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Untitled - Comune di Casnigo

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o<strong>di</strong>o, amore, timore, dalla speranza <strong>di</strong> un premio, dalla pressione <strong>di</strong> una preghiera; se manca ai suoi obblighi è<br />

condannato a versare nelle casse del <strong>Comune</strong> somme <strong>di</strong> denaro, in certi casi anche forti (2) . Non solo, ogni volta<br />

che si verificano ammanchi, il responsabile deve far fronte in ogni caso con quello che possiede, si tratti <strong>di</strong> terreni<br />

o <strong>di</strong> case. Nessuno può ricoprire due cariche contemporaneamente: l’eletto che imbroglia o ruba viene<br />

“descazato” dal suo ufficio e, a parte le pene, non può essere rieletto a cariche pubbliche per un periodo <strong>di</strong> sei<br />

anni.<br />

A tutti gli eletti viene corrisposto un salario, il cui ammontare varia in proporzione <strong>di</strong>retta dell’importanza e della<br />

gravosità della carica. I capitoli 34° e 115° dello statuto, infatti, elencano quanto spetta ad ognuno. E’ previsto<br />

anche il rimborso delle spese per chi si reca fuori <strong>Casnigo</strong> per necessità del <strong>Comune</strong>: fino a Gan<strong>di</strong>no due sol<strong>di</strong><br />

imperiali, con obbligo, al ritorno, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare che cosa è stato fatto e quanto è stato speso; se bisogna<br />

andare “a Bergomo over in altro logo verso al plano infina Alza (l’o<strong>di</strong>erno Alzano), e ancora fora del vescovado da<br />

Bergomo” otto sol<strong>di</strong> imperiali al giorno. Chi, invece, esce dalla Valgan<strong>di</strong>no per recarsi nelle valli confinanti, cioè<br />

“da Comendu jn zo fina a Nimbro, e anchora in val Cavalina fina al pont dela Martina” riceve soltanto cinque sol<strong>di</strong><br />

al giorno. Ancor oggi, ‘della Martina’ è detto il ponte sul Drione sopra il quale passa la strada nazionale del<br />

Tonale, al confine <strong>di</strong> Vigano S.M. e <strong>di</strong> Casazza.<br />

Servire il comune si traduce spesso in un danno per l’eletto, costretto a trascurare del tutto o in parte i suoi<br />

interessi privati per il bene pubblico: <strong>di</strong> qui il “sallario or<strong>di</strong>nario” inteso come risarcimento.<br />

Gli or<strong>di</strong>namenti scritti o orali permettono e favoriscono la concentrazione delle cariche pubbliche nelle mani <strong>di</strong><br />

pochi, legalizzando una specie <strong>di</strong> monopolio amministrativo. Nel <strong>Comune</strong> me<strong>di</strong>evale il popolo non è un tutto<br />

omogeneo, tende a frazionarsi e <strong>di</strong>vidersi in base all’attività economica: è inevitabile che le classi più ricche<br />

vogliano far sentire il peso della loro potenza economica anche nel governo della cosa pubblica, cercando <strong>di</strong><br />

concentrare nelle proprie mani le principali cariche elettive. Questo fatto porterà, però, a un progressivo <strong>di</strong>stacco<br />

del popolo dal <strong>Comune</strong>, non più sentito come l’espressione <strong>di</strong>retta dei suoi interessi e delle sue aspirazioni.<br />

I VICINI – Gli abitanti del <strong>Comune</strong> sono i ‘visini’ (i “vicini”, dal latino vicus = villaggio). Lo statuto regola<br />

minuziosamente quello che i vicini devono o non devono fare, affinché la comunità abbia un’esistenza regolata e<br />

pacifica; stabilisce al tempo stesso i loro <strong>di</strong>ritti, affinché ognuno abbia garantite la propria vita e la sicurezza dei<br />

propri beni in ogni momento ed in ogni attività intrapresa.<br />

Di tutti gli impegni giurati il più interessante è quello con il quale ogni casnighese che abbia almeno<br />

vent’anni, all’inizio <strong>di</strong> gennaio <strong>di</strong> ogni anno, si impegna, obbligandosi anche per i propri familiari se<br />

capofamiglia, ad eseguire tutti gli or<strong>di</strong>ni giusti e leciti dei consoli del <strong>Comune</strong>, nell’interesse del <strong>Comune</strong><br />

stesso; ad avvertire gli ufficiali del <strong>Comune</strong> (consoli, tesoriere, campiere, ecc.) se qualcuno danneggia il <strong>Comune</strong><br />

o i Casnighesi, ostacolando il regolare svolgimento della vita del paese; a non dare aiuto ai ladri, ai ban<strong>di</strong>ti, ai<br />

ribelli; a portare in chiesa o in piazza le cose ritrovate la prima festa seguente il giorno del rinvenimento; a non<br />

entrare in poderi altrui, anche con a nimali, e a salvare i beni del <strong>Comune</strong>. Inoltre, tra i doveri dei vicini<br />

c’è l’obbligo <strong>di</strong> intervenire al pubblico consiglio: assenze non giustificate vengono punite con multe.<br />

I vicini sono così responsabilizzati al massimo, convinti che l’interesse <strong>di</strong> uno è l’interesse <strong>di</strong> tutti, tanto che non<br />

hanno alcuna possibilità <strong>di</strong> opporsi alle decisioni del <strong>Comune</strong>.<br />

Non possono ricevere salario indebitamente o ricompense senza motivo e merito. Ciò per evitare che chi<br />

riveste pubbliche cariche si arricchisca.<br />

I FORESTIERI – Il forestiero, nel <strong>Comune</strong> che non sia il suo <strong>di</strong> origine, si trova <strong>di</strong> certo ostacolato, rispetto ai vicini<br />

del luogo, dagli or<strong>di</strong>namenti statutari, poiché i suoi movimenti e le sue attività sono con<strong>di</strong>zionate da imposte che<br />

sono più o meno gravose a secondo che il <strong>Comune</strong> si senta più o meno leso nei suoi interessi dalle iniziative<br />

intraprese sul suo territorio da persone provenienti da altre località. In pratica, il forestiero è malvisto perché,<br />

sfruttando le terre del <strong>Comune</strong>, toglie proventi ai vicini. E’ quin<strong>di</strong> considerato un intruso, da allontanare al più<br />

presto possibile.<br />

Il forestiero che si trova momentaneamente sul territorio <strong>di</strong> qualche <strong>Comune</strong> della Valgan<strong>di</strong>no deve seguire le<br />

norme dello statuto locale e <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> Valle anche in materia <strong>di</strong> pascolo e <strong>di</strong> taglio della legna.<br />

E’ evidente che le <strong>di</strong>sposizioni dello statuto riguardanti il forestieri tendono a scoraggiare la sua attività nel<br />

<strong>Comune</strong>. In alcune situazioni, tuttavia, una volta pagata la somma pattuita, egli viene parificato al vicino sia nei<br />

<strong>di</strong>ritti sia nei doveri, senza <strong>di</strong>fferenze.<br />

Ma soltanto con una delibera, approvata dalla maggioranza del Consiglio, i forestieri possono far pascolare i<br />

propri animali o tagliare l’erba nella località ‘Gavaza’. Ai trasgressori è comminata la pena <strong>di</strong> trenta sol<strong>di</strong> imperiali.<br />

Non si può procurare ad alcun forestiero legna tagliata, secca o verde, erba, fieno o “alcuna altra cosa che sia<br />

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