong> tempi che possono sembrare ma non sono molto lontani, sia perché la<br />
<strong>di</strong>mensione raggiunta dal complesso delle sue attrezzature produttive e sociali presenta problemi ben <strong>di</strong>versi da<br />
quelli posti da sentieri e strade campestri o dalla limitata rete <strong>di</strong> un limitato acquedotto.<br />
In primo luogo bisogna chiedersi quale sia la rilevanza attuale dell’agricoltura.<br />
Si può fare riferimento ai dati forniti dalla Comunità Valle Seriana nel suo “Piano <strong>di</strong> sviluppo agricolo” (anno<br />
1979). Nell’importante stu<strong>di</strong>o elaborato in tale occasione vennero messi a confronto i dati del Censimento<br />
dell’agricoltura 1970 e quelli raccolti dalla ‘anagrafe aziendale’ istituita presso la Comunità Montana al<br />
30.IV.1978.<br />
Nell’area della Comunità (che abbraccia la Bassa e Me<strong>di</strong>a Valle) le aziende zootecniche nel 1970 erano 1183,<br />
nel 1978 erano ridotte a 573, ossia in pratica <strong>di</strong>mezzate. Analogo fatto, anzi in percentuale ancora maggiore, si<br />
verificava nello stesso periodo anche a <strong>Casnigo</strong>: da 97 dell’anno 1970 a 41 nel 1978.<br />
Nel “Piano” si osservava poi che erano praticamente scomparse le aziende prive <strong>di</strong> allevamento del bestiame,<br />
mentre venivano stralciate le aziende con colture specializzate (es. floricoltura) per caratteristiche del tutto<br />
particolari.<br />
Interessanti anche i dati sugli addetti al settore: per lo spostamento nell’industria e nei servizi, con l’abbandono<br />
dell’agricoltura specialmente da parte delle classi giovani, si rilevava che nell’agricoltura erano intorno al 75% le<br />
persone <strong>di</strong> oltre 40 anni e <strong>di</strong> queste una notevole percentuale oltre i 65 anni (ossia l’età del pensionamento).<br />
Sono considerazioni che si possono ritenere valide anche per <strong>Casnigo</strong>. Nel territorio comunale, in<br />
un’analitica rilevazione effettuata nell’anno 1979, risultavano n. 51 aziende (con leggera correzione rispetto<br />
al dato precedente). Tali aziende erano <strong>di</strong>stribuite: in una parte marginale dell’ ‘agher’ e sui versanti del<br />
Romna; nelle zone <strong>di</strong> ‘Bracc’ (Bracchio), Trinità, ‘Giun<strong>di</strong>t’, Flignasco; sul Colle <strong>di</strong> Bondo.<br />
Bisogna anche osservare che i ‘segaboli’ – sia nella zona della ‘al de ae’ (Valle delle valli) verso il ponte del<br />
Costone, sia al <strong>di</strong> là del Serio sulle pen<strong>di</strong>ci est del monte Frol – sono per lo più trascurati. Anche le zone boschive<br />
(tanto importanti in altri tempi!) appaiono per larghi tratti incolte boscaglie (cui si pensa solo in caso <strong>di</strong> pericolo<br />
d’incen<strong>di</strong>o), e solo l’area boschiva dei ‘Romnei’ risulta oggetto <strong>di</strong> attenzione e cura.<br />
Tutto ciò premesso, non è facile stabilire esattamente quanti siano i Casnighesi de<strong>di</strong>ti all’agricoltura: vi è infatti<br />
ancora chi vive dell’agricoltura (si può pensare ad un centinaio circa <strong>di</strong> persone), ma numerosi nuclei familiari<br />
hanno economia mista in quanto i loro componenti sono occupati in altri settori (industria, commercio, impieghi),<br />
magari fuori paese.<br />
Sono le attività industriali (dal grande complesso alla <strong>di</strong>mensione artigianale) che detengono il primato e<br />
caratterizzano la fisionomia del nostro Paese.<br />
Per assumere un punto <strong>di</strong> riferimento preciso: nel Censimento 1971 la popolazione attiva <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong> risultava<br />
così <strong>di</strong>stribuita:<br />
- Agricoltura 5% circa (in pratica il centinaio <strong>di</strong> persone <strong>di</strong> cui innanzi);<br />
- Industria poco più deIl’80%;<br />
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