David Donnini COME NACQUE LA BIBBIA - Giano Bifronte
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ci sia e non è possibile porre questa obiezione come decisiva. Personalmente non credo<br />
affatto che determinare una datazione certa per il cosiddetto esodo sia molto importante,<br />
ai fini del nostro discorso; infatti non è così fondamentale che Mosè sia stato, oppure no,<br />
un funzionario del faraone Akhenaton. A noi importa soprattutto introdurre un'idea: quella<br />
che gli egiziani accomunati da un interesse nostalgico per il sistema di Akhenaton e per<br />
la sua concezione monoteistica, da un lato, e la componente emarginata della società<br />
egiziana che aveva avuto origine nei trascorsi flussi immigratori, dall'altro lato, avessero<br />
trovato un'intesa che li poneva in serio conflitto con le classi dominanti e che li aiutava a<br />
maturare una identità di gruppo.<br />
Ora, gli interpreti di questo più che verosimile processo possono essere stati sia gli ex<br />
protagonisti del sistema di Akhenaton, in un'epoca immediatamente successiva alla<br />
restaurazione (fra il 1350 e il 1300 a.C.), sia i loro discendenti (fra il 1300 e il 1200 a.C.),<br />
ovverosia all'epoca in cui siamo soliti ambientare l'esodo biblico.<br />
3 - MOSE' EGIZIANO?<br />
C'è un aspetto estremamente importante che Freud sottolinea con argomentazioni<br />
puntuali e, direi, piuttosto ineccepibili. Si tratta del fatto che Mosé sarebbe stato un<br />
egiziano e non, come si crede comunemente, un ebreo. Una delle basi di questa<br />
opinione risiede nel nome stesso: "...E' importante notare che il suo nome (il nome di<br />
questo capo), Mosè, è egiziano. Esso è semplicemente la parola egiziana "mose" che<br />
significa "fanciullo", ed è la contrazione di forme nominali più complesse, quali ad<br />
esempio "Amon-mose", che significa "Amon un fanciullo", o "Ptah-mose", che significa<br />
"Ptah un fanciullo", i quali nomi sono a loro volta abbreviazioni della forma piena "Amon<br />
ha donato un fanciullo", o "Ptah ha donato un fanciullo". L'abbreviazione "fanciullo"<br />
presto divenne una forma rapida più conveniente dell'ingombrante nome completo, ed il<br />
nome Mose, "fanciullo", non è infrequente sui monumenti egizi. Il padre di Mosé senza<br />
dubbio prefisse al nome del figlio quello di un dio egizio, quale Amon o Ptah, e questo<br />
nome divino si perdette gradualmente nell'uso corrente, finché il fanciullo venne<br />
chiamato "Mose"" [Citazione da History of Egypt, di J.H.Breasted, in Freud, Mosè e il<br />
monoteismo, Pepe Diaz, Milano, 1952].<br />
"...nella lingua [egiziana] "Mosè" equivaleva a "bambino", "figlio", "discendente", sia in<br />
senso letterale che metaforico..." [J.Lehmann, Mosè l'egiziano, Garzanti, Milano, 1987].<br />
E ancora: "...non ci resta perciò che il nome, il quale, malgrado la spiegazione giudaica<br />
"tratto dalle acque", riallaccia Mosè ai nomi egiziani Tutmosi o Ramesse (Rah-mose)"<br />
[F.Castel, Storia d'Israele e di Giuda, Ed. Paoline, Cinisello Balsamo (Mi), 1987].<br />
C'è poi un'altra importante considerazione da fare. Il Mosè biblico ha un abito del tutto<br />
leggendario, a sostegno dell'idea che la sua identità sia il frutto di una operazione<br />
artificiale finalizzata a rappresentarlo come il padre nazionale degli ebrei. Infatti il<br />
racconto della sua nascita, coerentemente con le leggende semitiche, è la copia esatta<br />
del racconto che riguarda la nascita del grande Sargon di Accad, che fu abbandonato<br />
nelle acque e poi salvato per diventare, infine, un grande re. Evidentemente, allorché fu<br />
redatta la storia del popolo che era sfuggito dall'Egitto, si voleva che il suo condottiero<br />
possedesse i requisiti che lo rendevano meritevole, a pieno titolo, di quella dignità. Il<br />
racconto non fu scritto da storici, animati da uno spirito scientifico di cronaca, ma da<br />
apologeti, che dovevano contribuire alla creazione di una coscienza nazional-religiosa.<br />
Ora, esistono altri elementi di sostegno alla tesi del Mosé egiziano, seguace della<br />
teologia di Akhenaton: uno è il nome che gli ebrei utilizzano spesso per riferirsi al loro<br />
dio, al posto del termine tabù (indicato comunemente dal tetragramma YHWH) che<br />
nessuno poteva pronunciare ad alta voce. Si tratta della parola Adonai, che ha la stessa<br />
radice (Adon) del dio solare di Amenofi IV (Aton). I glottologi sanno bene che le lettere t<br />
e d sono del tutto intercambiabili nelle radici etimologiche, pertanto Adon e Aton sono<br />
esattamente lo stesso nome. Si osservi quanto afferma ancora Sigmund Freud: "Il credo<br />
ebraico, come è noto, recita: "Schema Jisroel Adonai Elohenu Adonai Echod". Se la<br />
somiglianza del nome dell'egizio Aton alla parola ebraica Adonai e al nome divino siriaco<br />
Adonis non è casuale, ma proviene da una vetusta unità di linguaggio e significato, così<br />
si potrebbe tradurre la formula ebraica: "Odi Israele il nostro Dio Aton (Adonai) è l'unico