Giulio Angioni, Alba dei giorni bui - Sardegna Cultura
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Sto pensando, pensieri che una si vergogna e lascia<br />
perdere, se può. Io non posso. Lo facesse apposta, sto<br />
pensando, lo facesse apposta!, questo farmi rivivere la<br />
mamma sempre in ansia: – Il vento peggiore si calma,<br />
ma tu mai, – le ripeteva babbo. Ansia concentrata, preda<br />
di se stessa, lei che per quindici anni non ha fatto<br />
che aspettare un marito marinaio, e dunque troppe<br />
volte lamentosa. E quando poi l’ha avuto sempre in casa,<br />
questo marito sospirato, se lo vedeva più lontano,<br />
perso in quelle che per lei non erano che distrazioni,<br />
fantasie, ingiuste indifferenze, cupezze pretestuose.<br />
Babbo tornava dai suoi viaggi e i due gemelli avevano<br />
vergogna, di se stessi e di lui, non lo riconoscevano del<br />
tutto. Valentina si nascondeva dietro a mamma e Carlo<br />
dietro a me, babbo abbracciava sua moglie e Valentina<br />
lo spingeva via da mamma, tirando le gambe di babbo,<br />
piangendo. Stessa scena con Carlo, quando babbo abbracciava<br />
me: – Fatela finita voi due, Carlo non capisce,<br />
– brontolava mamma.<br />
Poco fa Carlo ha avuto esattamente gli occhi di quando<br />
mamma con ansia dolorosa mi si piazzava davanti a<br />
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