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Untitled - Comune di Casnigo

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l’abitato e il territorio in rapporto anche ai comuni confinanti, <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>narsi a livello <strong>di</strong> Piano urbanistico<br />

cmprensoriale della Comunità della Valle Seriana, <strong>di</strong> cui <strong>Casnigo</strong> fa parte.<br />

Il primo atto amministrativo <strong>di</strong> tale nuova fase è rappresentato dalla Delibera del Cons. Com. del<br />

13.11.1981 avente per oggetto “Adozione Piano Regolatore Generale con annesse norme <strong>di</strong> attuazione”.<br />

In questa nuova fase dunque <strong>di</strong> tale insieme <strong>di</strong> problemi (complesso e per certi aspetti tormentato), si è ben<br />

lontani dal considerare solo questioni <strong>di</strong> altezze o <strong>di</strong>stanze tra e<strong>di</strong>fici. Nuovi problemi si pongono e anche quelli<br />

vecchi appaiono secondo <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong>verse; il che è, in certo modo, imposto dagli spazi necessari per la vita<br />

attuale, che per ragioni scolastiche, <strong>di</strong> lavoro, <strong>di</strong> scambi commerciali ecc. richiede anche strutture valide per aree<br />

ben maggiori <strong>di</strong> quelle ‘comunali’.<br />

C’è la preoccupazione <strong>di</strong> una razionale economia nelle spese pubbliche relative alle opere <strong>di</strong> urbanizzazione;<br />

c’è la preoccupazione <strong>di</strong> interventi sul patrimonio e<strong>di</strong>lizio esistente per un recupero e salvaguar<strong>di</strong>a – per quanto<br />

possibile – delle caratteristiche degli agglomerati e<strong>di</strong>lizi del passato (così che rimanga anche il segno, la<br />

testimonianza dell’evoluzione sociale-e<strong>di</strong>lizia <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>); si considera <strong>Casnigo</strong> entro l’ambito più vasto della<br />

zona, della Comunità Valle Seriana. Al concetto <strong>di</strong> ‘paese’ con una vita limitata alla casa e ai campi intorno al<br />

centro abitato, si sostituisce quello della ‘città-zona’, <strong>di</strong> area policentrica in cui le singole comunità debbono<br />

inserirsi secondo le proprie caratteristiche e con le risorse del proprio territorio e della propria operosità.<br />

3. SERVIZI E STRUTTURE FONDAMENTALI D’AMBIENTE<br />

L’aumento della popolazione, lo sviluppo e<strong>di</strong>lizio, le mutate esigenze <strong>di</strong> circolazione e trasporti fecero<br />

ri<strong>di</strong>mensionare la rete stradale.<br />

Chi è stato a <strong>Casnigo</strong> 20-25 anni fa e fa ora un giro per il suo teritorio non può non rilevare gli interventi<br />

avvenuti: per rifacimenti nell’interno del paese; per costruzioni nuove a servizio delle nuove zone residenziali e<br />

industriali; per migliori collegamenti con il fondovalle, e anche con le frazioni più a monte (come Bracchio e la<br />

Trinità).<br />

Oltre la rete viaria si imposero però anche i problemi <strong>di</strong> altri servizi pubblici. Infatti in questo dopoguerra<br />

vennero sentiti come necessari per l’organizzazione dell’ambiente e della vita <strong>di</strong> una collettività numerosi <strong>di</strong> quei<br />

servizi che, secondo il Testo Unico approvato con R.D. 10.10.1925, n 2578 riguardante i servizi<br />

“municipalizzabili” (e in vigore anche dopo la seconda guerra mon<strong>di</strong>ale), “potevano” essere istituiti o assunti in<br />

gestione dai Comuni.<br />

Può essere oggi interessante rilevare che nell’elenco, dal valore esemplificativo e non prescrittivo (o<br />

obbligatorio), presentato dalla citata <strong>di</strong>sposizione legislativa era anche la “costruzione <strong>di</strong> acquedotti e fontane e<br />

<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> acqua potabile”. A tale problema, per verità, le Amministrazioni <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong> avevano già posto<br />

attenzione da tempo; ma bisognava annotare anche l’illuminazione pubblica, le fognature, il gas, la nettezza<br />

urbana.<br />

Chi vorrà fare una storia amministrativa <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong> dovrà prendere in considerazione tutti questi temi: quando e<br />

come vennero posti e <strong>di</strong>scussi; quali furono via via le realizzazioni in rapporto allo sviluppo complessivo del<br />

paese (e della zona).<br />

Qui si presenta una sintesi delle vicende del primo servizio municipalizzato <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>: l’acquedotto .<br />

1906 (8 settembre): il Consiglio Comunale <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong> imposta il problema <strong>di</strong> un acquedotto pubblico.<br />

L’attenzione viene rivolta alla sorgiva in località ‘Fasoléra’, in comune <strong>di</strong> Gan<strong>di</strong>no, giu<strong>di</strong>cata, allora,<br />

sufficiente (per qualità e quantità d’acqua) per tutti gli usi domestici e per ‘lavan<strong>di</strong>ni’ e per abbeveratoi del<br />

bestiame allevato a <strong>Casnigo</strong>. Seguì un periodo <strong>di</strong> animate <strong>di</strong>scussioni (in particolare circa l’acquisto della sola<br />

sorgiva o anche dei fon<strong>di</strong> circostanti); in definitiva si giunse ad un progetto che prevedeva:<br />

- opere <strong>di</strong> captazione e tubazione fino al serbatorio (ol depòset) in Cornello (vicino all’ospedale, in località ‘e<br />

ìcc’);<br />

- due lavatoi pubblici: uno ad est ed uno ad ovest dell’abitato;<br />

- quattro abbeveratoi per il bestiame;<br />

- sei fontanelle sparse nel paese ad uso della popolazione.<br />

1910 (10 aprile): concessione al comune <strong>di</strong> Cazzano S. Andrea <strong>di</strong> 1/4 <strong>di</strong> l. d’acqua al sec., a compenso del<br />

libero e gratuito passaggio della conduttura sul territorio <strong>di</strong> tale comune (e versamento una tantum <strong>di</strong> L. 1150).<br />

Tale impianto rimase il servizio fondamentale per <strong>Casnigo</strong>: attorno alla tubazione principale si sviluppò una rete<br />

secondaria <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione, ma l’acqua della ‘Fasoléra’, le cisterne private (fòpe) e i vari fontanì della zona<br />

costituirono le risorse idriche per decenni: tuttavia i bisogni della popolazione erano sostanzialmente sod<strong>di</strong>sfatti in<br />

quanto lento era lo sviluppo.<br />

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