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• S. Doneda, N. Bonandrini (a cura <strong>di</strong>), La Madonna<br />
d’Erbia. Storia e devozione, Ikonos E<strong>di</strong>tore, Bergamo<br />
2000, p. 55<br />
…<br />
Verificatasi quin<strong>di</strong> necessaria ed urgente l’opera <strong>di</strong> consolidamento e <strong>di</strong> assicurazione dell’immagine (SANTUARIO<br />
DELLA MADONNA D’ERBIA), ed eseguitosi prontamente dal valente professore pittore Giuliano Volpi, lo spostamento<br />
dell’intonaco su cui è <strong>di</strong>pinta le vergine, con somma consolazione <strong>di</strong> tutti i presenti si verificò e si confermò la<br />
verità della pia tra<strong>di</strong>zione in proposito al miracolo della apparizione della immagine stessa, giacché si<br />
trovarono sotto <strong>di</strong> essa i frantumi <strong>di</strong> un’altra antica immagine (<strong>di</strong>pinto del 400), evidenti avanzi <strong>di</strong> una<br />
devastazione vandalica. E per <strong>di</strong> più dalle tracce della testa e del petto della Vergine, nonché dalla mezza testa<br />
inferiore del bambino poppante, si verificò essere il medesimo soggetto dell’attuale in venerazione, e tali fatti meglio<br />
<strong>di</strong> un pubblico istromento provano la verità ed autenticità della tra<strong>di</strong>zione, come è anche accennata dagli storici fra i<br />
quali Calvi e Cornaro.<br />
‘400<br />
• D. Calvi, Effemeride sacro profana <strong>di</strong> quanto <strong>di</strong><br />
memorabile sia successo in Bergamo, sua <strong>di</strong>ocese et<br />
territorio, Milano 1676-1677, vol. III p. 259<br />
• G. Maironi da Ponte, Dizionario odeporico o sia<br />
storico-politico-naturale della provincia bergamasca,<br />
A. Forni, Bergamo 1819-1820, vol. I, pp. 234-236<br />
• C. Carlessi, G. Oberti (a cura <strong>di</strong>), Il Santuario della<br />
SS. Trinità in <strong>Casnigo</strong> (pubblicato in occasione della<br />
presentazione degli interventi <strong>di</strong> conservazione del<br />
presbiterio e del coro fantoniano), s.l., giugno 2000<br />
SANTUARIO DELLA SS. TRINITÀ<br />
XV sec.<br />
L’importanza del Santuario … si deve principalmente alle sue arcaiche forme, che esprimono gli stretti legami<br />
dell’uomo con la terra, con il cosmo e con Dio, a testimonianza <strong>di</strong> una ricerca della verità già ben ra<strong>di</strong>cata nel<br />
territorio sin dal quattrocento, ma anche alle preziose presenze artistiche … .<br />
La sua collocazione in un luogo decentrato, posto sui primi rilievi del monte Farno che domina <strong>Casnigo</strong> e la Valle<br />
Gan<strong>di</strong>no poi, oltre a suggerire simboliche polarità sacrali ed a raffigurare la <strong>di</strong>scesa <strong>di</strong> Dio nella sua creazione, ci<br />
induce a supporre che l’e<strong>di</strong>ficazione della chiesa sia avvenuta sui ruderi <strong>di</strong> preesistenze <strong>di</strong>fensive ed abbia<br />
coinciso con il <strong>di</strong>lagare del flagello della peste che a più riprese, dal 1348 al 1630, decimò la popolazione<br />
bergamasca … .<br />
L’impianto originario della chiesa era lineare e <strong>di</strong> modeste <strong>di</strong>mensioni.<br />
Dello stesso possiamo ancora riconoscere l’aula, ritmata da due archi trasversali ad ogiva in pietra locale<br />
e interrotta da un ingresso laterale – oggi murato – concluso in sommità da un piccolo affresco raffigurante<br />
la SS. Trinità e dai resti del campanile, scapezzato ed inglobato nel volume della chiesa in occasione<br />
dell’ampliamento del Santuario.<br />
L’orientamento canonico, con l’altare maggiore ad est e la porta principale ad ovest, metafora del mondo delle<br />
tenebre, permette a chi entra <strong>di</strong> andare incontro alla luce, in un simbolico cammino <strong>di</strong> salvezza che allude al mistero<br />
delle ‘Parola fatta carne’.<br />
Dalla ‘Visita Pastorale’ <strong>di</strong> S. Carlo Borromeo, avvenuta nel 1575, ricaviamo la prima descrizione completa del<br />
Santuario. La chiesa, sede dell’omonima confraternita istituitasi nella SS. Trinità nel 1523, nella seconda metà del<br />
XVI secolo era circa un terzo dell’attuale costruzione: ‘... lunga braccia 20 e larga braccia 9 ...’, era completata da<br />
un altare maggiore de<strong>di</strong>cato alla SS. Trinità e da uno laterale de<strong>di</strong>cato alla Madonna.<br />
I rilievi effettuati in occasione della stesura del progetto <strong>di</strong> restauro lasciano però supporre che il Santuario fosse<br />
invece lungo 21 braccia, in obbe<strong>di</strong>enza alla sequenza tre / nove / ventuno, a conferma che per gli antichi il linguaggio<br />
simbolico valeva più <strong>di</strong> qualsiasi <strong>di</strong>ssertazione o <strong>di</strong>scorso.<br />
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