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Quin<strong>di</strong> i vicini <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>, intenti alla cura e alla coltivazione del proprio territorio, sono sì spronati dalle pene<br />
pecuniarie, ma anche consapevoli che l’agricoltura e l’allevamento degli animali sono le loro principali forme <strong>di</strong><br />
sostentamento (14) .<br />
LE TASSE – Col sorgere dei Comuni, passa loro anche il <strong>di</strong>ritto delle imposte, che viene espressamente<br />
riconosciuto e confermato nella pace <strong>di</strong> Costanza (1183) tra l’imperatore Federico Barbarossa e i Comuni,<br />
escluso il vincolo <strong>di</strong> qualche contributo all’impero.<br />
Il <strong>Comune</strong> bergamasco, come tutti quelli sottomessi a Venezia, deve rispondere <strong>di</strong>rettamente alla Repubblica <strong>di</strong><br />
quanto richiesto. Bergamo ha soltanto il compito <strong>di</strong> raccogliere il gettito, ma non ha <strong>di</strong>ritto ad alcun tributo. Nel<br />
1429 Venezia or<strong>di</strong>na un estimo generale del territorio bergamasco, che viene attuato l’anno successivo, sulla<br />
base <strong>di</strong> carati o quote, ai quali devono poi ragguagliarsi le imposte dovute allo Stato. La Valgan<strong>di</strong>no deve<br />
contribuire al versamento delle imposte con due carati <strong>di</strong> estimo, equivalenti a venti lire e quattro sol<strong>di</strong>.<br />
Le ‘imposte’ o ‘fazioni’ sono <strong>di</strong> tre categorie: reali, personali e miste. Le reali sono rappresentate dal versamento<br />
in denaro, e tali sono ad esempio il ‘subsi<strong>di</strong>um’ che si richiede tanto alla città che al territorio, per motivi <strong>di</strong> guerra,<br />
e può quin<strong>di</strong> variare a seconda dei tempi e dei bisogni. Si aggiungono poi i contributi per gli alloggiamenti dei<br />
soldati e i sussi<strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nari.<br />
Le fazioni personali sono le più penose e sono rappresentate dal servizio militare, a carico esclusivo delle valli e<br />
del piano, ossia del territorio e non della città.<br />
Le fazioni miste sono destinate alla manutenzione delle fortificazioni: queste fazioni, però, sono a carico della<br />
città.<br />
E’ naturale che gli incaricati <strong>di</strong> ripartire le imposte debbano procedere a un sommario accertamento delle<br />
risorse dei singoli. Sorge, così, necessariamente, l’estimo (15) . Questo consiste nella descrizione <strong>di</strong> tutti gli averi<br />
mobili, immobili, cre<strong>di</strong>ti ed altri <strong>di</strong>ritti e proventi <strong>di</strong> cui ogni citta<strong>di</strong>no o contribuente del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong>spone (16) .<br />
Tale descrizione avviene a <strong>Casnigo</strong> ogni tre anni, durante un giorno festivo nella prima decade <strong>di</strong> gennaio. I<br />
padri <strong>di</strong> famiglia eleggono nove persone che valutano i beni e tre che scrivono. Questi “refactori del extimo”, si<br />
<strong>di</strong>vidono in tre ‘bine’ (per ogni ‘bina’ tre che valutano ed uno che scrive) e vanno <strong>di</strong> famiglia in famiglia a<br />
controllare i beni mobili e immobili. Per evitare possibili errori o imbrogli, lo scrivano deve scrivere la somma in<br />
lettere, non in cifre. Il tutto deve poi essere letto pubblicamente, così che tutti i vicini sono <strong>di</strong>rettamente informati,<br />
e sono possibili reclami, che vengono risolti da quattro uomini eletti per tale scopo.<br />
Il sistema dell’estimo colpisce soprattutto i beni fon<strong>di</strong>ari, i soli suscettibili <strong>di</strong> sicuro accertamento. Tale sistema<br />
sarà successivamente sostituito da quello dei catasti. La dominazione veneziana sul bergamasco ha vari<br />
titoli <strong>di</strong> benemerenza, specie dal punto <strong>di</strong> vista amministrativo. Non va <strong>di</strong>menticato che le valli sono le prime a<br />
sottomettersi a Venezia e che quest’ultima non esita a mantenere le consuetu<strong>di</strong>ni locali e a concedere, sovente,<br />
privilegi. Naturalmente non sempre e in tutto bisogni ed interessi locali, a volte antitetici a quelli della Repubblica<br />
veneziana, trovano pieno esau<strong>di</strong>mento. Bisogna <strong>di</strong>re, tuttavia, che Venezia gode <strong>di</strong> un certo compenso presso le<br />
popolazioni bergamasche, anche perché il loro territorio è meglio trattato rispetto alle altre provincie del dominio<br />
veneziano.<br />
Per ciò che riguarda le tasse messe da Venezia alla “terraferma” e la misura con la quale contribuiscono alle<br />
finanze della Repubblica, le più antiche notizie relativamente sicure risalgono al 1469.<br />
Tra le tasse è compreso il dazio.<br />
Il sistema dei dazi rappresenta nell’età comunale, e in misura minore anche in seguito, una delle più importanti<br />
e sicure fonte <strong>di</strong> introiti. Non c’è oggetto necessario alla vita che non sia sottoposto a dazi, quando viene portato<br />
in città per esservi adoperato e consumato. Pagano, pertanto, il vino, l’olio, le carni, il pesce, le pelli, la stoffa,<br />
persino le uova, i polli, le botti, i cerchi e le ruote da carro. Nessuna mercanzia può essere trasportata da<br />
bergamaschi tra l’Adda e l’Oglio se non pagando il dazio o ‘teloneo’ alla città. Chi appartiene ad altri Comuni può<br />
trasportare le sue mercanzie, dopo averne ottenuto permesso scritto da un religioso destinato dal <strong>Comune</strong> <strong>di</strong><br />
Bergamo a tale mansione e dopo aver giurato che tali mercanzie non appartengono a bergamaschi.<br />
A <strong>Casnigo</strong> sono sottoposti a dazio gli animali, dalle mucche ai cavalli, agli asini, che pascolano sul<br />
territorio del <strong>Comune</strong> per tutto l’anno e che sono stati segnati sul registro degli animali, registro che<br />
viene rinnovato tre volte all’anno.<br />
E’ soprattutto il commercio che deve subire il maggior peso dei dazi, che si aggiungono ai pedaggi, sulle strade<br />
o lungo i fiumi e i laghi, per riscuotere i quali si continua a costringere i privati a usare una data via, a servirsi <strong>di</strong><br />
un dato ponte.<br />
Una gabella molto <strong>di</strong>ffusa e assai gravosa è quella del sale. Esso viene venduto per conto dello Stato, il quale,<br />
quando non ne ha <strong>di</strong> proprio, se ne procura all’estero. Si costringe ogni famiglia, o ‘fuoco’, a comperarne una<br />
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