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statuto del XV secolo, E<strong>di</strong>zioni Villa<strong>di</strong>seriane,<br />
Bergamo 1989, p. 29<br />
“Terminus lapis ciriciis fixus et erectus in ripa comunis de Cazanigo”.<br />
Nel 1958, nel corso dei lavori <strong>di</strong> sistemazione della strada che da <strong>Casnigo</strong> procede verso Ponte Nossa, fu<br />
scoperta una grossa pietra poligonale con una significativa iscrizione in caratteri maiuscoli: “1694 – QUESTO E’ IL<br />
CONFINE DELLA VALLE SERIANA SUPERIORE” (Cfr. la riproduzione fotografica in Belotti, IV, p. 239).<br />
Un termine, in pietra <strong>di</strong> Sarnico, che in<strong>di</strong>ca il confine della Val Seriana Superiore con la Val Cavallina Superiore,<br />
datato 1787, è riprodotto fotograficamente in ‘Sovere’, ac. <strong>di</strong> S. Del Bello – B. F. Duina, C. Ferrari, Clusone, 1983, p.<br />
296; un altro, relativo ai confini tra Scalve e Bon<strong>di</strong>one, e posto in data 1736, è riprodotto in E. Bonal<strong>di</strong>, o.c., p. 57.<br />
• P. Oscar, O. Belotti, Atlante storico del territorio<br />
bergamasco. Geografia delle circoscrizioni comunali e<br />
sovracomunali dalla fine del XVI secolo ad oggi,<br />
Provincia <strong>di</strong> Bergamo, Bergamo 2000, p. 103<br />
Con la denominazione ‘Cazanicho’ è riportato negli statuti <strong>di</strong> Bergamo del XIV e XV secolo nell’elenco dei comuni<br />
ascritti alla ‘facta’ <strong>di</strong> porta S. Lorenzo. Negli stessi or<strong>di</strong>namenti viene <strong>di</strong>sposta l’unione fiscale con gli abitanti <strong>di</strong> Mele,<br />
località ricadente nell’attuale circoscrizione amministrativa. Nel 1392 viene effettuata la ricognizione dei suoi confini.<br />
Le in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> coerenza con i comuni contermini ed i riferimenti topografici contenuti definiscono un perimetro<br />
coincidente a quello attuale, compresa l’appen<strong>di</strong>ce territoriale che si estende alla destra del Serio tra i comuni <strong>di</strong><br />
Colzate e Gorno. E’ quanto risulta dalle in<strong>di</strong>cazioni toponomastiche utilizzate nell’atto per definire la localizzazione del<br />
cippi confinari che, in questa zona, erano posti nella località <strong>di</strong> Bondo (‘in loco ubi <strong>di</strong>citur ad costam de Bondo’), alla<br />
sommità della Valle Rabbiosa (‘prope Valle Rabiossa’) e presso il demolito Castello <strong>di</strong> Frolo (‘super montem ubi erat<br />
castelum de Frolo’) nei pressi della località pizzo Frol.<br />
XIV-XV<br />
sec.<br />
• G. Angeli, F. Zilioli, S. Doneda, Opere <strong>di</strong> religiosità<br />
popolare a <strong>Casnigo</strong>, Quaderni Casnighesi n. 5, Ferrari<br />
E<strong>di</strong>zioni, Clusone (Bg) 2002, pp. 114-115<br />
CHIESA DEL SUFFRAGIO<br />
1424<br />
Realizzata al primo piano dell’e<strong>di</strong>ficio del Suffragio23, fu benedetta il 22 maggio 1830 dall’arciprete Serughetti,<br />
che la de<strong>di</strong>cò al Redentore, alla Vergine Madre <strong>di</strong> Dio e alle anime del Purgatorio. Dapprima era una grande stanza<br />
in cui si radunavano i confratelli della Scuola dei Morti detta anche del Suffragio. La Scuola del Suffragio eretta<br />
presso l’altare dei morti della chiesa parrocchiale nel 1674, era aggregata all’arciconfraternita dei morti e della<br />
preghiera in Roma. Questa chiesetta aveva un unico altare con tribuna <strong>di</strong> legno dorato, ed era frequentata per la<br />
Dottrina Cristiana nonché per riporvi il SS. Sacramento il Venerdì santo. Nella relazione del 1880, preparatoria alla<br />
visita pastorale <strong>di</strong> mons. Guindani, si afferma che sotto l’altare vi era riposto il Cristo morto; vi si accedeva dal sacrato<br />
me<strong>di</strong>ante scala e dalla casa dell’arciprete. La chiesuola non era officiata ma serviva da deposito della cera, da<br />
ripostiglio delle vesti dei confratelli, dei loro crocefissi, nonché degli strati da morto e d’altri oggetti <strong>di</strong> chiesa.<br />
Sull’esterno della stessa, nel XVIII secolo, furono <strong>di</strong>pinti da mano ignota <strong>di</strong>screti affreschi raffiguranti S. Michele<br />
arcangelo che annienta il demonio, il Crocifisso da cui sgorga il sangue che porta la salvezza alle anime dei dannati,<br />
l’angelo custode, la SS. Trinità e altre figure allegoriche. Gli affreschi sono stati restaurati nel 1995.<br />
23 L’e<strong>di</strong>ficio detto del “Suffragio” è una costruzione che nel suo impianto originario risale almeno al XV<br />
secolo; in una stanza interna all’e<strong>di</strong>ficio stesso vi era, infatti, affrescata una SS. Trinità recante la scritta “Andriolus<br />
Tadey XXIV Ma<strong>di</strong>i MCCCCXXIV fecit fieri hoc opus”, vale a <strong>di</strong>re Andreolo <strong>di</strong> Taddeo fece fare quest’opera il 24<br />
maggio 1424, strappata negli anni trenta del Novecento e ora conservata tra la quadreria della parrocchia. Tale<br />
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