Antologia Pagine Ribelli Volume Terzo

Antologia Pagine Ribelli Volume Terzo
camminano con me in questo bigio mondo di ombre
e suoni lontani.
Ho incontrato un italiano che ha combattuto sul
Carso, che ha dato l’assalto a ogni singola vetta, con
la sua squadra, che è stata spazzata via tre volte. E lui
è sopravvissuto a tutti, per farsi uccidere nella sacca di
Caporetto. Mi ha spiegato che gli alti comandi non
hanno mai capito nulla della guerra e del fronte. Poi si
è allontanato, sconsolato, conscio del fatto che nel
mondo i paesi e le città hanno intitolato le loro vie a
quei grandi macellai.
Pochi uomini hanno voluto la guerra e milioni
l’hanno combattuta e sono morti, sono stati mutilati,
sono stati portati alla pazzia, mentre quei pochi che
l’hanno tanto agognata sono sopravvissuti al caldo dei
loro salotti borghesi e nobiliari fino alla vecchiaia,
senza mai conoscere l’orrore del fronte. Eppure era
per i loro ordini folli, per i loro dispacci che ci
ordinavano la carica, che siamo tutti morti.
Non c’è una via intitolata a William, che non ce l’ha
fatta a sparare a quel diciottenne tedesco sconvolto
dal fragore delle bombe e ne ha rimediato una
baionetta nel polmone dall’altro, troppo spaventato
per pensare; non c’è una via intitolata a Luigi, che ha
preso in spalla un austriaco con una gamba
spappolata e lo ha cercato di portare al campo
medico, venendo fucilato per fratellanza col nemico;
non c’è una via dedicata all’umanità dell’uomo nella
bestialità della guerra, ma solo alle bestie più truci che
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