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descrizione fatta della santella <strong>di</strong> S. Maria in quell’anno appare chiaramente che la suddetta doveva presentare una<br />
parte “superflua”, forse un portico esterno, del tutto simile a quello della Tribulina dell’Agro. Essa fu restaurata nel<br />
1853. Questa cappella, con portico e sacrestia fu ingran<strong>di</strong>ta nel 1896 per onorare un’immagine antica della Madonna<br />
<strong>di</strong> Loreto. In occasione dell’ingran<strong>di</strong>mento del 1896, all’antica e<strong>di</strong>cola, chiusa da cancelli e trasformata in presbiterio<br />
con l’aggiunta <strong>di</strong> un parapetto a modo <strong>di</strong> balaustra, fu aggiunta una piccola navata irregolare, chiudendo il portico sul<br />
davanti, e lasciandovi due ampie finestre per darvi luce. Misurava m 11 <strong>di</strong> lunghezza per 8 <strong>di</strong> larghezza, aveva un<br />
presbiterio con altare in muratura e volta a vela … . La pala <strong>di</strong> questa chiesetta, come già ricordato, era un affresco<br />
cinquecentesco raffigurante la Madonna <strong>di</strong> Loreto e i santi Rocco e Sebastiano.<br />
Nel 1900, Bonandrini Andrea (Canvì), custode della chiesetta, ricevette, da Guerini Giacomo lire 300, il cui frutto<br />
doveva servire alla celebrazione <strong>di</strong> otto messe. Il detto custode, morto nel 1905, investì il capitale con cambiale, che<br />
tuttavia rimase in mano dei suoi ere<strong>di</strong>. Nel 1914 vi fu eretta la Via Crucis e l’anno successivo, gli ere<strong>di</strong> del defunto<br />
Andrea Bonandrini, depositarono la somma <strong>di</strong> lire 1000 il cui frutto doveva essere erogato nella celebrazione <strong>di</strong> tre<br />
messe nella festa della Traslazione della S. Casa <strong>di</strong> Loreto, il 10 <strong>di</strong>cembre, presso la chiesetta <strong>di</strong> S. Maria ed il resto<br />
erogato nelle spese della festa e riparazioni alla chiesetta medesima. Mons. Marelli nella relazione della visita<br />
pastorale del 1921 appurò che la chiesetta era provvista <strong>di</strong> piccola sacrestia fornita <strong>di</strong> arma<strong>di</strong> sufficienti per gli arre<strong>di</strong><br />
sacri.<br />
Fu restaurata <strong>di</strong> nuovo nel 1927. Nel 1943, a seguito della spoliazione bellica, la chiesetta fu privata dell’unica<br />
campana. Dalla visita pastorale <strong>di</strong> mons. Bernareggi del 1944 appren<strong>di</strong>amo che vi si celebrava una sola messa per la<br />
festa del 10 <strong>di</strong>cembre. Fra gli abitanti della zona est del paese, nel 1959, sorse una gara <strong>di</strong> generosità e, in breve, la<br />
cappella venne <strong>di</strong> nuovo restaurata e inaugurata il 10 <strong>di</strong>cembre, con gran concorso <strong>di</strong> fedeli alla celebrazione della<br />
messa. La chiesetta crollò nel 1974 e non fu più ricostruita.<br />
• G. Angeli, F. Zilioli, S. Doneda, Opere <strong>di</strong> religiosità<br />
popolare a <strong>Casnigo</strong>, Quaderni Casnighesi n. 5, Ferrari<br />
E<strong>di</strong>zioni, Clusone (Bg) 2002, p. 111, nota 7<br />
… fra Celestino Colleoni, ‘Historia quadripartita <strong>di</strong> Bergamo et suo territorio nato gentile e rinato cristiano’, VoI. I,<br />
Bergamo, 1617, parlando della Valle Seriana <strong>di</strong> Mezzo <strong>di</strong>ce: “... et dopo aver camminato alquanto si passa un<br />
picciol ponte, che è sopra la Romna, et quivi a man sinistra salendo si trova la pianura dì Cazanigo, o <strong>Casnigo</strong>,<br />
assai grande, e ferace. Quivi si cava il bolo simile all’Armeno assai buono; et havvi alla ra<strong>di</strong>ce del monte da sera<br />
parte, sopra ‘l Serio un flusso, e reflusso mirabile, e frequente, perché quattro, e sei volte l’hora cresce l’acqua in<br />
maniera che vi corre molto abondantemente quando comincia, et fra poco spacio cessa talmente, che non se ne<br />
vede goccia. Et perché quando comincia, et più quando finisce, fa un certo strepito, et maggiormente anco la notte,<br />
per questo chiamano quel fonte il Dragone; il quale si vede sorgere in <strong>di</strong>versi luoghi ...” … .<br />
1617<br />
• D. Calvi, Effemeride sacro profana <strong>di</strong> quanto <strong>di</strong><br />
memorabile sia successo in Bergamo, sua <strong>di</strong>ocese et<br />
territorio, Milano 1676-1677, vol. II pp. 97, 214, 587-<br />
588, vol. III p. 259<br />
• G. Maironi da Ponte, Dizionario odeporico o sia<br />
storico-politico-naturale della provincia bergamasca,<br />
CHIESA DI S. GIOVANNI BATTISTA<br />
1618<br />
1618 – L’antica Chiesa Arcipretale <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong> hormai vecchia, e cadente sotto il titolo del glorioso Precursore <strong>di</strong><br />
Cristo Giovanni Battista, si cominciò hoggi a refabricare ridotta in puoco tempo a quella perfettione, e struttura, che <strong>di</strong><br />
presente si vede.<br />
E’ Chiesa Arcipretale noncupata ricca <strong>di</strong> moltissimi tesori de corpi santi, e beate reliquie come sotto li 20 maggio,<br />
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