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Untitled - Comune di Casnigo

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65 . “Che Leonardo poi abbia visitato questa Valle, parmi si possa desumere da una particolarità, vale a <strong>di</strong>re, che<br />

egli non segua nel suo schizzo il corso del torrente Romna, ma con esattezza abbastanza notevole, trattandosi<br />

<strong>di</strong> uno schizzo fatto ad occhio, designa il corso della Valle del Ré (Rino), che scende dai monti a nord <strong>di</strong><br />

Gan<strong>di</strong>no, abbandonando il Romna e la Concossola, per quanto questo corso <strong>di</strong> acque servisse a tutti gli e<strong>di</strong>fici<br />

<strong>di</strong> Gan<strong>di</strong>no, <strong>di</strong> Peia, <strong>di</strong> Leffe e <strong>di</strong> Cazzano” (Id., p. 73). Nella nota (1) a piè <strong>di</strong> pagina, il Mazzi cita la pag. 607<br />

della preziosa ‘Relazione su Bergamo e territorio del 1596’, <strong>di</strong> Giovanni da Lezze, veneziano, capitano <strong>di</strong><br />

Bergamo (Cfr. Belotti, III, p. 406, n.1) e aggiunge: “Vi ha una grande confusione nella denominazione <strong>di</strong> questi<br />

corsi <strong>di</strong> acque”. Il Da Lezze scrive: “Fiume chiamato il Romna il quale nasce ‘per mezzo milio sopra Gan<strong>di</strong>no<br />

dal monte Concosla’”. Il Celestino (Ist. Quadr., o.c. I, pp. 541,544) non parla che della Romna.<br />

Per l’Atlante Novissimo, (tomo III, tav. B, VIII) è la Concossola, che dalla Valle Gan<strong>di</strong>no entra nel Serio.<br />

Nella Carta del Manzini, che, per avere a base le mappe catastali, fornisce preziose in<strong>di</strong>cazioni locali, il<br />

maggior corso del bacino <strong>di</strong> Gan<strong>di</strong>no è detto Rino nella sua parte inferiore, Romna (non ‘Rovina’) nella<br />

parte me<strong>di</strong>ana e Concossola nella parte superiore, ove ha la sua origine anche la Valle del Ré (Rino),<br />

che entra nel corso ora detto Romna un po' più a ponente <strong>di</strong> Leffe.<br />

Il Goltara, (Irrigazione della Provincia <strong>di</strong> Bergamo, Roma 1910) nella sua ‘Carta Idrografica’ ha accolto la<br />

denominazione <strong>di</strong> “Rino o Romna”, segnando il nome della sorgente col nome <strong>di</strong> Concossola. Ma se<br />

localmente era denominato Rino la parte del torrente, che sboccava nel Serio, si spiega, come<br />

Leonardo ne abbia tratteggiato il corso superiore, dove ne era mantenuto il nome, lasciando da parte<br />

l’altro corso detto Romna o Concossola”.<br />

…<br />

66 . Achille Mozzi (Achillis Mucii, Theatrum Bergomense, sex partibus <strong>di</strong>stinctum, Bergomi, Typis Comini<br />

Venturae 1596, pars prima, c26v, vv. 5-16; il ‘Theatrum’ fu pubblicato postumo dal figlio Mario, nel 1596,<br />

assegnava erroneamente la fonte del Drago a Vertova: “Vertuae fons admirabilis cur draco appellatus. /<br />

Cernitis et fontem saxosi in limite montis, / Qua nostra felix Vertua potat acquas. / Ut mare qui fluit et refluit,<br />

verum ille repente / Et fine amaritie perstat, idemque color. / Eructat subitos latices, sorbet quoque rursum. /<br />

Evomit, alternas continuatque vices. / Horrendosque; intra strepitus resonare cavernam. / Nocte ferunt refugit,<br />

surgit et unde latex. / Talia cum ferme sint sibila rauca draconum. / Dicitur hinc vulgo fonsque, lacusque; Draco.<br />

/ Plinius huic similem Iunior, testatur in agro / Comi extare sui, rem quasi tangit acu” (Id., c26v).<br />

“C’è a Vertova una meravigliosa sorgente chiamata il Dragone (= Regù); sgorga dalle ra<strong>di</strong>ci del monte<br />

pietroso, e la fertile Vertova ne beve le acque.<br />

Come l’onda del mare avanza e recede, mantenendo intatti salse<strong>di</strong>ne e colore, così sgorgano<br />

improvvise le acque e <strong>di</strong> nuovo la fonte le trattiene: <strong>di</strong> nuovo le ributta senza interrompersi mai; e le<br />

nascoste cavità del monte cupamente ne risuonano.<br />

La notte le acque si ritirano, e ritornano a fluire <strong>di</strong> giorno, col rauco sibilo d’un drago.<br />

Per questo è chiamata sorgente del Dragone.<br />

Plinio il giovane ne ricorda <strong>di</strong> sfuggita una simile nella campagna <strong>di</strong> Como”.<br />

Fra Celestino Colleoni (o.c., I, pp. 541-543) scrive:<br />

“Le suddette Terre sono tutte <strong>di</strong> qua dal Serio, e perciò fuori dalla Valle Gan<strong>di</strong>no, quantunque con questa<br />

incorporate quanto al governo: però a Fiorano piegando a man dritta si va al Ponte detto <strong>di</strong> Gan<strong>di</strong>no, e quivi<br />

passando oltre il Serio, si entra nella Valle; e dopo haver caminato alquanto si passa in picciol Ponte, che è<br />

sopra la Romna, e quivi à man sinistra si trova la pianura <strong>di</strong> Gazanigo, ò Gasnigo, assai grande, e ferace.<br />

Quivi si cava il bolo simile all’Armeno assai buono; e havvi alla ra<strong>di</strong>ce del Monte da sera parte sopra ‘l<br />

Serio un flusso, e reflusso mirabile, e frequente, perché quattro, e sei volte l’hora cresce l’acqua in maniera<br />

che vi corre molto probabilmente, e fra poco spacio cessa talmente, che non se ne vede goccia. Et perché<br />

quando comincia, e più quando finisce, fa un certo strepito, e maggior anco la notte, per questo chiamato quel<br />

Fonte il Dragone; il quale si vede sorgere in <strong>di</strong>versi luoghi <strong>di</strong> cui cantò il Mucio ingannato in quanto lo<br />

mette in quel <strong>di</strong> Vertova”.<br />

E, dopo aver ricordato una lettera <strong>di</strong> Plinio, in cui il naturalista illustra un simile fenomeno a Licinio Saura,<br />

conclude: “Dal che convincesi esser in errore Plinio, che del medesimo Fiume attesta che scorre sempre; e poi<br />

si asciuga in ogni Sabbato. E ciò è detto con l’occasione del Dragone <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong>, perché si vegga la Patria<br />

nostra favorita anco <strong>di</strong> sì fatte maraviglie della natura al pari d’ogni altra”.<br />

Pier Donato Calvi (o.c., III, pp. 258-259) annota:<br />

“1618. L’antica Chiesa Arcipretale <strong>di</strong> <strong>Casnigo</strong> hormai vecchia, e cadente sotto il titolo del glorioso Precursore <strong>di</strong><br />

Cristo Giovanni Battista, si cominciò oggi a refabricare ridotta in poco tempo a quella perfettione, e struttura,<br />

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